Anonima scrittori

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Fondi del libraio

(89 articoli)
  1. A.

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    offensivo

    Pubblicato 11 anni fa #
  2. A.

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    Moderatore

    Dobbiamo munirci di una nuova filosofia e di una nuova teologia per sconfiggere la peste dell'autismo corale. Abbiamo bisogno di più contadini e poeti, che nasca una sinistra radicalmente ecologista e locale, che lavori per una democrazia profonda
    Sono moltissimi anni che nel mondo non arriva un anno nuovo. Almeno nel mondo che conosciamo meglio e chiamiamo occidente. Per i morti non c'è anno nuovo e forse non c'è neppure per il nostro occidente. Quella che chiamano crisi non è altro che una gigantesca opera di rimozione: il mondo è simbolicamente morto, ma per non dircelo pensiamo che ha bisogno di crescere. L'anno nuovo sarebbe tale se fossimo in grado di fare un felice funerale al nostro mondo. C'è bisogno di una cerimonia ben più solenne del rituale scambio di auguri. Più che di un veglione, è necessaria una lunga veglia collettiva intorno all'agonia ciarliera del nostro occidente. Un modo per raccontarci miserie e prodigi prima di inumarlo e cominciare a vivere senza di esso. Non sarà facile. Non c'è un altrove che sia già pronto. Manca il sentimento della cosa ulteriore o del futuro, ma è una mancanza apparente, il futuro arriva, arriva sempre. Per ora disponiamo del giorno dopo. E il giorno dopo è quasi sempre una macchina di demolizione di quello che si è costruito il giorno prima. Io non trovo niente di macabro e di funebre in questa situazione. Anzi, credo che riconoscere la fine del nostro mondo sia una possibile letizia. Ci rende meno prigionieri per cominciare. Non abbiamo una cornice. Siamo su questa crosta fredda riscaldata dal sole. Siamo qui senza missioni. Quello che sappiamo non ha più valore di quello che non sappiamo. Quello che ci diciamo non ha più valore di quello che non ci diciamo. Ci siamo e basta. Il sacro di cui abbiamo bisogno è questo disporsi a una vita qualsiasi, in un luogo qualsiasi, in un tempo qualsiasi. Nessun titanismo, ma la dolce ossessione di farci compagnia e di essere soli, di oscillare, di perderci e ritrovarci. Un anno nuovo è possibile solo se ci muniamo di una nuova filosofia e di una nuova teologia. Non è il nuovo governo la nostra salvezza, non è l'Europa delle banche, non è il circuito lavoro, stipendio, spesa. Dobbiamo seppellire la nostra presunzione di specie e aprire una stagione in cui prendiamo atto che c'è la peste. Questa peste possiamo chiamarla autismo corale. Non uccide, corrode i legami anche quando li alimenta. La società della comunicazione altro non è che una gigantesca mascherata per nascondere il fatto che non abbiamo niente da dirci, che non crediamo più agli altri e neppure a noi stessi. In un contesto del genere è veramente penoso vedere come la politica continua a restringere il proprio raggio d'azione spirituale. È un esercizio tecnico in cui il cinismo e la mediocrità vengono scambiati per atti eroici. Nell'anno nuovo non è indispensabile Monti e neppure tutta la compagnia che si sta schierando con lui e anche alla sua destra e alla sua più prossima sinistra. Abbiamo bisogno molto di più di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l'anno della crescita, ci vorrebbe l'anno dell'attenzione. Attenzione a chi cade, attenzione al sole che nasce e che muore, attenzione ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato, a una qualunque macchina che passa per strada. Un anno nuovo sarebbe veramente tale se portasse la politica alla poesia e non la poesia alla politica. Invece avremo un po' di fotoshop elettorale, con annesse penose trasmissioni televisive in cui si dice tutto tranne l'essenziale. Io spero che l'anno nuovo veda la nascita di una sinistra radicalmente ecologista, una sinistra limpida che lavora per una democrazia profonda. Altro che elezioni. Una democrazia radicalmente locale, costruita da comunità provvisorie che si formano in ogni luogo e che in ogni luogo discutono col centro sulla forma da dare alle cose: può essere una piazza, può essere il modo di pagare le tasse o di produrre, può essere un'idea di scuola e un'idea di sanità. Una capillare manutenzione dal basso in cui le persone sono chiamate a discutere, a esprimere le proprie emozioni. Le elezioni per il parlamento sono solo un piccolo dettaglio tra gli altri. La società si decide spezzando l'autismo corale, aggredendolo e costruendo luoghi in cui ci si mette in cerchio e si fa democrazia. Si sta insieme e si decide, si passa il tempo e si decide come passare il tempo. Il mio sogno è che il prossimo anno sia l'alba di un altro comunismo che consideri la democrazia locale il punto di partenza di ogni azione. Il mondo ha bisogno di essere amato e accudito, prima di essere pianificato o portato chissà dove. Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, significa rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza. Più che un agonismo su un'equità solo declamata, abbiamo bisogno di regole semplici, di accordi morali. Dobbiamo accordarci dopo aver esplicitato i conflitti, dopo aver compreso che il mondo non è solo nostro e quello che facciamo pensando solo a noi stessi è una forma di suicidio. Un anno nuovo è veramente tale se mettiamo a fuoco un nuovo modo di sentire e percepire. Assistiamo a una grande confusione non solo nel campo della politica, ma anche nell'universo sentimentale. Le donne uccise sono solo la punta di un malessere molto profondo che avvolge il nostro dare e avere nei rapporti con gli altri. Bisogna ristabilire un equilibrio nella dialettica tra egoismo e altruismo, tra cura di sé e cura dell'altro. Non si può usare il sesso come un ansiolitico. Non possiamo continuare a prenderci e lasciarci convulsamente in una sorta di mercato dei sentimenti in cui gli stracci e le stoffe preziose stanno alla rinfusa. Dobbiamo imparare a stare da soli e a farci compagnia. Le nostre nevrosi troppo spesso sono l'unica maniera con cui riusciamo a raggiungere e a essere raggiunti dagli altri. Appena proviamo a farci del bene cadiamo nella noia. Solo il terribile pare in grado di svegliare la nostra agitata sonnolenza. L'anno prossimo dovremmo cominciarlo con piccoli esercizi di ammirazione, con piccoli esercizi di riabilitazione alla gioia. Istituire una sorta di capodanno tra un giorno e l'altro, tra un'ora e l'altra. Dobbiamo scendere molto in fondo a noi stessi e rimanere ben saldi in superficie assieme agli altri. Senza tenere insieme questi due movimenti non c'è intensità, non c'è bellezza. C'è solo una confusione inerte.

    Pubblicato 11 anni fa #
  3. zaphod

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    Mai nessun bipede al mondo ha avuto bisogno di un pompino come colui che ha scritto questo pezzo. (A.Cronauer, Goodmorning Vietnam)

    Pubblicato 11 anni fa #
  4. A.

