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la morte della patria 2

(75 articoli)
  1. A.

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    Moderatore

    La prima morte della patria secondo i manuali è l'8 settembre '43,
    (secondo Bobbio è l'agosto-settembre '38 - le leggi razziali).
    la seconda è forse stasera.
    Il parlamento respinge una mozione dove per la prima volta nella storia un ministro in carica (nb, i precedenti furono imputati dopo che erano stati ministri) indagato per associazione esterna alla mafia, viene sottoposto a voto di sfiducia.
    La lega vota contro perchè il ministro appoggia le quote latte, il pdl vota contro perchè sennò il governo cade... i radicali si astengono.
    Domani i mercati non ci perdoneranno, e vedrete che ci avvieremo verso il dafault.una catastrofe.
    Ricorderemo il 29 settembre....2011.

    scusate, se ho aperto questo tread, ma la vedo nerissima. A questo ci ha portato Berlusconi, e quegli italiani che lo hanno votato. siano maladeti nunc et semper.
    buona notte e buona fortuna.

    Pubblicato 12 anni fa #
  2. sensi da trento

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    Membro

    a questo punto occorre un gesto di generosità da parte di tutti, maggioranza e opposizione: chiediamo a napolitano di nominare berlusconi senatore a vita, in modo da "disinnescarlo" per sempre, esattamente come accadde per andreotti nel 1993

    Pubblicato 12 anni fa #
  3. A.

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    Moderatore

    potrebbe essere una soluzione, in effetti.

    Pubblicato 12 anni fa #
  4. Oggi ho letto la lettera di dimissioni dal PD di Mario Adinolfi. Mi ha fatto riflettere.

    Caro Bersani, ti scrivo perché dopo una lunga e addolorata fase di riflessione ho deciso di riconsegnarti la tessera del Partito democratico. Lo faccio senza astio, con simpatia e stima per la persona seria che sei, con la convinzione che se domani ci fossero le elezioni sarebbe ancora il Pd il partito che voterei. Ma con la certezza che lo voterei per assenza di alternative e non perché io pensi che questo Pd possa davvero salvare l’Italia dalla condizione disastrosa in cui versa. Poiché mi accorgo di non essere d’accordo con la strategia complessiva del partito, poiché ormai mi sembra un partito intriso di conformismo conservatore, poiché le ultime scelte (dalla partecipazione alla piazza della Cgil, alla ricetta di politica economica e del lavoro, all’orizzonte politico complessivo indicato dalla tua foto recentissima con Di Pietro e Vendola, con annuncio di posti in lista persino per Diliberto) mi vedono disperatamente contrario, non posso che prendere atto di questa distanza e misurarla con responsabilità. Sono un giornalista e mi riprendo completamente quella libertà che un giornalista militante non può avere.

    Ho partecipato con entusiasmo all’esperienza fondativa del Pd nel 2007 e ho condiviso pienamente la scelta del partito “a vocazione maggioritaria” che alle elezioni del 2008 ha cambiato il panorama politico italiano riducendo la frammentazione, chiamando gli italiani a una decisa scelta di campo. Volevamo un partito che ibridasse le culture senza annullarle, che fosse sempre più aperto, che si caratterizzasse per il protagonismo delle giovani generazioni. Su questa scommessa io mi sono impegnato in prima persona, candidandomi alle primarie fondative prima e alle elezioni politiche poi.

    Quel respiro si è accorciato con le primarie del 2009, ora il Pd è ritornato ad essere il Pds: i cattolici più impegnati nella fede sono stati marginalizzati e costretti ad andare altrove, stessa sorte per il co-fondatore leader della Margherita, molti dei miei amici provenienti dalla cultura del cattolicesimo democratico hanno smesso di fare politica o sono emigrati altrove.

    Per le giovani generazioni, poi, si è offerta la trafila appartenenza-fedeltà-cooptazione come percorso a cui ambire, rovinando completamente qualsiasi dinamica di rinnovamento, con la felice eccezione di Matteo Renzi e pochi altri, che si sono affermati avendo contro la quasi totalità dei leader della nomenklatura di partito.

    L’apertura del Pd agli altri mondi è stata nulla: mi sono battuto per consentire la candidatura di Grillo alle primarie, ho chiesto il coinvolgimento organico dei radicali e dei socialisti, ho persino promosso l’idea di un referendum sul matrimonio omosex (a cui sono ferocemente contrario) con l’obiettivo di aprire il più possibile le porte e le finestre del partito. Che sono rimaste sigillate e dietro quelle porte si consumano vecchi riti da vecchio Pci che non ha tutta questa voglia di confrontarsi con il futuro e si tiene invece ben stretto un passato che ripiomba sul presente con vicende come quella di Penati, di cui nel Pd si è preferito non discutere provando a far passare l’idea della “mela marcia”.

