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La scrittura è (r)esistenza

(28 articoli)
  • Avviato 14 anni fa da Torquemada
  • Ultima replica da parte di Woltaired
  1. Vi postiamo il brano con cui l'Anonima Scrittori ha aperto il reading per Pino Rolando, scomparso per un incidente sul lavoro. Ieri c'è stata la commemorazione, una serata speciale in cui si sono alternati, sul palco nella splendida cornice del Belvedere di Sermoneta, una ventina di artisti, tra musicisti e scrittori. L'Anonima Scrittori, poi, ha letto anche il racconto 'Il Presidente' di Antonio Pennacchi, tratto dal libro 'Shaw 150. Storie di fabbrica".

    L'autore del pezzo che riportiamo sotto è Roberto Saviano. La parte che non è contenuta nel libro 'La Bellezza e l'Inferno', fa parte del discorso che ha fatto lo stesso Saviano il 30 Giugno, al Festival delle Letterature, presso la Basilica di Massenzio a Roma.

    "[...] Se si ha bisogno di mostrare che tutti sono sporchi, che tutto è marcio, che dietro ad ogni tentativo di cambiamento si cela un pretesto o una menzogna, allora qualsiasi cosa vale un'altra, tutto è lecito e possibile. Questo atteggiamento è l'anestetico che spinge a promuovere chi 'onestamente' si fa corrompere, chi accetta il compromesso, chi sceglie solo il saccheggio, la sopravvivenza, la pornografia di stare a guardare e godere del peggio che ogni giorno ti arriva in casa. Ogni cosa è giustificata perché si è sempre agito così, perché tutti fanno così o, peggio, perché non si può che agire in questo modo.
    Per me scrivere è sempre il contrario di tutto questo. Uscire. Riuscire a iscrivere una parola nel mondo, passarla a qualcuno come un biglietto con un'informazione clandestina, uno di quelli che devi leggere, mandare a memoria e poi distruggere: appallottolandolo, mischiandolo con la tua saliva, facendolo macerare nel tuo stomaco. Scrivere è resistere, è fare resistenza. La puntata in cui andava in onda la mia intervista con Enzo Biagi portava proprio questo nel titolo. Si chiamava 'Resistenza e resistenze'.
    La mia vicenda di questi anni mi ha permesso anche di incontrare molte persone che non potrò mai dimenticare. Mi ha dato la possibilità di trovarmi proprio come Enzo Biagi, di ricevere la sua attenzione, vedere che quell'uomo anziano aveva ancora tanta voglia di interrogarsi attraverso le domande fatte ad altri, di capire il nostro tempo e il nostro Paese. Non basta avergli dato addio ai suoi funerali, aver scritto una pagina o due dopo la sua morte. Bisogna ricambiare l'attenzione anche dopo, bisogna farlo restare con noi, ancora un poco. A questo servono le parole quando si riuniscono in un libro, in qualcosa che è destinato a durare. [...]
    ...spesso mi chiedono, e io stesso mi chiedo, che si può fare? Com'è giusto agire? In genere rispondo proprio come Enzo Biagi mi disse tempo fa. Secondo lui la risposta l'aveva suggerita Elio Petri: "la miglior forma di resistenza è fare bene le cose, se uno fa bene le cose in qualche modo già sta resistendo". Quello che ho capito in questi 3 anni è che ciò che ti salva è conservare, se è possibile, quanto di umano ti resta. Conservare l'umanità è una forma di resistenza, in terra di mafia e non soltanto.
    Mi è capitata tra le mani una poesia di Jorge Luis Borges, scrittore molto lontano da me ma la sua poesia mi è piaciuta molto, si intitola 'I Giusti' e cerca di dare un senso a un racconto che proviene dalla tradizione ebraica. In sostanza Dio ogni mattina si alza determinato a distruggere l'umanità a causa delle sue nefandezze ma trova sempre 33 giusti che lo fanno desistere dal suo intento. E poiché ogni mattina trova sempre qualche giusto per cui val la pena salvare l'umanità, si ferma.

    I GIUSTI di J. L. Borges

    Un uomo che coltiva il suo giardino come voleva Voltaire.
    Chi è contento che sulla terra esista la musica.
    Chi scopre con piacere un'etimologia.
    Due impiegati che, in un caffè del sud, giocano in silenzio agli scacchi.
    Il ceramista che intuisce un colore o una forma.
    Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
    Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
    Chi accarezza un animale addormentato.
    Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
    Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
    Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
    Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo."

