Tanto per cominciare e per non lasciarla oltremodo dispiaciuto dal singolare fatto che da tanto tempo oramai che non glielo dicevo, lei deve andare a fare in culo lei ed il suo amico Travaglio. E passiamo alle argomentazioni.
Lei saprà che in sede storica è ancora tutto da capire se l'avvento del fascismo nel 1922 è imputabile più all'azione violenta delle sue squadracce d'azione, o sia invece ascrivibile tout cours al vuoto di potere determinato prima dal rifiuto delle forze socialiste ad entrare nei governi Giolitti e poi dagli esiti assolutamente inconcludenti del biennio di lotte 1919-21. E' cioè accertato e quindi fuori discussione che le squadre d'azione fasciste arrivarono tirando schioppettate alla gente ed incendiando le camere del lavoro (come dice pure il partigiano O'Johnny), ma si tratta di vedere se tutto questo si sarebbe ugualmente dato - o se, al limite, gli sarebbe stato ugualmente sufficiente per vincere - se questo vuoto di potere non ci fosse stato, se cioè i socialisti fossero stati ben saldi dentro una coalizione di governo che avesse già avviato le riforme, la modernizzazione e la stabilizzazione che il Paese attendeva. Dove cazzo sarebbero andati i fasci - per dirla con il linguaggio nostro - se nel '22 non ci fosse stato il casino che c'era? Casino - se permette - determinato in massima parte dalle azioni e soprattutto dalle omissioni della sinistra.
Ma veniamo ad oggi e a Mister B., come dice lei.
Secondo il Travaglio-pensiero che lei riporta, qui gli eroi sarebbero lui - Travaglio - e poi Biagi, Luttazzi e Santoro. Tutti gli altri sono traditori, venduti o - nella migliore delle ipotesi - utili idioti e servi sciocchi del padrone: D'Alema in primis, e poi il Pd riformista, i terzisti, i bicamerali, chi pubblica con Mondadori, i premi strega e l'accidente che lo spacca.
Ora, come lei capirà, a questo incomparabile genio sfugge un piccolo particolare, e cioè che Berlusconi ha preso i voti. E non è che abbia preso i voti nel senso d'essersi fatto frate, ma nel senso che ogni volta una montagna di gente è andata lì ed ha votato per lui. Non è che per lui ci abbia votato D'Alema, il Pd riformista, i bicamerali o il premio Strega. Per lui ci ha votato il popolo, la gente, e ogni tanto lo hanno votato pure in più della volta precedente. Ora che si doveva fare in democrazia? Bisognava sparargli o andare da una fattucchiera a fargli fare il malocchio perchè gli venisse un bel cancro fulminante? No, bisognava solo cercare di trovare delle soluzioni politiche. Non è che ci fosse - in democrazia - altra strada.
Quando lui arriva nel 1994 difatti, arriva nel pieno tracollo di quel sistema di potere chiamato "prima repubblica". E la prima repubblica non tracolla solo per Tangentopoli, anzi, tangentopoli non è che l'atto finale, l'ultima e mortale crisi di un processo di entropia e graduale auto-tracollo che la prima repubblica portava dentro di sé già da parecchi anni (anzi, secondo me dal suo nascere, ma su questo prima o poi ci farò un saggio, poichè per me la prima repubblica nasce nel 1948 già gravemente malata, perché nasce tutta quanta sotto lo spirito ancora dello statuto albertino, quasi che i padri fondatori avessero voluto cassare per intero la parentesi fascista tornando sic et simpliciter alla situazione quo ante, riproducendo così di fatto tutte le condizioni di potenziale instabilità che s’erano già appunto manifestate prima del 1922).
