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Il bit dell'avvenire

(196 articoli)
  1. Grazie Rindindin, ci ha fatto molto piacere. Ce l'aveva segnalato lo stesso Girolamo.

    Pubblicato 16 anni fa #
  2. rindindin

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    sì infatti è cosa vecchia...io gli avevo parlato subito del bit, trovando similari le due iniziative. si potrebbe organizzare qualcosa assieme, magari un reading di poesie e racconti! la mia poesia tecno esce giovedì prossimo su -percezione sociopatica-

    Pubblicato 16 anni fa #
  3. Woltaired

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    credo di aver appena terminato di scolpire il bit rella pietra... a presto

    Pubblicato 16 anni fa #
  4. zaphod

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    Fondatore

    Approposito di tecnologia... sto leggendo "Il salmone del dubbio" opera di Douglas Adams (quello della Guida galattica per autostoppisti, per capirci, l'inventore di zaphod beeblebrox, l'essere più egocentrico dell'universo, non so se mi spiego)apparsa postuma su Urania e sto scoprendo una vena di divulgazione scientifica che non sospettavo.
    Ecco un passo che può esserci d'aiuto anche per il nostro progetto.

    "Ho trovato tre regole che descrivono le nostre reazioni alla tecnologia:

    1. Qualunque cosa esista nel mondo quando nasciamo, ci pare normale e usuale e riteniamo che faccia per natura parte del funzionamento dell'universo.

    2. Qualunque cosa sia stata inventata nel ventennio intercorso tra i nostri quindici e i nostri trentacinque anni è nuova ed entusiasmante e rivoluzionaria e forse rappresenta un campo in cui possiamo far carriera.

    3. Qualunque cosa sia stata inventata dopo che abbiamo compiuto trentacinque anni va contro l'ordine naturale delle cose."

    Più avanti scrive:

    "Siamo infognati con la tecnologia, quando in realtà avremmo solo bisogno di cose che funzionassero. Come si riconosce se un oggetto è ancora e sempre tecnologia e non una cosa che funziona? Il fatto che sia accompagnato da un manuale di istruzioni rappresenta, credo, un buon indizio."

    Pubblicato 16 anni fa #
  5. rindindin

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    come sta procedendo la selezione?

    Pubblicato 16 anni fa #
  6. Bene, bene. Per il momento la Redazione valuta. E l'Anonima Scrittori spinge perché sempre più gente partecipi. Servono parecchi racconti - 20,25 - da selezionare. La qualità vogliamo che sia la più alta possibile.

    Pubblicato 16 anni fa #
  7. tataka

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    Come sta andando...dai fateci sapere qualcosa...

    Pubblicato 16 anni fa #
  8. Giustamente Tataka chiede come sta andando. Grazie alla lettura del Fogliano si è sbloccata una situazione interessante. Il Bit dell'Avvenire oltre che un concorso, sarà una pubblicazione. Non abbiamo voluto annunciarlo finché non siamo stati sicuri al 100%. Siamo abituati così e crediamo che non sia un difetto.

    Oggi ci è arrivata conferma dell'accordo fatto dalla Deltaeffe Srl, a cui abbiamo dato un decisivo contributo.

    Si parla di un testo di più di 200 pagine che raccoglierà i migliori 20-25 racconti.

    Mercoledì ci sarà una riunione importante in cui verranno discussi e fissati i dettagli dell'operazione.

    E' possibile - quasi certo - uno slittamento della data di scadenza. E' possibile - quasi certo - che tra i 20-25 racconti ci saranno anche scritti di autori affermati.

    E' una bella cosa che sta prendendo corpo. Scrivete e fate scrivere. E' importante che la qualità sia molto elevata.

    Pubblicato 16 anni fa #
  9. rindindin

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    complimenti! bravi!

