Oggi ho messo lo zampino pure nell'ultimo libro di Stephen King (tramite il suo traduttore WuMing1)
I dettagli - nel caso interessassero - nei commenti a questo post su Giap.
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COSA HO SCRITTO OGGI
(768 articoli)-
Pubblicato 13 anni fa #
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Bella Zaph! Grande rompicoglioni!
Pubblicato 13 anni fa # -
...quindi se ti dicessi che a 14 anni una, che di cognome faceva Re, si era perdutamente innmorata di me potrebbe tornarmi utile?
Pubblicato 13 anni fa # -
FENOMENOLOGIA DEL SACRIFICIO.
da Il Fondo Magazine di Miro RenzagliaIl sostantivo ‘sacrificio’ è tra i più usati, nel linguaggio politico delle ultime settimane. E’ un termine forte, denso di significato, che rende subito chiaro il quadro di quello che potrà succedere. E’ quasi sempre declinato al plurale, e i più spiegano questo fenomeno col fatto che il singolare appartiene esclusivamente alla metafisica, alla religione. Il sacrificio è quello che veniva fatto una volta, sull’altare, rivolgendosi agli dei magari sgozzando un agnello o un cristiano; sacrifici sono quelli che è costretta a fare una famiglia per tirare avanti o che è costretto a imporre uno Stato per evitare il default. In realtà, vista la situazione d’emergenza, sembra che un solo sacrificio, per quanto grande, non possa bastare ed è per questo che viene utilizzato il plurale. Ne servono tanti, uno dietro l’altro, senza soluzione di continuità: i sacrifici, appunto. Come una mannaia calata dall’alto, che coglierà laddove deve cogliere, con buona pace di tutti quelli che scalpitano.
C’è ancora qualche politico, di quelli più attenti al marketing e alla comunicazione, che continua a parlare di ‘tagli’. Un termine asettico, adattabile a tante situazioni, e proprio per questo familiare. Un termine flessibile, perché il taglio può essere grande o piccolo, a seconda dell’esigenza. Addirittura esiste la spuntatina, almeno dal barbiere. E’ un taglio piccolo, quasi impercettibile. Così se uno sente tagli, e gli viene in mente il barbiere e la spuntatina, nemmeno si spaventa. “Che vuoi che sia”.
Ma quando un Presidente del Consiglio utilizza in ogni discorso ufficiale il sostantivo ‘sacrifici’, sappiamo tutti che c’è ben poco da scherzare. Soprattutto se si tratta di un incarico ‘tecnico’ e se questo Primo Ministro è stato chiamato, ‘coram populo’, proprio per sistemare i conti. Come si faceva una volta nell’antica Roma, quando in momenti di difficoltà venivano chiamati generali valorosi a gestire la ‘dittatura’. Allora si pensava anche all’ordine pubblico, alla condizione della plebe, ai barbari che premevano alle frontiere o alle provincie che non pagavano l’obolo. Ancora con Churchill, primo ministro del Regno Unito nel 1940, la valenza dell’incarico ‘speciale’ o ‘tecnico’ aveva ben altra valenza. Chamberlain si stava raccapezzando poco con i nazisti, sembrava quasi fosse loro amico, così venne chiamato il Bulldog, perché potesse sistemare le cose all’interno e i crucchi all’esterno. Così quello, galvanizzato dal momento e oberato dall’importanza dell’incarico, non usò mezzi termini e parlò subito di “lacrime e sangue”. Voleva essere chiaro, non lasciare nulla all’immaginazione, azzerare le speranze di chi pensava di farcela con facilità.
Adesso è diverso il contesto storico, niente barbari a premere alle frontiere – solo morti di fame sui barconi –, nessuna plebe in rivolta, niente guerra e zero nazisti. La minaccia è solo finanziaria. Non ci saranno milioni di persone che rischieranno di morire a causa di bombe e proiettili, giusto qualcuno in più che sarà costretto a morire di fame e di stenti. Alle porte infatti non ci sono gli spietati nazisti ma decine di banche avvelenate da titolo tossici e dello Stato sbagliato. Sarà per questo che Monti è rimasto sul vago. Ha detto che non chiederà lacrime e sangue agli italiani, ma sobri sacrifici. Eppure, nonostante tutta la compostezza di questo mondo, c’è da balzare sulle sedie al solo sentir proferire quella parola da un sacer-dote dell’economia e della finanza. E a saltare sono stati soprattutto quelli che, fino ad ora, li hanno sempre pagati, questi sacrifici: il Paese che amo definire ‘normale’.
Perché nonostante a dirlo sia stato un signore dalle spalle strette, dall’occhialino studiato, dalla capigliatura canuta, il sostantivo ‘sacrifici’ fa paura comunque, rappresenta qualcosa di grande e immenso, spesso di incomprensibile. Perché il sacrificio è:
Una condanna senza appello.
