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Otto nuovi siti patrimonio dell'umanità

(80 articoli)
  • Avviato 14 anni fa da FernandoBassoli
  • Ultima replica da parte di urbano

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  1. da libero.it

    Unesco: scelti 8 nuovi siti
    Decisi a Siviglia, cancellata dalla lista ufficiale Dresda

    (ANSA) - SIVIGLIA (SPAGNA), 27 GIU - Sono otto i siti divenuti patrimonio dell'umanita' durante la sessione di Siviglia del Comitato Unesco. Oltre alle Dolomiti c'e' la zona costiera Waddenzee, tra Olanda e Germania,il monte sacro Sulamain (Kirghizistan), il centro storico di Ribeira Grande(Capoverde),le rovine di Loropeni(Burkina Faso),la montagna sacra buddista Wutai(Cina), le tombe Reali della dinastia Joseon(Corea). Esclusa Dresda,seconda cancellazione dopo quella 2007 di un bene nell'Oman.

    --

    Per ora di Latina non c'è traccia, ma non disperiamo.
    C'è qualche novità in merito?

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. zanoni

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    Membro

    nessuna novita', figurati! pero', se vuoi scrivere un articolo posso renderti edotto di tutto quello che e' stato fatto e di quali sono state le risposte degli enti locali...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. urbano

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    Membro

    mi sento sollevato
    non sono patrimonio dell'umanità
    ma solo mio
    così nessuno mi si vende al posto mio

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. urbano

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    Membro

    Anche per dar seguito a quei pochi incontri:
    presso la segreteria generale del comune di latina sono in visione i documenti del piano di recupero del centro urbano adottato.
    Per guardare c'è tempo fino al 30 agosto.
    Per dire qualcosa in merito c'è tempo fino al 28 settembre.
    Il piano divide la città in quattro parti, dentro ogni parte sono stati elaborati progetti pilota che affrontano i così detti buchi neri:
    l'area key, campo dei salesiani, piazzale pegasol.
    la zona viale italia ex casa del vescovo.
    la zona ex porfiri e isola che non c'è
    la zona capannoni del consorzio.
    E una serie di cose qua e la.
    Da non perdere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. zaphod

    offline
    Fondatore

    Potrei - caro urbano - commissionarle numero 4 articoli di 4/5000 battute che, nel tono divulgativo che spesso la contraddistingue, mettano anche noi profani in grado di capire che idea di città c'è in mente per il futuro?
    Ovviamente - come sempre dicono anche a me - non c'è una lira per pagarli sti articoli. Però una pubblicazione da qualche parte - vero torquemada? - credo che riusciamo a garantirla.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. Essì. Da metà Settembre sicuro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. zanoni

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    Membro

    solo per il mese d'agosto?????? vabbe', confido in urbano...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. urbano

    offline
    Membro

    Primo numero
    77 (le gambe delle donne)

