Anonima scrittori

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richiesta consulenza gratuita e possibilmente acida

(58 articoli)
  1. Woltaired

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    mentre la baby sitter scalda il latte al piccolo vorrei farvi un'altra domanda:

    mi hanno segnalato questo concorso
    www.ioscrittore.illibraio.it
    è indetto da un gruppo editoriale che ingloba varie case editrici, secondo voi potrei mandare mio figlio nella mischia?

    come la vedete?

    grazie.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. zaphod

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    Fondatore

    il link non mi si apre, il pupo mi pare prometta, ma bisogna vedere se mantiene.
    Aspettiamo lo svezzamento prima di mandarlo in giro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. SCa

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    L'indirizzo è senza www. C'ero capitato qualche settimana fa, e non avevo approfondito molto perché le opere sono troppo lunghe per me.
    La cosa interessante è che più che un concorso è una specie di torneo con gli scrittori che devono leggere e giudicare le altre opere. Ci vedrei bene alcuni degli anonimi.
    Sulla serietà dell'iniziativa, non saprei dire.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. mjolneer

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    mah, mi pare una cosa poco praticabile, almeno per il mio tempo, a parte l'impegno non indifferente di leggere l'altro materiale, m'immagino il forte rischio che i concorrenti finiscano, magari alleandosi, per puntare a eliminare quelli bravi in una specie di reality...

    e se superi la prima fase devi firmare, correggetemi se sbaglio, un accordo per pubblicare in ebook (nel caso che sei tra i primi trenta) ma poi uno solo rimane e tu ti trovi la tua opera bloccata da un contratto...

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. Woltaired

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    http://ioscrittore.illibraio.it/

    sì. scusate, mi è scappato un www

    Zaph, ok, magari mando in avanscoperta il fratellastro minore, in effetti il dubbio di mjolneer sulla firma è legittimo, ma nella partecipazione non c'è un pre-impegno e quindi penso che all'atto dell'accordo si possa eventualmente approfondire e scegliere se starci o meno.
    sono ingolosito dalle case appartenenti al gruppo (Fazi, Corbaccio, Guenda, Tea), anche da quelle che non c'entrano con la narrativa (Bollati Boringhieri etc.) che mi paiono di tutto rispetto.
    anche la struttura delle presentazioni (Fiera del Libro Torino, Festival Letteratura Modena) non è niente male.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. maria natale

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    Gentili amici, la presente per segnalarvi che la casa editrice Tabula Fati è stata inclusa nella lista doppio binario, prorio dal sito writers dream, e TOLTA quindi dalla lista degli editori a pagamento tout court. Potete verificare sul sito l'elenco aggiornato. Vi ringrazio per lo spazio e l'attenzione. Maria.

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. Gentile sig.na Natale,
    faccia attenzione, visitare questo sito crea dipendenza e disintossicarsi poi non è affatto facile. Dopo i gruppi di psicoterapia degli alcolisti anonimi, stanno studiando quelli per gli scrittori anonimi. Donna avvisata mezza salvata.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. Woltaired

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    Membro

    breve resoconto di Ioscrittore:
    mi sembrava un'iniziativa interessante e decisi di partecipare anche se, in realtà, non avevo un vero e proprio "fratello minore" (decriptando per rindindin: un romanzo n°2). Un po' con presunzione, un po' con leggerezza, ma un po' con modestia e coscienza ho riunito alcuni racconti e ho cercato di trovare un filo conduttore che desse sfondo. Il tempo era abbastanza tiranno e le modifiche non sempre geniali, ma ho comunque partecipato.
    Funzionava così:
    si doveva mandare un'opera tra le 100.000 e le 400.000 battute e, a parte, uno stralcio delle prime 20.000/30.000 che sarebbe stato letto da altri 12 partecipanti i quali, esprimendo un giudizio da 1 a 10 e motivando, avrebbero decretato il passaggio o meno alla fase successiva.
    Alla prima fase hanno partecipato oltre 1500 persone e vi assicuro che tra i 12 che ho letto io c'era davvero di tutto. Ho dato voti da 1 a 9 e ne ho ricevuti in par misura.
    Un'esperienza interessante, soprattutto ora che, terminata la prima fase e decretati i 200 che l'hanno superata (io no), sono stati consegnati i giudizi degli altri. (anonimi e 12 a testa).
    Ve li metto qui di seguito anche se non avete letto i primi tre racconti che costituivano il mio "incipit", uno di questi era Border Paradiso che dava il titolo alla raccolta.
    Trovo fantastico sapere, però, che proprio sotto il mio stesso tetto ho una persona che quelle cose me le dice tutte insieme...(cretino, compreso!)

