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Canale Mussolini

(382 articoli)
  1. cameriere

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    bella la copertina.
    che l'ha disegnata?

    una bella cena
    x festeggiare l'uscita?

    Pubblicato 10 anni fa #
  2. k

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    Sì, Sca: Karel nasce fin dall'inizio - quando era solo una pillola di Modica Quantità intitolata 'Il circo' e lui ritraeva la mano e basta, da piccolo, e ancora non ci tornava da grande a sfilargliele lui, per trenta crediti, le calze bucate alla trapezista, eccetera eccetera - come omaggio e reminiscenza di Karel Thole.

    La copertina non è esattamente quella che - si spera - uscirà il 20. L'hanno disegnata Ale e Ale, illustratori di Milano, su indicazione dell'autore.

    Speriamo bene.
    Ciao

    Forza Roma intanto, Forza Magica Vega.

    Pubblicato 10 anni fa #
  3. zaphod

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    ...eh sì quest'anno mi sa proprio che è l'anno di Brown, pure Hutch - che notoriamente si mette col più forte - ha deciso di tifare Vega...

    Pubblicato 10 anni fa #
  4. A.

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    Segnalo che nel programma Omnibus, alle ore 9.31 è stato citato Antonio Pennacchi col suo lemma "fasciocomunismo" a proposito di Alba Dorata...

    Pubblicato 10 anni fa #
  5. Woltaired

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    Sono felice di poter, tra poco, leggere la storia della Colonia. Quando era in essere il progetto collettivo mi sembrava un enigma, più tentavo di infilarmici e più mi si surriscaldavano i neuroni.

    Pubblicato 10 anni fa #
  6. zaphod

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    In uscita a giorni la versione spagnola di Canale Mussolini con il titolo Tierra de nadie, così Wolt lo potrà far leggere a tutti gli amici di Hector Farasi.

    Pubblicato 10 anni fa #
  7. zaphod

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    Cameriè, vabbene la cena. Però tassativamente da Lavori in corso. Senza se e senza ma.

    Pubblicato 10 anni fa #
  8. cameriere

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    Però...

    Pubblicato 10 anni fa #
  9. Che poi vi tocca fare il bis quando scendo a presentare io.

    Pubblicato 10 anni fa #
  10. Woltaired

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    Non li avvisare, però. Se no... SCAPPANO!
    E... sanguinaccio per tutti!

    Pubblicato 10 anni fa #
  11. mjolneer

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    Sono proprio curioso di leggere la Colonia nella versione definitiva, qualche anno fa avevo letto alcuni capitoli e mi era parso un bel progetto. Mi era pure venuta in mente un'idea per partecipare ma non l'ho mai approfondita. Tierra de nadie lo prenderò per farlo leggere alla figliola che studia spagnolo.

    Pubblicato 10 anni fa #
  12. Ieri ho visto un vecchio amico che a 33 anni ha smesso di crescere. E' partito dalla Germania apposta per portarmi Canale Mussolini da leggere. Era proprio convinto. Mi pagava pure, per leggerlo, il mangiacrauti. S'era sparsa la voce che volevo leggerlo (meglio tardi che mai). Solo che se l'è dimenticato a casa, lo smemorato. Ora sapete con chi ve la dovete prendere.

    Pubblicato 10 anni fa #
  13. Grazie a una felice sinergia Italia/Germania - poi dice che l'Europa fa danni - ho finalmente trovato modo e tempo di mettere le mani sul Canale. E lo sto ufficialmente leggendo. Meglio tardi che mai, no? La prima cosa che mi sento di dire è che è un libro che va letto varie volte - diciamo 3-400 - perché la sua trama è particolarmente (troppo?) ricca. La seconda è che è indubbiamente scritto molto bene ed ha quindi una scorrevolezza di lettura (esiste scorrevolezza?) sorprendente rispetto alla mole non indifferente del testo, in un Paese di non lettori. Insomma esiste davvero la possibilità che un pirla qualunque come me, uno volta cominciatolo, giunga alla fine del libro in tempi accettabili. Una terza cosa: il dialogato in dialetto veneto-pontino mi pare il vero valore aggiunto in termini letterari di ricerca linguistica sul campo e dunque di qualcosa che richiede un lavoro enorme per implementare un personale zibaldone.

    Pubblicato 10 anni fa #
  14. sensi da trento

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    dai, diccela, la verità; non ti devi vergognare....

    tu hai comprato i fumetti, te li stai facendo leggere da un bambino di seconda elementare e poi via dicendo in giro che sei un intellettuale e stai leggendo il romanzo!

    a me questa strana tempistica tra uscita fumetto e lettura romanzo proprio non mi convince; poi, pensatela come volete!

    Pubblicato 10 anni fa #
  15. k

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    A pensare male si fa sempre bene, diceva il suo amato Ziogiulioandreotti.

