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SENSI POETA

(31 articoli)
  1. k

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    Qualche tempo fa, sull'altro forum, il Sensi si era prodotto in due o tre frammenti di poesia alla lima, alle macchine ed alle officine. Il suo intento era chiaramente provocatorio e mirava sostanzialmente a prendere in giro il Fer. Il risultato però a parere nostro (quando si dice l'eterogenesi dei fini o serendipità) fu liricamente assai abbagliante e gli chiedemmo quindi in coro di proseguire. Ma non ci fu risposta.
    Orsù, Sensi, si rimetta all'opera. Faccia finta di non aver capito che la prendiamo sul serio. Continui tranquillamente a pigliare per il culo il Fer scrivendo un ode a un tornio o ad un laminatoio. Che gliene frega a lei? Metta giù tutte le puttanate che le vengono in mente, quelle che la fanno più ridere. Poi ci pensiamo noi a metterle in Colonia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. urbano

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    magari può piacere

    Ecco le creature d'acciaio che centuplicano le forze dell'uomo e fanno di lui l'essere più potente della natura.
    Il suo braccio, infatti, ha una forza molto limitata, ma egli ha inventato macchine della forza di mille braccia.
    La sua mano non potrebbe muovere che una piccola zolla di terra ma egli ha inventato macchine per scavare gallerie gigantesche e per traforare montagne di roccia.
    Il suo passo non gli permetterebbe di vincere le distanze e dominare il mondo, ma egli ha creato treni, automobili, aeroplani rapidissimi e navi potenti.
    L'aria, il vento disperdono con facilità la sua debole voce, ma egli ha scoperto la radio che gli permette di parlare al mondo intero.
    Macchine da lavoro, macchine da trasporto, macchine per creare altre macchine: ecco la vittoria dell'uomo sulle forze della natura.
    E le macchine dal cuore d'acciaio compensano l'uomo che le ha create, alleviando la sua fatica, risparmiandogli forze preziose.

    Però non so chi sia l'autore.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. sensi da trento

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    assolutamente no !!
    non prendevo in giro nessuno; anzi, ero tremendamente serio.
    quel giorno mi era capitato di pensare a carducci, che aveva scritto una poesia dedicandola al treno, simbolo del progresso. (*)
    In contemporanea mi veniva da pensare a quei cantautori (come baglioni o venditti) che, poveracci, a 60 anni suonati sono costretti a cantare gli amori degli adolescenti.

    nel mentre che riflettevo su tutte queste cose passavo per l'officina e mi sono preso un caffè alle macchinette insieme a altri operai (**).
    per chi non lo sapesse, il caffè delle macchinette nelle fabbriche è quanto di più schifoso si possa trovare in giro.
    eppure, nonostante questo, mi sentivo felice, nonostante fossi immerso nel rumore delle macchine e intorno ci fosse l'aroma (per me è aroma) del lubrificante dei torni sparato sul truciolo.
    da qui la mia richiesta.

    ---------------------
    (*) naturalmente, affianco a carducci, anzi un paio di gradini sopra, ci sono anche Mammut e shaw 150.

    ---------------------

    (**) nonostante quel che si dice, le chiacchiere in officina sono quanto di più gustoso ci sia. si va da quello (e lo trovi sempre) che ha un'amica che fa dei "servizi" (ma solo perchè quel bastardo del marito è scappato con un'altra lasciandola con i figli a carico) a quell'altro che ti chiede soldi ("facciamo un sistema insieme e vinciamo". solo che non ti fa mai vedere le schedine che gioca)

    il mio preferito però è il Walter: "Ti che ne sai ?? Mi g'ho sta' 61 giorni en prisòn, Diobon". vabbè, lui non dice proprio Diobòn ma il senso più o meno è quello. Solo che per qualche strano motivo si dimentica che quei 61 giorni li ha fatti durante il militare. lo mandarono a gaeta a fare la guardia carceraria a Kappler.
    beh, da un punto di vista tecnico è stato veramente 61 giorni in prigione

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. k

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    Bene, Sensi, vada avanti: che sta aspettando? (In Fulgorcavi però il caffè delle macchinette era pure buono).

