Lui stava lì, sguardo sornione osservava i passanti di fronte la stazione ostiense,pantalone di velluto color cagarella e maglia arancio a collo alto..tipo collarino pe la cervicale.
Lei lo vide ed il suo cuore cominciò a battere forte..i jeans stretti la fasciavano, lei donna quarantenne con tanta voglia di amare ( sottotitoli: voleva solo scopà); stivali color champagne invecchiato andato a male, stile scialuppe di salvataggio;soprabito con collo di pelliccia di finto coniglio spacciato per lapin vero.
Quando lo vide alzò il passo e tra se pensò - buona norma vuole che me la devo tirà e prego che mi salti addosso-.
Attraversò velocemente la strada rischiando di diventare asfalto sotto la linea del 280 che tra l'altro era pure pieno di gente..lui stava li e la guardò..i suoi occhi brillavano come le lucette di Natale a vicolo del moro.
Lui guardò lei...lei guardò lui e fintatimidamente abbassò lo sguardo...si salutarono..ed in una dimensione senza spazio ne tempo le loro labbra diventarono un sol corpo!
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ed ora sono aperte le danze, come al bar, dite quello che ve pare..se ve pare..se nn ve pare..stica
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il silenzio delle paturnie e l'urlo dei cazzari
(95 articoli)-
Pubblicato 14 anni fa #
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Allora... ci sono tanti refusi e spazi inseriti male...
Ricorda: dopo una virgola ( o una punteggiatura qualsiasi ) - che deve essere sempre affiancata alla parola - devi mettere sempre lo spazio.
Metti sempre tre puntini di sospensione ( mai due o più ) seguiti da uno spazio.
12^ riga: lì con l'accento,
penultima riga: né con l'accento.
Pubblicato 14 anni fa # -
i Re fusi sono volontari ;). Grazie per i consigli
ps: i puntini hanno il loro perchè che un giorno, forse, spiegherò.Voleva essere una mia piccolissima e modesta presentazione in questo Universo da Bar dello sportPubblicato 14 anni fa # -
Davvero i refusi sono volontari? Allora è arte. Quando correggevano me invece erano assolutamente autentici.
Il titolo del topic mi piace moltissimo!Pubblicato 14 anni fa # -
Non mi piace il pezzo.
"Color cagarella" è espressione volgare. Descrivi il colore normalmente. Anche perché ognuno immagina la cagarella con un colore diverso. Marroncino chiaro? L'io narrante si innamora di uno che porta una giacca color cagarella. Non mi sembra verosimile.
"Lei lo vide ed il suo cuore cominciò a battere forte..i jeans stretti la fasciavano, lei donna quarantenne con tanta voglia di amare ( sottotitoli: voleva solo scopà)"
Questa manco Moccia con remix del commissario Gilardi."alzò il passo", forse è aumentare?
"lui stava li e la guardò..i suoi occhi brillavano come le lucette di Natale a vicolo del moro". Non suona meglio, senza puntini: "lui la guardò, i suoi occhi brillavano come le lucette di Natale a vicolo del moro?". Che poi Vicolo del Moro, è un posto famoso per le lucette di Natale?
"Lui guardò lei...lei guardò lui e fintatimidamente abbassò lo sguardo...si salutarono..ed in una dimensione senza spazio ne tempo le loro labbra diventarono un sol corpo!". Descrivi meglio la situazione. I puntini non servono. C'è un fintotimido imbarazzo, descritto solo dal classico abbassamento dello sguardo, ma non c'è l'audacia di lui. Chi bacia chi? Chi si fa avanti? Come si salutano? Si sfiorano? Si guardano un secondo negli occhi?
Una considerazione: quali sono i refusi scritti volontariamente e perché?
Pubblicato 14 anni fa # -
Ma soprattutto lo 'spazio' dopo virgole, punti, due punti e puntini, Lavanda'. Così non se po' lègge.
