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COSA HO SCRITTO OGGI

(768 articoli)
  1. Woltaired

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    Ok, il bando in home (Faust, ti sto scrivendo la mail corretta, perché proprio ieri hanno comunicato la data), ma credo che l'ideale per l'invio di chi, spero, risponderà sia la mail dedicata. (Che non ho idea poi come funzioni, ma so che appena me lo spiegherete mi darò una gran manata in fronte!)

    Pubblicato 11 anni fa #
  2. zaphod

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    Fondatore

    Da qui non posso controllare ma la mail raccontiATanonimascrittori.it dovrebbe essere ancora attiva e Faust avere le credenziali di accesso.

    Pubblicato 11 anni fa #
  3. Non viene usata da una vita, ma verificherò. Le credenziali mai cambiate, comunque.

    Pubblicato 11 anni fa #
  4. Woltaired

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    Membro

    Bene, verifica e poi se funziona scrivi quella nel post in home. E magari girami le password così quando arriva qualcosa guardo.

    Pubblicato 11 anni fa #
  5. SCa

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    Membro

    Sapessi scrivere un monologo, per di più comico, parteciperei senz'altro. Bella iniziativa.

    Pubblicato 11 anni fa #
  6. zaphod

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    Fondatore

    Oltre che scrivendo - e mi riferisco anche, per esempio, a Bassoli e A, attivissimi sui social - si può partecipare anche divulgando il bando.

    Pubblicato 11 anni fa #
  7. A.

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    Moderatore

    «...sembra però che non sia mai entrato nella storia
    ma sono cose che si sanno sempre dopo
    d'altra parte nessuno ha mai chiesto di scegliere
    neanche all'aquila o al topo...» (Guccini, Van Loon, 1987)

    Credo sia capitato a molti lettori di conoscere un vero libraio, una di quelle figure che non si limitano semplicemente a vendere libri, ma che trasmettono anche il gusto della lettura e l’amore per la sua scoperta e sanno consigliare se richiesti, ma anche tacere opportunamente, se ci si limita perlustrare - per le più varie ragioni - gli scaffali di una libreria. Nella città dove sono nato e dove ogni tanto torno, da quando ho memoria conoscevo Piermario De Dominicis, ma solo da pochi anni ho stretto con lui un legame di amicizia. Piermario non è solo libraio, ma anche musicista e animatore culturale e politico, nel contesto di una città, Latina, dove è molto difficile resistere ad una mentalità da «produzione televisiva». Nella sua libreria spesso accadono delle cose, si fa cultura, si leggono libri, poesie, capita spesso di trovarvi Antonio Pennacchi, lo scrittore, suo amico fraterno. Anni fa apparve in Latina-Littoria, film-documentario di Giuseppe Pannone, dove scambiava con Pennacchi alcune significative opinioni sulla città della bonifica, divenuta poi una delle più destrorse in Italia. Ho pensato di iniziare, con lui, una serie di interviste ad amici, non necessariamente «filosofi», o forse sì ma non nel senso autentico del termine: cercatori e amanti della sapienza, con cui mi sento meno solo e che «leggo» come si legge un testo. Il vero leggere, infatti, è sempre un leggere-attraverso; nell’intervallo tra il testo e il suo margine, si fa il senso del mondo.
    E' stato gentile nel rispondere, e gli sono grato per il tempo che mi ha concesso.

    Chi sei, cosa fai nella vita?



    

Faccio il libraio e il musicista. Sono libraio per passione, un lettore che ha trovato così il modo per leggere a scrocco e parlare a distesa di letteratura. Lavoro a Latina in una libreria che porta il mio nome. La musica è l'altra passione forte della vita e l'ho resa viva suonando da ventitré anni con Folkroad, un gruppo che fa musica irlandese, scozzese, bretone ecc., e che, partito quasi per gioco, ha regalato a me e ai miei compagni inaspettate soddisfazioni.

    Quale pensi sia il rapporto tra i libri, l'esistenza, la politica?


