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Attentato di Mafia a Latina

(23 articoli)
  • Avviato 12 anni fa da FernandoBassoli
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. ... ma comunque tranquilli, a Latina non c'è Mafia: è tutto a posto...

    Latina, raid mafioso in piena notte
    distrutto il Campo della Legalità - da repubblica.it

    Devastato il villaggio a Borgo Sabotino affidato mesi fa a Libera, coordinamento delle associazioni antimafia, alla vigilia di una giornata scandita da eventi importanti. Bagni spaccati come la sala proiezione e fili elettrici tranciati. "Un'azione progettata e messa a segno da almeno da 10 persone", racconto tra le lacrime il responsabile. Che assicura: "Non ci fermiamo, andiamo avanti"

    di VALERIA FORGNONE e GIOVANNI GAGLIARDI

    Un raid in piena notte. I sanitari dei bagni e le vetrate spaccate, i fili elettrici tranciati di netto, la sala proiezioni devastata. E' stato distrutto il campo della Legalità a Latina, il terreno di quattro ettari, in zona Borgo Sabotino, confiscato per abusivismo edilizio ad un pescatore nullatenente e ad aprile 2011 affidato a Libera, il coordinamento delle associazioni antimafia, dal commissario prefettizio di Latina, Guido Nardone. E il responsabile del campo parla di una azione in puro stile mafioso.

    Era stato inaugurato lo scorso 18 luglio con Don Luigi Ciotti e intitolato a Serafino Famà, vittima innocente di mafia, alla presenza della figlia Flavia. "E' un segnale forte e preciso di bisogno di legalità in questa terra", aveva sottolineato in quell'occasione Antono Turri, che prima di diventare il responsabile di Libera per il Lazio faceva il poliziotto. Da allora i volontari dell'associazione hanno lavorato senza sosta per mettere in sicurezza tutta l'area, composta da una grande tensostruttura centrale e piccole abitazioni in legno e casette con bagni e spogliatoi. Ma tutto è stato danneggiato dal blitz di stanotte.

    L'allarme è stato dato dalla protezione civile del Gruppo soccorso pontino (www.gsplatina.org), che qui ha la sua base operativa. Di corsa, arrivato al campo, Turri ha visto i segni della violenza. Un raid, secondo gli

    investigatori, "messo a segno da almeno 10 persone". Antonio è sotto shock. Tra lunghe pause e lacrime di rabbia racconta la devastazione che "ha ucciso un anno di lavoro ma non fa niente. Noi andiamo avanti".

    Oggi l'associazione aveva organizzato una giornata "speciale", divisa in tre momenti: prima la visita al vicino Borgo Mondello dove fu massacrato ed incaprettato nel 1995 don Cesare Boschin e dove le ecomafie hanno fatto per anni affari con il ciclo dei rifiuti tossici: poi un sopralluogo al campo rom Al Karama e, infine, il pranzo al villaggio con i ragazzi di Libera Roma e la proiezione del documentario "La quinta mafia", realizzato con i soldi dell'associazione, che affronta i temi dell'infiltrazioni mafiose nel territorio alle porte di Roma, spiega i motivi per cui la Banda della Magliana non è morta e parla delle attività di camorra e 'ndrangheta nella zona. "Un evento che avevamo pubblicizzato per sensibilizzare i cittadini di Borgo e che è diventato il bersaglio della violenza - continua Turri lasciando sfogare tutto il suo dolore - E' stata un'azione pianificata con una forza militare. Troppa violenza che mi lascia perplesso e amareggiato".

    Proprio ieri Antonio, intervendo a una radio privata locale, aveva denunciato lo stato di abbandono di una struttura sportiva abusiva a Latina, in via Helsinki, che non viene affidata a Libera. "Ce l'hanno sconsigliato spiegando che l'avrebbero bruciata, ma io ho risposto che l'avrebbero distrutta al Comune", aggiunge Turri. Invece le mazze, nella notte, hanno scelto e colpito il nuovo Villaggio della Legalità. "Il messaggio che ci hanno voluto lanciare è 'Non si fa' e ci hanno mostrato cos'è la mafia a Latina. Non hanno appiccato l'incendio perché il segnale sarebbe stato troppo evidente e poi questa notte pioveva", incalza il responsabile di Libera Lazio.

