Anonima scrittori

Forum Anonimascrittori » Anonima Scrittori

Storia di Karel

(85 articoli)
  1. zaphod

    offline
    Fondatore

    Esce il 20 novembre, qualora ancora non ve ne fosse arrivata notizia, il nuovo romanzo di Antonio Pennacchi intitolato Storia di Karel. Pare che qualcuno lo abbia già avuto per le mani, Massimo Giletti oggi lo sbandierava in trasmissione, per dire.

    Queste le note di copertina:

    “Il nostro era l’ultimo pianeta ai confini della galassia. Dopo di lui, solo il buio”.

    La Colonia è un lembo di terra ai confini della galassia. I suoi abitanti, pochi, nel deserto e lontani dal mare, sono costretti a vivere secondo princìpi ferrei. Tutto è regolato da un fantasmagorico potere, invisibile, globale e realissimo, quello della Federazione.

    Sui giorni e le ore dei coloni aleggia un clima plumbeo talvolta interrotto dai rari e improvvisi quanto fugaci arrivi di un circo. Due divieti assoluti vigono sui coloni: non possono far uso di tabacco e utilizzare petrolio. A spezzare questo clima, a infrangere le due proibizioni, pensano tre bambini in fuga e una donna curiosa e vagheggiante di nostalgia per suo padre. Basterà poco per risvegliare l’ingegnosità, la brama di conquista e di progresso − in realtà mai sopiti del tutto − dei coloni, e il loro desiderio di ribellione.

    Antonio Pennacchi torna al romanzo con uno sguardo sul futuro che si abbatte impietoso sul nostro presente dimesso e depresso, per lanciare un grido di speranza; e riesce ad animare un mondo fantastico, popolandolo di personaggi indimenticabili, straordinari, malinconici, sognatori, burberi, eccessivi, sempre e comunque troppo umani: dall’intellettuale Karel all’inventore Foost, dal reverendo Jacob alla flessuosa Ursula, da Erika che ha un marito in cerca di miniere perdute a Sophie, che dal marito è stata abbandonata.

    Storia di Karel ha tutta la sensibilità romantica di Antonio Pennacchi, impiantata in un mondo che rende omaggio ai grandi autori della fantascienza, e non solo.

    Pubblicato 10 anni fa #
  2. zaphod

    offline
    Fondatore

    Il primato per la prima recensione ufficiale spetta a Stefania Vitulli per Il Giornale

    La decrescita? Una bufala galattica.

    Storia di Karel è un romanzo per chi ha voglia, con la letteratura, di divertirsi davvero. Intanto a scoprire come si fa a giocare da maestri con le storie - le proprie e quelle dei grandi che hai amato per una vita - e a far diventare il lettore un ponte tra realtà e narrazione senza che gli pesi nemmeno un rigo. Esiste una storia d'Italia dragata fin nelle fondamenta, che va dal primo dopoguerra agli anni Settanta. L'Italia del boom, e poi della crisi, e poi ancora della crescita. Credevamo di conoscerla, ma Pennacchi la consegna alla fantascienza e la reinterpreta grazie agli abitanti del suo remoto mondo futuribile. In Storia di Karel la fantomatica Federazione appioppa la decrescita come regola a una Colonia dimenticata. I pionieri diventano una società chiusa a sviluppo zero, tabacco e petrolio sono crimini contro l'umanità, e se ogni tanto c'è qualche surplus d'energia, d'estate si riattiva il cinema all'aperto. Chinare il capo? Con Pennacchi giammai: piuttosto confusi che battuti. La ribellione funziona. Il boom riscoppia, il petrolio si riscopre, la plastica si reinventa. Insomma, si ricomincia a lavorare. E più la fatica t'ammazza, più diventi gentile, perché «il lavoro, non c'è niente da fare: nobilita l'uomo». Storia di Karel è un invito a riprendersi dal buio, perché «lo sviluppo funziona così: a processi cumulativi. Finché non c'è niente, continua a non esserci e non muoversi niente. Ma appena parte un po' di movimento - una iniziativa nuova, un traino, una novità - allora partono i processi emulativi». Pennacchi sposa Kill Bill con la Fiat 127, Ciao ciao bambina con le massime dei compagni di lavoro in Fulgorcavi, due paia di Lotto bianche numero 45 con le iscrizioni funerarie romane. A tutto sovrintendono Twain, Verne, Bradbury e le copertine Urania di Karel Thole. L'ideazione di questo romanzo di fantascienza - ma «una fantascienza sociologica non di quelle alla Robocop o quelle cose apocalittiche» - viene da una sperimentazione collettiva (i primi due capitoli sono stati pubblicati sul sito di Anonima Scrittori, il libro intero doveva uscire per Dalai). Ma il genere in questione è passione antica per il fasciocomunista: che cosa divorava, tra un picchetto e un'occupazione, il Benassa dell'esordio Mammut (Mondadori), eroe operaio dominatore delle assemblee, se non i classici della fantascienza?

