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Prontuario per giovani scrittori in erba

(39 articoli)
  1. A

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    Traggo dal sito Giornalettismo, questo articolo, sperando di fare cosa gradita. Lo allego, non so chi lo abbia scritto, tranne il suo nome VERTIGOZ, ma mi sembra stimolante per la discussione. Premetto che non condivido tutto, ma qualcosa sì. Ad esempio non condivido che chi ha problemi di autostima non debba scrivere un libro. Fosse così, ci saremmo fottuti Kafka e Svevo (che tra l'altro andava pure dall'analista)
    A

    Di Vertigoz

    Vuoi pubblicare un libro? E perché mai? Chi ti credi di essere? Ma se proprio devi almeno impara a scrivere. Questo articolo ti IMPARA a scrivere.
    Ve la faccio breve. Sto lavoricchiando in questi giorni per una casa editrice print on demand, di quelle che vai lì con il tuo elaborato poco elaborato in una mano e duemila pippi nell’altra, e loro tempo una settimana ti consegnano cinquecento inutili copie del tuo eiaculato. Ho visto cose che voi umani etc. etc. e quindi mi sento di poter dare alcuni consigli al giovane scrittore in erba, e qualche volta, al giovane scrittore sotto crack. Prima di decidere di pubblicare alcunché per piacere, dio cristo, leggete bene quanto segue e mandatelo a memoria. Perché se è vero che i panni sporchi si lavano in famiglia, io, i vostri panni sporchi non li lavo più.