Se a dirlo è un governo tecnico a cui è stata votata la fiducia con il 90% dei consensi, hai poco da opporti e da chiedere lumi. Ho il sospetto che si tratti soltanto della conclusione di un percorso. E’ circa un lustro che si preparava il terreno in Italia alla logica del ‘taglio’, dello ‘spreco’, dei ‘sacrifici’. Berlusconi ha fatto finta di niente, perché dire ‘sacrifici’ o ‘tagli’, fa calare l’audience in televisione. Ma in privato chissà quante volte gliel’avranno detto i suoi, che gli italiani – mica lui – dovevano fare sacrifici. Piano piano hanno convinto tutti che fosse necessario, inevitabile. Tanto che quanto Monti ha usato quella parola – sacrifici appunto – prima al Senato e poi alla Camera, qualcuno avrà pure tirato un sospiro di sollievo. “E che ci voleva a dirlo”. Una piccola fessura nella diga che piano piano s’è sfaldata sempre più fino a diventare una voragine che ha poi travolto tutto, e tutti. Fateci caso, dalle forze di governo a quelle d’opposizione, per arrivare a quelle extraparlamentari, non ce n’è uno che non stia a pensare agli sprechi, a fare i conti agli enti pubblici fino al centesimo, a predicare l’utilizzo della carta riciclata, della carta già stampata, della carta da parati. Tanto il gioco è sempre lo stesso: si inizia a parlare di tagli agli stipendi dei parlamentari e alle loro magnifiche prebende (e pensioni) e si finisce sempre con il taglio dei posti di lavori, dei ricercatori, dell’università, della scuola e degli ospedali. Tanto che spesso, la condanna senza appello sembra pure già scritta.
Una questione di fede.
Dei sacrifici si conosce il punto di partenza, ma è ignoto a tutti il punto d’arrivo. “Te devi fida’”, dicono a Roma. E’ molto facile – anche se impopolare – dire ‘sacrifici’ se tanto non c’è alcun obbligo, non bisogna garantire nessun risultato, non viene avvertito il dovere di stabilizzare a lungo la situazione. E se pure uno si sbaglia, com’è successo a tutti negli ultimi 50 anni, basta allargare le braccia e dire che ciai provato, che l’hai tentate tutte. “I sacrifici sono obbligatori, poi si vedrà”. Perché è capace pure che dopo i sacrifici di quest’anno, arrivino quelli dell’anno prossimo e poi quelli dell’anno ancora successivo. La classe politica, forse stufa che da mezzo secolo deve far la parte della cattiva, ha volontariamente abdicato al proprio ruolo, si è di fatto autocommissariata. “Monti pensaci tu”. E quello arriva, mette a posto i conti, in maniera tale da rassicurare le banche, e così loro ricominciano da capo. “Popolo bue” si diceva una volta. E vien da pensare che ad aver offerto questo popolo, bue non a caso, in sacrificio alle Banche è stata proprio la classe politica. Più per incompetenza che per altro. “Vedrai che porta bene” si saranno detti dopo aver votato la fiducia. Abramo col figlio ha avuto pietà, sentendo la voce divina, loro no.
Nella sua presunta eguaglianza, profondamente ingiusto.
Perché teoricamente il sacrificio è destinato a colpire tutti: colpevoli e innocenti, spreconi e gran risparmiatori, operosi e fannulloni. Non importa chi sei stato in passato e cosa hai fatto, l’importante è che paghi tutto e subito. Soprattuto se te lo possono levare dalla busta paga. E se quei pochissimi che dichiarano più di 100 mila euro all’anno, si permettono di dire che la patrimoniale non la vogliono, che è roba da comunisti, che una cosa del genere non si è mai vista nemmeno ai tempi di Stalin, la classe media e bassa – che ormai sono quasi la stessa cosa – sta zitta e aspetta di controllare la prossima busta paga, di vedere quanto arriverà di bollette, di capire se il proprietario di casa aumenterà l’affitto e se ce la faranno ad arrivare alla terza settimana del mese. Gli evasori invece stanno zitti e alzano le spalle. “Beh, se c’è da pagare, paghiamo pure noi. Se Monti ha detto equità, che equità sia”. Tanto loro pagano l’infinitesima parte di quel che dovrebbero, che gl’importa. Che a dire equità si fa presto. Ma quale equità? L’eguaglianza vera c’è solo se a pagare sono tutti. Se rimane anche solo un furbo a vantarsi di aver evaso le tasse – magari fa il costruttore, ha una collezione di Mercedes e case sparse un po’ ovunque, ma dichiara quanto un impiegato – è difficile spiegare a tutti gli altri che i sacrifici devono essere fatti e che è cosa buona e giusta.
