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Antonio Pennacchi allo Iuav di Venezia.

(58 articoli)
  1. urbano

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    Bè se è per questo la Fondazione Onlus Casadell'architettura con 48mila euro del Comune c'ha imbiancato Ruspi.
    Che se ci si pensa è pure peggio.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. urbano

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    Membro

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    Pubblicato 14 anni fa #
  3. A breve la versione definitiva del comunicato. Sembra che domani piovano reazioni all'attacco di Bianchi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. A

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    Per Torque:
    sarei andato senz'altro, ma purtroppo causa operazione di mia madre sono dovuto urgentemente scendere giù a Latina.

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. Ecco il testo del comunicato:

    Facciamo una doverosa premessa: all'Anonima Scrittori non interessa di chi sia parente Fabio Bianchi e quale influenza, eventulmente, possano avere questi ipotetici familiari sulla sua vita politica. Se una persona adotta uno stile nelle polemiche non è detto che, per rispondergli, sia necessario usare il suo stesso stile. Troviamo, in generale, diffamatorio, vile e scorretto attaccare le persone sui sentimenti e sugli affetti. E proprio per questo non ci permettiamo di giudicare l'uomo Bianchi, ma contestiamo i comportamenti del politico, del rappresentante delle Istituzioni. Proprio per il ruolo che ricopre, ci dispiace leggere i suoi commenti superficiali e pieni di falsità su Pennacchi, tra falsa storia e leggenda. Riteniamo grave che un assessore alla cultura non riesca a riconoscere uno scrittore nemmeno quando pubblica per le maggiori case editrici italiane (Mondadori, Laterza, Feltrinelli, Vallecchi). Per capire il perché Pennacchi è stato invitato dal rettore e dagli altri insigni professori dello IUAV, crediamo sarebbe stato sufficiente che l'assessore si fosse preso la briga di leggere 'Fascio e Martello. Viaggio per le città del Duce', pubblicato da Laterza, casa editrice di riferimento per i saggi che, tanto per fare un esempio, ha pubblicato l'opera omnia di un mostro sacro della cultura italiana: Benedetto Croce. Quello di Pennacchi è stato uno dei saggi più venduti del 2009 - a sostenerlo sono le statistiche e non certo noi - e lo stesso Pennacchi ha tenuto conferenze in alcune delle università italiane, fatto pubblicazioni e seminari. Durante il convegno organizzato dall'Anonima Scrittori, dal titolo 'Città nuove e falsi storici', - alla presenza, tra gli altri, del professor Muratore dell'università La Sapienza, del direttore de Il Secolo d'Italia, Luciano Lanna - Pennacchi ha individuato 107 errori riportati sul catalogo finanziato dall'assessorato alla cultura della Provincia. Mai una volta qualcuno ha provato a sostenere il contrario o a controbattere alla tesi di Pennacchi, rispondendo punto su punto. Si sono sentiti, come questa volta, solo toni astiosi, che ogni volta ricadono sulla persona e non sull'artista. Quindi, per farla breve, rimangono ancora i 107 errori e quegli 87 mila euro dei cittadini della Provincia di Latina che non sono stati spesi nel migliore dei modi e non garantendo il massimo dell'accuratezza che un catalogo sulle Città Nuove avrebbe meritato.
    Dispiace anche che Fabio Bianchi, che si vanta di aprire la manifestazione allo IUAV, probabilmente non si fidi dello stesso rettore e dei professori che hanno organizzato l'evento. Non è un convegno serio quello in cui i politici - categoria in cui rientra lo stesso Bianchi -, raccomandano persone per farle semplicemente presenziare. Crediamo invece che la scelta dello IUAV sia stata pensata e fatta rispettando le più classiche e tradizionali regole accademiche e scientifiche. Ci domandiamo, invece, se non sia una tradizione pontina, ancora in uso.
    Anche sulla mostra l'assessore fornisce una versione davvero poco credibile. ci sembra strano che, nel più rinomato centro di architettura italiano, possano esservi dei problemi logistici per ospitare una mostra che non riteniamo abbia caratteri particolari da richiedere chissà quale diavoleria.

