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il silenzio delle paturnie e l'urlo dei cazzari

(95 articoli)
  • Avviato 13 anni fa da la lavandaia
  • Ultima replica da parte di la lavandaia
  1. yaura

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    Se al piemontese fai un sorriso, ti guarda e infastidito replica: non sono testimone di geova!

    ...ahahah, non è vero.
    Siamo falsi ma cortesi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. la lavandaia

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    il bello viene più avanti

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. la lavandaia

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    eheheh tutto quello che scrivo è frutto di esperienze reali e vissute

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. la lavandaia

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    Membro

    Il 5 Ottobre del 2009 è morto Gino Giugni, padre dello statuto dei lavoratori.

    Era il 20 Maggio del 1970 quando, con il nr. 300, venne emanata la Legge che avrebbe dovuto tutelare la libertà e la dignità e la libertà sindacale dei lavoratori.

    Tutti vi credettero, tutti lottarono.

    Ed oggi? Oggi il sindacato, vogliamo sperare non in tutte le sue componenti, è il più grande consulente del datore di lavoro.

    Alcuni penseranno che sia giusto così, la collaborazione è necesseria per l'intera economia del Paese.
    Si! La collaborazione, ma non la svendita di migliaia di lavoratori che ancora ci credono e che tutte le mattine affrontano quella jungla che si chiama lavoro, ma che forse non sanno, o non vogliono realmente sapere, cosa accade nei palazzi "sindacali" dove l'unico "sindacare" è sul costo delle puntine da disegno.
    Il disegno degli enti bilaterali!

    Nati da accordi bilaterali, da un lato la parte sindacale dall'altra la parte datoriale.
    Fin qui nulla di strano.
    La stranezza nasce se si approfondisce l'analisi dei vari CdA; ogni ente bilaterale ha un suo CdA composto stranamente dai soliti noti.Insomma un valzer di poltrone.

    Proviamo ad analizzare una figura che nel mondo sindacale da quanto si legge dalle note di via Lucullo ha lottato, verbalmente, a favore dei lavoratori.
    Parliamo del Segretario Generale della UilTucs, tal Brunetto Boco, sindacato di categoria commercio, turismo e servizi.
    Uomo di modeste doti dialettiche che con piccoli giochetti da zecchinetta dei quartieri bassi ha saputo imporsi, ed ora è il PRESIDENTE NAZIONALE ENASARCO.
    Ente della Confcommercio anch'essa firmataria e appartenente agli enti bilaterali.
    Di cosa si occupa realmente?
    Ben poco si sa, ma certamente una cosa è sotto gli occhi di chi sa vedere; Brunetto Boco si occupa di equilibri.
    Nell'ambiente viene soprannominato l'equilibrista a volte finge di cadere ma poi la solidarietà sindacale della triplice, con spirito cristiano di umana pietas, lo salva.
    Et voilà si ritrova di nuovo al suo posto.
    E' proprio il caso di dirlo, l'unione fà la forza ( l'unione del commercio, turismo e servizi).
    Così come quando con delibera del CdA del 06/11/2008 ha "democraticamente" imposto che fosse la Credit Suisse ad occuparsi della garanzia del credito ai vari enti bilaterali, che più avanti andremo ad analizzare.
    Una domanda, però, adesso me la pongo, ma perche' proprio la Credite Suisse?
    Ma non era stato lo stesso Ministro del Welfare Sacconi ad invitare gli italiani a riportare i capitali in Italia? E come mai adesso S.E il Ministro avalla la decisione dell'Enasarco e di altri Enti?
    Forse perche' ha stretto un patto non scritto tra il Segretario Nazionale della Fisascat Cisl tal Pierangelo Raineri (presidente della Quas - ente bilaterale -)? Un breve ma sicuramente illuminante chiarimento in merito.
    Il signor Brunetto Boco è stato imposto dalla Cisl alla presidenza Enasarco.
    E come mai S.E il Ministro in tutti i convegni pubblici organizzati dagli enti ha partecipato senza minimamente chiarire la questione?
    Tanti sono gli interrogativi e ad oggi nessuna risposta.
    Altra domanda che da lavandaia mi pongo, ma come mai, con un colpo di penna, la Quas ha deliberato che fosse la Unipol banca ad occuparsi dei conti pronto termine( ben 20 milioni di euro)?

