Mi sono capitati sott'occhio due articoletti che avevo scritto nel 2004 per l'Indipendente su tematiche che sembrano essere tornate d'attualità. Eccoli qua:
a.p.
STALIN BAR
Battisti libero, la Lega e i parenti delle vittime
Dice: “E’ una bestia umana”. Non lo so, potrebbe anche essere – e, nell’eventualità, non credo che quei morti siano un lieve peso per la sua coscienza – però si dà il caso che lui continui a dichiararsi innocente. Dice: “Ma lo ha detto la magistratura”. Lui vorrebbe la revisione del processo. “Lo hanno giudicato e rigiudicato abbastanza: è colpevole”. Ma in contumacia, senza garanzie. “E’ la legge: la garanzia è la magistratura”. Vabbe’, però mi devi spiegare perché questa magistratura – che per te è sempre inaffidabile quando si tratta di Previti e Berlusconi, di politici e di ‘mani pulite’ – diventa affidabile e sicura solo contro Battisti. Con te è “manette facili”, con lui è voce di Dio. Quando si instilla il dubbio, in democrazia deve valere per tutti, non per una parte sola. Così come le leggi. Quella sul pentitismo, a suo tempo, l’hai fatta apposta per contrastare il cosiddetto ‘terrorismo’, la cui colpa più grave non era naturalmente quella d’ammazzare ogni tanto un povero cristo, bensì d’attentare al tuo potere personale e di classe. Erano i politici che si sentivano nel mirino. Per questo – pur implicato in 17 omicidi – hanno mandato libero Savasta e hanno sbattuto in galera l’ignaro che, magari, gli aveva solo dato ricetto una notte: ogni parola di Savasta era parola di Dio. Quando però la legge è arrivata a te, non valeva più: “I pentiti non sono attendibili”. Pecorelli e Vitalone? I pentiti non sono attendibili. Il bacio di Totò Riina? I pentiti non sono attendibili. La Ariosto? Non ne parliamo. L’unico attendibile è Leonardo Marino, il pentito che accusa Sofri, e quelli che accusano Battisti. Faglielo a Battisti un processo con tutte le garanzie e i distinguo che hai fatto a Andreotti. Forse esce innocente. Oppure fai a Castelli e alla Lega un bel processo – senza indulgenze, senza omissioni, anzi, con bramosia accusatoria e fumus persecutionis – come a Oreste Scalzone e al ‘7 aprile’ (Scalzone non ha nessunissimo reato di sangue). Vedrai se ci vanno loro ad aspettare le visite dei radicali a Regina Coeli. ‘Roma ladrona’ non è istigazione all’odio ed al razzismo? La ‘secessione’ e le ‘doppiette della Val Brembana’ ti sembrano meno eversive della lotta di classe? E La padania più leggera di Potere operaio? Dice: “Ma quella è satira”. No compa’, la satira è Castelli ministro. Col metro del ‘7 aprile’ è da un pezzo che i ministri della lega stavano al gabbio per alto tradimento. Ma la questione non è questa, e non è nemmeno se Cesare Battisti sia realmente colpevole. La questione è che fu ‘guerra civile’ e un Paese moderno – se vuole essere davvero ‘civile’ – queste cose le chiude con le amnistie. Come fecero in Francia per l’Oas o, ai giorni nostri, in Sudafrica e nel Burundi. Solo tu non ti schiodi. Dice: “I parenti delle vittime”. Non ti fare usbergo – è sciacallaggio – coi parenti delle vittime. Le risposte deve darle lo Stato, non le vittime. E difatti lo Stato non ha mai chiesto alcun parere ai familiari o alle vittime di Savasta, o di Brusca che squagliava i ragazzini, o di qualunque altro camionista ubriaco che ammazza della gente sulla strada: paga l’assicurazione, omicidio colposo, neanche un giorno in galera. Se abbandoni un cane otto mesi. Non ti fare scudo con i parenti: tu ciò che non perdoni non è la colpa contro le vittime, ma quella contro di te, la lesa maestà, l’attacco al Potere. Sei tu che vuoi vendetta, non le vittime.
