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Cosa ho scoperto oggi

(61 articoli)
  1. k

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    "Ma che vuoi" di Gerardo Rizzo (ilmiolibro.it, 52 pagine), sottotitolo "Sentenze rarefatte. Opinioni distratte. Massaggi".

    Una graditissima sorpresa.
    L'autore sa scrivere.
    E racconta pure cose divertenti. Cose strampalate e cazzare, ma scritte bene ripeto, e sempre ogni tanto con lo "sguardo laterale". Anche quando si mette a fare la letteratura di genere - lo spione-noir che sembra andare tanto di moda tra tutti i peggio esordienti non solo "de Latina" - lo fa in modo sublime, lo fa cioè in quel tono altamente parodistico che diviene ipso facto più genere del genere. Gli dà cioè dignità letteraria, guardando appunto ogni tanto di lato e cavando di botto il suo protagonista dal banale più banale in cui sembrava lo stesse cacciando. (Non vorrei adesso che si mettesse anche lui ad istruire scuole e corsi di scrittura creativa, anche se, nel caso poi ci si iscrivessero i suddetti, sicuramente la loro produzione non potrebbe che migliorare. Scusate la digressione.)

    Dice: "Vabbe': ma allora abbiamo trovato uno scrittore?".
    Ferma! Non ho detto questo. Ho detto che ci sono tutti gli elementi perchè lo scrittore - se si applica e lavora - esca. Non è sufficiente il divertissement fine a sé stesso. Un po' di regula ci vuole. E ci vuole anche la tenuta complessiva del libro, il filo, la coerenza e la coesione interna. Qui invece ci sono due abbozzi e due fili per due diversi libri, che richiedono però ed evidentemente un diverso modo ed un diverso salto di consapevolezza nel mettersi a lavorare. Quello che gli si chiede è di passare quindi dal frammento e dalla frammentarietà al romanzo, o quanto meno a qualcosa di più impegnativo di una raccolta di battute e frammenti. Altrimenti non frammenti più noi: apra una scuola e fumi toscani.

    Comunque bello. Riunite in un libro, tutte quelle cazzate scritte sul Forum sembrano più belle. Complimenti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. isaiah berlin

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    Grazie maestro per le splendide e generose parole, ma più di tutto per averci fatto conoscere questo fenomenale, giovane autore...

    p.s.
    come si puo' linkare dappertutto?... con il suo permesso s'intende...

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. k

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    E che ne so? Lo copi e poi s'arrangi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. isaiah berlin

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    Membro

    ... ... grazie dell'autorizzazione...

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. La notizia l'avevo appresa da Facebook. Gerardo Rizzo ha pubblicato un libro: "ma che vuoi". Senza segni d'interpunzione, niente punto interrogativo né esclamativo. E già la cosa mi aveva fatto sorridere perché quella frase mi sembrava rispecchiare lo spirito da eccellente, intelligente e cinico provocatore di Gerardo. Poi ho letto la recensione di K. E ancora dopo m'è capitato per le mani lo scritto di Gerardo. A questo punto scrivere le mie impressioni, in un momento di pausa, l'ho trovata una cosa 'doverosa'.

    AVVISO: Chiaro che qualche tono un po' 'saccente' ce lo ritroverete, perché sto sotto esame, e vi chiedo scusa in anticipo.

    CHE VOGLIO? UN ROMANZO, GERA'
    recensione veloce e saccente del libro di G.Rizzo, 'Ma che vuoi'.

    Bello, davvero. Dalla prima alla quarantanovesima pagina c'è ironia, sarcasmo e quella cattiveria gerardorizziana che chi lo conosce ha imparato - anche a sue spese - ad apprezzare. C'è pure un po' di poesia, per usare uno schema crociano. E non solo in questo senso, perché alcuni passaggi è possibile leggerli, o immaginarli, proprio con la cadenza dei versi. Il tono, come il lessico, è quasi sempre elevato. Ogni tanto, però, ci sono delle cadute di stile, e di lessico, a volte a proposito e a volte no.

    E' vero quello che dice il Maestro, ci sono due buoni spunti da cui il nostro potrebbe tirar fuori due romanzi, anche belli. Il primo dei due spunti - quello che dura fino a pagina 28 - lo trovo già mezzo organizzato. Perché, nonostante i racconti siano brevissimi, sono densi e 'quasi' conclusi. Per di più anche legati. Perché la frammentarietà, almeno della prima parte, è soltanto apparente. Leggendo, infatti, ti rendi conto che tornano, da una short story all'altra, personaggi ('Nick') ed espressioni ('filippo' come anche il livello basso di certe espressioni dialettali tipiche del siculo-pontino). Nella seconda parte, forse, c'è tutto il disordine tipico di un giornaleonlinesuforum come La Mazza. Il meglio, da questa parte qui, esce dai resoconto di guerra diretta o indiretta di Evelin vuò e Minnie Phottow.

