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Cronache da un pianeta abbandonato (reprise)

(63 articoli)
  1. zaphod

    offline
    Fondatore

    Signori, si parte!

    Lo so, non è la prima volta che diamo questo genere di annuncio. Abbiamo scaldato i motori, fatto il pieno, ripassato la lezione e nel frattempo - nel caso qualcuno non se ne fosse accorto - Antonio Pennacchi ha scritto un romanzo che ha vinto il premio Strega. L'Anonima Scrittori ha ballato e s'è ubriacata mentre lui ne portava a termine un altro (le iene del Circeo, prossimamente in uscita per Laterza) e oggi s'è presentato lì, ci ha gettato una secchiata d'acqua in faccia per disperdere gli ultimi effetti della sbronza e ci ha richiamato all'ordine. "Abbiamo un libro da scrivere," ha detto, "su, forza, al lavoro."

    Prologo (ovvero "istruzioni per l'uso").

    Cronache da un pianeta abbandonato è un romanzo a scrittura collettiva a cura di Antonio Pennacchi e Anonima Scrittori.
    Si configura come un vero e proprio laboratorio letterario in cui ognuno può partecipare alla stesura di questo romanzo di cui sono già stati scritti i primi due capitoli con l'apporto di una ventina di autori.
    Le regole d'ingaggio sono semplici, si invia il proprio contributo, se viene ritenuto valido (tutto o in parte) viene utilizzato nella stesura previo aggiustamento e calibratura. Se non va bene ci si riprova.
    Tutto qui? Sì, ma è come se volessi raccontarvi il campionato di calcio a partire dall'arbitro che lancia la monetina.
    Quello che conta è la partita. Nel nostro caso il confronto tra gli autori, la discussione, la supervisione e la regia di Antonio Pennacchi (k su questo forum) sono la polpa del progetto. Chi ha partecipato alla stesura dei primi due capitoli sa di cosa parlo, gli altri devono fidarsi.
    Per la stesura dei successivi capitoli avremo a disposizione due strumenti:
    - questo forum, che utilizzeremo per discutere di qualche aspetto generale e soddisfare eventuali curiosità o dissipare perplessità agli interessati al progetto
    - e una mailing list, su cui viaggeranno i materiali di lavorazione (contributi, correzioni, stesure successive, ecc.ecc.)

    Per chiudere questa noiosissima parte, un paio di "avvisi ai naviganti".
    Per iscriversi alla suddetta mailing list bisogna (se non lo avete già fatto) inviare una mail alla casella di posta elettronica coloniaATanonimascrittori.it in cui copiare e sottoscrivere questa liberatoria.
    Vi arriverà un messaggio di conferma per l'adesione a un googlegroup. Accettate e il gioco è fatto.
    Prima di dare il via per la spedizione dei nuovi contributi manderemo un messaggio via mail a tutto il gruppo e ne daremo comunicazione qui sul forum, così da evitare disguidi.

    Fine delle trasmissioni.
    (per poco)

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. zaphod

    offline
    Fondatore

    Antonio Pennacchi – Anonima Scrittori
    CRONACHE DA UN PIANETA ABBANDONATO

    Cap. 1 – IL CIRCO

    Karel
    Il circo si piazzava sempre dietro i portici dell’Intendenza a modificare ogni volta l’immagine dei mondi da noi conosciuti. Dietro quei portici – quel colonnato altissimo, imponente, con ancora impressi i simboli del passato regime e dietro i quali si sarebbe dovuta espandere la colonia, la gigantesca testa di ponte per il nuovo Balzo in Avanti – c’era per noi quotidianamente il nulla: solo lo spiazzo da cui spuntavano ogni tanto, frammisti a ciuffi d‘erba, i ferri arrugginiti e il cemento dell’erigendo, tanti anni fa, mercato coperto. Poi più niente, eccetto la piana interminata dei deserti e le nubi di polvere – quando s’alzava il vento – a scacciare da quello spiazzo anche le bande di ragazzini che si affrontavano a mazzafionda dopo la scuola. La notte solo – la notte, quando i soli calavano, ma prima che s’alzassero le lune, in quel breve ed unico intermezzo buio – tutta la colonia si ritrovava in piazza in un non detto, padri e figli, in un appuntamento mai fissato; con gli occhi dritti a rimirare, dietro i pilastri del colonnato, i mondi lontani e qualche raro estraneo passaggio di navicelle spaziali: “Chissà dove andranno”.
    Erano anni che non atterravano più cargo regolari. Neanche la posta, neanche le notizie. La “Gloriosa Ricerca” – come s’era detto allora – “del mare di galassie che pur dovevano esserci oltre i Cieli del Buio e che aspettavano solo Noi”, era per sempre rimandata. Caduto il regime, caduta la Ricerca. E con essa la colonia. Niente più arrivi. Niente più invii. Si apriva una volta l’anno – alla congiunzione di Gagarin-2 con Unamuno-24 – lo spazio di un’ora per le comunicazioni con la deputazione più esterna della Federazione, ed in quell’ora facevamo incetta di soap, film e tg da rivedere tutto l’anno. Poi più niente, neanche un mercante o un contrabbandiere scalcagnato. Solo – ogni tanto – un circo. Ci alzavamo la mattina e vedevamo all’improvviso, di là dai portici dell’Intendenza, il tendone già montato che sbarrava il passo alle nubi di polvere ed ai venti del deserto.
    Mio padre mi ci portava la sera stessa, tenendomi sempre per mano, con la camicia pulita e i capelli lisci di brillantina. Giravamo prima attorno al tendone, a guardare le gabbie delle fiere e gli inservienti che risaldavano lastre – al limite delle sabbie e dello spiazzo – sullo scafo malandato. Poi entravamo tra i suoni dello spettacolo e restavo tutto il tempo lì – con gli occhi sbarrati e con la mano sempre nella sua – a sognare il vero mondo, la vera vita: “Da grande andrò via anch’io con il circo”. Neanche m’accorgevo che il lanciatore di coltelli era sdentato, gli orsi di Vega-7 spelacchiati e la Venere di Orione-3 – danzante sul trapezio – aveva le calze a rete sfilacciate. Me le faceva notare lui, mio padre, nel ritorno, ridendo. E io ritraevo la mano.
    Oggi non porto mai mio figlio al circo, quando arriva in colonia. Vado da solo. E se la trapezista ha le calze bucate, risento ancora la mano di mio padre nella mia. Dopo il numero però vado dietro il tendone e, spesso, per 30 crediti gliele tolgo io. Le sfilo pian piano, accarezzo quei buchi e poi la bacio tra le gambe sudate. Lei si piega tra le gabbie delle fiere su di un plinto del mercato, inarca i muscoli duri per reggersi, come sul trapezio, ai ferri del cemento mentre, prima di prenderla, la ribacio da dietro. Ai lumi delle lune si vedono, da sotto, i seni dondolare.
    Torno a casa da mio figlio che dorme dalla signora di sopra. Lo porto giù in braccio senza svegliarlo. Gli lascio le liquirizie vicino al cuscino. Vado in camera mia. Sul letto grande. Da solo. Ad aspettare che arrivi di nuovo il circo.