    I comuni individuano, nell'ambito degli strumenti urbanistici generali, le zone ove, per le condizioni di degrado, si rende opportuno il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente mediante interventi rivolti alla conservazione, al risanamento, alla ricostruzione e alla migliore utilizzazione del patrimonio stesso.
    Dice così l’art. 27 della legge 457 del 1978.
    Certo stupisce che la Città del Duce, la prediletta di Benito, sia ridotta in condizioni di degrado tali da richiedere, a soli settantasette anni dalla fondazione, il ricorso al Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente.
    Fondata il 30 giugno e inaugurata il 18 dicembre del 1932, la prima estensione della piccola città nuova tracciata da Frezzotti nel primo P.R. era di 79 ettari e mezzo, più che sufficienti per un borgo rurale di appena 1.800 arditi.
    Ma già nel 1934 il perimetro fu ampliato a poco meno di 225 ettari per dotare la nuova Provincia del Duce del necessario spazio per i quasi 13.706 abitanti.
    Un rapido aumento della densità dai quasi 23 abitanti a ettaro del Comune Rurale ai 60 al Capoluogo di Provincia.
    Tra il 1951 e il 1971, mentre si elaboravano almeno un paio di PRG, la vecchia città del Duce fu accerchiata da una sessantina di lottizzazioni per circa 675 ettari.
    Furono gli anni impetuosi del bum, del miracolo italiano, tutto il Sud, proprio come oggi, si spostava a Nord (ah, cosa sarebbe il sud se non ci fosse il nord!) e molto si fermò qui a Latina che visse un secondo ventennio di colonizzazione.
    C’era bisogno di tanto, di tutto, e fu così che la città, così genericamente qualunque e anonima, si autocostruì, ma non si urbanizzò.
    Ci volle il nuovo PRG conosciuto come “Il Piano Piccinato”, che, dopo che sanò tutti gli abusi compiuti, con ingratitutide oggi comodamente viene apostrofato “famigerato”, per dotare la città di Latina del progetto di sviluppo che l’avrebbe portata dai 78.000 abitanti del ‘71 ai 200.000 del futuro e attrezzarla delle regole tecniche che avrebbero consentito la gestione dello sviluppo dei prossimi trenta anni.
    I settanta del novecento furono anni di grande creatività normativa, di transizione, però mai compiutamente avvenuta, dal vecchio jus aedificandi del usque ad infera et usque ad sidera è tuttarobba mia alla visione un tantino più moderna e progressista dello sviluppo come trasformazione del territorio non più solo costruito ma pure urbanizzato con servizi.
    Quando il 5 agosto del 1978 furono varate le norme per l’edilizia residenziale Latina aveva appena 46 anni.
    Il piano decennale dell’edilizia residenziale della legge 457 doveva essere l’occasione per affrontare il problema dello sviluppo caotico, informe, disorganico, privo di tutto che aveva consumato gran parte dell’agro periurbano di ogni più piccolo insediamento realizzando quel tipo di città recente conosciuta come periferia.
    Il recupero del patrimonio edilizio esistente con interventi di conservazione, risanamento, ricostruzione e in genere migliore utilizzazione del patrimonio stesso poteva esserne uno degli strumenti.
    Qui da noi il Famigerato Piano Piccinato, nato il 13 gennaio del 1972, stabiliva che il PRG si attua mediante piani particolareggiati o di lottizzazione.
    Divideva il territorio comunale nove zone:
    ZONA R – ridimensionamento viario ed edilizio;
    ZONA C – centro direzionale;
    ZONA D – espansione;
    ZONA E – servizi generali;
    ZONA F – industrie
    ZONA G – verde;
    ZONA H – rurale;
    ZONA I – attrezzature speciali;
    ZONA L – completamento.
    La zona R, che è la città che noi percepiamo quotidianamente, è suddivisa in sette comprensori, i quartieri R0,R1,R2, R3, R4, R5, R6 e R7.
    Infine il Piano Piccinato stabiliva che per i quartieri R0 e R1 “[i]l’attuazione avviene solo ed esclusivamente mediante piani particolareggiati o lottizzazione estesi all’intera superficie comprensoriale[i]”
    Tra il 1978 e il 1994 i quartieri R sono stati dotati di un piano particolareggiato esecutivo, tutti meno il quartiere R zero o R O, Originario, come amava dire l’Architetto D’Erme.
    Chissà perché?
    Forse per una sorta di reverenza timorosa mai si è posta attenzione al nucleo originario della Città del Duce, preferendo abbandonarlo a maneggi episodici, forse in attesa dell’occasione giusta per consumarlo, come si fa con un vino di riserva.
    C’è voluta la seconda repubbica perché sulla storia locale si aprisse una finestra di interesse che però, per ora, ha suscitato solo una fregola revisionista e allucinata che da quasi ventanni tiene in alto l’attenzione indicando le fasi della luna con il vecchio balocco di Littoria mentre in basso il territorio cambia quotidianamente scivolando in periferia.
    Ora sembra sia venuto il momento di stappare il centro e brindare al cambiamento del nuovo millennio da poco iniziato.
    Ma perché il piano di recupero e non il PPE del quartiere R O?
    Chi lo sa!
    Comunque, mutuando la cultura della comunità ferrarese, piutost che gnent lè mei piutost.
    Il piutost sarebbe un “piano” che interessa solo una parte del quartiere R O e scavalcandone i limiti deborda nei quartieri R limitrofi e pure un pezzettino nel centro direzionale.
    Niente di grave ma la cosa pone problemi procedurali rispetto ad esempio alla attivazione delle norme di salvaguardia e alla sovrapposizione delle salvaguardie del PdR con quelle prossime dei piani in fieri o con quelle già esistenti del PTPR.
    Poi il “piano” in realtà è quattro piani, anzi tre visto che uno non è stato ancora adottato, ognuno dei quali si interessa a modo suo di un ambito genericamente chiamato nord, sud, est e ovest.
    In realtà a ben vedere sembrerebbe che si tratti di dare risposta a quattro o cinque problemi pittorescamente definiti buchi neri: che fare del Palazzo Key? E del piazzale Pegasol? E del palazzo del Vescovo? E dei Capannoni del Consorzio? E del palazzo Porfiri di via Neghelli?
    Progetti pilota, per vedere di nascosto l’effetto che fa.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. urbano