    • Sì, nel senso dell’affermazione, si scrive con l’accento sulla i.
    • Po’, ovviamente, si scrive con l’apostrofo.
    • È, maiuscolo, si scrive con l’accento sulla e, non con l’apostrofo.
    • Il grassetto, nel corpo del testo, equivale a un insulto alla mamma del redattore.
    • Il tutto maiuscolo, nel corpo del testo, equivale a un insulto al papà del redattore.
    • Credetemi, niente di quello che scrivete è così importante da meritarsi un grassetto più un tutto maiuscolo, neanche nostro signore GESÚ CRISTO. È un pugno in un occhio, indifferentemente alla mamma come al papà del redattore.
    • Le virgolette e i corsivi di enfasi vanno usati con criterio e comunque “mai” insieme. Non c’è nessun motivo per scrivere cose come: “lui” entrò nella “stanza”.
    • A meno che “lui” non sia un transessuale operato di fresco e la stanza non sia un’astronave. Nel qual caso scrivete: il transessuale operato di fresco entrò nell’astronave.
    • Il punto esclamativo è sempre uno e mai trino, a meno che non stiate facendo il lettering per Topolino.
    • Lo stesso vale per i punti interrogativi.
    • Può essere al limite tollerabile, se usato con parsimonia, il punto interrogativo + punto esclamativo (?!) ma ogni altra combinazione è tassativamente vietata.
    • No assoluto quindi a dodici punti interrogativi intervallati a gruppi di tre con un punto esclamativo (???!???!???!???!???!) per esprimere sorpresa mista a sgomento con una punta di perplessità e risentimento. Le espressioni e intonazioni vanno desunte dal contesto non dai vostri graffiti sul libro.
    • Provate inoltre a sfogliare un qualsiasi volume di un premio nobel per la letteratura. Vedete tutti questi punti esclamativi? Sarà un caso? Che cazzo c’avete da urlare?
    • I puntini di sospensione sono sempre in numero di tre. Non è assolutamente necessario che ogni pausa del discorso sia segnalata da puntini di sospensione. Esempio: “Mah… non so… tu che dici?… potremmo provare?”. Se siete indecisi su cosa far dire ai vostri personaggi fateli tacere.
    • Evitate come la peste fantascienza e fanta-archeologia, vi faranno sembrare più ridicoli di quanto già non siate.
    • Tra il soggetto e il verbo non ci va la fottuta virgola, non importa se mentre leggete fate una pausa. Lui, entrò nella stanza. Cazzo vuol dire?
    • Le virgole ci vanno quando ci vanno e non ci vanno quando non ci vanno. È quindi del tutto falso che ci vadano quando non ci vanno e che non ci vadano quando ci vanno.
    • Se non sapete l’inglese non mettete parole in inglese perché ne sbaglierete l’ortografia e io riderò di voi.
    • In generale, non mettere parole in inglese, a meno che non siano ampiamente entrate nell’uso come “shampoo” in luogo di “sapone per i capelli”.
    • È difficile che un personaggio che abiti a Castellammare di Stabia si possa chiamare Tom Chasey.
    • Anche se non lo direste mai non tutte le parole che suonano in modo bizzarro sono credibili come nomi e cognomi anglosassoni.
    • Se non sapete niente di nuove tecnologie, anche se una volta avete navigato in internet, non lanciatevi in un cyber-thriller centrato su uno scambio di identità virtuale. Farete la figura dei gonzi e scriverete cose come: “Lui accese il provider dopo aver pestato il router e la polizia gli era già addosso avendone individuato il browser”.
    • Lasciate perdere i cazzo di templari, il giochino non funziona sempre.
    • Nella fantascienza, che comunque come vi ho già detto dovete evitare, il sesso tra abitanti di galassie diverse è inopportuno.
    • Se 5000 case editrici hanno rifiutato il vostro manoscritto forse, ma forse, il vostro manoscritto non vale un cazzo.
    • No, non è una congiura, non si conoscono tra di loro.
    • Se il vostro manoscritto non vale un cazzo questa non è una buona ragione per farselo pubblicare a pagamento.
    • Il fatto che pubblichiate un libro a pagamento equivale a far sapere al mondo, come se ci fosse scritto in copertina in corpo 36, che il vostro manoscritto è stato rifiutato da 5000 case editrici.
    • No, ai vostri figli, amici e colleghi, il vostro thriller fantapolitico ambientato ad Atlantide non interessa, checché ne dicano sotto tortura.
    • Prima di consegnare il capolavoro passate almeno una volta il correttore ortografico di Word. Scoprirete che lui sa cose che voi nemmeno sospettavate di non sapere.
    • Il fatto che paghiate una donna di servizio non è un buon motivo per cagare nel soggiorno.
    • Evitate le fottute immagini all’interno del testo. Non daranno mordente alla trama, checché voi ne pensiate. Vi faranno solo sembrare deficienti e dio solo sa se ne avete bisogno.
    • In italiano ci sono gli accenti gravi e quelli acuti. Se non sapete la differenza questa è una buona ragione per lasciar perdere. Ora.
    • Se non sapete suonare non vi verrà in mente di fare i musicisti. Perché se non sapete scrivere vi viene in mente di fare gli scrittori? Io non so giocare a pallone e non pretendo che l’AS Roma mi faccia un provino, né pago una società per fare il calciatore a pagamento. È una metafora, sì.
    • Per diventare un buon musicista è essenziale ascoltare molta e buona musica. Per diventare non dico uno scrittore, ma quantomeno non far morire d’infarto vostra madre dalle risate, dovreste ogni tanto leggere qualche libro. Sono quelli rettangolari, con la copertina rigida.
    • Che cosa vi hanno fatto di male tutti quegli alberi?
    • Quando aprite le virgolette all’interno delle virgolette doppie mettete le virgolette singole. Evitate di aprire le virgolette all’interno delle virgolette singole, a meno che non stiate cercando di riprodurre un quadro di Escher.
    • Se non suona come italiano non è italiano.
    • Un conto è quello che avete pensato di scrivere, un conto è quello che avete scritto. Sono due entità ontologicamente distinte.
    • I vostri pensieri non si traducono automaticamente in caratteri tipografici appropriati per intercessione dello Spirito Santo.
    • Non ogni parola che vi sta simpatica va in maiuscolo.
    • Non ogni parola che avete sentito pronunciare nel vostro paese di tremila anime sulle pendici del monte Cucuzzolo si trova realmente nel dizionario italiano.
    • Si dicono tante cose nelle occasioni sociali che non necessariamente vanno prese alla lettera (è un soggetto affascinante, dovresti scriverci un libro, hai una cravatta fantastica).
    • Non cercate di pre-impaginare il vostro libro. L’impaginatore vi odierà e acquisirà una misteriosa bambolina voodo con le vostre fattezze.
    • Evitate a ogni stra-cazzo di dialogo di scrivere cose come “lui disse”, “lei disse”, “lui disse”. Si capisce che qualcuno sta dicendo qualcosa, ci sono le fottute virgolette apposta.
    • Non cercate di utilizzare parole ricercate se avete un livello di alfabetizzazione approssimativo. Potreste avere delle brutte sorprese.
    • Quel libro che avete che si chiama “Dizionario” non è un romanzo futurista e lo potete leggere anche un po’ alla volta.
    • Tutto quello che può essere levato va levato. Evitate cose come “lei prese il ferro da stiro per stirare”. Evitate comunque di parlare dei vostri altri hobby mentre scrivete.
    • Usare “esso”, “essa”, “ella” non vi farà sembrare più colti di quanto non siate.
    • “Egli” non è veramente un pronome, lo insegnano solo alle elementari e nel mondo reale si trova solo nei sussidiari.
    • Scrivere non è un’attività senza conseguenze. State introducendo infelicità nel mondo rendendo più difficile l’opera di filantropi e missionari.
    • L’abuso di d eufoniche, che ve lo dico ad fare, non vi renderà dotti eruditi del Trecento.
    • Se una parola in un determinato contesto non ha senso metterla, tra virgolette non la renderà dotata di senso.
    • I segni di interpunzione punto, virgola e punto e virgola non sono reciprocamente intercambiabili.
    • Non introducete personaggi a cazzo. Se zio Palimero fa la sua comparsa solo a pag. 9 per sganciare una protta e poi se ne perde traccia nelle restanti 500 pagine del romanzo, forse, ma forse, non c’era bisogno di zio Palimero.
    • Non utilizzate frasi fatte se non volete sembrare affetti da moderato ritardo mentale (lo vedrebbe anche un cieco! lo sapevano anche i muri!).
    • Se proprio dovete usare frasi fatte, almeno, dio cristo, non cambiatele a vostro piacimento. Non si può fare, sono marchio registrato del senso comune (lo vedrebbe anche un non vedente! lo sapevano anche le mura portanti! tanto va la gatta al bacon che ci lascia la zampetta!).
    • Rileggete. Se voi non avete voglia di rileggere quello che scrivete perché dovrei averne voglia io?
    • Dopo aver evacuato osservare le proprie feci è lecito. Farle osservare a qualcun altro è da maleducati.
    Il consiglio finale che vi posso dare è di chiedervi perché volete scrivere un cazzo di libro. È vero che vanità, vanità, tutto è vanità ma siete sicuri che la vostra vanità dopo aver fatto stampare le vostre deiezioni ne risulterà rinfrancata? Non starete trascurando i vostri pargoli per quello stramaledetto thriller ambientato in un’abbazia del frosinate? Fatemi lasciare con una parola di speranza, una parola di conforto, let it be.
    Se avete problemi di autostima andate dall’analista, non scrivete un libro.
    Grazie.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. dirtydancing