    ...
    Questo è l'inizio del romanzo Cronache da un pianeta abbandonato, per leggere il resto del primo capitolo cliccare qui.

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. zaphod

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    Fondatore

    Alla fine della stesura di questo capitolo - dopo due mesi di mail, scritture, riscritture, tentativi, lavate di capo e aggiustamenti di tiro - questo era il commiato di k a tutto il gruppo:
    "...Certo la formula delle short stories contiene in sè i pericoli della limitatezza autoreferenziale di ogni sigola storia. Però di facile non c'è niente a questo mondo. Hic Rhodus, hic salta. Del resto era quello che avevamo chiesto e che ci eravamo prefissi: Ausonio, Spoon River, Bradbury e l'iperminimalismo. L'azione ed il filo "romanzesco" che devono tenere unito il tutto ci saranno, ma dovranno essere comunque calcolati e miscelati un po' alla volta. Il tono generale deve restare questo. Non stiamo facendo Zelig o Superman. I cambiamenti - anche travolgenti - debbono innestarsi sul tessuto della più completa quotidianità. Non vi state a preoccupare o a fasciarvi la testa prima d'esservela rotta. Questo era solo il primo capitolo. Noi abbiamo messo in scena i personaggi. Abbiamo preso un mucchietto di fango ed in due mesi abbiamo costruito sia un cosmo che un microcosmo. Adesso sappiamo tutti pressappoco come è fatta quella cazzo di colonia. Abbiamo poi preso dei mucchietti di fango, li abbiamo plasmati a sembianze umane e gli abbiamo alitato la vita. Adesso stanno lì. E sta a voi farli vivere ed interagire. Era solo il primo capitolo, ripeto. Mica potevamo far succedere tutto lì. Tempo al tempo. E se qualcuno invece s'è stufato o non gli piace, certo nessuno lo può obbligare a continuare a giocare. Lo ringraziamo del contributo che ci ha dato finora, il suo nome verrà comunque citato nell'eventuale pubblicazione e gli auguriamo tutte le migliori cose. Noi continuiamo a giocare."

    I interludio - L'ambientazione.

    Le vicende di Cronache da un pianeta abbandonato si svolgono in un futuro remoto su un pianeta ai confini della Galassia. La galassia è ormai completamente abitata e il nostro pianeta era stato designato come avamposto per la colonizzazione di altre galassie. Con la caduta del vecchio Regime però i piani espansione sono stati abbandonati e dal nostro pianeta chi voleva se ne è andato con le ultime astronavi della Federazione Galattica - quando hanno smontato il Varco Spazio-temporale che serviva il nostro Settore - ormai più di cent'anni fa. Noi - i nostri padri - siamo rimasti qua. In Colonia. Tagliati fuori dal resto dell'universo. Unico collegamento con la Federazione - di cui comunque facciamo parte - una congiunzione favorevole, una volta l'anno, di allineamento di pianeti che ci consente di scaricare dalla Rete tutte le informazioni, i film, la musica, il campionato di calcio, gli aggiornamenti sulle leggi che ci devono bastare fino al collegamento seguente. Nello stesso tempo noi comunichiamo alla Federazione i dati su nascite, morti, sentenze e tutti gli adempimenti burocratici. Unici altri contatti con l'esterno sono i circhi - scalcagnati nomadi di periferia - che vengono a piantare le tende sul nostro pianeta periodicamente.
    La nostra condizione di isolamento ovviamente ci ha lasciato in una condizione di estrema povertà. Non di arretratezza, si badi bene. Siamo in possesso di tutte le conoscenze scientifiche e tecnologiche, ma non abbiamo fonti di energia e possibilità di avere pezzi di ricambio. Ci dobbiamo arrangiare con quello che abbiamo.
    Non occupiamo tutto il pianeta. Abitiamo nel punto dove avevano iniziato a costruire lo Spazioporto e nelle zone circostanti. A sessanta chilometri di distanza c'è il mare, ma non c'è mai andato nessuno (o così pare) perché abbiamo altro da fare che perdere tempo in gite fuori porta. Dalla parte opposta ci sono le montagne. Anche lì non ci siamo mai arrivati. Al massimo ci siamo spinti alla fascia di boschi a prendere legna da ardere o per costruire.
    La vita è dura. Tutti lavorano per sopravvivere. Però non siamo in una situazione disperata (tipo Lost) in cui siamo in pericolo di estinzione per qualche minaccia esterna o interna. Tutto procede regolarmente. E' la quotidianità la chiave di volta di questo lavoro.
    E il nostro compito è raccontare la vita in Colonia.

