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Discussioni di teoria letteraria

(67 articoli)
  1. Non hai l'impressione che l'analisi dell'auto-fiction, tuttavia, almeno impostata così, non significa nient'altro che mettere un nome nuovo ad una cosa vecchia e che ritorna, di tanto in tanto, d'attualità? Rientra nel genere del romanzo. E in maniera piena e convinta. Non ci siamo ripetuti in eterno che, dentro un qualsiasi romanzo, lo scrittore mettesse sempre un po' di sé, giusto? E perché non pensare, invece, che lo scrittore - quando mette un po' di sé nel romanzo - non metta anche una parte che si immagina proprio? Il Fasciocomunista non è autobiografico, almeno non del tutto. In quanto tale - non inquadrabile pienamente in un'autobiografia - diventa inquadrabile nell'auto-fiction?

    L'auto-fiction attraverso i libri è stata sempre fatta. Quella di Dante, per esempio, non era per caso auto-fiction? O vogliamo pensare che lui ci sia stato davvero all'Inferno e poi in Purgatorio e poi in Paradiso insieme a Virgilio?

    Manca un dato importante: la nuova tecnologia. E' proprio dal mondo dei social network, di youtube, delle foto che fanno tutti ormai con grande sapienza (ormai siamo in un mondo pieno di scrittori, registi, fotografi) che invece arriva con prepotenza l'auto-fiction. Persone che fanno finta di stare in vacanza, che fanno finta di essere sereni, che fanno finta in generale un po' su qualunque cosa. Perché oggi l'importante è fingere, formare una nuova immagine di sé, creare un mondo che, così come viene riportato, non è mai esistito.

    Cos'altro è l'auto-fiction, se non la scrittura stessa?

    Pubblicato 9 anni fa #
  2. A.

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    Si, documentalitá

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    Pubblicato 9 anni fa #
  3. k

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    No, Derrida no!

    Pubblicato 9 anni fa #
  4. A.

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    L'incidente stradale in cui nel 55 morì a Latina Roberto Melville - aveva 35 anni - (con tutti gli annessi e connessi) potrebbe essere un tramite tra piazza Venezia e Latina, per far ricominciare il discorso del libro nuovo?
    è una idea, K.

    Pubblicato 9 anni fa #
  5. k

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    Grazie, ma quel discorso è già ricominciato per conto suo e, oramai, sta andando come e dove pare a lui. Io gli vado solo appresso.

    Lo scriva lei questo qua.

    Pubblicato 9 anni fa #
  6. A.

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    Mandi roba in pvt man mano che scrive. saluti

    Pubblicato 9 anni fa #
  7. A.

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    Moderatore

    4/07/2015
    I consigli di Bolaño per chi vuole scrivere racconti
    Dodici comandamenti di scrittura che si rivelano, a parte i primissimi, degli ottimi consigli di lettura

    Bertrand Parres

    Nonostante per l’autore cileno Roberto Bolaño fosse molto più importante “leggere piuttosto che scrivere”, non è stato facile nemmeno per lui resistere alla tentazione di fornire qualche consiglio agli aspiranti scrittori. Tanto che, appunto, ha ceduto: «Alla soglia dei 44 anni, mi metterò a fornire qualche indicazioni per scrivere storie brevi». Una guida – insomma – a come si fanno i racconti.
    Il suo stile è noto: storie surreali, fantasiose, dettagliate e bellissime. Le sue lezioni, invece, sono molto pedagogiche. Non lasciano nulla al caso, chiariscono ogni dettaglio in modo maniacale, fino a ripetizioni che sembrano spesso delle prese in giro. Puntualizza, in ogni senso, chi sono le persone da leggere – e quelle da non leggere, fino a diventare una lista di autori validi. Vale la pena leggerla per intero. Se no, c’è una versione abbreviata qui:
    1) Non scrivere racconti uno alla volta. Se uno scrive racconti uno alla volta, può, per dirla in modo onesto finire per scrivere sempre lo stesso racconto fino al giorno in cui muore
    2) È meglio scrivere almeno tre o cinque racconti alla volta. Se uno ha energia, anche nove o quindici alla volta.
    3) Attenzione: la tentazione di scrivere due racconti alla volta è pericolosa proprio quanto quella di scriverne uno alla volta. E poi, cosa ancora più importante, si rischia di creare un gioco di specchi tra innamorati, una immagine doppia che produce malinconia.
    4) Bisogna leggere Horacio Quiroga, Felisberto Hernández e Jorge Luis Borges. Poi si deve leggere Juan Rulfo e Augusto Monterroso. Ogni autore di racconti che mostra un certo apprezzamento per questi scrittori non leggerà mai né Camilo José Cela o Francisco Umbral ma leggerà Julio Cortázar e Adolfo Bioy Casares. Ma mai Cela o Umbral.
    5) Lo ripeto un’altra volta, in caso non sia abbastanza chiaro: non considerare né Cela né Umbral, in ogni modo.
    6) Uno scrittore di racconti deve essere coraggioso. È triste, ma va riconosciuto. È così che vanno le cose.
    7) Gli scrittori di racconti di solito si vantano di leggere Petrus Borel (Joseph-Pierre Borel). Del resto, molti scrittori di racconti sono noti per tentare di imitare lo stile di scrittura di Borel. Che errore. Piuttosto, dovrebbero imitarne il modo di vestire. La verità, però, è che non sanno quasi nulla di lui, o di Théophile Gautier o di Gérard de Nerval.
    Facciamo un patto: leggete pure Petrus Borel, vestitevi come Petrus Borel, ma leggete anche Jules Renard e Marcel Schwob. Soprattutto, leggete Schwob, poi, passate ad Alfonso Reyes e da lì arrivate a Borges.
    9) La verità vera è che, con Edgar Allan Poe, avremmo a disposizione ottimo materiale in quantità più che sufficiente da leggere.
    10) Ripensate al punto nove. Pensateci e rifletteteci sopra. Avete ancora tempo. Pensate al numero nove. Per quanto possibile, fatelo inginocchiati.
    11) Dovreste anche leggere alcuni altri libri e autori molto raccomandati – ad esempio, il Perì hypsous (I secolo a. C. Del Sublime) del notevole Pseudo-Longino. Poi i sonetti del coraggioso ma sfortunato Philip Sidney, di cui scrisse la biografia Lord Brooke. L’Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters, I Suicidios Ejemplares, di Enrique Vila-Matas e Mentre le donne dormono, di Javier Marías
    12) Leggete questi libri. E in più leggete Anton Cechov e Raymond Carver. Perché uno dei due è il miglior scrittore del novecento.

    fonte
    http://www.linkiesta.it/roberto-bolano-consigli-scrittori

    Pubblicato 8 anni fa #

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