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    grazie angelo
    anche per le risate

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. Genesis

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    L'ho letto...ma mi viene un dubbio...ecco perchè l'editore mi ha risposto che i fantasy non gli interessano...( e io che pensavo di diventare come Troisi nelle sue "Cronache del mondo Emerso"). L'ultimo racconto che ho scritto poi, per il Bit dell'Avvenire è proprio fantascientifico! Ho sbagliato tutto? Comunque, a parte gli scherzi, l'articolo di Vertigoz è esilarante (sempre che scherzi...)

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. SCa

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    Perché dovrebbe scherzare? E' (come cavolo si scrive la e maiuscola accentata? Ah... È) una bella check-list da usare per un doveroso esame di coscienza ogni sera prima di andare a dormire. Almeno dagli scrittofili in erba come me.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. Beh, si. Un bel manuale. Magari però bastasse rispettare solo questa lista per poter scrivere anche solo un bel racconto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. tataka

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    Ho le lacrime agli occhi e chissà perché continuo a pensare a Tom Chasey che abita a Castellamare di Stabia

    Non sono molto d'accordo con alcune cose che dice, però concordo con Sca certe informazioni sono davvero molto utili.

    Per Genesis: la Troisi non é fantasy, è vomito.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. Genesis

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    Membro

    Dici? Io non ho ancora avuto occasione di leggerne neanche uno della sua (credo) trilogia fantasy...ma stando alle critiche è alquanto osannata! Quando ho chiamato alla Mondadori e ho proposto un fantasy mi hanno risposto: Spiacenti, abbiamo già la Troisi. Pensavo fosse brava! Ma forse mi sbagliavo!

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. rindindin

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    Sca come hai fatto a mettere l'accento sulla "E" maiuscola? a me esce sempre E'...E:...E,...NON CI RIESCO!:)

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. Genesis

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    E' vero! Come hai fatto? Neanche a me riesce!!!!

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. SCa

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    Tataka credo che esageri con la Troisi. Ho letto la prima trilogia perché ce l'aveva mio figlio, in quel momento preso dal fantasy. A me il genere non piace perché mi sembra sempre la stessa solfa, ma quei libri si fanno leggere bene, sono piacevoli e secondo me ben scritti. Credo che lei susciti anche un po' di invidia tra chi prova a cimentarsi con il genere.

    Per la 'È': io credevo che desse fastidio agli impaginatori, e invece è il contrario. Con Word credo si debba usare "inserisci simbolo" o selezionarlo dal set di caratteri. In html, come è questo testo, si può scrivere 'È'.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. rindindin

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    credo che terrò la E con l'apostrofo...

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. Le tastiere più furbe hanno il carattere è maiuscolo accentato a parte.
    Se tu non ce l'hai, Rindi, devi seguire queste semplici istruzioni dello zio Fer.

    Ciài presente un file di word? Aprilo.

    Scrivi è minuscolo. Seleziona questo è minuscolo cliccando sul tasto sinistro del mouse.
    Ora guarda in alto e clicca su: formato.
    Poi clicca su: carattere.
    Poi clicca sul quadratino vicino a: tutto maiuscolo.
    Ci sei, Rindi?
    Ora clicca su ok, in basso.

    Ed ecco che avrai una magnifica è maiuscola.
    Contenta?

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. Fanno 35 Euri tondi tondi.
    Mando la fattura a casa?

