Anonima scrittori

Forum Anonimascrittori » Anonima Scrittori

Riscrittura del Fasciocomunista

(105 articoli)
  1. zero71

    offline
    Membro

    A Zanoni la Turchia gli ha messo un umorismo pazzesco... spero

    Pubblicato 12 anni fa #
  2. zaphod

    offline
    Fondatore

    Io vedo Fasciocomunista come la seconda parte di Canale Mussolini, in realtà. Scritta prima, ma sempre di una saga si tratta.

    Io su sta faccenda la vedo come A., ma sicuramente A. non ha idea di quanto offensivo possa essere considerato questo inciso.

    Pubblicato 12 anni fa #
  3. k

    offline
    Membro

    Eh no, cazzo, tu non gliela puoi mettere così. Se proprio vuoi, riparti dall'inizio e spiegagli nel dettaglio tutta la discussione sull'eventuale cambio dei nomi eccetera. Vedrai che alla fine è più d'accordo con me che con te.

    Pubblicato 12 anni fa #
  4. k

    offline
    Membro

    Non cominciate a rompere i coglioni che al Cap. 7, pag. 166, rigo 4 e seguenti, c'è due volte il brano "E chi voleva che frequentassi...". L'ho già corretto e soprattutto ho riscritto e rimiscelato l'intero pezzo perché non mi pareva che filasse liscio. Eccolo qua il nuovo, per chi se lo volesse leggere:

    E chi voleva che frequentassi, le dame della Carità? Io mica volevo tornare ogni settimana a casa perché mi mancava la famiglia. Ma che sei matto? Io – diciamo la verità – in primo luogo era per fare l’autostop nella speranza di trovare qualche donna. Non dico proprio quella del Volkswagen, per carità; ma visto che era estate, qualcun'altra hai visto mai? In ogni caso – soprattutto – quello che non volevo perdere era il contatto con i miei, con Lupo e gli altri. Già durante la campagna elettorale il barometro del Federale s’era messo su nuvolo e tempesta. «Che fine ha fatto quello?» pare dicesse a loro ogni giorno: «Il suo posto è qui, non è a Roma». E loro che gli davano pure ragione. Poi, quando ero tornato, fulmini e saette: «Una volta non eri così! Mi stavi a sentire, eri disciplinato, mi chiedevi il permesso». Ma quello che lo mandava fuori dalla grazia di Dio erano i Volontari: «Che volontari e volontari d’Egitto? Qui siamo tutti volontari. A me mica mi pagano». Era il Bava – era il cambio di gerarchie che s’era operato in me – che non gli andava proprio giù. E tutte le volte che il lunedì, dopo che ero ritornato a Formia, trovava in giro per Latina un altro muro con la scritta «Viva i Volontari del Msi», gli pigliavano gli sbocchi di sangue.
    Queste scritte però stavano oramai anche su tutti i muri di Formia. Quell’altro, Fabrizio, mi aveva fatto uscire solo due o tre volte dopo cena – Mirella gli si era dovuta inginocchiare: «Non fa che studiare povero figlio, lascialo andare una sera al cinema» – ma quelle tre erano bastate. Io anche a Formia m’ero andato giustamente a cercare i miei – mica le figlie della Carità, per l’appunto – e con loro ci vedevamo il pomeriggio: con Carlo, un piccolino che studiava perito industriale ed era figlio d’un ferroviere, e poi Peppe, Pasquale, gli altri. E in quelle tre sere abbiamo riempito di scritte non solo Formia, ma tutte le statali fino a Itri, Fondi, Gaeta, Sperlonga e Terracina – ponti dell’Appia e della Flacca, cavalcavia e muri di sostegno – e neanche con le bombolette, ma proprio con i bidoni di vernice, caricati su un furgone del pesce che Peppe aveva preso al porto di nascosto. Un’altra volta invece – ma di pomeriggio – eravamo andati sulla montagna, a fare le prove delle bombe-carta con la polvere da sparo che aveva rimediato da Carlo da uno che faceva il guardiano di una cava di pietra. Un po’ di questa polvere poi – un sacchettino – me l’ero portata a casa a Latina, e la tenevo nascosta dietro i miei libri, nello sportello del mobile in sala. Ci venne buona – o meglio: neanche tanto buona, a dire il vero – per il Psiup. Ma lo vediamo poi.

    Fabrizio però mi metteva in croce etc. etc. etc.