    E' importante che la qualità sia molto elevata.

    i miei prima di inviarveli li ho messi in freezer...:)

    Pubblicato 16 anni fa #
  10. Per questa volta solo buone notizie. Deltaeffe Srl e Anonima Scrittori hanno stretto, nei giorni scorsi, un accordo importante con una casa editrice, che verrà resa nota a tempo debito. Ecco le principali novità:

    - Nuova e definitiva scadenza del concorso: 30 Settembre 2009;

    - I racconti selezionati faranno parte di un'antologia - dal titolo 'Il Bit dell'Avvenire' - che uscirà a fine Novembre 2009, con distribuzione in tutta Italia a partire dal Gennaio 2010.

    - Oltre al racconto, gli scrittori dovranno inviare anche due-tre righe di breve biografia. Chi ha già inviato il proprio racconto, deve inviare, quindi, anche una breve nota biografica.

    Tra qualche minuto verrà pubblicato online il nuovo e definitivo regolamento dell'iniziativa letteraria.

    Nei prossimi giorni seguiranno altre novità, relative agli scrittori che faranno parte dell'antologia insieme agli esordienti.

    Per le 'Suggestioni del Bit' stiamo anche attivando l'apposito spazio web: http://www.bitdellavvenire.org. Oltre allo spazio Twitter: bitavvenire.

    Non vogliamo ingozzarvi di novità. Nei prossimi giorni, però, verranno resi noti ulteriori dettagli.

    Pubblicato 16 anni fa #
  11. Come suggestione del bit, proprio oggi, ho postato questa notizia a mio avviso interessantissima.

    In sostanza gli Aborigeni hanno contestato gli ambientalisti che stavano protestando in difesa dei loro 'presunti' diritti. Un po' di sano spirito colonialista, per cui ci si arroga il diritto di sapere come gli altri vogliono vivere, ancora non ce lo facciamo passare.

    M'immagino la scena.
    "Vogliono vivere nel deserto incontaminato!" gridano gli ambientalisti sotto il palazzo del governo. S'affaccia un aborigeno.
    "Ma che cazzo state a dì, perché non ciandate voi a vive là in mezzo?"

    Pubblicato 16 anni fa #
  12. Adoro visceralmente AnonimaScrittori, cazzo, davvero.

    Pubblicato 16 anni fa #
  13. Pubblicato 16 anni fa #
  14. tataka

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    Membro

    Torque facci sognare!

    Pubblicato 16 anni fa #
  15. I cartoni animati sono nuove tecnologie, vero?

    Pubblicato 16 anni fa #
  16. Tu scrivi, Fernà.

    Pubblicato 16 anni fa #
  17. Genesis

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    Membro

    Ciao, ho trovato questo come suggestione del bit (penso), vi posto il link, così vedete se può essere utilizzato...
    http://blog.panorama.it/mondo/2009/08/06/cina-paura-e-rabbia-per-la-repressione-dei-blogger/

    Pubblicato 16 anni fa #
  18. Grazie Genesis

    Pubblicato 16 anni fa #
  19. k

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    Grazie un cazzo Torque, mi spieghi cosa dovresti utilizzare? Ma che t'ha preso, per un blog di forza italia? Ma perché, qua da noi, i blog o l'internet che non gli piace non li chiudono? Si andasse ad informare, lei sta in un paese in cui se prendono me che vado a puttane è reato, se invece ci va quel pezzodimmerda è un complotto dei comunisti e guai a chi ne parla. Lo mandasse a Sensi quel link, oppure pensasse alla dittatura sua che ha in casa sua, invece di stare a rompere i coglioni ai compagni cinesi.

    Pubblicato 16 anni fa #
  20. sensi da trento

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    Membro

    I cartoni animati sono nuove tecnologie, vero?

    compà, non ce provà neanche che ti facciamo il culo come berlusconi alla d'addario (vedi le intercettazioni relative).

    il racconto di quel tipo che sognava di diventare il pilota di Goldrake lo hai pubblicato almeno 3 volte !!
    (mode bastard inside)

    Pubblicato 16 anni fa #
  21. Mi fa piacere che te lo ricordi ma... lo hai letto nel mio blog. Anzi, in entrambi i blog. Doveva uscire in un'antologia ma poi non se ne fece più niente.

