"Ma che vuoi" di Gerardo Rizzo (ilmiolibro.it, 52 pagine), sottotitolo "Sentenze rarefatte. Opinioni distratte. Massaggi".
Una graditissima sorpresa.
L'autore sa scrivere.
E racconta pure cose divertenti. Cose strampalate e cazzare, ma scritte bene ripeto, e sempre ogni tanto con lo "sguardo laterale". Anche quando si mette a fare la letteratura di genere - lo spione-noir che sembra andare tanto di moda tra tutti i peggio esordienti non solo "de Latina" - lo fa in modo sublime, lo fa cioè in quel tono altamente parodistico che diviene ipso facto più genere del genere. Gli dà cioè dignità letteraria, guardando appunto ogni tanto di lato e cavando di botto il suo protagonista dal banale più banale in cui sembrava lo stesse cacciando. (Non vorrei adesso che si mettesse anche lui ad istruire scuole e corsi di scrittura creativa, anche se, nel caso poi ci si iscrivessero i suddetti, sicuramente la loro produzione non potrebbe che migliorare. Scusate la digressione.)
Dice: "Vabbe': ma allora abbiamo trovato uno scrittore?".
Ferma! Non ho detto questo. Ho detto che ci sono tutti gli elementi perchè lo scrittore - se si applica e lavora - esca. Non è sufficiente il divertissement fine a sé stesso. Un po' di regula ci vuole. E ci vuole anche la tenuta complessiva del libro, il filo, la coerenza e la coesione interna. Qui invece ci sono due abbozzi e due fili per due diversi libri, che richiedono però ed evidentemente un diverso modo ed un diverso salto di consapevolezza nel mettersi a lavorare. Quello che gli si chiede è di passare quindi dal frammento e dalla frammentarietà al romanzo, o quanto meno a qualcosa di più impegnativo di una raccolta di battute e frammenti. Altrimenti non frammenti più noi: apra una scuola e fumi toscani.
Comunque bello. Riunite in un libro, tutte quelle cazzate scritte sul Forum sembrano più belle. Complimenti.