Anche quest'anno ho affrontato il girone infernale del Torneo Letterario IoScrittore e anche quest'anno non ho passato la prima barriera dei 200 semifinalisti.
Devo dire che, però, in confronto agli altri due anni e alle altre due opere proposte (il primo anno una raccolta di racconti, il secondo la prima stesura del secondo mio romanzo) ho trovato molto più utile la lettura dei giudizi.
Quest'anno ho presentato il mio primo romanzo "Vita Scomposta" (ma con un altro titolo per motivi di regolamento).
A dicembre l'incipit (100 parole) fu pubblicato sull'inserto laLettura, il domenicale del Corriere della Sera e la cosa, un po', mi aveva gasato.
Qui mi sono ritrovato due motivi fondamentali di esclusione, uno è lo stesso addotto dai due editor di importanti case editrici che già dissero no e cioè la poca curiosità suscitata, l'altro invece, secondo me il principale, sottaciuto anche dai suddetti, è che si fa fatica a leggere e a stare dietro alla storia.
Cazzo, è vero, ma quello io l'ho scritto così e forse, autoanalizzandomi, perchè in realtà pur raccontando i cazzi miei, non avevo nessuna voglia di dirli per filo e per segno. (e quello che mi ha dato 1,67 l'ha azzeccata in pieno)
Più che un romanzo ho scritto una crittografia della mia vita.
Amen.
Ci penserò.
Vi metto di seguito i quindici giudizi ricevuti e i voti. Solo uno è totalmente suonato, quello che dice di aver trovato errori ortografici e grammaticali.
Moriste tutti voi in un sol colpo se solo ce ne fosse mezzo! (E guardate che vi voglio proprio bene!!)
7.00
La lettura implica un certo impegno, ma una volta che si è capito il gioco, ci si adegua. Si salta da un luogo all'altro, da un'epoca all'altra: come dice l'autore stesso nella sua sinossi: un puzzle. Difficile dare un giudizio dall'incipit: chi legge deve ricomporre l'immagine coi suoi prima e i suoi poi. Ma le descrizioni sono buone !
7.00
e provare a riunire tutto in un intreccio organico? ogni volta si apre un mondo a parte che trovo un po' faticoso da seguire.
5.67
La trama del tuo romanzo e l'incipit tradiscono uno sforzo importante e una qualche ambizione. Non devi averlo scritto in poco tempo e di getto, visto che ci sono ricostruzioni fedeli di oggetti, luoghi e canzoni più o meno coerenti per ogni epoca. Per questo ti faccio i complimenti. Eppure la sensazione è, come dici tu, quella di trovarsi di fronte a un puzzle i cui i pezzi sono troppo piccoli per avere un senso. Sinceramente non mi convince la strategia del frammento ad ogni costo, del dettaglio appena accennato, poi tanto si capirà. Un lettore (anche di livello medio-alto) non riesce a stare dietro a tutti questi salti cronologici e finirebbe con lo spazientirsi. Mi viene in mente l'Urlo e il Furore di Faulkner. Come lui sposti le lancette del tempo a piacimento, ma più di lui utilizzi metafore e paragoni a volte decisamente astrusi che rendono impossibile la comprensione. E non sei Faulkner, ovviamente. Suggerimento: allunga le scene, aumenta l'azione (fai accadere qualcosa!) ed evita giochi di parole e lirismi esasperati (la camicia macchiata in modo indelebile dalla doppietta, per esempio). In bocca al lupo.
4.67
Il racconto, volutamente frammentario, sembrerebbe articolarsi in pagine di diario; però le molte prolessi e l’altalenare delle date lo rendono impossibile. Il testo spesso è di non facile comprensione, perché le immagini, che si esauriscono nella lunghezza di un breve periodo, lasciano il posto ad altre con nuovi personaggi e situazioni, senza soluzione di continuità. Il romanzo risulta poco chiaro: è come se il narratore gettasse di continuo e a caso nella storia nuovi personaggi, di cui dà per scontato che il lettore conosca le situazioni, pregresse al racconto, che li riguardano: l’antefatto, insomma, che ignoriamo, ci è offerto come un dato acquisito. Di positivo c’è che in qualche pagina le singole immagini si rapprendono veloci in descrizioni minute, verosimili di oggetti e piccoli eventi. Per quanto concerne lo stile, oltre al frammentismo si può rilevare la struttura dei periodi paratattici asindetici, costruiti con frasi brevi. Il lessico è semplice con ammiccamenti alla lingua parlata. Nei momenti più felici è metaforico o fa uso di similitudini. I segni di interpunzione sono usati in modo impreciso e nel testo compaiono alcuni errori ortografici e grammaticali. Le sequenze sono di tipo narrativo e dialogico. Talvolta accade che, là dove il ritmo incalzante è accompagnato da chiarezza espositiva, la presentazione di situazioni e personaggi, come quella indiretta del protagonista, risulti abbastanza efficace.
