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Berlusconismo e ideologia

(69 articoli)
  1. A.

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    Moderatore

    Documento storico:

    E una storia fantastica, perche' ora Giovanni Brusca dice che lui si e' inventato tutto. Dopo una giornata estenuante, i magistrati di Palermo, Firenze e Caltanissetta riescono ad affermare: "Adesso e' tutto chiaro". Uno: il vero complotto era contro Violante. Due: non e' mai avvenuto l' incontro a quattrocchi tra il boss e l' alta "personalita' delle istituzioni ancora in carica". Tre: e' quindi una patacca il racconto che il padrino di San Giuseppe Jato ha consegnato al suo ex avvocato Vito Ganci secondo il quale Andreotti sarebbe stato incastrato da pentiti pilotati. Tutto frutto della fantasia. Ma purtroppo e' vero il piano destabilizzante studiato a tavolino da Cosa nostra per distruggere i collaboratori di giustizia. Tutta questa macchinazione di Cosa nostra nasce da una coincidenza: un volo Palermo Roma del 21 o del 22 dicembre 1991, il giorno in cui per un puro caso si sarebbero trovati sullo stesso aereo i fratelli Brusca (Giovanni non era ancora latitante) e Luciano Violante, a quei tempi vice presidente dell' Antimafia. Una bella concomitanza temporale, un colpo eccezionale, che ha poi indotto il mafioso Brusca a non buttare nella spazzatura quel preziosissimo biglietto Alitalia: la carta era troppo ghiotta per non essere messa in un cassetto fino al momento piu' propizio per lanciare l' offensiva contro i pentiti di mafia. Ma poi Brusca dice di voler collaborare e il piano diabolico salta. Ecco la ricostruzione dei magistrati impegnati a risolvere il rebus dell' anno. Violante non replica: "Nessun commento, ci sono i magistrati che si occupano del caso". Sono le 17.30, quando il procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte apre la porta del suo ufficio. Il vice di Caselli ovviamente non fa i nomi e non fornisce i particolari della manovra messa in piedi "non solo da Brusca". Si limita a ripetere: "Siamo in grado di chiarire tutto". E poi si gioca uno degli assi nella manica raccolti dai magistrati: "Ci sono le dichiarazioni di Giuseppe Monticciolo (pentito di San Giuseppe Jato, ex braccio destro di Brusca, ndr), che sono state rese in tempi non sospetti: il complotto inventato era una vecchia idea di Brusca". Infatti, nel giugno ' 96, proprio Monticciolo avrebbe messo a verbale le confidenze ricevute dal suo capo che piu' o meno gli disse: "Se mi arrestano diro' che sono finito nei guai perche' non ho voluto accusare Andreotti come ha fatto Balduccio Di Maggio". Tutto questo Ganci lo avrebbe appreso per la prima volta durante un incontro con il suo assistito ancora latitante. Era la fine del ' 95. Ma poi, con l' arresto di Brusca, il quadro cambia radicalmente. E ieri . quando Caselli, Tinebra e Vigna lo vanno a interrogare a Rebibbia . lo stesso Boss avrebbe ammesso: "I miei erano solo veleni. Volevo scrivere un memoriale da inviare al presidente della corte del processo "Agrigento", volevo difendermi cosi' ". In altre parole, il padrino si rimangia tutto, anche le dichiarazioni fatte in carcere durante i primi colloqui investigativi. Poi parla il suo nuovo avvocato: "Brusca e' un collaboratore credibile e non piu' un dichiarante come lo aveva definito Caselli. Ha dimostrato di essere un collaboratore serio e determinato". Li Gotti arriva al cuore del problema: "Ha chiarito il tentativo predisposto a tavolino che poi si e' prodotto in una sorta di complotto ordito da Cosa nostra". Il legale si ferma qui ma sembra di capire che Brusca, nel momento in cui decide di collaborare, avrebbe detto a Ganci che la sua storia era totalmente inventata. E allora perche' il legale di San Giuseppe Jato ha sparato cosi' in alto quando il boss decide di saltare il fosso? Da Palermo risponde indirettamente Lo Forte: "Ci domandiamo tutti perche' lo ha fatto. La Sicilia e' difficile da capire per tutti, spesso anche per i siciliani". Ma la giornata di interrogatori non e' finita. Non bastano le nuove dichiarazioni di Brusca e il pentito Monticciolo messo a verbale. Il cerchio si chiude a Palermo dove vengono convocati due medici di San Giuseppe Jato: Lino Maniscalco, il fratello del sindaco Maria Maniscalco (Pci Pds), e Giuseppe Migliore. Nel racconto fantastico di Brusca sono loro gli intemediari che avrebbero combinato l' incontro con Violante sull' aereo Palermo Roma. "La storia e' finita in una bolla di sapone", e' il commento di Migliore. Ma se a Palermo la calma torna con il tramonto, a Roma le acque sono ancora agitate. Il vice presidente della Camera, l' avvocato Alfredo Biondi, rivela: "Ganci mi chiese di difendere Brusca e io rifiutai per ovvi motivi di opportunita' ". Poi inizia una specie di corsa tra il Viminale e il ministero di Grazia e Giustizia: Caselli, Tinebra e Vigna corrono da Napolitano e da Masone e poi da Flick: lo fanno per spiegare il garbuglio di eventi e per rinnovare la piena solidarieta' al prefetto De Gennaro che per primo era uscito allo scoperto per denunciare il piano diabolico di Cosa nostra. I colloqui si susseguono all' ora di cena e a tarda sera i tre procuratori tornano nella sede dello Sco dell' Eur per interrogare l' avvocato Vito Ganci che rimane sotto torchio fino alle 22.30. Ma i magistrati non sono ancora convinti della sua "buona fede".