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. Genesis

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    Grazie per averlo messo Torquemada, io, come molti, non abbiamo potuto partecipare se non con la mente e il cuore. Il discorso di apertura che avete scelto è bello e forte, come tutti i discorsi e le interviste di Saviano. Lui, come pochi, riesce a rendere tutto ciò che fa,(r)esistenza. E come il suo discorso anche la poesia che ha scelto è ricca di significato...
    Puoi mettere anche il racconto di Antonio Pennacchi?

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. rindindin

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    bellissima serata, bravi i musicisti e gli scrittori, anche gli autori letti non presenti, Saviano e Pennacchi. Bdm c'era, Borges è morto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. k

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    Prima di staccare la spina, posto a richiesta il racconto di a.p. in questione:

    a.pennacchi
    IL PRESIDENTE

    (da: "Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni", Mondadori 2006)

    “Giovedì m’impicco”, dice da trent’anni, ogni sera, il Presidente, quando facciamo il turno di notte. A dire la verità prima non si chiamava Presidente, ma Spaccalegna, perché da ragazzino, coi calzoni corti, insieme al padre portava la legna in giro per le case, che nessuno aveva i riscaldamenti ed il metano, e c’erano soltanto le stufe economiche che ci si faceva da mangiare anche d’estate. In fabbrica poi – quando dappertutto è arrivato il gas ed il benessere, e lui s’è messo i calzoni lunghi – è rimasto per tutti Spaccalegna, fino al giorno che lo hanno eletto presidente degli Ultras della Fulgorcavi e allora è diventato, di diritto, il Presidente.
    Lui è fissato con il giovedì. A tutti, normalmente, piace il sabato o la domenica, perché stai a casa e non vai a lavorare. C’è qualcuno, come me, che gli piace il venerdì, perché è l’ultimo giorno di lavoro e già pregusti i sollazzi della festa. Poi, magari, la festa non fai che romperti le palle ed esce fuori che tutto il gusto stava appunto nel venerdì, ad aspettare che la festa arrivasse. Ma qualcuno che gli piacesse il giovedì non s’era mai trovato. Cos’ha di tanto strano il giovedì? E’ una rottura di scatole come gli altri. Quasi come il lunedì, che cominci a lavorare. Anzi per qualcuno – i contorti come me – il peggiore è la domenica, perché la passi tutta quanta a pensare che domani è lunedì.
    “Giovedì m’impicco” dice sempre, e si mette a ridere, quando timbriamo l’orologio all’entrata. E all’uscita, il mattino dopo: “Mo’ passo in ferramenta, compro tre metri di corda e giovedì m’impicco”.
    “Ma impiccati subito”, gli rispondono sempre tutti quanti, “che aspetti a fare? La corda te la do io”. Oppure, il giovedì, tutti lo accolgono: “Com’è: ‘nte sei impiccato?”.
    “No, oggi non m’andava. Giovedì prossimo”.
    “Anzi”, aggiunge poi, quando s’arriva al parcheggio delle macchine e ognuno se ne va per conto suo: “Impicchiamoci tutti insieme, setto o otto, al carroponte. Così alla fine lo capiscono che bella vita che facciamo. Pensateci su, e giovedì mi date una risposta. La corda ce la metto io”.
    E’ uno che ride. E’ uno che scherza. Ma è anche uno polemico, e abbastanza attaccabrighe; è per questo che lo hanno fatto presidente degli ultras. E’ nato, logicamente, di giovedì, ma quando è nato stava per morire. Impiccato. Appena uscito dalla madre aveva tre giri di cordone ombelicale intorno al collo. Sembrava andato. Era già tutto paonazzo. Ma la levatrice è stata svelta: l’ha rigirato come una trottola e s’è salvato. Lo ha spiccato. Ma tutte le volte che, da ragazzetto, gli andava la polizia a casa la madre gli diceva: “Non era meglio che mi restavi impiccato quella volta?”. “Non ti preoccupare, ma’” rideva, mentre i questurini lo portavano via: “M’impicco giovedì”.
    Quando giocava a pallone avrà collezionato più espulsioni lui che tutto il resto della squadra messa insieme. Ma è un generoso. Più d’una ventina d’anni fa – quando la Fulgorcavi giocava in serie D e l’allenatore era Fascetti – ci fu, al campo nostro, una partita col Porto d’Anzio. Quelli sono tutti scaricatori e vennero in massa. Era una partita di recupero e si giocava di giorno feriale – ma non era giovedì – per cui i nostri erano tutti a lavorare. Con quelli invece c’era anche Giulio Rinaldi, che era stato da poco campione d’Europa dei mediomassimi. Un amico nostro – il Sezzese, che è un provocatore peggio di lui – capitò proprio nella tribuna dei portodanzesi e cominciò a stuzzicarli in tutti i modi. Quelli hanno retto il primo tempo, poi al secondo tempo non ci hanno visto più e lo hanno messo in mezzo. Dal campo però, palla al piede e mentre alzava la testa per indirizzare il passaggio – Fascetti lo chiamava Suarez per la precisione di questi lanci – lo ha visto il Presidente, che lavorava da dieci anni insieme a lui. Non se l’è sentita di lasciarlo prendere tutte quelle botte da solo: ha scavalcato la rete e s’è buttato in mezzo alla tribuna. “Chi è sto matto?”, hanno detto i portodanzesi e si sono dedicati tutti a lui. Gli hanno fatto fare quaranta giorni d’ospedale. Al Presidente. Che ancora adesso dice: “Quello che mi rode però è che quando ero per terra, sopra le gradinate, e quelli menavano zampate come disgraziati, con la coda degli occhi ho visto il Sezzese, figlio di mignotta, che quatto quatto se la squagliava”.