    Non crediamo che Bianchi sia un sedicente assessore alla cultura. Non siamo d'accordo con lui, riteniamo che abbia commesso un gravissimo errore sulla vicenda Pennacchi ma non è nostra abitudine disconoscere la realtà dei fatti. Lui è l'assessore, Pennacchi è lo scrittore. Anche se l'assessore alla cultura è rimasto l'unico in Italia a non volersene accorgere. Per questo motivo ci piacerebbe, finalmente, si riuscisse a far chiarezza sulle Città Nuove o di Fondazione che dir si voglia, sul catalogo, la mostra e sugli errori che vi sono contenuti

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. aspadatratta

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    ... rinfacciarsi i parenti non è mai carino e però e però... in sostanza ci sono ottantasettemila euro veri, centosette presunti errori sui quali nessuno si vuol confrontare, un importante scrittore ed un politico locale. A parte che sembra ad una prima analisi affrettata una battaglia di retroguardia non foss'altro perché i buoi (gli euri) sono già scappati ma, sulla scena del “delitto” mancano gli autori dello scritto i veri protagonisti della tenzone che l'assessore difende a spada tratta dalle accuse del valente scrittore. Perché non escon fuori, perché non mostran i loro titoli equipollenti, i sapienti compilatori, le ragioni prepotenti delle loro scelte dei loro elucubramenti. Invece di stare al riparo della cappa che il locale amministratore generosamente ell' offre. Invece dì affrontare in campo aperto i perplessi ed i contrari. Invece di confortare il munifico assessore con un dotto carteggio chessò, un confronto pubblico, una mail, una telefonata tra autorevoli contrari. Che ne trarrebbe giovamento ogni posizione: quella della comunità che sa, saprebbe, il suo denaro speso bene, le opposte fazioni nelle più precise enumerazioni di errori e di inesattezze, il locale personale politico che deciderà in futuro di chi fidarsi, di chi diffidare per spendere i denari così faticosamente raggranellati a furia di decime sulle mansuete schiere di sudditi di questo negletto reame.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. rindindin

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    sono allucinata...è possibile rilasciare dichiarazioni pubbliche del genere? poi un Assessore alla cultura! concordo e appoggio il comunicato.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. urbano

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    Il Professor Podiani viveva al cordone nel negozio dopo quello nostro , proprio davanti al consorzio agrario in via Filippeschi.
    Aveva un soppalco dove dormiva e sotto teneva la cucina e la sua scrivania in mezzo ai libri.
    E ai suoi gatti, tantissimi di tutte le razze. Li raccoglieva e li nutriva.
    Ce se scalla, diceva il mio nonno.
    Campava facendo lezioni private, ma in genere era lui ad andare a casa altrui per via del puzzo di gatti.
    Aveva due occhiali spessissimi che gli cerchiavano i puntini neri degli occhi, portava i mezzi guanti di lana e sulle spalle una mantellina sfrangiata color minestrone.
    Era magrissimo, affusolato, pelato e rugoso con la testa e il culo a pera, ma con le punte divergenti.
    Dice che era un pozzo di scienza, sapeva quasi tutto, parlava più lingue, sapeva il russo, il greco, leggeva il latino, l’ebraico e i sanscrito.
    Un giorno, sicuro un giovedì che era mercato, dopo avere arrancato per tutto il cordone un carro tirato da un somaro si fermò al consorzio, proprio di fronte al negozio del Professor Podiani che stava studiando un testo antico.
    Il somaro era sfiancato dal peso del carro e dalla pendenza della salita tutta scivolosa di selci e forse spaventato dal suo cuore impazzito stava fermo con lo sguardo perso nel vuoto e una bava che gli colava dal morso e dalle frocette.
    Il contadino che doveva andare a piazza del mercato aspettò un poco asciugandosi il sudore col cappello e col dorso della mano,poi prese a tirarlo. Ma la bestia non ne voleva sapere di ripartire, pareva una statua pelosa, immobile, ferma, monolitica.
    Allora il contadino alquanto alterato dall’insubordinazione dell’animale sporconando a gran voce prese a menargli delle gran nerbate sulle orecchie pure ferendolo.
    Distolto dallo studio da tutto quel fracasso il Professor Podiani si affacciò dalla vetrina del suo basso e focalizzata la grande violenza in atto si scagliò sul contadino predendogli al volo il polso prima dell’ultima nerbata e guardandolo da dietro gli spessi vetri
    Oh, urlò, ma cosa sta facendo!
    Si vergogni, si vergogni!
    Il contadino rimase stupito e abbozzò un
    De che? Ma che vole Professò?
    Si vergogni trattare così una povera bestia indifesa e schiava, legata per la vita al suo carro, e lei la batte in tal modo!
    Lo lasciò attonito sui selci col nerbo in mano che non sapeva più cosa farci e rientrò di corsa nella sua tana per poi riuscirne subito con un fagotto.
    Si avvicinò al somaro sanguinante e cominciò ad asciugarlo a pulirlo e gli parlava piano
    Tieni povera bestia tieni
    Gli stava offrendo un biscotto.
    Il somaro gradì e con un gran morso si pappò la ciambella e due dita del Professor Podiani che cacciò un urlo terrificante.
    Il contadino nell’esclamare ah porcoddue scattò dalla trance e prese a picchiare il somaro fino a ottenere che aprisse la bocca sputando l’indice e il medio dello studioso.
    Da quel giorno il nonni quando spiegano le cose della vita ai nipoti ogni tanto dicono:
    và fa del bene ai somari!