    Quello di Urbano invece non so neanch'io chi sia. Alcuni lontanissimi echi potrebbero far pensare al futurismo, ma il tono generale è assolutamente trombonesco e retorico. Niente a che vedere col lirismo specifico delle specifiche macchine e lavorazioni del Sensi. La "poesia" difatti non sta e non può stare in un' "idea" o "concetto" in generale della macchina - cosa che attiene per definizione al regno della logica o della filosofia - e quindi nemmeno in un'apologia delle idee o dei concetti. La "poesia" sta solo nel "sentimento" delle cose e dei fatti concreti e specifici. In Sensi quindi le macchine sono poesia perché sono "individui": sono loro che hanno un'anima. In quel tuo trombone invece, Urba', le macchine sono solo un pretesto per cantare sé stesso.
    ("Individui" come Eucalipto, per esempio.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. sensi da trento

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    In Sensi quindi le macchine sono poesia perché sono "individui": sono loro che hanno un'anima

    mhmmmm

    sa che non ci avevo mai pensato??

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. k

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    Eeeh, a troppe cose lei non pensa.
    Si metta sotto a scrivere.
    Ci racconti macchine, lavorazioni ed officine.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. rindindin

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    LA SI LASCI STARE IL FER!

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. rindindin

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    Sensi si possono leggere alcune poesie qui? Mi sono incuriosita.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. sensi da trento

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    Sensi si possono leggere alcune poesie qui? Mi sono incuriosita.

    mi spiace ma ho venduto l'esclusiva ad apicella.
    dice che vuole farne delle canzoni...

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. rindindin

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    ok fai il prezioso...;)

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. A

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    no, è che chiede un bicchiere di quello buono, e qui non si può donare

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. k

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    Ho appena ricevuto dal Sensi una proposta che non so se è interessante, ma sicuramente è divertente. Lui propone una specie di canto popolare pontino a scrittura collettiva (da chiamarsi forse I FIGLI DEI GIGANTI) proponendone già la prima strofa e un ipotesi di ritornello fisso. Adesso gli altri dovrebbero fare il resto.
    La struttura - mi dice - dovrebbe essere abbastanza semplice. Per la lingua, possono usarsi indifferentemente sia il dialetto latinese-romanesco che la lingua italiana e quella venetopontina. L'una non esclude le altre. Le strofe dovrebbero essere tutte di quattro versi ottonari, di cui i primi tre in rima fissa e il quarto tronco. Ovviamente, la rima di riferimento cambia di strofa in strofa. Il ritornello invece è in senari, ma lui dice di non pensare troppo al ritornello e di concentrarsi invece sui temi e sulle strofe che - per quanto popolari, fescennine e un po' vantone - un minimo di rapporto all'epos dovrebbero pure averlo.
    Decidete voi. Io non so che dire. Riporto e basta. Ecco qui i testi che mi ha appena mandato. Non me la sono sentita di intervenire censoriamente in alcun modo.

    I FIGLI DEI GIGANTI

    Semo i figli dei Giganti,
    n'occhio dietro e uno avanti,
    s'enculamo a tutti quanti,
    nun ce fàtece ncazzà.

    Adesso - dice lui - dovreste andare avanti voi.

    Il ritornello invece (che non ho capito se si dovrebbe ripetere due volte, ma che una volta definito rimane sempre lo stesso) dovrebbe essere il seguente:

    Romani der cazzo
    passate alla larga,
    Latina ve cionca,
    se solo ve chiappa.

    Romani der cazzo
    tenéteve a stretta
    Latina ve magna
    e poi ve riggetta.

    Non so che dire, amici e compagni, ma - come sapete - non sono mai rimasto insensibile ai contributi poetici del Sensi. Fate vobis.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. sensi da trento

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    a dire il vero, adesso che rileggo la seconda strofa del ritornello non è che sia più tanto convinto.

    io vorrei cambiare la

    Romani der cazzo
    tenéteve a stretta
    Latina ve magna
    e poi ve riggetta.

    in

    Romani der cazzo
    andate lontano
    che qua c'è l'andazzo
    di rompere l'ano

    certo, c'è ancora da lavorare molto sulla metrica.
    vi ringrazio per il vostro aiuto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. k

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    Membro

    Mi pare buona. Non scarterei però - se Lei mi permette un modesto contributo - nemmeno:

    Romani der cazzo
    movéteve 'n fretta
    su quella Mediana.
    Che Dio la 'nchiappetta!