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. Woltaired

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    e secondo voi un Bukowsky, un Fante, una semplice Yourcenair (forse lei sì...) o un Calvino si son mai preoccupati di una cazzo di è, ma che vi frega? mica dovete staparvelo voi...

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. k

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    Il pezzo è complessivamente buono, assennato ed esilarante. Tutte le cose che dice sono da prendere in assoluta considerazione. Forse non gli avrebbe fatto male un po' d'editing e qualche virgola in più. Sulla è maiuscola però mi permetto di eccepire che la colpa è delle tastiere (o almeno della mia). Non mi si può chiedere difatti - mentre scrivo - di interrompere il processo creativo per andare a aprire la finestra di Inserisci simbolo o di Formato, clicka di qua e clicka di là, apri e chiudi e ritorna a capo. Chi lo ritrova più il pensiero, il concetto o l'immagine che stavo inseguendo? Testadecazzo lui, quindi, a proposito dell'E'. (Resta di fatto però che non può essere che non ci sia una soluzione più semplice. Perché voi così giovani e bravi - oltre a telefonare alla Mondadori per dire "Che vi serve un fantasy?" e restarci pure male se il portiere vi risponde "No, ciavemo già Troisi" - non vi andate a guardare un bel manuale di Word e vedere come si fa, schiacciando probabilmente solo un paio di tasti? Visto che ci state, guardatemi pure le virgolette caporali.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. cameriere

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    Membro

    È, da word:
    basta scrivere 'è' dopo un punto (. è)
    o come prima parola del documento aperto,
    poi sbattete un dito sulla sbarra spaziatora
    (quella longa della tastiera)
    e, d'incanto, avviene la trasformazione.

    se poi lo volete trasportare su questo spazio di Replica
    fate copia incolla.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. cameriere

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    "BECCATEVI QUESTO 'DECALOGO'"!!!

    1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.

    2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.

    3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.

    4. Esprimiti siccome ti nutri.

    5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.

    6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.

    7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.

    8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.

    9. Non generalizzare mai.

    10.Le parole straniere non fanno affatto bon ton.

    11.Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”

    12.I paragoni sono come le frasi fatte.

    13.Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).

    14.Solo gli stronzi usano parole volgari.

    15.Sii sempre più o meno specifico.

    16.L'iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.

    17.Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

    18.Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.

    19.Metti, le virgole, al posto giusto.

    20.Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.

    21.Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.

    22.Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.

    23.C’è davvero bisogno di domande retoriche?

    24.Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.

    25.Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.

    26.Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.

    27.Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!

    28.Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.

    29.Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.

    30.Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.

    31.All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).

    32.Cura puntiliosamente l’ortograffia.

    33.Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.

    34.Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.

    35.Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.

    36.Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.

    37.Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.

    38.Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.

    39.Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.

    40. Una frase compiuta deve avere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. cameriere

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    Membro

    OPS
    DIMENTICAVO,
    QUESTA LISTA
    L'HA SCRITTA
    U. ECO.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. SCa

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    Magnifico il decalogo di Eco.

    Tutti i caratteri speciali in Windows possono essere scritti premendo il tasto Alt e una sequenza di numeri sulla tastierina numerica. Il carattere 'È' corrisponde a Alt + 0200. Si può però andare su Inserisci/Simbolo... e associare a quel carattere un una sequenza di tasti, tipo Ctrl+Maiuscolo+e.

    Per le virgolette caporali i tasti di scelta rapida sono Ctrl+< (« At+174) e Ctrl+> (» Alt+175)

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. tataka

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    Belli tutti 'sti decaloghi. Quello di Eco mi piace molto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. tataka

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    Tataka credo che esageri con la Troisi. Ho letto la prima trilogia perché ce l'aveva mio figlio, in quel momento preso dal fantasy. A me il genere non piace perché mi sembra sempre la stessa solfa, ma quei libri si fanno leggere bene, sono piacevoli e secondo me ben scritti. Credo che lei susciti anche un po' di invidia tra chi prova a cimentarsi con il genere.

    Premessa: io non sono invidioso proprio di nessuno e non ho nessuna intezione di cimentarmi col fantasy.

    Però hai ragione, ho esagerato. C'è di peggio, riconosco che almeno lei è capace a scrivere. Però la Troisi non va al di là del solito fantasy commerciale, che propone e ripropone sempre la stessa solfa. Il vero fantasy, quello che in Italia putroppo non riusciamo a fare, si ispira alle antiche saghe della mitologia nordica e dalle allegorie medievali. Scopo di una storia fantasy, è riprodurre in un mondo lontano nel tempo e nello spazio, una metafora della vita umana (per esempio il "Signore degli Anelli" riprende tutto il concetto della redenzione dell'uomo dal peccato e la via della salvezza eterna). Se ti va di conoscere davvero questo genere, leggiti "Le Cronache di Narnia" di Lewis. Un capolavoro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. cameriere

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    Membro

    quello di sopra è un "DECALOGO",
    ma di certo non è un decalogo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. rindindin

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    quel non decalogo, ce l'ho affianco al mio computer...