    Non esiste dubbio, anche minimo, sull'importanza del libro nella formazione di una persona e sullo spazio che va ad occupare nella vita di ciascuno di noi. E' uno spazio di apprendimento e piacere che va ad alimentare ogni piano della nostra dimensione personale, quello emotivo come quello razionale. Il piacere di leggere è tale che facilmente i piani si fondono nella soddisfazione di ognuno di essi, a volte intrecciandoli: spesso un romanzo straordinario contiene tali insegnamenti da contenere un saggio celato al suo interno. Ovvio che un tale strumento, come diceva Borges, sia il più straordinario mai inventato dall'uomo perché se, ad esempio, il cannocchiale è il prolungamento della vista e la spada quello dell'occhio, il libro è il prolungamento della mente e della fantasia. Inevitabile che costituisca, insieme al cuore e all'esperienza diretta di vita, il substrato per il formarsi di una personale idea della politica.

    Quale futuro vedi per il libro?


    Ho visto per il libro un passato difficile in un paese fanalino di coda per lettura tra quelli europei. Al di la della retorica largamente ipocrita che si fa sulla sorte del libro, lacrime di coccodrillo, è evidente che una nazione con la nostra debolezza culturale è una manna per classi dirigenti come quelle italiane caratterizzate da un tasso di corruzione, peraltro platealmente ostentata, inimmaginabile altrove. L'ignoranza diffusa e coltivatissima è la loro assicurazione sulla vita. Negli anni più recenti, quelli della crisi, una tale situazione svantaggiata si è fatta quasi tragica. Se tremano in Italia settori maggioritari nelle abitudini dei consumatori, come quello alimentare, si può immaginare in quale abisso sia precipitato il commercio di libri. Se non si esce da un tale stagno malsano investendo su tutte le forme di diffusione ed utilizzo commerciale, oltre che civile e sociale, della cultura, rimarremo penalizzati soprattutto nella crescita economica. Questo a smentita perenne di un ministro dell'economia che poco tempo fa affermava contro ogni logica, che con Dante non si mangia un panino. 


    Quali libri pensi siano importanti da leggere?



    Tutti i libri sono importanti perché rispondono a diversissime esigenze, riuscendo essi a sintonizzarsi perfino sul momento emotivo che il lettore attraversa in un dato momento o periodo. Se si legge con una, anche composta, avidità, si formerà prima il gusto personale, quello che ci permetterà di scegliere con maggior sicurezza i libri da scoprire in futuro. Sostengo per questo il diritto ad essere onnivori, avendo ovviamente il buonsenso minimo di far leggere ai bambini volumi adatti alla loro età e di assaggiare di tanto in tanto un classico, attingendo ad un patrimonio pressoché inestinguibile.