    Decide lei, comunque, nostro massimo poeta del momento.

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. Siamo alti o siamo bassi
    ce magnamo pure i sassi
    siamo poveri ma belli
    ve grattamo li gioielli

    siamo venetopontini
    o emilianomarocchini
    famo quello che ce pare
    e sparamo alle zanzare

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. Mi sa "La stirpe dei giganti" suona meglio.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. k

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    Bassoli, la seconda strofa e soprattutto il titolo sono eccellenti. Era ora. Bravo. Continui così.

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. Fossimo pesci saressimo squali
    lavamo i stracci dentro i canali
    le strade nostre so' le Migliare
    semo briganti senza lupare

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. Giocamo a calcio mejo de Totti
    e pure a letto famo li botti
    in casa tenemo er busto del duce
    ma non pagamo manco la luce

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. Fossimo pesci saressimo squali
    lavamo i stracci dentro i canali
    le strade nostre so' le Migliare
    semo briganti senza lupare

    Bella fernà, secondo me, alla seconda strofa, "lavamo li stracci dentr'ai canali".

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. big one

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    Membro

    NANI E GIGANTI

    Io so' romano, nun me nasconno,
    arivo a Latina e trovo 'sto monno.
    Le donne so' belle, la duna t'incanta.
    Decido: me fermo. So' i primi anni ottanta.

    Io vivo de sport e e co quello ce campo
    finchè coro e sarto so' tutti contenti.
    Poi ariva er momento che nun te la senti
    e allora so' cazzi: finisce in un lampo.

    La vita va' avanti, la storia se imbroja
    de damme un lavoro nisuno cià voja.
    Me metto a studià e vinco er concorso,
    Ritorno a Roma però ciò un rimorso.

    Quanno pe' anni vivi 'sto posto,
    le strade, le piazze, so' come 'na casa
    nun poi mollà tutto e fa' tabbula rasa,
    la testa ce torna, hai voja a esse tosto.

    Vengo a Latina finito er lavoro,
    richiamo l'amichi, me vedo co' loro.
    Me porteno a spasso, me levo le voje,
    poi ariva quer giorno e conosco mi' moje.

    Lei puro è romana: sta qui a lavorare.
    De rivenì a Roma manco ne parla.
    La vojo davero, starei anni a guardarla.
    Decido in un amen: so' io er pendolare.

    Da allora ventanni so' più che passati.
    Frequento 'sto forum de amici fissati
    co' la scrittura e leggo d'un fiato
    de 'sta proposta der mito cantato

    de li Giganti che hanno fatto sta tera
    strappandola all'acque e alla malaria,
    ggente comune che cambiò aria
    pe' rende sta zona la nuova frontiera.

    È Sensi da Trento che cià la pensata
    e Kappa de corsa je l'ha vidimata.
    L'idea nun è brutta e leggo du' versi
    messi lì a caso, quasi dispersi:

    è er ritornello che unisce le strofe,
    e se ripete durante er canto.
    A noi Romani rivolge 'sto vanto
    de rompece er culo come alle scrofe.

    I fiji dei giganti ce l'hanno co' me?
    Ce penso sopra e nun trovo er perché
    Io a 'sta Città je vojo un gran bene
    che pe' tornacce so' state pene.

    Perché te la piji cor vicino famoso
    si devi cantà l'ode a chi ha smosso
    tanto st'ambiente d'avette permesso
    la vita, er lavoro e un futuro gioioso?

    Ma n'antra domanda me nasce tra tante:
    semo sicuri che er fijo der gigante
    che oggi in versi esce dai ranghi
    nun sia, sotto sotto, er nano Bagonghi?

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. k

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    Abbìg, alcune strofe vanno bene, altre ed altri versi no, anche se come titolo sarebbe meglio “Coda di paglia”. Buone comunque sono quelle in decasillabi anapestici, ma complessivamente non c'è il rigore metrico. C'è da lavorare, come ovviamente c'è da lavorare sul "racconto" della tua composizione.