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. k

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    ... e a me me pare una cazzata. Non è che perchè è di Eco debba essere per forza bello, m'ha fatto ridere molto di più quell'altro. E poi Emerson? Ma andasse a quel paese Emerson, che da quando è andato via dalla Roma non è più nessuno. Chi se loncula più?

    (Bella però, Camerie' - e santo subito! - per la storia della è)

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. cameriere

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    è vero, quell'altro fa ridere di più,
    ma eco l'ha scritto prima.

    ne ricordo un'altro di elenco,
    scritto da un pazzo proprietario di un sito
    di letteratura horror.
    quello è uno spasso.
    ma non riesco a trovarlo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Genesis

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    Dato che il discorso fantasy prosegue,vi mando un capitolo del romanzo che ho iniziato a scrivere. Datemi un giudizio. Il titolo è "Le origini di Garlen":
    - La pergamena che avevano appena trovato era talmente fragile che entrambe avevano paura che anche un solo movimento brusco potesse distruggerla. Decisero allora di appoggiarla sopra un masso e di tenerla stirata leggermente, tanto da riuscire almeno a leggere il messaggio al suo interno. I simboli che vi erano raffigurati erano incomprensibili per Nhesi, la giovane maga che accompagnava Calindra, ma non per lei, umana di nascita ed elfo di adozione…questa era la lingua della sua gente, e lei l’aveva riconosciuta. Era passato tanto di quel tempo dall’ultima volta che l’aveva vista scritta e sentita parlare. I suoi occhi si inumidirono. Si mise a leggere a voce alta per rendere noto alla compagna il suo contenuto.
    “ Il mio nome è Zhaius, e il mio destino è sempre stato quello di celebrare Khios, regina del cielo e delle tempeste. Sono sempre stato un servo fedele e rispettoso ma non mi rendevo conto che, in realtà, il mio cuore era corrotto, e i miei occhi ciechi…
    Un giorno, per caso, incontrai una persona che con le sue imprese mi rese nota la verità e mi fece capire che è l’uomo, o l’elfo, o il nano, o qualsiasi altra razza, che scrive le leggende e la storia del mondo, e non un dio.
    Così ho rimesso da parte il mio vestito da monaco e, senza voltarmi indietro, ho abbandonato Khios. La sua collera fu indescrivibile. Perché una dea invidiava tanto la mortale che avevo deciso di seguire? Poteva avere tanti sacerdoti pronti ad adorarla perché impuntarsi su un unico, umile servo? Venne a cercarmi pronta ad uccidermi. Cieca di collera e di invidia per la giovane guerriera che mi aveva aperto gli occhi. Non era me che voleva in realtà. Voleva solamente che non fosse lei a portarmi via. Le giurò vendetta e la maledisse per l’affronto che aveva osato farle. Lì seppi il suo nome. Era Shayla Blake. Era questo il suono del nome della giovane ragazza guerriera che decisi di seguire...Ricordate questo nome, perché di lei si parlerà a lungo, nei tempi avvenire…”.
    Smise di leggere. C’era ancora tanto da leggere ma decise di non renderne partecipe l’amica. Più tardi avrebbe continuato la lettura da sola.
    << Senti Calindra, secondo te, questa pergamena risale davvero a prima della guerra fra le divinità dell’acqua e del fuoco? Khios…non ho mai sentito di un culto dedicato a lei…a dir la verità non ho mai sentito nemmeno il suo nome…>>.
    Calindra arrotolò la pergamena e la rimise con cura nel suo zaino. Lei quel nome l’aveva già sentito…ricordava ancora nitidamente le storie che gli aveva raccontato la maga Zhasi…allora, forse quello che lei aveva sempre reputato fantasia,in realtà, era accaduto veramente in un tempo remoto. Chiuse gli occhi e ritornò indietro con la mente. La vecchia maga gli aveva raccontato che per quella battaglia erano scese in campo forze straordinarie. In seguito poi fu rinominata dai pochi sopravvissuti “ Iess- keb- terk” la guerra degli infimi, dove per “infimi” si intendevano tutte le razze della terra. Alla fine, grazie alla guida di una guerriera umana che aveva saputo unire le divergenze razziali di ogni popolo, per il raggiungimento di un bene comune più importante, la terra stessa, le forze terrestri avevano vinto su quelle celesti, anche grazie alla compassione delle divinità del fuoco, che avevano regalato alla giovane eroina il potere dell’energia interiore pari a quello di tutti i draghi presenti sulla terra, che, grazie alla sua volontà, era esploso con forza contro Khios, la perfida dea che aveva scatenato la guerra con lo scopo di distruggere tutti gli abitanti delle terre conosciute. Aveva una gran confusione in testa, adesso. Guardò con attenzione la sua spada. Nell’impugnatura vi era raffigurato un drago di fuoco. Continuò a fissarla a lungo. Quella spada era stata un regalo di uno sconosciuto quando ancora non aveva compiuto il quindicesimo anno di età. Lei l’aveva presa con entusiasmo e l’aveva riposta sotto il suo letto, con il proposito di riprenderla una volta compiuto il ventesimo anno e di andare in giro per Hailer come un’avventuriera. D’altronde la vita di quei tempi era quella, o si studiava da mago, o si stava nei campi, o si faceva il mercante, o il monaco oppure, se l’animo era virtuoso e il corpo forte, si diventava guerrieri…e lei ora lo era. Non ricordava nulla dell’uomo che gli aveva regalato la spada…eppure avevano parlato a lungo di una terra lontana, dove era nata lei, che adesso era sommersa dal mare, ma che avrebbe potuto risplendere, un giorno, grazie a quella spada e a lei. Lui l’aveva chiamata la spada del destino. Si girò verso l’amica Nhesi con aria grave. L’amica a sua volta la guardò con insistenza, nonostante fossero amiche d’infanzia, ancora non riusciva a leggere nei suoi occhi e questo un po’ la turbava…lei era una maga, e leggere i pensieri degli altri era un gioco da ragazzi, perché invece gli occhi di Calindra non le rivelavano mai nulla? Come riusciva a celarle ciò che ardeva nel suo cuore? Distolse di colpo lo sguardo.