    Giudizio e Voto

    Uno stile molto immaturo, che oscilla tra una prosa disadorna ed eccessivamente descrittiva, e pretese espressive piuttosto criptiche (un esempio: "Gli occhi di Enzo che, rimbalzando sulla Rizla lunga, tangono qualunque mia spora e sconquassano il mio lavoro di copertura spogliando Emma come un ranuncolo al sole"). Il tema della morte, che dovrebbe fare da filo conduttore dei racconti, mi pare affrontato in modo troppo convenzionale. Consiglierei meno ambizione nei contenuti, e una ricerca più attenta del proprio stile e della propria voce. 4

    C'è qualcosa dell'Ammaniti "cannibale" in questi racconti neri dal retrogusto umoristico. Se manca qualcosa, è solo un'ulteriore spruzzata di cinismo. Stile personale, interessante, sperimentale; talvolta molto vivido, talaltra un po' autocompiaciuto. Nel complesso decisamente gradevole. Adatto ad un pubblico giovane (under40). Da levigare, ma onesto. 8

    Scrittura ridondante e pretestuosa che rende ancora più difficile la comprensione di racconti già di loro artificiosi. 4

    I racconti sono male articolati, non hanno una storia fluida alle spalle, e l’autore dà per scontato molti punti della trama che il lettore ignora. Ci sono molte parti vuote, lungaggini che potrebbero essere eliminate senza alterare l’essenza della narrazione, espressioni di un modo di raccontare non sempre fluido e capace di far breccia. L’ossessione di Pietro per il tempo è molto bella ma nel complesso è abbastanza carente nelle idee e nello sviluppo del racconto. Come tutto il resto 4

    Quattro storie ruvide, cinque morti assurde, ma quale morte, in fondo non lo è? Quattro fili sparsi tra loro molto diversi nei personaggi e nelle ambientazioni. Rimane da valutare se, unti alle altre storie sapranno fare una tela dai colori vivaci che ci faccia ricoprire la gioia di vivere o se il tutto si arenerà sul limite del baratro ultimo che (alla fine) tutti ci aspetta. “Ricordati che devi morire” sembra essere il monito, ma la sensazione è che sia molto pulp e troppo superficiale. 6

    Qui c'è puzza di scrittore. Il suo delirio mi annoia, ma mi incuriosisce, mi affascina. E poi non sono qui in veste di lettore. Sarà sincero? Già dal nickname, mette in scena la sua follia. E' esibizionista come i Dada, dolorosamente putrescente come gli espressionisti, crudele come un Punk, cromaticamente frastagliato come i Cobra, gradevolmente stonato come i Panico. E' tutto vero? Una cosa è certa: scrive in italiano! 7

    Trame di difficile comprensione, punteggiatura da rivedere e stile oscuro, mix fra prosa e poesia con frasi lunghe e che necessitano di essere rilette più volte per trovarne il senso. Lettura molto pesante e non molto interessante 1

    Piaciuti molto i tre racconti, bella l'idea, bella e piena di stile la scrittura. Tutti un po' troppo brevi per essere gustati davvero, quasi a voler lasciare al lettore un'ultima parola, un'ultima possibilità per svilupparli e farne storie complete e compiute. La scrittura corre, creando immagini cupe e emozioni ambigue e misteriose. 8

    Stressante, ben scritto, ma stressante. 6

    Molto interessante il tono di quest'opera, raccontinerenti colloqui con la morte, e il ritmo, incalzante e spiazzante, per lo meno nei primi tre racconti. Accurata, originale e piacevole la scelta delle parole, corretta la forma grammaticale. Solo qualche perplessità riguardante una forse eccessiva stranezza dell'insieme, una voluta poco chiarezza, che fanno perdere di incisività lo scritto. 7