8.33
Non sono certo che questo si possa chiamare "romanzo": se lo si escludesse occorrerebbe però certamente inventare un nome apposta. La prosa è formidabile: perfetta, poetica (solo qualche rarissimo eccesso), forte. Si potrebbe andare a capo una volta ogni sette parole e cantare l'intero scritto. Chapeau. Ha ragione l'autore nella sua sinossi: è un puzzle. E si legge sapendo che qualche giro di parole sarà pronto a fare lo sgambetto all'attenzione del lettore, si sta attenti, si sa che si verrà sorpresi e quasi lo si teme: avverrà quando meno te lo aspetti. Gli oggetti sono vivi come le persone che sono vive come le parole che le descrivono. C'è un brulicare di vita che congiunge miracolosamente la Zia col puré e il duetto e i marciapiedi e certe donne. Certe volte, poche volte, c'è qualche rigo di filosofia e qualche cosa un po' colta che non serve: la si potrà togliere senza problemi. Non vedo l'ora di leggerlo tutto.
1.67
"Dietro una porta a vetri si materializza l’inconsapevolezza di una mansarda lontana quattro anni mentre un naso in jeans e giacca mi dà il benvenuto. Lo chiamano “Il Bostoniano”, mi lascio incantare dalle fiamme del camino, mi perdo per ore nelle parole, negli sguardi, nel vino e svelo i miei tormenti a due bionde opposte. La più inquietante si volatilizza intorno alle due, le luci si accendono e le note calano, il complesso smonta la strumentazione. Sul divano futuri amici e serate di cucina creativa. Da qualche parte in Corea un laureato in legge, tra due anni, starà cercando di materializzare una polenta da due litri di yogurt." Che vuol dire? Va bene lo "stream of consciousness", lo stile atemporale e non-consequenziale, ma così si esagera: non ci si capisce veramente niente.
6.67
niente male, ma è troppo sconclusionato come testo.
3.33
Una fatica assurda per seguire questo incipit! Mettere la data in fondo è una follia che confonde il lettore: in genere la data si mette all’inizio di un’esposizione e questo mi ha costretto a dover rileggere tutto da capo, con mio enorme fastidio. La seconda volta ho preso appunti (insomma ho impiegato mezz'ora a leggere poche pagine e quindi questo mi rende certo che non proseguirei mai la lettura di questo romanzo). Troppe date sfasate di troppi anni, e anche qualche incongruenza: che ci fa il bambino al cinema nel 48 con la Zia? Poi, Zia maiuscolo andrebbe benissimo ma senza l'articolo: o resta semplicemente la zia per tutto il romanzo, o diventa Zia come fosse un nome proprio! Io avrei completamente omesso le date a questo punto, visto che invece di semplificare la narrazione la confondono ancora di più. Inoltre c'è anche qualche refuso nella scrittura, che comunque è troppo ostica per essere apprezzata. Non mi ha interessato per niente, non mi ha preso, non lo avrei mai nemmeno finito se non per il rispetto verso la fatica compiuta dall'Autore. Mi dispiace.
5.33
L'introduzione, lo sviluppo e la conclusione seguono un andamento di non immediata interpretazione rendendo il testo di non facile lettura. Il racconto si presenta corretto dal punto di vista ortografico e sintattico ma poco coinvolgente.
5.67
Dopo aver letto la sinossi mi aspettavo qualcosa di diverso. In realtà dalle buone premesse la storia un po’ si perde. Diventa lenta e poco avvincente, tanto che si fa fatica a seguire la vicenda nella sua totalità. Sicuramente apprezzabile lo stile, che trovo molto buono e meriterebbe una trama più intrigante. Il voto per il titolo, invece, francamente è 2…
7.00
La trama non si trova .. ma l’ avevi detto subito. Gli episodi sono ben scritti anche coinvolgenti, ma troppo frammentati. Punteggiatura migliorabile.
9.00
Bell'idea e un bel racconto. I brevi racconti senza cronologia lasciano al lettore la voglia di leggerne uno dopo l'altro per riorganizzare la trama. Il protagonista e perfettamente caratterizzato e si crea subito,con lui, una forte empatia e simpatia. Il racconto inoltre ha un bel ritmo,quasi frenetico ma nello stesso tempo fluido e con periodi ben scritti.Sicuramente un tipo di scrittura,non dico innovativa,ma quantomeno moderna e particolare. Mi è piaciuta molto anche l'idea di abbinare ai ricordi e alle descrizioni i sapori di qualche piatto o cibo.
3.67
Smania di originalità. Non convince. Scrittura banale.
3.67
Incipit confuso con sbalzi temporali che rendono poco scorrevole la lettura. Senza dubbio il testo stuzzica l’appetito ma non viene voglia di proseguire nella lettura.
5.00
non mi convince