    << Hai mai sentito parlare di Garlen? >>
    La giovane maga dissentì. Non gli era mai capitato di sentire un nome che finisse per “en”.
    <<Che lingua è? Non ho mai sentito un suono simile, è il nome di qualcuno che conosci?>>.
    Gli occhi di Calindra persero la luce che avevano fino a poco tempo prima. Sospirò.
    <<Non importa, andiamo, devo portare questa pergamena a Zhasi, credo sia qualcosa di importante>>.
    <<Ma che dici, a me sembra solo una storia di quelle che si raccontano a piccoli maghi quando entrano per la prima volta in accademia…>>.
    <<Tu l’hai frequentata l’accademia, perché allora non ne sai niente?>>.
    <<Non saprei…magari non sono stata attenta…>>.
    <<O magari nessuno vuole raccontarla…>> Tagliò corto Calindra.
    <<Scommetto che ti interessa perché quella guerriera di cui si parla ha il tuo stesso nome…>>.
    Calindra si fermò di colpo. Era vero. Le interessava così tanto anche perchè quella misteriosa ragazza umana aveva il suo stesso nome di origine. Calindra era venuto dopo, quando gli elfi decisero di adottarla dopo averla trovata in fin di vita nel bosco.
    <<Anche, può non essere una coincidenza…si spiegherebbe perché ho dovuto cambiarlo con uno nuovo…>>.
    <<Secondo me, sei uscita fuori di testa, ma se ci tieni tanto a parlare con quella vecchia maga... fai pure. Ora andiamo>>.
    Le due ragazze s’incamminarono lungo il sentiero.
    Entrambe rimasero in silenzio per tutto il tempo fino a che Calindra non si rivolse nuovamente all’amica.
    <<La strada sarà lunga, Nhesi, vuoi riposarti un po’ prima che faccia giorno?>>.
    L’amica la guardò con aria perplessa.
    <<Credi forse che tu abbia più resistenza di me? Non ho bisogno di riposo, proseguiamo>>
    Calindra la guardò con aria seria.
    <<Bè, se vuoi continuare, continua pure, io ho bisogno di riposo, ho voglia di dormire, riprenderò all’alba…ci rivediamo domani allora…>>.
    Nhesi esitò un attimo.
    Calindra se ne accorse e si sdraiò sull’erba rigirandosi per cercare una posizione comoda. Una volta trovata chiuse gli occhi e sospirò. Iniziò a fare finta di dormire.
    L’amica la osservò curiosa. Forse Calindra aveva ragione, era meglio riposarsi un po’…ma l’orgoglio faceva a lotta con la ragione dentro il suo giovane cuore. Calindra era sempre stata un punto di riferimento per lei, ma anche una rivale. Bellissima e selvaggia, con quei capelli che sembravano di ebano e la carnagione rosea come se fosse venuta al mondo da poche ore, incontaminata, pura, era sempre stata meglio di lei in tutto, ma nonostante ciò, pareva non farci caso. E questo a lei dava ancora più fastidio. Figlia dei migliori maghi di Hailer, non poteva sopportare che una ragazza umana, considerata inferiore per proprietà di razza, fosse così eccelsa di fronte a tutti, in modo tale da oscurarla. Ma, anche se la odiava con tutte le sue forze, in fondo, le voleva bene, ed era per questo che non si separava mai da lei…fino a questo momento. Adesso, dopo ben sedici anni, avrebbe provato a vagare per il mondo da sola. Gli sarebbe mancata, sì, ma era stanca di esserle seconda in tutto. Avrebbe dato una svolta alla sua vita. S’incamminò verso il sentiero. Ad un tratto la voce di Calindra la fermò. <<Non andare, aspetta a domani…andremo insieme>>
    <<So cavarmela da sola…o dubiti anche di questo?>>.
    <<Non ho mai dubitato di te, Nhesi…>>
    Nhesi rimase immobile per alcuni secondi.
    <<Tu sei stata la mia maledizione Calindra…è giusto che le nostre strade si dividano…poi, se dovessimo rincontrarci, decideremo quale sarà il nostro futuro…ma per ora…>>.
    <<Perché mi odi così tanto? E’ perché sono così diversa da te? Perché non sono un elfo? Io non so perché mi ritrovo qui, ma voi mi avete accolto, ed io vi stimo e vi ammiro…soprattutto a te, Nhesi. Sai fare cose che l’immaginazione neanche può percepire, la tua forza è tale che potresti distruggere Hailer se solo lo volessi…>>.
    <<Taci, perché continui a prenderti gioco di me? La tua forza è di gran lunga superiore alla mia…da quando avevi 13 anni….>>
    <<Ma che dici? Io non ho forza che nelle braccia e nelle gambe>>.
    <<Ti sbagli…la tua forza interiore è immensa…emani un’aura che si sente a leghe di distanza…ma tu non te ne rendi conto…non senti qualcosa che arde dentro di te?>>.
    <<Sì, ma, voi non considerate gli umani inferiori, proprio perché privi di potere?>>
    <<Ci sbagliavamo Calindra, il vostro potere è notevolmente superiore al nostro…solo che…>>.
    <<Solo che…>>
    <<Solo che voi non riuscite ad usarlo…esplode così, senza preavviso e neanche voi sapete quanto è immenso…dovreste imparare ad usarlo>>.