    Ma il nodo della mia rinuncia all’impegno militante nel Pd resta l’analisi sbagliata che questa classe dirigente fa dell’essere “di sinistra”. Io ho sempre ritenuto che il mio impegno a sinistra fosse motivato dalla necessità di ridurre le diseguaglianze, la più clamorosa delle quali è la diseguaglianza tra le generazioni. Oggi i ventotto milioni di italiani nati dopo il 1 gennaio 1970 hanno un welfare state azzerato dalla bulimia dei loro padri, che hanno avuto tutto: posto fisso, casa di proprietà, rendimenti da titoli del debito pubblico che hanno affossato l’Italia, scatti di anzianità, scivoli previdenziali, pensioni baby, pensioni di anzianità, pensioni di vecchiaia che nel 27.8% dei casi sono di gran lunga superiori al salario medio.

    Oggi i ventotto milioni di italiani nati dopo il 1 gennaio 1970 sono preda della più alta disoccupazione giovanile di sempre, se lavorano sono precari, non possono acquistare una casa propria, pagano il prezzo del debito pubblico, subiscono politiche salariali penalizzanti, hanno una prospettiva pensionistica da povertà assicurata e, se andranno in pensione, ci andranno dopo i 70 anni quando i loro padri ci andavano anche prima dei 50.

    L’Italia è spaccata in due: da una parte lavoratori tutelati, pensionati e pensionandi. Dall’altra gli under 40. Il Pd non vuole che sia toccato nulla ai primi e dunque, a parte le chiacchiere solidali, non vuol restituire niente ai giovani.

    E’ o non è questa la più grande diseguaglianza, la più grave ingiustizia? Nel Pd una classe dirigente novecentesca (e anche molti dei suoi giovani cooptati) rimastica ricette scritte dalla Cgil a tutela dei già tutelati e marginalizza proposte come quelle di Pietro Ichino e di qualsiasi stretta alle pensioni in essere più ricche. Siamo stati addirittura capaci di batterci contro il contributo di solidarietà, finendo per beccarci un aumento generalizzato dell’Iva, tassa che colpisce prevalentemente i ceti meno abbienti e precari. Ormai ragioniamo per schemi e sono schemi che non reggono più la sfida del tempo.

    Nel 2007 mi sembrava volessimo costruire un partito adeguato a quella sfida. Oggi la direzione di marcia è un’altra e non mi approvo. Non lascio il Pd per approdare ad altri lidi, che non ci sono. Lascio la politica militante, con dolore, preferendo dedicare il mio tempo all’attività professionale e alle mie figlie che crescono in un’Italia che dà i brividi. Tornerei ad impegnarmi nel Pd solo se vedessi possibile l’alzare la testa dei più giovani, in conflitto con voi anziani dirigenti che ormai non rappresentate più alcuna speranza. Sosterrei Renzi alle primarie, insomma. Ma non mi entusiasma questa ordinaria amministrazione. Per cui lascio.

    Lo faccio nei giorni in cui si torna a parlare di unità politica dei cattolici. Vedi, caro Bersani, avevo già scritto una lettera simile a questa nel 2001, dieci anni fa: al segretario del mio partito di allora, il Ppi, contestavo l’idea di avviare un processo di scioglimento che avrebbe significato annessione al Pds. Nel 2007 avevo sperato di essermi sbagliato. Oggi mi accorgo di aver avuto vista lunga. Mi dispiace, ma io non ero iscritto al Pds allora e non voglio essere iscritto al Pds oggi. Forse davvero avremmo dovuto essere più coraggiosi e non cedere a chi volle frantumare il cattolicesimo politico fino a renderlo irrilevante. Ma è un discorso che approfondirò altrove, nell’attività pubblicistica che spero vorrai seguire.

    Ho scritto fin troppo. Resta solo lo spazio dei saluti, che sono cordiali e senza alcun rancore. Ma un Pd così non è una speranza per il paese. Spero che tu te ne renda conto, che tu possa rinunciare dunque all’idea di candidarti premier, lasciando spazio a una nuova generazione di leader democratici non cooptati e aperti, che sul territorio a macchia di leopardo si sta formando. A loro darò una mano volentieri. A te potrei dare solo il mio voto, ma senza la convinzione di vedere grazie a te cambiare l’Italia, perché l’Italia del futuro possibile tu non sai immaginarla. Non è colpa tua, ma dopo la rapina subita dalla mia generazione io di un politico sessantenne non mi fido più.

