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Politica generale

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  1. k

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    ... che è comunque più forte - seconda in classifica - di quella di Lorenzo o Carlos Bianchi.

    Pubblicato 9 anni fa #
  2. ... ma sempre meno forte di quella di Liedholm o Capello...

    Pubblicato 9 anni fa #
  3. k

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    Membro

    Non confonda Liedholm con un suo capello, ma - per tornare al presente - forza Latina, forza Lion Alato: Ternana 0, Latina 2 (21/2/2015).

    Pubblicato 9 anni fa #
  4. A.

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    Moderatore

    Mi sono sempre chiesto, attraverso una specie di esperimento mentale, come sarebbe stata l'Italia se i nazifascisti avessero vinto la guerra. Un mio amico mi ha appena mandato questo documento, che riporta la costituzione della Repubblica sociale italiana, quella di Salò per intenderci, elaborata ma mai entrata in vigore. Ovviamente si tratta di un esperimento di futurologia storica, una specie di distopia, ma. Entro questo limite è molto interessante, anche per una certa discussione che si faceva anni fa circa il portato fasciocomunista dell'esperienza repubblichina, Che costituisce, mio avviso, il vero margine critico nei confronti della locuzione fascio comunismo. http://www.dircost.unito.it/cs/docs/repubblica.htm

    Pubblicato 9 anni fa #
  5. k

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    Membro

    No, A, l'ucronia è un gioco da non fare, perché non porta in nessun posto. Il reale infatti è razionale - diceva uno - e se la storia è andata così, è perché non poteva andare in nessun altro modo: date quelle premesse, quegli esiti non erano che necessitati.
    Nello specifico, lei non deve valutare e credere la Rsi per ciò che a volte diceva di essere (e ripeto a volte), ma per ciò che effettivamente essa fu. Ciò che diceva, era "in articulo mortis". La socializzazione delle imprese non l'hanno mai fatta da nessuna parte. E' rimasta scritta e basta. E quando Bombacci è andato a parlare agli operai della Fiat per tentare di convincerli a farla, i primi a sabotarlo sono stati i fascisti di Pavolini, segretario del Pfr. E così similemente per la pure promessa libertà politica e pluripartitica. Le Brigate Nere (sempre di Pavolini) andarono ad assaltare le sedi del Raggruppamento socialista, che Edmondo Cione aveva messo in piedi dopo esserne stato pregato da Mussolini. Erano in "articulo mortis" le ripeto: scrissero quelle quattro cose "fasciocomuniste" proprio come il condannato a morte scrive l'ultima lettera alla moglie e ai figli, giurando loro che lui era innocente e santo e non aveva mai fatto niente di male. Ma nella realtà erano oramai ineluttabilmente - e non poteva essere che così - la summa di ciò che erano stati. E' vero che c'erano anche stati Giovanni Gentile e l'"universalfascismo" di Berto ed altri, ma queste non furono che marginalità residuali, sbandierate a chiacchiere ma nei fatti obliterate. Il fascismo della Rsi - nei suoi centri di potere effettivo, nei suoi ranghi e gerarchie e nella pratica di massa più diffusa - fu la summa del peggio che era già stato. Accecati dall'odio e dal livore, essi condussero il Paese alla guerra civile e finirono a rastrellare casa per casa gli ebrei italiani per consegnarli ai tedeschi, rinchiuderli nei vagoni piombati e spedirli nei campi di sterminio nazisti.
    Pensi al futuro, A, futuro che non possiamo costruire ripercorrendo le vie errate del passato. Lasci ai crepuscolari - a Gozzano - le nostalgie per "le cose che potevano essere / e che non sono state". Se sono finite - e in quel modo - una ragione c'è, e questo vale pure purtroppo per il "socialismo reale". Non si può pensare di liberare l'essere umano confinandolo nei campi di concentramento.
    Ciao e stia bene.

    Pubblicato 9 anni fa #
  6. A.

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    Moderatore

    non mi sono spiegato bene.
    Ma fa nulla. Saluti

    Pubblicato 9 anni fa #
  7. A.