    E entrando un po’ più nel dettaglio?
    Come accade a tutti, anche il mio percorso di lettore, ma ovviamente anche il mio patrimonio umano e culturale, è stato accompagnato e segnato da alcuni autori più di altri. Fra coloro ai quali debbo maggior gratitudine, tra gli autori italiani di ogni tempo, ci sono “padre” Dante ( colleziono edizioni antiche o particolari della Commedia..), Pietro Aretino, Giuseppe Parini, Giacomo Leopardi, Federico De Roberto e il suo splendido " I Viceré ", Igino Ugo Tarchetti col magnifico anche se poco conosciuto " Fosca ", Italo Svevo, Carlo Emilio Gadda, Salvatore Quasimodo, Ennio Flaiano e Pierpaolo Pasolini la cui eredità intellettuale la si constata quotidianamente con la semplice osservazione delle forme in cui si è organizzata la società contemporanea e negli strumenti di controllo culturale, o meglio, subculturale, di cui si è dotata. Tra gli scrittori stranieri, al di la dei classici di tutte le letterature europee, amo il talento bizzarro ma sicuro di alcuni autori irlandesi come Robert Mc Liam Wilson, Roddy Doyle, Joe O' Connor e altri. Alcune realtà di letterature emergenti quali quella indiana e cinese mi hanno pure intrigato, e non poco, in anni recenti. Un posto a se stante, patrimonio nel patrimonio, la letteratura ebraica tra l'Ottocento e Novecento, tra diaspora e scrittori di Israele. Moltissimi i nomi, da Stifter a Schnitzler, da Joseph Roth a Werfel e Kafka, da Primo Levi a Itzaac Bashevis Singer, da Henry Roth a Abraham Yehoshua, da Meir Shalev a Shifra Horn, da Chaim Potok a Mordechai Richler, da David Grossman a Stefan Zweig. Questa attenzione al mondo letterario ebraico si deve innanzitutto alla straordinaria qualità dell'opera di tantissimi autori, come quelli citati, ma anche ad una diretta presenza di sangue ebraico che mi proviene dalla parte materna della famiglia di mia madre. Mia nonna materna era una ebrea goriziana e suo fratello, Enrico Rocca, è stato una figura di spicco, prima di essere discriminato dal 38 in poi, quale storico della Letteratura Tedesca, giornalista e traduttore di autori quali Zweig, soprattutto, e tanti altri. Era tra l'altro imparentato, cugino mi pare, coi Michaelstedter di cui Carlo, genio precocissimo, fu autore del saggio " La persuasione e la retorica ", sua tesi di laurea spedita all'Università di Vienna prima di togliersi la vita. La figlia di Enrico, mia zia Lilla, scomparsa purtroppo lo scorso anno, conservava con amore la preziosa corrispondenza tra suo padre con tutto il gotha della letteratura di lingua tedesca del Novecento. Lettere di Zweig, di cui era amico intimo, Roth, Thomas Mann e suo fratello Heinrich, Wasserman e tantissimi altri. Anche con Svevo ha avuto un rapporto di vera stima. Sono cresciuto con i racconti di mia nonna che mi portavano come su una macchina del tempo in quel mondo così intriso di amore per i libri e la cultura, quello degli ebrei di confine, nati sotto l'Austria Felix, il mondo di ieri di Zweig. Impossibile non ritrovarsi nel proprio bagaglio umano e culturale un lascito come quello che quel mondo ebraico, così decisivo nella storia della letteratura, dell'arte, della filosofia e della musica, mi ha regalato per il tramite di mia nonna, Emilia Rocca.

    Consiglieresti il tuo mestiere a un giovane?



    Fino a qualche anno fa avrei risposto immediatamente di si. Lo avrei fatto perché il libraio è un mestiere straordinario che ti permette di vivere quotidianamente la tua passione predominante, di stare all'interno di essa. Ti mette a contatto diretto con chi questa passione la condivide, lettori e scrittori in un confronto così creativo e gradevole da riempirti la vita, a compensazione di ciò che, come le tasche, non è mai riuscito a riempirti, o almeno non abbastanza per farti vivere tranquillo in un paese come il nostro. Oggi alla medesima domanda risponderei di no, la sopravvivenza si è fatta troppo difficile nel mio settore per poter a cuor leggero consigliare ad un giovane, pur necessariamente appassionato, di affrontare inerme le sabbie immobili dei consumi culturali in Italia.

    Fonte:

    http://www.linkiesta.it/blogs/margini/un-libraio-resistente

    Pubblicato 11 anni fa #
  8. Bella intervista, bravi A e bravo PM. Certo che un libraio che sconsiglia di intraprendere questa strada ai giovani deve fare riflettere. Della serie: le cose è meglio dirle prima. Del resto è noto che fare cultura oggi, in questa bislacca Penisola, è più vizio che virtù.

    Pubblicato 11 anni fa #
  9. 25 anni fa moriva Enzo Tortora

    Tortora: il presentatore, il giornalista, il politico, ma soprattutto l’uomo, è ancora ben vivo nella nostra memoria a 25 anni dalla morte, avvenuta per un tumore polmonare.