    Auguri Sensi, bentornato. E auguri e buon 2014 a tutti quanti.

    Pubblicato 10 anni fa #
  16. big one

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    Bentornato anche a te K e buon anno.

    Pubblicato 10 anni fa #
  17. In linea generale devo dire che Canale Mussolini delude le mie elevate aspettative, ma si tratta di un parere soggettivo. Preferisco largamente Palude e anche Il Fasciocomunista.
    Si parla troppo di storia e politica, che finisce per annoiarmi un po', proprio come il nipote che ascolta i racconti di guerra - sempre gli stessi - dei nonni, e non abbastanza della vita delle famiglie di disgraz... ehm di coloni scesi nell'Agro Pontino.
    E' comunque un libro che mi pare perfetto nel programma di un esame di Storia all'università, perché da un punto di vista meramente storico è indubitabilmente un libro importante. Queste sono le prime impressioni.
    La prima parte del libro la trovo estenuante, ridondante, un po' noiosa. Secondo me era meglio partire dall'arrivo dei Peruzzi e coloni vari in Agro e poi contestualizzarlo nel periodo storico. Poi ognuno si fa i libri come preferisce dato che "ognuno ga le sue razon" e su questo non ci piove. Ma è un libro che non mi tocca, non mi lascia grandi emozioni, non smuove qualcosa dentro come accadde invece, ripeto, con Palude, che mi colpì per la sua assoluta genialità e che lasciava immaginare una carriera di alto livello del suo autore, che si è poi puntualmente evidenziata.
    Ecco, al Canale manca la genialità, la trovata, il vero colpo di teatro che ti fa sobbalzare ed esclamare "Ma come gli è venuto in mente?". Al Canale manca il colpo di tacco smarcante, l'illuminazione.

    Dice: "Ma ha vinto il Premio Strega". Be', mica mi deve piacere per forza se ha vinto lo Strega. Ad altri magari piace molto. Il bello dei libri è questo e "ognuno ga le sue razon".

    Pubblicato 10 anni fa #
  18. k

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    Grazie comunque per averlo letto e mi perdoni se non le è piaciuto. Cercheremo di fare meglio. Hai visto mai?

    P.S. - Ma A che fine ha fatto?

    Pubblicato 10 anni fa #
  19. sensi da trento

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    A mi aveeva invitato a cena (ristorante indiano) qua latina.

    poi, come al solito, mi ha dato la sòla

    Pubblicato 10 anni fa #
  20. zaphod

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    Non so se il link è accessibile anche a chi non è iscritto a facebook: il sei febbraio un monologo liberamente ispirato a Canale Mussolini

    "Alla Gioconda 2.0 torna Vincenzo Di Bonaventura con lo spettacolo teatrale "Canale Mussolini", liberamente tratto dal romanzo di Antonio Pennacchi, pubblicato nel 2010 e vincitore del premio Strega 2010.

    Direzione artistica: Peppe Barbera 328 964 4110
    peppebarbera@gmail.com

    Per prenotazioni tavoli: 331900016

    www.giocondaduepuntozero.it"

    Pubblicato 10 anni fa #
  21. zaphod

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    Qua una recensione del Canale su un blog chiamato, guarda a volte la combinazione, Le visioni di K.

    Pubblicato 10 anni fa #
  22. zaphod

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    Un'altra recensione di Canale Mussolini (romanzo), che oggi mi è apparsa su twitter e all'epoca non avevo notato. Di Rossana Massa.

    Pubblicato 10 anni fa #
  23. zaphod

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    Pubblicato 10 anni fa #
  24. zaphod

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    Pubblicato 10 anni fa #
  25. Woltaired

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    "Il Duce come Mosè" non mi aveva mai sfiorato.

    Pubblicato 10 anni fa #
  26. zaphod

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    Qua invece si cita Canale Mussolini un po' a sproposito, tanto per dare più evidenza all'articolo.

    Canale Mussolini. La deportazione degli ebrei dell'Agro Pontino

    Emilio Drudi: Non ha dato prova di serio ravvedimento. Gli ebrei perseguitati nella provincia del duce, Giuntina, pag. 206, 15 €