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. zaphod

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    Fondatore

    Cap. 2 – IL POZZO

    Karel
    La prima pioggia d’autunno. Ieri il cielo era terso. Stanotte invece s’è levato il vento addensando le nubi ed oggi è piovuto a violenti scrosci e fragori di tuono. Poi il vento s’è placato ma – prima – ha risgomberato il cielo, che a sera era di nuovo terso.
    “Un temporale estivo?” chiede speranzoso mio figlio, mentre dopo cena lo porto a prendere il gelato in piazza. Non lo vorrei disilludere, ma l’estate è finita e il manto verdechiaro che sotto i platani già marcisce nella belletta parla da solo: “Cadono le foglie” gli dico per non mentire, stringendogli un po’ più la mano lungo il viale sterrato delle case popolari. L’asfalto s’è corroso da sempre ed anche la ghiaia emerge appena, dalla sabbia che arriva dal deserto.
    Sull’incrocio con la circonvallazione cigola penzolando il semaforo dal cavo. Mio figlio non alza neanche più la testa. Anch’io non l’ho mai visto acceso.
    Lui si rianima in prossimità della piazza: “Dov’era il varco, papà?” mi richiede.
    Mi chino, indicandogli col dito dritto davanti al viso la fontana con la palla: “Guarda dalla cima della palla allo spigolo dell’Intendenza: in quella direzione, oltre le lune, mio padre diceva che da piccolo vedeva il Varco folgorare, quando lo attraversavano le astronavi” e fingo di ridere. Un Varco Dimensionale non è da noi che una favola per bambini. Neanche ci crederebbero se non ci combattessero ogni tanto – se c’è energia – alla playstation di pastore Jacob. Colonization si chiama il videogioco, e bisogna costruirsi un Impero conquistando il predominio sugli altri concorrenti. Fondamentale è, nella strategia del gioco, il controllo e l’accesso alle vie di comunicazione. Bisogna costruirsi una rete di Varchi che – forando come pozzi il continuum spaziotemporale – consentano di spostare all’istante eserciti, risorse e merci su e giù per l’universo conosciuto. Se si entra nel Varco Dimensionale di Bethelgeuse-5 per esempio, il sistema di connessione ti infila nel wormhole spazio-tempo e, in meno di un nanosecondo, sbuchi come un proiettile dal Varco che avevi selezionato nella parte opposta della galassia. Il tempo di viaggio sta tutto nelle sette od otto ore necessarie ad entrare in orbita sul tuo pianeta, raggiungere la velocità della luce ed infilarti nel Varco. Poi, da lì, altrettante per la decelerazione e lo sbarco.
    Bisogna però è costruirla passo passo questa rete intradimensionale – un Varco alla volta, e solo un certo numero di giga-luce un po’ più avanti dell’altro, non di più – perché sennò si impicciano i calcoli e se si sbaglia solo un milionesimo di decimale, il wormhole ti sbatte in chissà quale era di una nana rossa in ebollizione. Solo alla fine – quando c’è tutta la rete – si può saltare all’istante di qua e di là della Galassia. Però ogni Varco costa e non solo d’impianto e messa in orbita dei piloni d’energia, ma soprattutto d’alimentazione: energia pura senza interruzione. L’unica è calcolare il rapporto costi-benefici e – se un Varco finisce per servire un’area a scarso traffico – tagliare il ramo secco ed investire altrove. Noi diventammo secchi subito, appena annullato il Balzo in Avanti: “Chi vuole tornare indietro torni”, ci dissero, “chi invece vuol restare, peggio per lui”.
    Restammo la metà. I nostri nonni.
    “Sicuri?” rifece la Federazione.
    “Hic manebimus optime” disse il primo Giudice. Quelli sparsero le loro bombole di spore defolianti antitabacco e smontarono il varco – “Adieu” – portandoselo via. Ora occorrono, per il più vicino, quattro mesi di navigazione e altrettanti per tornare. Chi vuoi che venga più? Giusto i circhi, appunto.
    Ma mio figlio ha finito il gelato. Torniamo indietro. All’angolo della piazza – Spes ultima dea – mi volto a riguardare il cielo. Triste però è l’autunno anche per me. Nessuna luce, nessun circo in arrivo.
    L’ultima odorava di rose.