    Se si dovesse iniziare a giudicare la raccolta di racconti proposta dal nome dell’autore, tutto diventerebbe più facile: un insieme senza senso di consonanti. E, leggendo le prime pagine dello scritto, si resta dello stesso avviso: un groviglio di parole a cui, con difficoltà, si riesce a dare un senso. D’altra parte, il denominatore comune è: l’ insondabile, impenetrabile, imperscrutabile, oscuro, tenebroso, mistero della morte. Forse per questo non ci si stupisce se, cercando di comprendere concetti e costruzione dei racconti, bisogna rileggere il tutto più volte per capire qualcosa, ma non sempre si riesce. Il dubbio di trovarsi davanti ad un’opera, che va oltre quello che comunemente viene indicato come romanzo o racconto, è forte. Siamo davanti ad un genio della scrittura? Ad una grande opera? Secondo me no. Alla fine della doppia, tripla, quadrupla lettura, si rileva solo una certa simpatia per Pietro ed il suo tempo ed una grande noia per tutto il resto. 3

    Reincarnazione di un Requiem, troppo arancia meccanica Violenza mascherata con orpelli dialettici, è un lavoro di fantasia Me ne rendo conto , ma complicatissimo da leggere,forse con più tempo a disposizione? Nel tempo di Pietro, meglio del primo , la trama è scorrevole,buona l’idea dei dieci minuti Se è semplice da leggere ti viene anche voglia di girare pagina e proseguire. Border Paradiso , ci risiamo : non riesco a leggerlo,come il primo, Trovo,come nel primo, una leggera somiglianza in alcuni passaggi ad HOWL di A.Ginsberg. 5

    PS quello che dice che la mia scrittura è stressante lo amo!

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. SCa

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    Grazie del resoconto.
    E' molto interessante leggere i 12 giudizi, anche senza aver letto i racconti che hai mandato, vedere i punti in comune e gli aspetti diametralmente opposti che hanno colto, come i diversi voti che hanno dato.

    Adesso sarei curioso di leggerli anch'io, o dobbiamo aspettare il fratello maggiore?

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. Woltaired

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    Uno lo hai già letto di sicuro, era Border Paradiso che è stato su AS sino a poco tempo fa.
    Gli altri due ora stanno giocando a biglie in cortile, spero che il fratello maggiore giunga alla maggior età e se ne vada da casa presto.
    (per ora, però, deve ancora superare alcuni riti iniziatici)

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. big one

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    (per ora, però, deve ancora superare alcuni riti iniziatici)

    sesso a pagamento?

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. SCa

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    Border Paradiso che è stato su AS sino a poco tempo fa

    Ehm... non mi pare di averlo letto. Mi è sfuggito?

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. zaphod

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    Era in (r)esistenza 2009. Lo abbiamo tolto su richiesta di Wolt perché - visto che il concorso cui ha partecipato richiedeva l'anonimato - si sarebbe potuto facilmente scoprire l'autore del testo inviato.
    E si sa che far parte dell'Anonima Scrittori è titolo preferenziale per entrare nel mondo della letteratura contemporanea...
    Adesso forse lo possiamo rimettere, no?

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Woltaired

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    sì, certo.

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. rindindin

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    che giudizi!

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Woltaired

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    Membro

    è passato un anno e io ci ho riprovato.
    quest'anno ho inviato un romanzo che ancora non aveva letto nessuno.
    rispetto allo scorso anno c'è una maggiore conosonanza di giudizi.
    li posto qui, perché credo sia interessante sapere cosa pensa chi legge trovandosi di fronte ai primi due capitoli di un libro.
    Voto e Giudizio.

    (premessa: so che è un po' assurdo leggere dei giudizi, senza avere letto il romanzo e senza sapere che alcune delle "mancanze" citate vengono colmate nei capitoli successivi, ma se quando cominci a leggere non sei invogliato a proseguire...)