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. timecode

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    a Latina la cultura è una pianta rara, molto più del tartufo bianco, molto più della stella alpina, e non è neanche una pianta protetta; eppure ogni tanto esce un vivaista che è convinto di farla crescere e ci spende, ci spande, ce la mette tutta, come gli consigliano i parenti, i vicini di casa, il pizzicarolo dietro l'angolo, l'edicolante, qualche volta pure il prete, ma non si è reso conto, il vivaista, che la cultura non cresce con il letame ...

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. Ma come no? Il letame concima. Tutto fa brodo. Meglio litigare che il silenzio. C'è vita, su questo pianeta.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. zanoni

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    Ho appena inviato il seguente intervento a parvapolis e latina oggi, sperando che lo pubblichino. Qualcuno sa dirmi se della faccenda se ne e' parlato anche su altre pubblicazioni locali, cosi' invio anche a loro?

    E a proposito di pubblicazioni locali, non e' che vuole molto per contattare gli organizzatori del convegno e a chiedere perche' hanno invitato pennacchi (cosi' da far fare l'ennesima figuraccia a Bianchi)

    Z

    Antonio Pennacchi non ha bisogno di difese, neanche dagli insulti e dalle affermazioni palesemente diffamatorie del signor Fabio Bianchi, assessore alla cultura (per meriti politici e non culturali) della Provincia di Latina. Ma i fatti è comunque meglio averceli chiari, per evitare che il fango gettato possa in qualche modo attecchire. I fatti dicono che Antonio Pennacchi pubblica i suoi romanzi con la più importante casa editrice italiana, la Mondadori; che il suo romanzo “Il fasciocomunista” è stato tradotto all'estero e che è stato trasformato in film di successo; che è da anni autore di saggi sulle città di fondazione pubblicati su Limes, la prestigiosa rivista italiana di geopolitica; che è stato proprio lui, attraverso questi saggi, a far scoprire la stragrande maggioranza delle città di fondazione ignote all'opinione pubblica italiana e a volte agli stessi accademici; che ha recentemente pubblicato “Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce” per la casa editrice Laterza: libro che è stato presentato da prestigiosi intellettuali (compreso l'attuale assessore alla cultura – questo sì per meriti culturali – del Comune di Roma) ed è stato discusso in seminari universitari, ad esempio alla Sapienza di Roma e a Bari. Il migliore storico italiano delle città di fondazione – nei fatti, non a chiacchiere – è stato invitato a parlare in un convegno sulle città di fondazione: cosa c'è mai di strano?