    E bravo il nostro Gerardo. La prossima volta, però, vogliamo leggere un romanzo. Il personaggio più bello, a mio avviso, è l'investigatore. Magari può servirti come consiglio se decidi di andare oltre le short stories.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. isaiah berlin

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    ... grazie torque...

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. rindindin

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    farai invidia a Campagna!

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. leon8oo3

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    (ho scritto qualche tempo fa anch'io una piccola recensione e volevo condividerla se non da fastidio)

    -Ma che vuoi-
    di Gerardo Rizzo
    auto-prodotto.

    L'ormonanuta.

    Alcuni si domanderanno il perché di un così curioso titolo per una recensione. Devo ammettere per onestà intellettuale che mi è stato suggerito da un noto libraio di Latina.
    La cosa che più spicca nei racconti di Gerardo Rizzo, raccolti in un piccolo libretto rosso dalla copertina discutibile, è il binario ormonale che lo conduce. La maggior parte dei racconti parla di amori o disamori di mezza età, portando all'attenzione del lettore particolari che in genere vengono in mente (mi perdonino i lettori l'inelegante definizione) in fase di “allupamento”.
    Come le piegoline tra i seni “regalo del tempo” o altri piccoli particolari che in genere scompaiono dall'attenzione di un amante soddisfatto. Se questo scrittore ha una abilità, ad opinione dello scrivente (non intendo ripetere oltre che si tratta di semplici e modeste opinioni soggettive) è proprio quella di trasmettere in poche parole, per lo più semplici, il suo stato ormonale. Da qui la definizione che intendo utilizzare per il nostro “ormonauta” Rizzo. Non è l'unico pregio di questo autore che senza ombra di dubbio ha scritto un testo senza tralasciare una strisciante e onnipresente autoironia che se non compresa può dare l'illusione (a volte molto palese) di essere presi in giro durante la lettura. L'atmosfera che suggerisce la linea narrativa del libro è in bianco e nero, accompagnata da musica lenta e triste, tipo noir francese ma un po' meno cupo. La realtà è che si tratta di una serie di scritti per lo più sconnessi tra loro nello spazio e nel tempo, che hanno a volte il difetto di spezzarsi troppo nella ripetizione di vaghe descrizioni del paesaggio. Piccole pennellate per la verità, a volte sapienti che in effetti regalano immagini. Ma quando diventano continue spezzano le reni alla tensione narrativa (se mai l'autore abbia mai voluto ottenerne una).
    I racconti non hanno mai la pretesa di avere una struttura e sembra sempre che si è cominciato a leggere un romanzo scegliendo una pagina a caso dal centro. Come se noi lettori ci fossimo persi qualcosa che avremmo dovuto sapere per fruire a fondo del testo. Probabilmente questo avviene perché la maggior parte dei racconti sono frutto di aneddoti, di tagli e copie da altri pezzi. Frammenti insomma di un animo molto più complesso di quello che traspare dalle poche righe lasciate in pegno dall'autore. Scrivere è senz'altro un dilettevole passatempo, ma allo scrivente non resta che rimproverare in maniera benevola -benché non ne abbia il titolo e probabilmente ha costellato di errori questa piccola recensione- per aver fabbricato dei frammenti, delle tracce che ingannano il lettore. Per aver creato una aspettativa dietro ad una scrittura a volte sapiente, pulita e profonda. Di non aver concesso al lettore almeno una “prova d'autore” frutto di uno sforzo appena un po' maggiore. Qualsiasi addebito è facile da porre in questa sede. Sono consapevole che anche il più mediocre degli scritti è frutto di una fatica infinitamente superiore a quella che si possa fare nello scrivere un giudizio come io mi permetto di fare in questo testo. Ma non posso esimermi, vedendo un potenziale inespresso ed essendo un avido lettore incolto, di domandarmi perché avendo fatto un passo importante comunque, come la pubblicazione -seppur in auto-produzione- di un testo letterario lo scrittore non si è preso sul serio fino in fondo almeno una volta?
    Concluderò citando lo stesso autore che ha scritto una bellissima frase: “devo gettare questo vecchio cuore malandato. Nella mischia. Voglio vederlo combattere”. Ebbene, anche noi vorremo vedere i suoi scritti nella mischia e non mascherati dietro il comodo appiglio dell'autoironia e dell'autocitazione. Anche noi vogliamo vederla combattere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. Pantofola selvaggia

