A me invece l'analisi sembra voglia diventare opera a sé.
I giudizi espressi non mi sembra facciano pensare ad una fine della contesa. Soprattutto vista la tua premessa.
Mo' basta, però. Perché del dolore, di quello vero, ci deve essere rispetto.
A me invece l'analisi sembra voglia diventare opera a sé.
I giudizi espressi non mi sembra facciano pensare ad una fine della contesa. Soprattutto vista la tua premessa.
Mo' basta, però. Perché del dolore, di quello vero, ci deve essere rispetto.
è "letteratura giocosa"... mica vita vera.
Urbano, che si dimostra, lui, un vero amico... nn deludetemi ora, ancora una volta.
Per non equivocare:
ho sentito il bisogno di fare un regalo alla Rindindin sgomentato dalla mia percezione della volgarità da branco del gioco inferto, è stato il mio un messaggio diretto ad una persona e non a un forum, che sia stato da Rindindin condiviso qui sopra non mi disturba affatto, e per non essere frainteso ho pure trasmesso al "contattaci" il testo giusto così che chi vuole, se lo vuole, se lo legge senza deformattazioni, però non è ne una contesa ne una giocosa letteratura è una espressione di pensiero che dice rispetto a strutture del pensare.
Tra l'altro pure sollecitata dall'originario autore.
Dunque va tutto bene meno quel: mò basta, tra l'altro motivato in quel modo soap.
Non va di interloquire, pace, ma la presunzione di poter dire preventivamente l'ultima parola beh quella ci si fa un bel cartoccio e si manda su per il culo.
Qui, nella sostanza di quella che è l'etica dei rapporti con un'amica, tu hai completamente ragione Urba', anche se quel "mo' basta" non era stato un ordine perentorio impartito da nessuno, ma un consiglio di opportunità, determinato anche dal fatto delle immediate (o almeno più o meno immediate) scuse di Darcy. Poi ognuno naturalmente fa quello che gli pare e se Rindindin decide di cercarsi comunque una sorta di vendetta letteraria, la cosa non solo non è proibita ma può anche rivelarsi letterariamente divertente, almeno per noi che guardiamo. L'invito però a chiudere sul piano personale l'incidente - invito ti ripeto, ossia consiglio e non ordine, e sul piano personale, non letterario - nasceva da parte mia dalla esigenza di tutelare, se permetti, la mia anche, non solo tua, amica Rindindin, da un eccesso di personalizzazione che non poteva che farla stare male, molto al di là di quelle che erano le intenzioni originarie che erano, continuo a credere, di gioco letterario.
Quello che invece non è sicuramente gioco letterario è quando tu ti permetti di parlare di "branco". Qui abbiamo fatto una cazzata prima Darcy a scrivere quel pezzo e poi io a dirgli di postarlo. Stop. Ma abbiamo fatto subito ammenda, cospargendoci il capo di cenere. Dove cazzo starebbe questo "branco"? Tu riesci a trovare qui sopra un solo post od intervento che non sia a favore di Rindi e contro Darcy? Chi si sarebbe schierato con lui e contro di lei? Ma tu davvero pensi, Urbano, che sia più offensivo un "vaffanculo" mio che un "branco" tuo? Ma tu hai idea di quello che significano le parole? Tu hai insultato pesantemente tutti quanti ed io sono sgomentato dalla percezione della volgarità del tuo ciurlare nel manico e dei tuoi gratuiti colpi bassi.
Il branco c'è tutte le volte che gli individui si esprimono a mucchio.
Accade anche alle meglio anime imboccare reazioni del cervelletto spinale, impulsi.
La questione l'ha posta Mr Darcy, guarda lo rimetto:
.. sì ma alla fine era bello o no? interessante? ben scritto? delicato? avventuroso?
sapete quanto ci tengo al vostro giudizio ... e ... dopo tutto siete anche i miei amici ... e se anche qualche volta ci vediamo in tribunale ... poi finisce tutto davanti ad una birra, una cena, iun petit desgener , un grande picnic.
ci dovremo aspettare una piccola vendetta, una scazzottata, un giro intorno a troia appesi per i piedi dietro ad un carro fumigante. una tragedia. nella sua grecità.
ma poi finisce tutto con un nonnulla, come era cominciata.
basta a tal fine non contrariare il nume tutelare, spiarne i sacri umori, allineare la propria spada alla sua tagliente lingua, al suo sentire del momento, al suo occasionale incantamento. e del più profondo perché, più non mi devi dimandare.
fate in fretta che forse lo si dovrà cancellare!
Tu riesci a trovare qui sopra un solo post od intervento di risposta?
Tolto Torquemada, che gli accenna di forma e stile rimandando il resto a un caffè, non mi pare.
Io il mio parere glielo ho scritto, senza pretendere di convincerlo.
Circa l'anatema finale anche con quello ci puoi fare un bel cartoccio.
ora l'ho letto (aggratis)(1),
come era stato postato era impossibile.
beh, mica tutto,
a un certo punto mi sono letto
solo le note(2),
perché le correzioni al testo
non mi hanno interessato.
debbo però dire che,
la premessa di tutta quest'opera(3)
tradisce l'intento dissimulato del suo autore(4):
egli, infatti, dichiara che per omaggio alla rindi(5),
in odio a tutto il branco(6),
ha vergato(7) il suo pensiero
del pensiero del darcy(8).
solo per lei l'avrebbe pensato,
dice,
ma la grammatica è spesso meglio alleata dell'analista attento,
e allora non v'è chi non veda che,
l'autore,
usa un plurale(9),
che, siccome non è maiestatis,
a l'universo branco(10) si riferisce,
temendone, anche la ritorsione(11).
però, gli va ascritto,
cià fatto divertire(12),
ha scritto senza miseria
e, insisto(13),
è letteratura giocosa
e non seria(14).