    Tortora era molto di più di un giornalista. Era una persona per bene, un uomo d’altri tempi, che un brutto giorno si trovò protagonista di una vicenda kafkiana, che ancora oggi sembra incredibile: il cosiddetto caso Tortora. Arrestato, ammanettato, esposto al pubblico ludibrio. Condannato in primo grado, assolto in secondo e in Cassazione. Risultato innocente dopo un calvario giudiziario.

    Quando, ancora bambino, seguivo, con altri milioni di italiani, la fortunata trasmissione Rai Portobello, tutto avrei pensato, tranne che il distinto presentatore della stessa, un uomo ricco d’umanità, sarebbe stato arrestato con pesanti accuse.

    Enzo Claudio Marcello Tortora, questo il suo nome completo, è nato a Genova nel 1928 da una coppia di napoletani che si sono trasferiti al nord. Dopo alcune esperienze come interprete di fotoromanzi per la rivista Grand Hotel, intraprende con decisione la strada della comunicazione radio-televisiva entrando in Rai a soli 23 anni. Comincia a farsi conoscere con la trasmissione radiofonica Campanile d’oro. In televisione debutta nel 1956 con Silvana Pampanini nello spettacolo Primo applauso.

    Per Tortora il successo arriva con Telematch e Campanile sera, ma nel 1962, a causa di un’imitazione di Fanfani da parte del grande Alighiero Noschese, viene temporaneamente allontanato dalla Rai e lavora quindi per la tv svizzera. L’esperienza contribuisce ad arricchire la sua professionalità. Tortora infatti ha un’immagine pulita, è serio, mai sopra le righe, educato e a tratti perfino umile, insomma il presentatore perfetto, buono per tutte le trasmissioni, che ispira fiducia e che piace proprio a tutti. Alla Rai lo sanno e gli affidano la conduzione di due storiche trasmissioni: la Domenica sportiva e la prima edizione dei Giochi senza frontiere.

    Nel 1969 altro colpo di scena. Per avere definito la Rai “un jet supersonico guidato da un gruppo di boyscout che litigano per restare ai comandi” in un’intervista, Tortora viene licenziato dalla Rai tra lo stupore generale. Per il presentatore è una vera mazzata, ma è in questo momento che fa vedere a tutti chi è veramente. Non molla. Raccoglie le forze e cerca collaborazioni ovunque: torna a lavorare per la tv svizzera, scrive su Quotidiani come La Nazione, fonda Telealtomilanese, diventa vicepresidente di TeleBiella. Continua a fare ciò che sa fare meglio: comunicare con correttezza. Ovunque riceve consensi. La gente si fida di lui.

    In Rai ci ripensano, perché il 1976 è l’anno della riforma. Tortora è invitato a tornare a collaborare. Per l’uomo e per il giornalista è una grande vittoria. Dal 1977 conduce una trasmissione destinata a fare epoca: Portobello, che batte ogni record d’ascolto.

    All’apice del successo, il 17 giugno 1983, l’Italia intera resta sotto choc per la notizia dell’arresto di Enzo Tortora. Le accuse, mosse dalla Procura di Napoli, sono penalmente pesanti e moralmente infamanti: associazione a delinquere di matrice camorristica.

    L’indagine è partita da accuse fatte da alcuni pregiudicati pentiti che lo indicano come un corriere della droga affiliato alla Nuova camorra. Uno di loro ha spedito alcuni centrini alla trasmissione Portobello perché fossero venduti, ma sono andati persi a causa dell’ingente quantità di materiale che arriva in redazione, alla lunga difficile da gestire.

    Tortora, oltre a una lettera di scuse, ha spedito un assegno come rimborso spese dei centrini stessi. In realtà a una sua colpevolezza non crede nessuno, per la pubblica opinione semplicemente non è possibile. Ma la giustizia deve fare il suo corso.