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    Moderatore

    Se non si incazza un giorno le dico come la penso.

    Pubblicato 9 anni fa #
  8. k

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    E perché incazzarsi? Io invecchio e peggioro di carattere, man mano che ripenso a quante fesserie posso aver detto in vita mia.

    Quando capita a Latina ci facciamo una camminata.

    Pubblicato 9 anni fa #
  9. A.

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    Moderatore

    Repubblica - Limes, ha ripubblicato il testo di Pennacchi.
    Personalmente non sono d'accordo, in quanto credo che sia una interpretazione interna allo stalinismo, Ma comunque fa pensare*, e meno male che siamo in una democrazia e non in una dittatura, altrimenti né lui avrebbe potuto scriverlo, né io dissentire.
    http://temi.repubblica.it/limes/lautobus-di-stalin/67579

    * Su una cosa non sono d'accordo: che politica ed etica siano distinte. Dopo Auschwitz, questo non è più pensabile, temo. D'altra parte, del resto, anche Hitler ha , dal suo punto di vista, agito secondo il wrost case. E quale sarebbe il motivo per cui condanniamo il nazismo, altrimenti, se non fosse l'etica?

    Pubblicato 9 anni fa #
  10. k

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    Membro

    I tagli apportati penalizzano troppo il testo, che nella sua interezza non è un'apologia dello stalinismo o un tentativo di mascherarne gli errori e gli orrori. Quelli ci sono e li assume tutti, come dato storico di fatto.
    Ciò che quel testo fa, è comparare in termini quantitativi e qualitativi quegli errori/orrori a quelli del liberalcapitalismo, che la vulgata corrente invece assolve, non prende in considerazione o addirittura santifica. Non è colpa mia, A, e non è questione di etica o politica, ma è puro principio di realtà e oggettiva analisi storiografica: lo sviluppo non è mai gratis, in tutte le società e in tutti i periodi della storia. Ha sempre i suoi costi anche drammatici. Ma - quel che per lei è probabilmente peggio - il sotto o non-sviluppo ha sempre costi infinitamente più drammatici del più drammatico sviluppo.
    Le ripeto, A: lei bisogna che prenda atto che non siamo venuti al mondo in un mondo di bene e di giustizia. La natura è maligna. Noi siamo stati gettati nel male. L'unica strada per costruire il bene - drammatica quanto lei vuole - si chiama sviluppo e civilizzazione. E non c'è l'una senza l'altro.

    Pubblicato 9 anni fa #
  11. A.

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    Moderatore

    Rispondo da un duplice punto di vista 1) Da un punto di vista storico 2) da un punto di vista filosofico (soprattutto alle sue ultime due considerazioni)

    1) Storico

    La violenza dello stalinismo era innanzitutto la conseguenza di un progetto di modernizzazione autoritaria e brutale della società russa che si iscriveva nel solco della storia russa.
    Le varie interpretazioni dello stalinismo tentano di spiegare come fu possibile che una tirannide così totale fosse scaturita da una rivoluzione che aveva suscitato tante speranze di libertà oltre che di giustizia sociale:

    - alcuni trovano risposta collegando lo stalinismo alla tradizione autocratica e centralistica del regime zarista;

    - altri vi hanno visto invece una forma inedita di dispotismo industriale, una scorciatoia autoritaria funzionale all’ esigenza di un rapido sviluppo economico; il comunismo si instaura infatti in una società dove il processo di industrializzazione e di modernizzazione è appena iniziato e si assume il compito di una industrializzazione e di una modernizzazione forzate e le più rapide possibili; (e qui mi pare possa inserirsi in gran parte la posizione di Pennacchi)

    - altri ancora hanno cercato le radici del “ fenomeno Stalin” nella storia stessa del bolscevismo, nelle teorie di Lenin e nella prassi antidemocratica inaugurata dai comunisti subito dopo la presa del potere. (Nolte, etc. etc)

    - Altri (soprattutto da Trosky) pensano allo stalinismo come degenerazione burocratica e di destra della rivoluzione comunista.

