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Un museo della nazione, per guardarci allo specchio
Giuseppe Mancini
http://www.ilfuturista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1653:un-museo-della-nazione-per-guardarci-allo-specchio&catid=54:cultura&Itemid=410
Un museo della storia d'Italia. Tra mostre e convegni, cataloghi e inni, inaugurazioni e notti tricolori, le celebrazioni del 150° anniversario della proclamazione del Regno d'Italia – accompagnate da polemiche e dispetti leghisti – rischiano di non lasciare segni durevoli, di svanire in una fanfara d'effimero. Qualche intervento di spessore è stato programmato: il restauro dei monumenti risorgimentali designati “luoghi della memoria”, l'apertura del nuovo museo della Repubblica romana e della memoria garibaldina a Porta San Pancrazio, un nuovo allestimento per il museo nazionale del Risorgimento italiano di Palazzo Carignano (a Torino) prima ridotto a polveroso reliquiario. Interventi di ripristino, riverniciature, adeguamenti. Niente di epocale, di adeguato alla ricorrenza; a parte le grandi opere volute da Prodi, che col Risorgimento però non c'azzeccano nulla: da un nuovo auditorium a Isernia a un nuovo palazzo del cinema a Venezia, dal completamento dell'aeroporto di Perugia a quello del parco costiero di Imperia.
La solennità avrebbe meritato un progetto più robusto e lungimirante, a imperitura memoria: un antidoto solido e non sfuggente alla crisi d'identità – tra sbandamenti politici e culturali – che sta sgretolando il nostro Paese. Non c'ha pensato nessuno, una proposta mancata. Fino a quando Ernesto Galli Della Loggia e Andrea Carandini, sul Corriere della Sera del 21 febbraio, hanno autorevolmente invocato l'istituzione di un Museo della storia d'Italia: "Perché non c'è alcun luogo dove gli italiani possano avere rapidamente l'idea di ciò che il paese è stato ed ha rappresentato nei secoli. Dove possano avere l'esperienza visiva ed emotiva della straordinaria molteplicità delle forme di vita storica, artistica, culturale che esso ha generato e ospitato." E il 2011 può rappresentare il momento ideale per una decisione formale del Consiglio dei ministri, magari su imbeccata pubblica di Napolitano: a coronamento dell'anniversario che stiamo celebrando, per perpetuarlo fino al prossimo giubileo dell'italianità; una scelta che sia condivisa dalle opposizioni: e se la Lega e Tremonti si opporranno, per ragioni propagandistiche o contabili, se ne faccia pure a meno (di Tremonti e della Lega, non del museo). Per il taglio del nastro ci sarà sempre tempo: magari nel 150° anniversario di Roma capitale.
Galli Della Loggia e Carandini non sono entrati nei dettagli operativi, non hanno illustrato la loro idea di museo: e il dibattito che hanno tentato di avviare, salvo poche risposte, non è mai decollato. Disinteresse? No, probabilmente no. Però sarebbe utile discutere sulla base di un progetto sufficientemente sviluppato, un'ipotesi non basta. E un progetto analogo da discutere ci sarebbe: la Casa della storia di Francia fortemente voluta da Sarkozy, che verrà inaugurata nel 2015 nel cuore di Parigi e che già nel 2012 organizzerà la prima grande mostra di presentazione. Chi scrive lo aveva già esaminato e apprezzato, lo scorso ottobre, in un articolo sul Secolo d'Italia, così concludendo: “un progetto che sarebbe stato l'ideale – duraturo e focalizzato – per il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia.” I motivi sono molteplici: l'impulso presidenziale, il lavoro preparatorio che in tre anni ha prodotto tre brillanti rapporti (sulle linee organizzative, sulla possibile sede, sulla museografia), l'autorevolezza di un comitato scientifico inclusivo, lo sguardo al futuro.
La premessa di Sarkozy è pienamente condivisibile: “Una comunità nazionale che conosce il proprio passato è meglio attrezzata per inventare il proprio avvenire”; e la Maison d'histoire de la France ha l'obiettivo non solo di diffondere, ma anche e soprattutto di produrre conoscenza. Un vero e proprio “campus per la storia” diffuso su tutto il territorio nazionale: costituito da una sede centrale parigina all'Hotel de Soubise, che oggi ospita gli Archivi nazionali prossimi al trasferimento; da una federazione di nove musei nazionali dall'indirizzo storico che metteranno a disposizione le loro collezioni; da una rete che raggrupperà le istituzioni che si occupano di storia (musei, memoriali, siti storici, abitazioni di uomini illustri). La sede nella capitale ospiterà una grande galleria permanente che farà ripercorrere – in modo cronologico e multimediale – le grandi tappe della storia della Francia, dalla preistoria ai giorni nostri; sarà teatro di grandi mostre temporanee e cornice di dibattiti, conferenze, ma anche spettacoli e concerti: con un ampio spazio nella programmazione per filmati d'archivio e film storici. Verrà realizzato anche un grande portale su Internet, così da rendere i contenuti acessibili a tutti, anche a distanza. Cominciamo a discuterne, in attesa che Napolitano – come auspicato da Galli Della Loggia e da Carandini – faccia sentire la sua voce.