    <<Puoi insegnarmelo tu…>>
    <<No, prova dalla tua maga…lei sa la tua storia, è giusto che vada da lei…le nostre strade si separano qui Calindra…Addio>>.
    <<Addio Nhesi>>
    La giovane maga proseguì per il sentiero.
    Calindra la seguì con lo sguardo fino a quando non sparì fra gli alberi.
    <<Addio cara amica mia>> Sussurrò.
    Calindra non si sarebbe mai aspettata che l’amica più preziosa che aveva l’avrebbe lasciata così, senza un preavviso…solo ora comprendeva i suoi modi ricchi di orgoglio, in fondo, nonostante le volesse bene, dentro di lei il demone dell’invidia logorava il suo cuore. Allora forse aveva ragione, era meglio che le loro strade si dividessero per un po’ di tempo. Il sole ormai si stagliava alto nel cielo, probabilmente, pensò Calindra, era passata da poco mezza giornata. Decise di prendere uno spago dalla sua borsa e lo arrotolò intorno ai suoi capelli come fosse una treccia... notò con stupore che ormai erano quasi arrivati al ginocchio. <<E' arrivata l'ora di tagliarli...>> Disse guardandoli. Prese la sua spada e ne tagliò un tanto pari alla metà della stessa. <<Così dovrebbe bastare>> Li legò nuovamente con lo spago.
    <<Va bene...>> Sussurrò .
    <<Se quello che vuole è questo, che sia...>>
    Detto questo incominciò a camminare verso est. I suoi passi si susseguivano svelti e lineari...quasi perfetti nella loro ampiezza. Davanti a lei si stagliavano, immerse nel verde, decine e decine di betulle, le loro foglie al frusciare del vento sembravano quasi cantare, mentre, vanitosamente, facevano svolazzare il loro bel vestito argentato. Ancora più in là...a giorni di distanza si innalzavano nel loro splendore le montagne di ghiaccio...dove mai nessun abitante di Hailer aveva messo piede. Circolavano tantissime leggende sulle montagne di ghiaccio...si diceva che aldilà di esse i figli degli dei degenerati avessero preso forme e dimensioni mostruose, ma Shayla non aveva mai creduto a storie del genere...se realmente ci fossero state creature così mostruose in giro per
    le terre emerse, allora di certo si sarebbero fatti sentire. Mentre percorreva il piccolo sentiero che anni e anni di attraversate avevano reso più docile, notò con sorpresa che quasi tutte le pietre avevano una forma a goccia e che il loro colore scuro, alla luce del sole brillava come fossero ricoperte d'acqua. Ne prese allora una in mano ma era asciutta. Senza pensarci troppo la mise dentro la piccola sacca che portava sempre con sé e continuò il suo cammino. Camminò senza fermarsi per ore ed ore, noncurante della fame e della stanchezza fino a quando un improvvisa fitta al petto la costrinse a fermarsi.
    << Cosa mi succede? Non mi era mai accaduto prima>>
    Incominciò velocemente a spogliarsi. La fitta era talmente forte che sembrava quasi che qualcosa l'avesse ferita.
    <<Ma questo è sangue...>> Sussurrò sottovoce
    <<Come è possibile...>>
    Incominciò a togliersi anche l'ultimo vestito che aveva addosso.
    <<La pietra lucente!>>
    Con sua meraviglia notò che la pietra che aveva raccolto poche ore prima era conficcata sul suo petto...non del tutto fortunatamente...
    <<Maledetta pietra>> Disse urlando mentre la scaraventava lontano da lei.
    Esaminò la ferita a lungo, e, grazie agli dei, non era niente di grave...la tamponò con i suo vestiti poi si rivestì velocemente. Guardò se la luce del giorno le avrebbe permesso di continuare per un altro po'. Il sole era ancora abbastanza alto in cielo così decise di proseguire per un altro tratto.
    <<Aspetta!>> Urlò una vocina dal terreno...<<Tu mi hai liberato...e io ti devo i miei servigi>>
    Calindra si voltò un altra volta, ma non vide nessuno...
    <<Io ho un'anima antica...non sono l'unico ma gli altri sono tutti rinchiusi in elementi della natura dai tempi delle origini...noi abitavamo le terre emerse prima di Khios...>>
    <<Khios...ma...allora non è solo una leggenda...tu non avresti potuto sapere...ma chi sei....dove sei...non riesco a vederti...>>
    <<Ancora non sei pronta...ma mi vedrai un giorno, quando ricorderai>>
    <<Ricorderò cosa...>>
    <<Non posso dirtelo io...altrimenti la profezia verrebbe annullata...i testi antichi parlano di te dalle origini della vita sulle terre emerse. E dal principio venivano già considerati antichissimi...di te si sa dall'origine dei tempi...>>
    <<Ma cosa dici...>>
    <<E un giorno, quando ella non avrà compiuto ancora il quindicesimo anno di età, uno spirito reso vivente gli porgerà la spada del destino...forgiata col sangue degli antichi...benedizioni e maledizioni saranno rinchiuse in essa e solo la su mano potrà stringerla...tutti coloro che non saranno degni diverranno creature dell'acqua, perchè possano purificare per l'eternità la loro anima. >>
    <<La spada del destino...>>
    <<Esatto. La tua spada>>.
    Calindra si fermò un attimo.
    Prese in mano la sua spada, la osservò attentamente. Sentì la lama divenire sempre più calda.
    Non disse nulla allo spiritello e la rimise nel suo fodero.
    In fondo dentro il suo cuore, aveva sempre saputo di essere nata per qualcosa. Di essere nata per compiere qualcosa di importante. Si era sempre sentita differente dai suoi amici…sapeva già che il suo destino sarebbe stato l’immortalità.
    Riprese il suo cammino.-