    Adesso è vecchio. Ha una cinquantina d’anni pure lui. Da un po’ di tempo – da quando il benessere ha dato alla testa alla gente ed anche i coglioni che abitano all’ottavo piano si sono presi la moda di farsi il caminetto in salotto – ha ricominciato a fare, nel tempo libero, lo spaccalegna. Porta appunto, nei sacchi, i pezzi di legna belli tagliati a quei coglioni di cui sopra. Gliela fa pagare a prezzo d’oro. Più cara del prosciutto. Gli dice che la fa venire dalla Svezia. S’è fatto l’Ape-car ed una motosega, e butta giù le piante del demanio sulle fasce frangivento. Tanto da noi non ci guarda nessuno. Guadagna più con la legna che in fabbrica, e se non fosse per quei pochi anni che gli mancano alla pensione si sarebbe pure licenziato.
    Però è sempre generoso. Quello che gli chiedi ti dà. Anche una mano sul lavoro. E sul lavoro è una scheggia. Non ha mai fatto un giorno di mutua, eccetto naturalmente quella volta al campo e quell’altra – una decina d’anni fa – che gli è scoppiata l’appendicite in fabbrica, di notte, di lunedì. Era una settimana oramai che se la portava appresso, ma veniva a lavorare uguale, piegato in due: “Ciò un doloretto qua”, faceva. Poi quella notte non ce l’ha fatta più e s’è buttato per terra nel bel mezzo della pausa alla macchinetta del caffè: “Chiamate l’ambulanza” diceva, ma gli veniva da ridere. Era peritonite e, mentre lo imbarellavano, a noi che eravamo tutti preoccupati disse: “Mica è giovedì”. Tornò dopo un mese – “Giovedì m’impicco”, comunicò all’orologio a tutti quelli che lo salutavano festanti: “Ciao, come stai?” – ma voleva tornare pure prima, il dottore lo tenne a casa a forza. E si rimise subito a lavorare come un picchio.
    Giovedì scorso era una bella serata – una serata di maggio – ma lui era raffreddato perché doveva avere preso una brutta sudata a buttare giù un eucalyptus. Aveva mal di gola e quando ci siamo visti alla macchinetta del caffè aveva una sciarpa di quelle lunghe gialloverdi degli ultras della Fulgorcavi arrotolata intorno al collo. Come al solito qualcuno ha guardato l’orologio: “E’ mezzanotte, è venerdì oramai: ‘nte sei impiccato manco stavolta”, e siamo tornati a lavorare. E nessuno ha pensato all’ora legale.
    La sua macchina doveva avere qualcosa che non andava. Le bobine uscivano non avvolte bene, il filo si ammucchiava tutto da una parte. S’è messo a sistemare. Ha smucinato un po’ col guidafilo – col regolatore di velocità – attraverso i comandi a distanza. Poi è tornato in testa, a controllare gli aspiratori ed i sacconi della resina. Intorno all’una meno un quarto è riandato al cavalletto di raccolta, a ritoccare il guidafilo. Con lo scotch ha bloccato il microswitch di sicurezza, ha aperto la griglia di protezione e s’è chinato sulla bobina. Gli penzolava, al petto, un lembo della sciarpa. S’è accorto che, dietro, s’era allentato un fermo del guidafilo. Dev’essersi sporto per bloccarlo. Un piccolo lembo di sciarpa s’è impigliato nella vite a farfalla del fermobobina sul mandrino. Ma quello se lo è mangiato subito. Se lo è inghiottito, come Giona e la balena: ha continuato a girare ed ha arrotolato tutta la sciarpa. Lui ha spinto, con la mano, il bottone rosso dell’arresto di emergenza. Ma era rotto. Non ha funzionato. Il mandrino ha continuato a girare a tutta velocità. Stringendo la sciarpa. Come una morsa. Ne aveva tre giri – proprio come il cordone di sua madre – intorno al collo. “Ma è venerdì”, ha pensato all’inizio, poi subito: “L’ora legale!” e non ha avuto più tempo di pensare ad altro. E’ morto. Appiccato alla macchina. Di giovedì.
    Noi siamo arrivati di corsa, messi in allarme dal rumore che cessava. L’avvolgitore s’è fermato sotto sforzo. E non c’era proprio niente da fare. Solo un segno di croce, mentre l’orologio elettronico, alla parete, segnava l’una meno dieci, di venerdì. Ma ora legale per l’appunto, non l’ora vera per il Presidente.
    Si era sposato pure di giovedì. La moglie si era messa a piangere: “Tutti sposano di sabato e domenica, perché io debbo fare una cosa strana? Sei un dittatore”. “Non è vero”, rideva, “io sono democratico, mica ti obbligo, hai perfino due scelte: o ti sposi giovedì oppure ti sposi un altro”. E a noi, sulla porta della chiesa, mentre aspettavamo che arrivasse la sposa, aveva detto piano piano: “Visto che sto giovedì m’impicco per davvero?”