    Il problema, infatti, non ha nulla a che vedere con i convegni e la cultura. Molto più semplicemente, Antonio Pennacchi non fa parte di quella cricca di editori e scrittori autopubblicati (nel senso che si pubblicano i propri libri da soli) che in provincia di Latina si accaparra buona parte dei fondi pubblici destinati alla cultura, al fine di produrre pubblicazioni ed eventi pseudoculturali la cui eco molto difficilmente travalica la circonvallazione. Anzi, Antonio Pennacchi ha pubblicamente denunciato, nel corso di una conferenza organizzata dall'Anonima scrittori, uno dei tanti sprechi di risorse pubbliche tipici dell'attuale amministrazione provinciale: la mostra di riproduzioni fotografiche (non di foto originali, ma di pannelli plastificati) sulle città di fondazione organizzata nel dicembre 2005 dall'associazione culturale Novecento, che spiccava per l'assenza di criteri espositivi intellegibili, per l'assoluta inadeguatezza delle didascalie, per i clamorosi e grossolani errori storiografici contenuti nel catalogo anch'esso autopubblicato. Sono uno storico, il mio è un giudizio tecnico. Una mostra costata 87euro di fondi pubblici (in gran parte regionali), fortemente voluta dal signor Bianchi: che a quanto pare non ha gradito – e continua a non a gradire – le critiche, o i progetti che non vedono il diretto coinvolgimento dei suoi protetti.

    Dopotutto, la Provincia di Latina è drammaticamente priva di una qualsivoglia politica culturale che vada al di là dell'assegnazione a pioggia di fondi pubblici: talvolta con criteri meramente burocratici, talvolta con criteri meramente discrezionali – tanto da far pensare ai vecchi tempi della Democrazia cristiana. Una politica culturale degna di questo nome, invece, avrebbe bisogno di obiettivi chiari, di grandi scelte, di iniziative di qualità che abbiano ambizioni nazionali e internazionali, di scambi frequenti e propositivi tra la politica e il mondo della cultura. Ed è sintomatico di questa assenza totale di progettualità politica l'inclusione della Cultura, nel Programma di governo 2009-2014 del presidente Cusani, nella parte dedicata alla solidarietà (che fa per l'apputo pensare alle elargizioni) e non alla competitività (che fa invece pensare alle ricadute anche economiche delle attività culturali).

    Ma non è forse il caso di guardare al di là di questa disputa? Non sarebbe meglio organizzare un dibattito pubblico, con intellettuali e politici, sulla politica culturale di cui avrebbero bisogno Latina e il suo territorio? A partire proprio dalle città di fondazione, possibile oggetto di una storica candidatura all'Unesco che vede entusiasti il Ministero dei beni culturali e la stessa Unesco e viene inspiegabilmente ignorata – assessore del Comune di Latina Bruno Creo a parte – dalle istituzioni locali e dall'assessore Bianchi in particolare. Insomma, è possibile fare uno sforzo in questa città per realizzare almeno un grande progetto culturale – come fanno praticamente tutte le città italiane di comparabile grandezza e ricchezza – oppure vogliamo continuare ad accapigliarci e a produrre il vuoto? Una risposta da parte delle istituzioni a questa proposta sarebbe gradita, stavolta speriamo senza insulti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. k

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    Sentite, compagni: facciamola finita. Grazie a tutti di cuore - soprattutto all'Anonima - ma basta così. Non me ne frega niente di questa storia. Per me parla il mio lavoro e a Venezia, al convegno, mi sono pure divertito. Stop.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. k

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    (DAGLI AMICI MI GUARDI IDDIO, CHE DAI NEMICI MI GUARDO IO - La più bella è quella del segretario Pd che anche lui, poverino, si sarebbe "trovato spesso a non condividere i toni e lo stile della polemica di Pennacchi, che qualche volta rasentano la provocazione. Tuttavia, nel corso degli anni, ho imparato a conoscere la persona ed a capire che la polemica forte è solamente una modalità d’espressione e nient’altro". Però a lui gli ci sono voluti anni. E m’ha dovuto conoscere bene. Proprio bene. E solo adesso finalmente può proporsi come esegeta e mediatore, e “spiegare” a tutti quanti che in fin dei conti non sono proprio cattivo: "Porta pazienza Bianchi, quello è solo matto, che ce vòi fa'?". Poi dice che non è meglio averli contro che a favore. Quasi quasi, gli telefono direttamente io a Bianchi.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. cameriere

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    esprimo la mia piena solidarietà.
    come amico, s'intende.