    Tutte le varie interpretazioni dimostrano ad ogni modo che lo stalinismo è un fenomeno profondamente inserito nella storia della Russia e nella sua tradizione imperiale, ma è anche inseparabile da quella traumatica esperienza modernizzatrice che fu l’industrializzazione forzata, e dalle premesse autoritarie che, già presenti nel pensiero di Lenin e nel sistema sovietico, Stalin sviluppò e portò alle estreme conseguenze, introducendo un sovrappiù di spietatezza e di arbitrio.
    Considerazioni simili valgono anche per la Germania hitleriana; le sue premesse storiche, sia materiali che culturali, sono insite nell’imperialismo e nel razzismo europeo dell’Ottocento. L’antisemitismo tedesco era nato molto prima della rivoluzione russa del 1917: esso era infatti stato teorizzato dal pangermanesimo fin dalla fine dell’Ottocento e non era, in fondo, che la variante tedesca di un’idea imperialista diffusa in tutta Europa. L’idea dell’”estinzione” e dello sterminio delle “razze inferiori” attraversa tutta la cultura europea dell’Ottocento, soprattutto francese e britannica.
    Il genocidio ebraico costituisce quindi in un certo senso un paradigma della modernità piuttosto che la sua negazione. Auschwitz appare infatti come un laboratorio privilegiato per studiare la violenza della modernità. La sua organizzazione industriale della morte ha realizzato la fusione dell’antisemitismo e del razzismo con la prigione, l’industria e l’amministrazione burocratico-razionale.

    2) filosofico

    Che il male (aggressività intraspecifica) sia inerente all'umanità, è un dato di fatto. Diversi filosofi, psicologi e sociologi hanno cercato di spiegarlo, motivarlo, analizzarlo, darne eventuali vie di uscita. ma il fatto rimane. Tra le tante posizioni c'è anche quella che mi sembra essere la sua, ovvero - se ben comprendo - la posizione di Jung, che egli chiama l'Ombra. In un cammino di individuazione occorre integrare i due aspetti l'Ombra e l'Io, Incontrare l’Ombra significa accettarla per permetterle di offrirci qualcosa di prezioso, cercare di eliminare ogni lato della personalità che rispecchia la negatività, significa non avere un buon equilibrio psichico.Per approfondire http://www.antonellasorrenti.it/doc/L'Ombra_-_Carl_Gustav_Jung.pdf

    Una lettura che estenda questa dinamica bipolare agli interi processi storici dell'umanità è stata tentata da vari autori, ma non è il caso qui di evocarli (sintesi si trovano in La terra senza il male di Galimberti, ma anche in diversi libri di Hilmann)

    Lei inserisce un altro elemento, e cioè il fatto che il progresso e lo sviluppo economico concorrano, (talvolta provocatoriamente dice determinano, ma occorra vedere se lo pensi veramente) in ambito storico sociale, a produrre un miglioramento (anche etico?) dell'umanità.
    Questa lettura, che in sintesi chiamerei, materialistico storica, e parte da Marx è anch'essa stata variamente sviluppata.

    Queste due posizioni sono interessanti, sicuramente, specie fuse in una originale e ottimamente scritta sintesi di tipo narrativo, come lei fa in questo saggio, e anche in molte delle cose che ha scritto.

    Ovviamente la sua posizione paga lo scotto di qualunque visione unilaterale (non dialettica): si costituisce non a punto di vista tra i tanti, ma a rappresentazione sic et simpliciter della "realtà dei fatti".
    Ma anche questo è accettabile, dato che qui non stiamo facendo della filosofia, ma ci staimo chiarendo sulle rispettive opinioni.

    Potrei obiettarle altrettante opinioni di altri filosofi, ma poco servirebbe in questo contesto.
    Il punto di vista che una persona ha maturato per risolvere il problema del senso di sé, della storia, dell'equilibrio psichico con cui si trova meglio per interpretare il reale, è un fatto serio e che occorre rispettare.