    Risvolto

    Tra il 1938 e i giorni della liberazione, alla fine di maggio del 1944, sono una quarantina gli ebrei schedati a Littoria e nella sua provincia in base alle leggi razziali. La loro storia non è mai stata raccontata. Quando si fa riferimento all’area pontina in quegli anni, prevalgono sempre temi come il prosciugamento della palude, l’appoderamento, la nascita delle città nuove. Vicende, oltre tutto, raccontate spesso prestando orecchio alla propaganda e alle nostalgie del regime. Poco emerge del fatto che in realtà l’Agro Pontino si è rivelato un laboratorio per creare il “nuovo italiano fascista”: l’italiano “rurale, procreatore e soldato” funzionale al nuovo ordine vagheggiato da Mussolini. Un “ordine” nel quale non c’era posto per gli ebrei. È stato automatico, così, cancellare immediatamente questi ebrei pontini dalla vita civile e sociale della “provincia del duce”. Anche quando magari erano arrivati da lontano, appena pochi anni prima, proprio attirati dal “mito” della bonifica e di Littoria. Sparsi in diversi centri, le leggi razziali li hanno isolati e ne hanno travolto l’esistenza, facendoli diventare di colpo “diversi” e relegandoli in un ghetto dove le mura e i cancelli erano i divieti e le discriminazioni, le proibizioni e le prepotenze continue. Unico barlume di speranza, in questo contesto tenebroso, qualche gesto di solidarietà individuale, dettato da amicizia e frequentazioni abituali, specie nei paesi dove la presenza degli ebrei era più antica. Il libro racconta lo sconvolgimento a cui, a partire dal 1938, sono stati condannati questi 40 tra uomini, donne e ragazzi, nel loro vivere quotidiano e poi, dopo l’8 settembre 1943, quando è cominciata la “caccia all’ebreo” da parte dei tedeschi e dei fascisti di Salò, i mesi passati alla macchia, ogni giorno con il terrore di essere scoperti, arrestati, destinati a morire nei campi di sterminio. Se nessuno di loro è stato assassinato è soltanto grazie all’aiuto di pochi amici fidati e a una serie di circostanze fortunate. Di ognuno viene seguita l’avventura personale anno dopo anno, con l’obiettivo però di fondere insieme le varie vicende e arrivare a un racconto corale. Capace magari di superare la realtà locale per diventare una storia tout court della persecuzione degli ebrei in Italia.

    La provincia del duce dove si scatenò la caccia all’ebreo
    Un volume di Emilio Drudi ricostruisce la terribile storia delle persecuzioni nell’Agro Pontino

    di Vittorio Emiliani l’Unità 4.4.14

    EMILIO DRUDI, DA CRONISTA SEMPRE ATTENTO ALLA STORIA, ESCE CON UN NUOVO INTERESSANTE VOLUME DEDICATO ALLE VICENDE DEGLI EBREI DOPO LE INFAMI LEGGI RAZZIALI. Due anni fa aveva raccontato, sempre per la Giuntina, la cronaca romanzesca, in quel caso a lieto fine, di una quarantina di israeliti slavi fuggiti da Asolo e approdati sulla riviera romagnola, a Bellaria. Dove l’albergatore Enzo Giorgetti li salverà, assieme al brigadiere OsmanCarugno, in 377 giorni di peripezie (Giorgetti è stato il primo italiano ad essere ricordato nel Giardino dei Giusti fra le Nazioni, dopo di lui il coraggioso Carugno). «Un cammino lungo un anno » conclusosi felicemente.
    Stavolta Drudi, per anni a capo delle pagine di Latina del Messaggero, ricostruisce le storie degli italiani ebrei perseguitati nella provincia del duce, cioè a Littoria, nel libro Non ha dato prova di ravvedimento (Giuntina, pag. 206, 15 €).Sono italiani ebrei che si chiamano Milano, Spagnoletto, Minerbi, Sermoneta, Veneziani, Piperno, Sonnino, Di Veroli, Fano, Alatri. Nuclei famigliari tornati dalla ghettizzazione forzata aRoma(dovuta alla odiosa bolla di Paolo IV Carafa) nei centri del Lazio periferico dei quali hanno portato per secoli il nome. Oppure immigrati nell’Agro Pontino dov’è in corso di bonifica quali funzionari, tecnici dell’Opera Nazionale Combattenti, commercianti, insegnanti, o professionisti.
    Di essi, città per città, borgo per borgo, Drudi ricostruisce le schede biografiche intessendo di continuo - e questo è uno dei meriti maggiori del suo scrupoloso lavoro - le loro vite con la cronaca drammatica di quegli anni infami e col contrastato contesto socio-economico pontino generato dalle bonifiche.
    DEPORTATI NEI LAGER
    Nel settembre del 1939 i carabinieri di Sezze descrivono gli ebrei del paese quali persone modello, del tutto innocue per il regime, «di buona condotta morale e civile», qualcuno militante nelle organizzazione giovanili o professionali del Fascio (abbandonate a malincuore l’anno prima). Si possono dunque cancellare dal casellario dei sovversivi? «No. Pur non avendo dato luogo a rimarchi, non hanno dato prova di serio ravvedimento». Come ci si può «ravvedere » dal fatto di essere di madre ebrea? In quella frase burocratica assurda c’è la tragedia di massa degli ebrei pontini. Alcuni di loro finiranno ad Auschwitz o a Bergen Belsen. Altri saranno salvati dalla generosità e dal coraggio di contadini, pastori, parroci. Ma ciò che più colpisce nella minuziosa narrazione di Emilio Drudi è la maniacalità, in piena guerra mondiale, dei censimenti, dei controlli operati dagli uffici di Demorazza e dai carabinieri sui singoli, sui nuclei famigliari «non ariani», sulle loro attività e proprietà, con un impegno burocratico degno di miglior causa. Comportamento che ribadisce il delirio, la demenzialità del regime instaurato da Benito Mussolini antisemita assai prima delle leggi razziali. Quelle schedature sciagurate serviranno ai nazisti per cercare, catturare, deportare senza pietà.
    La «provincia del duce», osserva bene Drudi, ha per il regime il valore di un «laboratorio politico», essa rientra in una strategia di esaltazione mediatica che non deve conoscere ombre. Già la bonifica stenta. Ci sono stati abbandoni nei poderi meno fertili. Non pochi assegnatari, assillati dai debiti, si sono arruolati volontari per l’Africa o la Spagna. Poi ci sono i focolai di sovversivismo alimentati dai confinati antifascisti a Ponza e nelle altre isole e dai loro parenti (su questi argomenti si è soffermato con acutezza Annibale Folchi), un quadro ben lontano dall’idillio talora affiorante in Canale Mussolini di Pennacchi. Inoltre Littoria è alle porte di Roma. Le notizie corrono. Quella terribile della razzia nel ghetto romano nel tragico 16 ottobre 1943 arriva subito a Sezze dove vive la famiglia di Cesare Di Veroli. Gli ebrei, tutti schedati, non sanno che fare: andare a Roma può essere mortale, così come tentare di passare le linee. Il racconto della famiglia Di Veroli è drammaticamente incalzante. Ed è soltanto una delle tante vicende - alcune finite tragicamente, altre no - che racconta Emilio Drudi in questo utilissimo libro, da diffondere, ci auguriamo, fra i più giovani.

