Anonima scrittori

Forum Anonimascrittori » Anonima Scrittori » Resto del Mondo

BACHECA

(721 articoli)
  1. lulla

    offline
    Membro

    Si vedono bene. Che bello! Mio caro assicuratore disoccupato nel giardino di Monza in un altro circuito occupato.

    Pubblicato 12 anni fa #
  2. big one

    offline
    Membro

    Trovate! Bravo Wolt, complimenti!

    Pubblicato 12 anni fa #
  3. mjolneer

    offline
    Membro

    Sabato 17 dicembre alle 17,30 a Tivoli, presso l'aula magna del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia, in piazza Garibaldi, ci sarà la presentazione del mio nuovo libro.

    Ciao a tutti.

    Luigi.

    Pubblicato 12 anni fa #
  4. rindindin

    offline
    Membro

    complimenti e in bocca al lupo

    Pubblicato 12 anni fa #
  5. Woltaired

    offline
    Membro

    Titolo?

    Pubblicato 12 anni fa #
  6. mjolneer

    offline
    Membro

    Grazie rindi, crepi. Hai ragione wolt, chiedo venia. Il titolo è "La stirpe del sentiero luminoso", si tratta di un fantasy, come il libro precedente, ma non ha alcun legame con quello. La casa editrice è La Penna Blu di Barletta.

    A presto.

    Pubblicato 12 anni fa #
  7. zaphod

    offline
    Fondatore

    In bocca al lupo... cattivo?

    Pubblicato 12 anni fa #
  8. mjolneer

    offline
    Membro

    forse più in bocca al drago... ciao max

    Pubblicato 12 anni fa #
  9. [ Raccomandata A/R per Sensi da Trento e p. c. A

    Pallavolo serie A, risultati del 5 gennaio 2012

    Latina - Trento 3 - 1

    saluti alla capolista ]

    Pubblicato 12 anni fa #
  10. sensi da trento

    offline
    Membro

    a saperlo andavo a salutare i miei concittadini trentini al palazzetto dello sport.

    sai che ha fatto l'hockey bolzano? quella è gente cazzuta.

    Pubblicato 12 anni fa #
  11. Hanno perso 2 - 1 fuori col Valpusteria, ma solo ai tempi supplementari. Il Cortina invece ha fatto un casino, vinceva 1-0 in casa dal Pontebba e pensa ne ha beccati 4 nell'ultimo tempo. 1 - 4

    Pubblicato 12 anni fa #
  12. big one

    offline
    Membro

    Cortina invece ha fatto un casino

    Tutta colpa di Equitalia

    Pubblicato 12 anni fa #
  13. Ahahaah non ci avevo pensatooooo sicuramente un calo di spettatori, stavano tutti in casa nascosti per paura della finanza.

    Pubblicato 12 anni fa #
  14. A.

    offline
    Moderatore

    Si, ma io invece tifo Itas, mi spiace.

    Pubblicato 12 anni fa #
  15. Posto qui perché non trovo un topic adeguato

    Il 14 marzo di 40 anni fa moriva Giangiacomo Feltrinelli.
    Archiviata dalla magistratura come un incidente di percorso di un editore che voleva fare il rivoluzionario, la sua morte è ancora oggi un mistero.
    Il suo corpo, dilaniato dall’esplosione di un ordigno, fu trovato ai piedi di un traliccio dell’alta tensione a Segrate.
    Enrico Berlinguer parlò di messa in scena.
    Dopo 40 anni c’e’ ancora chi sostiene che dietro quella morte ci siano i servizi italiani, americani ma anche il Mossad.
    Chissà cosa successe veramente quel giorno.
    Voi cosa ne pensate?

    Pubblicato 12 anni fa #
  16. sensi da trento

    offline
    Membro

    chi sostiene che dietro quella morte ci siano i servizi italiani, americani ma anche il Mossad.

    io sapevo che furono andreotti e berlusconi....

    Pubblicato 12 anni fa #
  17. segnalatomi su fb

    Da "l'Unità" del 17 marzo 1972

    di Ibio Paolucci

    L’uomo trovato dilaniato da una esplosione sotto un traliccio dell'alta tensione nelle campagne di Segrate presso Milano, è l'editore e industriale Gian Giacomo Feltrinelli.
    Il riconoscimento della salma è stato fatto stasera all'obitorio di Milano, alle ore 23,30, dalla ex moglie Inge Schoental, alla presenza del sostituto procuratore Pomarici, del capo dell'ufficio politico dalla questura Allegra e del maggiore dei carabinieri Rossi.

