Ho aperto un blog - e fate bene se mi dite "ma non ciavevi proprio un cazzo da fare?" perché me ne sono pentito un secondo dopo, ma ormai avevo tirato il sasso e non potevo nascondere la mano - insomma ho aperto questo blog per iniziare a scrivere riflessioni sulla campagna elettorale prossima ventura. Per ora sto parlando quasi solo delle primarie. E' un blog a tempo, cioè cesserà di esistere il giorno dopo le elezioni, quindi la fatica è a tempo determinato. Leon m'aveva chiesto di scrivere qualcosa sulla destra. E l'ho fatto. Solo che ciò messo anche qualche riflessione sul Convegno di Casa Pound dove saranno ospitati: Antonio Pennacchi, Cesare Bruni, Giorgio De Marchis e Stefano Savino.
LATINA S’E’ DESTRA?
Ivan Eotvos mi ha chiesto, qualche giorno fa, di esprimere un’opinione sulla ex maggioranza di centrodestra. Ho preso un po’ di informazioni, prima di parlare, così da poter fare un quadro che sia il più chiaro possibile. Tempo fa, mi venne detto che il primo ad avere una idea su quello che sarebbe potuto succedere a Latina è stato Francesco Storace. L’ex governatore del Lazio, adesso a capo de La Destra, ha sempre avuto un buon rapporto con Fabrizio Cirilli. Anche se quest’ultimo, invece di andare nel suo partito, ha preferito candidarsi nell’UDC. L’idea di provare con Fabrizio Cirilli, visto anche l’exploit alle ultime comunali, è piaciuta anche ad altri in Regione: Rampelli su tutti. E la cosa, piano piano, ha conquistato Fazzone. I primi a storcere la bocca sono stati gli Zaccheiani – chi in FLI chi ancora nel PDL – e questo ha fatto sì che Fazzone si convincesse sempre più della bontà dell’idea. Doppio risultato: da un lato, attraverso ‘L’altra faccia della politica’, l’opportunità di rinnovare ma di contenere il rinnovamento sempre nell’alveo delle soluzioni interne (niente società civile, per intenderci); dall’altro la sempre maggiore marginalizzazione di Zaccheo & Company ormai costretti a farsi le liste da soli. Basti vedere le liste civiche che stanno sorgendo – l’unica eccezione è quella di Rinascita Civile, che è civica vera – per rendersi conto che a destra (Zaccheo) come a sinistra (Moscardelli) c’è qualche tentativo di make up. Nei giorni scorsi sembra che siano state selezionate, dal commissario del PDL, delle personalità di centrodestra che possono aspirare a fare il Sindaco. Agli addetti ai lavori, sempre a destra, è sembrata una mossa alla Oronzo Canà. Il mister della Longobarda si vantava di aver inventato un nuovo sistema, il 5-5-5 – da qui la famosa battuta “mister, ma che facciamo, giochiamo in 15?” -. In realtà non c’è niente di nuovo, si tratta di muoversi tanto e in ogni direzione, puntando pure a fare un po’ di confusione. Nell’attesa dell’Aristoteles di turno che in questo caso ha un nome e cognome: Fabrizio Cirilli, appunto. L’Altra Faccia della politca sarà lista civica collegata a PDL, UDC, La Destra e chi più ne ha più ne metta. Almeno così è quello nelle intenzioni di Fazzone. Perché la cosa più importante è che Zaccheo rimanga fuori. Non solo dal gioco elettorale, ma proprio dal PDL.
Ora, io non è che abbia legami di parentela con Vincenzo Zaccheo e nemmeno l’ho mai votato e mai lo voterò. Però mi sembra assurdo che tutta una città possa credere di aver individuato un capro espiatorio in così pochi mesi, dopo così tanti anni di governo del centrodestra. Come se tutte le colpe, dal 1993 ad oggi, siano solo e soltanto sue. Come se anche Fabrizio Cirilli non avesse amministrato questa città, dal Comune e dalla Regione. Come se Claudio Fazzone non continui a comandare Latina come Fondi.