    7 Buona padronanza della scrittura Nella fase iniziale dell'incipit, un'eccessiva descrizione della città, rallenta la lettura e affievolisce la curiosità del lettore. Poi però la storia accelera e prende corpo. Vorrei proseguire e vedere se il protagonista, giocatore compulsivo e accanito, vincerà la sua battaglia contro il gioco.

    6 Interessante il tema della dipendenza dai giochi d'azzardo. Buono il ritmo, ma lo stile è ancora un po' acerbo e può essere senz'altro migliorato. Buona la capacità descrittiva. I personaggi dovrebbero essere caratterizzati un po' meglio. A tratti i dialoghi sono troppo lunghi e non si capisce bene chi parla. I flashback dovrebbero essere in qualche modo evidenziati, ad esempio con un doppio spazio bianco.

    6 La scrittura è abbastanza buona, ma è pesante da seguire. Ci sono troppe parti raccontate e troppo poco dialogo. La storia è promettente, ma si dilunga troppo, forse, sugli aspetti tecnici del gioco. Poi manca un po’ la connotazione dell’ambiente. Nel complesso comunque promette bene, ma deve essere migliorato nel modo di raccontare.

    4 Linguaggio troppo vicino al parlato. Punta solo all'identificazione del lettore di massa. Manca la letteratura, quello spazio intermedio tra la quotidianità e il sogno che deve risultare come essenza stessa di un romanzo.

    6 Tema intrigante, la passione per il gioco, maneggiato fin da subito con dovizia di particolari. L’autore sa muoversi con molta disinvoltura, sia nei luoghi geografici descritti sia nel racconto di ambienti, situazioni ed emozioni legate al mondo dell’azzardo. I fatti si susseguono rapidamente e invogliano il lettore a proseguire per sapere il seguito, ma la narrazione si appesantisce per l’esuberanza del materiale, soprattutto descrittivo, che andrebbe sfoltito per mettere meglio in luce la figura dell’io narrante.

    6 L'inizio è un po' caotico e alcuni punti si dilungano troppo, perdendo efficacia. Nel secondo capitolo il ritmo migliora e la storia si fa più coinvolgente. Consiglio: non sarebbe male rendere più sintetiche e asciutte alcune descrizioni, questo gioverebbe anche alla scorrevolezza del testo. Lo stile è pacato, prolisso ogni tanto, ma i dialoghi sono ben fatti.

    3 Sulle prime questa autobiografia di un giocatore incallito appare insolita, promettente. Poi però si aspetta invano un qualunque cambio di tono o approfondimento psicologico, una via di uscita dalla “normalità” del personaggio-narratore. La sua vita sembra ruotare solo e soltanto intorno al gioco d’azzardo, senza che vi sia una presa di posizione – morale o amorale o anche immorale – nei suoi confronti: il gioco per lui è la normalità, non un vizio, e nemmeno un piacere, ma la vita quotidiana, al massimo condita in sottofondo con qualche ragazza anonima e disponibile. Il quadro risulta squallido, ma involontariamente, perché l’autore sembra abbandonarsi a questa sua normalità anomala e non vi mette né entusiasmo né amarezza. Naturalmente bisognerebbe conoscere gli sviluppi della storia, ma da queste prime pagine non sembrerebbe che possano interessare e meno che mai stupire. Lo stile è agile, ma più giovanile che giovane; qua e là simpatico, gioviale, ma forse troppo. Ambientazione, vicende e terminologia, pur riferendosi a epoche diverse, sembrano rispecchiare di ogni epoca le mode peggiori e più effimere. Ci sono molti dettagli, ma in buona parte inutili, come nel diario di un adolescente. E l’autore dà per scontati tipologie e termini di gioco che sono invece oscuri o comunque noiosi per chi non sia in confidenza quotidiana con il gioco d’azzardo.

    5 interessante la prosa, ben scritta e piacevolmente legibile. Nonostante questo però devo dire che manca di mordente e l'interesse scende subito, oltre a tradire una certa insicurezza nella costruzione delle vibrazioni armoniche della narrazione. Narrazione stessa che rimane troppo piatta. Lavoro preciso e pulito, giudizio comunque positivo.