So che sono andato lungo, che sono stato prolisso ma non riesco a finire questo articolo se non ho messo tutte le carte in tavola. La classe politica attuale, quella che si è commissariata perché non in grado di affrontare la difficoltà, partendo da Berlusconi e passando dai vari Veltroni, Fini, D’Alema, Casini, Bersani, Rutelli, Vendola, Grillo – che è politico pure lui –, Di Pietro, Ferrero, Storace, Santanché, non può certo pensare di riprendere dove aveva lasciato: nel totale immobilismo, nel muro contro muro, nell’amministrazione ad personam o ad amicos o ad cooperativas, nella totale incompetenza e nell’assoluta mancanza di rinnovamento. Loro oggi, per interposta persona, pretendono da noi i sacrifici. Bene. Noi in cambio, un domani che l’emergenza sarà rientrata, pretendiamo lavoro, assistenza sanitaria, investimenti in formazione e ricerca, maggiori spese nella cultura. Magari ci auguriamo meno spese in azioni di guerra. Che fa rabbia pensare di dover fare sacrifici, anche perché nessuno ha intenzione di diminuire il numero di bombe o fucili o proiettili. I sacrifici hanno sempre avuto un senso pensando che possano servire a qualcosa, sennò rimangono soltanto rituali macabri. Roba da masochisti.
Pubblicato 13 anni fa # -
Raccontami una storia. Propedeutica dell'Unità. /4
Ultima puntata...
Pubblicato 13 anni fa # -
Pubblicato 13 anni fa #
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cos'è esattamente una "monoranza"...neanche la maestra elementare ti ha corretto e mica era turco...
Pubblicato 13 anni fa # -
Pubblicato 13 anni fa #
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Quel ragazzo non dovrebbe stare nel PD, ma in SEL. e comunque oggi, anche SEL parla a cazzo. Capisco che si debba criticare, ma qui non siamo in tempi normali. Ma lo vogliamo capire che tempo tre mesi e lo stato sarebbe fallito?
Qui siamo in tempo di guerra, non in tempo di pace. In guerra si deve tirare la cinghia.
Detto questo, io sono contento che ci siamo liberati di Berlusconi. Altro che.
Che poi non diano un aumento di cinque euro al mese ai pensionati, francamente non è questo dramma. Un pacchetto di sigarette, o una medicina in meno, quella del banco.
Se fossimo falliti, lo volevo vedere questo compagno, a fare il duro e puro, tipo Bertinotti quando fece cadere Prodi.
Piuttosto lasciamo fare ora la vera riforma del mercato del lavoro, come dice Ichino e Fornero. Senza quella, davvero che il contributivo per tutti sarebbe iniqua. Non facciamo saltare il governo, aspettiamo che completino la seconda parte della riforma.Ps. Scommettete che adesso che è stato catturato il capo dei Casalesi, la politica di latina cambierà? vedrete presto.
Pubblicato 13 anni fa # -
Ps. ti volevo dire che il pezzo sui sacrifici è molto bello.
Pubblicato 13 anni fa # -
Casapound. Sempre a proposito della lista di proscrizione…
su Il Fondo di Miro RenzagliaPaura. Fastidio. Rabbia. Da giorni non è possibile provare altro, se ci si avvicina alla vicenda dei due senegalesi uccisi per mano di Gianluca Casseri. Una vicenda di brutta, bruttissima cronaca che, con le debite proporzioni, fa venire in mente Andres Breivik e la strage dei 98 di Oslo. Di mezzo c’è sempre la società multirazziale, la supremazia della razza bianca, un folle dotato di pistola, degli individui che costituiscono una minaccia all’integrità della razza stessa. O Columbine, come dice Piero Grossi, giovanissimo scrittore pieno di talento. Perché non è possibile pensare ad un disegno, né a condizionamenti così forti dall’esterno, perché non c’è odio peggiore di quello irrazionale. Vi risulta che a qualcuno in Norvegia sia venuto in mente di incolpare i partiti di estrema destra? Oppure pensate che per la strage di Columbine siano stati presi di mira gli estremisti repubblicani? No. In Italia invece cerchiamo i capri espiatori, come se Gianluca Casseri da solo non bastasse, e ricorriamo ad una nostra caratteristica peculiare: il neoantifascismo. Una sorta di specchio deformante, usato da anni ormai solo per tenere serrate le fila, che di volta in volta indica un nemico, poco importa se sia davvero una minaccia oppure no. L’importante è dar vita alla classica caccia alle streghe che altre vittime – anche se solo giudiziarie – è destinata a lasciare in eredità alle generazioni future. Altre vittime e altro odio, certo.
Così adesso c’è chi chiede la chiusura di CasaPound oppure chi, come Giulietti, Articolo 21 e il senatore Vita, chiede che Gianfranco De Turris venga cacciato seduta stante dalla Rai, reo di aver scritto le prefazioni di due libri fantasy di Casseri stesso. Come se scrivere le prefazioni ad un libro sia prova provata di correità nell’omicidio. Roba da far tremare le vene ai polsi a qualsiasi persona dotata di buon senso. Ma si vede che il buon senso, con il neoantifascismo, sparisce d’incanto anche nelle persone che teoricamente, dovrebbero esserne dotate. Tutti ad indicare il nemico Iannone, che mai ha parlato di superiorità della razza, e a dare del collega all’onorevole Borghezio che, a proposito della strage di Breivik e delle sue farneticazioni, ha detto: “Molte sue idee sono buone, alcune ottime. E’ per colpa dell’invasione degli immigrati se poi sono sfociate nella violenza”.