    Martirano Dino

    (29 agosto 1996) - Corriere della Sera

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. Beh, se è autorevole la fonte, è autorevole anche la giornalista. Caro Sensi, leggi pure questo:

    Il piano del governo per avvelenare gli italiani

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. sensi da trento

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    Membro

    Tutta questa macchinazione di Cosa nostra nasce da una coincidenza: un volo Pal

    ma che coincidenza!!
    un politico deve essere al di sopra di ogni sospetto.
    io non so se violante abbia o meno organizzato le stragi di cosa nostra.
    intanto però processiamolo e mandiamolo in galera.
    poi se tra 15 o 20 anni risulterà innocente potrà tornare a fare politica senza che nessuna macchia ne offuschi il rigore morale.

    per curiosità... hai documenti storici che scagionano il vicepresidente del CSM dalla trattativa che fece con la mafia ??

    perchè se crediamo a brusca quando scagiona violante, allora dobbiamo credere a brusca pure oggi.

    http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/10/10/news/brusca_riina_attentati-22986513/?ref=HRER1-1

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. A.

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    Moderatore

    io lo bannerei per mezzora, comunque.

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. sensi da trento

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    Membro

    Beh, se è autorevole la fonte

    ahahahaha!!
    autorevolezza della fonte??
    ma dove vivi!! ormai siamo nel 21 secolo e il giornalismo (e anche la magistratura) funziona diversamente.
    Il giornalista butta merda in giro, dove capita.
    poi sta al malcapitato politico dimostrare che non è vero niente.

    comunque nel 1992 siamo usciti davvero dallo sme e tutti riconoscono a ciampi un comportamento da analfabeta dell'economia, in quei frangenti....
    analfabeta o marpione??

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. A.

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    Moderatore

    Sento odore di elezioni in giro.. Vero Se' ?

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. A.

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    Moderatore

    (che poi, lui sta sempre nella sede dei dipietristi. chi ci capisce è bravo)

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. Sensi, sei te che hai citato la stessa fonte che ho citato io. Salvo fare retromarcia poi, quando ti sei reso conto. In realtà la merda è ovunque, e i giornalisti si limitano a scoprirla - magari accentuando quella dell'uno o dell'altro schieramento a seconda della comodità - che tanto è operazione facile.