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    Membro

    secondo numero
    47 MORTO CHE PARLA

    Il Piano di Recupero del centro urbano della città interessa una superficie di quasi sessantaquattro ettari.
    Sembrerebbe tutto il quartiere RO, che è di 68 ettari.
    E invece no.
    Questo piano di recupero del quartiere RO interessa solo trentatre ettari e mezzo il resto, ben trenta ettari, è area di altri quartieri.
    Se si disegna una planimetria del piano salta agli occhi che la gran parte del “centro”, quello enfaticamente detto storico, è esclusa da questo piano di recupero.
    E allora?
    Operetta!
    Ricordate Milly?
    …. si fa ma non si dice,
    e chi l’ha fatto tace lo nega e fa il mendace e non ti dice mai la verità,
    si fa ma non si dice
    si fa e si rifà
    però nessun lo dice ma si sa
    che ciò si fa
    si fa
    si fa.

    Con profusione di parole ci si limita a ipotizzare i cosidetti progetti pilota ma nessuna risposta tecnica viene data a problemi veri.

    Ad esempio:
    la città puzza.
    Si, poichè i punti di raccolta sono quei mucchi che un mio cliente di Napoli chiama o’ montone, il fiore all’occhiello della raccolta differenziata produce un gran fetore che impasta le narici.
    Almeno al centro, tante volte detto “salotto buono”, una idea tecnica, e ce ne sono, capace di garantire la raccolta senza imporre la puzza e la vista di metri cubi di rifiuti.
    Niente! Manco una delle migliaia di parole scritte nelle relazioni.

    Un provvedimento legislativo obbliga le amministrazioni alla razionalizzazione delle reti, in altre parole dice, basta bucare strade e marciapiedi un giorno si e uno no, ogni nuovo intervento urbanistico deve prevedere un piano di utilizzazione del sottosuolo.
    Niente di niente, solo idee di parcheggi multipiano interrati sotto le strade, improbabili perché non si sa chi dovrebbe farli e con la sola funzione di colmare, almeno sulla carta della programmazione, la carenza di standard di parcheggio.

    Nessuna concertazione con i cosidetti enti erogatori: i tubi del gas, le colonnine dell’enel, i cavi del telefono.
    Continueranno ad aggrapparsi ai muri come rampicanti selvaggi.

    Telecomunicazioni?
    Dico parabole e antenne di telefonia. Nulla: continueranno a stare dove meglio parrà.

    Gli impianti di condizionamento, almeno quelli del centro?
    Macchè, benchè lo stillicidio sia trattato dal codice civile cosa ci si può aspettare da una amministrazione che sversa la condensa delle sue macchine sulla testa dei suoi cittadini?

    Fonti di produzione di energia? Buio pesto.

    Pubblicità e comunicazione sociale? Niente! Succederà che pure le mondane avranno il loro cartello indicatore.

    Sistema del verde ed in genere del confort urbano?

    E allora? Che razza di piano sarebbe?
    Un piano pilota che deve rendere possibile quattro interventi edilizi, di cui si potrebbe anche discutere, ma dopo averli visti.

    A questa esigenza viene piegata la logica e la disciplina.

    Infatti, se pure ancora molto fumoso è il discorso sul valore storico del centro della città che, al di la dell’ovvio, è alquanto incerto se non prudentemente preceduto da un maiuscolo PECULIARE, è comunque fuori di dubbio che una qualità del centro urbano è la unitarietà, l’essere un oggetto edilizio a scala urbana.
    Ecco questo mica ce l’hanno tutti.
    Soprattutto dal dopoguerra in poi si può dire che non è quasi più successo.
    Salta evidente agli occhi che il pezzo che va da piazza quadrata al tribunale è un solo articolato edificio incrociato con quello, non finito, che da piazza roma va a palazzo emme.
    Dunque un discorsetto, seppure al volo, c’era da aspettarselo sulla nozione di unità di paesaggio.
    Errore! Mai aspettarsi da uno quello che non ha.
    Il centro urbano, e il suo contorno, sono stati trattati come “isolati” all’interno dei quali sono le Unità Minime di Intervento.
    Giustissimo, ma è solo aridità parametrica, che ha sempre fallito, e ha distrutto le nostre città, dove la valorizzazione è stata risolta con uno sbrigativo vincolo di conservazione alla maniera di “ ’n ce se fa ‘ncazzo”, che poi invece è la porta del tutto.