    Pubblicato 12 anni fa #
  5. A.

    offline
    Moderatore

    Zafod, ma mo' pure se esprimo un libero giudizio rischio di offendere? Insomma, boh. ditemelo, se me devo sta zitto, e basta.
    Mi dispiace solo che in questo periodo non ho proprio tempo per leggere attentamente, sennò avrei volentieri contribuito.
    Un saluto a tutti.
    ale

    Pubblicato 12 anni fa #
  6. zero71

    offline
    Membro

    Allora, sugli ultimi sei capitoli:

    Pag 190 rigo 24: A uno alla fine sono andato a prenderlo… non si capisce bene chi sia andato a prendere e perché. A uno per menargli? Un bicchiere d'acqua da dare a qualcuno? Non è una frase chiara, mi sembra, anche nel contesto.

    Pag 192 rigo 10: qualche un uovo o un’anguilla credo vada tolto "qualche"

    pAG 216 quint'ultimo rigo: la parola corretta è frazione come riportato nel testo o è un errore per fazione?

    pag 227: l'aggiunta che suggerisci in calce (quella evidenziata) al testo per me ci sta bene tutta

    Pag 243: queglialtri è scritto apposta tutto attaccato?

    pag. 245: spunta il nome di Volfango senza che ancora si capisca chi è (in verità manco dopo tanto, se non che è uno dell'entourage). La cosa mi ha confuso per due secondi perché pensavo che fosse uno che mi ero perso per strada...

    Pag. 255: dopo ma lei no manca il punto

    Pag. 260: La storia delle ragazze che remano funziona meglio secondo me se messa appena si parte col pattino (ci vuole una re-inventio). La figura di merda è stata già fatta all'andata e Serse non può dire "che figura" solo al ritorno (perché solo al ritorno Accio può ribattere "io almeno mi sono buttato"). Credo.

    Pag. 287: rigo 12: e li ha convinse

    Pag. 287-288: Il capitolo 12 inizia dicendo che Accio viene mandato a Bari. Non che ci fossero gravi rischi... però poco dopo, (pag.288) Poi da Latina hanno fatto sapere che non mi cercavano più, potevo tornare quando volevo perché Bompressi era morto d’infarto quindi c'era il rischio che lo arrestassero per omicidio preterintenzionale; c'erano dunque i gravi rischi. Poi sono scemati ma quando l'unione lo manda Bari c'era il pericolo che lo arrestassero, serio.

    Pag 290: non si capisce bene. e hanno finito per sequestrare le mie poesie. Non che non lo meritassero, ma più che dure erano brutte. Meritassero cosa? di essere sequestrate? Oppure bisogna eliminare "lo" e sarebbe che non meritassero (considerazione). Ad ogni modo le parole successive, ma più che dure (chi l'aveva mai detto che erano dure? e che vuol dire?)... ecco, sta frase non sono riuscito a comprenderla, cioè ho capito che erano brutte e dure, ma che meritassero il sequestro della polizia è un salto logico (o umoristico) che ho fatto fatica a fare.

    Pag 292: Non sarebbe forse meglio che Ah fresca! sia scritto a fresca o in qulasiasi modo sia possibile distinguerlo da Ah esclamazione, gemito ecc. (sarebbe articolo romanesco per l'italiano LA fresca, no?) ?

    Pag 299: Intanto ci riscritti all’università manca siamo e poi c'è ostiato sulle tracce di quella Cristina che dovrebbe essere ostinato anche se ostiato darebbe proprio l'idea di chi si è appiattito, azzerbinato (da ostia). Però non esiste, credo.

    Bene fin qui le segnalazioni generali sui capitoli che mancavano. Ora una cosa che non va corretta o rivista, solo una mia impressione:
    Non so quante volte ho letto sto libro. Tutte le volte mi destabilizzano due frasi. Due frasi che sono l'inizio e la fine di un ciclo, di un'anularità, secondo me.