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. k

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    Urba', grazie per la stima - caffè pagato - ma non credo di meritarla, poiché quelle cose non le pensavo. Le ho dette solo per fare dispetto a quello. Io, fosse per me, ai giovani gli darei a tutti fuoco.

    Mo' stacco proprio la spina. Ciò da lavora'. Fatevi dare in culo da Latina-Caserta fino a tutta la Bergamasca (il Sensi so' cazzi sua, appena lo trovo in giro per la piazza di Mondragone. Ma s'è mai visto un sezzese leghista? Ma tu guarda da che cazzo di pulpiti. Avessi parlato io che sono veneto. Ma parli tu, che fino a ieri si' bevuto l'acqua de fosso? Ma va' a rincorre le ranocchie, va'.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. Genesis

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    Letto. Mi è piaciuto molto, anche se molto triste, in quanto lo spaccalegna (Il presidente) era nato predestinato. Aveva passato la vita ossessionato con il giovedì, e il giovedì se l'era portato via. Era comunque in tema alla serata. Grazie K.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. rindindin

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    Mo' stacco proprio la spina. Ciò da lavora'. Fatevi dare in culo da Latina-Caserta fino a tutta la Bergamasca

    bene quelli sulle isole sono esenti...io sono salva!

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. sensi da trento

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    aggiungo una piccola nota esegetica riguardo al racconto postato.
    Questo racconto venne pubblicato per la prima volta su La Piazza nel 1999.
    Quell'anno ci fu effettivamente un incidente analogo (nella dinamica) a quello descritto nel racconto: avvenne proprio alla alcatel cavi (ex fulgor cavi) di borgo Piave.
    Circa due settimane dopo questo racconto uscì appunto su La Piazza, con cui il Maestro collaborava in quel periodo.

    Incontrai Antonio Pennacchi pochi giorni dopo in biblioteca, a latina.
    Ne approfittai per chiedergli quanto ci fosse di ispirato e quanto di vero nel racconto: lui mi rassicurò dicendomi che l'operaio dell'incidente si era salvato (anche se non se la passava certamente bene): il resto invece erano ricordi di fabbrica e inventiva personale.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. leon8oo3

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    Bellissimo il racconto postato da K. Senza parole.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. k

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    Senta un po', ma se lei quindi erano dieci mesi che mancava da qua, si può sapere che cazzo ci è tornato a fare? Non s'è trovato bene là? Ci torni, ci torni.

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. leon8oo3

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    Io osseravo

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. leon8oo3

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    ehem..."osservavo"

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. k

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    E continui ad osservare allora, senza farmi girare i coglioni a me con le sue uscite ferbassoliane di stampo misto dipietrista-berlusconiano-liberal-massone-radicale-maurocasciano.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. leon8oo3

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    ferbassoliane di stampo misto dipietrista-berlusconiano-liberal-massone-radicale-maurocasciano.

