Vabbe' è settembre, l'estate è finita o forse dovrei dire che non è mai iniziata.
Portiamoci avanti col lavoro.
Questo paese ha un problema serio che si chiama Matteo Renzi.
Il suo esecutivo è solo un esecutivo di rappresentanza, belle statuine che scaldano le sedie.
Il primattore resta lui, l'eterno adolescente-sognatore, l'ex scout con le spalle ben coperte e tante chiacchiere in canna, per stordire qualunque interlocutore e guadagnare sistematicamente tempo, parlando di improbabili rivoluzioni e fantomatiche riforme che non ci sarà mai modo di realizzare.
Era quello che doveva fare una riforma al mese, il nostro "Bomba" (come lo chiamavano al liceo, dato che le sparava grosse).
Renzi in questi mesi non ha fatto assolutamente niente per migliorare l'Italia e questo deve essere detto chiaramente oggi, prima che sia troppo tardi, per cominciare a trovare una exit strategy da questa bomba ad orologeria che è l'Italia solo sognata da Renzi, il grande utopista uscito da un film di Pieraccioni, che deve avere preso ripetizioni, a suo tempo, sia da Berlusconi che da Veltroni e, temo, perfino dal primo Rutelli, che almeno non ciancicava.
"Promettere non costa nulla." diceva mio padre.