    Il riconoscimento, come abbiamo detto, è avvenuto a conclusione di una giornata convulsa, in cui le notizie e le smentite si sono intrecciate in un ritmo frenetico. Già però due elementi avevano praticamente resa sicura la notizia che si trattasse di Feltrinelli: le fotografie dell'ultima donna Sibilla Melega con la quale Feltrinelli conviveva e del figlio Carlo in una tasca del cadavere; il riscontro, peraltro dubbio, delle impronte digitali.

    Le due foto sono piccolissime e i volti che vi erano raffigurati erano assolutamente irriconoscibili. Si è dovuto procedere ad un ingrandimento, fatto il quale i due ritratti sono risultati di Sibilla Melega e del figlio avuto da Inge Schoental. Le impronte del cadavere riguardano le falangine: i polpastrelli infatti sono bruciacchiati.

    La notizia esplosa verso le 10 del mattino e accolta, in un primo momento, con profondo scetticismo da tutti, è risultata sempre più attendibile man mano che passavano le ore. Già il movimento che si notava al palazzo di giustizia negli uffici del procuratore capo della Repubblica e del procuratore generale facevano presumere che qualcosa di molto grosso fosse nell'aria.

    Assieme all'intrecciarsi frenetico delle telefonate cominciavano a sorgere anche i primi inquietanti interrogativi: perché mai un uomo ricco, un miliardario, come Feltrinelli si sarebbe recato da solo a piazzare dinamite sotto un traliccio? La fotografia pubblicata dai giornali, ripresa da quella della carta di identità con il falso nome di Vincenzo Maggioni, 46 anni, veniva girata da tutte le parti, e c'era naturalmente chi giurava che essa fosse somigliantissima a quella dell'editore e chi invece sosteneva a spada tratta il contrario.

    Ma, intanto, nell'ufficio del procuratore capo della Repubblica De Peppo si trattenevano, per un'ora almeno, il comandante del gruppo carabinieri colonnello Petrini col maggiore Rossi, presenti anche il capo dell'ufficio politico della questura Allegra e il commissario Calabresi.

    Tutti questi personaggi, assieme al sostituto Antonio Bevere, il primo magistrato incaricato delle indagini, si sono trasferiti nell'ufficio del procuratore generale Bianchi D'Espinosa. Contemporaneamente si preannunciavano comunicati ufficiali e la notizia, pur smentita, risultava confermata da altre fonti autorevoli.

    Uno dei magistrati pressato dai giornalisti che facevano esplicitamente il nome di Feltrinelli, ha detto ufficialmente «non possiamo ancora dire nulla su una vicenda che non si può ritenere ufficialmente ancora conclusa. Mi rendo conto che ciò è ridicolo, perché si tratta di una circostanza che ormai sembra che tutta l'Italia conosca. Ma per il momento, ripeto, non si può ancora dire nulla».

    È una dichiarazione che riferiamo perché può servire a dare il clima creatosi attorno alla sensazionale notizia.

    Verso le cinque del pomeriggio, cinque dei sei magistrati che seguono il caso sono partiti a bordo di una auto dei carabinieri, con targhe civili, per alcune città del Nord o, in aereo, per città del Centro e del Sud. La decisione di estendere le indagini è stata presa durante il «vertice» e dopo aver esaminato documenti ritenuti interessanti nonché alcuni indirizzi che sarebbero stati trovati a bordo della «Volkswagen», il pullmino attrezzato di tutto punto per abitarvi trovato a circa trecento metri di distanza dal traliccio.

    In particolare le perquisizioni si sono svolte a Villadeati, in provincia di Alessandria dove Feltrinelli possiede una villa; nel comune appenninico di Grizzana, in località Montecucco, in provincia di Bologna, a Chivasso, a Genova e in varie altre città.

    Fra le prime reazioni alla damorosa notizia vi è stato un comunicato firmato oltre che dalla casa editrice e dalle librerie Feltrinelli da alcune personalità milanesi e dal Movimento studentesco. In esso si afferma che Feltrinelli è stato assassinato.
    Tale comunicato è stato distribuito nel pomeriggio di oggi all'Università statale dal Movimento studentesco nel corso di una assemblea.

