Mentre scrivevo il racconto per il "Bit dell'Avvenire" sono incappato in una conversazione in chat. E' qui nella mia mente è spuntata la domanda fatidica: come si scrive un dialogo in chat su un'opera letteraria?
Se si procede con estremo realismo, cioè con le relative abbrevazioni, emotions, molteplici punti esclamativi e interrogativi, schiaffi alla grammatica e all'ortografia ecc. ecc. si crea un mostro letterario oltretutto illeggibile per chi non ha familiarità con il mondo della chat.
Se, invece, si procede come una conversazione normale, non si racconterebbe la realtà.
Io ho provato ad azzardare una specie di via di mezzo fra la chat e la "normalità", ma non sono mica tanto convinto.
Voi che ne pensate?