Pubblicato 14 anni fa # -
boni state boni, è na prova! l'ammetto più che altro per leggere i commenti di torq e di Cappa. Datemi tempo
Pubblicato 14 anni fa # -
ho riletto torq e mi chiede di descrivere meglio la situazione. Ci sto provando considerato che la storia è realmente accaduta. Vicolo del Moro non è famoso per le lucette di Natale ma lo è per me. L'intero scritto che ovviamente non è qui riportato, se non in extrama sintesi, è simbolico. Ogni posto descritto seppur con ironia rappresenta per me un percorso di vita reale... e se mi aiutate a scriverlo forse ve bacio tutti ;)( ci tengo tanto a sta cosa). grazie
Pubblicato 14 anni fa # -
finisce che stanotte non riuscirò a dormire
Pubblicato 14 anni fa # -
Ho letto il pezzo, io sono un po' "tardo" diciamo così e alcune cose le capisco dopo. Per esempio il "diventare asfalto" l'ho colto dopo- almeno credo- e in sostanza era la paura del personaggio di essere messo a livello dell'asfalto dal peso dell'autobus. Insomma, di farsi stirare. Non so, non mi aveva convinto prima né mi ha convinto dopo. In questo piccolo racconto altre cose non mi hanno convinto e non parlo dei già citati refusi dei quali io sono normalmente un generoso donatore in ogni sede. Non capisco la posizione del narratore in questo caso. Ha ragione Torque, la maglia "color cagarella" non è il massimo della raffinatezza, ma se venisse da un personaggio che giudica criticamente avrebbe un senso. Gli stivali color spumantino rancido non li ho capiti e se voleva essere una cosa spiritosa, secondo me non fa ridere. Ma penso che lei voleva dire qualcosa di preciso che conosce bene. Anche il sottotitolo, "voleva scopà" non è un grande inciso. Almeno a me non mi ha fatto ridere e, decontestualizzato, non l'ho trovato molto necessario. Infine, credo che l'abilità di uno scrittore stia anche nel fatto che quello che per lui ha un valore particolare venga trasmesso con una buona chiave di lettura anche al lettore. Se questo non traspare allora certi simbolismi forse andrebbero rivisti.
Pubblicato 14 anni fa # -
@lavandaia: spero tu sia riuscita a dormire, nonostantetutto.
Considera solo questo: gli spazi dopo i segni di punteggiatura (come anche le righe vuote tra un paragrafo e l'altro) servono a far respirare l'occhio, a permettergli di scorrere sul testo.
Se vuoi usare la punteggiatura come "dossetti limitatori di velocità", abbi almeno la cortesia di farlo capire all'ignaro lettore
Cioè, io non scrivo mica (ci mancherebbe), pero' leggo e troppo anche. Quindi mi permetto.
Pubblicato 14 anni fa # -
Accetto ogni critica e suggerimento.
In effetti leon ha ragione quando dice che i simbolismi andrebbero rivisti, ci proverò.
Tidici ehehehe ma certo che ho dormicchiato ;).
Vabbè aggià capito belli della lavandaia vostra, devo rivedere il tutto soprattutto perchè lo devo a me stessa.
p.s sto forum comincia a piacermi sempre di piùPubblicato 14 anni fa # -
Ma che so' le paturnie?
Pubblicato 14 anni fa # -
Le paturnie sono quelle che le vengono ogni tanto a lei sir. Bassoli...
Pubblicato 14 anni fa # -
la lavandaia scrive:
e se mi aiutate a scriverlo forse ve bacio tutti
peccato... ho da poco gettato la giacca color cagarella.
a me il diventare asfalto piace.
...ora cerco un autobus.Pubblicato 14 anni fa # -
Ero indecisa. Leggendo questo scritto mi sono chiesta: "ma sarà uno scherzo?"...
Perché in tutta onestà:
1 il titolo non ha alcun senso
2 non c'è una storia, non succede niente
3 la sintassi è più che contorta
4 il lessico è banale ed in alcuni tratti triviale
insomma quattro righe che letteralmente non finivano più
Altro che simbolismi da rivedere, quà il simbolismo non c'è, o almeno a me non è apparso.
ma io credo che in realtà tu stia facendo un esperimento per vedere quanto l'anonima sia crudele con uno "scritto" obbrobrioso, vuoi vedere se arrivano le vere critiche.Pubblicato 14 anni fa # -
In tutta onestà ho scritto questa roba sotto assedio in ufficio. Auspico che non mi venga data la pena della lapidazione e prometto solennemente che mi impegnerò a scrivere meglio, sempre con una latente ironia.