    LA QUESTIONE DEL METRO DEL VERSO S'è COMUNQUE GIà POSTA IN FER, CHE HA PRODOTTO IN ALCUNE STROFE DEGLI OTTONARI, IN ALTRE DEI DECASILLABI ANAPESTICI CON ALCUNI IPERMETRISMI ANCHE LUI. SENSI INVECE ERA PARTITO CON GLI OTTONARI. SI TRATTERà DI METTERSI D'ACCORDO E DECIDERE POI LA SOLUZIONE MIGLIORE. In ambo i casi, sono comunque due metri più che adeguati al concetto di poesia polare da trasformarsi eventualmente in canto musicato. Per quanto concerne fer, però, ci sono alcune modifiche da fare, perchè lui non può cominciare una strofa con versi di dieci sillabe e infilarcene poi uno da undici (capito, Big?)

    Giocamo a calcio mejo de Totti
    e pure a letto famo li botti
    in casa tenemo er busto del duce
    ma non pagamo manco la luce

    In questo caso per esempio (fermo restando che sul piano contenutistico i due versi "Totti/botti" non valgono un cazzo, essendo molto più potente l'immagine degli altri due, e non per il "duce" ma proprio per la "luce") l'unica sarebbe:

    Giocamo a calcio mejo de Totti
    e pure a letto famo li botti
    sur comodino 'r busto der duce
    ma non pagamo manco la luce

    PER BIG
    In ogni caso, Big, cerca di ricordare che in tutta la nostra titanica grandezza d'animo gigante, noi t'abbiamo sempre trattato bene e non te l'abbiamo mai fai fatto pesa', e a tutti quelli che ce lo chiedevano, noi dicevamo semppre: "Ah, non lo so, però mi sa che è di Borgo Carso, o de un paese vicino a Siracusa, in Val d'Aosta, a Timbuctù”. Avemo sempre fatto finta de niente. Ma tu niente da fa', sei de coccio! Ma proprio corazziere! Ma che bisogno c'era de veni' qua davanti a tutti a di': "Sì, so' un romano der cazzo"? E di' che sei de Terni, no? Comunque non ti buttare giù, non c'è niente a cui non si possa mettere un rimedio. Mo' appena sto bene, ci vediamo un pomeriggio con tutti quelli del "primo cerchio", arriviamo al canale delle Acque Medie, ti porti uno zinale bianco, ti caliamo nelle sacre acque e io e Sensi ti battezziamo per ora e per sempre "venentopontino ex romano der cazzo". Contento? (N'altra volta, però, prima di postare qualunque cosa sul Forum, perchè non la fai vedere un attimo alla Ternana? Quella te menava, Big, non te la faceva fa' sta cazzata. Mo' te scancello pure dalla copertina del libro.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. big one

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    Quella te menava, Big, non te la faceva fa' sta cazzata. Mo' te scancello pure dalla copertina del libro.)

    me sa' che sul libro devi scancellà pure la dedica alla perugina - non ternana (che provochi pure lei?) - perchè, non ci crederai ma, come la moglie del tuo amico editore di Latina, stavolta mi ha dato ragione.
    Eppoi io mica so' poeta, ho sentito dietro qualcosa che bruciava, e ho cercato di spegnerla.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. Avallo le modifiche torquemadee e cappesche.
    Per ciò che riguarda la metrica, mi dichiaro progioniero politico e mi rimetto alla clemenza della corte.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. A

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    I romani
    dicevano
    che a latina
    sui pulman
    si saliva
    davanti

    E questo
    per loro era
    un
    male

    Ma
    mica
    è
    tanto
    vero

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Vestiti di nero passamo col rosso
    a volte qualcuno finisce nel fosso
    si scrive Latina, si legge Latrina
    'n'intera città che va a cocaina

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. k

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    Membro

    ?

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. Fernando Fernando, come perdere, in un colpo solo, tutti i punti guadagnati.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. A

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    Membro

    Invece io vi dico che Bassoli stavolta ha colto un punto centrale.
    Basta con questo stereotipo dell'antiromanismo. Siamo un quartiere di roma, mettetevelo bene in testa.
    Bravo Fer.

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. k

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    Membro

    Siamo chi? Lei è un transfuga. Parli solo de Sissi.

    Pubblicato 14 anni fa #

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