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ARIDATECE 'R MURO

(24 articoli)
  • Avviato 14 anni fa da k
  • Ultima replica da parte di Faust Cornelius Mob
  1. k

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    Mi permetto di postare qui un bellissimo - secondo me - articolo di Miro Renzaglia sui vent'anni dal Muro uscito oggi 9/11/2009 su Il Fondo, una rivista telematica un po' fasciocomunista che, volendo, si può trovare su www.mirorenzaglia.org

    Ecco l'articolo:

    Vent’anni fa andò giù IL muro. Non un muro qualsiasi ma QUEL muro. Il muro che si voleva dividesse il bene dal male, la democrazia dalla dittatura, la libertà dal gulag, il capitalismo dal comunismo, l’Ovest dall’ Est. Era odioso, certo. Come sono sempre odiose le barriere che vietano il movimento, l’accesso, la libertà di transito fisico e intellettuale, materiale e spirituale. Il cemento armato, il filo spinato, non si possono amare: si possono solo odiare e sperare che vengano o siano tirati giù, o prima o poi. Così è stato… Eppure, eppure…

    Eppure, quel muro era un anche un simbolo. Un simbolo detestabile – abbiamo già detto - ma come tutti i simboli era fonte di sogni, fantasie, forse illusioni: varco d’accesso ad un’immaginario più roseo di quanto la realtà lasciava o lasciasse sperare. Era, QUEL muro, il simbolo di ciò che avremmo ottenuto, in termini di Europa e di nazione, se solo si fosse riusciti ad abbatterlo, se solo fosse crollato. E’ crollato ma, con lui, sono crollati pure i sogni e le speranze di un’altra Europa, di una Nazione che non è nata dalle sue macerie ma c’è finita sotto, schiacciata, sepolta.

    L’Europa che volevamo non è quella che abbiamo sotto gli occhi oggi, a vent’anni di distanza: l’Europa delle banche, del peggior capitalismo possibile, quello finanziario; del consolidamento e dell’espansione americana nel nostro continente, della servitù militare, economica, culturale e politica. Un’Europa indistinguibile dal modello che ci viene imposto, quasi ormai senza resistenza, da di là dell’Atlantico. Noi sognavamo l’Europa dei popoli, non delle banche; l’Europa dell’umanesimo del lavoro, non quella che immiserisce sotto il martello spietato di un capitalismo che più vacilla e più crea disoccupazione, sottoccupazione, precariato (quando va bene), morti sul lavoro a strage continua, che non vengono manco più ritenute degne di notizia sui giornali; un’Europa unita in un unico disegno geofisico e geopolitico, non lo scarabocchio partorito a Strasburgo, e la chiamano Ue, incapace persino di darsi una carta costituzionale; un’Europa padrona del suo destino, anche militare, non quella che va a combattere, e manda a morire i suoi figli, per interessi che non solo non sono i suoi ma sono addirittura contrari ai suoi; un’Europa capace di riannodarsi alle radici della sua cultura e darle il respiro dell’oltre postmodernità, non quella appiattita sugli stereotipi televisivi dei format “grandi fratelli” ed ultra ed ultra…

    Niente di tutto questo ha oggi un orizzonte plausibile. Il vecchio muro di cemento armato è stato sostituito da un muro di gomma virtuale capace di assorbire e respingere all’indietro ogni tentativo di perforazione e superamento. Il vecchio muro di Berlino, lasciava comunque spazio all’immaginazione di un’Europa e di un mondo diversi. Questo nuovo non lascia presagire che la riproduzione all’infinito della sua stessa identica formula: capitalismo ad oltranza, capitalismo sempre, profitto capitalista a qualsiasi costo. E poco vale confidare nelle sue crisi. Le sue crisi, e l’ultima, la più recente ne è la palese dimostrazione, vengono sempre fatte pagare a chi capitalista non è: ai lavoratori, dipendenti o autonomi, alle piccole imprese, ai paesi del terzo mondo strangolati dalla rapina e costretti a esportare mano d’opera a basso costo per sopperire alla nostra denatalità, salvo poi negarle persino il diritto di cittadinanza.