Come se fosse facile far fronte a simili idiozie, ci si sono messe anche le donne di un movimento dal nome ‘Femminismo a sud’. Loro, che dovrebbero ben sapere che la discriminazione può presentarsi sotto le più disparate forme, si sono inventate una lista di proscrizione. Una cosa un po’ alla ‘Lotta Continua’, che negli anni 70 pubblicava le foto i nomi e gli indirizzi dei fascisti da colpire, e che oggi si permette, grazie ad Adriano Sofri e a Gad Lerner, di dare lezioni di democrazia. Si rivolgono a tutti i componenti di questa sedicente lista, facendo una domanda: “glielo andate a spiegare voi ai morti senegalesi, alle loro famiglie, alla comunità senegalese, perché siete stati così gentili con quelli di Casapound?”.
Per le femministe del sud, o almeno per alcune di loro, la condanna è già stata emessa. Non è stato il gesto folle di un singolo squilibrato, ma la logica conseguenza – magari con un disegno ben preciso – di una precisa politica di Casa Pound e dello sdoganamento di certa stampa. Loro, a differenza del senatore Vita e di Giulietti e di Articoli 21, non dimenticano la questione degli immigrati, passata in secondo piano in questa intemerata neoantifascista. Nella loro lettera d’accompagno alla lista di proscrizione, le donne del movimento proscrittorio indicano tra gli strumenti di tortura degli immigrati, anche i Cpt (Centri di permanenza temporanea). Dimenticano forse che ad istituirli sono stati due compagni, neoantifascisti anche loro, come Livia Turco e Giorgio Napolitano – che prima è stato fascista, come quasi tutto il popolo italiano –, oggi venerato come il padre della nuova e sobria Patria.
Sono di sinistra, lo sono sempre stato con orgoglio. Perché ho sempre pensato fosse la parte della libertà, dell’uguaglianza assoluta di tutti, della solidarietà nei confronti degli immigrati, dei centri sociali occupati perché gli spazi sociali sono pochi, del garantismo perché meglio un colpevole fuori che un innocente in galera. E invece scopro che, almeno per alcuni, è la parte dei processi sommari, degli sgomberi e delle liste di proscrizione.
Concita De Gregorio, su Casseri, ha detto che era: «Troppo giovane per essere stato fascista davvero – quando il partito fascista, o almeno il Msi esisteva ancora – e però fascista di ritorno». Come se lei avesse l’età per aver partecipato davvero alla Resistenza. Come se questo fosse davvero il tema, come se non creasse indignazione che alcuni suoi colleghi sono stati esposti al pubblico ludibrio o al gesto di un folle, come se Fiume fosse uguale al Regime, come se il suo non fosse in realtà un antifascismo prezzolato e di ritorno.
Li vorrei vedere Lerner, De Gregorio, Vita e Giuletti sulle montagne a dirigere (o anche solo partecipare) i gruppi partigiani e a combattere con i fascisti, quelli veri, e con i nazisti. Che per rifarsi una verginità ‘compagna’, dopo aver votato un governo ultraliberista e di destra come quello capeggiato da Monti, hanno esposto ingiustamente un intero movimento e una lunga serie di colleghi.
Pubblicato 13 anni fa # -
caro torque,
non dico che casa pound sia da chiudere, epperò non mi si dica che quelli non sono fasci, o mussoliniani (a loro ci piace quest’omone col suo capoccione e tutta la gaggettistica che ci gita intorno).
certo, non voglio arrivare a dire che casa pound crei <<condizionamenti così forti dall’esterno>> da essere responsabile della follia di casseri, ma sono anche certo che gli estremisti (e i matti) si irrobustiscono quando si fa finta che gli estremismi e la loro “influenza” non esistano, e si stigmatizzi la follia come gesto isolato di uno squilibrato.
vi ricordate cosa si diceva a proposito del brodo di coltura, di indulgenze e teorie nel quale sarebbe cresciuta il terrorismo di sinistra?
per cui, caro toque, ti chiedo: c’è differenza tra il brodo di coltura di una certa sinistra anni ’70, in continua lotta, e la rinascita di pensieri e retoriche (fascismo di ritorno?) di cui si nutre una destra molto contemporanea?perciò, non dico di chiudere casa pound, anzi, non ci farei nemmeno una discussione sopra, tanto l’idea mi risulti aberrante, ma sicuramente il matto casseri là intorno è cresciuto, con quella gente s’è frequentato, c’è andato allo stadio, e quando io li sento parlare, alcuni di questi di destra, non dico di casa pound, di destra e basta, il loro vocabolario sugli africani che vendono calzini per le nostre strade è raccapricciante, e non posso non pensare che quello che dicono con disprezzo è l’espressione di ciò che grossolanamente pensano, e poi finiscono col pensare, sempre grossolanamente, <<2 di meno>>.
l’ultima cosa che hai scritto non l’ho proprio capita.