    Se lei accetta che questo punto di vista possa inserirsi in un dialogo con altri punti di vista, e cercare un confronto dialettico, la cosa si fa interessante, per me.
    Altrimenti dico solo che la rispetto, ma , in sostanza non mi convince.

    Per dirle perché occorre che lei mi dica se le interessa sapere la mia opinione.

    Pubblicato 9 anni fa #
  12. zaphod

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    Fondatore

    Oh, io sarà che vedo le cose in maniera più semplicistica, ma a me quando K dice che "siamo stati gettati nel male" credo si riferisca al fatto che l'uomo di fronte alla natura non può che soccombere: venivamo al mondo (nei tempi ancestrali) nudi e disarmati di fronte a minacce che ci avrebbero annientato senza lasciarci tempo di imprimere le nostre tracce su questo pianeta. Una sola cosa ci ha permesso di sopravvivere: l'organizzazione sociale. L'etica, verrebbe da dire, è sovrastrutturale.

    Pubblicato 9 anni fa #
  13. k

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    Membro

    Sovrastrutturale mi piace.
    E comunque determinano,
    determinano! Se no,
    perché lo scriverei?

    (Certo però che mi interessa,
    ma non a lunga corrispondenza.
    Un contratto romanzi
    purtroppo mi determina.)

    Pubblicato 9 anni fa #
  14. Non sono d'accordo Zaphod: non è stata l'organizzazione sociale a permetterci di sopravvivere ma la legge del più forte. I più forti hanno sopraffatto i deboli e sono sopravvissuti grazie al loro sacrificio. Ed è così anche oggi. Pensa ai politici che guadagnano tutti quei soldi senza fare niente o quasi.

    Pubblicato 9 anni fa #
  15. k

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    Membro

    No, mona. Se era solo per la legge del più forte, stavi ancora allo stato di natura. Nella giungla. E' l'organizzazione sociale che t'ha permesso di sviluppare la tèkne, l'apprendimento e la conoscenza - ossia la civilizzazione - e temperare sempre più, nel tempo, la violenza e la legge del più forte.
    Studi, Bassoli, studi.

    Pubblicato 9 anni fa #
  16. SCa

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    Membro

    È proprio così Bassoli, è stata solo l'organizzazione sociale che ha permesso lo sviluppo dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

    Pubblicato 9 anni fa #
  17. zaphod

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    Fondatore

    Senza l'organizzazione sociale la razza umana si sarebbe estinta senza lasciare tracce apprezzabili nell'evoluzione. Una lettura istruttiva è Il più grande uomo scimmia del Pleistocene di Roy Lewis. Lo pubblica Adelphi. L'ho visto pure da Piermario e Arrigo.

    Pubblicato 9 anni fa #
  18. k

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    Membro

    M'avete rotto i coglioni, reazionari. Arruolatevi nell'Is.

    Pubblicato 9 anni fa #
  19. SCa

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    Membro

    Ed è sempre l'organizzazione sociale che ha consentito la nascita e lo sviluppo non solo della conoscenza, ma anche della religione, con tutto quello che ne consegue. Ancora un altro modo di sfruttare la superstizione e l'ignoranza dell'essere umano. Per una migliore organizzazione, ovvio. D'altra parte anche la violenza è stata incanalata, non è più quella casuale, istintiva e criminale del singolo, ma è ben organizzata, addirittura a livello planetario.

    Dire che senza l'organizzazione sociale la razza umana si sarebbe estinta senza lasciare tracce mi sembra, senza voler offendere nessuno, una banalità. D'altra parte questa non è una peculiarità della razza umana; quasi tutte le forme di vita, se non addirittura tutte, compresi i batteri, hanno una organizzazione sociale, e lo scopo è sempre lo stesso, la sopravvivenza. Perciò l'organizzazione sociale non è una conquista, ma una necessità naturale. La conquista sarebbe quella di renderla migliore.

