Giusto per dare qualche spunto di riflessione. Dal libro 'LETTURE DI POETI e riflessioni sulla teoria e la critica della poesia" di Benedetto Croce, Laterza 1964.
L'AVVERSIONE ALLA LETTERATURA CONTEMPORANEA (prima parte ma continua...)
Un sentimento di avversione e di dispregio si stabilisce di frequente negli amatori e custodi della grande poesia del passato di fronte alla poesia e letteratura loro contemporanea e si manifesta nel non degnarla di attenzione e in una certa preconcetta ostilità che l'animo equo riesce a vincere non senza sforzo. Né quel sentimento è da spiegare semplicemente con l'ostacolo che negli abiti esistenti incontrano le cose nuove, perché, se questo c'è, c'è anche a compensarlo l'attrattiva che il nuovo e l'intentato esercitano. In quel sentimento opera un motivo che lo legittima, ed è l'avvertimento e l'esperienza che il nuovo è spesso nient'altro che la volontà del nuovo, per sé ricercato e, come si può, foggiato; e sotto questa volontà e questa ricerca sta una vile idea della poesia e della letteratura e dell'arte in genere, un'idea edonistica, come di una materia di piacere, del piacere che ottunde nella consuetudine e nella sazietà e procura di rieccitarsi con nuovi stimoli, che in quanto tali non richiedono la spontaneità e serietà del genio artistico, dote dei pochi e rari, ma un'abilità non propriamente industre ma variamente industriale che è dei molti e nella quale molti possono provarsi per soddisfare la loro irrequieta vanità e la loro cupidigia di lodi in qualsiasi modo guadagnate, e di altri lucri meno aerei. Donde altresì lo scredito e l'offesa che costoro procurano di esercitare, ribellando gli animi dei fedeli alla grande e genuina poesia e letteratura ed arte del passato, col presentarla, in confronto con la nuova, come sorpassata e antiquata, ingenua, povera e inesperta, e persino ridicola, al pari delle mode smesse. [...]