    E come mai tanti lavoratori non sanno nemmeno che ogni anno pagano una quota agli enti bilaterali?

    Spero di non morire prima di aver ricevuto risposta a questi miei quesiti.

    Tutto questo è solo una breve sintesi... a breve altre chicche

    Era il 5 Ottobre del 2009 quando Gino Giugni ha salutato con addio assordante lo Statuto dei Lavoratori.
    Il Novembre del 1989, con la normativa che ha dato il via agli enti bilaterali, è morto il sindacato.

    Dal mio piccolo mondo idealista, con le lacrime agli occhi e con la morte nel cuore, vi saluto. Ad proximis

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. rindindin

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    questo è un bel pezzo lavandaia!

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. la lavandaia

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    Grazie Rindi

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. la lavandaia

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    Può un gruppo di amici vivere la drammatica ed amara ironia nella perdita di un posto di lavoro? Certo che può.

    Siamo a Vigo, ridente cittadina della Galizia , dove la principale fonte di reddito è la metallurgia attraverso i cantieri navali.
    Questo è un settore che, da sempre, ha fornito la “pagnotta” alle tante famiglie della zona.

    Ma un giorno succede che, a causa di un ridimensionamento del piano industriale, alcuni cantieri attuano dei tagli al personale.
    Et voilà comincia la crisi.
    Una crisi che va ben oltre la normale sussistenza economica ma spazia anche e soprattutto verso una crisi esistenziale.
    Così, ogni giorno, Santa, Josè, Paulino, Amador, Rico e Serguei si ritrovano a parlare di giustizia sociale davanti ad una birra.
    Santa, interpretato da un magistrale Javier Bardem, ne parla con latente sbruffonaggine ed amara ironia.
    Paulino non vuole rassegnarsi, più che altro per non deludere la famiglia, e tenta di “riciclarsi” nel mondo del lavoro.
    Josè lotta con se stesso e con gli altri.
    Amador, uomo ipersensibile, vive la sua vita da disoccupato non lasciando trasparire il proprio reale malessere.

    Tutti, ormai cinquantenni, si trovano sulla stessa barca e non è solo una metafora bensì un elemento costante nella vita del gruppo di amici.
    Cinquantenni troppo “vecchi” per un nuovo posto di lavoro e troppo “giovani” per la pensione.
    Cinquantenni che però hanno, ancora, nello sguardo e nel cuore la voglia di amare.
    Amare il luogo dove abitano, la fabbrica, il mare con i suoi tramonti, le scogliere con le loro albe; amare ogni cosa che li circonda anche il dolore spesso silente.

    Ma cosa unisce questi uomini così diversi tra di loro?
    La risposta è semplice ma nello stesso tempo profondamente complessa. Il filo sottile e brillante che li unisce si chiama Amicizia dignitosa, il sentimento dei sentimenti che è in grado di far scalare le montagne anche senza bisogno di imbracature particolari.
    Ed infatti i nostri “eroi” scalano le montagne della dignità del dolore, insieme ed uniti.

    Uomini “inesistenti” quasi ombre nelle ombre, uomini soli in case buie e sporche, senza lavoro e alcuni senza l’amore di una donna.
    La sporcizia della casa, senz’acqua ed a luci spente, l’amara solitudine e l’umiliazione delle file dell’ufficio di collocamento o borsa del lavoro – come viene chiamata adesso in Spagna-.
    In questo scenario a dir poco apocalittico, Santa si rende conto che l’unica arma che possiede per sopravvivere è l’ironia ed infatti anche nel momento peggiore riesce a far sorridere.