    "Tutto questo è stato realizzato da due nullatenenti: uno fa il pescatore e ha detto di aver creato la struttura che vale centinaia di migliaia di euro con i risparmi di una vita e l'altro vive in baracca lì in fondo", dice Turri. Quest'area, crocevia tra il lungomare di Latina e i laghi che rientrano nella riserva naturale del Parco Nazionale del Circeo e il territorio di Sabaudia, è stata aggredita dalle mafie, come ha messo in luce con il suo reportage su Sabaudia, Attilio Bolzoni.

    Il 'Village' affidato a Libera ha una enorme tensostruttura centrale, con bar, bagni e sala proiezione. Intorno ci sono campi da calcetto, con i bordi in cemento armato pericolosissimi per i giocatori, E poi bagni, spogliatoi e decine di punti per collegare le roulotte alla corrente. Ed enormi erano anche i progetti dei proprietari visto che la grande tensostruttura era pronta per essere ulteriormente allargata. Per non parlare del grande canale (ovviamente abusivo) a forma di spada scavato al centro del terreno e delimitato con grandi pietre per deviare il principale canale di bonifica dell'Agro pontino - chiamato all'epoca "Canale Mussolini" e oggi "Canale delle Acque Alte" - e far affluire uno scenografico fiume d'acqua al centro del terreno. "Qui sono venuti esponenti politici della maggioranza per organizzare cene elettorali - chiosa Turri - tutto 'regolarmente' in nero".

    Ma tutto questo era il passato. Il campo è stato visitato da migliaia di ragazzi, che hanno partecipato ad incontri sulle mafie e si sono rimboccati le maniche per trasformarlo nel centro nazionale di formazione, come era nel progetto di Libera. Un lavoro di recupero lungo, faticoso e costoso. Ma questa notte il passato è tornato a Borgo Sabotino con la violenza di una nuova intimidazione mafiosa. "Hanno voluto colpire scout e un ex sbirro. Ma noi non ci fermiamo - dice tra i singhiozzi Antonio Turri - Ricominciamo un'altra volta e andiamo avanti ancora".

    http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/10/22/news/latina_distrutto_il_villaggio_della_legalit-23663422/?ref=HREC1-9

    Pubblicato 12 anni fa #
  2. zero71

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    Membro

    NON LASCIAMOCI INTIMIDIRE!

    Pubblicato 12 anni fa #
  3. Quando, alcuni anni fa, scelsi di intitolare un mio breve racconto “Latina criminale” avevo visto giusto, ahinoi. Oggi la mia città si è svegliata davvero male. Turbata, ferita da un fatto di cronaca che non si presta ad equivoci. L’apparentemente tranquilla città laziale continua ad essere teatro di vicende che sembrano testimoniare il crescente inquinamento di un luogo che, un tempo, era una sorta di oasi felice, dove sognare di tradurre in realtà il riscatto socioeconomico inseguito da molte famiglie scese nell’Agro pontino da varie regioni italiane. È di queste ore l’ultimo drammatico evento. Il villaggio di Borgo Sabotino (Latina) – era stato affidato a affidato mesi fa a “Libera”, cioè il Coordinamento delle associazioni antimafia – è stato oggetto di un autentico raid punitivo, portato a termine da un vero e proprio commando, consumato col favore delle tenebre. Secondo il giudizio degli inquirenti sono state otto-dieci le persone che avrebbero preso parte attiva alle violenze, pianificate con cura. Lo scenario parla chiaro: sanitari danneggiati, vetrate spaccate, fili elettrici tagliati, la sala proiezioni sfasciata, danni di varia natura.

    IL LUOGO - Questo terreno, di circa quattro ettari, fu confiscato per il reato di abusivismo edilizio affidato a Libera. Era stato inaugurato il 18 luglio 2011 alla presenza di Don Ciotti e intitolato a Serafino Famà, una delle (molte) vittime di mafia del nostro tormentato Paese. Da allora i volontari hanno lavorato senza sosta per migliorare la vivibilità dell’area, che presenta una grande tensostruttura. Ma la devastazione avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 ottobre ha vanificato, nei fatti, un anno di duro lavoro, lasciando un messaggio intimidatorio che le Istituzioni faranno bene a non sottovalutare.

