"Ci sono scrittori che sanno raccontare una storia e altri, assai pochi in verità, che sanno raccontare le gesta di un popolo attraverso le vite di alcuni. Antonio Pennacchi fa parte di questi ultimi. Per grandezza, passione e forza Canale Mussolini assomiglia a un enorme albero di fico che spacca la roccia con le radici e cresce e si snoda tra pietre e mattoni, buttando giù muri e tetti e ogni ramo, come ogni personaggio, trova la sua strada verso la luce. Antonio Pennacchi fa per l'Agro Pontino quello che Jack London ha fatto per lo Yukon."
Niccolò Ammaniti
"Nel tempo della fine delle ideologie, alle ideologie non resta forse che farsi carne e sangue, sudore e sperma, memoria genetica. È quanto ha fatto, in Canale Mussolini, Antonio Pennacchi. Una saga e un’epopea: quella della famiglia Peruzzi, inseguita per più generazioni, fino all’appuntamento col suo destino spesso tragico.
Una storia che aggiorna al nostro passato recente uno dei miti italici delle origini e fondativi: quello che si costruisce, tra galli e latini, etruschi e sabini, su un’idea della convivenza rissosa, della mescolanza di sangue, del fratricidio. Non per caso, gli eroi di Pennacchi si chiamano Pericle e Paride, Temistocle e Iseo, Armida, e così cantando: con toni d’evidente e antica epicità."
Massimo Onofri