Ieri il Gran Consiglio del Berlusconismo ha votato, con l'ordine del giorno Bondi le dimissioni unilaterali di Fini, dimostrando così la grande liberalità di esso partito.
Il Piccolo Padre poi, in una rassegna stampa, a stretto giro di posta chiedeva le dimissioni di Fini, terza carica dello Stato. Facendo questo si sarebbe aperto, praticamente, un vulnus istituzionale della madonna. (Checchè ne diranno, a stretto giro di posta, i vari Sensi etc, la Costituzione è ciò su cui il Piccolo padre ha giurato, e , con l'invito-comando padronale di caccciare Fini in quanto Presidente della Camera, avrebbe t r a d i to non la supposta "fiducia degli italiani", ma la stessa COSTITUZIONE!)
per questo non resterebbe a Napolitano che dimettere di forza il Piccolo Padre.
Ma lasciamo stare per ora, e chiediamoci.
Se Fini ha fondato un nuovo gruppo parlamentare chiamato Futuro e Libertà
cosa significa, che quello dove stava prima era Passato e Schiavitù?
Chi vuol intendere intenda. Gli altri prendano ascolto dal compagno Sensi da Trento, che invito a prendere la parola.
(Dirà che l'antifascimo è finito, che Bersani tifa Fini, e che Fini è un traditore)
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L'intervento integrale del presidente della Camera dopo l' "espulsione" dal Pdl
Futuro e libertà
per la nostra Italia
di Gianfranco Fini Ieri sera in due ore, senza poter esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare perché ritenuto colpevole di, e leggo il documento che é stato approvato ieri sera, "stillicido di distinguo o contarietà nei confronti del governo, critica demolitoria alle decisioni del partito, attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier", inoltre avrei "costantemente formulato orientamenti" perfino, pensate che misfatto, "proposte di legge che confliggono con il programma elettorale".
La concezione non propriamente liberale della democrazia che l'onorevole Berlusconi dimostra di avere, emerge anche dall'invito a dimettermi perché, sempre parole del documento, "allo stato è venuta meno la fiducia del Pdl nei confronti del ruolo di garanzia di presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni".
Ovviamente non darò le dimissioni perché è a tutti noto che il presidente deve garantire il rispetto del regolamento e la imparziale conduzione della attività della Camera, non deve certo garantire la maggioranza che lo ha eletto. Sostenerlo dimostra una logica aziendale, modello "amministratore delegato-consiglio di amministrazione", che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni democratiche.
Ringrazio i tantissimi cittadini che in queste ore, comunque difficili, mi hanno manifestato la loro solidarietà e mi hanno invitato a continuare nella difesa di valori irrinunciabili quali l'amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale, la legalità. Legalità intesa nel senso più pieno del termine, cioè lotta al crimine, come meritoriamente sta facendo il governo, ma anche legalità intesa come etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole. È un impegno che avverto come preciso dovere, anche per onorare il patto con quei milioni di elettori del Pdl, onesti, grati alla magistratura e alle forze dell'ordine che non capiscono perché nel nostro partito il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunità.
Infine ringrazio, dal più profondo del cuore, i parlamentari del Pdl che nelle prossime ore daranno vita ad iniziative per esprimere la loro protesta per quanto deciso ieri dal vertice del partito. Sono donne e uomini liberi che sosterranno lealmente il governo ogni qualvolta agirà davvero nel solco del programma elettorale. E che non esiteranno a contrastare scelte dell'esecutivo ritenute ingiuste o lesive dell'interesse generale.
Ieri è stata scritta una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana. Ciò tuttavia non ci impedirà di preservare i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl e di continuare a costruire un futuro di libertà per la nostra Italia.
30 luglio 2010