    Ecco il testo: «Gian Giacomo Feltrinelli è stato assassinato. Dalle bombe del 25 aprrile si è cercato di accusare l'editore di essere il finanziatore e l'ispiratore di diversi attentati attribuiti agli anarchici. Il potere politico, il governo, il capitalismo internazionale avevano bisogno di un mandante. Non era possibile che un gruppo di anarchici potesse essere considerato organizzatore ed esecutore esclusivo di un disegno criminoso che ha portato alla strage di stato. Feltrinelli era il mandante ideale: amico di Fidel Castro, legato idealmente al movimento di liberazione dell'America Latina, uomo coerentemente di sinistra. Per di più la sua ricchezza e la sua posizione sociale ne facevano il personaggio ideale con cui chiudere in pace la coscienza dei benpensanti italiani».

    L'accusa, come si vede, è esplicita. Di essa si è parlato anche nel corso di un incontro col sostituto procuratore Antonio Bevere, il quale si è stretto nelle spalle. Questo scambio di battute con i giornalisti - una specie di conferenza stampa - c'è stato alle 19 di oggi, nella sede del Comando dei carabinieri, dove si è svolto il «vertice» di cui abbiamo detto.

    È stato anche chiesto al magistrato se poteva precisare l'ora esatta della morte: ha detto di non saperlo con precisione, ma di ritenere che l'uomo sia morto mentre, a cavallo di un traliccio, sistemava un tubo di dinamite. Il cadavere era molto rigido; una gamba era lontana venti metri dal corpo. A questo proposito era circolata la voce, poi smentita, ma raccolta dal quotidiano torinese «La stampa» che i carabinieri avrebbero rimosso il corpo prima dell'intervento - prescritto dalla legge - del magistrato.

    Questa, al momento in cui scriviamo, la cronaca convulsa del fatto sensazionale, in cui molti sono gli elementi tali da suscitare gravi interrogativi. L'ipotesi che viene avanzata è che Feltrinelli sia stato ucciso e poi portato sotto il traliccio. Mancano finora elementi di fatto a sostegno ditale gravissima ipotesi. Anche l'immediata presenza sul posto di elementi del servizio segreto di controspionaggio (Sid) resa nota da diversi quotidiani non può da sola assumere un significato tanto grave.

    Il personaggio Feltrinelli è legato a storie complesse e non sempre chiare. Su taluni suoi atteggiamenti pseudo-rivoluzionari, improntati ad una logica inaccettabile, abbiamo avuto modo, nel passato, di esprimere il nostro giudizio severo. Ma ora si dice che sarebbe andato a piazzare dinamite sotto un traliccio allo scopo ovvio di alimentare il clima di tensione tanto caro e tanto utile alle forze della destra.

    Per questo - ripetiamo - la nostra richiesta è che al più presto si faccia luce su questo episodio che, in ogni caso, si inserisce nel clima torbido voluto dalle forze politiche interessate specialmente in periodo elettorale a provocare un'atmosfera di disordine e di confusione nel Paese.

    Pubblicato 12 anni fa #
  18. sensi da trento

    offline
    Membro

    segnalatomi su fb

    ah, ecco!

    Da "l'Unità" del 17 marzo 1972

    ah, pure !!

    Mancano finora elementi di fatto a sostegno ditale gravissima ipotesi.

    e infatti non mi ero sbagliato.

    cmq trovi l'inchiesta su sette (o il venerdi, boh) di questa settimana.
    io, quando sento parlare di mossad e cia la prima cosa che penso è che la madre del cazzaro è sempre incinta.

    Pubblicato 12 anni fa #
  19. In questa morte c'è qualcosa che puzza.

    Pubblicato 12 anni fa #
  20. sensi da trento

    offline
    Membro

    ah, certo, come no!!

    la magistratura opera male solo quando indaga sui vostri.
    quando invece ci sta di mezzo berluscone allora è degna di fiducia, imparziale e chi la attacca è solo un becero sovvertitore della democrazia.

    a cazzarooooo !!!