    Tortora viene prima condannato, poi assolto con formula piena. Ne esce pulitissimo, accolto a braccia aperte dal pubblico che non lo ha mai abbandonato. Torna a condurre il suo Portobello, ma l’esperienza del carcere è stata dura e il suo fisico ne ha risentito.

    Fin dalla prima puntata appare chiaro che non è più la persona di prima, anche se il carisma è integro. Deve infatti lasciare la trasmissione per motivi di salute. Muore il 18 maggio 1988, ma fa in tempo a diventare parlamentare europeo coi Radicali.

    Nel 1985 si era però dimesso per rinunciare all’immunità parlamentare e restare agli arresti domiciliari concessi per ragioni di salute. Un gesto che la dice lunga sull’uomo Enzo Tortora.

    http://www.giornalismo-partecipativo.it/news/italia/tortora-nel-venticinquesimo-della-morte/

    Pubblicato 11 anni fa #
  10. Giancarlo Siani: morte violenta di un cronista anti-Camorra

    Giancarlo Siani, giornalista, è morto a Napoli il 23 settembre 1985 in via Vincenzo Romaniello, quartiere Arenella. Ucciso dalla Camorra. Era nato nel 1959, nel quartiere Vomero. Ma sono serviti ben 12 anni e tre pentiti per fare luce su questa vicenda.

    Siani era, anzi: è, perché certe persone non muoiono mai veramente, uno che vive per il giornalismo. Il suo sogno è conquistare il contratto da praticante, quello che gli permette di fare l’esame da giornalista professionista. E’ il suo obiettivo di vita. La sua ossessione.

    Siani lavora come un matto, ma soprattutto lavora con intelligenza e le sue qualità innate di cercatore di notizie scomode emergono presto. E’ uno che sa scavare, va dentro le cose, è abile nel reperire informazioni confidenziali vivendo la città in prima persona, a stretto contatto con la gente. “Quello farà strada.” dicono i colleghi.

    Siani è diverso dal giornalista col sedere incollato alla poltrona, che aspetta le notizie per ricamarci su, che cerca indiscrezioni al telefono. Siani non è solo uno che scrive.

    E’ un giornalista dentro e ha dalla sua l’energia della giovane età. Ha l’urgenza di raccontare le verità feroci degli emarginati di una Napoli colpita al cuore dal potere della Camorra e dai suoi infiniti tentacoli.

    Siani, occhialetti, capelli folti e sorriso beffardo, è il classico rompiscatole che pesta i piedi a certi poteri forti, a personaggi che abbiamo imparato a conoscere nei libri di Roberto Saviano, abituati a comandare con ogni mezzo e soprattutto a non essere “disturbati”.

    Racconta nei dettagli la vera storia del boss Valentino Gionta, il suo percorso da pescivendolo a Capo, e soprattutto tutti i suoi “affari”, chiamiamoli così. Siani è della stessa razza di Peppino Impastato: non ha paura a fare nomi, cognomi, indirizzi dei criminali torresi. Ci mette la firma. Ci mette la faccia. E’ orgoglioso delle sue denunce.

    Scopre anche le collusioni coi politici. Dopo gli esordi sulle pagine de “Il lavoro del sud” fa un salto di qualità destinato a fare molto rumore: comincia a collaborare con “Il Mattino”, diretto da Pasquale Nonno. Fa il corrispondente (di nera) da Torre Annunziata. E dai fatti di cronaca breve ai fatti di Camorra in quegli anni il passo è breve.

    Siani comincia con umiltà e impegno, scrive per giornali dai primi anni dell’Università, ma sa anche che c’è sempre tanto da lavorare per migliorarsi. Al “Mattino” conoscono bene il mestiere e si accorgono presto che il ragazzo ha stoffa e soprattutto coraggio da vendere.

    Quando gli affidano alcune inchieste di Camorra, capiscono che hanno in redazione un ragazzo speciale. I suoi articoli rilanciano il giornale, arrivano al lettore come bordate che lasciano a bocca aperta. Siani prende posizione senza riserve, comincia a collaborare al periodico “Osservatorio sulla Camorra”.