    5 Lo stile e la narrazione è molto "easy". la lettura è piacevole e anche se indulge in molti particolari e descrizioni della Milano quotidiana e delle tecniche del gioco d'azzardo, si legge volentieri e fa presagire sviluppi emotivi successivi. Descrive un personaggio ironico, a volte prosaico che oscilla tra l'essere goffo e a volte baldanzoso. non è noioso anche quando si sofferma su particolari. descrive la crisi generazionale dei quarantenni e cerca di conseguenza una identificazione con il lettore che ci si immedesimi. Manca forse un poco di pathos.

    6 L'idea è accattivante, per quanto non insolita (in parte mi ricorda "il giocatore (ogni scommessa è debito)", da cui hanno poi tratto "Il mattino ha l'oro in bocca" con Elio Germano), l'incipit in medias res è un raro esempio di non scontatezza, ma lo stile è alquanto scarno e povero degli approfondimenti del caso, quelli necessari alla definizione a tutto tondo dei personaggi principali. mancano digressioni di spessore, scivolamenti nell'io del soggetto narrante, climax e arresti bruschi tipici del punto di rottura che identifica il tempo ideale di ogni romanzo contemporaneo.

    Pubblicato 12 anni fa #
  17. rindindin

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    Wolt direi a questo punto di lasciarli perdere...passa ad un editore serio!

    Pubblicato 12 anni fa #
  18. Ma che cazzo significa manca una presa di posizione morale? E' necessaria?

    Pubblicato 12 anni fa #
  19. Woltaired

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    non sono giudizi espressi da professionisti, ma da dieci anime che si credono, come molti di noi, scrittori.
    qualcuna più pura, qualcuna meno, ma sempre utili da conoscere.

    e come diceva la canzoncina di Carosello: "la morale è sempre quella fai merenda con..."

    Pubblicato 12 anni fa #
  20. Woltaired

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    Ho bisogno di un consiglio:
    sto partecipando alla terza edizione del concorso IoScrittore e uno dei parametri del regolamento è l'anonimato. Un altro è che lo scritto sia inedito.
    Il mio lo è, tranne che per le prime sette righe publlicate sul Corriere a dicembre e passate nel dimenticatoio.
    Quasi, perchè digitandole in google ho trovato questo:
    http://simurgh-unavoltapertutte.blogspot.it/2011/12/stavi-la-ad-aspettare.html
    Ho mandato una mail "autodenunciandomi" alla segreteria del concorso, ma voi che ne pensate?

    Pubblicato 12 anni fa #
  21. secondo me già così potrebbero non accettarti, d'altronde avresti comunque rischiato l'estromissione.

    Pubblicato 12 anni fa #
  22. Woltaired

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    Non c'è due senza tre, ciapél ch'el ghè, ciapél ch'el ghè!

    Pubblicato 11 anni fa #
  23. Woltaired

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    Anche quest'anno ho affrontato il girone infernale del Torneo Letterario IoScrittore e anche quest'anno non ho passato la prima barriera dei 200 semifinalisti.

    Devo dire che, però, in confronto agli altri due anni e alle altre due opere proposte (il primo anno una raccolta di racconti, il secondo la prima stesura del secondo mio romanzo) ho trovato molto più utile la lettura dei giudizi.
    Quest'anno ho presentato il mio primo romanzo "Vita Scomposta" (ma con un altro titolo per motivi di regolamento).
    A dicembre l'incipit (100 parole) fu pubblicato sull'inserto laLettura, il domenicale del Corriere della Sera e la cosa, un po', mi aveva gasato.

    Qui mi sono ritrovato due motivi fondamentali di esclusione, uno è lo stesso addotto dai due editor di importanti case editrici che già dissero no e cioè la poca curiosità suscitata, l'altro invece, secondo me il principale, sottaciuto anche dai suddetti, è che si fa fatica a leggere e a stare dietro alla storia.