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    Caro leon8oo3,

    conosco l'autore personalmente. Mi ha molto sorpreso scoprire che ha del talento nello scrivere. Non l'avrei mai immaginato. Soprattutto per il fatto che Gerardo è afflitto da una incontenibile logorrea, del tipo storico-filosofico-antropo-sociologico-mistico-salmodiante, che se da un lato è, a piccole dosi, estremamente divertente, dall'altro mi ha sempre fatto pensare che a parlare così tanto non gli restassero più parole da scrivere. Invece, eccolo qua: il libro di Gerardo! Ho letto e condiviso in gran parte la tua recensione, cosi come quella di Antonio Pennacchi, e concordo con entrambi quando invitate l'autore a cimentarsi con qualcosa di più impegnativo. Non so se lo farà mai. Non so neanche se me lo auguro veramente. E non ho ancora capito se lo stesso Gerardo sia convinto di ciò che ha scritto o non stia semplicemente prendendosi/ci in giro. In ogni caso ci vuole del talento e io credo che Gerardo ne abbia. Quello che scrive è certamente "frammento" di qual cosa d'altro che non ci è dato conoscere, quasi scarti di altri "manufatti letterari", o brandelli di poesia abbandonati, insomma a leggere il libro mi è venuto in mente lo sfasciacarrozze dove andavo da ragazzo a cercare rottami per il mio motorino: un luogo affascinante, enorme ammasso di pezzi di auto e moto, ma in realtà cumulo di oggetti morti che evocavano infinite storie di vita vera, vissuta da chissà chi e chissà come. Un luogo, insomma, che ricordo estremamente immaginifico.
    Non so se sia poco o molto, non so se sia arte, non ho sufficiente competenza per dirlo. A me basta poco per accontentarmi. Un'emozione ogni tanto tra una pagina e l'altra, o un sorriso, o l'improvviso accendersi di un'immagine ben disegnata, o ancora un frammento di verità, servito caldo come una brioche alla fine di una notte brava.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. k

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    Membro

    Ma andate a fare in culo va', e non immischiatemi più nelle vostre coltellate traverse. Il mio "puoi fare di più" era un complimento gioioso e felice, uno sprone ad andare avanti su questa strada e migliorarsi ancora. Il vostro corrisponde a un "ma che cazzo stai a fà? lascia pèrde che non è pe' te". E' tuttanvidia ve possin'ammazzà, che vi porta per esempio ad arrivare a scrivere: "difetto di spezzarsi troppo nella ripetizione di vaghe descrizioni del paesaggio". O anche: "comodo appiglio dell'autoironia e dell'autocitazione". Come si fa a non capire che è proprio in quelle ripetizioni "di vaghe descrizioni del paesaggio" che si cela il correlativo oggettivo che sublima appunto l'arte del Rizzo ed è proprio in quegli appigli "d'autoironia e d'autocitazione" che s'apre l'abisso di ciò che in estetica si chiama poesia? Rizzo vada avanti e non si curi di loro, anche se nutro il forte sospetto che sia Leon che Pantofola selvaggia non siano che altre due delle infinite personificazioni che lei è in grado di mettere in scena per far vedere che in ogni caso c'è qualcuno che parla di lei. Se è così si vergogni cialtrone, a far perdere del tempo a un povero vecchio indaffarato che dovrebbe cercare oramai solo di sedersi tranquillamente sull'orlo della sua tomba. La sua di lei, Darcy, non la sua di lui.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. leon8oo3

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    Membro

    Va tutto bene...ma è possibile che per qualcuno io sono sempre un'altra persona??!! Che forum diffidente
    Per il resto respingo solo l'accusa di invidia che non mi appartiene (ma sono molto invidioso di chi ne conserva una giusta dose).
    Io intanto aggiungo un'altra tacca ai vaffanculo presi e proseguo per la mia strada aspettando il momento di potercela rimandare (ma con giustificati motivi perché io i vaffa non li spreco
    )

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. tataka

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    In effetti...gli farete venire le crisi d'indentità a sto povero leon!

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. No, Leon, mo abbiamo capito chi sei

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. k

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    Membro

    è maurocascio

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. leon8oo3

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    :lol:ecco questa mi mancava!!

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. dirtydancing

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    Membro

  17. cameriere

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    Membro

    ma che cazzo linkate a fare le pagine di facebook
    che solo gli iscritti possono leggere.
    echecazzo!

