Traduzione del discorso di Pennacchi ad uso e consumo dei consiglieri comunali di Latina e provincia.
Io so' a favore del nucleare, ma stavolta, pe come stiamo messi male, non c'è neanche bisogno de parlà di questo. Mentre qui si organizzano biciclettate, scampagnate al Fogliano e riunioni carbonare oltre alle tradizionali feste ambientaliste per finanziare tutto l'inferocito movimento, l'iter burocratico della centrale nucleare va avanti. Talmente avanti che Berlusconi, non più di qualche mese fa, ha siglato l'accordo con Sarkozy per riavviare il nucleare in Italia. Soldi italiani e know how francese. Dice: "loro le chiudono". Certo, perché le apriremo noi. Metà e metà, si dice, o stecca para. Dei costi e dei guadagni. La cosa è andata talmente tanto avanti che, basta dare una letta ai giornali, le grandi multinazionali del settore già si stanno muovendo. In Germania si sono chiesti: "e che lasciamo tutto ai francesi?" e pure loro si sono buttati a capofitto nell'affare.
Dice: "si vabbè, ma questo è un po' come il milione di posti di lavoro". Beh, manco per un cazzo. Chiaro che quando uno firma un accordo, non è che si sveglia la mattina e decide: "fammi andare a stringere un patto con Sarkozy... ma su che cosa?... ah si, sul nucleare". Ci pensi e ci ripensi, chiedi consiglio, valuti tutte le possibilità, chiedi ai grandi finanzieri e alle grandi industrie. Anzi, forse sono proprio loro che insistono e quando tu non ce la fai proprio più - o quando ti sei messo d'accordo su qual'è la parte tua e dei tuoi amici - cedi e fissi un appuntamento con Sakrozy a distanza di un mesetto. Nel frattempo tutti verificano la base dell'accordo, fax e computer che fanno fumo per lo scambio di dati, e il giorno dell'incontro devi soltanto decidere se t'è piaciuto il brasato di cernia e se le bollicine nella Perrier erano abbastanza. Dice: "ma che c'entra questo?".
Dalla parte di chi dice no, al momento non è arrivato nessun ricorso amministrativo, nessuna interrogazione parlamentare, nessun tipo di conferenza stampa in cui si snocciolano dati certi. Probabilmente questa cosa è dovuta al fatto che, negli ultimi giorni del governo Prodi - poche ore prima che cadesse - è stato messo l'omissis sulle possibili destinazioni della centrale.
"Siamo forti del no al referendum" dicono. Senza rendersi conto che se i Governi si vedono, fanno patti e sono pronti a partire, magari la briga di verificare cosa ha stabilito il referendum se la saranno presa. Vuoi vedere che i Verdi di allora ce l'hanno combinata grossa così come di recente Mariotto Segni e Di Pietro sulla legge elettorale? Raccolsero firme per l'abolizione della legge elettorale, facendo leva sul risentimento relativo alle liste bloccate. Beh, quel referendum chiedeva di eliminare tutto, tranne le liste bloccate. Si scoprì il trucchetto, la gente si defilò e non venne raggiunto il quorum. Con il famigerato No al Nucleare, nessuno ha ancora scoperto l'arcano. A forza di semplificazioni, nessuno è andato a vedere cosa diceva effettivamente quel referendum. Semplifica, semplifica, semplifica, va a finire che ti fanno la centrale nucleare nel buco del culo.
Comunque, mentre qualcuno si mangia l'insalata con la mela e il tofu al Fogliano, mentre si fa critical mass lungo la pista cicabile - è successo davvero - e mentre si cerca di gustare il panorama incontaminato del Circeo dallo stabilimento Le Streghe, magari mangiando una macedonia di prodotti equi e solidali, l'iter della centrale nucleare va avanti.
Se vai a chiedere nei palazzi del potere, ti dicono: "no, no, macché scherziamo? devono passare sul mio cadavere". E poi di concreto non fanno nulla. Perché, se mai la dovessero fare, la centrale nucleare, la risposta è già pronta, servita su un piatto d'argento: "ecché ci potevo fare io? Arriva direttamente dal governo centrale".
Così, ci ritroviamo una centrale fatta ugualmente, senza che nessuno abbia chiesto niente in cambio. Un territorio che si taglia le palle per fare un torto alla moglie che scopa con un altro.
Dice: "beh, c'è la green economy". Ecco, quella te la fanno fare a te. Perché pure in Germania, quel 30% riferito da Report, è solo l'energia potenziale. Quella effettivamente erogata, sempre in Germania, è solo il 6-7%. Pure in Puglia di Nichi Vendola, l'energia rinnovabile è poca, 6-7% pure lì. Il restante, che arriva fino al 113% e che fa della Puglia una regione con un surplus di energia, arriva dalla centrale a metano di Brindisi. Ma non è questo il punto. A Berlusconi, della Green Economy, gliene frega e non gliene frega. Magari starà pure provando a farci i soldi. Quello però è uno abituato a voler tutto e subito: per questo vuole la nucleare.
E noi, pur di non dire: "ma si potrebbe fare questo? ma si potrebbe fare quest'altro?", ci lamentiamo e ci strappiamo i capelli, ma sempre in culo ce la facciamo fare, sta centrale.