    Gli interventi di riqualificazione consistono nella sostituzione del vecchio patrimonio edilizio e del vecchio tessuto urbano, interventi di demolizione e ricostruzione.

    Esempio: la zona a villini tra viale 21 aprile e via reni e bonaparte pur non essendo centro urbano è però una tipologia insediativa estensiva che difficilmente si trova in un centro urbano.
    Per il piano è solo una zona con ancora un sacco di spazio dove la vecchia casetta potrà essere demolità per essere sostituita da quelle casone in stile klingon piene di palme sul tetto.
    Tutto il paesaggio urbano tipico sparirà per quel peculio li.

    Si chiamava caratteri stilistici degli edifici, era un esame dove si studiavano gli alfabeti le parole le frasi di architettura, fondamentale, per poter colloquiare, come quando vai all’estero per capire e farti capire.
    Dava molta importanza all’abaco degli elementi costruttivi, ai colori, alle connessioni tra le parti e alla caratterizzazione simbolica dell’edificio.
    La base si diceva attacco a terra e il tetto si chiamava attacco al cielo.

    Nel comparto nord c’è, sicuramente scappato, un labile accenno alle coloriture, dei toni del bianco, ed un corrivo rimando a portici e travertino.
    Poi basta.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. k

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    Bel lavoro. A me pare che il materiale sia già più che sufficiente per articolare un bel documento e posizione pubblica dell'associazione Anonima Scrittori. Mi raccomando alla zona dei villini di viale XXI aprile, quelli sono tutti edifici di fondazione: quelli rossi sulla curva sono proprio anteguerra e le palazzine ex gialle dell'Iacp sono del 1954. Questi sono proprio dilinquenti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. rindindin

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    bravo Urbano!

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. davide

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    Membro

    X Urbano

    Ti riferisci a questi edifici edifici descritti qui?

    http://www.q4q5.it/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=96&post_id=25911&order=0&viewmode=flat&pid=0&forum=16#forumpost25911

    Riguado agli edifici di Via Reni, Viale XXI Aprile ti riferisci a questi edifici delimitati di rosso?? Quando sono stati costruiti??

    Ma fatemi capire, questi, anzichè intevenire sugli isolati limitrofi che sono un'accozzaglia di costruzioni appiccicate (e prevederne la demolizione) vanno a far demolire degli ordinati villini con giardini, che al più hanno bisogno di una ristrutturata?

    Eppoi lasciamo in piedi lo scempio del palazzo di 10 piani dove c'è Blockbuster (delimitato in giallo) attaccato proprio all'ex Consorzio agrario??

    Ma questi progettisti del piano di recupero dove hanno la testa?? Invece di eliminare il disordine si aggiunge altra cubatura?

    Ma almeno il i villini confinanti col Parco Mussolini (delimitati in blu) rimangono dove sono giusto?? Sono vincolati giusto??

    Confermi che l'edificio ex Iacp di Viale Italia verrà demolito per fare un mostro di 8 piani??
    Cmq io hò già presentato alla segreteria PD un opposizione-osservazione per evitare la demolizione di quel palazzo e distribuire diversamente la cubatura...

    Dai giornali pare che che il PD farà proprie le osservazioni dei cittadini pervenutegli e le presenterà in consiglio comunale.

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. davide

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    X K

    Penso non sia sufficiente una denuncia pubblica... Credo che l'Anonima Scrittori debba presentare delle vere e proprie osservazioni-opposizioni in consiglio comunale, per cercare di porre qualche freno a questa furia demolitrice..

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. tataka

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    Non credo che l'Anonima sia diventata un partito politico

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. davide

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    Membro

    X Tataka

    Bè, le osservazioni opposizioni ad un piano urbanistico (com'è un piano di recupero) le possono presentare qualunque cittadino o associazione...

    Se si presenta un opposizione, forse la bocciano, ma devono dirci i motivi di tale bocciatura...

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. rindindin

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    Membro

    Tataka...non ancora!

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. urbano

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    Membro

    Saluti davidazzo
    poichè mi pare ci sia confusione sulle cose
    potrei provvedere a lasciare documentazione alla libreria.
    Che ne dite?

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. davide

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    Membro

    X Urbano

    Sarebbe meglio che metti tutti i documenti in rete. Tutti i cittadini devono accedervi.
    Ciao

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. k

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    Membro

    Oi devono, ma tu chi cazzo ti credi di essere, da venire qui a dare ordini? Valli a da' a Zaccheo. Urbano li lascia dove cazzo gli pare a lui.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. rindindin

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    Membro

    ah ma allora ci difende pure ogni tanto!