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. dirtydancing

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    copio e incollo
    per i non aderenti

    "Pernarella e il suicidio di Pontinia
    Ieri alle 21.31

    Lidano Grassucci

    A Pontinia una cosa avevano fatto bene, la scelta di Clemente Pernarella alla guida del teatro. E lui ha riempito la sala, ha lavorato. Ora? Al teatro l’assessore Sperlonga ci farà un cinema, lo cederà a privati per farci un cinema, magari multisala. Finisce così, miseramente, la sfida di dare a Latina il suo secondo teatro dopo quello del capoluogo. Finisce, miseramente, l’idea di una funzione nuova di Pontinia che sta, pian piano, sta assumendo la funzione che ha Spinaceto per Roma.
    Nessuno ha protestato, nessuna voce si è levata a difesa di Clemente Pernarella, lo faccio io. Lo faccio perché non solo è un fatto che penalizza una delle poche professionalità pontine serie in questo settore ma denota la miopia di certi assessori alla cultura che non perdono occasione per dare prova della loro miopia politica. Questa vicenda è la cartina al tornasole della insufficienza della nostra classe politica, di destra o di sinistra fa poca differenza. Politiche culturali abbagliate da scoperte straniere. Un cinema, soluzione facile. La privatizzazione della struttura pubblica, soluzione facile. Gli assessori cercano soluzioni facili, un teatro è un problema, un cinema non fa male.
    Pontinia ha provato ad uscire dall’anonimato, Pernarella ci ha messo scienza e coscienza, ma non aveva fatto i conti con gli assessori alla cultura. Speriamo che Eligio Tombolillo ci metta una pezza: deve scegliere se essere capocaseggiato di Spinaceto, o sindaco di Pontinia città.
    Dice tutto questo per un teatro? Sì, le città hanno teatri, i quartieri dormitorio i multisala...."

    p.s.
    cam, iscriviti che è gratis

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. sensi da trento

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    Membro

    ragà... questa è straordinaria

    link

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. cameriere

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    Membro

    lo sospettavo.
    no, no.
    io non mi muovo
    per meno di 2000,00 euro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. rindindin

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    Membro

    ma chi cazzo è Pantofola selvaggia? adesso vado a Cantalupo che sono già in ritardo! vi farò avere le foto!

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Notizia dell'ultima ora: a Cantalupo ci sarà anche il sottoscritto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. dirtydancing

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    Membro

    appena rientrati
    felici e rinfrancati
    Cantalupo mon amour

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. rindindin

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    Rin-Franca...Te!

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. Pantofola selvaggia

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    Vedo chè è sempre di moda lo stereotipo dell'intellettuale in polemica con tutto e con tutti, anche con chi concorda con le sue idee. Boh...

    Vorrei comunque informare il sig. K che:
    1) Non sono un clone di Gerardo Rizzo né di chicchessia. Casomai potrei essere, e sarebbe tutta un'altra questione da dibattere, la variante virale di me stesso iniettata in questo forum, che a dire il vero, per essere un forum di scrittori è veramente molto anonimo.
    2) Se anche fossi il clone di G.R. cosa cambierebbe? Qualcuno chiede elegantemente: "Ma chi cazzo è Pantofola selvaggia?". Ecchicazzoè Rindindin, potrei rispondere. Intendo dire che qui, come in ognuno dei milioni di forum sgangherati come questo, non vi è identità ma solo pensieri in libertà; o si accetta questo assunto o ci si fa il fegato marcio, tipo quello del sig K a cui comunque invio un gioioso e felice augurio di riuscire a fare di più, non come scrittore e critico ma come utilizzatore finale di forum.

    Pace e bene a tutti
    (T. Sparacio - Bidello del Liceo S. Cannizzaro di Palermo dal 1975 al 1989)

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Madonna Pantò, eccheè? Uno te fa na critica e te prendi d'acido. Calmo, respira e cerca di riordinare le idee.

    Intanto, da parte mia, il benvenuto su questo sgangherato forum che da cinque anni allieta le nostre giornate. Speriamo allieti anche le tue.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. rindindin

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    Membro

    Intendo dire che qui, come in ognuno dei milioni di forum sgangherati come questo, non vi è identità ma solo pensieri in libertà

    ma lo dici tu! qui l'identità c'è per chi vuole e lo hai appena fatto. grazie. sgangherato? pensieri in libertà? continua a frequentare il forum poi ne riparliamo...;)

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. SCa

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    Membro

    Curiosa questa cosa di immaginarsi una stessa persona che dilaga su un forum con tanti nick diversi. Mi ricorda quando giocavo a mosca cieca, con un pizzico di paranoia in più, e per il tizio una vaga schizofrenia. Però potrebbe anche essere vero, vallo a sapere.

    Comunque Pantofola selvaggia non te la prendere se qualcuno dovesse pensare che ti sei sfilato e che aspadatratta, come uncialtronequalunque, hai indossato un pigiamino spaiato.

    Ciao

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. Pantofola selvaggia

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    Adoro i pigiamini spaiati...

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. Pantofola selvaggia

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    Membro

    Grazie Torque per il benvenuto. Sto a posto...rilassato e divertito

    Pubblicato 14 anni fa #

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