    Pubblicato 9 anni fa #
  20. zaphod

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    Fondatore

    Be', mi pare sia proprio la tesi di fondo del saggio di K da cui questa discussione prende spunto: l'organizzazione sociale odierna È MIGLIORE di quella del pleistocene, del Medioevo tanto caro a Latouche, degli anni venti in cui i treni arrivavano in orario, ecc.ecc.
    Non è la società perfetta, ma la perfezione è un limite a cui tendere, non un'età dell'oro verso cui tornare.

    A latere: oggi si trova in offerta a €2,99 questo libello che ha tutta l'aria di essere una lettura interessante.

    Pubblicato 9 anni fa #
  21. Minchia se è interessante sto tema.

    Pubblicato 9 anni fa #
  22. SCa

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    Membro

    Io invece questa cosa della decrescita felice la trovo poco interessante, se non altro per la sua scarsa influenza su dinamiche che ormai sono planetarie. Per non parlare del "si stava meglio una volta" - anche se non sono sicuro che sia veramente questo quanto sostengono.
    E' un po' come il "bio". Qualcuno di voi acquista solo prodotti biologici? Io no; anche se li ritenessi effettivamente prodotti migliori, non potrei permettermelo. Sono comunque discorsi da privilegiati che non possono essere estesi a tutti gli altri: tu fai il pollo che razzoli a terra solo perché ci sono altri milioni di polli ammassati in batteria.
    Ma questo non vuol dire che basta andare avanti, in qualsiasi modo, e staremo meglio. Così come non c'è un'antica età dell'oro, non è detto che ce ne sarà mai una. In realtà credo che la nostra possibilità, come singoli, di influenzare gli eventi e la nostra storia sia davvero minima, però...
    Per tornare alla metafora del volpino: sarà che io ho preso la patente da privatista, ma non è detto che lo devi per forza tirare sotto. Cristo santo, l'hai visto che stava sul ciglio della strada, rallenta, no? L'avrai pure visto, prima, il cartello di pericolo attraversamento animali selvatici. Vai piano. Non è detto che devi sempre andare come se stessi in autostrada. Non te l'hanno insegnato all'autoscuola? Devi guidare con prudenza, mantenere la distanza di sicurezza. Gli spazi di frenata li conosci? E devi guardare avanti, sì, ma non con quello sguardo fisso!
    I vari Petrini, Greenpeace e tanti altri sono un po' come il figlio seduto sul sedile posteriore che ha visto la volpe prima di te, che ti ricorda che si guida con la testa, che non stai trasportando dei sacchi di patate, che si può anche arrivare dieci minuti dopo, magari senza lasciarsi dietro una scia di sangue. E che è essenziale non schiantarsi in curva.

    Pubblicato 9 anni fa #
  23. A.

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    Moderatore

    Buona continuazione.
    A.

    «Difetti ereditari dei filosofi. — Tutti i filosofi hanno in comune il difetto di partire dall'uomo attuale e di credere di giungere allo scopo attraverso la sua analisi. «L'uomo» si delinea automaticamente ai loro occhi come una aeterna veritas, come un essere sempre uguale a se stesso in ogni vortice, come una sicura misura delle cose. Ma tutto quello che il filosofo enuncia sull'uomo non è altro che una testimonianza sull'uomo di un periodo quanto mai limitato. La mancanza di senso storico è il difetto ereditario di tutti i filosofi: alcuni di essi arrivano persino a prendere di punto in bianco la più recente configurazione dell'uomo, quale è venuta delineandosi sotto l'influsso di determinate religioni e di determinati avvenimenti politici, come la forma fissa dalla quale si deve partire. Non vogliono imparare che l'uomo si è fatto, che anche la capacità di conoscere si è fatta: mentre alcuni di loro da questa capacità di conoscere si fanno addirittura inventare il mondo intero. Ora, tutto l'essenziale del progredire umano è avvenuto in tempi remoti, molto precedenti a quei quattromila anni che noi approssimativamente conosciamo e nei quali l'uomo non può essersi cambiato di molto. Ma il filosofo vede nell'uomo attuale «istinti», e presume che questi faccian parte dei fatti immutabili dell'uomo e possano pertanto fornire una chiave per la comprensione del mondo in generale; l'intera teleologia si basa sul fatto che si parla dell'uomo degli ultimi quattromila anni come di un uomo eterno, verso il quale convergono naturalmente, sin dal loro inizio, tutte le cose del mondo. Ma tutto si è fatto: non esistono fatti eterni, come non esistono verità assolute. Perciò, da ora in poi, è necessario il filosofare storico, e, con esso, la virtù della modestia.»