    All’improvviso m’erano usciti dei peli e subito dopo m’era spuntato sto palo

    Adesso non mi facevo più le pippe, mi facevo le pere

    Per motivi di versi la faccenda dei peli e del palo, come delle pippe e delle pere non mi piace. E non perché sia contro le parole con la p, la lettera che sottolinea l'anularità e il filo rosso, pippe, palo e pere.
    M'era spuntato sto palo a me francamente sembra una discesa di tono che non ci sta molto coi ricordi di Accio da ragazzino. E nemmeno con l'ingenuità che traspare bene anche dai suoi primi istinti sessuali. A me sembra una bella battuta un po' fuori contesto. E fuori tono, fuori "momento". Starebbe bene in altri momenti raccontati della vita di Accio, non lì. Cade come un fulmine a ciel sereno, chiedo scusa per la banalità.
    L'altra frase, pippe-pere, funziona meglio (è pur sempre una dipendenza), ma l'eroina entra talmente di striscio nella storia (così come ne esce) che a me sembra inutile. E la frase sembra addirittura metterlo in evidenza. é vero che c'è il precedente delle pasticche ma è più articolato, descritto e funzionale. Questo delle pere sembra un po' tirato via seppur rinominato (al Boden Bar e la disintossicazione a zappa). NOn so, a me dà l'idea di una mancanza di "massa", di ciccia storica.
    Lo volevo dire perché io amo il fasciocomunista e continuo a preferirlo su tutti. E ste due frasi non riesco a assimilarle. Vai tu a capire che mi passa per il cervello...

    Pubblicato 12 anni fa #
  7. zero71

    offline
    Membro

    Devo dire un'altra cosa:
    stamattina ero in macchina con mia moglie. Abbiamo girato per entrare al parcheggio del Conad da via degli Aurunci. Per entrare c'è un passo carrabile. Mia moglie è entrata un po' sparata ma poi ha dovuto fermarsi a mezzo cancello perché arrivava un'auto di fronte. Un pedone sul marciapiede -un signore sulla sessantina coi calzoncini corti e un grappoletto d'uva in mano - ci ha urlato nel finestrino: "Signora, questo è un marciapiede!" Io mi sono sporto dallo stesso finestrino, ho guardato la nostra posizione e ho detto: "E vabbe', è un marciapiede, però abbiamo incontrato un ostacolo..." e in verità la mia frase sarebbe continuata così: "non è che i pedoni non devono in nessun caso doversi fermare" - perché lui era indietro quando già stavamo entrando - "comunque scusi." Però quello, quando sono arrivato a "ostacolo" m'ha interrotto, parlandomi sopra e ha detto."Perfetto! Lei è il classico cittadino di Latina! Piuttosto che chiedere scusa risponde male!" o qualcosa del genere. Ora, se c'è una cosa che non mi devi dire è: classico cittadino di Latina. E poi io a quello gli stavo per chiedere scusa. Però l'atteggiamento da predicatore, da quello che ti deve insegnare, totalmente pregiudiziale, che si era fatto l'idea degli occupanti dell'auto e gliene doveva dire quattro m'ha fatto saltare la mosca al naso. Quello in realtà non voleva proprio che gli chiedessi scusa, voleva approfittare della situazione per porsi al di sopra delle parti. Cioè, non lo so se è così; questo è quello che è passato per la testa a me in un microsecondo. E poi mi ha detto classico cittadino di Latina. Lo stronzo. Insomma, ho staccato la cintura e stavo per uscire. Non so che volevo fare, però ho pensato:"scusa? ma io a questo lo gonfio!". In quell'istante mia moglie è ripartita, con lo stronzo che diceva:" e adesso che fa? scende? così diventa anche delinquente?"
    Dentro al Conad non pensavo ad altro che andarlo a cercare. M'è passata verso le tre di pomeriggio. Io Accio non lo leggo più.

    Pubblicato 12 anni fa #
  8. k

    offline
    Membro

    Ah, è per questo che sei arrivato tardi a Tor Tre Ponti, eh?
    E me lo potevi pure dire però. Che cazzo ci mettevamo, con la macchina mia, ad andarlo in cerca e riempirlo di catenate?

    Pubblicato 12 anni fa #
  9. zero71

    offline
    Membro

    Pubblicato 12 anni fa #
  10. Woltaired

    offline
    Membro

    Dopo questa dichiarazione forse è meglio che gli togli subito la storia del palo, mica che la prossima volta che scende lo fa su un viale e poi gli tocca divorziare!

    Pubblicato 12 anni fa #
  11. rindindin

    offline
    Membro

    che bella cosa che state facendo! peccato non poter dare un mio contributo...