    Ecco il resto del secondo capitolo che si chiude così:

    Ursula
    Lì per lì non ho capito bene cosa fosse successo – aveva risposto Rooney alla chiamata – solo “una catastrofe, gli steli in pericolo, la gente che arriva in massa”.
    “Ma ti sei fatto dire almeno il posto?”
    “Sì, sì. A Iglesiña, da una certa Angie”.
    “Angie?” e mi sono preoccupata. Solo ieri sera avevamo fatto la strada assieme e lei – al momento di lasciarci sulla Rua Juntada – ridendo aveva chiesto: “Ma davvero fai i pompini al Giudice?”
    “Angie! sei scema? Credi a quella là?”
    “Ah, non si può mai sapere…”, e adesso invece chissà che è successo.
    Ho diramato l’allarme, disposto un blocco a Pyặvëlinskij – stavano partendo pure da Šabőtzniegorod – e ordinato che non si facesse più uscire nessuno dalla città, solo i mezzi della guardia. Non ho detto una parola nel tragitto. La gente per le strade pareva costernata. Lassie dietro guaiva. Io con la morte nel cuore: “Angie!” pensavo.
    Sotto la collina grande una folla da Giorno delle Congiunzioni che ci faceva ala – muta – via via che proseguivamo nella fattoria.
    Ecco le distese di mais. Laggiù i campi di steli. Ora la stalla sempre uguale, forse più piccola e malmessa. Una scala a pioli stranamente addossata all’abbaino. Anch’io – si può dire – sono cresciuta qui. Più in là c’è l’Albero dei Messaggi – alto, possente – vicino al ponticello che conduceva il bestiame al pascolo. Sotto la sua chioma prendevamo l’ombra d’estate. Sul suo tronco sono incisi i segni, le iniziali, le storie di tutte noi. C’è il mio nome vicino a quello di Seth.
    Ora è tutto nero. Il cordone della guardia blocca i curiosi dietro la stalla. Gocce di pioggia fangosa mi cadono sul viso. Non è acqua. E’ melma. Oleosa. Che odora d’aspro. Gli steli per terra, avvizziti e neri. Rivoletti scuri dai filari si dirigono ai valloni.
    Pare che all’inizio, dopo un piccolo boato, ci sia stato un sibilo – un “Pffffff” sempre più forte – e una nube di gas si sia sprigionata dal pozzo: “Puzzava d’uovo sodo,” dice Brainwell il musico, “il nettare della terra”. Si sente tuttora. Lui era scappato assieme al mulo, che per la paura aveva spezzato la fune. Cessato il sibilo, la nube s’era placata e loro riavvicinati. Ma un boato più grosso e dal pozzo è esplosa una colonna altissima di robaccia nera, che ha strappato e sparato in cielo il derrick – il traliccio giace ora sconvolto tra quel che resta laggiù degli steli – e la pioggia nera è ricaduta inondando i campi. Anche se assai placata, la colonna ancora getta il suo liquame tra un rumore cupo: “Broooo”.
    “I miei steli, i miei steli disgraziato!” urla Angie – nera come tutti fino nei capelli – a Zacharias.
    Lui è sul pozzo con Paul, i figli di Foost e il musico, a tentare di fissare alla camicia interna una saracinesca per arginare il getto. Finalmente ci riescono.
    Mi avvicino. Mi inginocchio. Strofino un po’ di liquido tra l’indice e il pollice. Porto le dita al naso, poi saggio con la punta della lingua. È viscido, puzza e sa di cattivo: “Che roba è?”, chiedo al vecchio Foost.
    “Petrolio, credo sia petrolio sceriffo”.
    “Petrolio? Ma è un reato federale! un crimine grave proibito in tutta la galassia: Angie! sei in arresto”, urlo: “Rooney, mettile i ferri!”
    “I ferri? Ma che sei scema?” urla adesso Angie: “Sono stati quei due” indicando Brainwell e Zacharias.
    “Io…?” ha fatto il musico.
    “I ferri! Rooney i ferri!” ho ribadito io.
    “Datti una calmata” m’ha detto però piano, da dietro, il Giudice. E a Angie: “Sei a piede libero: qui è tutto sotto sequestro e tu sei il custode. Noi andiamo via, ora” ha detto poi dolce a me.
    “Prendi i tuoi stracci e vai via pure tu!” ha strillato allora Angie a Zacharias: “Non ti voglio vedere mai più”. A Brainwell invece – che già s’era incamminato pure lui – ha strillato ancora più forte: “Dove cazzo vai, tu? Chi t’ha detto niente? Torna al tuo posto!” e poi, più piano, “sta pompinara…”

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. rindindin

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    Membro

    una domanda qua: ma iniziamo col rivedere tutti i contributi già scritti per il terzo? io avevo inviato parecchio materiale.
    un avviso personale là: tra un po' parto per un viaggio e nn sarà facile per me scrivere. dopo ferragosto forse ho la possibilità di usare un computer e forse anche internet, però non potrò essere attiva al 100% fino a settembre. cercherò di seguirvi il più possibile per nn perdermi nulla. ciao che bello si ricomincia!

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. zaphod

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    Fondatore

    Finiamo il riepilogo generale e poi ripartiamo dal terzo. Delle cose già inviate all'epoca prenderemo quello che va bene e lo invieremo a tutti tramite la mailing list e poi sotto a scrivere le parti mancanti.

    Intanto...

    II interludio - Le voci narranti.

    Come si sarà accorto chi ha letto il primo capitolo, la nostra storia è raccontata da dodici voci narranti diverse. E sono sempre le stesse che si ripetono nello stesso ordine in ogni capitolo. I capitoli previsti per l'intera opera sono sei, ma su questo aspetto torniamo più avanti. È importante invece adesso sottolineare che queste voci narranti sono le "finestre" da cui noi vediamo il mondo della Colonia. Non è detto che siano i "protagonisti" della vicenda, sono solo quelli che raccontano la storia. Un altro aspetto fondamentale è che non esauriscono la totalità del mondo colonico: Angie non è l'unica contadina della Colonia, Brown e compagni non sono gli unici ragazzini, non siamo tutti protestanti perché Padre Jacob è l'unico ministro del culto della colonia, Dolly non è l'unica infermiera, ecc.ecc. Questa è la porzione di vita colonica che raccontiamo noi, far balenare l'esistenza anche di tutto il resto è una delle sfide di questo progetto.