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    infatti, hai capito subito che era il pezzo di chiusura de il Manifesto

    Pubblicato 11 anni fa #
  5. k

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    Poi dice che non ciavevano ragione i Maya.

    (Buon anno, A. Col tempo lei peggiora. Ma più peggiora e più mi piace.)

    Pubblicato 11 anni fa #
  6. zaphod

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    Come chiusura? Non avevano riaperto?

    Pubblicato 11 anni fa #
  7. Nel caso se quel pompino non lo vuole nessuno lo prendo io, eh.

    Pubblicato 11 anni fa #
  8. A.

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    L'autore del pezzo che ho postato è Franco Arminio, ma non lo conosco. Questo era il link http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/9043/

    Pubblicato 11 anni fa #
  9. k

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    Schiattasse, 'o Manifesto.

    Pubblicato 11 anni fa #
  10. zaphod

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    Già fatto. Liquidazione coatta e riapertura sotto altra forma. Il giornale in edicola pare non abbia perso un'uscita. Certo, con quella dichiarazione di intenti postata da A, sicuramente non hanno (ri)trovato un lettore.

    Pubblicato 11 anni fa #
  11. A.

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    Allora, è ufficiale: la Maxiconiferona sintetica, l'immane apparecchio natalizio è ancora la, in Piazza del Popolo, a grattare il culo ai cieli umidi di Latina. Stavolta passando ci ho fatto caso, tutto è rimasto com'era stato sistemato sin dal lontano Ottobre 2012. Frasche, tiranti e palle colorate, ogni componente della macchina della gioia prosegue nella celebrazione del più duraturo Natale di tutti i tempi. A voler essere pignoli, sono stati, quelli si, smorzati gli inni e le canzoncine allegre che il Supercono sparava all'intorno nei primi giorni di servizio nella Caserma delle Feste. Mesi e mesi imbevuti di gioia precoce! Di sera,i rari passanti del Dicembre più austero dagli anni del dopoguerra, che si trovavano ad attraversare una piazza così inmerlettata di luci da oscurarsi, pur presi dai pensieri che di questi tempi affollano gli animi preoccupati delle brave persone, avevano quasi l'impressione di veder passare la slitta di Babbo Natale a solcare la solitudine metafisica del luogo. Un Santa Klaus grasso e rubizzo, come da tradizione, che sfiorando il Maxicono e volando radente sotto le basse colonie di lampadine che sfioravano le strade, si sporgeva dalla slitta per far loro delle grasse pernacchie. Doveva essere come guardare un quadro di De Chirico e vedere nell'atmosfera silenziosa e sospesa dei suoi spiazzi razionalistici, un panzone colorato e piumato irrompere correndo in tutù. Suggestioni che una piazza così assurdamente imbellettata nel duro Natale di crisi rimandava all'immaginazione di chi vi passava, magari gravato da preoccupazioni non facili a rimuoversi. La maggior parte della gente insomma, qui e altrove, ha passato le feste festeggiando appena, costretta a ripiombare in fretta in un quotidiano plumbeo, potenziale sollevatore di rabbie sacrosante. Ma l'ottimismo del potere, giustificatissimo nel caso del suo stato di salute, che è ottimo come quello di ogni mascalzone in tempi di carestia, non conosce ostacoli. Soffia speranza in un futuro che si rinnova ogni momento, spostandolo in avanti man mano che diviene presente. Dopotutto lo spread è più basso di molto e le classi lavoratrici che ora sbattono la testa in un disperato e continuo tentativo di sopravvivenza, tra novant'anni sentiranno tutti i benefici di tale calo. Così sarà un bene per tutti che lo spirito natalizio, che è apparso un po' troppo ectoplasmatico nel periodo di ordinanza, venga tenuto desto. Teniamoci quindi il Coniferone finto, non sospendiamo le tombolate ed eleviamo preghiere al Padreterno evitando di chiedergli tuttavia se i poveri, per continuare ad essergli simpatici, debbano necessariamente seguitare ad essere tali, o magari riuscire a morire di fame per essere assolutamente sicuri di andare in Paradiso. Sarebbe di cattivo gusto rivolgergi domande del genere quando sappiamo per certo che abbiamo ben altre garanzie. Nel frattempo contentiamoci della carità e della solidarietà messe a sostituire la deprecatissima giustizia sociale. Mica è poco in fondo se le metti insieme alla più che certa salvezza delle nostre anime! Lasciamo quindi schiattare di rabbia i vari potentati della finanza, le caste politico affaristiche, le multinazionali emerse e sommerse, le gerarchie vaticane e i loro rappresentanti snocciolati a far da frenatori in tutte le liste di partito. All'ombra degli alberoni che si drizzeranno ancora per mesi nelle piazze come la nostra,i pali fisici o virtuali, vedremo questi farabutti schiattare di invidia per i cammelli che ci raggiungeranno in un aldilà tutto fiocchi e musichette, passando per la minuscola cruna di un ago. Tutto bene, infine.O no?
    PMDD

    Pubblicato 11 anni fa #
  12. A.

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    Buona domenica. Cosa può fare di una domenica così fosca, corrucciata e sgocciolona, una buona domenica? Per me un buon segno sarebbe quello di salvarmi per un solo giorno dalla fittissima sassaiola delle esternazioni dei candidati alle elezioni, sia regionali che politiche. Di questi tempi infatti c'è un isterico sgomitare dei politici vecchi e nuovi per diffondere il loro verbo in ogni direzione. " Che la parola si infili in ogni pertugio, che illumini il genere umano circostante e vivente, anche quando poco vegeto, testimoniando non solo la mia esistenza in vita ma pure, con la discrezione tipica di un Alfonso Signorini, la mia nuova natura di candidato! ".Questo sembra essere l'imperativo. Ne consegue che di punto in bianco degli esseri che in tempi normali posseggono la spumeggiante vitalità della pietra e che affidano la loro sopravvivenza a regolari ma esangui comunicati su Latina Oggi, prendono a dimenarsi come i Galli di Asterix appena bevuta la pozione magica o Braccio di ferro dopo una scatoletta di spinaci. Siamo quotidianamente informati sulle loro opinioni in materia di scibile umano, dai pareri sulla fisica quantistica o nucleare a quelli più leggeri su come si sala un soufflè. Non c'è verso di salvarsi da questo attivismo, da uno tsunami esternativo che spazza le coste del nostro vivere quotidiano con ogni mezzo creato dall'uomo per comunicare: giornali, radio, televisioni, sms, manifesti, social networks, bandierine di segnalazione e tronchi cavi con clave. Basta cavolo! Anche se l'ammassarsi addosso ed intorno a noi della folla urlante dei candidati, come nell'assedio degli omini gialli del colesterolo, dovrebbe farci piacere perchè testimonia la loro voglia idealistica di servire la comunità, possiede tuttavia la sgradevole caratteristica di estenuarci. Facciamo un patto, smettete di strillare e salmodiare le vostre ricette per il futuro della regione e del Paese e noi vi voteremo o meno regolandoci unicamente sui fatti, su ciò che avete combinato nella vita passata e sui perchè che hanno determinato le vostre azioni. Ma parlate più piano e state più attenti a come lo fate perchè forse il nudo silenzio dei fatti parla di più dell'accavallarsi di mille opinioni interessate.
    PMDD

    Pubblicato 11 anni fa #
  13. A.