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. A

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    leggere quell'articolo di tal Bianchi mi ha veramente fatto cascare la braccia. Quali titoli pubblicati può vantare quel signore per fare l'assessore ?
    signore del cielo...

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. zanoni

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    Un assessore alla cultura non e' che, per essere un buon assessore, deve per forza avere chissa' quali pubblicazioni. Deve pero' avere la capacita' di circondarsi di persone valide che sappiano consigliarlo, deve saper ascoltare il mondo a cui il suo assessorato fa riferimento, non deve sentirsi 'stocazzo o il ras del quartiere, deve saper riconoscere il merito altrui.

    Qualita' di cui, purtroppo, sono sprovvisti un po' troppi assessori, a Latina e non solo...

    Z

    ps Il mio intervento e' stato pubblicato su latina Oggi, mentre parvapolis non l'ha pubblicato perche' cito i loro sodali (in affari)...

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. zanoni

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    riguardo l'annosa querelle, pero', secondo me e' importante ricordare ogni volta che, come gia' evidenziato in passato, il problema di fondo e' rappresentato non tanto e non solo dagli errori (di sostanza, non di tipografia) del catalogo, ma dal fatto che il materiale esposto fosse costituito da pannelli plastificati e non da materiale originario (pannelli che hanno tutti la stessa dimensione, a prescindere dalle dimensioni del materiale riprodotto), che la mostra era allestita piu' o meno a casaccio, che le didascalie erano quasi totalmente sprovviste di informazioni.

    E la mostra in se' - e non solo il catalogo - la pietra dello scandalo! Ed e' per loro davvero una fortuna che se la siano tenuta stavolta nello scantinato...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. urbano

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    Ma insomma sti 107 e passa errori
    se ne potrebbe avere un elenco?
    Chessò una copia del catalogo
    chiosata
    in anastasi?
    Oppure un powerpoint?

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. Beh, ovviamente la copia c'è. Bisogna vedere se è a disposizione per una visione pubblica.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. urbano

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    Lo spero
    così ci si farebbe una opinione
    fondata.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. zanoni

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    Ma le conversazioni del forum defunto - tipo quelle anche con AxisMundi (chissa' che fine ha fatto!) - sono defunte anch'esse?

    Gia' li' c'erano molto osservazioni, che credo non debbano essere ridotte agli errori del catalogo. I problemi di quell'operazione, infatti, sono molti di piu' e non meno seri:

    - lo sciacallaggio che c'e' alle spalle;

    - la fretta e la furia (ad agosto ancora non sapevano se la mostra si sarebbe fatta, so che 10 giorni prima del buffet inaugurale alcune persone stavano lavorando fino alle 3-4 di notte per finire le schede);

    - l'uso non di materiale originale ma di riproduzioni plastificate (pannelli di identico formato, senza tener conto delle dimensioni delle foto riprodotte);

    - l'allestimento indecente e privo di criteri intellegibili (con didascalie spesso prive di date, o con date messe a casaccio);

    - piu' in generale, lo sperpero di denaro per iniziative effimere e non strutturali (c'e' invece bisogno di un centro studi con annessi archivio e biblioteca per raccogliere il materiale oggi disperso e per intervistare i protagonisti dell'opera di bonifica e di colonizzazione ancora vivi. Lo hanno fatto ad esempio a Salo' per la Repubblica sociale, li' lavorano in modo splendido per reperire e mettere a disposizione degli studiosi materiali altrimenti introvabili).

    Credo sia importante non farsi trascinare in una discussione basata esclusivamente su quel catastrofico catalogo e mettere sempre in evidenza tutti gli aspetti della vicenda 8compresi quelli di politica culturale).

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. urbano

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    Sempre a divagare.
    A me piacerebbe conoscere i 107 errori.
    Propongo
    scansionare il catalogo
    e adobarlo a mestiere.