    Uauu uauu piano "K" che non la seguo...apparte che manco so ch vuol dire la metà della roba che mi ha rifilato...pr il resto, non so che aggiungere...ma credo che sia opportuno, per evitare OT clamorosi, che io risponda altrove

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. leon8oo3

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    Dopo lunga riflessione forse è meglio che io risponda qui...
    Ecco, Maestro, è stato screanzato e ingiusto nei miei confornti anche in questo innocente topic... ha domostrato al mondo intero quanto poco le interessa di offendere qualcuno che le fa un sincero complimento e lo ha fatto qui, per dimostrare che lei è proprio forte...contento? ha dormito meglio? guardi che nel caso, una bella tisana- o in casi estremi un gutalax e delle aspirine- fanno miracoli. Ma che vuol dire sta pappardella di stampo Bassoliano (è un genere ha se?)belusconinan-di pietrista (un bel colpo) liberal massone? ma che son massone io? che c'ho la plandrana e i compassi nascosti? e il "radiale-maurocascino"? vogliamo dire che è un'opera d'arte? Mauro Cascio è un mio amico. Per quel poco che ci siamo frequantati, si è dimostrato uno dei miei pochi sinceri amici- poi mi sbaglierò, vai a sapere- per cui, non capisco perché mi dovrei vergongare di scrivere con lui. Per il resto, lui la pensi come vuole, mica sono dipendente di nessuno. Guardi, io frequanto questo forum perché mi piace, è interessante- e su internet è cosa rara l'essere interessanti-, perché ha origine nella città dove vivo e perchè c'è gente pure spiritosa. Che si litigava spesso lo sapevo e, se vedesse come ci svegliamo noi al mattino, che siamo sempre in guerra, capirebbe che le sue sono carezze. Ma da una penna illustre e forbita come la sua, dalla quale non ho mai preteso nessuna attenzione particolare se non quella che mi sembra giusto dare a qualsisi essere umano che circola da queste parti, e cioè, l'umano rispeto che mi scusi, mi pare si sia oltrepassato in qesto caso, mi aspettvo almeno una critica ponderata. Il qualuquismo da uno come lei appare un peccato. Frequento questo forum come frequeto la libreria di PM che visito qundo ho un po' di tempo, da quale acqisto qualcosa ogni tanto e mi diverto ad ascoltare, più che a parlare. Anche in questo caso, io ascoltavo, proponevo dialogo e leggevo. Mi pare un comportamento legittimo e di basso profilo. Ma...qui, tutti capiscono tutto. Mi hanno già fatto i raggi X. Ma se c'è l'ha tanto con la stampa che da ragione a Fazzone perché non monta una bella polemica con i giornali di quell'area? Paura? non credo, ha dovuto affrontare anche polemiche più grosse ed ha montato una bella polemica con lo stesso Fazzone, legittimenadolo un po' troppo forse, ma ironicamente- solo che certa gente l'ironia non la capisce -. COn me però, il malinteso che si è creato lascia trasparire che si parli con la nuora perché suocera intenda...non si affanni, mia suocera è più a sinistra di lei, insegna arte a Roma e chiude la finestra quando sente a S.Giovanni la voce di B. Lei sa quello che deve fare
    Se vogliamo, ci possiamo dare una calmata e far calare il testosterone perché anche io vorrei partecipare a questo bel sito senza invaderlo con le mie noiose lagnanze... e senza dovrermi amareggiare ogni volta che, con una piccola stretta allo stomaco e appellandomi al mio coraggio, mi decido a scrivere qualcosina tanto per rompere il ghiaccio. Ma finché perdura il malinteso, non si potrà fare. Se vuole non mi parli. Di certo non mi farà piacere perché ritengo che la sua presenza qui sia nettamente un valore aggiunto e perché ammiro il suo lavoro letterari e una sua critica vale oro ma, come ha detto lei stesso, "io non sono l'anonima" e quindi, quando scrivo all'anonima mica mando una lettere a lei in prima persona per farla arrabbiare...almeno non necessariamente. Grazie, ma questa esperienza la vorrei fare anch'io e un giorno, magari, mi piacerebbe pure partecipare a qualche lavoro, dare il mio modestissimo contributo per pura vanità, s'intende. Ho rinunciato mandare un racconto una volta, nonostante non fosse tremendo, almeno a giudizio di qualche amico, perché sono un po' sensibile, e se mi si manda affanculo per niente in genere capisco che forse non è il caso...sicuramente ho sbagliato, non ci sarebbe stata nessuna connessione tra le due cose perché, per quel poco che conosco Torque,(alti interni al "cerchio primario" non ce li ho peseni di persona ma sono sicuro che il discorso vale anche per loro) so che è persona seria e giusta. Magari non la pensiamo uguale ma è meglio così. Se poi fanno schifo le cose che scrivo amen, ma almeno ci avrò provato. Quindi, il mio è un messaggio tutto sommato di pace. E non è solo rivolto a lei, ma ha l'anonima in generale, o comunque, a quella parte di anonima che mi ha, forse troppo in fretta, catalogato come uno stronzetto arrogante o anche peggio. Grazie e scusate per la lettera scritta fuori tema. Cercherò di fare in modo che non accada più (I.E.)