    Pubblicato 12 anni fa #
  21. http://www.corriere.it/cronache/12_marzo_12/feltrinelli-inchiesta_f191ccf6-6c41-11e1-bd93-2c78bee53b56.shtml

    MILANO - Perizie, carte, testimonianze, dichiarazioni “pesanti”, evidenze fattuali emerse di recente da altri processi sollevano pesanti dubbi sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli, di cui il 14 marzo 2012 ricorrono i 40 anni. La sua fine fu liquidata velocemente come un incidente occorso all’editore durante la preparazione di un attentato al traliccio di Segrate. Certo ci fu qualcuno che allora (tra gli altri, giornalisti del calibro di Eugenio Scalfari e Camilla Cederna) parlò di «omicidio politico», ma l’ipotesi che la morte di Feltrinelli fosse stata una «messa in scena» non è mai stata vagliata sul piano giudiziario. Eppure, a distanza di 40 anni, oggi è possibile disporre di elementi che autorizzano quanto meno a sollevare forti dubbi sulla morte dell’editore e a suggerire la necessità di una rilettura più completa dei fatti di allora.

    LA PERIZIA MEDICO- LEGALE IGNORATA - La prima grande fonte di dubbio risiede nelle pesanti anomalie che una rilettura globale degli atti (oggi possibile in quanto recentemente scannerizzati dal tribunale di Milano) fa emergere riguardo all’inchiesta giudiziaria sulla morte: la perizia d’ufficio è stata compiuta in senso unidirezionale, senza vagliare l’ipotesi che Feltrinelli possa essere stato aggredito prima dell’esplosione, legato al traliccio con l’ordigno e fatto saltare. Importantissima, in questo senso, una perizia completamente trascurata dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, che avrebbe potuto far aprire le indagini sull’ipotesi dell’omicidio. Si tratta della “relazione di consulenza medico-legale”, redatta da due luminari dell’epoca, il professor Gilberto Marrubini e il professor Antonio Fornari (il medico che ha dimostrato che Roberto Calvi non si suicidò, ma fu strangolato e poi appeso al Blackfriar’s bridge). Questo esplosivo documento, mai pubblicato sinora e corredato da foto impressionanti, sin dalla prima pagina contesta l’impostazione dei periti d’ufficio, affermando: «Dobbiamo far rilevare come alcune delle lesioni riscontrate sul cadavere di Giangiacomo Feltrinelli non possano e non debbano automaticamente ed acriticamente essere ascritte ad esplosione. Così come dobbiamo far rilevare che avrebbe meritato una più accurata e particolare considerazione la valutazione della successione cronologica delle lesioni stesse». Marrubini e Fornari rilevano in primis «una grave e censurabile carenza di obiettivazioni iniziali» sul momento esatto della morte; il «vuoto di indagini che avrebbero dovuto essere condotte al momento e sul luogo in cui il cadavere venne rinvenuto«; gli «accertamenti che ai periti erano ancora consentiti, ma che comunque non furono praticati». Quanto alla «successione cronologica delle varie lesioni», Marrubini e Fornari osservano che esse «risultano sfalsate nel tempo», mentre i periti d’ufficio, «inglobandole in un unico coacervo, ne fanno risalire la produzione, al pari della amputazione, in limine vitae», cioè all’esplosione. Un approccio che non convince Marrubini e Fornari, i quali apertamente scrivono: «Viene fatto di domandarci se antecedentemente all’esplosione non fossero intervenute altre violenze, traumatiche o di altra natura». I rilievi in sede peritale infatti «attestano, di per se stessi, come le lesioni siano in parte desincronizzate rispetto al momento dell'esplosione». Un modo elegante per dire che Feltrinelli fu aggredito prima dell’esplosione. I due professori smontano pezzo per pezzo l’esito della perizia d’ufficio. I periti iniziavano notando qualcosa che poteva far sembrare che i polsi di Feltrinelli fossero stato legati: “La superficie estensoria del polso destro e della mano destra appare interessata da colorazione blu-nerastra, con fitta punteggiatura a tratti ricoperta da sottile crosta rossastra”. Secondo Marrubini e Fornari si tratta di «fenomeni tutti vitali», ovvero prodottisi in vita, quindi prima dell’esplosione. «Già all'ispezione esterna del cadavere, alcune delle lesioni riscontrate presentavano aspetti di evoluzione tali da non poter essere considerate come contemporanee all'esplosione». Tra le lesioni non compatibili con l’esplosione ne figura poi una in sede di «encefalo corrispondente al lobo temporale destro.» Perché una cavità orbitale era “conciata” come da pugno o percossa?