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    Vi siete incupiti? L'umore, sballottato da mille problemi assillanti e gravato da suggestioni melanconiche, vi tiene schiacciati verso il centro della terra? Vedete l'aria circostante densa di guai svolazzanti, che vi girano intorno in un vortice che non permette loro di posarsi e trovar pace? Bene sappiate che anche se vi trovate nella condizione del tristissimo figlio del re di certe fiabe, al quale niente e nessuno riusciva a strappare un sorriso, un sistema sicuro per squarciare, sia pure per un breve istante, l'orizzonte plumbeo che vi grava addosso, c'è, esiste ed è peraltro di una semplicità sorprendente. In pratica l'uovo di colombo per chiunque possegga anche solo mezzo grammo di senso dell'umorismo: pensate al Pdl alle prese con la questione morale e alla volontà granitica di Berlusconi e Alfano di presentare liste pulite.Spassoso no? Che ne dite? Già vedo sollevarsi verso l'alto gli angolo delle vostre bocche in un primo abbozzo di ilarità: Berlusconi che prova ad escludere Cosentino! Secondo un minimo di logica dovrebbe allora dissolversi egli stesso e ben prima del boss campano, visti i seimilacinquecento problemi giudiziari che gli ringhiano intorno. Osservazione questa, che a quanto è dato sapere gli avrebbe rivolto Cosentino stesso, ponendogli un complesso quesito filosofico sulla possibilità o meno della Natura di negare se stessa. Dicono che sia stato di un'eloquenza inimmaginabile e pare che, dopo aver corredato le sue disquisizioni con testi specifici di classici greci e padri della Chiesa in un intrico di prove ontologiche da Dottor Sottile, Nik l'Americano abbia suggellato la digressione con un più terreno : " Provateci a tenermi fuori e vi massacro! ". Tutto questo piccolo delizioso teatrino dell'assurdo su Pdl e questione morale, due o tre atti brevissimi degni del miglior Ionesco, è giustamente finito con una bicchierata e una bella risata : " Ma davvero c'eri cascato Nik? Ma dai..! ". A volte bisogna pur scherzare. Pensate ora a come fosse possibile coniugare Scilipoti con la coerenza morale. Sarebbe più facile accordarlo con la grammatica! Anche lui è in lista, ovviamente, insieme a Minzolini ed altri titani della libertà di pensiero. Giusto Dell'Utri è rimasto a contare gli spiccioli ricavati dalla vendita delle sue ville a Neroncello, che le ha pagate tre volte il loro prezzo di mercato. Anche Apicella che si è privato a peso d'oro di una casetta modestissima a Cecchina (!!??) a pro di Berlusca, sembra incline a continuare a cantare da un lato ed a minacciare di farlo dall'altro...Vi sentite un po' meglio?
    PMDD

    Pubblicato 11 anni fa #
  14. A.

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    Si alludeva qualche giorno fa a quale alleato possa essere per noi il buonumore nei periodi critici. Quando tutte le luci piano piano si spengono attorno, una dopo l'altra, come in un teatro al termine dello spettacolo, il buio finisce per assorbire tutte le nostre energie: non si intravede l'uscita e trovare risorse interiori per tirare avanti, consapevoli di quali porcherie ti circondino, è difficile, faticosissimo.La realtà di questi tempi appare così alla maggioranza di noi. E' allora che nella follia che si produce allegramente e senza pause in questo eterno Carnevale che è l'Italia, arrivano le notizie che regalandoti un sorriso, una risatina, ma più spesso un grasso cachinno, ti risollevano l'animo esacerbato. Un gaio pizzicorino da ilarità deflagrata ti solletica il naso e ti accorgi che fuori c'è sufficiente luce, che la notte deve ancora arrivare. La saga delle liste pulite nel Pdl è stata impagabile, con la rincorsa alle liste campane, scappate in fuga d'amore con qualche trombato deluso: uno sketch dietro l'altro, valanghe di risate! Il daltonismo etico è ora realtà: fuori Nik " O' mericano " Cosentino, il neo agente immobiliare Dell'Utri, fuori anche l'uomo che va di corpo a sua insaputa Claudio Scajola, ma dentro Fitto, Scilipoti, Razzi, Formigoni e tantissimi altri che credono chel' Etica sia l'accrescitivo di etichetta e che, pur di dimensioni maggiori, sia qualcosa che si appiccica da qualche parte, una roba appiccicosa, appunto, di cui sbarazzarsi in fretta. Ad accrescere questa preziosa, ritrovata bonomia, arriva, puntuale come al solito il Cardinal Bagnasco che afferma che pur essendo i cattolici impegnati in partiti diversi devono convergere su temi eticamente sensibili. Niente mi rende più ilare dell'accostamento tra gerarchie vaticane ed etica. Vaticano e morale. Sono da sempre universi paralleli, da millenni viaggiano appaiati e mai si toccano. In ciò che la Chiesa Cattolica ha considerato etico, rientrano serenamente alcune delle atrocità maggiori che la storia dell'umanità abbia prodotto. Salvo poi, con qualche buon secolo di ritardo, dire a volte : "Scusate assai! " e che sia finita li. Quali saranno mai i temi eticamente sensibili cui allude l'ottimo Cardinale? L'Imu su un patrimonio immobiliare che è un terzo di quello complessivo italiano? Uno sforzo vero per una giustizia sociale che elimini il placebo della solidarietà - carità ? Una punizione esemplare nei tribunali per i sacerdoti che si sono macchiati di reati ripugnanti a danni di minori? Non vorrei sbagliare ma temo che non siano esattamente questi i temi etici che stanno alla base delle istruzioni di Bagnasco ai candidati. Era etico Sindona? Etico Marcinkus? E Renatino De Pedis, Priore della Confraternita della Magliana? Credo che da quelle parti alligni da sempre un problemino di coerenza e di pudore felicemente represso. Debbo dire che l'istintivo buonumore che mi prende quando vedo accostati termini divergenti come Etica e gerarchie vaticane, ragionando si spegne un po' ed il riso diviene leggermente amaro. Conosco un sacco di cattolici perbene, tanti davvero. Quasi tutti però si arrestano sulla soglia del Soglio, non parlano volentieri di temi etici e di coerenza delle loro guide politico spirituali. Li non c'è mai niente da riformare, sembra, se no si rischia di fare la parte dei nuovi Lutero! E allora io, per non rischiare di veder raccolto ancora una volta l'ordine di Bagnasco, e a costo di raccogliere le spine dell'impopolarità, da Don Chisciotte tonto e velleitario, voterò solo per candidati di provata laicità. Più rifletto sulla storia dell'Italia dall'unità in poi e più mi convinco che a Porta Pia non è che siamo entrati noi: sono loro che sono usciti da quella breccia!
    PMDD

    Pubblicato 11 anni fa #
  15. A.