    Karel: dà il "la" al capitolo (per questo è appannaggio di K e chi tenta di inserirci qualche contributo lo fa a suo rischio e pericolo), è la sua voce che - aprendo i vari capitoli - ne imposta in qualche modo anche il tono e fornisce elementi essenziali alla comprensione della situazione (la finestra di connessione nel primo capitolo, la spiegazione del Varco Dimensionale nel secondo).

    Erika: gestisce l'alimentari (ma funziona anche da bar e general store) preso in consegna dalla suocera, la madre di Allys, suo marito. Un uomo dal carattere taciturno che ha un solo amico. Martin, il giornalista, con il quale scaverà il nuovo filone minerario che porterà materie prime alla Colonia.

    Foost: il fabbro. Dedito al lavoro, carattere scorbutico. Estrae i metalli che gli servono dalle fondamenta del vecchio astroporto della Federazione (il resto già se lo sono smantellato nel corso dei decenni precedenti). Ogni tanto gli dà una mano Martin che, più che giornalista è un asso con le mani.

    Brown: uno dei ragazzini. Si muove sempre in gruppo con Haccious e Myrna, e il cane di lei, Laika. Sono loro che - spiando il Perfido Blackman, un misterioso figuro che vive tutto solo nei boschi - scopriranno l'esistenza in Colonia (mentre in tutto il resto della Federazione Galattica è stato eliminato) del tabacco.

    Yu: il professore. Ha il compito di insegnare ai suoi studenti a imparare. In Colonia hanno tutti un'istruzione superiore, pure se poi fanno gli agricoltori o i maniscalchi, perciò il professore non sa tutto, ma sa insegnare il metodo e controllare i progressi negli studi. Vive nella biblioteca ed è il contraltare del Giudice, figura carismatica che controlla e indirizza le decisioni che vengono prese in Colonia. (Nota di Lavorazione: proprio per il suo carattere di deus ex machina sarebbe bene lasciare l'utilizzo della figura del Giudice nella narrazione a k)

    Angie: la contadina, come la maggior parte delle fattorie in Colonia ha un appezzamento di Steli di energia che servono a sfruttare e convogliare l'energia solare, non sono però molto redditizi e - come ogni cosa in Colonia - costano fatica e lavoro. E'sposata a Zacharias e sarà proprio lui - con la sua fissazione di scavare un altro pozzo - a provocare la scoperta del petrolio (altra cosa bandita dal resto della Federazione) in Colonia. Angie, come tutte le altre donne della nostra storia (e della Colonia), è una frequentatrice assidua della palestra posta sotto palazzo K in cui lei, Erika, Ursula, Sophie praticano le arti marziali.

    Jacob: il pastore. Non è l'unico ministro del culto in Colonia, ci sono anche don Fidel (il prete cattolico), l'imam, il rabbino, ma Pastore Jacob è quello che ci è toccato a noi. Intransigente e moralista, ha tre figli, Ylenia (la maggiore), Niobe e Anikem (il maschio, sempre malaticcio). Ha il monopolio sul campionato di Galaxy-league, si scarica una volta l'anno (in occasione della congiunzione favorevole) tutte le partite e poi la domenica pomeriggio le ripropone in oratorio. Nessuna sa come va a finire e lui non lo ha mai anticipato ad anima viva.

    Dolly: è l'infermiera dell'ambulatorio del dottor Stavrakopulos. E' sposata con Marcus, ma ha una relazione con il dottore, la cui moglie è morta molto tempo fa. Dolly funge anche da levatrice e si occupa della sistemazione delle salme prima della sepoltura. E' la madre di Brown.

    Washington G.: lavora alla compagnia dei telefoni insieme a Nick, fanno il turno insieme, si occupano anche della rete energetica e della manutenzione della sfera di silicio in cui sono immagazzinati tutti i dati che vengono scaricati dalla rete in occasione delle connessioni. Washington G. è fidanzato con Tanija che - come le altre donne della Colonia - dice di riuscire a sentire l'odore della salsedine quando il vento spira dalla parte giusta.

    Sophie: sarta, è la moglie di Martin - che però l'ha lasciata per una ragazza più giovane - e la madre di Myrna (l'amica di Brown e Haccious) e di altre due figlie femmine. Per sbarcare il lunario va a servizio a casa del Giudice.

    Brainwell: lo sciroccato. Vegetariano, adoratore del Primo Sole, musicista. Camperebbe di musica, ma è costretto ad andare a lavorare a giornata per guadagnarsi da vivere. Per questo viene assunto da Zacharias per lo scavo del pozzo.

    Ursula: lo sceriffo. È il capo della Guardia Colonica. Moglie di Seth e madre di Leon, Tom e Corinne, la più grande - quindicenne - che lavora (di nascosto dalla madre) nell'officina di Foost. Ha una cagna (Lassie) che la segue ovunque. In quanto capo della Guardia è una delle poche persone in Colonia ad avere diritto a una autovettura elettrica sempre a disposizione.

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. zaphod

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    Fondatore

    Un suggerimento sommesso, rindin, investi in una chiavetta internet e rimani connessa. Quando il treno prende velocità è importante rimanere aggrappati.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. jacob

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    Membro

    Eccomi qua, in corpo e spirito!
    AMEN

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. A

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    Membro

    buon lavoro.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. jacob

    offline
    Membro

    Mi pare di averla inviata tempo fa una bozza di terzo capitolo...
    resetto il tutto!
    ciao e buon lavoro a tutti!

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. Nel primo capitolo c'è da modificare un accento qui: "io tifo Vega la magica perchè da lì venivano i miei, giallorossi da generazioni".