In ogni caso, nel 1994 la prima repubblica implode e il Paese si trova di fronte a un nuovo vuoto istituzionale e a un periodo di transizione in cui occorrerebbe affrontare la costruzione di un nuovo ordine repubblicano. Lei capisce, però, che in una situazione di questo tipo, uno non è che gli interlocutori se li sceglie: "Tu mi piaci e tu invece non mi piaci". In democrazia, gli interlocutori te li dà il popolo che li vota. Se il popolo vota quello, tu devi discutere con quello. E Quello - Berlusconi - ha pigliato i voti. Lei dice, e con lei Travaglio: "Ma quello era un delinquente". Ho capito, però aveva pigliato i voti e in quel vuoto di potere - in quella crisi istituzionale - non c'era un solo appiglio, legge o norma democratica che consentisse a chicchessia, sia in termini formali che di fatto, ossia di rapporti di forza, di potergli dire: "No, tu non ti presenti alle elezioni". Lei che è democratico e i democraticissimi Santoro, Travaglio e chi cazzo le pare a lei, mica avreste voluto per caso che si fosse fatto un colpo di stato per potergli dire: "No, tu non ti presenti" (e poi, anche quando si fosse fatto un colpo di stato o una rivoluzione, lei è proprio sicuro che – al di là delle pur trascurabili vittime – poi avremmo vinto noi? Lei non so se lo sa, ma quando si gioca – ed a qualunque gioco – poi si può pure perdere, non sta scritto da nessuna parte che poi di sicuro vinci tu). Comunque quello c'era sul tappeto e Quello ci siamo trovati, espresso - guarda un po' - da più o meno la metà dell'intero corpo elettorale. Che fare, allora?
Be', l'unica cosa da fare, allora, fu proprio quella che fece D'Alema, il tentativo cioè di discutere con lui e con le forze che lui rappresentava il modo d'uscita dalla crisi e le modalità e le forme con cui costruire una nuova e seconda repubblica che funzionasse meglio della prima.
Questo progetto non è andato in porto. Il tavolo è saltato perchè - si dice - lui avesse chiesto una sorta di salvacondotto e D'Alema non avesse potuto darglielo. E allora siamo arrivati – in una concatenazione di fatti a progressione che il Sensi definirebbe geometrica – esattamente al punto in cui siamo siamo adesso: una seconda repubblica democratica efficiente, giusta ed efficace non l'abbiamo costruita, ma abbiamo determinato una sorta di suk levantino in cui lui, che è il boss del suk perchè continua a prendere più voti, fa a colpi di maggioranza quel cazzo che gli pare. Senza regole, lui le regole se le fa, di volta in volta, da solo e per conto suo. E questa repubblica continua così sempre più il suo processo di autoavvitamento degenerativo. Di chi la colpa?
Secondo lei e Travaglio, la colpa è di D'Alema (e quindi pure mia, che voto Pd e pubblico con Mondadori).
Secondo me invece la colpa è sua e di Travaglio, e di tutte le teste di cazzo che strillando e starnazzando come galline per i cazzi loro, hanno impedito a D'Alema e a chiunque altro di avviare un processo di riforma democratica e condivisa di questa repubblica. Voi avete sempre strillato: "No! No! No!", e quello allora ha fatto come cazzo gli pareva a lui e come però gli permettevano le leggi e gli ordinamenti vigenti. Questo è il risultato. Dice: "Ma è un tiranno! Adesso è evidente a tutti che lui è un tiranno!". E' vero. Ma la colpa è tua se s'è fatto tiranno, perché sei tu - coi tuoi starnazzamenti e i tuoi "No! No!" - che hai impedito a noi di costruire a monte delle regole ed un ordinamento che impedissero a lui, e a chiunque altro, di farsi poi tiranno. Che volevate da D'Alema invece, che gli organizzasse un attentato? Non mi pare poi tanto democratico.
Nota a margine su chi pubblica con Mondadori
Per quanto mi riguarda, l'ho spiegato un sacco di volte: io pubblico con Mondadori (ma anche con Laterza e col Gruppo l'Espresso di Limes) perché gli altri non m'hanno voluto. Mammut collezionò 55 rifiuti da 33 diversi editori. Rizzoli li ha rifiutati più volte i miei libri, e così Feltrinelli, che manco mi risponde al telefono. Che cazzo volete mo' da me? Me li dovevo stampare da solo con il ciclostile i libri miei? E poi abbiate pazienza, io sarei ancora per la dittatura del proletariato, siete voi i liberali, quelli che m'hanno detto che bisogna accettare l'economia di mercato. E allora sto pur'io sul mercato: faccio i libri e li vendo al mercato a chi li vuole. Che cazzo rivolete da me? Quando stavo in fabbrica e facevo i cavi, mica mi siete mai venuti a dire: "No, ti devi licenziare e non devi fare più i cavi perché il padrone tuo non è comunista". Provateci voi ad andare dagli operai della Fiat a dirgli: "Vi dovete licenzia', perché Jaki e Marchionne so' du' fìdenamignotta". Ma sai le botte che vi danno? Mi spiegate allora a chi cazzo li devo vendere - come allora i miei cavi - i miei libri adesso? E in ogni caso - se permette - non sono io che prendo i soldi da Berlusconi per scrivere i miei libri, ma è lui che fa i soldi con i libri miei. Non so se coglie la leggera differenza. Ma anche lei gli dà soldi quando va alla Standa, compra i suoi prodotti o vede Tg5. E' l'economia di mercato, ragazzi, mica l'ho voluta io. Mo' che l'hanno accettata pure i compagni cinesi, l'unico per cui non vale - secondo voi - resto io? Ma andate un po' affanculo, va'. Pure Fidel Castro pubblica con Mondadori!