    Carino poi, come voi che siete contro i pentiti, ve ne servite a vostro comodo quando dicono cose che vi piacciono.

    Non vedo l'ora che finisca questo schifo, cazzo.

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. A.

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    Moderatore

    Sì, in realtà è molto più interessante sentire questa conversazione...

    Si capisce molto. Non tutto, ma molto...

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. k

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    Membro

    io lo bannerei per mezzora, comunque. (A)

    No, io lo menerei solamente, per mezzora.

    Vede Sensi, se lei vuole sostenere che non possono non esserci zone oscure anche nella mia vita - come in quella di tutti gli altri - lei ha perfettamente ragione. Anch'io ho peccato in omissioni od opere, ed ho commesso colpe contro me e gli altri che ancora - nel ricordo - mi provocano vergogna. Ma se lei vuole dire che le mie colpe equivalgono a quelle di tutti gli altri, ivi compresa quella testa di cazzo norvegese che qualche mese fa ha fatto una strage di ragazzi e ragazze, lei ha capito male ed è probabilmente in malafede. Come, per l'appunto, sulla questione di tangentopoli. Lei difatti sembra sostenere che rubassero tutti e nello stesso modo - "Non c'era differenza tra i craxiani ed il Pci" - e che quindi si sarebbe trattato solo di un deliberato attacco a Craxi da parte delle "toghe rosse" che avrebbero appunto, in quanto "rosse", chiuso altrettanto deliberatamente gli occhi sul Pci. Questa è una ricostruzione assolutamente falsa e falsificata nella sostanza dei fatti e nella forma della ricostruzione. Ma andiamo alla sostanza:

    Primo: Anche nel fronte della maggioranza di governo (Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri) non è vero che rubarono tutti e nello stesso modo: il Psi rubò più di tutti ed in forme e percentuali che non s'erano mai viste fino allora, ed è questo che determinò l'esplosione di tangentopoli, per sopravvenuta - come dire - insostenibilità economica del sistema delle tangenti da parte del mondo delle imprese. Questi sono i fatti, e basterà ricordarle che la sola tangente Enimont di 100 miliardi di lire (quella che indurrà poi Gardini al suicidio) venne così ripartita: 22% alla Dc; 3% a Psdi, Pli, Pri e dulcis in fundo 75% al Psi.

    Secondo: lei sembra dimenticare che l'ondata popolare di sdegno contro tangentopoli - con l'ampio consenso di massa verso i giudici e l'intera tigre di "Mani Pulite" - venne cavalcata, prima ancora che dal Pci, soprattutto da An e Lega, ma soprattuttissimo dalle reti Mediaset di Silvio Berlusconi. Può essere davvero che lei abbia dimenticato le interminabili dirette del Tg di Emilio Fede, con quella testa calva di Brosio perennemente a rischio d'essere travolto dal tram davanti al palazzo di giustizia di Milano? Lei davvero ritiene che lì ce lo avesse mandato il Pci di Achille Occhetto?

    Terzo: forse per lei non farà alcuna differenza, ma per me ne fa ancora, se uno ruba per sé stesso - per mettersi i soldi in tasca - o se invece non trattiene per sé una lira e versa tutto nelle casse del partito e "per l'idea". E' per questo che continuo a nutrire stima per Greganti e nessuna per Penati e quelli di Sesto San Giovanni, se verranno provate le accuse. Lei qui ha ragione: Penati e Sesto San Giovanni - se verranno provati - stanno esattamente sullo stesso piano di tangentopoli e dei craxiani. Ma da qui ad inferire che l'affaire Greganti di circa vent'anni prima fosse della stessa sostanza, ci vuole solo, appunto, malafede. Il finanziamento illecito del Pci, inoltre, avveniva probabilmente tramite un sistema centralizzato di percentuali sui commerci e sui lavori delle imprese italiane nei paesi d'Oltrecortina, Urss e Cina su tutti. Era centralizzato ripeto, non aveva distorsioni personalistiche di sorta e si riversava su quelle economie straniere. Il sistema di tangenti Dc-Psi-Psdi-Pri-Pli era articolato invece sull'intero territorio, dal livello nazionale a quello comunale, finendo per taglieggiare anche la più piccola impresa ed il più piccolo appalto del più sperduto paesino d'Italia, per arrivare a finanziare poi non già la cosiddetta "politica nazionale", ma i singoli e più piccoli affaristi e lestofanti travestiti da politicanti. Per lei è lo stesso? Faccia pure.