    Il comunismo dei paesi reali era una maledizione, certo. Un sistema che per difendere la sua utopia mai avverata si era costruito radicalmente come stato polizia, e che polizia!!! impedendo non solo la libertà fisica, ma quella di pensiero e di spirito, non merita di essere rimpianto. Però, guardate bene quello che succede oggi dentro il nostro “migliore dei mondi possibili”: sicuritarismo; controlli personalizzati con mezzi sempre più scientificamente sofisticati; militarizzazione del territorio; galere che somigliano ogni giorno di più a celle della morte; norme legislative che inaspriscono le pene anche per reati di opinione. Ebbene, cos’ha questo nostro da invidiare ai vecchi stati di polizia dell’Est comunista? La democrazia? Ah! sì, la democrazia… Quella cosa che pretendiamo di esportare con le armi in casa altrui e che in casa nostra esercitiamo con una scheda nell’urna che delega e delega e delega, fino a non sapere nemmeno più a chi delega…

    Ridateci un muro. Un muro vero, col filo spinato e le sentinelle di guardia… Piazzatelo dove volete: in Padania o in Provenza, sulle Scogliere di Marmo o nella Valle dei Templi, “a Vienna o a Parigi, a Buda o a Stettino…”. Un muro da detestare, da odiare tanto da volerlo abbattere… Un muro che ci restituisca almeno l’illusione, se non la speranza che al di là ci sia ancora un sogno di civiltà europea da realizzare. E di libertà…
    (Miro Renzaglia, "Il Fondo")

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. Sono d'accordo al 100%.
    Fu un'autentica cazzata e ancora se ne fanno un vanto.
    Se lo ritirano su, sono a disposizione per mettere mattone su mattone. Fu una delle più grandi stronzate degli ultimi 50 anni.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. sensi da trento

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    ieri gli schutzen altoatesini hanno detto che il muro di berlino è caduto, ma il muro del tirolo ancora resiste.
    magari potrebbe bastarvi.

    scusate, ma anzichè rimettere indietro le lancette della storia per costruire da lì un'europa migliore, non potremmo iniziare a costruire l'europa migliore a partire da quest'ora solenne? senza rimettere indietro le lancette !!

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. cameriere

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    Membro

    "Sono d'accordo al 100%.
    Fu un'autentica cazzata e ancora se ne fanno un vanto".

    fb colpisce ancora con la sua arguzia.
    un bisturi è la sua mente, scaltra e sveglia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. cameriere

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    Membro

    proprio ieri,
    su la7,
    paolini parlava di questo.
    uno spettacolo che diceva di miseria e miserie
    del capitalismo.

    tra povertà è miseria c'è un'enorme differenza.
    la povertà la misuri, ti dai un orizzonte,
    certo limitato,
    entro il quale ti organizzi e ti muovi,
    con altri come te, poveri come te;
    nella povertà vivi, con consapevolezza
    del dove e come sei e dove vai.

    nella miseria non cè niente, nessuna misura di sé
    perché un sé smette di esistere,
    fagocitato dal totale vuoto di prospettive,
    nella assoluta solitudine di una moltitudine
    di altri esseri umani che ognun per sé
    cercano una via, che non troveranno mai,
    perché hanno smesso di guardare al mondo e alle cose
    con la consepevolezza. come animali.

    una carta di credito, e un'illimitata esigenza
    di cose, che non ha orizzonti o scopi, fine a sé stessa:
    la miseria.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. SCa

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    scusate, ma anzichè rimettere indietro le lancette della storia per costruire da lì un'europa migliore, non potremmo iniziare a costruire l'europa migliore a partire da quest'ora solenne? senza rimettere indietro le lancette !!

    Sono pienamente d'accordo con sensi. E poi non ce ne sono abbastanza di muri in giro? Non si vedono? Renzaglia non li vede? Gli serve proprio quello di muro? Anche se capisco quello che vuole esprimere, mi dà comunque l'impressione che ricordi in maniera offuscata il mondo di "prima".