Stocazzo de Travaglio poi me fa impazzi': lui e Montanelli non se li sono pigliati per un sacco d'anni i soldi di Berlusconi, fin che gli faceva fare quel cazzo che volevano loro? E loro, o almeno lui badi bene (perché poi Montanelli vendeva anche i libri), lui davvero prendeva i soldi e basta, perchè a quel tempo mi pare che Il Giornale non è che vendesse chissà quante copie, era in perdita e i Berlusconi ci dovevano mettere i soldi loro, per poter pagare lo stipendio a lui. Non è come me, che al limite sono io che pago un po' di stipendio a Berlusconi. Comunque e in ogni caso, pure Travaglio e Montanelli hanno pubblicato con lui. Dice: "Sì, però solo fino a quando non mi sono reso conto che era pericoloso", ossia fino a quando t'ha fatto fare quel cazzo che ti pareva a te. Fino al giorno prima andava tutto bene, eri un giornalista di destra e montanelliano, ti fregava stocazzo delle fabbriche che chiudevano, della classe operaia e di tutta la sinistra. Poi il giorno dopo hai detto: "Eh no, cazzo! Mo' chiunque pubblica con Berlusconi è un fìo de na mignotta!". Ma vaffanculova', a te, Montanelli, Belpoliti e chi cazzo ti pare a te. Mo' volete venire a rompere i coglioni a me, che sono andato a lavorare la prima volta a tredici anni? Ma arivaffanculova', che non hai fatto un giorno solo di lavoro vero in vita tua, quello col sudore della fronte e con i calli nelle mani.
Comunque anche questo modo di procedere - "Sì vabbe', io pure ho pubblicato per Berlusconi, però appena mi sono accorto che bestia era, subito l'ho mollato" - è forte e di nuovo sintomatico, perché immediatamente dopo arriva la fatwà: "E chiunque non l'ha mollato appena l'ho mollato io, è evidente che è un servo ed un venduto".
Lei ha capito? Questo è come la nostra Magda: il metro universale dell'armonia del cosmo e dell'etica umana è - guarda caso - quello che hanno autonomissimamente deciso loro. E quando - soprattutto - hanno deciso loro. Né un minuto prima né un minuto dopo. Chiunque si fosse azzardato prima a dire qualche cosa di Berlusconi, facile pure che se lo mangiavano vivo. Un minuto dopo no. Un minuto dopo, chiunque non fosse stato d'accordo con loro a fare pure un colpo di stato e decretargli la morte civile, era un venduto e un servo del padrone. Ha capito, Leon? Massimo D'Alema, che è stato sempre e fin da bambino comunista e dalla parte del proletariato e delle masse lavoratrici, è un servo dei padroni. E loro che vengono dalla borghesia più borghesia delle "maggioranze silenziose" dei periodi più oscuri della storia repubblicana, loro sono gli unici e puri rivoluzionari del mondo nuovo. Ma di' che andassero a cagare. Questi sono i grilli elitario-parlanti della borghesia fighetta italiana travestita da sinistra, e la colpa vera della sinistra vera è di non avere fatto come faccio solitamente io, che quando m’entra in casa un grillo e comincia a fare tutta la notte: “Crì-crì”, io m’alzo da letto e non mi do più pace finché, spostando magari tutti i mobili, finalmente non lo trovo e – alla faccia di Magda e di Mariuccia, e pure della sua se vuole – non lo schiaccio. “Vaffanculo va’, va’ a fa’ crì-crì a nantra dimensione, mo’!”.