    Con sincerità
    Mario Adinolfi

    Pubblicato 12 anni fa #
  5. lulla

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    Membro

    Avrei le mie idee, ma non so se posso esprimerle, senza che mi si dia della reazionaria, political correct (come il cofee alla borgo grappa), estremista di sinistra, protestante, giudaica, buddista, vudù, animista, animala, bestia senza dio e chi più ne ha più ne metta. Non capisco comunque perchè certi valori debbano essere per forza universalmente cristiani e certi no. Forse sono liberale?

    Pubblicato 12 anni fa #
  6. A.

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    Moderatore

    @Lulla , Esprimili, i tuoi pensieri, e fregatene delle reazioni. In questo forum c'è la massima libertà.

    Pubblicato 12 anni fa #
  7. Esprimi, esprimi.

    Pubblicato 12 anni fa #
  8. vittimismo retorico... Lulla esprimiti... ma lascia anche agli altri la facoltà di esprimersi e, nel caso, criticare.

    Pubblicato 12 anni fa #
  9. lulla

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    Membro

    Vittimismo retorico. Questa è carina. L'aggiungo. Scusa Tor, quando ho tappato la bocca a qualcuno? Poi in un parco simile! Aspettate che alla povera vecchia pecora passi l'emicrania che da ieri l'ha presa e che abbia 1 ora almeno tutta disponibile e cercherà di esprimersi anche lei. Bee ..bee..bee..

    Pubblicato 12 anni fa #
  10. sensi da trento

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    Membro

    Oggi ho letto la lettera di dimissioni dal PD di Mario Adinolfi. Mi ha fatto riflettere.

    sull'unità dicono che adinolfi è un fregnacciaro in cerca di pubblicità.

    adinolfi

    nulla di strano che un fregnacciaro ti abbia fatto riflettere; tra colleghi....

    Pubblicato 12 anni fa #
  11. Faceva prima a scrivere che gli sta sul cazzo e faceva prima.

    Pubblicato 12 anni fa #
  12. A.

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    Moderatore

    Adinolfi si vuole accreditare come un Ferrara de gauche.

    Ps. Bassoli, poi mi spiegherai cosa caspita c'entri Adinolfi con la ratio di questo tread

    PPS. Sensi si è convertito all'antiberlusconismo. In Fb è tutto un gridare "Berluscone dimettiti". Ciò mi perplime

    Pubblicato 12 anni fa #
  13. Più corretto sarebbe dire che Adinolfi vuol diventare un nuovo Ferrara. La stazza (fisica) c'è.

    Pubblicato 12 anni fa #
  14. A.

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    Moderatore

    Pubblicato 12 anni fa #
  15. lulla

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    Membro

    Vabbè, anche se la testa mi duole ancora e non piove... Sta lettera di Adinolfi m'ha proprio infastidita. Primo perchè lui insiste sul suo credo confessionale e sui valori assoluti (per lui) che professa. Probabilmente perchè io ho sempre scansato i movimenti che si fondavano su un credo religioso. Ognuno ha diritto a essere e professare quello che vuole, ma poi in politica deve rappresentare tutti, anche quelli che sono mussulmani o semplicemente atei. Marino, fervente cattolico, è così. Lui, Aidolfi, si dice deluso della mancata ibridazione ibridazione delle culture senza annullarle, tanto che aveva fin proposto un referendum sul matrimonio omosex ("proprio io, che sono "ferocemente" contrario a esso"). Allora o è ingenuo o in malafede. A quanti vuoi che interessi il matrimonio omosex e che riuscita avrebbe potuto avere un referendum di tal tipo? Sarebbero andati a votare quattro gatti di quelli che la pensano come me e poi tutti quelli che ne hanno terrore, soprattutto i parenti degli omosessuali ricchi, disperati dall'idea che alla loro morte l'eredità vada a quell'altro e non a loro. Poi tutta la storia delle giovani generazioni che non riescono a prendere il posto dei vecchi ai vertici del partito. Allora, ho frequentato per un annetto una "cellula", quella del mio quartiere, giusto per rendermi conto. A parte il disastro totale, la povertà di idee e chi più ne ha ne metta, di giovani non ne ho visto neanche uno. Ho due figli: una di 41 anni e l'altro di 27. Tutti due hanno frequentato due prestigiosi licei romani, la maggior parte dei loro compagni era molto interessata alla politica, ma nessuno di loro ha mai pensato anche lontaneamente di entrarci. Ci sono quattro giornalisti, due al Fatto, mi sembra, al Manifesto e uno a Repubblica, qualche fisico felicemente all'estero, due avvocati, qualche architetto, qualche filosofo precario all'Università, un'insegnante, etc. Ma nessuno che abbia intrappreso la carriera politica, neppure quello con il padre deputato. Eppure è una carriera dove si possono far soldi, senz'altro potere. Non credo che si siano proprio posti il problema. Forse troppo idealisti? Quando é uscito Matteo Renzi, proprio non lo potevo vedere. Mi sembrava uno che si fosse sbagliato, che avesse infilato la porta del PD perchè non aveva visto che mancava la L. Arrogante, un pò ignorante. Ora si è un pò ridimensionato, forse perchè qualche smusata se l'è presa pure lui. Forse per far politica oggi bisogna avere poche idee?
    Che dire ad Adinolfi? Ha fatto proprio bene ad andarsene. Le defezioni ci addolorano sempre un pochetto, ma ci danno anche sollievo. Almeno a me. Asta...