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. urbano

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    Chissà che cosa facevo nel 1961?
    Avevo otto anni, andavo alle elementari.
    Magari quel 13 agosto stavo a Viserba, con le zie al mare, non me lo ricordo.
    Credo che neanche lo sapessi che esisteva la Germania, comunque se c’era era fatta tutta di soldati con l’elmetto dei racconti di guerra.
    Lo fecero d’estate, col caldo, mentre tutti erano in vacanza, di domenica.
    Decisero che era ora di delimitare la loro parte da quella nostra con un muro, prima di blocchi di cemento armati con i ferri e sistemati a mano e poi con pezzi prefabbricati.
    Ma io quell’agosto lì non lo sapevo.
    A casa però si parlava di muri: mi ricordo del muro del pianto che era associato alla vergogna e alla disperazione, a qualcosa di brutto: ecch’è, pare ‘rmuro der pianto?
    Si evocava pure il muro di Berlino per dire di una separazione esasperata, quando si litigava: ‘nmuro, ce fò ‘rmuro de berlino, oppure di una cosa spropositata si diceva: madonna, pare ‘rmuro de berlino.
    Anche il nonno Leone ne innalzò uno di muro, ma di tufo, per dividere l’orto con la Bianca e Carlino.
    Sarà stato per i film in bianco e nero, ma di là dal muro, era sempre grigio, piovoso, buio, losco, suonavano la lira e non ti facevano affacciare nemmeno dai buchi, se no ti sparavano.
    Le rare trasmissioni della televisione, anche quelle in bianco e nero, accreditavano questa immagine.
    Per andarci dovevi essere comunista, se no chi te lo faceva fare, e poi insieme al passaporto dovevi portare le calze da donna sennò non ti facevano neanche entrare.
    A noi di tedesco ci facevano vedere i film di guerra dove seppure cattivissimi i tedeschi alla fine perdevano sempre e, tutti i sabati, le gambe delle due gemelle kessler.
    Ci andò pure Totò, i maschi tedeschi erano anche un poco finocchi.
    Sempre eccessivi poi, non per niente gotici, anche anni dopo i compagni tedeschi finirono tutti a Stammheim in condizioni spaventose.
    Gli altri tedeschi, quelli di là, quelli quasi russi, sempre a torso nudo e con le vanghe e i picconi, con le donne muscolose e vestite da maschio.
    Lo sguardo sfuggente lontano, sempre a ridere con denti bianchissimi.
    Ma quelli di là avevano gli orologi migliori, gli occhiali migliori, le macchine fotografiche migliori, i cani cosmonauti più coraggiosi.
    Per tanto tempo nel fondo di quello che è me le cose sono state praticamente così, se mi dicevano di andarci sentivo freddo.
    Fino alla vacanza premio che ho vinto a febbraio scorso.
    Mica in Germania, a Berlino.
    Dopo tanto tempo il muro finì un giovedì.
    Da quello che mi ricordo e che ho visto però non cadde, fu abbattuto.
    Con tutto quello che era disponibile.
    Il potere faceva alla svelta i conti dei nuovi scenari e lasciò fare mentre la gente si guardava sul limite dei varchi un attimo prima di mischiarsi.
    Ma non importa, fu detto basta a una vergogna.
    Dividere la terra.
    Mi ha turbato tanto il cielo sopra Berlino.
    Tanto.
    Ich bin ein berliner.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. zanoni

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    vabbe', la voglia di provocare, pero' con gli slogan non e' che si riesca a costruire granche'!

    resta il fatto che se provate a far leggere quest'articolo ai rumeni, ai polacchi, agli ungheresi etc etc non credo che molti diranno che 'si stava meglio prima': sotto una feroce dittatura, nella miseria piu' nera...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. zaphod

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    Fondatore

    Zano', ma sei sicuro che sei uno storico?

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. urbano

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    Membro

    Il museo del muro sta all'incrocio tra la zimmerstrasse e la friedrichstrasse quasi di lato al check point charlie, di fronte a un bell'edificio di Koolhaas.
    Dentro c'è tanta memoria.
    Vendono un libro con un dvd che raccoglie documenti filmati: c'è anche questo.

