Zano', quello che soprattutto sembra sfuggirti - in questo frangente - è che negli ultimi due o tre mesi si siano profondamente alterate le regole sostanziali del gioco democratico in questo Paese, ossia quelle che ti assimilavano alle grandi democrazie occidentali a cui tu dici di volerti riferire ed identificare.
L'ultima notizia di ieri – ossia che nonostante tutti i tentativi di Sky la Rai si sia assolutamente rifiutata di proseguire e rinnovare l'accordo di trasmissione dei suoi canali satellitari sulla piattaforma Sky, e che Mimum presto da Tg5 ritornerà in Rai a dirigere al posto di Saccà Rai-Fiction – dimostra inequivocabilmente la completa integrazione o sinergia a livello politico-strategico tra Rai e Mediaset, con l'oggettiva costituzione di un unico monopolio informativo tv-generalista (che in un qualsiasi altro paese democratico, e non solo dell'Occidente, verrebbe immediatamente perseguito dalle leggi antitrust) sotto il completo e personale controllo dell'attuale presidente del consiglio.
Questa situazione ovviamente non è del tutto nuova, essendo sostanzialmente immanente – anche se formalmente negata e mascherata con più o meno episodiche elargizioni a qualche forma di pluralismo e di dissenso – già da più di qualche anno ed essendo essa stessa, di fatto, la motivazione primaria e scatenante della ‘discesa in campo’ del suddetto presidente del consiglio.
Negli ultimi mesi, però, la situazione ha travalicato anche ogni più minima parvenza di formale rispetto delle regole democratiche, portando di fatto ad un vero e proprio golpe mediatico. Ciò si è evidenziato quando l'argomento principe di ogni discussione che aveva coinvolto e coinvolge tuttora l'intero popolo italiano in ogni più sperduto angolo del Paese – dal più piccolo bar alle carrozze dei tram o delle metropolitane, dai salotti bene e dalle spiagge chic al più minuscolo banchetto del mercato ambulante del pesce – è stato completamente oscurato da tutte le cinque maggiori reti televisive nazionali, che costituiscono da sole oltre il 90 per cento dell'audience informativo-generalista italiana.
Tutti questi tg e produzioni giornalistiche peraltro, anche in quel poco e ristrettissimo spazio in cui se ne sono dovute per forza occupare, lo hanno fatto solo a senso unico per negare, nascondere, attutire o smentire, dando la parola solo a Berlusconi e mai chi lo accusava, funzionando così a pieno titolo non da fonti informative a difesa della libera e pubblica opinione, ma da strumenti e megafoni di proganda delle versioni di comodo e delle menzogne del premier, senza alcun minimo diritto di replica o contraddittorio ad alcuno. Questo, Zano’, si chiama golpe mediatico e questa in cui viviamo, oramai, non si chiama più democrazia occidentale ma dittatura mediatica.
Tu capisci da solo che il fatto che abbiate preso più voti – e che la maggioranza dell’elettorato stia quindi con voi – non significhi niente ai fini della corretta individuazione del grado o meno di democraticità del sistema. Non s’è mai data difatti nella storia – o almeno rarissimamente, tu m’insegni – una qualunque dittatura d’una minoranza sulle maggioranze. Le dittature sono sempre, sostanzialmente, dittature della maggioranza sulle minoranze. Ciò che contraddistingue una democrazia dalla dittatura – e tu che studi storia della politica, e addirittura la professi, lo dovresti sapere meglio di noi – non è il semplice fatto che il potere venga esercitato da chi ha avuto più voti, ma che lo eserciti nel pieno rispetto delle regole democratiche e dei diritti fondamentali delle minoranze e di tutti i cittadini, primo fra tutti il diritto ad una corretta, ampia, libera, plurale e pluralistica informazione, che è parte sostanziale del diritto naturale dell’uomo alla libertà di parola e di pensiero. E’ Ezra Pound peraltro – non Bertolt Brecht – che sostiene che la libertà di parola, in una democrazia moderna, se non è direttamente collegata alla possibilità di dire quella stessa parola davanti al microfono della radio (ai tempi suoi naturalmente, poiché oggi direbbe della televisione) è una negazione di questa libertà. È per questo, Zano’, che stiamo in dittatura.
Ora però se tu sostieni che è tutta colpa delle colpe infinite della sinistra se voi vi trovate costretti ad essere arroganti e prepotenti e farvi tutte le leggi ad personam che servono a lui e alle sue aziende e, quando non basta, pure i golpe mediatici e le dittature, fai come ti pare ma non ti permettere più di dire che il tuo modello sono le grandi democrazie moderne occidentali: il tuo modello sono le favolette di Fedro e di Esopo in cui la colpa è sempre delle pecore e degli agnelli se i lupi se li mangiano e – in questo deprecabilissimo caso – tu ti riveleresti a noi purtroppo ma oggettivamente o come un prepotente con vocazioni autoritarie ed antidemocratiche o come un leccaculo e servo sciocco del tiranno.