    Beh, certo, sempre che sti errori ci sono.
    Perchè se si tratta solo di
    ... sciacallaggio alle spalle
    ... fretta e furia
    ... uso di riproduzioni plastificate
    ... allestimento indecente e privo di criteri intellegibili
    ... sperpero di denaro per iniziative effimere e non strutturali
    allora

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. No, no, lassa perde Zanoni. Ci sono errori gravi e gravissimi. Mi ricordo una cartina della Sicilia con le città di Fondazione messe un po' a caso. Confrontandola con la cartina in cui c'è l'esatta collocazione delle città di Fondazione, la differenza è notevole. In più foto sbagliate, piani regolatori non corretti. E tanto, tanto altro. Chiedi a K, lui ne dovrebbe sapere qualcosa.

    Tutto il resto è noia. Le polemiche del passato, lasciamole lì, nel passato. Così come i loro protagonisti, intendo quelli che stanno through the barricades.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. sensi da trento

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    No, no, lassa perde Zanoni. Ci sono errori gravi e gravissimi. Mi ricordo una cartina della Sicilia con le città di Fondazione messe un po' a caso.

    esattamente.
    e quello sarebbe ancora il minimo.
    x urbano:
    ci sono città del 1200 spacciate come città di fondazione solo perchè qualche architetto ci aveva costruito una casa del fascio (mi pare che tra le altre vi fosse villar perosa); città che (avendo cambiato nome dopo la guerra, come capitato a latina) sono elencate due volte - con il vecchio e il nuovo nome-.
    errori assai gravi a livello scientifico, insomma, non cazzatelle.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. zanoni

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    boh, io davvero non riesco a capire perche' non riesco a farmi capire!

    gli errori sono 107 e anche piu': arrivato a 107, chi li ha cercati e scovati si e' fermato per carita' di patria! errori che non sono errori tipografici (date sbagliate, nomi scritti male o cose simili), ma GRAVI errori storiografici di interpretazione e molto altro ancora (comprese foto degli anni '50 e '60 le cui dididascalie fanno riferimento non alla data dello scatto ma a quella di costruzione dell'edificio).

    Gia' tutto cio' e' gravissimo. Ma c'e' per l'appunto dell'altro: l'allestimento e i materiali esposti! Dopotutto una mostra e soprattutto questo prima ancora di un catalogo, no? E a Venezia avrebbero dovuto portare quella stessa mostra (cioe', quello stesso materiale esposto alla rinfusa), no?

    Non capisco perche' ci si debba limitare a criticare solo il catalogo della mostra e non gia' la mostra in se'! O peggio ancora sottovalutare gli aspetti piu' direttamente politici (di politica culturale) o quelli che sono gli aspetti propositivi.

    Dopotutto, io quella sera della conferenza - e prima Pennacchi non lo conoscevo - sono stato favorevolmente impressionato da due aspetti: il primo, che per l'appunto si e' fatta una critica di METODO STORICO (al di la' dei singoli errori del catalogo, si e' dimostrato che chi ha fatto il catalogo NON HA ALCUNA COMPETENZA SPECIFICA SULL'ARGOMENTO); il secondo, che si e' lungamente parlato dell'opportunita' di INTERVENTI STRUTTURALI (archivi etc etc).

    Quella mostra era un DISASTRO, sotto molteplici punti di vista, non riesco a capire perche' ci si debba limitare a criticare i 107 errori del catalogo o si debba rinunciare agli asptti propositivi...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. urbano

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    Membro

    Caspita!
    Anche se stento a vedere gli aspetti propositivi
    se non come boutade.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. zanoni

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    Membro

    urba', ma mi prendi per il culo o cosa? perche' se mi prendi per culo, sinceramente NON ne capisco il motivo; se invece sei serio, mi sembra che le proposte siano state fatte piu' volte, a mezzo stampa...

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. urbano

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    Membro

    No, scusa, scherzavo.
    Era che in una storia nata a paginate di giornale dans le visage ( si dice così?) gli aspetti propositivi mi parevano una cosa tanto per dire.
    Il lavoro piazente, così chiamava la ricerca Corbù, è quello quello che paga e in questa vicenda, pur nelle sgommate di provincia, dove esso sia è chiarissimo.

    Pubblicato 14 anni fa #

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