    Quarto: il Pci non lo presero perché non parlò, stop. Di Pietro era "vostro", era (e io credo che sia ancora) un uomo di destra. Furono Berlusconi e An a proporgli di entrare al governo come ministro degli interni o della giustizia. Lei dice invece che il Pci non fu investito da Mani Pulite solo perché i giudici erano "rossi", che è cosa manifestamente falsa, essendo la realtà storica assai diversa. Primo Greganti infatti - il presunto collettore dei finanziamenti illeciti al Pci - venne arrestato ed indagato a lungo dai giudici, che volevano che spiegasse a chi aveva poi versato tutti quei soldi che aveva incassato. Lui disse che se li era tenuti tutti lui e che non aveva versato neanche una lira al Pci. Disse, in pratica, di avere rubato a nome del Pci ma senza che il Pci sapesse nulla, e poi d'essersi tenuto tutto lui e avere derubato quindi anche il Pci. I giudici non gli credettero - visto che abitava ancora nella stessa casa in affitto di un casermone popolare a Torino in cui abitava quando era operaio in Fiat - e gli dissero: "E dove stanno adesso tutti questi soldi? Ci faccia vedere le ricevute, gli accrediti, i depositi bancari". Lui rispose: "Mi dispiace, ma ho speso tutto al gioco e a puttane, e lì purtroppo non rilasciano ricevute". "Guardi Greganti", gli disse la giudice che lo interrogava (questa storia la trova anche nella nuova versione di Palude e le mie fonti, le assicuro, non sono solo giornalistiche, ma di prima mano), "se non si sbriga a parlare, io le faccio fare dentro almeno cinque anni". "E che cosa vuole che siano", rispose Greganti, "rispetto ai quindici che s'è fatto mio padre sotto il fascismo?". E Greganti non parlò. Tutto qua. E i giudici non riuscirono a trovare una prova. Quelli del Psi e della Dc invece - a parte che erano pure di più, ramificati e diramati per tutto il Paese, fino al più sperduto paesino di montagna - non facevano in tempo a pigliarli che si mettevano a cantare come manco al festival di Sanremo. Ci voleva uno schiaffo per farli parlare e due per farli stare zitti. Se lo ricorda Mario Chiesa, quello del Pio Ospedale Trivulzio di Milano, il primo che beccarono e che diede il via alla stura di tangentopoli e alla fine infamante e ingloriosissima del pur glorioso e antico Partito Socialista Italiano, già di Turati, Nenni, Pertini, Lombardi e De Martino? Be', le mie fonti di Milano dicono che anche Mario Chiesa all'inizio avesse intenzione di non parlare. Ma quando un paio di giorni dopo uscì al telegiornale l'intervista a Craxi in cui Craxi dichiarava che Mario Chiesa era solo un "mariuolo" (testuale) che aveva tradito la fiducia sua e del Psi, Mario Chiesa si fece girare i coglioni, fece chiamare il giudice e cominciò a raccontare tutto quanto: quanto aveva preso e a chi lo aveva dato.

    Così stanno i fatti, Sensi: il Psi - con tutta la sua gloriosa storia - lo ha ammazzato Craxi, che ha ammazzato pure il Paese, lasciandolo in eredità al suo degno compare (d'anello, essendo stato suo testimone di nozze con la Veronica Lario e, secondo Dell'Utri, compare pure di merende a casa sua, con le mignotte o le veline di Drive In) Silvio Berlusconi.
    Mo' vada a fare in culo Sensi, che m'ha fatto perdere due ore di lavoro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. A.