    Cazzo, è vero, ma quello io l'ho scritto così e forse, autoanalizzandomi, perchè in realtà pur raccontando i cazzi miei, non avevo nessuna voglia di dirli per filo e per segno. (e quello che mi ha dato 1,67 l'ha azzeccata in pieno)

    Più che un romanzo ho scritto una crittografia della mia vita.
    Amen.
    Ci penserò.

    Vi metto di seguito i quindici giudizi ricevuti e i voti. Solo uno è totalmente suonato, quello che dice di aver trovato errori ortografici e grammaticali.
    Moriste tutti voi in un sol colpo se solo ce ne fosse mezzo! (E guardate che vi voglio proprio bene!!)

    7.00

    La lettura implica un certo impegno, ma una volta che si è capito il gioco, ci si adegua. Si salta da un luogo all'altro, da un'epoca all'altra: come dice l'autore stesso nella sua sinossi: un puzzle. Difficile dare un giudizio dall'incipit: chi legge deve ricomporre l'immagine coi suoi prima e i suoi poi. Ma le descrizioni sono buone !

    7.00

    e provare a riunire tutto in un intreccio organico? ogni volta si apre un mondo a parte che trovo un po' faticoso da seguire.

    5.67

    La trama del tuo romanzo e l'incipit tradiscono uno sforzo importante e una qualche ambizione. Non devi averlo scritto in poco tempo e di getto, visto che ci sono ricostruzioni fedeli di oggetti, luoghi e canzoni più o meno coerenti per ogni epoca. Per questo ti faccio i complimenti. Eppure la sensazione è, come dici tu, quella di trovarsi di fronte a un puzzle i cui i pezzi sono troppo piccoli per avere un senso. Sinceramente non mi convince la strategia del frammento ad ogni costo, del dettaglio appena accennato, poi tanto si capirà. Un lettore (anche di livello medio-alto) non riesce a stare dietro a tutti questi salti cronologici e finirebbe con lo spazientirsi. Mi viene in mente l'Urlo e il Furore di Faulkner. Come lui sposti le lancette del tempo a piacimento, ma più di lui utilizzi metafore e paragoni a volte decisamente astrusi che rendono impossibile la comprensione. E non sei Faulkner, ovviamente. Suggerimento: allunga le scene, aumenta l'azione (fai accadere qualcosa!) ed evita giochi di parole e lirismi esasperati (la camicia macchiata in modo indelebile dalla doppietta, per esempio). In bocca al lupo.

    4.67

    Il racconto, volutamente frammentario, sembrerebbe articolarsi in pagine di diario; però le molte prolessi e l’altalenare delle date lo rendono impossibile. Il testo spesso è di non facile comprensione, perché le immagini, che si esauriscono nella lunghezza di un breve periodo, lasciano il posto ad altre con nuovi personaggi e situazioni, senza soluzione di continuità. Il romanzo risulta poco chiaro: è come se il narratore gettasse di continuo e a caso nella storia nuovi personaggi, di cui dà per scontato che il lettore conosca le situazioni, pregresse al racconto, che li riguardano: l’antefatto, insomma, che ignoriamo, ci è offerto come un dato acquisito. Di positivo c’è che in qualche pagina le singole immagini si rapprendono veloci in descrizioni minute, verosimili di oggetti e piccoli eventi. Per quanto concerne lo stile, oltre al frammentismo si può rilevare la struttura dei periodi paratattici asindetici, costruiti con frasi brevi. Il lessico è semplice con ammiccamenti alla lingua parlata. Nei momenti più felici è metaforico o fa uso di similitudini. I segni di interpunzione sono usati in modo impreciso e nel testo compaiono alcuni errori ortografici e grammaticali. Le sequenze sono di tipo narrativo e dialogico. Talvolta accade che, là dove il ritmo incalzante è accompagnato da chiarezza espositiva, la presentazione di situazioni e personaggi, come quella indiretta del protagonista, risulti abbastanza efficace.