    Pubblicato 12 anni fa #
  12. zaphod

    offline
    Fondatore

    Per A.
    Mica te la devi pigliare a male, io ho sottolineato subdolamente quello che avevi detto tu per portare acqua al mulino di una mia posizione sostenuta durante una discussione sulla riscrittura di Accio.
    Come giustamente richiesto da k, vado a esplicare.

    Dunque.
    Eravamo tutti a cena al ristorante Impero e si era bevuto un po'troppo un po'tutti. C'eravamo io, il Torque, K, Antonio Franchini, Federica Manzon e Mario De Laurentiis, che però è stato tutta la sera impegnato tra iPhone e iPad per questioni di lavoro. Dopo aver - durante l'ottima cena - buttato giù a grandi linee le strategie editoriali dell'Anonima e di Mondadori per la stagione 2011-2012, arrivati al caffè e ammazzacaffè ci rilassiamo e iniziamo a parlare del più e del meno.
    Per interrompere una cavillosissima discussione tra Franchini e il Torque sull'utilizzo delle fasce da parte di Luis Enrique, K butta lì un argomento a caso per cambiare discorso.
    "Sto a riscrive Il Fasciocomunista."
    Nessuno lo fila perché tutti sanno che K riscrive continuamente i libri che ha già pubblicato. Solo la signora del ristorante alza gli occhi al cielo e sospira: "Dio bono adesso me ne tocca comprare un altro," e minaccia K di non farlo più entrare nel locale se cambia una sola virgola di Canale Mussolini.
    "No, davvero," fa ancora K, cercando di attirare l'attenzione con il vocino flautato che tutti conosciamo, "volevo un consiglio su una questione."
    Adesso, visto che se uno ti chiede un consiglio garbatamente - e soprattutto se ha fatto girare sei milioni di euro per le casse della casa editrice di cui sei responsabile - è scortesia non prestargli attenzione, Antonio Franchini si gira verso K, alza il bicchiere della grappa in un brindisi appena accennato e si appoggia allo schienale della sedia.
    "Sentiamo," dice.
    "Ma voi che dite," fa K, soddisfatto dell'attenzione ricevuta, "li cambio o no i nomi degli zii di Accio? Nel Fasciocomunista si chiamano Carlìn, Menego e Piero. In realtà lui è un Benassi, figlio del Benassi e di zia Santapace Peruzzi di 'Canale Mussolini', e Carlìn è zio Adelchi, Menego è zio Iseo e Piero è zio Cesio. Voi che dite?"
    Franchini trangugia la grappa in un sorso.
    "Lascia tutto com'è." E si alza per andare in bagno.
    C'è un attimo di generale imbarazzo.
    Io approfitto dell'alcool che m'ha sciolto i freni inibitori e, soprattutto, della momentanea assenza di Franchini per prendere una posizione e trovare le argomentazioni a supporto.
    Mi piacerebbe trovare esempi "alti" nella storia della letteratura e maledico tutti quegli anni di liceo spesi a cazzeggiare e sulle storie di Urania, quindi mi arrangio con quello che trovo sottomano.
    "Io invece sarei per l'adeguamento visto che nel Canale c'è Manrico e il collegamento è evidente. Fanno parte dello stesso universo narrativo, lo fa Stephen King nella sua geografia alternativa del Maine, lo ha fatto Asimov collegando il ciclo dei robot a quello della Fondazione, non lo puoi fare tu che parli di personaggi reali?"
    Mentre parlo mi ristramaledico.
    "Non è possibile," penso, "questo lo hanno paragonato a Verga e Manzoni e io butto in mezzo Asimov e Stephen King."
    Infatti fanno tutti educatamente finta di niente. Manzon ordina un altro giro di grappe, De Laurentiis chatta su facebook e il Torque cerca di imbastire una storia per cui non è vero che siamo parenti, ma uno di noi due deve essere stato adottato.
    Torna Franchini e si siede con l'aria di chi è consapevole di essersi perso qualcosa.
    K lo guarda.
    "Lo sai che pure Ivana m'ha risposto come te."
    Poi si gira verso di me.
    "Tu invece m'hai proprio convinto del contrario. Una cosa è lasciare un indizio come Manrico in Canale, altra cosa è dichiarare proprio la serialità. Si creano troppe interferenze tra un libro e l'altro. Non è più letteratura."
    Dentro di me tiro un sospiro di sollievo perché almeno mi sono meritato una risposta però mi rode il culo per quell'accenno alla letteratura - come se quelle fossero questioni "da grandi" che noi comuni mortali non possiamo capire - e so già che gliela farò pagare alla prima occasione.
    Per fortuna interviene Federica Manzon a stemperare.
    "Si potrebbero benissimo cambiare i nomi ma è un tipo di operazione poco letteraria, che ci sta in alcuni casi e per alcuni tipi di romanzo. E' vero che Il fasciocomunista e Canale Mussolini sono due parti dell'identico mondo in momenti diversi, ma unificarli in questo modo significa sottolineare l'elemento di comunanza (come si fa con le cose seriali) e invece secondo me devono rimanere nel loro valore letterario autonomo, visto anche che il collegamento è in ogni caso evidente. Secondo me, sono possibili entrambe le strade ma tenere i nomi diversi è la scelta di profilo letterario più alto, per inciso, King e Asimov sono due esempi di grandissimi scrittori, ma scrivono libri radicalmente diversi da i suoi e la loro scelta è coerente ed efficace con la loro poetica, molto letteraria, ma a mio avviso diversa dalla sua."
    Quando beve Federica Manzon diventa evidentemente prolissa, apprezzo comunque lo sforzo di darmi il contentino e decido che prima o poi il suo romanzo me lo leggo.
    Il Torque decide che siamo ancora cugini e alla fine ci giriamo tutti verso De Laurentiis che alza lo sguardo dalla playstation e dice "sì, sì, ciavéte ragione voi."
    "Vabbè," a quel punto mi alzo e sventolo bandiera bianca, "non mi avete convinto, ma fate un po' come vi pare."
    Alzo il bicchiere e brindo alla nuova avventura di Accio.
    "E poi," concludo, "che non vogliamo lasciare qualcosa da ricorreggere pure perl'edizione successiva?"