Pubblicato 14 anni fa # -
In tutta onestà ho scritto questa roba sotto assedio in ufficio.
Un consiglio, se posso: quando scrivi qualcosa, qualunque cosa, mettila a riposare per 24 ore senza mostrarla a nessuno e poi rileggila. A mente fredda noterai da sola almeno il 50-60% degli errori e delle frasi che non vanno.
Pubblicato 14 anni fa # -
Tra un caffè ed un rassegna stampa ( oggi nun se pò guardà) ho riletto torq e tutti gli altri. Ho notato che tutti gli altri, dopo torq, non hanno letto attentamente l'obbrobrioso pezzo: IL COLOR CAGARELLA E' DEL PANTALONE E NON DELLA GIACCA. Per quanta riguarda gli stivali, color champagne invecchiato, non riesco a trovare altro modo per descrivere i miei stivali. Dite che una foto a supporto potrebbe aiutare?
Pubblicato 14 anni fa # -
Lavandà, pensa a scrive.
Pubblicato 14 anni fa # -
Prima devo pensà a convincere i colleghi che non esisto.
Scherzi a parte ci sto lavorando su questo scritto, penso che l'isolamento ( nella mia isoletta del vento ) troverò tempo e location adatta per scrivere e studiare meglio.
Per il momento vi seguo con grande attenzione.
Pubblicato 14 anni fa # -
Forse, sarò "all'antica" ma questa storia di barattare la punteggiatura (a favore di non so cosa, in questo caso) mi fa accapponare la pelle (pure se lo fa la Santacroce).
Per decostruire lo stile o il linguaggio bisogna prima dimostrare di conoscere "le regole del gioco". Poi ne parliamo.
E comunque se si scrive per essere letti e non si hanno 13 anni, i puntini di sospensione proprio no.
Per quanto riguarda "l'idea" forse forse qualcosa è pure carino:Attraversò velocemente la strada rischiando di diventare asfalto sotto la linea del 280 che tra l'altro era pure pieno di gente
Diciamo che è scritto in un italiano non buono.
Pubblicato 14 anni fa # -
Natura non facit saltus ovvero na cosa pe vorta
Pubblicato 14 anni fa # -
Se al romano fai un sorriso, ti guarda e sorpreso replica: che te serve???
Se al piemontese fai un sorriso, ti guarda e infastidito replica: non sono testimone di geova!
Se al napoletano fai un sorriso, ti guarda e perplesso replica: uagliò niente fintirolex?!?!
Se al siciliano fai un sorriso, ti guarda e accigliato replica: che minchia hai da sorridere, con tutta sta disoccupazione!!
Per fortuna che i sorrisi non si pagano.
Pubblicato 14 anni fa # -
Lavandaia hai letto il libro di Quenau Esercizi di stile ?
E' molto interessante perchè narra di un fatto minimale, accaduto a un tale, e poi lo ripete in 99 varianti stilistiche.Il tuo pezzo mi ha ricordato questo. Il tuo nucleo germinale c'è, ora devi solo lavorarci. In bocca al lupo
Pubblicato 14 anni fa # -
"k
offline
Membro
Genesis, non sta scritto da nessuna parte che uno debba scrivere per forza. Uno scrive se ha delle storie da raccontare. Sennò non si può mettere a inventare un mare di cazzate - tratte soprattutto dagli spunti di altri libri - solo per avere la scusa di scrivere. Mi spieghi a che serve? Se non hai storie tue, pensa a viverle allora. E solo poi, magari, le racconterai. Sennò, così, si chiama grafomania.Pubblicato 12 mesi fa # "
Questo scriveva K più o meno un anno fà.