    Pubblicato 12 anni fa #
  16. zaphod

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    Fondatore

    Brava Lulla... hanno rotto i coglioni questi che sanno tutto loro però non li lasciano fare e allora se ne vanno. Però nella letterina di addio danno i consigli.
    Mo', io non sono iscritto al Pd, ma se lo fossi gli risponderei: "A Adino', ma te ne sei annato? Sì? E allora non rompe' più i coglioni. Te piace Renzi, ma non sopporti più l'idea di stare nello stesso partito? Fatevene un altro oppure sposatevi. Che vi devo dire?"
    Ma io non sto al Pd.
    Sto all'Anonima Scrittori.
    E scrivo.

    Pubblicato 12 anni fa #
  17. sensi da trento

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    Membro

    non c'entra niente però m'ha fatto ride....

    Pubblicato 12 anni fa #
  18. lulla

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    Membro

    Tor, neppure io sono iscritta al Pd. L'ho fatto un anno, anzi l'ha fatto tutta la mia allegra famigliuola, per dar una mano e un voto per la candidatura alle primarie di un nostro amichetto mattarello, che invece è stato trombato seduta stante. 20 euri ci ho pure dato! So in quale compagine ti muovi, anonima a parte.

    Pubblicato 12 anni fa #
  19. zero71

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    Membro

    è zaf. Tor è quello della retorica. Comunque su adinolfi concordo. E poi l'ho visto per due mesi fermo dentro i bar tra via Arenula e Santa Maria sopra Minerva, non me pare uno che proprio s'ammazza de fatica ( a parte la stazza)...

    Pubblicato 12 anni fa #
  20. lulla

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    Membro

    E il comunicatino stampa a pagamento di Della Valle? Dite dite che comincio a divertirmi.

    Pubblicato 12 anni fa #
  21. k

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    Membro

    Sì, mi stanno sui coglioni pure a me,
    sia Adinolfi che il Renzi che tutti gli altri che volete voi.
    Ma ciò non toglie che ogni cosa brutta
    che dicano del Pd e della sinistra intera,
    sia purtroppamente e dolorosamente vera.

    Pubblicato 12 anni fa #
  22. ogni cosa brutta
    che dicano del Pd e della sinistra intera,
    sia purtroppamente e dolorosamente vera

    Ora, io tendenzialmente concorderei con te, Kappa, ma davvero mi sfugge in cosa il Pd sia di sinistra...

    Pubblicato 12 anni fa #
  23. big one

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    Membro

    ma davvero mi sfugge in cosa il Pd sia di sinistra...


    Alcuni giorni fa un mio amico scherzava (scherzava?) sostenendo che quelli del PD siedono sui banchi di sinistra solo perché gli altri sono già occupati...

    Pubblicato 12 anni fa #
  24. A.

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    Moderatore

    "Della Valle ha commentato il tuo Stato" (Bacheca FB)

    Pubblicato 12 anni fa #
  25. scherzava

    Davvero mi sfugge in cosa il tuo amico scherzasse...

    Pubblicato 12 anni fa #
  26. big one

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    Membro

    lui pensava di scherzare....