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    Piermario De Dominicis
    Ho visto un manifesto col volto intenso e bello di Anna Frank con uno slogan in cui si asserisce che se fosse viva oggi voterebbe il Movimento Cinque Stelle. Non c'è limite all'idiozia politica che nei casi peggiori, come questo, arriva ad essere così insopportabile da essere quasi criminale. Cari devoti dell'uomo marketing Casaleggio, che è riuscito a convincervi che l'unica democrazia partecipativa sia in rete, usandola per imporre le proprie verità propagandistiche esattamente come l'ex Messia Berlusconi, ha considerato e utilizzato allo stesso modo il mezzo televisivo; se non vi convincerà dell'ambiguità di questa gente il vergognoso manifesto elettorale, siete da considerare persi dietro una classica illusione da setta. Se ne sono viste tante di sette di ogni tipo, troppe. Tutte danno l'impressione a chi vi viene in contatto di appartenere ad una specie più evoluta, al novero di chi ha capito prima e più di altri. Tutte perseguitano, mettono in ridicolo chi dubita delle verità dei capi e isolano i devoti sospendendoli in una sola dimensione del reale. Tutte favoriscono l'apparente ingenuità qualunquistica delle semplificazioni e tutte in un mondo poco difeso culturalmente, parlano alle panze dando l'impressione di parlare ai cervelli e ai cuori. Tutte illudono i propri adepti facendoli sentire importanti ma quando si formano idee proprie vengono bollati come eretici. C'è chi di questo campa alla grande da secoli, chi da decenni, chi da anni, ma tutti i giorni qualcuno si sveglia con il fine di far fruttare le debolezze altrui. Forse quel manifesto vuol bilanciare alcune gaffes antisemite di Grillo o minimizzare il prevedibile apprezzamento di Casa Pound, ma cacchio, giù le mani dalla Shoah!! Se pure, secondo i manthra del Messia, destra e sinistra sono categorie superate ( Anche Monti lo dice, del resto ), e forse dati i comportamenti dei partiti purtroppo nei fatti spesso questa differenza scompare, per me nei valori ideali e nella pratica da perseguire la distinzione resta più che netta. Lo dico a chi provenendo da sinistra è finito in questa tagliola trendy: attenzione, guardate in che compagnia siete, ci sono tutti gli ingredienti per l'ennesima pericolosa avventura reazionaria.

    Pubblicato 11 anni fa #
  16. A.

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    Trovo osceno l'aver strumentalizzato il volto di Anna Frank da parte del movimento 5 Stelle.
    A.

    Pubblicato 11 anni fa #
  17. La prossima campagna elettorale sarà la più interessante degli ultimi 20 anni, ne vedremo delle belle!

    Pubblicato 11 anni fa #
  18. cameriere

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    purtoppo
    non credo.

    Pubblicato 11 anni fa #
  19. La posta in palio è altissima e i colpi bassi si sprecheranno.

    Pubblicato 11 anni fa #
  20. llux

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    Membro

    Bassoli, e frittatona di cipolle, familiare di peroni gelata e rutto libero non ce lo metti?
    Certo che sei mostruoso, studi o ti viene naturale?

    Pubblicato 11 anni fa #
  21. A.

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    Dite la verità, in pochissimi periodi della vostra vita vi siete sentiti altrettanto amati quanto in questo primo scorcio dell'anno nuovo. E' come se il 2013 fosse nato proprio sotto lo sguardo benevolo di Venere e prosperasse nel segno dell'amore. E' una sorta di incanto quello in cui si vive, un umore dolciastro ci impiastriccia e si posa su di noi, accarezzandoci e soffiandoci lusinghe all'orecchio. Questa pioggia d'amore che ci irrora, ci compensa in parte delle asprezze che hanno reso così dura la nostra esistenza quotidiana negli ultimi anni, è come un risarcimento per le pressanti preoccupazioni. Anche il più misero, lacero o scostante degli esseri umani in questi giorni trova tanti sorrisi che gli vengono incontro sulla sua strada. L'onda di amore, calda e democratica, accarezza tutti, uomini, donne o ermafroditi, genti belle o brutte, simpatiche o antipatiche, riscalda ricchi o poveri in canna e scompiglia dolce i capelli anche ai calvi. L'unico fatto singolare è che questo vento di benevolenza possiede caratteristiche antiretoriche e tiene fuori dalle sue grazie profumate proprio i soggetti tradizionalmente più amati, i bimbi e i ragazzi, mentre spira veemente sui giovani. Ma cos'è questo miracolo così inconsueto? Perchè di colpo anche i più trascurati tra noi, quelli più dimenticati dal mondo e dalle genti, quelli detestati dai loro stessi parenti, scoprono ora di avere degli amici, molti amici, più amici che peli superflui? E' il vento elettorale, la tempesta asciutta e perfetta che tramuta noi rospi roridi di bruttezze in altrettanti bramati principi. Se pure in passato abbiamo sofferto di costanti e drammatici problemi di autostima, e ci siamo sentiti poveri, derelitti, marginali rispetto a quel che conta nel paese o nel mondo, ebbene tutto è dimenticato ora : i nostri nuovi amici ci testimoniano cordiali che siamo ritenuti adorabili, indispensabili. Non c'è verso di sfuggire alle loro premure, ci rincorrono, ci invitano dovunque, nulla è più interessante per loro che ascoltare i nostri problemi, problemi che siamo quindi incoraggiati a confidare, fossero anche quelli, imbarazzanti, di incontinenze fluviali! Certo che in un primo periodo questo calore magico che ci investe, qualcosa che nel mondo cinico e bastardo che ci circonda non è sicuramente pane quotidiano, ci stordisce e ci stupisce. Un sorriso staziona in permanenza sul nostro volto accentuandone l'espressione di incredulità. Eppure mentre i giorni trascorrono, cominciamo a trovare difficile ripetere i nostri problemi a facce diverse, ma ugualmente attente, le forze iniziano a cedere. A furia di dirli in continuazione questi problemi finiscono per suonare come sciocchezzuole rispetto all'obbligo di spifferarli a gente che, in definitiva, ci era sconosciuta fino ad un mese fa! Dopo le prime settimane in cui la nostra vita mondana ha conosciuto, tra cene cui siamo stati invitati, aperitivi o orge sfrenate,un'impennata imprevista nella nostra esistenza un tempo austera, i riflessi di tutto questo amore sulla salute iniziano a farsi preoccupanti. Generalmente dopo quattro o cinque cene elettorali riesce difficile digerire anche l'acqua. Ormai, come i mariti di mogli troppo possessive, essere inseguiti da questi amici, essere costretti a dirgli i cazzi nostri per concedergli l'immenso onore di risolvere i nostri stramaledetti problemi, comincia a strangolarci, ci sentiamo braccati. Il bello è che loro, i nostri nuovi amici, forse in nostro nome, finiscono per frequentarsi anche tra di loro, selvaggiamente. Arrivano nei posti in cui noi andiamo, magari per rilassarci, e più siamo numerosi noi, più volentieri vengono compatti a salutarci loro, tutti insieme. Si ha quasi l'impressione che si sorveglino reciprocamente, prede di una gelosia inconfessata. E' un po' imbarazzante per noi passare dalla condizione di dimenticati a quella addirittura di contesi. Non c'è luogo di svago collettivo di qualsivoglia genere dove non li vedi comparire, tutti incatenati insieme come Woody Allen e i suoi compari evasi di prigione in " Prendi i soldi e scappa! ". Giorni fa sono andato alla prima del bel documentario di Gianfranco Pannone " Ebrei a Roma ". Eravamo tantissimi, tutti vogliosi di vedere cose interessanti. Beh, non ci crederete, i nostri amici, gli amici dell'umanità italiana ed in particolare della plurifondata umanità pontina, erano tutti presenti. Per la curiosa compenetrazione con i nostri gusti tipica dei giorni dell'amore, a tutti loro il documentario interessava quanto noi, nella stessa identica misura. Ci saremmo anche commossi se non avessimo provato una modesta sensazione di pressione sul collo, come per un accenno di strangolamento.....
    PMDD