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. davide

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    Membro

    Urbano, allora si sà qualcosa?? L'anonima farà qualche opposizione??
    Effettivamente consultando un pò di Web Gis vien fuori che quelle case erano popolari (oggi sono private) e che effettivamente dal PRG sono campite in arancione (zone B di completamento).

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Cosa?
    Un palazzo di 8 piani su viale Italia?

    Mio Dio.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. davide

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    Membro

    Eh si caro Bassoli... sono quasi due anni che mi sgolo a segnalare la cosa pubblicamente... ed anche privatamente ad alcuni consiglieri come De Marchis, ma dai giornali si è sempre continuato a parlare di riunioni della commissione edilizia in cui si trattava quel pezzo di città, ma mai nessun commissario che alzasse la voce contro tale demolizione...
    Eppure la soluzione ci sarebbe, per riqualificare armoniosamente quel pezzo di città..

    http://www.q4q5.it/modules/news/article.php?storyid=2264&highlight=zaccheo%20vuol%20demolire

    Anche il piazzale delle ex Autolinee verrà rovinato, con la costruzione di un palazzo lato Pacifico e non due come erroneamente avevo sostenuto qui:

    http://www.q4q5.it/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=96&post_id=25911&order=0&viewmode=flat&pid=0&forum=16#forumpost25911

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. zanoni

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    Membro

    urba', prepara la documentazione che la spedisco all'unesco...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. davide

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    Membro

    Oggi ho ricevuto una mail dal PD Latina, in cui mi comunicano che la mia osservazione relativa all'immobile di Viale Italia stà venendo predisposta, e verrà presentata in consiglio comunale.

    Quando sarà pronta, me ne manderanno una copia.

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. k

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    Membro

    Bravo. Poi te la sbatti alle palle.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. davide

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    Membro

    Signor K, invece di rompere le scatole, ha presentato le sue osservazioni/opposizioni al Piano di Recupero come ho fatto io??

    Perchè se non lo ha fatto è perfettamente inutile. Può fare tutti i comizi ed invettive che vuole, ma dal punto di vista amministrativo è perfettamente inutile...

    Se poi lei è interessato solo alla polemica, ma non vuole concretamente cambiare le cose allora è altra storia.

    La mia proposta per il palazzo di Viale Italia è stata vagliata ed accolta dalla segreteria del PD, e verrà presentata da questo nel prossimo consiglio comunale, insieme a quelle di altri cittadini ed a quelle predisposte dallo stesso PD.

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. tataka

    offline
    Membro

    Invece una proposta che (forse) verrà presentata da una minoranza sarà utilissima. Zaccheo non ci dormirà la notte.

    Io penso che l'Anonima dovrebbe puntare a cambiare la mentalità dei cittadini di Latina, a renderli orgogliosi delle loro radici e del loro centro storico. In Toscana non si può spostare una pietra che scoppia la rivoluzione, qua la maggioranza della gente ha apprezzato lo sconcio liberty che hanno fatto al Corso.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. davide

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    Membro

    X Tataka

    Intanto la presento, poi vediamo che succede. Non mi fascio la testa prima di essermela rotta.
    Certo, se voi non presentate neanche le opposizioni, ma come potete sperare di cambiare le cose??
    Non bastano i comizi...

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. davide

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    Membro

    Sconcio liberty?? Se è per questo 3 anni fà una villetta accanto al Palazzo ONC (del Museo della Bonifica) di piazza del Quadrato è stata ristrutturata tale a quale alla palazzina del Corso...

    Non mi strappo i capelli per questo... Gli scempi di questo territorio sono ben altri... il frazionamento esasperato dei terreni agricoli, l'abusivismo e le varie decine di lottizzazioni e consorzi abusivi, lo stupro architettonico dei casali e dei poderi ex ONC, l'abbattimento delle fasce frangivento, l'intubamento dei canali e fossi di bonifica, i vari grattacieli (Pennacchi, Key, Torre Pontina), le demolizioni dissennate di edifici della bonifica (comprese le case cantoniere), gli isolati occupati interamente da palazzoni (come quello del Supercinema, ma anche dietro il Tribunale, a Piazza Moro ecc.)...

    Non mi fà specie una palazzina libertyzzata, altri sono gli stupri che la città ed il suo territorio hanno patito...

    DAVIDE

    Pubblicato 14 anni fa #

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