    Siani brucia le tappe, il suo contratto di corrispondente viene regolarizzato, guai a perdere una penna così. Guai a farsi portare via uno che accusa il clan Nuvoletta, che è alleato coi Corleonesi di Totò Riina. Uno che racconta i retroscena delle faide interne ai singoli clan e alla “Nuova famiglia” grazie a informazioni riservatissime che riesce ad ottenere con rara abilità, al punto che i criminali stessi a volte si domandano come faccia a sapere certe cose.

    Siani è il classico ficcanaso. Quello che mette in piazza notizie e strategie che alterano gli equilibri di potere. Ma soprattutto ha la dote che rende un giornalista un fuoriclasse: è furbo, scaltro. Ha capito subito dove andare a cercare determinate informazioni, perché si è sempre occupato di realtà extramarginali, estreme. La realtà non è nelle redazioni, nei salotti. La verità è per strada, basta volerla cercare. Ha capito che certe informazioni in redazione non arriveranno mai, se non le vai a cercare tu.

    Davvero troppo per i boss, che ne ordinano l’assassinio… Quando muore, Siani ha solo 26 anni. In quei giorni si stava occupando della questione degli appalti per la ricostruzione delle aree devastate dal terremoto dell’Irpinia del 1980.

    L’attore e regista Alessandro Esposito ha scelto il nome d’arte di Alessandro Siani proprio in suo onore.

    Marco Risi ha dedicato il film Fortapasc (2009) all’ultimo anno di vita di Giancarlo Siani. Lo interpreta Libero De Rienzo, che nel film utilizza la vera auto di Siani: una suggestiva Citroen Mehari, simbolo della sua voglia di essere libero. Sempre e comunque.

    (Fernando Bassoli)

    http://www.giornalismo-partecipativo.it/news/italia/siani-morte-violenta-di-un-cronista-anti-camorra/

    Pubblicato 11 anni fa #
  11. zaphod

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    Ma a Istanbul succede l'iradiddio e Zanoni non ci fa sapere niente?

    Pubblicato 10 anni fa #
  12. A.

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    è quello che mi stavo chiedendo anche io. vedo se esce qualcosa sul suo blog

    Pubblicato 10 anni fa #
  13. Woltaired

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  14. A.

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  15. A.

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  16. A.

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  17. big one

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    non è proprio fresco di giornata ma oggi hanno pubblicato
    questo

    Pubblicato 10 anni fa #
  18. zaphod

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    Bravo, Bene, Big!

    Pubblicato 10 anni fa #
  19. A.

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    vi stimo.

    Pubblicato 10 anni fa #
  20. A.

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    Un saluto a tutti, ma soprattutto a sensi caciottaro

    http://www.linkiesta.it/blogs/margini/di-competenze-e-merito-nella-scuola-alcuni-esempi

    Pubblicato 10 anni fa #
  21. A.

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    vi chiedo una sincera opinione.
    Se dovete menare fatelo.
    Io stesso non so se è una cosa molto sensata...

    http://www.linkiesta.it/blogs/margini/seppellite-priebke-alle-ardeatine

    Pubblicato 10 anni fa #
  22. mjolneer

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    Con permesso, volevo condividere una bella soddisfazione:
    Il racconto "Il lupo", selezionato dallo scrittore ed editor Mondadori Franco Forte per il lancio della collana digitale "The tube - exposed"

    questo è il link della casa editrice:

    http://www.delosstore.it/ebook/44941/il-lupo/

    Pubblicato 10 anni fa #
  23. zaphod

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    Complimenti Luigi, in bocca al lupo, quindi.

    Su iBookstore non si trova, è un ritardo o devo provvedere da un altro distributore?

    Pubblicato 10 anni fa #
  24. mjolneer

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    Ciao Massimiliano, grazie, crepi, per l'appunto... immagino che sia solo una questione di tempi, su amazon c'è e anche su bookrepublic...

