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(1417 articoli)
  • Avviato 15 anni fa da Faust Cornelius Mob
  • Ultima replica da parte di big one
  1. A.

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    Zoccole... almeno avessero fatto un servizio di dazione sociale. A spese della camorra .

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. zanoni

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    beh, in effetti... a spese della collettivita' (benefici privati, costi pubblici)...

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. A.

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    zano, ma stai a Bisanzio ancora?

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. zanoni

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    e chi si muove...

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. Uscita per l'inferno - di Stephen King

    Negli anni '80 Stephen King volle mettersi in gioco, cercando di capire se i suoi libri vendevano per via della sua fama piuttosto che per intrinseca qualità, creando lo pseudonimo di Richard Bachman, sotto il quale scrisse una serie di libri diversi dal suo solito canone. Si tratta di lavori dallo stile più scarno e diretto, tendenzialmente epurati dall'elemento soprannaturale (tranne un caso) e, soprattutto, si tratta di testi fortemente critici, rabbiosi e, perchè no, politici. Uno di questi è Uscita per l'inferno, tremenda traduzione dell'azzeccatissimo titolo originale Road Works (Lavori Stradali), racconto della discesa lungo la china dell'autodistruzione che vede protagonista Bart Dawes, direttore di una lavanderia industriale che, superata la perdita del figlio piccolo per un tumore al cervello, costretto a subire l'imminente demolizione della propria casa e dello stabile dove lavora per far posto a un prolungamento dell'autostrada. La lettura è, come minimo, avvincente grazie alla maestria di un King, qui libero da vincoli commerciali e di aspettativa, che con la maestria stilistica che gli è tipica ci guida attraverso il cedimento della psiche di Bart Dawes, specchio del cedimento strutturale del Sogno Americano e dei presupposti che lo sorreggono, già visibile in embrione fin dalla prima pagina del libro ma, allo stesso tempo, in grado di darci quel misto di inquietudine e, diciamocelo, di piacere morboso in grado di portarci alla parola "fine" nell'arco di una sola notte di lettura.

    Di Stephen King si può dire quel che si vuole ma non che non sappia scrivere, anzi, e quando entra in gioco il suo pseudonimo Richard Bachman non possiamo affermare che manchi lo stile non sia sorretto dalla profondità.

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. Per me scrive male. Ma è un abile tessitore di trame originali, imprevedibili.

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. k

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    Io non lo so, non l'ho letto molto. Lei però - Fer - non dimentichi mai che lo legge in traduzione. Eccheccazzo, un minimo di sospensione del giudizio, perlomeno.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. Anche questo è vero, ma la sensazione che ho avuto è stata sempre quella di una scrittura troppo frettolosa. Però non discuto le idee di King che sono brillanti.

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. Bassoli non è che hai letto Stephen King al contrario? Tipo allo specchio? Semmai (letto anche in originale) scrive bene, molto bene, sono i soggetti a non esser sempre all'altezza, anzi ultimamente fin troppo spesso, ed è pure normale quando sostieni ritmi produttivi industriali.
    Nono, a me la scrittura di King piace un sacco.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. (comunque ho appena iniziato John Fante, e ho deciso che da grande voglio essere John Fante)

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. Woltaired

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    Da dove l'hai iniziato? Io lessi, nell''83, Chiedi alla polvere, mi infiammai e lessi quasi tutto il resto, ma raramente provai la stessa soddisfazione.

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. Woltaired

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    Io sto finendo Palude, sto a Lauretta e Bice in camera e lui che manda fuori il gatto, ma ero convinto convinto convinto di averlo già letto, invece non era così. Mammut sì, ma Palude no...bah, gli scherzi dell'età.
    (PS: ma sapete che Il Fasciocomunista ultima riscrittura io nelle librerie mica l'ho ancora visto? Almeno non a Bergamo.)

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. Da dove l'hai iniziato? Io lessi, nell''83, Chiedi alla polvere, mi infiammai e lessi quasi tutto il resto, ma raramente provai la stessa soddisfazione

    Mi faccio in progressione tutta la raccolta grigia Einaudi : Aspetta primavera Bandini, La Strada per Los Angeles, Chiedi alla polvere e Sogni a Bunker Hill. Già m'esalto alle prime righe.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Woltaired

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    Ah, La strada per Los Angeles non l'ho mai letto, non lo avevano ancora pubblicato quando lessi Fante. (durante la naja '83 3 '84)Il resto sì, oltre a La confraternita del Chianti, Una moglie per Arturo Bandini e alcuni racconti. Mi manca, invece, Dago Red.
    (A pensarci un annetto di naja me lo rifarei, se penso che oltre a questi mi ero anche letto 3 o 4 libri di Burroughs e un paio di Bukowsky...)

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. Fosse solo per quello la farei pure io...

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. A.