    Il drammatico quadro che emerge a poco, dalle parole tecniche e asettiche dei due professori, è quello di un «pestaggio» in vita di Feltrinelli (trasportato poi sul luogo della messa in scena), o di una aggressione antecedente all’esplosione. Marrubini e Fornari incalzano nel loro ragionamento: «Sempre in tema di cronologia delle lesioni, si dovrebbe dedurre che lo sfacelo dell'arto inferiore destro fu l'ultimo atto di una serie di momenti lesivi». Un modo garbato e tecnico per dire che Feltrinelli prima fu aggredito e poi fatto esplodere sotto il traliccio. Ma c’è una ferita posteriore, sul cranio, ancora più inquietante: «Non convinti lascia pure la interpretazione dell'area fratturativa di tipo "opercolare" riscontrata in corrispondenza della rocca petrosa destra. Una lesione del genere può trovare la sua origine in un trauma contusivo, "meccanico" dunque, applicato sull'ovoide cranico: ipotesi questa verificata in concreto e ripetutamente dalla esperienza dalla casistica.» Le immagini parlano chiaro. «La ferita lacero-contusa in sede occipito-parietale sinistra, ferita di forma stellare, a tre punte, con braccia della lunghezza ciascuna di mm. 7 circa, con bordi finemente laceri», viene attribuita dai medici legali a un’aggressione da dietro. «La ferita, per i suoi aspetti, richiama ipotesi di trauma direttamente applicato da uno strumento ad azione contusiva». Marrubini e Fornari invitano a rivedere i risultati della perizia d’ufficio: “Da questi esami - a parere di chi scrive - potrebbe discendere, come logica conseguenza, una rinnovata meditazione sui mezzi e sui meccanismi produttivi delle lesioni”. Oltre alla cronologia delle ferite, lascia perplessi il fatto che le mani dell’editore, nonostante l’eplosione, fossero pressoché intatte, quasi che Feltrinelli fosse stato legato, con le mani dietro la schiena, alla traversa del traliccio. Se l’editore fosse esploso armeggiando con l’ordigno, le mani avrebbero dovuto essere amputate dallo scoppio o quanto meno maciullate.

    I SERVIZI NELLE INDAGINI SULLA MORTE- Che le attività eversive di Feltrinelli fossero «seguite» dai Servizi segreti di vari Paesi è ormai ampiamente documentato (la famiglia Feltrinelli ha acquisito ad esempio i rapporti della Cia, ormai declassificati, sul loro congiunto). Ma è recentissima la scoperta che l’ufficiale dei carabinieri, il maggiore Pietro Rossi, che condusse le indagini sulla morte di Feltrinelli, era tutt’altro che un anonimo ufficiale: era in realtà l’uomo di collegamento tra l’Arma e il Sid (Servizio Informazioni Difesa). Rossi era anche un membro del super servizio segreto denominato «L’Anello», la cui esistenza è stata documentata solo da recenti inchieste giudiziarie. Rossi venne inviato apposta da Padova a Milano per occuparsi dell’inchiesta su Feltrinelli e «coordinare» le indagini. Nel 1978 il maggiore Rossi diventerà addirittura capocentro del Sisde a Milano. Inoltre, la Divisione Pastrengo dei carabinieri guidata dal generale piduista Giovanbattista Palumbo (già collaboratore del generale De Lorenzo all’epoca del Sifar) da cui dipendeva Rossi all’epoca delle indagini su Feltrinelli aveva creato – stando agli atti - «un gruppo di potere estremamente coeso al di fuori della gerarchia» e collegato con ambienti di estrema destra. La caserma dei carabinieri di via Moscova da dove partirono le indagini su Feltrinelli era quindi una base operativa dei Servizi e dell’Anello.