    Pubblicato 11 anni fa #
  22. A.

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    La frittata è fatta ormai, indietro non si torna. Quando la città di punto in bianco si trova ad essere fiancheggiata in quasi tutte le vie da quelle lugubri scenografie pronte ad esporre ciò che a prima vista potrebbe essere scambiato per un enorme casellario penale, reso pubblico per motivi di sicurezza collettiva, ebbene a quel punto l'assedio stringe verso l'inevitabile epilogo. I faccioni iniziano ad occupare militarmente quegli spazi e, non sembrandogli ancora sufficienti, vanno ad infestare tutte le superfici che possano venire in mente ad una accolita di fantasie vive quanto criminali. E' una ben curiosa coincidenza che questo accada per la prima volta in periodo carnevalesco: è come se l'istituto elettorale ed i suoi protagonisti facciano una sorta di outing, specchiandosi nel Carnevale in un istante di inconsueta sincerità. In effetti le maschere italiane ci sono tutte, anche se non sono rappresentate al meglio, anzi, per lo più vengono diffamate da repliche troppo caricate, grottesche. C'è Brighella, c'è il Dottor Balanzone, Pantalone, c'è soprattutto Pulecenella Cetrulo in tutte le sue straripanti incarnazioni cartacee. Manca solo, per ragioni intuibili, Stenterello. Per onestà va detto che i primi, come di consueto, a balzare come panterone italiche su ogni angolo permesso o vietato e sbranarlo a danno dell'estetica cittadina, sono gli esponenti dei partiti di destra. Ed eccole allora le faccione coriacee di cui moltissime ci sono familiari, impervie per qualsiasi forma di pudore, le stesse che da decenni ci fanno rimpiangere ogni loro, anche minimo, accenno di alacrità. La memoria si perde a rincorrere il passato remoto cercando inutilmente un solo giorno in cui costoro non abbiano spadroneggiato nella nostra sempre fondatissima e affondatissima città. Nel fritto misto di elezioni regionali e politiche, le pose, le fogge, i sorrisi da intervento chirurgico si mescolano con i simboli e i nomi di battaglia freschi di botulino a mascherare l'antiquariato. C'è la Storia e c'è la Preistoria. E non sono ancora al completo, anzi, sono solo le avanguardie della valanga. Bisogna incallirsi in fretta per reggere l'impatto di facce che prenderesti per quelle di comparse evase di corsa dai più truci film noir e che, sudando per uno sforzo che si è presumibilmente protratto per ore, hanno dovuto violentare ghigni poco rassicuranti o espressioni di allegra vacuità per piegarle ad una impressione di candore ed efficienza. Se ne vedono moltissime di " fronti inutilmente spaziose ", come diceva Flaiano, con le boccucce atteggiate a infantili verginità, sovrastare sproporzionati attestati di autostima o propositi trasferiti in blocco dalle recenti letterine a Babbo Natale direttamente sui manifesti. E' uno sforzo che rende onore alla loro ostinata volontà di sopravvivere a nostro carico, ma che con tutta la comprensione umana che possiamo avere verso chi sente questa come l'unica sua vocazione, non deve farci recedere da una severa inflessibilità nei loro confronti. Ne va, come sempre, del futuro della città, della regione, della nazione, ma sopratutto, last but not least, della nostra funzionalità epatica. Si usi la testa per votare, una volta tanto.
    pmdd

    Pubblicato 11 anni fa #
  23. Woltaired

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    Pubblicato 11 anni fa #
  24. A.