    Pubblicato 10 anni fa #
  3. cameriere

    offline
    Membro

    Si' si' vabbe'
    Ma quando andiamo a cena?

    Pubblicato 10 anni fa #
  4. k

    offline
    Membro

    Sei tu che devi dirci quand'è che ti danno la libera uscita. Poi noi ci regoliamo.

    Pubblicato 10 anni fa #
  5. Non m'aspettate, mi raccomando 'a stronzi

    Pubblicato 10 anni fa #
  6. cameriere

    offline
    Membro

    ah!
    io questa settimana sono libero
    mercoledì, giovedì
    dalle 20,30
    alle 22,00 (poi c'ho sonno)
    anche venerdì magari.

    prossima settimana chi può dirlo

    Pubblicato 10 anni fa #
  7. llux

    offline
    Membro

    "A cosa serve la matematica?"
    "La matematica serve ad essere felici"

    Piccola perla, mi è rimasta dentro. Forse perché lo sapevo senza saperlo.
    Buon vento, Maestro K

    Pubblicato 10 anni fa #
  8. zaphod

    offline
    Fondatore

    Per curiosità, non lo dico a nessuno, dove lo hai trovato il libro in anteprima?

    Pubblicato 10 anni fa #
  9. k

    offline
    Membro

    Per inciso, nelle note è specificata la fonte (purtroppo non è mia, è di Sensi, che l'ha rubata a un altro di cui non ricorda il nome).

    Pubblicato 10 anni fa #
  10. llux

    offline
    Membro

    Non ce l'ho il libro in anteprima, l'ho sentita dal Maestro in una delle sue letture da Piermario. Quando ascolto una cosa bella non la dimentico più.

    Pubblicato 10 anni fa #
  11. Sì, ma non è vero. Lo sanno tutti che la matematica è inutile!

    Pubblicato 10 anni fa #
  12. Davvero pregna e degna la recensione della Vitulli. Ne ha messe di cose in poche righe...

    Pubblicato 10 anni fa #
  13. llux

    offline
    Membro

    Sì, ma non è vero. Lo sanno tutti che la matematica è inutile!

    Applichi un teorema, segui le regole e su quel foglio va tutto a posto. Prova invece a farlo nella vita di tutti i giorni...se non è felicità questa.

    Pubblicato 10 anni fa #
  14. Bah, con la matematica i conti non mi tornavano mai, altro che felicità. La matematica rende felici solo quelli che la conoscono bene

    Pubblicato 10 anni fa #
  15. Trovo la trama di storia di Karel molto interessante ed attuale. Bella anche la copertina. Il titolo come al solito non mi piace

    Pubblicato 10 anni fa #
  16. zaphod

    offline
    Fondatore

    Sì, Fernà, ma ogni tanto un libro leggilo, però.

    Pubblicato 10 anni fa #
  17. zaphod

    offline
    Fondatore

    Per esempio Ferna', sulla home ce n'è un capitolo assaggio, che oggi ha fatto il record di accessi al sito...

    Pubblicato 10 anni fa #
  18. Lo sto leggendo. A parte che ogni volta che leggo "Foost" ho i lucciconi, cazzo se è bello.

    Pubblicato 10 anni fa #
  19. Lo leggerò senz'altro, datemi il tempo. Prima devo leggere Canale Mussolini. A naso, mi sento di dire che sondare il tema attualissimo della decrescita economica potrebbe risultare l'arma vincente di questo libro, perché è proprio con questo concetto che siamo costretti oggi a confrontarci, per capire qual è la giusta direzione. Ormai delle due l'una: o si va avanti o si torna indietro. Già, ma se torniamo indietro i debiti chi li paga?

    Continuare a (provare a) scrivere nuovi libri o accontentarsi di rileggere i classici risparmiando energie, tempo ed alberi?

    Pubblicato 10 anni fa #
  20. A.

    offline
    Moderatore

    Secondo me a sta botta te menano, fernà

    Pubblicato 10 anni fa #
  21. A.

    offline
    Moderatore

    Secondo me a sta botta te menano, fernà

    Pubblicato 10 anni fa #
  22. A.

    offline
    Moderatore

    e comunque a me stai simpatico perché sei parresiasta

    Pubblicato 10 anni fa #
  23. Finito Storia di Karel.

    Ecco, lo dico, è il mio libro preferito tra quelli scritti da Pennacchi, pure meglio di Canale Mussolini. Sì, perché è più svagato, ironico, divertente. Un libro fiume, ricco, che ti fa ridere, che ti commuove, alto ma profondamente umano.

    Hai fatto la metà del tuo dovere, un'altra volta.

    Pubblicato 10 anni fa #
  24. Parresiasta sarà lei...

