http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dc0befc3/pag05latina.pdf
Ero incuriosita anche io, la mia famiglia è di origine ciociara. Ma non c'è nulla nell'articolo contro i ciociari, il lancio di Bassoli non lo condivido proprio-da lui poi, che non manca mai di scrivere Latrina tutte le volte che può.
Quello che è vero proprio, e lo dico con ampia cognizione di causa, è che Latina non ha nulla a che vedere con il sud pontino, una separazione farebbe bene ad ambedue i territori, per inciso anche lì da anni si vagheggia di una provincia Formia/Cassino. Io ci ho vissuto, ci lavorato con soddisfazione per tanti anni nel sud pontino,ma mi sono sempre sentita un po' una turista.E' proprio un "salto" quello che c'è alla Portella sull'Appia, dopo Terracina,l'antica stazione del dazio fra Stato Pontificio e Regno di Napoli, è un confine non solo storico-geografico. C'è un'altra storia, altri archetipi, altre anime ancestrali. Oltre ad una politica territoriale che -da anni, non da ora- non ha saputo, non ha voluto difendere la propria terra dall'influenza sempre più incalzante della confinante Gomorra.
Da lì Latina è proprio lontana, sia fisicamente che come impostazione di cultura e tradizioni. Il conio della mentalità veneto-pontina è una realtà unica, difficilmente spiegabile a chi non ci è cresciuto dentro; anche chi , come me, non è veneto-pontino, ma semplicemente di Latina, riceve un imprinting che dura per sempre e che viene fuori prepotente quando si è lontani. E' un' enclave, ha ragione il signor K quando dice che va preservato come un esperimento di ingegneria genetica. Appena ne ho avuto la possibilità sono tornata a vivere qui, a casa mia.