    Pubblicato 12 anni fa #
  27. Spotlight

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    Membro

    Mah, io la penso come Prezzolini.
    Qui se proprio vogliamo, la reductio ad unum dei problemi italiani può sintetizzarsi nel fatto che ci sono furbi e fessi un po' dappertutto: nella destra come nella sinistra, nel sindacato come in confindustria, nel PD come nel PDL (forse oggi più nel PDL, si sa, è più facile trovare tanti furbi sul carro del vincitore).
    Il problema è che i fessi fanno le spese dei furbi.
    Che i fessi si coalizzino contro i furbi è una vana speranza.
    Primo, perché sono fessi.
    Secondo, perché i fessi intelligenti non sono ascoltati dagli altri, che sono stupidi ed incolti, e non li capiscono.
    Questo scriveva Prezzolini negli anni '20.
    Metto a disposizione di Zaphod il "Codice della Vita Italiana". Glielo mando via mail, a disposizione della comunità.
    Ciao

    Pubblicato 12 anni fa #
  28. lulla

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    Membro

    E' vero, ma non credo che esistano solo fessi e furbi. Esistono anche quelli che non sono del tutto fessi e che non vogliono fare i furbi, ma probabilmente oggi si sentono 'vagamente' stritolati tra le due categorie. E cercano di defilarsi.
    Oggi sul domenicale del Sole 24 c'era il fondo di Roberto Napolitano (che in genere non mi fa impazzire, troppo cielleino), si intitolava "Padoa-Schioppa, i giovani e il senso di responsabilità". Dopo aver ricordato la figura dell'economista ed espresso il sincero rincrescimento per la sua dipartita (pare che ora tutti lo elogino, tanto è morto, prima lo trattavano da deficiente), ha ricordato che il giorno dopo l'infelice frase sui bamboccioni, lui andò a trovarlo al ministero. Pad.sch. gli disse: "Il termine è forse sbagliato, di certo infelice, ma io, mi creda, ho timore di una società in cui non ci sono momenti di severità, dove un ragazzo non è chiamato a fare fronte alle sue responsabilità con le sue forze. La resposabilità collettiva deve partire da quella individuale, e questo vale, a maggior ragione, per la generazione così sfortunata dei nostri giovani che si trova - e ancor più si troverà - ad affrontare difficoltà che noi non abbiamo avuto, soprattutto se laureati".
    Questa sera a cena li avevo tutti i miei figli (solo due!), i morosi e tre amici loro. Abbiamo parlato proprio di questo e loro mi dicevano che la politica li stomacava. Colpa della mia generazione? Ma anche molti miei coetanei erano già stomacati, solo che la stomacatura di allora li aveva portati alle BR. Che cosa è successo? Berlusconi è entrato in politica perchè, da furbo qual'è, aveva perfettamente capito che il campo era completamente libero. D'accordo c'è stata la televisione, ma mi sembra così cretino dare colpa solo alla tv. Il benessere, il consumo, la caduta dei valori, la liquidità di Bauman, la famiglia che da patriarcale diventa mononucleare, per cui lo spostamento del controllo sociale, la morte della figura paterna come autorità, le donne che finalmente fanno quasi o meglio apparentemente il cazzo che gli pare, la gente che non va più a confessarsi dal parroco... chi più ne ha, più ne metta. Ora che famo? Potrei dire che me ne frega a me che ho 68 anni e sono vecchierella, ma mi dispiace. Per tante cose vorrei tornare un pò indietro per scegliere un'altra strada, per certe altre proprio no. Forse bisogna proprio cambiare strada.

    Pubblicato 12 anni fa #
  29. A.

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    Moderatore

    La Confindustria, gli industriali, adesso vogliono far capire che si dissociano,e che è tutta colpa di Berlusconi. Nel 2008 era tutto un esaltare il governo, da parte della Marcegaglia. Gli industriali, e anche la CEI, hanno e come non solo appoggiato, ma proprio sponsorizzato il berlusconismo: e da anni e anni. E ora fanno finta di non entrarci nulla?
    Tutti a dire: "colpa sua , colpa sua sua". "politici blutti e cattivi!!". "cacca!"
    E a volersi smarcare, e prepararsi a sponsorizzare un nuovo loro prestanome. Salvo poi mollarlo, indignati quando anche questo dovesse fallire.
    Come nel fascismo.

    E voi state a fare le pulci al PD e alla cosiddetta sinistra. Cosa pensate che farà FLI?

    Pubblicato 12 anni fa #
  30. Non si tratta di fare le pulci. Se ti differenzi dal tuo avversario per la sola proposta di una politica più onesta a parole (a cui non sempre, pare, seguono i fatti), non puoi pretendere di venire identificato diversamente.

    Pubblicato 12 anni fa #

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