Pubblicato 13 anni fa # -
lascia sta' cameriè, sennò arriva il cugino a dare manforte
Pubblicato 13 anni fa # -
Lerner, De Gregorio e Vita sono ebrei.
E non è la prima volta che Torque parla male di Lerner. Io ho detto "pezzo" antisemita e fascista. Il peggiore che abbia mai scritto. E gli consiglio di cancellarlo.
Dopo aver cancellato anche me.Dopodichè ribadisco che Zafod mi ha mandato in bestia davvero. fate quel cazzo che volete. Io non scrivo più.
Pubblicato 13 anni fa # -
Antisemita? A. tu sei solo un povero laziale. Cos'è, se uno è di razza ebraica, io adesso non posso più criticare democraticamente quel che fa? Ma ti sei bevuto il cervello?
Pubblicato 13 anni fa # -
Aho! Ma la fate finita di portare avanti lo stesso argomento su due topic diversi?
Io mica ce la faccio a starvi appresso!Pubblicato 13 anni fa # -
Torque, pero' mica e' bello usare 'laziale' come offesa, eh? e pero' te la sei cercata: mai sfidare apertamente la lobby ebbbbbbbbbraica... adesso proscrivono anche te, ti sbattono in prima pagina sulla Repubblica (immagino il titolo: 'Pericoloso antisemita inneggia all'Inquisizione e al rogo degli ebrei')
Pubblicato 13 anni fa # -
gia', mi ero sempre chiesto da dov'e' che venisse fuori 'Torquemada'. adesso ho capito: fustigatore degli eretici... e degli assassini di Nostro Signore, vil razza dannata (lo so che non c'entra: e specifico per chi legge e non sa che sto scrivendo delle fesserie per puro spirito di dileggio)...
Pubblicato 13 anni fa # -
Non ho capito qual è il topic giusto. Per non sbagliare, lo posto pure qua:
Sono completamente d'accordo con il Cameriere.
So che dovrei scrivere qualcosina di più sull'argomento, ma mi riservo di farlo più in là, dopo averci riflettuto bene. In ogni caso so che non si deve "chiudere" nessuno come so che al mondo esistono anche i matti, ma so benissimo però che quando i matti agiscono, delinquono ed uccidono non solo in forza della loro follia, bensì in forza di una loro follia caratterizzata in qualche modo da una qualche ideologia, questa ideologia non può non avere funzionato da detonatore, vettore ed amplificatore stesso di quella potenziale follia; specie se quella ideologia è chiaramente connotata da sentimenti di fondo aggressivi e violenti, quali sono appunto la xenofobia, l'elitarismo ed il razzismo. Che questi sentimenti pervadano al fondo lo zoccolo duro del neofascismo di massa - come dice il Cameriere - mi pare fuori discussione. Ovunque vai, quelli li senti dire: "Fini traditore!". Stanno con Berlusconi, gli hanno retto il sacco e coperto il bordone qualunque malefatta facesse, ma per loro il nemico è Fini perché è "traditore", ed è "traditore" da quando è andato a Gerusalemme a dire che le leggi razziali erano "il male assoluto". Mo' dimmi tu che cosa vuol dire.
Io credo infine che - ripeto - qui non s'ha da chiudere nessuno, ma credo pure che nessuno possa "chiudere" le proprie menti e le proprie coscienze: "Io non c'entro, quello era matto". La responsabilità oggettiva non può valere solo per Doni e l'Atalanta, vale per tutti, e ognuno di noi dovrebbe pensare bene alle cose che dice e agli effetti che quelle cose possono avere sulle menti dei giovani o dei meno strutturati.
Io per primo mi debbo porre il problema se possa essere - o possa essere stato - un "cattivo maestro".(Poi però, Torque, famme pure capì' che passaggi me so' perso. Io vorrei capì', per esempio, perchè il giudizio sulla strage del folle norvegese coinvolgeva pure la sua ideologia nazista, e quello italiano no. Fammelo capì'. A e Zafod, non ho capito perché avete litigato.)
Pubblicato 13 anni fa # -
Scusa K, ma io ho detto che CasaPound non è responsabile diretta e De Turris non è corresponsabile dell'omicidio dei due senegalesi. Dietro Casseri c'è sicuramente un'ideologia nazista o neonazista che dir si voglia. Così come per Breivik. L'ho pure paragonati. Ma in Norvegia non è venuto in mente a nessuno di chiudere il partito con cui lo stesso Breivik era stato iscritto.