    8.33

    Non sono certo che questo si possa chiamare "romanzo": se lo si escludesse occorrerebbe però certamente inventare un nome apposta. La prosa è formidabile: perfetta, poetica (solo qualche rarissimo eccesso), forte. Si potrebbe andare a capo una volta ogni sette parole e cantare l'intero scritto. Chapeau. Ha ragione l'autore nella sua sinossi: è un puzzle. E si legge sapendo che qualche giro di parole sarà pronto a fare lo sgambetto all'attenzione del lettore, si sta attenti, si sa che si verrà sorpresi e quasi lo si teme: avverrà quando meno te lo aspetti. Gli oggetti sono vivi come le persone che sono vive come le parole che le descrivono. C'è un brulicare di vita che congiunge miracolosamente la Zia col puré e il duetto e i marciapiedi e certe donne. Certe volte, poche volte, c'è qualche rigo di filosofia e qualche cosa un po' colta che non serve: la si potrà togliere senza problemi. Non vedo l'ora di leggerlo tutto.

    1.67

    "Dietro una porta a vetri si materializza l’inconsapevolezza di una mansarda lontana quattro anni mentre un naso in jeans e giacca mi dà il benvenuto. Lo chiamano “Il Bostoniano”, mi lascio incantare dalle fiamme del camino, mi perdo per ore nelle parole, negli sguardi, nel vino e svelo i miei tormenti a due bionde opposte. La più inquietante si volatilizza intorno alle due, le luci si accendono e le note calano, il complesso smonta la strumentazione. Sul divano futuri amici e serate di cucina creativa. Da qualche parte in Corea un laureato in legge, tra due anni, starà cercando di materializzare una polenta da due litri di yogurt." Che vuol dire? Va bene lo "stream of consciousness", lo stile atemporale e non-consequenziale, ma così si esagera: non ci si capisce veramente niente.

    6.67

    niente male, ma è troppo sconclusionato come testo.

    3.33

    Una fatica assurda per seguire questo incipit! Mettere la data in fondo è una follia che confonde il lettore: in genere la data si mette all’inizio di un’esposizione e questo mi ha costretto a dover rileggere tutto da capo, con mio enorme fastidio. La seconda volta ho preso appunti (insomma ho impiegato mezz'ora a leggere poche pagine e quindi questo mi rende certo che non proseguirei mai la lettura di questo romanzo). Troppe date sfasate di troppi anni, e anche qualche incongruenza: che ci fa il bambino al cinema nel 48 con la Zia? Poi, Zia maiuscolo andrebbe benissimo ma senza l'articolo: o resta semplicemente la zia per tutto il romanzo, o diventa Zia come fosse un nome proprio! Io avrei completamente omesso le date a questo punto, visto che invece di semplificare la narrazione la confondono ancora di più. Inoltre c'è anche qualche refuso nella scrittura, che comunque è troppo ostica per essere apprezzata. Non mi ha interessato per niente, non mi ha preso, non lo avrei mai nemmeno finito se non per il rispetto verso la fatica compiuta dall'Autore. Mi dispiace.

    5.33

    L'introduzione, lo sviluppo e la conclusione seguono un andamento di non immediata interpretazione rendendo il testo di non facile lettura. Il racconto si presenta corretto dal punto di vista ortografico e sintattico ma poco coinvolgente.

    5.67

    Dopo aver letto la sinossi mi aspettavo qualcosa di diverso. In realtà dalle buone premesse la storia un po’ si perde. Diventa lenta e poco avvincente, tanto che si fa fatica a seguire la vicenda nella sua totalità. Sicuramente apprezzabile lo stile, che trovo molto buono e meriterebbe una trama più intrigante. Il voto per il titolo, invece, francamente è 2…

    7.00

    La trama non si trova .. ma l’ avevi detto subito. Gli episodi sono ben scritti anche coinvolgenti, ma troppo frammentati. Punteggiatura migliorabile.

    9.00

    Bell'idea e un bel racconto. I brevi racconti senza cronologia lasciano al lettore la voglia di leggerne uno dopo l'altro per riorganizzare la trama. Il protagonista e perfettamente caratterizzato e si crea subito,con lui, una forte empatia e simpatia. Il racconto inoltre ha un bel ritmo,quasi frenetico ma nello stesso tempo fluido e con periodi ben scritti.Sicuramente un tipo di scrittura,non dico innovativa,ma quantomeno moderna e particolare. Mi è piaciuta molto anche l'idea di abbinare ai ricordi e alle descrizioni i sapori di qualche piatto o cibo.