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. rindindin

    offline
    Membro

    ho fatto l'inventario del cap 3 da portarmi in viaggio: 2 versioni di Angie, 2 di brainwell, 5 versioni di Erika e 2 di Sophie, più lo schema. comprerò la chiavetta.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. Sul vecchio sito si stava anche delineando la strada per i nuovi capitoli, e c'era molto materiale utile.

    Si può recuperare qualcosa?

    Magari già si può, ma sono tecnoleso.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Per il terzo capitolo - ma il discorso è valido anche per gli altri, almeno fino al 5° - avevamo delineato tutti gli avvenimenti principali. Così possiamo sapere quali eventi inserire all'interno dei racconti. Ovvio che qualche aggiustamento in corsa è da mettere in preventivo. Diciamo che questi eventi servono da linee guida. E comunque stiamo lavorando per mettere il file a disposizione quanto prima. Ogni novità sarà comunicata, com'è naturale, tramite newsgroup.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. zaphod

    offline
    Fondatore

    Laboratorio di scrittura: cos'è e come funziona.

    Prendo spunto da una mail mandata alla redazione senza passare per la mailing list per chiarire a volo d'angelo alcune questioni di ordine metodologico.
    Scrive Arianna (iscritta al gruppo):

    "Evito di mandare questa mail a tutti perchè penso che ne abbiate già
    parlato e riparlato, ma, come nuova arrivata, ho bisgno di sapere
    alcune cose.
    Ci sono alcuni personaggi dei due capitoli già trattati a me più
    congeniali, con cui preferirei iniziare per entrare nel progetto. Come
    funziona? Posso scegliere uno che mi piace per il terzo capitolo o ci
    pensate voi ad "attribuirli"? Se posso scegliere, meglio aprire un
    post così da comunicarlo a tutti ed evitare che altri si occupino
    dello stesso personaggio o più di uno può scrivere di un personaggio?
    (Ad eccetto del Giudice e Karel che sono gestiti da K).

    Altra cosa: ho letto nel materiale che "noi" non siamo gli unici
    abitanti della Colonia, ma, ovviamente, ce ne sono molti altri. Posso,
    nella parte che affronterò del "mio" personaggio citare nomi e
    personaggi di mia invenzione che non necessariamente fanno parte dei
    12? Posso far interagire nuovi personaggi con il mio, magari solo per
    un singolo capitolo?

    Se dovessi avere altre domande posso scrivere a questo indirizzo o c'è
    qualcuno che gestisce più di altri il progetto che preferisce essere
    contattato ad un'altra mail?

    grazie
    Arianna"

    Ecco la prima regola è questa: non esiste che un dubbio sia solo individuale. Il fatto che lo abbia avuto tu è indicativo della possibilità che lo abbiano pure gli altri quindi qualsiasi richiesta di chiarimenti va postata direttamente sul forum o inviata alla mailing list così che la risposta data a uno serva creare una base condivisa di nozioni e procedure su cui lavorare. Così come sulla mailing list bisognerà leggere tutti i contributi e i commenti che vi vengono fatti (e non solo come spesso accade quelli che riguardano direttamente i nostri) perché la crescita e l'avanzamento deve essere collettivo.

    Quindi - per venire alle tue richieste, che non sono assolutamente peregrine - ecco alcune risposte in merito (e ci metto anche un paio di cose per rispondere a rindin) alle "regole del gioco".
    Puoi decidere di intervenire su qualsiasi personaggio. Nessuno ha diritto di paternità su alcun personaggio e più persone possono scrivere contributi per lo stesso personaggio e commentare i contributi degli altri. E' ovvio che è poi la redazione (e k su tutti) a decidere quello che va bene e quello che no, e come utilizzare i contributi inviati.
    E'vero che sono già stati inviati dei contributi per il terzo capitolo, c'era qualcosa che andava bene e qualcosa che andava rivisto. A breve un resoconto esauriente. A breve anche gli elementi essenziali della "trama futura", della direzione che deve prendere la nostra storia. Mi fa piacere che vi prudano le dita. Sfregatele sulla carta vetrata e affilate le unghie che fra poco si inizia a correre.

    Quindi - per venire alle altre domande di Arianna - nel momento in cui avrai scritto il tuo capitolo (Ipotesi: Angie 3) non dovrai far altro che spedirlo in allegato alla mail che invierai alla mailing list. In quel momento tutti lo leggeranno e qualsiasi risposta ti sarà data varrà come risposta data a tutti.

    Inciso: la natura dei contributi. Ricordate che in questo progetto noi raccontiamo la quotidianità della vita dei nostri personaggi. Non ci interessano le mirabolanti avventure (che pure - in minima parte - ci saranno) ma, al limite, la reazione di gente normale a quelle avventure. Sappiamo che Angie (per rimanere nell'esempio) trova il petrolio nei suoi campi alla fine del secondo capitolo, non è che nel terzo devono arrivare pure i marziani, basta immaginare gli sconvolgimenti e le conseguenze provocate da questo evento sulla vita di una persona normale.
    Ricordate che i contributi che inviate devono essere di 3600 battute, perché questo è il modulo che ci siamo dati, è ammessa una tolleranza di 200 battute in più o in meno, quindi tra 3400 e 3800. Ma meglio 3600. Eventuali contributi brevi potrebbero essere utilizzati come parti di racconto, ma questo si vedrà in corso d'opera.

    Ovviamente è possibile utilizzare personaggi che non siano già apparsi finora (Attenzione: personaggi e non "voci narranti", quelle sono le dodici che abbiamo già fissato e non si cambiano) ma attenzione alla "necessità" del loro inserimento. E' già un romanzo molto complesso - credo che i personaggi già apparsi sulla scena superino il centinaio, ma non sono sicuro - e dobbiamo curare molto la leggibilità e fruibilità del testo.