La vera colpa di CasaPound - perché parecchie cose fanno brodo, culturale intendo - è quella di aver sempre minimizzato la cosa, di non aver mai contrastato apertamente quello che Casseri diceva, semplicemente perché 'camerata'. Magari se lo guardavano, nella sezione di Pistoia, e si davano di gomito. "Adesso vedrai che tira fuori quella dell'Ordine Mondiale", "No, no, adesso se la prende cogli ebrei. Ieri i negri, oggi gli ebrei". Così, invece di essere idee da contrastare, quelle affermazioni pazzesche, fuori da tutte le cose del Mondo, venivano ridotte a facezie. Davanti alle quali i 'camerati' di CasaPound se la cavavano con un sorriso: "povero scemo". Pure noi, quando incontriamo quelli descritti da Roberto che fanno le affermazioni loro su qualsiasi persona possa sembrare diversa dal classico occidentale benestante, non è che ci mettiamo sempre a dire "ma che cazzo stai a di'". Facciamo finta di niente, cambiamo argomento, pensiamo senza darlo a vedere: "povero scemo".
Lo dovevano cacciare da Casa Pound? Si, sicuramente. Non l'hanno fatto. Dovrebbero fare autocritica e rivedere i loro criteri - e tante loro idee - ma non lo fanno e non lo faranno. A questo punto, però, vale davvero la pena di chiudere Casa Pound?
Pubblicato 13 anni fa # -
Dare dell'antisemita a Torque è un'offesa gratuita e pesante. Un mio amico a Lerner gli stava mettendo le mani addosso , ma non mi sognerei mai di offenderlo in quella maniera. Poi il giudizio su Casa Pound può essere articolato con tutti i distinguo che vogliamo trovare. Caro A, noi non abbiamo mai cacciato nessuno, lei faccia quel che crede ma d'ora in poi la esorto a rivolgersi a me con il Lei. Diversamente mi sentirò autorizzato a metterle le mani addosso la dovessi incontrare per strada. E sarebbe la prima volta in vita mia.
Pubblicato 13 anni fa # -
No ma questo vede antisemiti dappertutto. Cheppalle.
Pubblicato 13 anni fa # -
Per il lei non c'è problema.
Avrò sbagliato nei toni, ma mi ha tolto dalla grazia di dio essere apostrofato con "cazzata".
Quanto a vedere antisemiti ovunque, non so, forse sarò paranoico. Ma il fatto che c'erti automatismi inconsci funzionino in senso antisemita, non me lo sono inventato io.
Poi "Razza ebraica" non si dice.
Tutta questa vicenda comunque è triste e penosa.
(Zafod comunque l'apostrofe verso di lei c'è tutta, ancora. E lei sa qual è perché possiede il database)
Quanto a Torque che mi dice di farmi curare, va bene, mi farò curare. Ma anche lei, vigili le sue reazioni inconsce e si domandi se questa reazione così aggressiva a un termine che si riferiva non alla persona ma al testo, sia innocente.
Buon Natale a tutti.ps. quando vorrete parlare seriamente di questi argomenti sono a disposizione.
Pubblicato 13 anni fa # -
mettendo per un momento da parte i deliri su antisemiti/antisemitismo e parlando di cose serie, il problema vero - a mio avviso - e' quello che Casa Pound (c'e' scritto nel loro manifesto) pensa dei cosiddetti 'stranieri': cioe', che appartengono a una categoria diversa rispetto agli italiani in quanto 'diversi' per cultura, religione etc etc ecco, una posizione del genere dalle parti mie si chiama RAZZISTA (e chi ha posizioni razziste, secondo me, deve essere considerato moralmente responsabile di quello che poi matti in virtu' di quelle idee aberranti combinano...)...
Pubblicato 13 anni fa # -
diciamo che andrà ripensata la locuzione "fasciocomunista". Che, nel contesto storiografico come la chiarisce l'autore può anche avere una sua plausibilità, ma nell'uso quotidiano si presta a facili equivoci. Tipo: ma sì, sono bravi ragazzi in fondo...Gli stronzi, ipocriti etc, stanno dall'altra parte, etc.
Buon Santo Stefano martirePubblicato 13 anni fa # -
Da Nicola Cosentino al Porcellum. Cosa è cambiato?
da Il Fondo di Miro Renzaglia del 13/01/2012Pensavamo di essere usciti dal periodo buio del tardo Impero berlusconiano e invece ci siamo resi conto che non è poi cambiato così tanto. La realtà si è presentata in modo chiaro, scioccante per chi si era fatto illusioni: in un giorno solo la Consulta ha bocciato i due quesiti referendari che avrebbero dovuto modificare la legge elettorale vigente, meglio conosciuta come Porcellum, e la Camera dei deputati ha respinto l’autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino deputato Pdl che secondo i giudici è in odore di mafia così come altri 56 imputati. Due botte in un giorno solo per chi aveva creduto che l’avvento di Monti avesse davvero aperto una nuova Era per la politica italiana.