    Pubblicato 10 anni fa #
  27. Woltaired

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    Campioni del mondo!

    Pubblicato 9 anni fa #
  28. big one

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    ... e adesso aspettiamo un nuovo Visconti!

    Pubblicato 9 anni fa #
  29. A.

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    speriamo che non lo faccia la Rai

    Pubblicato 9 anni fa #
  30. k

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    I MONDIALI DELLO STREGA DI RAI.3

    Grazie a tutti voi, grazie a chi ha votato per Canale Mussolini sia questa volta che l’altra e grazie anche a chi ha votato per gli altri libri.
    Mia moglie Ivana dice però di non illudermi: “Non ti montare la testa, è roba del web. La gente non vota per il libro più bello, ma votano per il personaggio, votano gli amici e spesso i libri, sia i tuoi che quelli degli altri, non li hanno neanche letti”.
    Io che debbo dire? Sarà pure così, però intanto sono contento di avere vinto – letto o non letto, sempre meglio vincere che perdere – e poi, ahò, ma che il web è democratico solo quando lo dice Grillo? Quando vinco io, non va bene più? Prendo quindi atto – e me ne compiaccio – che per Rai.3, e per il suo sondaggio, Canale Mussolini è il libro più importante di tutti i quasi settant’anni del Premio Strega. I fatti al momento stanno così e sarà interessante, prima o poi, capire come e perché è successo.
    Certo so anch’io che non sempre lo Strega è andato al miglior libro dell’anno e che non tutti gli autori che pure lo hanno vinto, lo abbiano fatto con il loro libro migliore. Nel caso di Bevilacqua ad esempio – che pure lo vinse con il bel L’occhio del gatto nel 1968 – La califfa e Una città in amore credo fossero qualcosa di più.
    Ma lo Strega funziona così, ed è comunque uno degli strumenti principe attraverso cui passa la selezione e formazione stessa del canone letterario italiano, dalla metà del novecento ad oggi.
    In ogni caso mi pare giusto ricordare che tutti i grandi libri dello Strega – a partire dai finalisti di questa kermesse di Rai.3: Ninfa plebea, Il nome della rosa, La miglior vita, Il gattopardo – hanno fatto crescere negli anni la coscienza complessiva del Paese. Per quel che concerne invece la mia stretta coscienza individuale, credo che quelli che più abbiano contribuito alla sua formazione e che restano indelebili nel mio ricordo siano: Tempo di uccidere di Flaiano; La ragazza di Bube di Cassola; i Sessanta racconti di Buzzati; L’isola di Arturo della Morante; le Cinque storie ferraresi di Bassani; La chiave a stella di Primo Levi e, tra i più recenti, Vita di Melania Mazzucco nostra conterranea.
    Grazie di nuovo a tutti e forza Strega!
    Forza Latina, forza Leone Alato e forza pure la Roma, però!
    Ci vediamo alla prossima.

    4 luglio 2014

    Pubblicato 9 anni fa #

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