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    Moderatore

    Grande K!!
    Torque, ZAph, se il maestro è d'accordo, mettetelo in bacheca, questo capolavoro di intervento.

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. A.

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    Moderatore

    Berlusconismo secondo P. Ginsborg

    Da leggere

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. A.

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    Moderatore

    Berlusconismo secondo P. Ginsborg

    Da leggere

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. k

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    Membro

    Eh no, nun ce bastava 'r manifesto?
    Mo' proprio me lo sbatto ai coglioni sto ginsborg.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. A.

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    Moderatore

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Chiudiamo questo post. D'altronde basta solo leggersi Ginsborg.

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. A.

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    Moderatore

    Secondo me per capire l'oggi più che altro me leggerei Baumann. [Però c'hai ragione, Torque. Fottutamente, sul fatto che con un apple non avrei tutti sti intoppi.] Ginsborg l'ho letto anni fa per un esame di storia contemporanea alla Sapienza. La storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi è un libro importante. Ciao

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. A.

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    Moderatore

    Come si pone l'anonima scrittori nei confronti del nuovo movimento globale degli indignati, per la democrazia partecipativa?
    A me me pare una bella utopia, ma impossibile da realizzare se non in piccole comunità autogestite. Ma forse la storia marcia in questa direzione, chissà...

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. sensi da trento

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    Come si pone l'anonima scrittori nei confronti del nuovo movimento globale degli indignati, per la democrazia partecipativa?

    si pone che qua sopra fanno gli scrittori e se hanno voglia di scrivere un racconto sugli indignados lo scrivono e se non hanno voglia scrivono di altro.

    (scusa zaphod se ti copio in maniera tanto plateale)

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. A.

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    Moderatore

    bravo Sensi, mi hai convinto.
    Non scrivo più sul forum per oggi...

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. zanoni

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    cosa sarebbe la 'democrazia partecipativa'?

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. A.

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    Moderatore

    oh, troppa roba trovi basta che googli.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. lulla

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    Membro

    La democrazia partecipativa è per caso quella roba che facevamo noi nel 68/70 e che chiamavamo gruppi di studio e se non eri daccordo con il capo ti sbattevano fuori? Ero a Parigi in quegli anni e stavo con i compagniucci miei, mezzi franchi e mezzi italiani. Stavo sempre zitta, ma appena aprivo bocca per respirare mi urlavano: "Sei troskista!" Lessi Trotsky, ma solo "La mia vita" e mi piacque tantissimo, così decisi che ero troschista. Andai da loro tutta contenta di aver trovato una mia degna collocazione politica. Mi successe anche lì di respirare e mi beccai un bel:" Sei leninista! Sta zitta tu!" Non lessi Lenin, ma "La principessa di Cleves" di M.me de La Fajette e il moroso mi abbandonò incinta. Amen.

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. zanoni

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    A., a me interessa sapere TU cos'intendi per democrazia partecipativa...

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. lulla

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    Membro

    Io? Bho! Non vado in google a farmi suggerire la risposta.
    Allora, potrebbe essere:
    -Referendum, dove salomonicamente esprimi un tuo pensiero su una questione delicatissima con l'acetta: si - no
    -Movimento: Aggreghi o ti aggreghi a un gruppo di persone che pare che la pensino come te su una questione generale o una in particolare, oppure semplicemente ti piace il colore della maglietta che indossano.
    -Ti iscrivi alla cellula del partito che in genere voti e frequenti le riunioni, dove, se ti va bene, ti viene solo il latte alle ginocchia e di conseguenza una sinovite, se ti va male, vieni colto da istinti omicidi che reprimi beccandoti una gastrite e entrando in uno stato di depressione acuta.
    -Se sei maleducato, vai a votare e scrivi sulla schede una frase ispirata da Merlo Ponti, quella che dice più o meno che il rappresentante o il re o il presidente o... è un cazzo.
    -Ti metti in lista alle elezioni e non ti vota nessuno.
    -Vai a manifestare in montagna e ti becchi le botte.
    -Ti dai alla macchia con il mitra.