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    Piermario De Dominicis
    13 secondi fa ·
    L'equilibrista. Tende un lungo cavo d'acciaio tra due grattacieli e ci cammina sopra, apparentemente incurante dell'urlo muto del vuoto che lo richiama giù in nome della legge..di gravità. E' un tale impiego di coraggio o di folle incoscienza da far tremare le gambe soprattutto a chi lo osserva, col naso puntato in aria e gli occhi fissi su quel puntino che procede col bilancere ben disposto tra le mani. La cautela con cui muove i suoi passi a quell'altezza impossibile, appare comunque tardiva visto la scelta fatta di salire li in cima e camminare, una scelta talmente pericolosa che ormai non lascia altra via di sopravvivenza che raggiungere l'altra sponda, l'altro palazzo. E' il coraggio parossistico, quello che si può tranquillamente scartare senza per questo apparire pusillanimi, perchè nessuno ti chiede di solito atti così estremi. Oggi in Italia assistiamo a camminate simili. Passeggia con la stessa cautela chi, provenendo da sinistra, ha scelto giustamente di far sentire la sua protesta a chi da sempre incarna il lato maggioritario e moderato di quello schieramento. Moltissimi hanno deciso di aderire in massa ad un nuovo progetto politico, graffiando nel contemporaneamente chi da troppo tempo si è allontanato, isolandosi nel bengodi del privilegio indebito, dalle migliori istanze di progresso. E' stato un lunghissimo percorso di tradimento passato attraverso più di vent'anni e almeno tre denominazioni diverse, gli anni del craxismo e del berlusconismo con i quali di fatto c'è stato una sorta di patto di desistenza, non più accettabile da tutti noi torturati dalla crisi. Eppure penso però, che l'istinto di fuga abbia tradito chi si è rifugiato nelle poche stelle di un cielo da presepe, una riproduzione grafica su rete, una prospettiva virtuale che in concreto gratifica chi la possiede e chi da sempre è in fregola di sudditanza, in cerca di un capo. Sappiamo chi sono: loro sono felici di urlare e li rimangono ottimamente. Ma ora, nello smarrimento per qualcosa che l'abile marketing onnicomprensivo casaleggino non riesce a tenere più celato, il percorso dei fuggiaschi dalla sinistra così arrabbiati, sia divenuto invece simile a quello del nostro equilibrista. E' arduo spiegare che si gioca al massacro sulla pelle di un paese stremato solo per ricavare senza sforzo il prossimo consistente vantaggio elettorale. E' dura da giustificare quella zona nera nella pelle del movimento, quella che si lascia scappare continue indulgenze per il peggio del passato italiano, come faceva a volte, Berlusconi preso da strani attacchi di sincerità. La stessa zona scura che nega diritti civili a ragazzi nati qui da noi, figli di lavoratori immigrati. Le elezioni sono passate e qualche smagliatura affiora nel gran pastone conservatorprogressista cucinato dal duo dei proprietari di quel marchio stellato. Eliminare i sindacati? Eliminare l'articolo della Costituzione che libera i parlamentari dall'asservimento stalinista al proprio partito in caso di divergenza d'opinione? Perchè? Come spiegarsi queste crepe, proprio ora, ora che la situazione generale e la paura hanno indotto il Pd a includere finalmente nel programma di governo tutti i punti principali dell'ingrediente progressista del pastone? Si dovrebbero disdire questi obiettivi, rinviarli a un tremendo nuovo giorno postelettorale? Domande che immagino siano pesanti. Così ho idea che siano in tanti quelli che hanno preso a camminare sul cavo. L'unica differenza è che il cavo è posto a trenta centimetri dal suolo. Siamo pur sempre italiani, per tradizione ci appare meno rovinosa, per noi e per la nazione, una caduta nel conformismo più aggiornato che un volo di un centinaio di metri.

    Pubblicato 11 anni fa #
  25. A.

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    Certo è un periodo deprimente, inutile negarlo. Una scaldatina di sole ha interrotto, non si sa per quanto, la continua immersione in quella nuvolaglia che ha erogato pioggia a volontà, quanta ne cade in Asia nel periodo dei monsoni. La vita che abbiamo vissuto per mesi indossando umidità come fosse una camicia di forza, ben rappresenta le tristezze fisiche e morali di questo quinto anno di crisi. Inutile fare l'ennesimo ripassino veloce delle difficoltà e delle asprezze che si cumulano giorno dopo giorno, la maggioranza di noi queste durezze le sente graffiargli la pelle. E allora? Cosa fare? Dovremmo cedere senza combattere alla mancanza di prospettive? Estendere le progressive restrizioni anche alla consapevolezza di esser vivi? Dovremmo quindi stare cauti e moderarci anche nel respirare perchè non si sa mai, magari domani non ci spetterà più tirar su l'aria? Lo so che invitare oggi alla speranza parrebbe folle in un paese che, messo come era messo, è riuscito ancora una volta con il voto a complicarsi ulteriormente il futuro. Non è infatti una buona notizia per chi ha a cuore una possibile rinascita italiana che i resti viventi di Silvio Berlusconi incombano ancora su di noi. Gli occhiali, scurissimi come il suo umore, poggiati su un volto cui l'abuso di ritocchi dona l'aspetto allarmante di chi si è lavato la faccia col napalm. Oramai quello che spunta fuori dal colletto della camicia di sartoria è qualcosa di indefinibile, un blob rispetto al quale il viso di Michael Jackson degli ultimi tempi sembra la faccia rosea e intonsa di un novizio minorenne. Eppure quei lineamenti ipotetici, stravolti dalla rabbia di aver minore capacità di abuso, e dall'uveite secondo lui, riescono tuttora a minacciarci, a promettere scenari da guerra civile e riescono a spostare i suoi parlamentari sugli scalini della Procura di Milano a far col cipiglio duro la foto da gita scolastica con Alf Alf. Non c'è molto da divertirsi, sarà difficile fare anche uno straccio di governo ora che i grillini sono stati messi sotto tutore, due per la precisione, che li sorveglieranno badando a tavola che distinguano le posate da pesce da quelle per la caccia al bisonte e che durante la digestione non diano la fiducia a nessuno, nemmeno a Madre Teresa rediviva. Disperare tuttavia non solo è inutile, ma fiaccando le energie rende più arduo sopravvivere. E allora? E allora si voli lontano, si cerchino istanti di felicità ricorrendo alle potenti correnti della fantasia, al soffio caldo dell'immaginazione, lontano dalle miserie in cui si è incastrati. Potete ad esempio pensarvi privi di preoccupazioni materiali nella vostra villa di Malindi, di fronte ad un meraviglioso tratto di costa ancora non del tutto guastato dalle lottizzazioni di Briatore che li si è fatto costruttore di paradisi, come l'Aga Kahn in Sardegna. Nel sogno ad occhi aperti scoprite che Briatore, vostro vicino di casa tra palme e flutti, non è così antipatico, razza padrona, come vi era sempre sembrato. State bene ora? Se non avete raggiunto ancora un sufficiente distacco dall'affanno del presente potete cambiare sogno e magari piazzare la vostra villa, debitamente ingrandita, sul litorale toscano. La immaginate enorme, come quelle dei films americani, e visto che per il momento la fantasia è gratuita, vi è consentito godervela in spregio ad odiosi criteri di rispetto paesaggistico e potete dunque immaginarla proprio a pochissima distanza dal mare. Che vita spettacolosa, col prosecchino pomeridiano accanto alla donna bellissima che avete sposato in settime nozze che vi guarda con occhi adoranti, le ciglia graziosamente svolazzanti tra i lembi della pelliccia di un animale rarissimo, dell'estinzione del quale il vostro amore birichino si è reso responsabile! Che meraviglioso dono poter volare con la mente in mondi preclusi e sentire il sapore di una vita immaginata, sentirselo addosso, avercelo in bocca. Ma sono tempi duri si diceva e anche la fantasia va centellinata, non bisogna sprecarne. Deve essere comunque misurata, almeno un po', deve appartenervi davvero. Se vi pesco quindi ad aggiungere alle fantasticherie già create quella nella quale avete un impero immobiliare a vostra disposizione, in quanto di proprietà formale di parenti, amici, autisti e giardinieri,in un posto molto lontano ed esotico, che so il Costarica ad esempio, sarò costretto a svegliarvi bruscamente dalla vostra trance: quello che avete immaginato non vi appartiene, non è abbastanza onirico. Non è consentito al sogno essere così ricalcato su quella che per altri è la realtà. Cos'è adesso 'sto suono? Cri Cri?!! Come? Elezioni? Ancora??
    Piermario

    Pubblicato 11 anni fa #
  26. A.