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. A

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    Membro

    Genesis, inizia a seguire le indicazioni del testo, ad esempio controllando la grammatica. Ti faccio solo un esempio, dimmi se trovi un errore nel testo da te scritto:

    "Non ricordava nulla dell’uomo che gli aveva regalato la spada…eppure avevano parlato a lungo di una terra lontana, dove era nata lei,"

    Lo trovi?

    passiamo ad altro, che è meglio, tanto per parlare di Pthor e déi
    più o meno nordici

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    Pubblicato 14 anni fa #
  28. k

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    Membro

    Genesis, non sta scritto da nessuna parte che uno debba scrivere per forza. Uno scrive se ha delle storie da raccontare. Sennò non si può mettere a inventare un mare di cazzate - tratte soprattutto dagli spunti di altri libri - solo per avere la scusa di scrivere. Mi spieghi a che serve? Se non hai storie tue, pensa a viverle allora. E solo poi, magari, le racconterai. Sennò, così, si chiama grafomania.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. cameriere

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    Membro

    non si scrive pthor,
    ma phthor.
    tutti sanno che il dio aveva problemi di acidità i pelle.

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. Genesis

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    Membro

    Per A . Trovato l'errore, ma non l'avevo ricontrollato, è storia vecchia, l'ho messo tanto per, dato che parlavamo di fantasy.
    Per K, copiato non credo proprio, l'ho scritto quando avevo sedici anni e non ho mai letto libri fantasy, lo leggevo ai miei compagni durante l'ora di ricreazione al liceo. Comunque non l'ho mai finito, perchè in effetti sul fantasy non ho nulla da dire, sò solo le regole di base: parlare di razze mitiche per lo più nordiche, devono essere ambientati nel medioevo immaginario (dato che le epoche in cui si svolgono per lo più sono ancora più antiche) e ci deve essere un pò di simbiologia. Io ho scelto la spada allora, perchè Calindra dovrà usarla per combattere. Il nome l'ho preso dalla "lancia del destino" quella che secondo molti, era stata utilizzata per trafiggere Gesù alla croce, poi io ho dato il personaggio principale ad un umano, perchè sono umana, non potevo mica mettere un elfa. Così ho inventato. Per il resto, dove lo avrei copiato?

    Pubblicato 14 anni fa #

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