    Pubblicato 10 anni fa #
  25. llux

    offline
    Membro

    Finito Storia di Karel anche io; adesso so di abitare giusto sulla faglia e di lavorare nel deserto: è una storia piena d'amore per questa città e per chi ci vive (forse non proprio per tutti, ma per la maggior parte di noi sì).
    Commovente, pieno di vita, bellissimo. Quoto Faust: Storia di Karel è il mio preferito, più di Canale, di Palude, dell'Addendum delle Iene e dei racconti di Shaw 150.

    L'ho sentito leggere in quest'anno e mezzo quando ho avuto la fortuna di esserci: l'avevo capito che era bello, ma mica così.

    Pubblicato 10 anni fa #
  26. Woltaired

    offline
    Membro

    Smettetela di influenzare quelli lenti! Io sono a pagina 34 e non so se riuscirà a battere Palude, ok!?

    Pubblicato 10 anni fa #
  27. Basta che mi fate venire la voglia di leggerlo e poi mi viene il vizio!

    Pubblicato 10 anni fa #
  28. zaphod

    offline
    Fondatore

    Storia di Karel appare timidamente al trentanovesimo posto della classifica delle vendite dei libri di fantascienza su Amazon.

    Pubblicato 10 anni fa #
  29. Wolt, storia di Karel batte Palude di qualche lunghezza. Non tantissime, ma sta sopra.

    Pubblicato 10 anni fa #
  30. zaphod

    offline
    Fondatore

    Ecco la recensione di Lorenzo Mondo su TuttoLibri, l'inserto de la Stampa.

    Pennacchi prova la fantascienza


    Nella Colonia galattica
    i mali della Terra

    Avevamo lasciato Antonio Pennacchi con Canale Mussolini, che raccontava l’epica colonizzazione dell’Agro Pontino ai tempi del Duce e rappresentava per l’autore il punto d’arrivo di un lungo percorso, caratterizzato da una dedizione pressoché assoluta alla terra natale. Con Storia di Karel siamo a una svolta inattesa. Anche qui ci troviamo in una colonia, ma si tratta di un pianeta, collocato agli estremi confini della galassia. Doveva essere la testa di ponte per il grande balzo in avanti, oltre il buio interstellare ma, fallito il progetto, Colonia è stata abbandonata a se stessa. Il suo isolamento l’ha portata a regredire verso forme di vita tralasciate da millenni, dal lume a petrolio alla trazione animale. Sopravvivono tuttavia -singolare reperti archeologici - varie testimonianze di un evoluto passato. Qualcuno coltiva ancora filari di microspecchi che producono un minimo di energia solare. Resta soprattutto in piedi la grande sfera di silicio che, per quanto attualmente trascurata, «memorizza tutto lo scibile umano».

    E’, per sommi capi, lo scenario, apparentemente solenne, delle «cronache marziane» inventate da Pennacchi. Popolate da personaggi che sembrano usciti da un angolo di cinematografica provincia americana (col nome anglofono contraddetto da certe cadenze della nostra parlata centro-meridionale): bizzosi, pettegoli, stravaganti, ossessionati dall’erotismo che sembra il solo rimedio alla noia stagnante. Ma sotto sotto cova la ribellione, il desiderio di novità: quello suggerito dagli spettacoli del circo che, una volta all’anno, approda avventurosamente a Colonia. Ecco allora la fuga di tre ragazzi, emuli degli eroi di Mark Twain, verso le terre inesplorate che, oltre il deserto, conducono al mare. Ecco la sollevazione maggioritaria contro i tabù imposti dalla lontana, tirannica Federazione: che riguardano l’uso del tabacco e la ricerca del petrolio. La sproporzione tra i due divieti è un indice della cifra scanzonata e giocosa con cui l’autore affronta il contenzioso, vivo ai nostri giorni, tra sviluppo e decrescita. Il suo racconto d’altronde si risolve in un frullatore dove una quantità di citazioni colte, da Aristotele a Spoon River, si mescola alla canzonettistica di ogni stagione, agli emblemi della pubblicità e del consumo contemporaneo: con una propensione, talora fatua ed esorbitante, a lepidezze e giochi di parole. Nel romanzo non mancano poi gli animali che parlano e agiscono, come il cane a sei zampe dell’Eni, «avatar» della potenza energetica.

    Il rinnovamento, annunciato dalla fuga dei tre ragazzi, si compie con l’impresa della giovane Corinne che, applicandosi a disseppellire le informazioni contenute nella grande sfera di silicio, reinventa, a partire dal motore a scoppio, tutti gli strumenti e le realizzazioni della modernità. Pennacchi, che non ignora lo scempio provocato nella madre terra da uno sviluppo incontrollato, e sembra a momenti inclinare verso le ragioni dei passatisti, si schiera infine con il progresso, con le speranze alimentate dalle giovani generazioni. E’ il significato che si desume dalla sua animata, magmatica e divertita favola. Dove si prendono le mosse da distanze stellari per parlare del nostro destino.

    Pubblicato 10 anni fa #

Feed RSS per questa discussione

Replica »

Devi aver fatto il login per poter pubblicare articoli.