da Repubblica.it
Pisanu boccia l'azzardo di Stato
"Arricchisce anche le cosche"
Il presidente della commissione antimafia a Torino critica i nuovi giochi previsti nell'ultima manovra e ricorda che per 1 euro incassato dallo Stato ce ne sono almeno dieci illeciti che alimentano la criminalità organizzata
di DIEGO LONGHIN
"Io non l'avrei fatta". Il presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, si riferisce all'ultima manovra del governo ed in particolare alle norme che puntano a fare cassa attraverso le scommesse e il gioco d'azzardo. Pisanu, impegnato per un'audizione della commissione a Torino sul fenomeno della criminalità organizzata in Piemonte, lancia un allarme preciso contro macchinette, slot machine e siti on-line: "Per ogni euro che entra nelle casse dello Stato proveniente dal gioco lecito, ce ne sono almeno altri dieci che finiscono nelle casse della criminalità organizzata, da gioco lecito e illecito". E ha aggiunto: "Lo stato biscazziere esiste dall'XI secolo - ha dice Pisanu - bisogna però sottoporre il settore a controlli più severi. Non siamo in grado di sanzionare le società che promuovono giochi che arrivano via internet su piattaforme dall'estero. In Francia non è consentito. Occorre disciplinare in modo molto più severo questo settore senza dimenticare le conseguenze sociali: le ludopatie sono una malattia sociale che colpisce soprattutto i più deboli e i giovani. Noi abbiamo i picchi più alti delle scommesse nei giorni a ridosso del ritiro delle pensioni. E nei casi di crisi questi fenomeni si accentuano".
Quella del gioco d'azzardo è l'ultima frontiera dell'investimento delle mafie, oltre all'usura, al racket, alla droga. È uno dei canali del riciclaggio del denaro sporco, anche in Piemonte, dove la 'ndrangheta "ha un fortissimo insediamento, rappresenta il 90 per cento dell'attività della criminalità organizzata con sinergie con nuclei storici di Cosa nostra". La commissione, dopo le inchieste e gli arresti in Piemonte, oggi ha ascoltato i rappresentanti delle forze dell'ordine, il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, e le associazioni di categoria delle imprese. Pisanu ha anche incontrato il sindaco di Torino, Piero Fassino, e il presidente della Regione, Roberto Cota.
Secondo Pisanu è necessario arrivare a una regolamentazione per legge che colpisca i partiti che candidano persone che hanno commesso reati, attraverso la riduzione del finanziamento pubblico: "Occorrono misure più stringenti stabilite per legge rispetto ad un codice di autodisciplina - dice Pisanu - bisognerebbe colpire quello che dovrebbe essere un reato, candidare persone indegne, e il partito che le mette nelle sue liste con sanzioni proporzionate che potrebbero cominciare dalle decurtazione del contributo al finanziamento pubblico ai partiti stessi. Ci stiamo lavorando".