    Due le scene che mi hanno colpito di più: la prima riguarda Paulino che arriva persino a tingersi i capelli pur di superare un colloquio, dopo una serie infinita di no.
    In quell’uomo ho visto la vera silente umiliazione, capace anche di calpestare la dignità di essere umano pur di portare lo stipendio a casa.
    La seconda riguarda Amador, uomo dallo sguardo dolce e sensibile, interpretato da un semi-sconosciuto Celso Bugallo.
    Orbene, Amador non ha retto all’umiliazione, non ha voluto tingersi i capelli e non se l’è sentita di fare interminabili file all’ufficio del collocamento, compilando questionari per poi sentirsi dire “ le faremo sapere”.

    Una sera come tante, conversazioni sulla giustizia sociale e sulla sperequazione del danaro; una sera come tante passate a bere birra; una sera come tante, Santa accompagna l’amico Amodor a casa.
    Ingresso stracolmo di sacchi di spazzatura, sporcizia dappertutto, luci spente.
    Come tutte le sere si salutano “ ciao, amico mio, a domani”.
    Quel domani non è mai arrivato.
    Amodor decide che è, ormai, troppo stanco per rivedere un’altra alba sul pontile e decide di porre la parole fine alla sua esistenza.
    Santa, sotto casa dell’amico fumava la sua ultima sigaretta quando, improvvisamente, alza gli occhi verso l’unica lampada accesa nello stabile.
    Quella lampada ha cominciato a lampeggiare, ad intermittenza, quasi volesse essere la metafora di una vita da operaio disoccupato. Subito si rese conto che il domani, al solito bar, con l’amico non ci sarebbe più stato.
    Esplode in un pianto dirotto, singhiozzante, come non aveva mai fatto.
    Già! Lui, Santa, il sorridente, l’allegro o il cazzarone come si dice dalle parti nostre.
    Tutta la rabbia, tutta la disillusione, tutta la sconfitta sfocia in quel pianto.

    Ma in fondo la vita continua ed anche l’amicizia, che rimane immortale.
    Così i nostri amici si trovano qualche giorno dopo all’estremo saluto di Amador , senza un soldo nemmeno per comprare dei fiori.
    Ma ecco che Santa, l’uomo della risoluzione ironica del problema, si mette all’opera.
    Nella camera ardente adiacente vi era la salma di un “non so bene chi”, stipata di fiori e cuscini di fiori.
    Sicuramente i suoi parenti ed amici potevano permetterselo.
    Problema vs soluzione: un mazzo di fiori rubato per l’amico Amodor. Grande gesto d’amore.

    Secondo me, il gesto più grande che tra amici si possa fare in circostanze simili è far rivivere l’amico “morto” con le risate nei ricordi.
    Non rimane altro che finire in bellezza.
    Si ruba il battello in una splendida mattina di sole con i gabbiani che, volando liberi, fanno da cornice ed il loro stridio da colonna sonora, si prende posto sui sedili di legno logorati dal tempo, e via si parte!

    Gli ingredienti vi sono tutti: ironia, semplicità, amore, amicizia, solidarietà, sole.
    Sì! In fondo non tutti quelli che lavorano possono permettersi de “ I lunedì al sole”.

    Un mio personale grazie a Fernando Lèon de Aranoa che ha diretto questo capolavoro nel 2003.
    Film scelto per rappresentare la Spagna nella corsa alle nomination all’Oscar, come “miglior film in lingua straniera” nel 2003.