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    Qualche tempo fa presi il vizio di morire. Durò poco in fondo, una breve abitudine, un impulso momentaneo più che un vero deragliare vizioso : lo feci per sette volte in meno di una giornata. Fu una piccola ma formidabile comunità di recupero a ripescarmi altrettante volte e a piazzarmi a riflettere su quella mia buffa quanto improvvisa attitudine in un posto sicuro ma decisamente noioso. Senza poter fare granchè, bruciacchiato ovunque in petto e con gli occhi rossi come un coniglio albino per via dell'incontro con la possente elettricità, mi sono sciroppato lunghe ore immobili ed una prima notte eterna sulla quale continuava ad aleggiare il rischio di un'ennesima morte, stavolta per noia. Non bastavano certo i continui, aggraziati squilli dei campanelli che al minimo movimento dei residenti rompevano il silenzio notturno di quel luogo, a far da ninna nanna ad uno che, come me, ha una forte resistenza al sonno, uno che non dorme facilmente nemmeno nel suo letto. Nei giorni e nelle notti successive mi salvò il mio amico Piero che mi regalò una semplice radiolina. Mi ci appiccicai a tempo pieno con l'eccezione delle due ore giornaliere di visita e mi restituì il mondo e anche qualche momento di appisolamento in notti passate infallibilmente con le cuffiette sulle orecchie. Questa sensazione di conforto me la porto tuttora appresso, mi è restata appiccicata addosso tanto che in periodi di particolare stress, vado a dormire in compagnia della radiolina. Lo stavo facendo anche la notte scorsa quando, mezzo rimbambito in un dormiveglia foderato da un notiziario, tra i vari fatti che venivano velocemente riportati nella placenta sonnolenta in cui ero abbozzolato, una notizia mi arrivava precisa e colpiva una coscienza di botto ritrovata : le Quirinarie, vigliaccamente attaccate dagli hackers, erano state sospese.Cavoli! Mi sono rizzato ormai del tutto desto. " La rete è sovrana ".... Ho rammentato subito le parole, anzi la sentenza di Suor Squala Lombardi, la portavoce stellare del Movimento, quella che ha la stessa gradevolezza di una camminata su un mucchietto di tracine, la Ginger Rogers del Fred Astaire dell'apoplessia narcolettica, Vito Crimi. Eccola servita la sovranità della rete! Deve trattarsi di sovranità perlomeno limitata visto che un solo buontempone riesce a piazzare uno stecchino d'acciaio nella costosa protesi della Casaleggio e Associati, società leader nel campo del marketing in rete e nel business della profezia. S'è fatto poi un gran parlare della possibilità che qualcuno abbia voluto evitare con una scorciatoia non limpidissima il trionfo di qualche candidato inviso al Liguru, il Guru ligure. E' uscito il nome di Romano Prodi, ad esempio, che sarebbe stato presente e ben piazzato nella classifica provvisoria, ma che avrebbe rischiato di intorbidire con una sua vittoria la fama di purezza cristallina del risicato corpo elettorale grillesco, la maturità del quale è stata di fresco esaltata dai risultati delle parlamentarie. Alcuni dei trionfatori di quella consultazione organizzata col metodo De Filippi, ancora oggi vagano come anime in pena per le stanze e i corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama anche ad ore strane, con lo sguardo perso di Giovani Marmotte perfidamente piantate dal Gran Mogol. Uno di loro, ossessionato da un rigoglioso complottismo, va in cerca di cimici non sotto i tavoli o nei telefoni, ma nella vasta superficie sottocutanea dei colleghi, soprattutto di quelli eletti all'estero. Come farà una pattuglia così naif ad individuare senza il soccorrevole ausilio della rete un nome da spendere utilmente per la Presidenza della Repubblica? Intanto i soliti boatos dei bene informati lasciano trapelare sottobanco che la partita nelle Quirinarie interrotte si sarebbe giocata in realtà tutta nel testa a testa tra Gino Strada e Fred Flinstone. E non bastando ancora, c'è motivo di preoccupazione per i probabili ricorsi di Rodotà e Fonzie che sosterrebbero di avere le prove di brogli organizzati da Casaleggio e da Gianroberto, o da tutti e due con la complicità di Mal dei Primitives al fine di farli fuori dalla competizione. In una situazione della gravità di quella italiana, il venir privati sia pure temporaneamente di una linea di orientamento come le Quirinarie, pesa parecchio in termini di incertezza, soprattutto se a questo si aggiunge la crisi di identità del Pd, un partito nel quale ormai Pierluigi diffida di Bersani e Renzi va a frignare sulla spalla di D'Alema. La paura del futuro si fa parossistica e il nervosismo fa ballare molecole d'ogni sorta. Il brutto è che sono così teso che non dormo più del tutto, nemmeno con la radiolina accidenti!

    Pubblicato 11 anni fa #
  27. k

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    Membro

    Bel pezzo, degno del miglior piermario (sì, sì: proprio quello che forniva e fabbricava le catene per Accio nel fasciocomunista).

    Pubblicato 11 anni fa #
  28. A.