    Pubblicato 12 anni fa #
  13. SCa

    offline
    Membro

    Spero che all'edizione successiva k non ci ripensi perché credo che abbia perfettamente ragione:

    Si creano troppe interferenze tra un libro e l'altro. Non è più letteratura.

    A me l'operazione di Asimov di collegare il ciclo dei robot con la fondazione non è mai andata giù.

    Pubblicato 12 anni fa #
  14. zanoni

    offline
    Membro

    il punto e': se non ci fossero state edizioni precedenti e se quella di cui stiamo parlando fosse non una riscrittura ma la prima stesura del fasciocomunista, K quali nomi sceglierebbe? Carlìn, Menego e Piero, oppure Adelchi, Iseo e Cesio?

    Pubblicato 12 anni fa #
  15. zaphod

    offline
    Fondatore

    Bravo Zanna...

    Pubblicato 12 anni fa #
  16. Spotlight

    offline
    Membro

    Diamine, mi son perso questa novità e ringrazio Zaphod di avermi informato. Fra l'altro proprio nel pieno dell'aneddoto dell'Impero.
    Mi darò da fare per recuperare.

    Pubblicato 12 anni fa #
  17. k

    offline
    Membro

    "il punto e': se non ci fossero state edizioni precedenti e se quella di cui stiamo parlando fosse non una riscrittura ma la prima stesura del fasciocomunista, K quali nomi sceglierebbe? Carlìn, Menego e Piero, oppure Adelchi, Iseo e Cesio?"

    Ma che te stai a fuma', lì in Turchia? E quell'altro che risponde pure:
    "Bravo Zanna..."

    Poi dice che uno non gli mena. Ma mi sapete spiegare allora perché quello stronzo di k - nella realtà di fatto e al di là di ogni periodo ipotetico coperto dal se - quando non si trattava affatto di una riscrittura, bensì di mettersi a scrivere per la prima volta Canale Mussolini, a quegli altri tre stronzi che aveva già a disposizione dal Fascio non gli ha lasciato i loro nomi di Carlìn, Menego e Piero, ma gli è andato a mettere Adelchi, Iseo e Cesio? Anzi, pure Pericle nel Fascio è zio Luigi, "il fratello di mamma disperso in guerra in Africa orientale" che è il padre di Mirella, la moglie di Fabrizio di Formia, dovo lo ospiatno e lo rifanno studiare. E sta Mirella chi è? Come cambia pure lei nome in Canale? Lei è Adria compagni miei, la figlia più grande dell'Armida.
    'Il fascio' e 'Canale' sono due libri diversi. Stop. Benassi & Peruzzi non nomansi Fantozzi. Tutto qua.