    NEL RICORDO DI DON BOSCHIN - Va aggiunto che, per la giornata di sabato 22 ottobre, l’associazione aveva organizzato un incontro che prevedeva, tra le altre cose, la visita al vicino Borgo Montello dove morì, assassinato, Don Cesare Boschin, forse a seguito di una rapina, il 30 marzo 1995. Ma c’è chi sospetta che qualcuno gli abbia voluto chiudere la bocca perché si interessava di “situazioni particolari” legate alla discarica di Borgo Montello. Ciò che dà da pensare è che alcuni giorni prima dell’omicidio, questo sacerdote, che era giunto dal Veneto negli anni ’50, parlava di strani movimenti notturni nei pressi della discarica: scarichi in piena notte, odori nauseanti…

    LATINA A UN BIVIO - Antonio Turri, noto in città per il suo impegno contro le Mafie, non si dà pace. “Un evento che avevamo pubblicizzato per sensibilizzare i cittadini… che è diventato il bersaglio della violenza. E’ stata un’azione pianificata con una forza militare.” ha detto ai colleghi di Repubblica. Una cosa è sicura: per i cittadini di Latina è tempo di aprire gli occhi e di scegliere una volta per tutte da quale parte stare.

    (Fer, da Reset-Italia.net)

    Pubblicato 12 anni fa #
  4. A.

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    Moderatore

    Purtroppo la pax mafiosa sta finendo anche a Latina. Zona elettiva del riciclaggio del denaro sporco.
    Antonio Turri dovrebbe essere sindaco di Latina. Altro che le cazzate. Solidarietà a Libera.

    Pubblicato 12 anni fa #
  5. k

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    Membro

    La faccia finita, A.
    Viva Sciascia.

    Pubblicato 12 anni fa #
  6. A.

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    Moderatore

    Questa battuta mi ha fatto male, mi creda.

    Pubblicato 12 anni fa #
  7. Addirittura, A., e spiegaci perché t'ha fatto male.

    Pubblicato 12 anni fa #
  8. A.

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    Moderatore

    Perchè conosco da anni sia Antonio T. che quelli di Libera, e tutto si può dire tranne che siano "professionisti dell'antimafia" nel senso sciasciano. Fanno volontariato, hanno idee, si smazzano etc. Hanno un'idea di politica della città che è molto vicina alle idee che leggo spesso sul forum. Non ho quindi capito la ragione del duro giudizio di K.

    Secondariamente, ma questo è il meno, perchè non ho mai capito se quella frase di Sciascia fosse solo l'uscita infelice di un grande scrittore, o fosse indirizzata a qualcuno che gli stava sulla balle. [Poi, sfortunatamente , quel qualcuno ha pagato con la vita, leggasi Falcone e Borsellino; mentre chi appoggiava quelle idee sta in galera (l'ex governatore della Sicilia) o in parlamento...] In entrambi i casi, Sciascia in quel frangente aveva torto.

    Pubblicato 12 anni fa #
  9. A., il discorso è molto, molto complesso. Ridurlo alle tue esperienze ed empatie personali, mi sembra poco 'professorale'. Ma se vuoi, quando scendi a Latina, facciamo una bella chiacchierata. Adesso perché qualcuno (la mafia, gli zingari, semplici delinquenti) sfascia il Villaggio della Legalità - io nemmeno sapevo che esistesse - dobbiamo fare sindaco uno?

    Pubblicato 12 anni fa #
  10. Scusate l'ignoranzità... quale sarebbe "quella frase di Sciascia"?

    Pubblicato 12 anni fa #
  11. Ah poi ho questa domanda: ma 'sto Villaggio, di notte, non lo controllava nessuno? Cioè non c'è un custode, nessuno?

    Pubblicato 12 anni fa #
  12. A.

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    Moderatore

    vabbene

    Pubblicato 12 anni fa #
  13. Beh, Fernando, il custode non c'era.
    O, se c'era, se ne sarà andato.
    Non si riescono più a trovare
    quei bei custodi di una volta
    quelli che si ergevano a difesa
    anche davanti ad un'orda di mafiosi
    armati di mazze, catene e pugnali.

    Pubblicato 12 anni fa #
  14. ... con cani da guardia (affamati) al seguito...