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    Macerie. Una sinistra che da troppi anni, decenni, finge di esserlo, appesantita, saziata, frenata, dalle interne satrapie democristiane e non solo. Gli agi che la politica da noi si concede con larghezza inimmaginabile negli altri paesi europei ed il modello berlusconiano hanno infiltrato nel tempo il partito che doveva essere l'erede del PCI e del progressismo cattolico. Ora, dopo aver scelto di bastonarsi tra loro, come barbari signori della guerra pur di non votare Rodotà, una specchiata coscienza di sinistra, sono arrivati,al fine di non eleggerlo, a scegliere di allearsi con le destre massime responsabili, anche se non uniche, delle tragiche condizioni in cui versa l'Italia. Non si è violata la Costituzione prorogando la presidenza uscente per un secondo mandato, ma ancora una volta, come all'epoca recente in cui Monti venne reso senatore a vita per potergli conferire l'incarico di premier, lo spirito costituzionale è stato preso a ceffoni. Io non sono tra quelli che si rallegrano della disponibilità di Napolitano a ricandidarsi e farsi rieleggere, a mio avviso la sua Presidenza è stata piena di ombre, incarnando una sostanziale sterzata verso un presidenzialismo nemmeno troppo strisciante. Non dimentico inoltre alcune leggi inique firmate senza storie e l'incredibile conflitto sollevato con la magistratura al fine di distruggere delle intercettazioni in cui invece di mandare a quel paese Mancino per l'ardire inaudito di interessare lui per fermare le indagini, commetteva la leggerezza di ascoltarlo. Avrebbe potuto ora riprendersi un po' di decoro istituzionale rifiutandosi, tanto più alla sua età, di prestarsi a questa schifezza e mettere i partiti che sappiamo dinanzi alle loro responsabilità. intanto, con l'ammissione implicita del Pd, contenuta per intero nel suo recalcitrare fino al suicidio pur di non eleggere uno stimatissimo uomo della sua parte, di essere un partito che non appartiene più alla sinistra, almeno si è fatta chiarezza formale su questo aspetto che la realtà dei fatti aveva già reso ampiamente esplicito. Ora impera un ammasso informe di partiti che si potrebbero definire moderati. Si, tutti moderati in tutto, fuorchè negli appetiti. Tutti insieme appassionatamente nella foto da safari in cui PDL, PD, SCELTA CIVICA e LEGA posano con gli stivali piantati nella carcassa di una nazione allo stremo, lontana dalle comodità milionarie che loro si sono concessi con larghezza. Giubila Berlusconi, forte della grazia appena ricevuta dalle mani di Bersani, Renzi, D'Alema e soci, suoi futuri alleati. Alleati così deboli, per di più, da mangiarseli alle prossime elezioni. Non è fuori da questo gioco al massacro Grillo che sembra aver manovrato abbondantemente per favorire l'abbraccio PD-PDL e continuare a caricare elettorato nel suo progetto dalla funzionale ambiguità. L'unica formazione che mi è parsa coerente, fuori da sporchi giochi di interesse, è stata SEL, che si ritrova ad essere l'unica rappresentanza dell'elettorato di sinistra rimasta in Parlamento. Del resto Grillo e Casaleggio, che hanno rastrellato consensi bipartizan, sostengono da tempo che destra e sinistra sono concetti superati. Non la penso così e immagino che una consistente massa di persone si trovi, com'è ovvio che sia, a chiedersi che fare, come affrontare il disastro generale, come cominciare a sgomberare queste macerie. Io non credo che il Pd sia riformabile, non sono più minimamente credibili, sono una deviante agenzia di collocamento, come gli altri. Se poi il nuovo è Renzi stiamo freschi! Qualcosa che però non potrà mai essere provato, mi dice che lui ed il suo recente amico Massimo, si, proprio quello che un tempo voleva rottamare per primo, non siano estranei al suppuku del partito. Allora che fare? Lavorare subito per recuperare una sinistra ed un progetto reale di cambiamento, tentando di trovare consensi intorno ad un programma di sviluppo pulito, economico, culturale e sociale. Qualcosa che dia speranza in una possibile salvezza collettiva. Perchè penso, e l'ho già detto, che pochissimi in una nazione come la nostra, analfabeta di ritorno, siano fuori dalla responsabilità di un tale disastro. Cultura o morte.

    Pubblicato 11 anni fa #
  29. A.

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    Piermario De Dominicis
    3 minuti fa ·
    Non entro quasi mai nelle diatribe sugli oggetti culturali di attualità, quelli sui quali i media, specificatamente i giornali, attizzano il dibattito collettivo corroborandone i consumi. Così capita soprattutto per i films. Attualmente si parla molto de " La Grande Bellezza " di Sorrentino, forse perchè è presente a Cannes, ed anche su FB si sono susseguiti interventi a corrente alternata, alcuni per esaltarlo, altri per farlo a pezzi. Nessuno, è ovvio, mi ha sollecitato a dire la mia sull'argomento, una gran parte dell'umanità, del resto, riesce a vivere discretamente senza essere infastidita dai miei pareri, ma sulla scia di una insolita domenica sera passata al cinema, mi sento spinto a scrivere qualche riflessione sul film. Chiaro che si potrebbero ricercare e sottolineare alcune ragioni per definire banale il lavoro di Sorrentino. Banale come l'accostarlo alla " Dolce Vita " di Fellini, al quale si apparenta per il tema di fondo, la Roma mondana, quella dei ceti dominanti, ricchi per vecchia rendita nobiliare, per disinvolto rampantismo professionale o per parassitismo funzionale a queste categorie sociali, l'humus nel quale si arruola la prostituzione tradizionale o quella intellettuale. Banale descrivere il vuoto dei riti con i quali si offrono sacrifici al Dio di un divertimento tanto assurdo, pacchiano e allucinante nella sua implacabile eternità, da far dubitare del significato stesso del verbo divertirsi. Banale infine, perchè già trattato svariate volte, sia in letteratura che nel cinema, anche il tema della crisi di identità dell'intellettuale mondano, quello che da del tu a tutti, dal principe al bottegaio, quello che conosce alla perfezione i meccanismi che regolano lo svolgersi della vita sociale delle classi di potere, il personaggio che è l'anima delle feste e dei salotti in cui si combinano affari ballando e spettegolando, magari con infinita arguzia ed acuminata intelligenza, o nei quali si decreta la fine sociale e quindi economica di qualcuno.Tutto già visto si dirà, e con ragione. Eppure il film mi è piaciuto, e molto. Tre ore che passano senza pesare, riempite da inquadrature che restituiscono l'idea, così potente da far male, della tremenda bellezza e ricchezza di Roma. Una grandezza resa perfettamente nei grandi quadri di insieme come nei dettagli di cortili o degli interni dei suoi palazzi, vegliati da statue indifferenti e pure e attraversati dal passaggio veloce di sciami di suore e di educande. E' qualcosa di così immane da togliere il fiato, di così esagerato da ammutolire. Una bellezza che si è accumulata nella città, caricandosi nei secoli come in nessuna parte del pianeta, una ricchezza capace di tenere distante ogni possibile paragone. In eterno contrasto con questi vertici di splendore, su questo suolo unico al mondo si schiacciano le figure di coloro che pretenderebbero di dominarlo, che si agitano nel gioco miserabile del potere, divorandosi sotto lo sguardo indifferente della città eterna. Venuta fuori indenne da troppa storia feroce, una storia fatta di millenni di guerre, invasioni, distruzioni, genocidi e di ogni deleteria pulsione del genere umano, Roma tanto più riesce a sopravvivere al tarlo di un potere ottuso e mediocre, agli assalti dei danzatori e delle danzatrici di ventura col loro imbellettarsi, dei guru della chirurghia plastica, dei faccendieri e dei politici, dei nobili in disfacimento, degli alti prelati in perenne festa, degli intellettuali di scorta e degli sciami dei lacchè. Il bello del film è in come viene raccontato questo convivere di bellezza impenetrabile e miseria morale. A fare da collante a tutto quel che si è detto, la faccia straordinaria di un Tony Servillo strepitoso nel rendere le sfumature del personaggio di Geppo Gambardella, scrittore che per sete di potere ha abiurato alla sua prima vocazione divenendo giornalista di tendenza e re dei mondani, condimento indispensabile di ogni serata che conti. Il film lo accompagna nel viaggio che dal compimento del suo sessantacinquesimo anno in poi, lo porterà a prendere progressivamente coscienza dell' horror vacui in cui è immerso e della morte progressiva, fisica e morale, del mondo in cui è vissuto. Molto bravi anche tutti gli altri attori chiamati a comporre questo affresco.

    Pubblicato 10 anni fa #

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