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    Pubblicato 14 anni fa #
  11. sensi da trento

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    Membro

    resta il fatto che se provate a far leggere quest'articolo ai rumeni, ai polacchi, agli ungheresi etc etc non credo che molti diranno che 'si stava meglio prima': sotto una feroce dittatura, nella miseria piu' nera...

    quoto in pieno!
    lunedì, al bar pasi l'ho sparata: "oggi è il 9 novembre", e ero sicuro che nessuno avrebbe capito o mi avrebbe cagato.
    invece Victoria, che era lì dietro il banco, ha capito subito: "Che bellooooo !! è veroooo !! me ne ero dimenticata!" e aveva gli occhi che le brillavano davvero, si capiva che non lo diceva per farmi contento.
    Vittoria è Ucraina, è nata a 120 km da Chernobyl e nel 1989 aveva 12 anni, per cui è una che a molti più titoli di altri per fare un confronto tra il prima e il dopo muro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. Beh, sarà un mio vizio mentale, ma io di questo dato socio-storico che snocciolate con tranquillità, non mi fido tantissimo. Il turbocapitalismo credo che abbia, in proporzione, fatto più morti del comunismo, da quelle parti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. urbano

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    Membro

    certo
    perchè per gli umili
    la fine di un sogno
    non è la fine dell'incubo

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. zanoni

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    Membro

    vabbe', mi arrendo anche stavolta... pero' questa delle vittime del turbocapitalismo me la segno

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. Beh, segnatela. Ce la segniamo pure noi, quella dei rumeni, ucraini e russi, in particolar modo, che non vogliono più il comunismo ma la prima cosa che fanno è affidarsi - almeno i russi - mani e piedi al più grande comunista ancora esistente, Vladimir Putin. Dici: "si, ma quello è nazionalista". Si, per carità. Ma dovresti sapere anche te che il comunismo sovietico aveva una forte componente se non nazionalista quantomeno panslavista.

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. rindindin

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    eh no!

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    Pubblicato 14 anni fa #
  17. zanoni

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    Beh, in effetti quando Hitler lancio' l'operazione Barbarossa e l'Urss comincio' a prendere delle belle legnate, Stalin - da persona intelligente qual'era - non ci penso' su due volte: e chiamo' il popolo a raccolta per difendere NON il comunismo (e infatti gli ucraini e i bielorussi passarono in massa dalla parte dei tedeschi) ma la Patria. La chiamo' la Grande guerra PATRIOTTICA e richiamo' in sevizio persino i cappellani militari!

    Detto questo, non mi sembra che le politiche di Yeltsin, di Putin o di Medvedev abbiano alcunche' di 'comunista'. E anche se puo' esserci in Russia una certa nostalgia dell'urss e dello status di grande potenza, se prendi TUTTI i paesi satellite dell'Impero sovietico, quello che vogliono e starsene il piu' lontano possibile da quell'esperienza per lorocosi' catastrofica. La 'nuova Europa', l'hanno chiamata. Piu' semplicemente, sono quelli che avevano una fretta matta di ridiventare europei per la paura altrettanto matta che qualcuno cambiasse idea e li facesse ridiventare comunisti. Cioe', sottoposti a uno stato militarizzato, in cui erano negate le piu' elementari liberta' individuali, in cui le condizioni economiche erano da terzo mondo!

    O no?

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. urbano

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    Membro

    No.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. Dai, Zanò. Sii obiettivo. Alla fine Putin era del KGB. E non uno di quelli che è scappato al primo chiaro di luna, ma un agente segreto che è rimasto, proprio fino all'ultimo secondo, a combattere i controrivoluzionari.

    Ha pure ripristinato il vecchio inno, con qualche ritoccatina qui e lì.

    Sulla libertà: sei tanto convinto che oggi ce ne sia in Russia più di quanta ce n'era nell'URSS?

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. zaphod

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    Fondatore

    Mi sono convinto.
    Zanoni non è uno storico.
    Nelle università private le lauree probabilmente si comprano.
    Di questo avevo già il sospetto.
    In quella pubblica spesso si vincono coi punti della miralanza.
    Ma è un'altra storia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. rindindin

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    no, è la stessa...

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. zanoni

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    Membro

    evito di rispondere, forse e' meglio.

    un bel giretto nei gulag, pero', a certa gente lo consiglierei.

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. k

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    Membro

    Basta che vai a Marconia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. "Chiedetelo a ucraini/russi/rumeni/cazziacavallo come si stava".

    Fatto.

    Entusiasmo per come si sta adesso? Molto poco.
    Si stava meglio prima? Per molti versi sì.

    Pubblicato 14 anni fa #

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