    Pubblicato 16 anni fa #
  22. sensi da trento

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    Membro

    l'anonima non compra l'usato sicuro ma il nuovo garantito (con diritto di Re Cesso)

    Pubblicato 16 anni fa #
  23. k

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    Ma perché non gli chiede piuttosto, Sensi, dove cazzo stava oggi, questo signore, tra le 19.30 e le 19,40?

    Pubblicato 16 anni fa #
  24. sensi da trento

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    scusa fer ma dove eri ieri tra la 19:30 e le 19:40?

    non negare e non mentire, chè qua siamo volpi che nemmanco nel bengala...

    Pubblicato 16 anni fa #
  25. Al mare, perché?

    Pubblicato 16 anni fa #
  26. tataka

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    Membro


    Pubblicato 16 anni fa #
  27. zaphod

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    Fondatore

    Ascoltavo la trasmissione Tabloid, condotta questa settimana da Luca Telese, in cui si riportava questa notizia che ritengo un interessante spunto per il nostro progetto.

    'Fuggiti' dall'Italia per nepotismo
    scoprono gene per lo sviluppo

    Ecco l'articolo on line.

    Nel 2000 hanno lasciato l'Italia per gli Stati Uniti, in polemica con il sistema nepotista dell'università, che non permetteva loro di sviluppare adeguatamente le loro ricerche sui tumori al cervello dei bambini. Negli Stati Uniti hanno trovato i mezzi, lo spazio, il sostegno di due prestigiose università, prima la Albert Einstein e dopo la Columbia. E adesso Antonio Iavarone e Anna Lasorella annunciano la scoperta del gene che svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle cellule staminali e che è coinvolto anche nel più aggressivo fra i tumori del cervello. Sono gli stessi ricercatori a parlare della loro scoperta in un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Developmental Cell.

    AUDIO

    "Adesso - spiega Iavarone - abbiamo trovato una proteina capace di distruggere alcune delle proteine-chiave utilizzate per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione delle cellule staminali in cellule adulte". La proteina si chiama Huwe1 e la sua scoperta potrebbe in futuro portare anche a nuove terapie contro i tumori cerebrali.

    "La molecola - spiegano i ricercatori - si è rivelata indispensabile per la corretta programmazione delle cellule staminali del cervello perché grazie ad essa si formano i neuroni durante lo sviluppo dell'embrione di topo. Ma abbiamo anche scoperto che la stessa proteina viene eliminata durante lo sviluppo del più maligno tumore del cervello che colpisce bambini e adulti, il glioblastoma multiforme".

    Durante la formazione del cervello dell'embrione, spiegano i due ricercatori italiani nell'articolo che presenta la loro scoperta, "le cellule staminali che risiedono nel sistema nervoso si dividono ad una velocità molto alta prima di trasformarsi, dando origine alle cellule nervose mature, i neuroni. Perché questo processo avvenga in maniera corretta, le proteine che mantengono le cellule nello stato staminale ed immaturo devono essere eliminate".

    Cosa accade invece nel caso di tumori al cervello? Secondo la scoperta di Anna Lasorella, "nel topo, in assenza di Huwe1, le cellule staminali si moltiplicano in modo incontrollato per cui la formazione dei neuroni è compromessa e lo sviluppo del cervello procede in modo anomalo". A questo punto, il dottor Iavarone ha ipotizzato che "l'attività di Huwe1 possa essere deficitaria nelle cellule dei tumori nel cervello dell'uomo", ipotesi che ha trovato ampio riscontro. "La perdita di Huwe1 potrebbe essere una importante tappa nello sviluppo dei tumori cerebrali più maligni, i glioblastomi multiformi, ed una modalità mirata di terapia per questo tipo di tumori potrebbe derivare se riuscissimo ad aumentare la funzione di Huwe1 nelle cellule tumorali", concludono i due ricercatori.