    Pubblicato 12 anni fa #
  15. k

    offline
    Membro

    Caro A, lei si ricorda male. Sciascia non ce l'aveva con Falcone e Borsellino, ma con i politici e i tanti personaggi del tipo Leoluca Orlando (oggi potremmo dire anche Di Pietro) ac similia. Ed è troppo facile da parte di costoro sciacquarsi sempre la bocca con Falcone e Borsellino, quasi che, sciacquandosi la bocca con loro, automaticamente l'auctoritas di quei martiri passi immediatamente su di loro. No, non è così. Anzi, loro mi dovrebbero spiegare com'è che Falcone e Borsellino sono morti e loro invece sono tutti vivi. Questa, me ne rendo conto, potrebbe sembrare anche una asserzione alla Fer, ma ciò che voglio dire è che non basta gridare "Falcone e Borsellino!" perché ogni cosa che diciamo divenga automaticamente vera. Bisogna vedere.
    E così bisogna vedere se ogni volta che diciamo "Mafia!" ci sia davvero la mafia dietro e noi siamo gli eroi che la stanno combattendo, o se invece non ci sia un pizzico di eccesso di protagonismo o semplicemente l'ossessiva incapacità di fare le opportune distinzioni nella nostra interpretazione del reale. La mafia cioè caro A - come la camorra - è un concetto preciso, non è il puro e semplice manifestarsi di un episodio delittuoso, perché se no la mafia è dappertutto, pure in Islanda od in Norvegia. Un furto è un furto, un omicidio è un omicidio e un'estorsione è un'estorsione, ma non sono ipso facto 'mafiosi'. Mafiosi lo diventano se sono inseriti in un quadro complessivo ben specificato (tra cui c'è il controllo del territorio e l'uso sistematico della violenza), che è tutto da dimostrare e che non è mai stato dimostrato in nessuna sede storica o giudiziaria nè per la zona di Latina, né per Sabaudia e per il Circeo. Anzi, nemmeno per Fondi, caro A. Il mischiare automaticamente il concetto di clientelismo politico (che pure c'è, ma come c'è in ogni piccolissima frazione d'Italia, ivi compresi Trento e Bolzano) a quello di mafia e di camorra è non solo un errore, ma se fatto in buona fede è proprio un'ossessione. Allora, caro A, c'è la mafia pure a Trento. Ma se c'è la mafia pure a Trento - se tutto è mafia - allora non c'è più mafia A. Ha capito dove portano le ossessioni? Bel cazzo di capolavoro.
    Questo non significa che a Latina non ci sia illegalità. Ci mancherebbe altro. Ma l'unico modo per combatterla è fare le analisi serie, non correre appresso ai fantasmi delle proprie ed autoindotte paranoie (chi cazzo ve lo ha detto che quel prete del Montello sarebbe stato ammazzato per la discarica? Non c'è una sola prova, un solo documento giudiziario o di polizia, e mi pare neanche giornalistico d'epoca. E' solo - allo stato - l'interpretazione personale di un qualche leoluchinorlando di provincia che è poi divenuta, a furia di ripeterla, una leggenda urbana. Ma non c'è una sola prova dietro. E allora è come se le dicessi che pure il delitto Calzati era di mafia, e che quando ci hanno retrocesso tra i dilettanti c'erano dietro Moggi, la Juventus e la mafia del Brenta).

    Per concludere, caro A, ciò che è stato ampiamente suffragato anche da studi e fonti autorevoli (pure Limes, se mi permette) è che Latina sia una zona di riciclaggio del denaro sporco. Le organizzazioni mafiose, cioè, riciclano in attività e zone pulite il denaro accumulato con le attività criminose nelle loro specifiche zone di potere e competenza. Latina è una di queste zone di riciclaggio (come peraltro, la Lombardia, il Trentino e chissà quanto altri posti). Ma questo non fa delle zone di riciclaggio altrettante zone mafiose. Sono due concetti e soprattutto due fenomenologie assai diverse. Latina - ma pure Trento - non è cioè Caserta o Casal di Principe. Perché una zona si possa definire mafiosa è necessario che lei ci riscontri quanto meno il racket delle estorsioni, ossia che tutti i negozi e/o attività produttive e commerciali paghino il pizzo, e a chi non paga il pizzo vengono fatte saltare le macchine o le serrande. A lei risulta che a Latina sia così? A me no. E allora perché dovete andare in giro a dire che a Latina succede questo? Succede altro, ma questo no. Non vi basta già l'altro che succede? No, ve dovete pe' forza inventà le mitomanie vostre. "La mafia a Sabaudia!". Ma andatevene affanculo, va'.

    Pubblicato 12 anni fa #
  16. Nuovo servizio sulla Mafia, questa volta al Circeo

    Leggetelo. E fatemi sapere se riscontrate quello che ho riscontrato io: a parlare di mafia sono sempre i soliti noti. Ormai passati alle cronache perché sono gli unici che parlano di mafia. Lo stesso Benedetto, presidente del Parco, o il capo delle guardie forestali a Fogliano, non parlano di mafia ma di grandissima abitudine - tutta nostrana - all'abuso edilizio.