    Pubblicato 10 anni fa #
  25. zaphod

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    Sì, ho visto, ma avendo del credito da spendere coi signori della Mela...

    Pubblicato 10 anni fa #
  26. mjolneer

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    E mi pare più di giusto, diceva un signore del mio rione quando ero piccolo.
    Io ho chiesto alla redazione e mi hanno detto che i titoli ci sono anche lì, però io personalmente non sono riuscito a trovarli, cliccando da google ricerca su ibooks mi trasferisce su itunes e lì mi sono fermato perché mi pare un po' incasinato, meno navigabile degli altri store almeno è la mia impressione.

    Pubblicato 10 anni fa #
  27. zaphod

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    Lupo arrivato su iBookstore. Acquistato e messo in coda lettura...

    Pubblicato 10 anni fa #
  28. mjolneer

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    Membro

    Lupo arrivato su iBookstore. Acquistato e messo in coda lettura...

    attenti a Lupo...

    Pubblicato 10 anni fa #
  29. zaphod

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    Fondatore

    Bravo Mjolneer, veramente un buon racconto e una bella prova in un contesto che non conoscevo ma che merita di essere segnalato.
    Delos è una realtà che - credo tra mille peripezie - ha attraversato il mare di internet fin dagli inizi della Rete. E questa iniziativa diretta da Franco Forte (non la città tedesca, ma editor Mondadori per Urania e altre iniziative rivolte alle edicole, oltre che responsabile di Writers Magazine) mi sembra veramente ben studiata e curata. E' un meccanismo che noi anonimi conosciamo bene, che ruota intorno a un forum dedicato a cui partecipa una comunità di appassionati ben nutrita.
    Ho letto il racconto di Luigi e i primi due volumi della serie. Il terzo l'ho comprato e il quarto esce il 19 novembre. Ha tutte le caratteristiche della narrazione seriale. È ben confezionata e attraente il giusto. Ha il sapore dei fumetti Bonelli o delle serie televisive a cui si ispira. Non ha il grip della serie The Walking Dead ma si legge con piacere. E la partecipazione - come autori - è aperta a tutti e con modalità chiare e semplici che si possono leggere qui.
    Gli autori verranno retribuiti con royalties sul venduto, visti i prezzi non credo che Luigi ci si comprerà quello chalet in Svizzera che tanto desiderava, ma mi pare abbastanza trasparente e onesto.
    Pare anche che abbia un discreto successo e sia presente nelle classifiche Amazon, credo in quelle di genere, comunque un grosso in bocca al Lupo.

    Pubblicato 10 anni fa #
  30. mjolneer

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    Membro

    Grazie Massimiliano, sei gentile. Per la verità, se proprio, eheheh, io mi comprerei un monolocale con vista mare... Per quanto riguarda Franco Forte e la Delos, posso confermare quanto da te riassunto egregiamente; già in passato tra il 2008 e il 2009 ebbi occasione e fortuna di essere selezionato per la pubblicazione di un romanzo breve nella collana fantasy lanciata da loro, Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri, e Franco Forte scelse personalmente il mio Lacrime di drago, e il contratto fu trasparente anche in quella occasione, e anche in altre occasioni tipo il premio WMI o le antologie 365 la gestione fu sempre molto professionale e ove possibile amichevole. Aggiungo che oltre a questa iniziativa ci sono altre collane e contest relativi lanciati da Forte, che credo soddisfino ogni palato, e la qualità di alcuni degli autori che conosco o che ho avuto modo di leggere è a mio avviso molto interessante. Tra gli altri cito la selezione Delos Crime (gialli ecc.) e Geek (racconti di ambientazione informatica), per tutti i dettagli basta andare sul forum della wmi dove è spiegato tutto. Ora sto lavorando a un altro episodio che, spero, possa essere selezionato. Grazie ancora, un abbraccio.

    Pubblicato 10 anni fa #

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