    Sì! Un film, così come un libro, può cambiare la vita.
    Ad proximis

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. Mr Darcy

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    Film tristissimo. Ma la domanda mi sovvien insopprimibile: ma perché non andavano a lavorare?
    Una vita dipendenti di qualcuno, da qualcuno, disabituati a prendersi delle responsabilità, si acconciano a dereligersi dereliquersi disoccupandosi progressivamente. Idraulico aggiustatore di barche meccanico venditore di polizze contadino falegname manutentore giardiniere scrittore. Come non prendere in considerazione lo spaccio il lavoro nero sposare una deputata. Erano cinque potevano fare benissimamente una cricca, una p5. La verità è che non ciavevano voglia di fare un cazzo e hanno fatto un film. Per passare qualche altro lunedì al sole.

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. la lavandaia

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    perchè non vai tu a cinquantanni a trovarti un lavoro?
    chi ha il culo a riposo difficilmente può intendere!

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. Mr Darcy

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    Certo se uno a cinquant'anni vuole fare ancora il dipendente dopo averlo fatto pe venti venticinque trent'anni secondo me è lui che vuole il culo a riposo. A uscì de casa solo pè andà alle manifestazioni da a CGl allora se semo capiti 'ncià voja de fà 'incazzo. Tassista abusivo muratore da centocinquanta euri a giornata skipper di barche a vela marinaio camionista benzinaio saldatore tornitore commesso libraio barista ma no forse ài ragione tu meglio cineasta traduttore di lingue morte precario della scuola filosofo orientalista antichista umanista sindacalista.

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. la lavandaia

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    Beh, vista così, pure a fà marchette si può andare.
    Il punto è ben altro.
    1) hai visto il film?
    2) credi che sia facile trovare lavoro a cinquantanni?
    3) conosci la situazione politico/economica della Galizia ( che a me verrebbe da paragonare alle nostre zone, dopo quello che sta accadendo ultimamente).
    4) pensi sia facile non cadere in un turbine di esasperazione quando non si hanno i soldi per pagare le bollette e dar da mangiare ai figli?

    il discorso che hai fatto sopra, vajelo a fà ai ragazzi della Nexans e magari dopo ne riparliamo!!!

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. Mr Darcy

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    Lò visto lòvvisto ... Lavori a cinquant'anni ? Quanti ne vuoi. Però sono lavori no posteggi in attesa della pensione no scivoli no riscatti no perepensionamenti no cassintegrazioni lavori lavori che sudi e torni accasa contento magari più contento meno annoiato meno abbruttito meno ... E così non t'incazzi co tua moglie o co tuo marito sei stanco e dormi la sera invece di giocare a Texas old'em. Della situazione galiziana ne parliamo tutte le sere col cardinal ecevarria e lui dice che non ce se Po fa n cazzo. Ma che ti sembro zapatero o calderon de la barca chenne so io sarà un posto sfogato come tanti. Il turbine delle bollette a fine mese poi può essere un' esperienza ma se ricapita devi emigrare per trovare un lavoro che le bollette ti fa pagare. O sei tu uno di quelli che non vogliano lasciare la propria terra le radici le bacche le plante le tradizion ...
    Poi non sottovaluterei il "mestiere". C'è gente che ci si compra le case. Le ville, che dico, le piscine.

    Il rossoni dìse al periclìn: non te pozzo mica far niante se quelo applica giustamente la quota novanta, s'è la legge fiòi s'è la legge, ma ma se insisterìa agò pasarte un poderin su la centoquarott'otto : te metti la seggiola sul davanzal e al viandante che vende la mutanda poteria chiederle se volle anca el cul da metter dentro à la mutanda.
    Fuor di matafora. : ;
    Sula nexans non vorria esprimir che sennò chi Lo sente ...
    Nexans è un colpo basso che ce lo sai che non se può dir nianta.
    E te ne approfitti.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. la lavandaia

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    Caro Darcy...gracchi fuori dal tempio!

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Woltaired

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    il Texas Hold'em è un lavoro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. la lavandaia

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    forse al prossimo collegamento ve ce manno

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Mr Darcy

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    gracchi fuori dal tempio!

    Quis tulerit gracchos de seditione querentes?