La prospettiva di candidare Cirilli, però, fa capire quale orientamento vi sia nel centrodestra: rinnovare, passare la mano – almeno per un po’ di tempo perché, Zaccheo docet, i sindaci così come sono eletti possono anche cadere prima della scadenza del mandato – all’Altra Faccia della Politica. Non so se Cirilli sia nelle condizioni di poter cambiare tutto, pur volendo. Perché ho l’impressione che questa sia una manovra, così come ho spiegato qualche riga più sopra, esclusivamente elettorale, che consente di controllare la situazione, per giunta senza la necessità di sporcarsi le mani. Una genialata, non c’è che dire. Se va bene, Fazzone può sempre prendersi il merito. Se va male, può sempre scaricare la colpa su Cirilli. A differenza che in passato, questa volta almeno, il problema di indorare la pillola ai latinensi se lo sono posto. Anche se qualche problemino, qualche mal di pancia dell’ultim’ora continua a esserci. Se Fazzone è convinto di Cirilli, non sembra altrettanto fiducioso Cusani. Perché, così dicono i bene informati, non lo considera affidabile. Chissà che ruolo ha, in questo pensiero di Cusani, un altro dei politici del Sud che dominano la Provincia, cioè Michele Forte. Dice che il senatore, padre anche del consigliere regionale Aldo, ci sia rimasto male del fatto che Cirilli abbia legato così tanto con Fazzone. “Ma come, noi t’abbiamo preso in casa e tu già pensi a fare alleanze con gli altri?”. Perché Cirilli, questo giochetto del piede dentro e piede fuori, non è nemmeno la prima volta che lo fa, l’aveva già fatto con La Destra. Erano tutti convinti di un suo imminente cambiamento, all’epoca. Da lista civica contro il centrodestra a esponente di spicco de La Destra. Invece lui ha atteso, lasciando a piedi i suoi ex camerati, e scegliendo solo dopo qualche tempo di accasarsi con l’Udc. Quindi, se proprio vogliamo dircela tutta, è possibile che succeda ancora dell’altro a destra. Più di un politico, quando gli si chiede cosa stia succedendo, ripete sconsolato: “c’è confusione”. Come cantavano i Ricchi e Poveri.
Non escludo, infatti, che la voglia di fare il sindaco di Marco Picca, mischiata con la rabbia di Zaccheo, i giudizi di inaffidabilità di Cusani e Forte e la volontà di andare oltre il già visto da parte di un pezzo della classe dirigente di centrodestra, possa produrre anche qualcos’altro. Liste civiche come se piovesse, ma anche pezzi importanti di partito che, all’ultimo, potrebbero sottrarsi e andare per conto proprio, insieme ad API (Aielli credo che sarebbe contento).
CONVEGNO A CASA POUND.
Scuscita scandalo, ma anche tanta curiosità, l’iniziativa organizzata da Casa Pound Latina per il 19 Dicembre con Antonio Pennacchi, Cesare Bruni, Giorgio De Marchis e Stefano Savino. Si tratta, nell’ordine, del Premio Strega 2010, di un capace ex consigliere di destra, di un candidato alle primarie del PD e di uno stimato neurologo, di destra. Due e due, due di sinistra e due di destra, per discutere del passato e del futuro di questa città. E’ la prima volta che a destra, anche quella fiumana e rivoluzionaria di Casa Pound, si riconosce alla sinistra la capacità di saper interpretare dei pezzi (importanti) di città. Non è un evento che passerà inosservato e immagino le pressioni che, in queste ore e sempre più nei prossimi giorni, verranno fatte a Giorgio perché si rifiuti di partecipare. Siamo alle solite. Anche al momento dell’occupazione, Giorgio disse che non poteva essere contrario, perché favorevole alle occupazioni avvenute per i centri sociali di sinistra. Fu costretto a ritirarsi nel silenzio, perché a sinistra non si può dire che un’occupazione di uno stabile abbandonato, al di là di chi la faccia, non si può risolvere con lo sgombero. Vuol dire far passare un concetto che vale a Latina come a Roma o a Milano. E che mette a rischio Casa Pound così come Villagio Globale o il Leoncavallo. Purtroppo credo che abbia ragione chi, da destra e da sinistra, sostiene che l’antifascismo militante – quello che negli anni 70 ha dato il via anche a qualche ‘eccesso’ – sia ormai parola morta, insignificante. Il vero antifascismo è quello che consente a tutti di parlare e di esprimere la propria opinione. Che rende ognuno responsabile delle parole che dice. Che non discrimina in base alle idee, perché la discriminazione del “tu sei fascista, con te non ci parlo” è razzismo. Sull’asse paradigmatico dell’espressione, basta sostituire quel fascista con qualsiasi altra parola e siamo davanti ad un’espressione razzista. Semplicemente perché è la seconda parte del periodo, “con te non ci parlo”, a caratterizzare il comportamento razzista. Non importa il colore della pelle, la religione – e pure su Israele ci sarebbe tanto da dire -, il pensiero politico, l’orientamento sessuale. Importa il fatto che uno viene discriminato. Si tratta di razzismo, compagni. Sempre e comunque.