    Tenetevi forte, già ve l'ho detto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. k

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    Membro

    Jacob facciadacazzo, dove eri stato tutto questo tempo?

    Per Torque e Zaphod:
    Zanoni lo avete avvisato che è partita la Colonia? Se tituba, ditegli che è tornato Jacob e arriva subito.

    Rispetto al terzo capitolo e ai materiali eventualmente già inviati in passato, io non so se s'è capito, ma speravo proprio che il mio silenzio parlasse da solo. Vedo che non è così e allora mi spiego meglio: a me non m'è piaciuto un cazzo. Rifare tutto da capo. E che vi pensavate, che mo' che sono strega diventavo più buono?

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. Lavorate, schiavi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. zaphod

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    Fondatore

    Bassoli, qua in Colonia fancazzisti non trovano posto, prenda una pala e si metta a scavare una buca. Le comunicheremo più tardi il momento in cui iniziare a riempirla.

    Ecco, dunque, il piano generale dell'opera così come lo avevamo redatto all'inizio della scrittura del secondo capitolo. C'è scritto quello che succede nel prosieguo della storia. Ricordate che va utilizzato come ambiente di riferimento e che le storie vanno incentrate sulla quotidianità.

    Piano dell’opera.

    Il primo capitolo è quello che conosciamo ormai tutti a memoria, è l'introduzione, la presentazione del nostro mondo e dei personaggi che lo abitano. E' il racconto della stasi, la vita scorre sempre uguale a se stessa, e sembra che niente possa cambiare.

    Nel secondo capitolo le cose iniziano a muoversi, il secondo è il capitolo della scoperta. Martin e Allys individuano un filone minerario e iniziano a scavare nel deserto, i ragazzini scoprono che il Perfido Blackman fuma e iniziano a fumare pure loro - e la notizia inizia anche a circolare tra le chiacchiere della Colonia - alla fine del capitolo durante i lavori di scavo del pozzo nei terreni di Angie (lavori che sono stati affidati a Brain, visto che Martin e Allys sono indaffarati nel deserto) scoprono il petrolio, bandito da secoli - come il tabacco - dalla Federazione.

    Il terzo capitolo è quello dell'era tecnologica, è la Rivoluzione Industriale. Da una parte la miniera nel deserto che si rivela ricca di antracite e ferro, dall'altra l'estrazione del petrolio pongono fine alla carenza energetica che ha da sempre contraddistinto la vita sulla Colonia. Inizia la ricerca sui "vecchi" metodi di produzione e sfruttamento dell'energia. Si utilizza il petrolio per far ripartire la centrale elettrica e il carbone per il riscaldamento domestico. I ragazzini, in preda ai sensi di colpa per aver infranto il tabù del fumo, fuggono e verranno ritrovati al mare dopo parecchi giorni e condotti davanti al giudice. Il giudice non solo perdonerà Brown e compagni ma si farà spiegare come funziona questa storia del tabacco e inizierà pure lui a fumare. In breve il fumo (sigarette, sigari) dilagherà di nuovo in Colonia come neanche ai tempi precedenti alla Grande Proibizione Galattica, e la produzione di sigarette sarà uno dei pallini del giudice che stimolerà la sperimentazione delle miscele e chiederà a Stavrakopulos di creare una varietà Ogm che dia più raccolti l'anno e sia resistente ai pesticidi utilizzati dalla Federazione. Contemporaneamente le varie confessioni religiose creano un "cartello" per opporsi all'utilizzo del petrolio e a questo forsennato sviluppo energetico, fiancheggiati da qualche frangia ambientalista. Alla fine del capitolo, studiando i vecchi progetti, verrà inventato il motore a scoppio.

    Il quarto capitolo vede ormai una Colonia ricca entrata oramai a piedi pari nella fase del consumo. Vengono prodotte le auto che sfrecciano sulle strade sterrate e su quelle poche che vale la pena asfaltare (la circonvallazione, la via del mare...). Il fumo è diventato oramai un obbligo civile - chi non fuma viene considerato un 'deviante' - addirittura il dottor Stavrakopulos soffia il fumo sulle ferite prima di suturarle. Nel frattempo la voce che in Colonia c'è il tabacco ha iniziato a girare e c'è un viavai di circhi che non si era mai visto. E a ogni circo che arriva si offrono in dono stecche di sigarette, in una specie di compenso simbolico per i tanti anni in cui i circhi sono stati gli unici a venirci a trovare. Anche dei contrabbandieri proveranno a presentarsi e a cercare di acquistare il tabacco, ma verranno cacciati:i circhi sì perché sono amici nostri - e a loro infatti lo regaliamo - ma niente mercato illegale per noi. E' una questione etica. Però la notizia si viene a sapere e alla fine del capitolo - durante il contatto annuale con la Federazione per il download dei dati - al Consiglio riunito per l'occasione, verrà chiesto dalle autorità della Federazione se rispondono a verità queste voci circa la presenza del tabacco sulla Colonia. I consiglieri, atterriti, chiederanno al giudice - che intanto fuma tranquillo nella stanza adiacente. "Giudice, ci hanno chiesto se abbiamo il tabacco." E il giudice: "Dite loro che sì, lo abbiamo." Il Consiglio, non troppo convinto, esegue. Dopo un po' tornano dal Giudice: "Hanno detto che dobbiamo distruggere tutte le piantagioni." "Rispondete che andassero affanculo." ordina il giudice e finisce il capitolo.