Eppure un po’ dovevamo aspettarcela una giornata così. Ma andiamo per ordine.
Iniziamo da Cosentino. Il Pdl, insieme a parte della Lega, ai Radicali e agli ex Responsabili, è convinto che vi sia fumus persecutionis nei confronti del deputato casertano. Lo sostengono dopo aver analizzato le carte presentate dalla Procura ed entrando nel merito delle accuse che gli sono state addebitate. Quelle carte non l’ho lette, può darsi anche che, come dicono loro, non vi sia “lo straccio di una prova”, ma non era questo il compito dei deputati. Dovevano soltanto stabilire se, per motivi che esulano dalla causa stessa, il giudice poteva avere dei pregiudizi nei confronti di Cosentino. Ma di questo nessuno ha parlato, perché probabilmente non v’è alcun motivo per cui il giudice ce la debba avere pregiudizialmente con Cosentino o con qualcun altro dei 56 imputati. Ma non è questo il punto. Da garantista sono convinto che sia sempre meglio un colpevole fuori che un innocente in galera, non sono assolutamente abituato a sostituirmi ai giudici e decidere aprioristicamente se una persona sia innocente o colpevole. Sono convinto che non sia spettacolarizzando le questioni giudiziarie che si ottiene maggiore giustizia, anzi. Quello che mi fa indignare davvero è la mancanza d’equità. In Italia, teoricamente, la legge dovrebbe essere uguale per tutti. E non vedo perché, per reati che non sono di opinione ma di associazione a delinquere di stampo mafioso o camorristico che sia, un deputato debba godere di maggiori diritti rispetto ad altri che invece questa opportunità non ce l’hanno. Gli altri, a chi tocca tocca, in galera e Cosentino fuori. Si tratta di una vera e propria disuguaglianza.
Ma cosa ci potevamo aspettare da un Parlamento frutto del Porcellum? Molti dei detrattori del governo Monti, più che contestarlo sulle decisioni che ha preso, sul rigore che penalizza sempre i soliti noti, ha preferito sostenere che la sua contrarietà è frutto dell’illegittimità di un governo che non sarebbe nato dal voto popolare. E quando mai, in Italia, abbiamo votato direttamente un governo – i ministri ad esempio – oppure il Presidente del Consiglio? C’è l’usanza, durante le elezioni, e confermata anche dalla scheda elettorale, di indicare prima del voto chi sarà il deputato, nel caso venga eletto, che ricoprirà l’incarico di primo Ministro. Da Berlusconi a Monti quindi cambia poco, quasi niente. Tutti e due hanno ricevuto la fiducia del Parlamento. Il vero vulnus della nostra democrazia è un altro: non scegliamo i nostri rappresentanti alla Camera e al Senato, possiamo solo scegliere tra liste bloccate che vengono precompilate nelle direzioni dei partiti. E’ democrazia questa?
E che non sia democrazia è provato non solo dal meccanismo elettorale, ma dalle conseguenze che provoca. Qualche esempio pratico. Un deputato viene eletto in una circoscrizione qualsiasi del Nord, con una determinata coalizione, mettiamo sia di centrosinistra. Durante la legislatura produce pochissime interrogazioni o disegni di legge, è presente si e no la metà delle volte, e non si preoccupa minimamente di procurare migliori condizioni alla propria circoscrizione o ad altre parti del Paese. Assume magari qualche collaboratore in nero, sottopagato. Come potrebbero mai gli elettori, della circoscrizione in cui è stato eletto, punirlo togliendogli il voto? Ma non è finita qui. Immaginiamo che nel corso della stessa legislatura, una crisi di maggioranza apra una delle classiche campagne acquisti. Il deputato famoso, in virtù di una promessa di ricandidatura in testa alla lista, cambia coalizione. Ha solo dovuto promettere fedeltà, cieca e assoluta. Manco i carabinieri. E lui dal centrosinistra se ne va al centrodestra. Qui continua a non fare niente, nemmeno nella sua nuova posizione di sottosegretario. Magari si mette a sistemare, clientelisticamente, qualche amico o amico dell’amico. Vota qualsiasi disegno di legge gli venga propinato, e si preoccupa soltanto di chiedere se il posto in testa alla lista continua ad essere assicurato. Così il deputato, pur non avendo fatto niente, viene rieletto.