La questione – come mi faceva osservare Angelo Sessa – è che quello viene considerato dai più come un ‘buco’, per giunta ‘nero’, nella storia di questa città. Perché lì ci vanno a dormire solo famiglie italiane e perché gli stranieri non vengono fatti entrare. Non so se questa credenza popolare sia vera. Sta di fatto che se i ragazzi di Casa Pound non fanno entrare gli stranieri, sbagliano. Perché non è possibile accettare, nel 2010, comportamenti del genere. Sul libro ‘Fuori dal Cerchio’ di Nicola Antolini – giornalista picchiato selvaggiamente dagli autonomi a Perugia – ho letto questa posizione di Gianluca Iannone, leader di CasaPound Italia. Vi riporto i passi che spiegano la posizione di CasaPound su dei temi scottanti e che la differenziano profodonamente da altri movimenti di destra, magari estrema come Forza Nuova. Non è né una difesa, né un attacco. Penso che sia giusto conoscere, prima di giudicare. E anche se le posizioni debbano essere considerate razziste, credo sia opportuno avviare un dialogo e un confronto. All’eventuale razzismo, non si risponde col razzismo.
Fascismo e razzismo vengono spesso equiparati. Nella storia del fascismo c’è stato anche il colonialismo, come ci sono state le leggi razziali.
“Razzismo uguale destra è un’equazione sbagliata, forzata, c’è qualcosa che non torna. Nella società multi-razzista esiste un razzismo al contrario: ogni critica che viene fatta da chi appartiene alle minoranze deve essere ascoltata, pena l’accusa di razzismo. E’ un gioco di specchi che serve a nascondere i veri problemi. Credo che il razzismo sia soprattutto proprio dei paesi anglosassoni, che in passato sono stati protagonisti di una politica fortemente imperialista, basata sullo sfruttamento, sulla schiavitù e sul massimo utilizzo delle altrui risorse nel minor tempo possibile. Il fascismo voleva portare la cosiddetta civiltà, le strade, gli ospedali, le scuole e l’istruzione. Se noi ci rifacciamo al fascismo è anche perché non siamo razzisti e apprezziamo che il fascismo si rivolgesse a quelle terre per portare cultura e benessere. E’ chiaro che l’immigrazione selvaggia, l’abbandono delle periferie, la conquista di interi paesi intorno alle grandi città, il coprofuoco reso necessario dalla pericolosità delle strade e dei quartieri ci vedono su posizioni molto critiche. Questo non vuol dire essere razzisti: è solo un discorso di buon senso e civiltà”.
L’antisemitismo non vi riguarda?
“E’ una cosa che mi sono trovato a dover spiegare moltissime volte e che diciamo in modo chiaro anche nel nostro sito internet. Ogni volta che succede qualcosa, veniamo chiamati in causa, come associazione e come area culturale, ma non abbiamo mai dichiarato propositi antisemiti, e non abbiamo mai promosso azioni o manifestazioni di quel tipo. Diversa cosa sono i giudizi sulla politica di Israele, che sono negativi, e che vengono spesso usati per muoverci accuse che con noi non hanno nulla a che vedere. Su questo, ci sono molte strumentalizzazioni”.