(25 agosto 2004)
a.p.
STALIN BAR
Gli anni di piombo
Nessuno s’accorge sul momento che la storia è di colpo cambiata e che nessun giorno, oramai, potrà più essere come quelli di prima. Nessuno difatti, nemmeno nel 476 dopo Cristo, s'è svegliato una mattina dicendo: "E' caduto l'Impero romano d'occidente". Quelli non se ne sono accorti per niente, ogni giorno era uguale all'altro: morivi, nascevi e pascevi le pecore. Solo parecchi anni dopo qualcuno, al bar, all’improvviso ha detto: "Sai che c'è? Ti ricordi il 476, quando successe questo e quest'altro? Be', mi sa che quella volta dev'essere caduto l'Impero romano", e così è stato per noi – parlo di me e dei miei compagni – noi non ci siamo accorti che era cambiata la Storia, che la bomba di Milano era una svolta definitiva. Per noi era un fatto grave - sì - ma che non cambiava di molto i termini della questione e il giorno dopo abbiamo ripreso a lavorare, esattamente come tutti i lavoratori, esattamente come il contadino che - pure se durante la notte gli è morta la famiglia - la mattina presto si alza e va in stalla, a mungere e dar da mangiare alle bestie. Che fa, fa morire pure quelle? Ma il 12 dicembre del 1969 a Milano hanno fatto scoppiare una bomba dentro la Banca Nazionale dell'Agricoltura. 18 morti. Nello stesso giorno, quasi alla stessa ora, ne è scoppiata un’altra all'altare della Patria a Roma e, sempre a Roma, ne hanno trovata una inesplosa in un'altra banca. Ora tutti sanno com'è andata, c’era stato il ’68, il contratto dei metalmeccanici non si riusciva a chiudere e noi volevamo tutto, tutto quello che avevamo chiesto: salari, giustizia, democrazia, libertà, assemblee; sembrava che non ci potessero più tenere. Ma quella bomba ha cominciato a rimettere le cose a posto, in fretta e furia s'è chiuso il contratto dei metalmeccanici ed è iniziato il ritorno all'ordine: "Gli opposti estremismi non passeranno", diceva la Democrazia cristiana, e non sono passati. Dopo quella bomba ce ne sono state altre. Sui treni. Nelle piazze. L'Italicus. E la ‘guerra civile’. Fino a piazza Fontana non s'era mai vista una pistola, solo le mani o al massimo i bastoni. Le pistole si sono viste solo dopo piazza Fontana: "Tu spari a me? E io sparo a te". Guerra civile appunto, con tutte le aberrazioni che ne conseguono, Battisti compreso. Dice: "Ma chi le ha messe quelle bombe?". E chi vuoi che le abbia messe? La Democrazia cristiana, il partito-stato, lo Stato democratico. Dice: "No, la manovalanza nera e i Servizi deviati". La manovalanza può essere, ma s'è mai sentito che esistano al mondo ‘servizi deviati’? I servizi sono deviati per definizione, in ogni Stato che si rispetti e in ogni epoca della storia. Se non fossero deviati non avrebbero bisogno di essere segreti: sarebbero una normale polizia alla luce del giorno. Se sono ‘segreti’ è proprio perché debbono essere ‘deviati’ rispetto a quello che dice la legge, se no che Servizi Segreti sarebbero? E' il mestiere loro, è un apparato previsto apposta tra tutte le strutture dello Stato; anzi, è l'apparato preposto proprio alla ‘sicurezza dello stato’. Altro che deviati, hanno semplicemente fatto il mestiere loro, esaudito ciò che il Potere aveva chiesto: "Ma che state a fare?", gli avrà detto il ministro degli interni o chi per lui: "Vi volete dare una mossa?", esattamente come Mussolini a Cesare Rossi dopo l’intemerata di Matteotti in parlamento: “Cha fa Dumini?”. E quelli se la sono data. E hanno cambiato il corso della storia. Facendo saltare la gente per aria.
(27 agosto 2004)