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Genesis

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    Non te la prendere Leon, i vaffanculo di k fortificano il carattere

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. Genesis

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    Membro

    e comunque "uscite ferbassoliane" a parer mio è un grandissimo complimento... l'avesse detto a me...

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. Genesis

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    Membro

    immagina se t'avesse detto uscite mawliane... lì sì che te dovevi preoccupà...

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. Per leon: mi spieghi come minchia può un essere umano scrivere a parte con due p?

    Per genesis: mawiane, perché mawliane?

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. leon8oo3

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    E perché il suo nome risulta tutto attaccato? Se non sbaglio lei è munito di nome "Fernando" cognome "Bassoli" che in teoria dovrebbe risultare più o meno così: Fernando Bassoli...rimango sconcertato nel vedere che in questo aulico contesto, lei mi storpia il suo nome mettendolo tutto insieme in questa seguente manier(seguire figura2) FernandoBassoli. Comunque le consiglio di aspettare a fine giornata così potrà correggere tutti insieme con un post solo...e che fa, doppia fatica? (se non avesse colto, ero sarcastico riguardo al suo nome...) e poi, mi sa che si sfiancherà a correre dietro a me con i refusi..."a parte" -vede come la seguo?- la tastiera che batte quello che vuole lei, io sono pure ignorevole...APPARTE questo, sono "APPOSTO" e credo di riuscire a mantere il mio posto nel genere umano, almeno per oggi

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. SCa

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    Membro

    Per FernandoBassoli: io direi mawaiane, che mi dà un non so che di esotico. Ma anche mawliane, alla Tarzan.

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. Per leon: FernandoBassoli tutto attaccato perché si capisca che è solo un nickname, no?


    Pubblicato 13 anni fa #
  23. leon8oo3

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    no ci avevo pensato!!

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. tataka

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    Leon non te la prendere per gli attacchi...qua tutti hanno un proprio nemico personale (a te è capitato quello più duro...sfiga)

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. Comunicazione di servizio:
    non riesco più ad entrare nel topic in memoriam Zaccheii. Idem leon, idem Genesis. S'è fulminata qualche lampadina?

    Mi si dice ciò:

    Oops. Something obviously isn't right if you're reading this. The URL you entered or followed no longer seems to exist, has been removed, or has been replaced. If you feel that this an error that needs to be addressed, feel free to contact the administrator of this website.

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. Ok, la discussione (In memoriam Zacchei) si trasferisce su uno dei post di Maw. Scegliete voi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. leon8oo3

    offline
    Membro

    Ho letto l'ultimo racconto che ho trovato sul sito: "Bella gente" e mi è piaciuto. Avevo pure lasciato un commento per l'autore ma non si vede per ora, quindi, siccome mi è piaciuto lo dico qui. Il finale sopratutto, il finale è improvviso, fulmineo e ha il pregio di riflettere la dinamica reale di come accadono cose di questo genere con un dialogo per la verità poco realistico. Ma la reazione, la prima parola della figla è una bella trovata secondo me. Riscatta all'improvviso la protagonista da un pozzo di ipocrisia senza fine dandogli una speranza...anche se fasulla. Anche se si tratta pure di un rischio, come se la piccola confermasse quel tipo di vita e lo accettasse in amniera esplicita. Bè, adesso non voglio divagare e non voglio fare la recensione che tanto non sono capace. Volevo solo far sapere che l'ho letto e, sebbene in alcuni punti mi sia sembrato meno scorrevole che in altri, mi è piaciuto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. Woltaired

    offline
    Membro

    la lingua non è una carogna morta, ci si può anche giocare in preda alla pazzia,in fondo i dizionari si sono inventati l'indicativo irreale...

    Pubblicato 13 anni fa #

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