    Sono arrivate 3500 richieste di condono per abusi interni al Parco. Possibile che siano tutti mafiosi?

    Pubblicato 12 anni fa #
  17. lulla

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    Membro

    Sana abitudine italiana, pensare che il male venga sempre da qualche altra parte.

    Pubblicato 12 anni fa #
  18. Giovedì 27 ottobre fiaccolata contro tutte le Mafie a Latina

    L’attentato del quale vi abbiamo dato notizia nei giorni scorsi, consumato contro il “Villaggio della Legalità” di Borgo Sabotino (Latina), gestito dall’Associazione “Libera” ha profondamente scosso, come era inevitabile, la parte sana di una città che, nonostante il peso di una crisi economica epocale, forse non pensava di essere così vulnerabile. La società civile è sotto choc e il dibattito politico è aperto, col consueto scambio di “opinioni” tra maggioranza e opposizione.

    QUALE RISPOSTA? - Far scorrere fiumi di parole in questi casi è fin troppo facile. Ma davanti alla gravità di determinate situazioni-limite servono i fatti, le azioni di uomini di buona volontà e gruppi di cittadini o associazioni che marciano a testa alta sulla strada della legalità e di quel rispetto delle regole che sta alla base di una democrazia degna di tale nome. Di concreto, per ora, è stata organizzata una “Fiaccolata per la legalità” per dire no a tutte le mafie nella provincia. Trattasi di una pubblica manifestazione promossa dalla Cgil di Roma e del Lazio e dalla Cgil di Latina al fine di «rispondere all’incursione vandalica che venerdì notte ha gravemente danneggiato il Villaggio della legalità di Libera a Borgo Sabotino». «Di fronte ai fatti dell’altro ieri non si può rimanere inerti – hanno spiegato ai colleghi di Latina24ore.it Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio e Salvatore D’incertopadre, segretario generale della Cgil di Latina -. Occorre lanciare un messaggio forte alla criminalità organizzata che si sta infiltrando nel tessuto economico e sociale anche del territorio di Latina e per farlo dobbiamo dimostrare di essere in tanti e di essere uniti nella lotta per la sicurezza e la legalità. Rivolgiamo pertanto un appello a tutte le istituzioni locali, ai cittadini, alle realtà associative e alle forze politiche a prendere parte alla fiaccolata che stiamo organizzando per giovedì 27 ottobre. L’appuntamento è in Piazza del Popolo a Latina, alle ore 18.30».

    DIRE DI NO AL MALE - La domanda che tutti dobbiamo porci è se iniziative di questo tipo possano rivelarsi davvero utili. La risposta è sì, senza alcun dubbio. Perché la prevenzione dei fenomeni criminosi deve essere sviluppata su un doppio binario, vale a dire quello della repressione dei fatti che costituiscono reato e dell’educazione al rispetto della legge di quanti non hanno intenzione di abbassare la testa e cedere ai ricatti dei delinquenti che negli ultimi anni sembrano avere trovato terreno fertile per i loro affari in un territorio, quello dell’Agro pontino, situato in una zona strategica dei commerci del crimine (sostanze stupefacenti in primis), cioè tra due metropoli come Roma e Napoli. L’errore che i latinensi non possono permettersi è quello di credere che le Istituzioni preposte abbiano la forza di risolvere il problema da sole, cioè senza la fattiva collaborazione di noi tutti. Ciascuno, nel proprio piccolo, può fare molto, ad esempio non accettando compromessi di sorta, come i prestiti usurari, che rappresentano una piaga cittadina, come emerso dai processi degli ultimi anni. La cosa fondamentale è poi non lasciarsi intimidire, mostrare di non avere alcuna intenzione di cedere un millimetro di terreno (ogni riferimento agli abusi edilizi in attesa dell’ennesimo condono è puramente casuale) al malaffare.

    (Fer, da Reset-italia.net)

    Pubblicato 12 anni fa #
  19. Il punto è che bisogna intendersi su cosa si intende per "Mafia". Forse questo pezzo di oggi preso da Latina24ore.it può aiutarci:

    Sono previste per oggi le richieste di condanna per il processo Damasco sulla mafia a Fondi. Ieri il pm della Dda di Roma Maria Cristina Palaia ha ricostruito la lunga indagine.

    Di fronte alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Lucia Aielli i legali si sono opposti alla discussione, per il mancato deposito del fascicolo per la posizione di Igor Catalano: il suo legale Domenico Oropallo aveva chiesto e ottenuto di procedere con il rito abbreviato, in virtù dell’estensione temporale dei capi di accusa.