    Pubblicato 12 anni fa #
  18. A.

    offline
    Moderatore

    Giorgio Bassani, Il romanzo di Ferrara...

    Pubblicato 12 anni fa #
  19. zaphod

    offline
    Fondatore

    ok... K stavolta mi ha convinto.
    A non l'ho capito, ma è un mio limite.

    Pubblicato 12 anni fa #
  20. Spotlight

    offline
    Membro

    Credo si riferisca al ciclo dei romanzi di Bassani (fra i quali, Il giardino dei Finzi-Contini) ambientati a Ferrara, in cui l'intertestualità regna sovrana.
    P.S. Ma Iliade ed Odissea non sono letteratura?

    Pubblicato 12 anni fa #
  21. Spotlight

    offline
    Membro

    Finita di leggere la prima parte di Accio2011.2. Scorre che è un piacere. Scritto di pancia letto di testa. Per me va bene così.
    Solo un paio di osservazioni: povertà, castità ed obbedienza sono i voti comuni a tutte le congregazioni di frati cattolici e non si comprende perché i Vincenziani debbano essere particolarmente famosi per questo (pag. 11). Forse merita una articolazione diversa.
    A pag 13 è scritto "e è" invece di "ed è". E' intenzionale?

    Pubblicato 12 anni fa #
  22. Spotlight

    offline
    Membro

    Pagina 69: K usa bagnasciuga invece di battigia. Comprendo che, talvolta, arrendersi all'uso comune invece di scrivere, o parlare, con maggiore proprietà sia il male minore. Sarà che vado per mare, ma per me il bagnasciuga resta una parte dello scafo. Così come storco il naso davanti alle piscine olimpioniche.
    Non parliamo poi del fatto che il termine "bagnasciuga" portò male ad un certo Benito che assicurò che "bisogna che non appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su questa linea che i marinai chiamano del bagnasciuga".

    Pubblicato 12 anni fa #
  23. k

    offline
    Membro

    No. Se scrivo battigia non capisce nessuno, se scrivo bagnasciuga invece capiscono tutti, poiché la lingua è un organismo vivente che cambia e muta nel suo divenire. Non c'è nessuna parola al mondo, in termini di significante, che rimanga nel tempo sempre uguale a sé stessa in termini di significato. E i significati nuovi glieli dà l'uso.
    Nello specifico, può anche essere che quando Mussolini usa la parola "bagnasciuga" in quel senso, la usi in modo inappropriato e scorretto. Ma si dà il caso che da quando l'ha usata lui, per tutto il popolo italiano - figuriamoci quindi Accio - la parola "bagnasciuga" significa esattamente quello che intendeva quella volta Mussolini. Costituisce - come si suole dire - il suo apporto alla lingua italiana, come "libro e moschetto" e "l'aratro che traccia il solco".

    Per quanto riguarda "ostiato" invece (Zero71), non è un refuso di "ostinato", ma proprio "ostiato", da hostia-ae latino - vittima sacrificale - ma pure proprio ostia italiano: schiacciato come un'ostia. O anche, volendo: dire le ostie in dialetto veneto, cioè bestemmiare a rotta di collo. Ed è esattamente tutto questo assieme, che fa Lupo sulle tracce di Cristina.
    Ma che ti credi Ze', che qua stiamo a fa' le pizze?

    Pubblicato 12 anni fa #
  24. zero71

    offline
    Membro

    Lo sapevo, cazzo. Ciavevo preso, minchia.

    Mi cito:

    ag 299: Intanto ci riscritti all’università manca siamo e poi c'è ostiato sulle tracce di quella Cristina che dovrebbe essere ostinato anche se ostiato darebbe proprio l'idea di chi si è appiattito, azzerbinato (da ostia). Però non esiste, credo.

    Sulle mie ultime quattro parole il dizionario mi conforta. Però ti prego, se è un neologismo o un hapax o tutte e due le cose, almeno dì al mondo che zero71 è stato il primo a notarlo... quando lo metteranno nei dizionari (zanichelli non aspetta altro)
    fico puttanaeva...

    Pubblicato 12 anni fa #
  25. Woltaired

    offline
    Membro

    sono quasi alla fine della seconda parte.
    più rimaneggiata, ma anche più lineare. poi faccio le pulci, ma mi sa che si tratta al massimo di un paio di tubi di Peractyl e un uccellino. (ma dove è finito il palo? va che mica puoi declassare Accio così, eh!)