Si scrive se si ha da raccontare; si scrive solo se quello che si vuole mettere su carta fa parte di un vissuto reale.
Mi manca lo stile, lo so, ma non le storie.Ecco perchè cercherò di affinare quello che ci sarà da affinare.
Le mie storie le ho vissute e ruminate TUTTE adesso non mi resta che raccontarle.Intanto mi metto a lavoro!!
Pubblicato 14 anni fa # -
Avevo 7 anni quando, per la prima volta, vidi una valigia rossa.
Un valigione enorme, era più alto di me.Incuriosita, ci giravo intorno e l'accarezzavo come fosse parte di me.Mia madre sorrideva e forse aveva già intuito tutto; mio padre,uomo di pochissime parole, mi disse " ti piace?" risposi " si, molto, me la compri?". Accennò un sorriso e rispose "non adesso, tra qualche anno".
Quella valigia è rimasta sempre una costante inscindibile con la mia vita.
Passavano gli anni ma lei stava sempre lì, nei miei pensieri.Sempre presente!Adolescente,figlia di una famiglia normale, in una provincia normale di un Paese normale, guardavo lontano e mi sentivo morire ogni volta che qualcuno tentava di legarmi.
Non concepivo i legami come zavorre e ad essere sincera non li concepisco nemmeno adesso.
Osservavo i pranzi di famiglia con grande distacco. Discussioni sterili con mia sorella.
Il massimo della nostra complicità era su chi doveva spolverare la domenica mattina.
Già, quella serie di domeniche mattina che per tanti anni sono rimaste sempre uguali.Sveglia alle 8, colazione, e spolverare.Un impegno fisso quasi come mangiare, dormire, studiare.
E dopo c'era il momento sacro.
Essì guai a non andare al catechismo, era considerato un grave peccato ma non tanto agli occhi di Nostro Signore, quanto agli occhi del vicinato che ci teneva alla messa domenicale.Era l'unico modo per potersi sentire protagonisti.Quel palcoscenico era composto dai banchi di legno, scomodissimi, della chiesa.
Ed il prete dal sagrato che lanciava strali come fossero fulmini che colpivano dritti al cuore ed alla mente.
Non parlava d'amore.Non parlava di quell'Amore che avrei conosciuto molti anni dopo.
Tornavo a casa stravolta e chiedevo lumi a mio padre.
Mille domande sul perchè dovevo a tutti i costi andare al catechismo, sul perche' Dio mi avrebbe punito se non l'avessi fatto.
Domande senza risposte.
Così, escogitai la più classica delle scuse ovvero il malessere della domenica. Tutte le domeniche ne avevo una ed ovviamente mia madre non c'ha mai creduto, ma forse inconsapevolmente assecondava il mio essere.
Ma quale era il mio essere?
Quasi sempre solitaria mi chiudevo nel mio mondo dove decidevo io chi doveva vincere e chi doveva perdere.
Guardando tutto con grande distacco pensavo a come sarebbe stato il mio futuro; un cammino continuo, un viaggio con brevi soste e tanti incontri.
La valigia rossa era sempre presente!
Il viaggio continua...Pubblicato 14 anni fa # -
Lavandaia scrive:
Se al romano fai un sorriso, ti guarda e sorpreso replica: che te serve???
Se al piemontese fai un sorriso, ti guarda e infastidito replica: non sono testimone di geova!
Se al napoletano fai un sorriso, ti guarda e perplesso replica: uagliò niente fintirolex?!?!
Se al siciliano fai un sorriso, ti guarda e accigliato replica: che minchia hai da sorridere, con tutta sta disoccupazione!!
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Se al latinese fai un sorriso, si gira di scatto e ti chiede: me stai a cioccà male?
Pubblicato 14 anni fa # -
ahahhahahaha ma la fai finita??? cmq ti rispondo anche di qua
se al latinense faccio un sorriso, mi guarda e preoccupato replica: ma che per caso sei della digos?Pubblicato 14 anni fa # -
<molto interessante la tua storia, lavandaja
Pubblicato 14 anni fa #
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