    Nella requisitoria il pm ha dedicato la prima parte alla genesi delle indagini, poi una lunga parte descrittiva del contesto sociale e temporale in cui sono maturati i rapporti tra gli imputati. In prima istanza la ricostruzione della storia della famiglia Tripodo, partendo dall’omicidio di Domenico, del successivo stanziamento della famiglia in una realtà, quella di Fondi, non abituata a certe dinamiche. E ancora il mantenimento dei rapporti con la terra d’origine, i contemporanei soggiorni in Calabria di Venanzio Tripodo.

    Una parte della discussione è stata dedicata agli elementi che andrebbero a supportare l’ipotesi associativa per alcuni di loro, partendo dalla stabilità dei contatti, interessi comuni, la forza intimidatrice, “la consapevole volontà di far parte di una compagine criminosa”. Spesso è stato sottolineato il tipo di linguaggio utilizzato per affermare i ruoli: “quelli che contano a Fondi siamo noi”. Ancora il clima di omertà creato sia nella cittadina che in aula, nel corso delle udienze, dove diversi testimoni non hanno ricordato dichiarazioni rese in sede di indagine alle forze dell’ordine. La Palaia è passata poi ad analizzare i rapporti con i commercianti del Mof. Il pm proseguirà la discussione questa mattina e formulerà le richieste di condanna.

    ...

    Chiaramente bisognerà poi aspettare sempre le sentenze definitive.

    Pubblicato 12 anni fa #
  20. Controllate la vicenda Di Maio. E' di Sabaudia e per anni gli sono state addebitate accuse di connivenza - se non addirittura appartenenza - alla criminalità organizzata. I giudici l'hanno condannato solo a 4 anni per turbativa d'asta.

    Lui, almeno secondo le accuse, doveva essere il referente dei clan a Sabaudia. Adesso l'attenzione è stata spostata a Latina e al Circeo.

    Pubblicato 12 anni fa #
  21. A.

    offline
    Moderatore

  22. Alessà, non è che posti Rainews e tutti dietro. Parla, argomenta, discuti. Domanda, al limite.

    Pubblicato 12 anni fa #
  23. Da Latina24ore.it

    La devastazione del villaggio della legalità dell’Associazione Libera a Borgo Sabotino in provincia di Latina è solo l’ultimo episodio nella sfida senza quartiere che la criminalità organizzata ha lanciato alla nostra convivenza civile.» È quanto dichiarano i deputati del Pd eletti nel Lazio che hanno firmato un’interrogazione al ministro degli interni sul gravissimo fatto di Borgo Sabotino, un’inaccettabile intimidazione.

    Nell’interrogazione presentata il 26 ottobre i deputati Touadi, Gasbarra, Garavini, Ferranti, Veltroni, Carella, Coscia, Tidei, Pompili, Argentin, Meta e Madia chiedono al ministro Maroni «di assumere iniziative investigative e repressive all’altezza della gravità della penetrazione capillare delle mafie nella nostra regione. Misure tanto urgenti anche alla luce dell’ultimo rapporto pubblicato da Libera che parla della ‘quinta mafià inserita ormai in tutti i gangli vitali dell’economia, del commercio e della vita sociale del Lazio. I deputati firmatari concordano con Libera sul fatto che non ci sia più tempo da perdere per schierare tutte le forze politiche, le forze dell’ordine e la società civile, in tutte le sue articolazioni, nella lotta contro le mafie». «Con un’azione coordinata di prevenzione, repressione e ripristino delle reti sociali e dei presidi della legalità – proseguono – è possibile sconfiggere le mafie e restituire alla normalità democratica la vita delle comunità e dei territori.

    Il nostro partito, il Pd, deve assumere la guida di questa riscossa civile a cominciare dalla sessione del Forum Sicurezza e Legalità regionale che si terrà a Sabaudia oggi alle 17 presso l’Hotel Le Palme di Corso Vittorio Emanuele III.» Per quanto riguarda Roma invece – ad un anno esatto dalla delibera Masini sui beni confiscati alla mafia, mai calendarizzata dalla destra al governo della Capitale – i deputati chiedono anche al Comune di dare un segnale forte alla città ed apprezzano fortemente l’iniziativa della Provincia di Roma che ha varato un articolato piano antimafia incitando le altre amministrazioni a dotarsi degli strumenti idonei a combattere e a sconfiggere le la criminalità organizzata di stampo mafioso".

    Pubblicato 12 anni fa #

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