    Nel quinto capitolo, quello del benessere e della globalizzazione, arriva una motovedetta della Federazione. Una specie di pattuglia della Guardia di Finanza galattica con un equipaggio minimo, ricordate che allo stato attuale per arrivare sulla Colonia ci vuole un viaggio spaziale di quattro/cinque mesi mesi, forse di più, e altrettanti per andarsene. E, in una Galassia in cui tutto è a distanza di pochi giorni, si tratta di un'eternità. Comunque la motovedetta arriva e atterra ma - mentre l'equipaggio è ricevuto in Consiglio - gli abitanti della Colonia già l'hanno smontata e riutilizzata e i finanzieri vengono trattenuti sul Pianeta come ospiti di riguardo, anche se pure a loro tocca lavorare per mantenersi. Potranno contattare la Federazione per fare rapporto sulla situazione solo nella successiva finestra di comunicazione, quella che si apre una sola volta l'anno. Intanto il tempo passa. Ma alla fine arriva l'incrociatore galattico inviato dalla Colonia per porre rimedio all'incresciosa situazione.

    Il sesto capitolo è quello dello scontro con la Federazione, ma ne parliamo quando ci arriviamo. Adesso di carne al fuoco ne abbiamo parecchia. E dobbiamo evitare che si bruci.

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. zaphod

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    L’invio del primo contributo esterno - a firma Wolt (Brown_3_4) - offre lo spunto per approfondire un aspetto che ancora non era stato affrontato:

    Scansione temporale sul Pianeta Abbandonato

    Ovviamente quanto segue è da prendere con una certa elasticità e quindi non bisogna stare a fare calcoli precisi col calendario per scrivere i propri contributi, ma serve come traccia di massima per la successione degli eventi nel nostro romanzo.
    C’è un orologio interno che regola la scansione temporale delle vicende che raccontiamo. Diciamo che tra un capitolo e l’altro passano sei mesi. Quindi se il primo capitolo inizia in primavera, il secondo inizia in autunno. Inoltre anche all’interno dello stesso capitolo il tempo scorre. Tra la short story di Karel e quella di Erika passano 10/15 giorni e così nell’intervallo tra tutte le altre.. Questa cosa nel primo capitolo non si avverte quasi. Ricordate? È il capitolo della stasi. Lì tutti i giorni sono uguali a tutti gli altri. È il capitolo in cui tutti personaggi si presentano. E l’impressione generale può anche essere che tutte le vicende raccontate dai dodici personaggi avvengano simultaneamente.
    È nel secondo capitolo che la dimensione diacronica comincia ad avvertirsi di più. Non è che il tempo inizi a scorrere più velocemente, è la densità degli avvenimenti che cambia. Si può notare con le sigarette. In Brown i ragazzini scoprono Blackman che fuma. In Sophie la madre trova cartine e foglie (ancora non sa di cosa si tratti) nelle tasche di Myrna. Oppure riguardo al pozzo di Zacharias. In Angie si sta scavando il pozzo, in Foost Zacharias ancora non si era andato a prendere gli attrezzi, in Brainwell trova la prima falda, e in Ursula trova il petrolio.
    Ne deriva che tra il Brown del secondo capitolo e quello del terzo passa un intervallo di tempo di sei mesi in cui in Colonia qualcosa è cambiato. C’è il petrolio. Qualcuno ha scoperto che loro fumano. La produzione della miniera di Martin e Allis ha preso il via.

    [sulla mailing list anonima in questo punto ho postato il dettaglio degli avvenimenti a uso e consumo di coloro che si stanno cimentando nell'impresa]

    Chiudo la dissertazione ricordandovi la prima scadenza: dobbiamo ricevere i contributi relativi al terzo capitolo massimo per il 31 luglio/1 agosto al più tardi. Indicativamente abbiamo fissato una riunione di lavoro per lunedì 3 agosto di pomeriggio alla libreria di Piermario. Ovviamente chi non potrà essere presente verrà aggiornato in tempo (quasi) reale tramite mail e forum.

    Buona scrittura.

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. Woltaired

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    Membro

    i sei mesi me li ero proprio persi e anche i 10/15

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. k

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    Lunedì è 2 agosto. Il 3 sono all'Elba.

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. jacob

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    Membro

    K Stregone amato nostro!
    Che bello rileggerti così.
    Jacob ha attraversato un perioduccio in cui ha dovuto fare, suo malgrado e invano, appello a tutte le cosmogonie intergalattiche.
    Ma nel frattempo col degno e abile fratello Brainwell ha portato avanti un progetto di video poesia che ha dato le sue buone soddisfazioni.
    Attendevo la ripartenza ed eccomi qua.

    Frustatevi peccatori!

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. k

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    Membro

    Chiedo scusa a tutti: anche lunedì 2 agosto sto all'Elba. Bisognerà rimandare la riunione al lunedì successivo, 9 agosto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. rindindin

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    Membro

    allora nel terzo cap è primavera o sbaglio?

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. cameriere

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    Membro

    il 9 io sono a sant'elena

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. k

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    ...e affògatece dallo scoglio.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. cameriere

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    Membro

    invidia.

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. rindindin

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    Membro

    il 9 sto in transito...

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. jacob

    offline
    Membro

    Sono rientrato oggi da tournee.
    Vedo che tutti sono scatenati su Yu e Foost.
    JAcob lo devo riscrivere? correggere? mandarlo a studiare da Don Verzè?
    baci a tutti

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. A

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    Membro

    Geniale: don Verzè! Geniale!!!

    Pubblicato 13 anni fa #

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