    GIUDICI «SOSTITUITI IN CORSA» E PRESSIONI SULLA MAGISTRATURA INQUIRENTE- Il magistrato Guido Viola che giovanissimo (all’epoca aveva trent’anni) condusse le indagini sulla morte di Feltrinelli ci consegna una rivelazione pesante: “I carabinieri di via Moscova, guidati dal potentissimo generale Palumbo, il cui nome poi fu scoperto negli elenchi della P2 di Castiglion Fibocchi, fecero pressioni sull’allora procuratore generale di Milano, Enrico De Peppo, un conservatore (lo stesso che chiese che il procedimento sulla strage di Piazza Fontana fosse spostato a Catanzaro per motivi di ordine pubblico, ndr) perché il primo magistrato incaricato di indagare sulla morte di Feltrinelli, Antonio Bevere (oggi magistrato di Cassazione, ndr) fosse sostituito perché “troppo di sinistra”. Fu così che l’inchiesta finì in mano a me, che ero giovanissimo”. Viola lascia capire che ci furono pesanti interventi: “Io stesso non ero soddisfatto del lavoro dei carabinieri. Poi della vicenda si occupò l’Ufficio politico della questura di Milano. Non so quanto i Servizi abbiano contato, in tutta la vicenda”. Nonostante i dubbi sollevati dalla perizia di Marrubini e Fornari, Viola chiuse l’inchiesta senza battere l’ipotesi di un “killing” ben organizzato. Il suo iter professionale successivo è stato travagliato: dopo altre inchieste importanti (Sindona) Viola lasciò la magistratura nel ’91 per divenire avvocato. Nel ’96 ha patteggiato una pena di 22 mesi per riciclaggio aggravato ed è stato radiato nel 97 dall’ordine degli avvocati. “Sui carabinieri di Milano pesava l’ombra di Palumbo e di Musumeci, poi rivelatisi entrambi della P2. Mi trovai molto meglio con la questura del dr. Allegra e con commissari come Calabresi. Non ho mai saputo se i Servizi segreti del ministero sapessero di più di quel che (la questura) mi riferiva. Certo è che i Servizi seguivano Feltrinelli: fu persino fotografato con Sibilla Melega a Oberhof”.

    CHI VOLEVA MORTO FELTRINELLI- «A uccidermi sarà il Mossad», disse una volta all’amico ed ex partigiano Giambattista Lazagna. Il filone delle attività svolta dal Mossad nei confronti di Feltrinelli non è mai stato approfondito, ma le affermazioni di Lazagna secondo cui l’editore temeva di morire per mano del Mossad potrebbero essere vagliate da una nuova inchiesta giudiziaria. Come è emerso da recenti ricerche (quali il volume Mossad Base Italia, di Eric Salerno, Il Saggiatore, 2010) il Mossad in quegli anni era attivissimo in Italia, con attività che comprendevano anche il killing di veri o presunti nemici di Israele, come avvenne con l’omicidio nel ’72 dell’intellettuale palestinese Zwaiter Abdel Wail (ritenuto membro del commando di Monaco 72) ed altre morti. A guidare del Mossad in Italia erano figure come Asa Leven e Mike Harari (classe 1927), ancora oggi vivente e residente a Tel Aviv. L’intelligence israeliana si infiltrò nel terrorismo rosso e nero. E il Mossad disponeva persino di una unità operativa a Milano, guidata dall’agente Shai Kauly, definito dall’ex agente del Mossad Victor Ostrovsky «uno specialista del lavoro psicologico e del travestimento», in grado quindi di infiltrare gli ambienti vicini a Feltrinelli, considerato un pericoloso nemico perché simpatizzante (o addirittura finanziatore, secondo alcune fonti) della guerriglia palestinese, che in Italia si muoveva disinvoltamente grazie all’accordo segreto tra Moro e l’Olp. Il generale Gianadelio Maletti del Sid si spinge più in là (vedi box intervista) con una clamorosa rivelazione: l’ipotesi che vi sia il Mossad (esperto nel far saltare in aria i terroristi) dietro la morte di Feltrinelli. Anche il capo dell’Ufficio Affari Riservati, Federico Umberto D’Amato, riteneva Feltrinelli un obiettivo da eliminare. La prima informativa dell’Uar su Feltrinelli risale al 1948, mentre nell’ottobre del ’50 l’Uar inviava un dispaccio riservato sui movimenti di Feltrinelli all’estero. L’attività di controllo dell’editore proseguiva per tutti gli anni 50 e 60, sino alla morte. Una nota dell’Uar del ’68 definiva Feltrinelli «elemento notoriamente pericoloso per le istituzioni democratiche. E per tale ragione la sua attività viene costantemente seguita». Il Club di Berna, creato da D’Amato per collegare i Servizi italiani ad altre intelligence straniere, teorizzava l’utilizzo di individui in grado di maneggiare esplosivi e dopo la morte dell’editore D’Amato rivendicò con orgoglio la guerra psicologica condotta contro Feltrinelli, attraverso la pubblicazione del provocatorio libello Feltrinelli guerrigliero impotente. L’Uar di D’Amato fu inoltre responsabile di pesanti infiltrazioni negli ambienti dell’estrema destra ed è noto che l’editore nell’ultima fase della sua vita ebbe contatti con ambigue figure, come Carlo Fumagalli dei Mar. Ma sono molti i possibili infiltrati, i «traditori» che possono avere ordito la morte di Feltrinelli od avere collaborato ad essa: ambigue figure infiltrate nell’entourage dell’editore dal Mossad o dall’intelligence atlantica, con la collaborazione dei Servizi italiani.