    Potrei continuare all'infinito, ma vi ho già tediato. Ora tocca a voi che siete più giovani, sperando che la vostra idea di democrazia partecipata non porti ai risultati ai quali è giunta la mia generazione.
    Auguri!

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. A.

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    Moderatore

    Zanoni, cosa ne pensi io è la stessa domanda che mi fanno i ragazzi su quale filosofo mi piaccia. é una domanda ingenua. Io studio e spiego le cose, non prendo posizione. Come insegnante che giura sulla Costituzione italiana, non posso che essere per la democrazia rappresentativa. Ma, nella fattispecie, lo sono anche come cittadino privato.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. zanoni

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    Membro

    non ti ho chiesto 'cosa pensi' della democrazia partecipativa, ti ho chiesto 'cosa intendi' per democrazia rappresentativa.

    cioe', quando parli di 'democrazia rappresentativa' a cosa ti riferisci in concreto? che cos'e'? come funziona?

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. lulla

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    Membro

    Insomma: chi è TU?

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. A.

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    Moderatore

    Monsieur Georges Isambart, professeur
    27, rue de l'Abbaye-des-champs,
    à Douai,
    Nord.

    Charleville, 13 mai 1871.

    Cher Monsieur !

    Vous revoilà professeur. On se doit à la Société, m'avez-vous dit ; vous faites partie des corps enseignants : vous roulez dans la bonne ornière. − Moi aussi, je suis le principe : je me fais cyniquement entretenir ; je déterre d'anciens imbéciles de collège : tout ce que je puis inventer de bête, de sale, de mauvais, en action et en parole, je le leur livre : on me paie en bocks et en filles. − Stat mater dolorosa, dum pendet filius. − Je me dois à la Société, c'est juste, − et j'ai raison. − Vous aussi, vous avez raison, pour aujourd'hui. Au fond, vous ne voyez en votre principe que poésie subjective : votre obstination à regagner le râtelier universitaire, − pardon! − le prouve ! Mais vous finirez toujours comme un satisfait qui n'a rien fait, n'ayant voulu rien faire. Sans compter que votre poésie subjective sera toujours horriblement fadasse. Un jour, j'espère, − bien d'autres espèrent la même chose, − je verrai dans votre principe la poésie objective, je la verrai plus sincèrement que vous ne le feriez ! − Je serai un travailleur : c'est l'idée qui me retient, quand les colères folles me poussent vers la bataille de Paris − où tant de travailleurs meurent pourtant encore tandis que je vous écris ! Travailler maintenant, jamais, jamais; je suis en grève.
    Maintenant, je m'encrapule le plus possible. Pourquoi ? Je veux être poète, et je travaille à me rendre voyant : vous ne comprendrez pas du tout, et je ne saurais presque vous expliquer. Il s'agit d'arriver à l'inconnu par le dérèglement de tous les sens. Les souffrances sont énormes, mais il faut être fort, être né poète, et je me suis reconnu poète. Ce n'est pas du tout ma faute. C'est faux de dire : Je pense : on devrait dire : On me pense. − Pardon du jeu de mots. −
    Je est un autre. Tant pis pour le bois qui se trouve violon, et nargue aux inconscients, qui ergotent sur ce qu'ils ignorent tout à fait !
    Vous n'êtes pas Enseignant pour moi. Je vous donne ceci : est-ce de la satire, comme vous diriez ? Est-ce de la poésie ? C'est de la fantaisie, toujours. − Mais, je vous en supplie, ne soulignez ni du crayon, ni − trop − de la pensée :
    LE CŒUR SUPPLICIÉ

    Mon triste cœur bave à la poupe ...

    Ça ne veut pas rien dire. − RÉPONDEZ-MOI : chez M. Deverrière, pour A. R.

    Bonjour de cœur,

    Art. Rimbaud

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. zanoni

    offline
    Membro

    TU era rivolto ad A., in effetti... ma mi ha fatto piacere leggere anche cosa ne pensi "tu"

    Pubblicato 13 anni fa #

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