    Pubblicato 12 anni fa #
  26. Woltaired

    offline
    Membro

    Parto dalla fine del primo spezzone e ti dico che, pur avendo riletto il pezzo nuovo nel sesto capitolo dopo avere preso atto delle considerazioni tue e di zero, mi rimane un po’ sullo stomaco. Troppo lungo. Anche se leggendolo la seconda volta, da conosciuto, va giù più liscio, non è che uno compra il libro e lo legge venti volte (va beh, magari due, ma non di seguito…). La versione postata qui sul forum aiuta, ma il punto è che, questo frammento, non è lungo di suo, è lungo insieme alla prima parte (che mi piace molto).

    Per la seconda parte non ritengo necessario procedere di capitolo in capitolo.
    I tagli, i rimaneggiamenti e le aggiunte mi sono sembrati tutti talmente in grado di migliorare la fluidità del racconto che ci ho messo un po’ a raccapezzarmi, rileggendo poi le parti corrispondenti, nella seconda edizione.

    Come ho scritto questa mattina, avrei solo qualche inezia che segnalo giusto per non sembrare un adulatore prezzolato, ma che in realtà potrei proprio tralasciare:

    • (pg. 187 ultima riga) Non ci sono più i nomi delle pomate anti brufoli. A me piacevano, così come poi mi gusta trovare, più avanti, la Primula Autobianchi, la JM3 Innocenti e l’Alfa 2600. Sarà semplicemente, perché così, è un po’ come tornare piccolo e rivedere certi scenari. Torno a ripetere: un’inezia.

    • (pg. 189 prima riga) “…mio povero uccellino.” Non mi piace, ma non varierei con nessun altro sinonimo, la scriverei così: “Sentivo solo una sensazione strana di calore, come se mi stringessero due ventose.” (Sappiamo tutti cosa stavano stringendo.)

    • (pg. 194 terza riga) questo non è un appunto, ma un complimento. Trovo che l’accorgersi dello svanire della dimensione eroica dia un colore di tramonto a un’esperienza che, qui, si chiude definitivamente.

    • (pg. 200/201) l’anticipazione dell’episodio di via ventinove settembre, allo stesso modo, comunica qui una dimensione adolescenziale che, invece, rimaneva un po’ banalizzata tra i gettoni dell’autoscontro.

    Altro non ho, se non che l’innesto a pagina 227 ci sta, ma anche senza va bene e che vorrei sapere la marca del lanternino che usava Accio per trovare tutte quelle ragazze con ogni sorta di trauma sessuale.
    (Quella del VW rosso credo abbia sposato un analista che le ricordava il padre, un uomo di vent’anni più grande di lei, con un figlio giovane a cui, lei, ha concesso tutto ciò che negò ad Accio.)

    Stop!

    Pubblicato 12 anni fa #
  27. Woltaired

    offline
    Membro

    Una nota, invece, sugli appunti di zero:
    p. 260, le ragazze che remano: secondo me non è necessario anticiparlo.

    p. 287/288, qui sono d'accordo: il rischio c'era.

    Pubblicato 12 anni fa #
  28. Spotlight

    offline
    Membro

    Due o tre cosette:
    'ndocojocojo è reso con un "dove colgo colgo" che non mi suona granchè. Avrei usato il termine dialettale così: "...alla 'ndocojocojo, dove piglio piglio,..." ma è una sottigliezza.
    Seconda sottigliezza: ma è proprio necessario chiarire che il mattarello è "il bastone rotondo per tirare la pasta"? Forse "mattarello" non sarà di uso comune in tutt'Italia, ma la precisazione mi pare eccessiva.
    Terza: dire "la JM3 di Almirante" potrebbe spiazzare, dai quarantenni in giù. "L'Innocenti JM3 di Almirante" mi pare funzionare meglio.
    Ma sono minimalia.

    Pubblicato 12 anni fa #
  29. SCa

    offline
    Membro

    "...alla 'ndocojocojo, dove piglio piglio,..."

    allora dovrebbe essere 'ndopijopijo

    Pubblicato 12 anni fa #
  30. Woltaired

    offline
    Membro

    A che punto siamo?

    Pubblicato 12 anni fa #

Feed RSS per questa discussione

Replica »

Devi aver fatto il login per poter pubblicare articoli.