Su Oggi Latina hanno pubblicato questo ricordo di Antonio Pennacchi in occasione del secondo anniversario della morte di Ajmone Finestra. Il direttore Sandro Panigutti e Stefano Gori - storico collaboratore del Senatore - gli avevano chiesto un pezzo per ricordarlo:
Caro Panigutti, caro Gori,
mi dispiace terribilmente non potervi accontentare scrivendo due righe sul secondo anniversario della scomparsa di Finestra, ma sto lavorando da mesi notte e giorno, quasi ossessivamente, ad un nuovo libro che lo vede tra i principali protagonisti, se non proprio il principale in assoluto. Sono ad ora più di duecento pagine tra cui m'arrabatto in ogni modo - sposto, smonto, rismonto, cancello, riscrivo; butto tutto, ricomincio da capo; lascio stare; poi riprendo il buttato e riparto - per tentare d'arrivare a sintesi. Ma non è facile, e non è detto che ci riesca. In ogni caso occorre il suo tempo. Pure i contadini nelle serre, non è che piantino il seme e il giorno dopo raccolgono. Anche all'insalata gli (o le?) ci vuole il tempo suo per crescere, e le cure e la zappa. E' per questo che non m'è proprio possibile sintetizzarvi in due paginette tutto ciò che ancora non riesco a chiarirmi in duecento. Sarà per l'anno prossimo, se ancora vorrete e se ancora ci saremo. Per ora, posso dirvi solo che mi manca. Mi manca la sua risata, lo scherzo, le incazzature. Mi manca il rapporto di tipo paterno-putativo che durante l'adolescenza aveva avuto su di me, e che negli ultimi anni - dopo alterchi, liti e baruffe, e prolungati silenzi - avevamo dolcemente, anche seppur criticamente, recuperato. Mi manca lui e mi manca Nando Cappelletti. Mi piace pensarli adesso, nel loro Valhalla, ancora a litigare. "Noi dovevamo far saltare il banco, quella volta del piano regolatore!" gli starà ancora rimbrottando Nando.
Per il resto non so dire. Un giudizio storico complessivo non sono ancora in grado di darlo. Certo a una lettura veloce non può non saltare agli occhi che quasi tutte le cose più significative dei suoi due mandati a sindaco della città di Latina non abbiano poi retto all'esame del tempo. Le terme, il parco tematico, l'intermodale, il museo Cambellotti e soprattutto il piano regolatore Cervellati però, più che sconfitte sue sono sconfitte della città e del centrodestra pontino. E' il centrodestra pontino che s'è accanito in ben tre consiliature - compresa l'attuale - a smontare tutto quello che di buono aveva impostato Finestra. E' per questo che lui s'erge vincitore alla fine - eroe eponimo nel mito, proprio in quanto sconfitto; simbolo unitario super partes della communitas - primo ed unico sindaco del dopoguerra a schierarsi nettamente e battersi per una nuova "forma urbis", contro gli interessi della speculazione affaristica e dei potentati del mattone. Questo solo posso dire.
Poi - è ovvio - nemmeno si può sottacere l'entusiasmante avventura del Latina Calcio in serie B. Tu non è che puoi stare a ricordare solo le infamie, gli errori e gli orrori del centrodestra. In ogni caso, sul piano regolatore ci sono anche le responsabilità di parte della sinistra (gloria e onore per sempre a Mauro Visari, per quella storia). E adesso c'è il Latina in serie B e speriamo che non sia finita qua. Certo girano un sacco di chiacchiere tra i bassifondi, i bar e gli angiporti. E' l'umana natura delle cose: quando avvengono fatti straordinari che nessuno mai si sarebbe pensato prima, nessuno mai allora si pensa che avvengano per fatti naturali, per buona amministrazione, buon lavoro, congiunture favorevoli. No, ognuno subito pensa al trascendente, al marchingegno, al miracoloso: combine strane, promesse antiche di boss, manovre camorristico-zingaresche, interventi di potenze esoteriche magico-occulte. E non c'è niente da fare, si chiama mitopoiesis e tu non puoi stare a smentire o negare: nessuno ti crede. L'unica è dire: "Forza Latina, forza Leone Alato vittorioso!". E speriamo che anche il Kul Deuta - lo spirito ancestrale dei nostri padri bonificatori - insieme allo spirito di Finestra e Nando Cappelletti, e del fantasma del Duce sulla moto Guzzi 500 Falcone Sport, entrino in campo anche loro, devino qualche pallone, azzoppino qualche avversario e alla Osvaldo Soriano ci portino gloriosamente in serie .... (meglio non dirlo che porta iella).
Ciao e un devoto saluto a donna Maria Pia Finestra e alla sua famiglia,
antonio pennacchi