    Combattere il tumore al cervello è l'obiettivo che Antonio Iavarone e Anna Lasorella, marito e moglie da molti anni, si sono posti dai primi anni di studio all'Università. "Siamo entrambi pediatri, io sono di Benevento e mia moglie di Bari, e ci siamo conosciuti al Policlinico Gemelli, all'inizio degli anni '90: lavoravamo tutt'e due al reparto di Oncologia pediatrica. Grazie alle nostre ricerche avevamo ottenuto un grande finanziamento da parte della Banca d'Italia. Ma a un certo punto ci siamo resi conto che non potevamo fare il nostro lavoro in Italia, e così ci siamo spostati in America, a New York, prima alla Albert Einstein, nel 2000, e poi alla Columbia nel 2002".

    Iavarone non torna volentieri sulle ragioni che hanno spinto lui e la moglie a emigrare negli Stati Uniti. Ma Repubblica si è occupata con molta attenzione della loro vicenda, raccontata in un articolo del 5 ottobre 2000 da Elena Dusi, e ripresa successivamente da Curzio Maltese. "Da noi la bravura non paga", s'intitolava l'articolo che per la prima volta parlava della vicenda. "Il primario di oncologia, il professor Renato Mastrangelo, ha cominciato a renderci la vita impossibile - raccontava nel 2000 a Elena Dusi Iavarone - Ci imponeva di inserire il nome del figlio nelle nostre pubblicazioni scientifiche. Ci impediva di scegliere i collaboratori. Non lasciava spazio alla nostra autonomia di ricerca. Per alcuni anni abbiamo piegato la testa. Poi, un giorno, all'inizio del '99, abbiamo denunciato tutto".

    E a quel punto, anche sulla scia di una denuncia per diffamazione effettuata dal professor Mastrangelo ("Abbiamo vinto la causa", dice Iavarone) ai due coniugi ricercatori non è rimasta che la via del volontario esilio. Che si è rivelata molto proficua, dal momento che lavorare negli Stati Uniti ha permesso loro di sviluppare nel migliore dei modi le loro intuizioni, dando una speranza a chi contrae questa terribile malattia.

    L'unico commento che si riesce a strappare sulla vicenda che li ha allontanati dall'Italia (dove torneranno comunque a settembre, per presentare la loro scoperta), è che "il nostro caso è stato paradigmatico per quanto riguarda le caratteristiche, ma non è certo un caso isolato". "Però non mi chieda altro - conclude Iavarone - altrimenti ci dicono che facciamo sempre polemica. E invece noi adesso vogliamo parlare solo della nostra scoperta, che ci fa essere molto speranzosi per gli sviluppi futuri delle cure".

    Pubblicato 16 anni fa #
  28. zaphod

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    Fondatore

    Ovviamente più che all'importante scoperta scientifica mi riferisco al clima dominante nelle istituzioni italiane, al quale i ricercatori in questione fanno riferimento più preciso in questo precedente articolo (sempre da Repubblica).