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. k

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    Sì, vabbe', ma con wikipedia oramai è diventato troppo facile. Darcy, può fare di meglio.

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. la lavandaia

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    Bravo Kappa!
    Santo gugol, come disse qualcuno, risolve i problemi del mondo

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. tcd

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    K, quelli che fecero a loro tempo il liceo artistico ringraziano sentitamente il wikipedia che sopperisce a certe lacune.

    Mr Darcy, lei evidentemente non sa un beneamatissimo cazzo della ex-Eutelia/Agile/Omega. Mi perdonerà quindi se la fanculizzo preventivamente.

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. Mr Darcy

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    ...ma se L'ho tenuta impegnata quasi due ore a capire che i gracchi non erano solo gracchi ma potevano essere anche gracchi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. la lavandaia

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    L'importante che non siano granchi ( sono intollerante)

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. Mr Darcy

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    Tscd, quello che lei cita è solo un caso di malasanità il resto del mondo cammina bene la gente si alza al mattino e va a lavorare e quando arriva al lavoro il lavoro ce lo trova nella più parte di casi prende lo stipendio a fine mese anche se non ci va e si da malata lo stato paga lo stipendio a milioni d'inutili impiegati e a migliaia di finti imprenditori. Quelli veri d'imprenditori ogni tanto devono licenziare qualcuno perché il bisinisss è quasi sempre imprevedibile ondivago e quando stai nell'incavo dell'onda e ti alleggerisci per la risalita, per farla più rapidamente possibile, devi togliere qualche peso morto dal groppone qualche scarpa pesante qualche piede di piombo. ma qualche volta, nonostante tutti gli sforzi, ti schiaccia, l'onda, perché troppo grande o troppo storta o troppo vicina alla riva. È il capitalismo. Che sfama e inquina che rallegra e intristisce che privilegia e angarìa.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. la lavandaia

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    il resto del mondo cammina bene?? da questa tua affermazione ne deduco che, ancora, non hai preso visione del rapporto Svimez.
    Non aggiungo altro.
    anzi no..VAFFANCULO!!!!

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. Mr Darcy

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    Analisi impietosa .... Conosco solo il rapporto Warren.

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. la lavandaia

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    se mi decido ti porterò a fare un giro con me per farti vedere quello che tu definisci " camminare bene". ad maiora

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. Mr Darcy

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    Titire tu patulè ... anche io. Ad pristina.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. A

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    Pubblicato 13 anni fa #
  28. "Si da malata", dà con l'accento Darcy, questi sono errori imperdonabili.

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. Mr Darcy

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    Bassoli ma ancora ci casca ... Tutto per avere un suo farisaico commento. A parte l'intima soddisfazione di scrivere parole nuove, dare nuovi significati a quelle vecchie. Bassoli ... cerchi di perdonarsi lei, se ci riesce, per aver incitato i concittadini del premio strega a comprare il territorio.

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. tcd

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    Tscd, quello che lei cita è solo un caso di malasanità [...] Quelli veri d'imprenditori ogni tanto devono licenziare qualcuno perché il bisinisss è quasi sempre imprevedibile ondivago e quando stai nell'incavo dell'onda e ti alleggerisci per la risalita, per farla più rapidamente possibile, devi togliere qualche peso morto dal groppone

    Quanto da lei detto mi conferma quello che sospettavo: lei proprio non sa e non vuole sapere una mazza della ex-Eutelia/Agile/Omega.

    Per cortesia, si informi. Possibilmente non presso la famiglia Landi. Tantomeno presso Samuele Landi, datosi alla macchia.

    E se non vuole informarsi, allora se ne vada un po' a quel paese e ci rimanga. E non mi rompa le gonadi con i suoi delirii da clone malriuscito di Frattini+Tremonti.

    Ma che per caso e' parente del Mattioli?

    (sensi, me ne frego se pure questo e' amico tuo eh)

    Pubblicato 13 anni fa #

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