    3.67

    Smania di originalità. Non convince. Scrittura banale.

    3.67

    Incipit confuso con sbalzi temporali che rendono poco scorrevole la lettura. Senza dubbio il testo stuzzica l’appetito ma non viene voglia di proseguire nella lettura.

    5.00

    non mi convince

    Pubblicato 11 anni fa #
  24. Invece di partecipare ai concorsi cerca una buona raccomandazione, farai molto prima.

    Pubblicato 11 anni fa #
  25. Woltaired

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    Membro

    Ho appena telefonato a Bulgakov, ma mi han detto che era uscito, con due bottiglie di vodka, per raggiungere Bukowski e Burroughs, così ho provato a mandare un telex a Beckett, chissà mai che potesse intercettarlo per la via oppure raggiungerli per esporre il mio caso.
    Non sono riuscito a parlare con lui, pare fosse nell'altra stanza, mi hanno passato Bennet, ma l'ho scambiato per una delle Bronte. Mi ha chiuso il telefono in faccia, ma poi hanno citofonato, erano Buzzati e Benni, han detto di scendere e di portare della birra. non so che succederà, ma io ci provo.

    -Berrettini! Scendi, dai!-

    Scusate, devo andare.

    Pubblicato 11 anni fa #
  26. zaphod

    offline
    Fondatore

    Prova con Baricco...

    Pubblicato 11 anni fa #
  27. Woltaired

    offline
    Membro

    Ve la ricordate Vil Coyote di Finardi? Ma io mi sento come Vil Coyote
    che cade ma non molla mai
    , beh ci ho riprovato anche quest'anno. Ho cercato di trarre qualcosa di buono dai commenti passati e ho apportato qualche modifica.
    Beh, ci sono!
    Ho passato la prima selezione e, con un altro titolo ancora (ma lo stesso "Vita scomposta"), sono tra i 300 finalisti.
    Ora ci son da considerare due cose: i partecipanti, dalla prima edizione in cui erano oltre 1500, sono diminuiti negli anni e in gara eravamo 1083; i finalisti, dai 200 degli altri anni, sono oggi 300 e questo, sicuramente, aiuta.

    Lunedì avrò i giudizi (non i voti, che vengono comunicati solo agli esclusi).

    Pubblicato 10 anni fa #
  28. zaphod

    offline
    Fondatore

    Abbiamo ricevuto questa richiesta di rettifica da parte di Sbc edizioni che - nella lista in testa a questo topic - era citata tra le case editrici a pagamento.
    Rettifica non dovuta a un'errata informazione, ma al cambiamento di politica editoriale dell'azienda.
    In bocca al lupo per il nuovo corso.

    "NUOVA POLITICA EDITORIALE SBC EDIZIONI
    Si punta alla qualità. Niente contributo da parte degli autori.

    In un momento di grandi cambiamenti nel mondo editoriale occorre ripensare il ruolo dell’editore che deve essere particolarmente attento a cogliere questi mutamenti e le opportunità che offrono.
    Per questo la SBC edizioni ha deciso di avviare un profondo cambiamento delle proprie politiche editoriali che verte su una più severa selezione delle scelte redazionali puntando su opere, sia di narrativa che di saggistica (neppure escludendo sillogi poetiche di particolare validità) di sicura qualità con precise caratteristiche di interesse per i diversi pubblici dei lettori.
    Per questo agli Autori le cui opere verranno accettate dal comitato editoriale, non verrà in nessun caso richiesto alcun contributo per la pubblicazione fermo restando il loro preciso impegno a concorrere insieme all’editore alla miglior promozione dell’opera pubblicata.
    Forte impulso verrà poi dato alle nuove tecnologie attraverso la pubblicazione di libri in formato elettronico, mentre sono allo studio iniziative rivolte a specifici pubblici nell’ambito dell’editoria professionale.

    Ravenna, 11 giugno 2013"

    Pubblicato 10 anni fa #

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