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    Moderatore

    On Writing di S. King è un capolavoro. e anche 4 stagioni, e anche Shining e It. (anche se non li ho letti, gli ultimi due)

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. Mah io On Writing mi so' fatto due sfere così. De gustibus

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. On Writing (come Danse Macabre), è un ottimo libro sulla scrittura. Fatti qualche domanda.

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. Dice quello che trovi in qualsiasi manuale di scrittura creativa che non a caso è nata in America. Anzi dice meno.

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. King è uno scrittore di genere, prevalentemente, e di quello parla, e ne parla direi molto bene.

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. A.

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    Moderatore

    molto bene. anche se ha il versante "soft" (ad esempio il miglio verde, etc) che è di grande classe...

    Ps. pare che , per parlar d'altro un capolavoro assoluto sia
    Imparare a pregare nell'era della tecnica, di Goncalo Tavares, (un romanzo ), ed feltrinelli.

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. zaphod

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    A, ma come cavolo fai a dire che due libri sono capolavori se non li hai mai letti? ma che vuoi litigare?

    It è un capolavoro per le prime ottocento pagine. In Stagioni diverse i racconti imperdibili sono Il corpo e Rita Hayworth e la redenzione del carcere di Shawshank. Del primo king raccomanderei pure Christine la macchina infernale e L'ombra dello scorpione. Il ciclo della torre nera non l'ho mai letto. Dell'ultima produzione ho apprezzato La storia di Lisey, Duma key, The dome e l'ultimo 22/11/63 in cui fa a pezzi il sogno americano minandone l'inconscio collettivo.
    On writing è molto interessante come autobiografia, ovvio che la parte esclusivamente tecnica sulla scrittura per noi italiani è in alcuni punti di difficile trasposizione.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. A.

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    Moderatore

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    anche questo racconto è un capolavoro , sempre tratto da Stagioni diverse

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. Io di King apprezzo soprattutto la produzione sotto pseudonimo, al secolo Richard Bachman, ovvero

    L'occhio del male
    L'uomo in fuga
    La lunga marcia
    Ossessione
    Uscita per l'inferno.

    Qui King è libero da sè stesso, più secco nello stile e più caustico nei contenuti, non a caso lo definirei un King politico. Mi è capitato di leggere, dell'ultima produzione, Desperation, una simpatica cazzatella nonchè esercizio di stile passabile, Cell, davvero niente di che, e 22/11/63, riuscitissimo lavoro ben inquadrato dal giudizio di Zaphod. Nel mezzo, una produzione altalenante di uno scrittore molto, spesso troppo, prolisso.

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. Per quanto riguarda la saggistica, ricordiamo che Danse Macabre e On Writing non parlano di scrittura in generale ma di scrittura horror americana, ergo vanno molto, molto contestualizzati. King fa prevalentemente quello e dimostra con i due saggi di farlo con cognizione di causa.

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. A.

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    Moderatore

    Mutatis mutandis, il problema che si pone per Steven King è lo stesso che si pone per Spielberg. Gli fan difetto l'avere un grosso successo commerciale (e non tutte le opere sono allo stesso livello, alcune sono propriamente fatte per la cassetta), ma dal punto di vista tecnico sono di un livello altissimo. Poi c'è l'industria, è vero...
    (mentre di King ho letto solo due libri, di Spielberg ho visto l'intera filmografia, a partire da Duel etc.)

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. Woltaired

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    Ho terminato ieri Palude. Ero convinto d'averlo già letto, ma mi sbagliavo. Per la cronaca vorrei comunicare che al capitolo 5 del Libro Terzo ho avuto una strana tachicardia...

    Mi è piaciuto più di tutti gli altri e mi ha fatto tornare alla mente una frase di W. Burroughs che ci azzecca anche con le mappazze di King di cui sopra; non ho sottomano il libro, dovrebbe essere La Morbida Macchina, domani lo trovo e poi ve la cito. Comunque è qualcosa che parla di magia, la differenza tra fare e creare.
    Palude crea. (...e magari ammazza pure!)

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. k

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    Grazie. Troppo buono.

    Pubblicato 13 anni fa #

  29. Pubblicato 13 anni fa #
  30. Woltaired

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    Membro

    Mi sbagliavo, la frase di Burroughs non era in quel libro, ma in un brevissimo saggio dal titolo Dieci anni e un miliardo di dollari datato 1977circa e contenuto in una raccolta della SUGARco EDIZIONI del 1981 intitolato La scrittura creativa.
    Questa la citazione: ...L'invenzione originale da cui la scrittura si sviluppò fu molto semplicemente il creare immagini a scene su una parete di caverna: cacce, e spesso disegni cosiddetti pornografici. Lo scopo era originariamente cerimoniale e magico, e quando il lavoro è separato dalla sua funzione magica perde la sua vitalità. Cioè, quando una tribù comincia a fare bambole per i turisti, è finita. E questo è ciò che i best-seller stanno facendo - intere vallate di bambole e denti di pescicani per i turisti. Questo potrà anche far soldi, ma non è magia...."

    Pubblicato 13 anni fa #

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