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perchè insegnare?

(6 articoli)
  • Avviato 14 anni fa da A
  • Ultima replica da parte di Faust Cornelius Mob
  1. A

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    Visto che ho una pausa di tempo, vorrei aprire un nuovio 3d relativo al perchè, in io, e altri come me (non siamo eroi) abbiamo deciso di insegnare. Attenzione, diversa è la cosa per coloro che "ci si sono ritrovati", io l'ho proprio deciso.
    Partirei da questo video per aprire il dibattito. Vorrei solo anticipare che in italia non esistono tanti romanzi seri ambientati a scuola. A parte le memoria di Starnone, e il mirabile "Registro di classe" del mai sufficientemente compianto Sandro Onofri.

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    Pubblicato 14 anni fa #
  2. Con il mio percorso di studi l'insegnamento sarebbe stato lo sbocco naturale. E l'avrei potuto anche fare, in determinate condizioni lavorative. Tuttavia, non ero sufficentemente motivato per farmi vent'anni di precariato.

    Riconosco la grande importanza dell'insegnamento, soprattutto in tempi come i nostri, ma non ho quella vocazione che porta a certi sacrifici, quindi è stato meglio per me, e probabilmente per i miei potenziali alunni, che io facessi altro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. Tu devi puntare a fare l'istruttore di wrestling, mio caro. Non t'inventare cazzi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. A

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    Faust, sui ventanni di precariato hai pienamente ragione. Poi uno entra pure in classe e deve insegnare i valori della costituzione, mentre c'è gente che è arrivata al ministero della pubblica istruzione per altre doti. Vabbè, che ne parlamo a fa'.

    Comunque il movente per l'insegnamento è esattamente quello che dice Silvio Orlando, almeno per me. Quello, e anche un po' di narcisismo, per la verità. Ma questo si sapeva.
    E anche Sensi, checchè ne dica (ora magari ve dirà pure che lo fa perchè per quanto si abbia un contratto precario, entro tale contratto si è molto più garantiti che in altre fattispecie), anche lui dopo aver assaggiato l'insegnamento se n'è innamorato.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. urbano

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    Tanti sono stati quelli che hanno mantenuto ostinatamente la barra del destino.
    Louis Aragon, il compagno surrealista, che osservava nella mise a mort. "dico delle parole per sviarmi, recito a me stesso e a voi una commedia.",nell'Henri Matisse, roman, scrive, nel 1971,
    "cercate di capirmi: scrivo sempre con disperazione la parola ottimismo.
    Pertanto ho cercato di pensare che ero ottimista, mi sono sforzato di crederlo.
    Avrei voluto esserlo.
    Ho sacrificato tutta la vita per esigerlo. Per gli altri.
    Troppo a lungo ho mantenuto questo atteggiamento. Perdonatemi."
    Diceva il Professore che tale era la condizione dell'homme communiste travolto dalla sua stessa fede in una società che si mostra sempre meno pronta a coglierne il messaggio, sempre più protesa verso la fin de mundo di Neruda o semplicemente l'oubli di Louis.
    Chissà.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. Torque, insegnerò wrestling quando sarò un vecchio acido, tutto rotto e con una benda sull'occhio (magari li avrò buoni tutti e due, gli occhi, ma fa vero duro...).
    Sarò cattivissimo, tipo sergente Hartman, ma sfornerò campioni...

    A, condivido quanto dici, ed è per quello che è meglio che io non insegni. Quel "trasmettere speranza", oggi, mi verrebbe davvero difficile.

    Pubblicato 14 anni fa #

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