    F. Nietszche, Umano Troppo Umano.

    Pubblicato 9 anni fa #
  24. k

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    Membro

    Per A

    Perdoni la mia ignoranza, ma - visto che è un virgolettato - potrebbe anche dirci di chi è? Grazie.

    Per Sca

    Ma vaffanculo, va'. Ma tu l'hai mai vista davvero una volpe - o anche un gatto in amore - che t'attraversi all'improvviso la strada? O un ciclista che sbandi repentino, un bambino che cambi idea giocando, un mattone che ti cada sulla testa? No, per te è sempre colpa di qualcuno, perché tutto si può prevedere e calcolare?

    Pubblicato 9 anni fa #
  25. SCa

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    Membro

    In realtà qualche gatto s'è salvato, nonostante gli attraversamenti suicidi, anche se forse più per il loro surplus di vite che per la mia lungimiranza.
    Ne ho vissuti e visti abbastanza di incidenti per sapere che non tutto si può prevedere; eppure, per una buona parte di questi, qualcuno, per uno di mille motivi, si è semplicemente dimenticato di farlo, di essere previdente.
    A volte, quando guido, ho dei momenti di puro terrore al pensiero di come un istante possa cambiarti la vita o togliertela, e allora cerco di essere più attento, di cogliere intorno a me tutti gli indizi di quello che potrebbe succedere, anche sapendo che se dovesse accadere qualcosa, quel qualcosa, se mi va bene, lo conoscerò solo dopo.
    Eppure, come ben sai k, la maggior parte degli incidenti si può prevedere, o meglio, si sa abbastanza bene cosa potrebbe succedere e come limitare al massimo l'imponderabile. Un conto è lavorare su un tetto senza nessuna protezione, altro è farlo indossando un casco, guanti, scarponi e attaccato a un cavo di sicurezza.

    Ma uscendo di metafora, perché non è di incidenti che stiamo parlando, penso che il genere umano non può che progredire, e le dinamiche con cui questo avviene credo si possano comprendere solo a posteriori - finché non nascerà un tipo di nome Seldon - e che non siano influenzabili se non localmente, almeno su scala temporale.
    Credo che nessuno possa pensare veramente che si stesse meglio in una qualsiasi delle epoche passate. Certo io tornerei volentieri ai miei vent'anni, sbattendomene alla grande di tutti i progressi della medicina, di internet, degli smartphone, e quello che ti pare, ma non tornerei al 1980 con i miei 55 anni.
    Non possiamo che progredire, anche se a guardarci da lontano, su certi aspetti, in migliaia di anni progressi veramente zero, tanto da far pensare che tutti quei filosofi che dice A. tanto in difetto non fossero.
    Però non siamo solo foglie in balia del vento, sul breve periodo qualche influenza possiamo averla e non basta andare solo avanti.

    Pubblicato 9 anni fa #
  26. A.

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    Moderatore

    Nietzsche, Umano Troppo Umano.

    Pubblicato 9 anni fa #
  27. k

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    Membro

    No, Nietzsche no,
    e neanche Junger
    o nessun altro individualista
    assoluto o nichilista.
    La Storia c'è ed è un dato di fatto.
    Lenta, lentissima quanto
    si vuole, ma la vite
    dell'evoluzione umana si muove.

    Mo' mi dispiace ma ciò da lavorà.

    Pubblicato 9 anni fa #
  28. cameriere

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    Membro

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    Pubblicato 9 anni fa #
  29. cameriere

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    Membro

  30. cameriere

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    Membro

    Würstel case

    Pubblicato 9 anni fa #

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