Ora. Non ho letto il dispositivo con cui la Consulta ha bocciato i referendum. Non voglio nemmeno pensare che vi sia stata qualche pressione indebita, in un senso o nell’altro. E non credo nemmeno che la speranza della Nazione di ritornare ad uno stato di democrazia compiuta poteva essere affidato ad un’organo della magistratura. Altro caso di supplenza ad una classe politica che sarebbe meglio non ci fosse e che comunque ha deciso di non fare più il suo dovere. I giudici devono applicare le leggi, belle o brutte, buone o cattive. Le sentenze possono essere accolte con sollievo o possono far incazzare, ma vanno comunque rispettate. Sono i parlamentari che, in caso di ingiustizie palesi, di deficit di democrazia o di altri problemi, hanno la facoltà di cambiare lo status quo. E dovevano essere loro a ridarci di nuovo la cittadinanza. Perché ormai sembriamo solo contribuenti.
Pubblicato 13 anni fa # -
Il pianeta delle scimmie
Un libro verso il quale non posso che provare un sentimento di gratitudine che, pure a distanza di molto tempo, ancora mi emoziona profondamente è senza dubbio "Il pianeta delle scimmie" firmato da un ispiratissimo Pierre Boulle. L’ho riletto nella traduzione di Luciano Tibiletti.
Nato ad Avignone nel 1912, questo geniale scrittore si laureò in Ingegneria a Parigi per poi trasferirsi in Malesia nel 1936. Qui trovò lavoro in una piantagione di caucciù.
Chiamato alle armi in Indocina allo scoppio del secondo conflitto bellico, passò alle forze della Resistenza combattendo in Birmania e Cina contro gli invasori giapponesi. Nel 1944 fu fatto prigioniero. Riuscì però a fuggire e fare ritorno in Patria. Come romanziere, divenne famoso con Il ponte sul fiume Kwai.Nell’opera della quale ci stiamo occupando sondò il terreno della fantascienza, dando evidenti prove della capacità di elaborare trame oggettivamente capaci di lasciare il lettore a bocca aperta.
La trama è nota ai più, anche per la fortunata trasposizione cinematografica: quando una coppia di navigatori interplanetari (come non restare subito affascinati?) trova una bottiglia alla deriva nello spazio scopre che nella pancia della medesima dorme un manoscritto (un espediente che ricorre in letteratura) il quale reca con sé la narrazione-testimonianza delle tormentate vicende di alcuni uomini giunti su un pianeta del sistema di Betelgeuse, subito ribattezzato Soror per la somiglianza al nostro. Una Terra 2.0 diremmo oggi. A governarlo sono però… scimpanzè e gorilla. Un rovesciamento di prospettiva di indiscutibile efficacia.
A firmare la stupefacente missiva è tale Ulisse Merou, giornalista, ma soprattutto viaggiatore dello spazio. Già: Ulisse, perché un personaggio del genere doveva necessariamente chiamarsi così, dato che riuscirà a “tornare a casa” solo dopo una serie di mirabolanti avventure, prima del colpo di scena finale, vera e propria ciliegina su una torta/libro molto sostanziosa.Non mi soffermerò su trama e singoli personaggi, perché questa è una di quelle opere delle quali non è opportuno svelare troppo. Ciò è doveroso, per non privare i lettori del gusto della scoperta di una sorta di universo parallelo in cui è bene perdersi dolcemente. Dirò solo che è una di quelle esperienze/condivisioni del possibile in forma di parola che tutti dovrebbero sperimentare.
Ciascuno ricorderà, come capita a me a distanza di 20 anni, dove si trovava mentre leggeva per la prima volta Il pianeta delle scimmie. Questo per la capacità, disarmante, di Boulle di prendere quasi di peso il lettore e precipitarlo in una dimensione in perfetto equilibrio tra sogno e costanti spiegazioni scientifiche (qui torna utile allo scrittore lo studio dell’Ingegneria).
La lezione da apprendere, al di là della sensibilità estrema palesata nella caratterizzazione psicologica dei personaggi chiave della vicenda (es. la bella Nova priva di una coscienza umana o l’empatica Kira, coi suoi commoventi rossori) è che quando si progetta un organismo letterario – cioè un mondo virtuale che vivrà autonomamente negli anni, raccontando cose sempre misteriosamente nuove – non bisogna porsi confini né di spazio né d’inventiva. Non bisogna porre limiti alla provvidenza. Perché se è vero che in letteratura tutto diventa magicamente possibile è anche vero che ogni magia la puoi toccare con mano, se solo ti lasci andare. E allora i personaggi di questa strabiliante storia sono di quelli che continueranno a camminare al tuo fianco, come è accaduto al sottoscritto. Per tutta la vita.(Fer, da Flaneri.com)
Pubblicato 13 anni fa # -
ahahah. Bassoli, io ti farei patrimonio dell'Unesco
Pubblicato 13 anni fa # -
Ho scritto un racconto sullo sfondo del poker on-line e l'ho pubblicato con Amazon.
Non so...così.
Mi sento molto Amanda Hocking...Pubblicato 13 anni fa # -
Mi sento molto Amanda Hocking...
Perché no? Hai visto mai. Così poi potrai anche farti querelare da Bassoli.
Dovrò farmi un account su Amazon. In bocca al lupo.Pubblicato 13 anni fa #
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