    Da noi la bravura non paga ce ne siamo dovuti andare

    Antonio Iavarone e Anna Lasorella, napoletani, marito e moglie, erano fra i ricercatori più promettenti del nostro paese. Dal ' 95 lavoravano allo studio del neuroblastoma al Policlinico Gemelli di Roma, reparto di oncologia pediatrica. "Ad allontanarci dall' Italia - racconta Iavarone - è stato un vero e proprio caso di nepotismo. Già nel ' 95 a Roma le ricerche avevano dato i primi, importanti risultati. Avevamo individuato il ruolo della proteina Id2 nello sviluppo di alcuni tumori dei bambini, primo fra tutti il neuroblastoma. Il nostro laboratorio era modernissimo, non aveva nulla da invidiare a quelli americani". Poi cosa è successo? "Il primario di oncologia pediatrica, il professor Renato Mastrangelo, ha cominciato a renderci la vita impossibile. Ci imponeva di inserire il nome del figlio nelle nostre pubblicazioni scientifiche. Ci impediva di scegliere i collaboratori. Non lasciava spazio alla nostra autonomia di ricerca. Per alcuni anni abbiamo piegato la testa. Sono circa 25 le pubblicazioni illegittimamente firmate dal figlio del professore. Poi, un giorno, all' inizio del ' 99, abbiamo denunciato tutto. Ne hanno parlato i giornali e le radio. Da quel momento, era chiaro, non potevamo più mettere piede nel laboratorio. Ce l' avrebbero fatta pagare troppo cara". Come ha reagito il professor Mastrangelo? "Ci ha fatto causa per diffamazione. Ha scritto decine di lettere ai colleghi per mettere in ridicolo le nostre accuse. I vertici dell' Università Cattolica hanno fatto quadrato intorno a lui. Noi, a nostra volta, abbiamo scritto al rettore, al preside, al direttore amministrativo e al direttore dell' ufficio legale. Nessuno ci ha mai degnato di una risposta. Non ci è rimasto che chiedere l' aspettativa e continuare le nostre ricerche negli Stati Uniti, dove da tempo avevamo avviato una collaborazione. La nostra richiesta è stata respinta dall' amministrazione. Se volevamo trasferirci oltreoceano dovevamo tagliare i ponti con il Gemelli. Abbiamo fatto ricorso al Tar e, naturalmente, abbiamo vinto. Oggi siamo in aspettativa". Il vostro è un caso isolato? "Penso di no. Qui negli Stati Uniti c' è una nutrita comunità di italiani che si occupa di ricerca. I nostri discorsi toccano spesso questo argomento. Ognuno di noi, diciamo così, ha qualcosa da raccontare. Noi siamo stati fortunati perché il nostro progetto di ricerca aveva suscitato l' interesse dell' Albert Einstein College. Ma per altri non c' è altra scelta che subire in silenzio". Cosa fa oggi il figlio del professor Mastrangelo? "Non abbiamo più molte notizie dal Gemelli. Ma mi dicono che lavora nello stesso reparto del padre. Il laboratorio, invece, è in decadenza. Il primario sosteneva che i nostri progetti non avrebbero mai portato a nulla. Troppo mirati alla ricerca di base, secondo lui. Troppo avulsi dalle applicazioni cliniche. Invece oggi stiamo addirittura per brevettare alcuni risultati. Fossimo rimasti in Italia avremmo fatto anche guadagnare dei soldi all' Università Cattolica". Quali sono stati i traumi del trasferimento? "Abbiamo dovuto affrontare tutto da soli. Le delusioni, le querele, gli avvocati. Per fortuna la nostra ricerca non ha subito ripercussioni. Già da tempo io lavoravo più negli Stati Uniti che in Italia, mentre mia moglie era rimasta a Roma. Avevo portato al Gemelli anche delle collaborazioni importanti dall' America, fatto tutt' altro che frequente. Oltreoceano abbiamo trovato immediatamente le condizioni migliori per proseguire le ricerche". Oggi prevale la soddisfazione o la delusione? "Sono italiano e mi sento italiano. Mi sono laureato al Gemelli, lì sono diventato ricercatore e ho lavorato per dieci anni. Avrei voluto che il prestigio di questo risultato ricadesse sul mio paese. Mi sento un esule e mi dà profondamente fastidio aver ottenuto tutto questo lontano dall' Italia. Sto cercando in tutti i modi di tornare, ma sono appena stato escluso da un concorso per diventare professore ordinario. E' così. Negli Stati Uniti si valutano i risultati. In Italia altri fattori, che nulla hanno a che vedere con la scienza. Tornerei solo se mi fossero garantite libertà, indipendenza e autonomia. Qui mi hanno abituato così". - di ELENA DUSI

    Pubblicato 16 anni fa #
  29. GabSan

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    Membro

    Allucinante, anche se parlare di libertà, indipendenza e autonomia negli Stati Uniti mi sembra un po' una forzatura. Certo l'Italia è quella che è...

    Pubblicato 15 anni fa #
  30. Leggete qui

    http://www.parvapolis.it/page.php?id=46089

    Pubblicato 15 anni fa #

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