    Ferruccio Pinotti

    Pubblicato 12 anni fa #
  22. Ferruccio Pinotti me sa de nome finto.

    Pubblicato 12 anni fa #
  23. Ciài ragione.

    Pubblicato 12 anni fa #
  24. A.

    offline
    Moderatore

    Bassoli, benvenuto nel magico mondo dei lettori de Lucarelli

    Pubblicato 12 anni fa #
  25. llux

    offline
    Membro

    Cari Tutti,
    Latina quest’anno compie ottant’anni. Va bene che il compleanno è il 18 dicembre, ma non si sentono ancora in giro notizie di una qualche iniziativa importante. Nella mia scuola lavoriamo su di un progetto riguardante il nostro territorio e questo ci ha fornito un’interessante opportunità per parlare di questo anniversario e della storia della nostra città. Avevo letto sull’Arcipelago “Distacco”, il bel racconto di fantascienza di Sca, mi era subito sembrato un modo singolare e avvincente per introdurre ai bambini l’incredibile storia della bonifica. Insomma, l’Arcipelago me lo sono portato a scuola: ai bambini il racconto è piaciuto molto e, visto che c’eravamo, perché non metterlo in scena inserendo nella storia dei flashback fra realtà e leggenda, per raccontare senza retorica la storia di Latina?
    E’ stato così, caro signor K, che oltre “Distacco” anche “Canale Mussolini” è entrato di diritto nella mia classe quarta. All’inizio raccontavo io e loro a chiedermi “Ma come fai a sapere tutte queste cose?” “Perché le ho lette, le ho lette qui” e gli mostravo il libro. Poi abbiamo iniziato a leggere proprio dei brani, le parti più adatte a bambini di nove anni ovviamente.
    I dublinesi hanno “Gente di Dublino”, i georgiani hanno “Via col vento”, i parigini hanno “I miserabili”, noi abbiamo “Canale Mussolini”, perché è di tutti noi oramai, cispadani e marocchini, non solo di quelli che erano qui già nel ’32 ma di tutti noi proprio, anche di quelli arrivati con le ondate successive che si sono stratificate nel tessuto sociale della nostra città. Spero mi perdoni, signor K, se me ne sono letteralmente appropriata in questi ultimi mesi, ed indegnamente anche, adattando quello che ai bambini era piaciuto di più in scene e dialoghi per loro recita: fa tenerezza vederli calarsi nelle paure di nonna Toson appena arrivata in Agro Pontino o nelle preoccupazioni del Conte Cencelli alla vigilia dell’inaugurazione.
    L’esperienza sta andando a gonfie vele, e ormai siamo giunti quasi alla fine del percorso. Lo spettacolo lo abbiamo intitolato “Leggende di acqua, di terra e di stelle” , andrà in scena mercoledì 6 Giugno alle 19 nell’Aula Pacis della Scuola Primaria “Goldoni”, IV Circolo, in Via Sezze: se non avete altri impegni venite a vederci, ne saremmo veramente felici.

    Qui ci sono le foto dell’invito

    http://postimage.org/gallery/9weaehkg/a684a56e/

    Pubblicato 12 anni fa #
  26. zaphod

    offline
    Fondatore

    È meraviglioso. Ci sarò senz'altro.

    Pubblicato 12 anni fa #
  27. llux

    offline
    Membro

    Grazie Zaphod! Anche Sca ha detto che ci sarà: accidenti, che onore!

    Pubblicato 12 anni fa #
  28. Clap clap clap clap

    Pubblicato 12 anni fa #
  29. zanoni

    offline
    Membro

    streaming niente, vero ?

    Pubblicato 12 anni fa #
  30. SCa

    offline
    Membro

    Come potrei mancare? E' tutto bellissimo, non vedo l'ora. Belli anche il titolo, l'invito. Grazie, llux.

    Pubblicato 12 anni fa #

Feed RSS per questa discussione

Replica »

Devi aver fatto il login per poter pubblicare articoli.