***
(1)significa grauitamente, senza alcun compenso.
(2)si leggono le note a pié di pagina quando il testo e noiosissimo, e anche inutile.
(3)un pappone di oltre 52.000 battute, che non può che evidenziare che le ferie non fanno sempre bene.
(4)l'architetto urbano, medico condotto.
(5)la supposta vittima di uno scritto osceno.
(6)qui l'architetto urbano, medico condotto, ha inteso far d'un fascio uno, e così con un solo verbo colpirne cento.
(7)messo nero su bianco.
(8)l'autore del testo parafrasato, il solo, terrone fra l'altro, responsabile della bile che tracima qua e là (che, tra l'altro ancora-ma l'architetto urbano, medico condotto non lo svela per carità di patria- è evidentemente omosessuale -è tutto qua l'odio per la rindi, che è 'fimmina': e che fimmina! -andate pure alla ricerca, nel testo originale, delle descrizioni del corpo di lei, che ne fa oggetto -come il più terrone dei siciliani- di descrizioni, a suo pensare, irriguardose, ma a noi tutti appalesa l'invidia).
(9)dice nella su prefazione: "Ora che è quasi finito ve lo mando" -anche se asserisce di averlo scritto per la sola rindi, sua amica. è evidente a tutti che l'autore non ha inteso sollevare la rindi offesa, non ha mai inteso lavare l'onta, semmai, lo scritto, era diretto all'orda, al branco, alla caserma, e magari, in un momento di 'mitomania' al suo generale fagiolo.
(10)Vedi nota (6).
(11)ancora nella prefazione: "sperando di non essere seppellito di saliva" -anche in questo passaggio l'autore si tradisce. e tradisce la sua paranoia. pensa che verrà attacato e, come in un contrappasso -del resto la frase, gli va riconosciuto, echeggia il sommo poeta-, fatto oggetto della stessa punizione che la sua protetta minaccia al darcy. l'autore qui si figura il branco come un'entità che all'unisono si muove e colpisce, mossa -o direi stregata- da chissà quale forza d'oltre-palude. e tradisce ancora il suo vero intento di mostrarsi al branco -quasi in un delirio masochistico-, in luogo del gridato scopo di tutela della povera rindi.
(12)questo invece è un plurale maiestatis.
(13)qui torniamo al singolare, per non strafare.
qui concludiamo. ciao
Forte,
però hai una prospettiva sbagliata
io non ho postato al branco
ma a Daniela, Paolo e figlie.
Il timore era che la saliva poteva essere la loro.
Per il resto resti in superficie.
Ciao.
però hai una prospettiva sbagliata
io non ho postato al branco
ma a Daniela, Paolo e figlie.
giusta prospettiva invece,
lo so che la postata
alla rindi
era stata.
ma per di lei tramite
al branco destinata.
e su urba',
stacce
tana t'ho fatto,
mica parolacce.
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ANTOINE, GIAN PIERETTI E LE PIETRE
Hai capito come finisce? Con Urbano che ha visto un branco. E le bestie affamate, quelle che hanno accerchiato e poi colpito senza pietà la donzella di turno, avevano le nostre facce. Visione donchisciottesca, non c'è che dire. Sente rumor di sassi e per non perdersi la festa, s'unisce al diletto (e alla vendetta). Poco importa il motivo. L'unica preoccupazione diventa lanciare il sasso più grosso degli altri.
ANTEFATTO
Mr Darcy scrive un racconto, lo invia alla redazione dell'Anonima per pubblicarla sulla Home Page. Lo rifiutiamo, lo scritto e non Mr Darcy, perché riteniamo che parti del racconto possano risultare offensivi nei confronti di Rindindin. Sbagliano tutti, può sbagliare anche lui. Abbiamo deciso da tempo che l'home page e il forum sono due cose distinte. Il secondo è il ritratto della comunità, la prima, invece, è la nostra vetrina. Lì e solo lì vanno le cose ufficiali, quelle col marchio Anonima Scrittori. Il resto sono opinioni e racconti personali.
Proprio per questo, forse, Mr Darcy ha postato lo stesso racconto in un nuovo thread, dopo aver ricevuto l'imprimatur alla pubblicazione da K - “che faccio, lo posto?”, “ma sì, lo posti, vediamo che succede” -. Poi, inevitabili, le polemiche.
Per quel che ci compete, non potendo vigilare il Forum ogni istante, abbiamo chiesto a Rindindin, che si è sentita offesa e colpita negli affetti più cari, se ci fosse stato il bisogno di cancellare il racconto. Lei ha risposto "non è necessario farlo".
Polemiche, scuse, difese, ironie, litigate, cadute di stile. Ognuno è grande e vaccinato e si difende – o attacca – come meglio può.
Dopo una brutta cosa capitata a Mr Darcy – brutta davvero, una delle peggiori cose che possano capitare – si decide, di comune accordo, una tregua. Non la cancellazione di ogni debito. La tregua. Che se vogliamo ha anche un suo valore letterario. Rindindin prima decide di firmare l'armistizio, poi ci ripensa (nel suo pieno diritto, anche se non condivido). Lo fa nel momento in cui Urbano, che usando un eufemismo fa passare qualche tempo, manda un'analisi del testo che dovrebbe confortare Rindindin e familiari.
“Lo posti sul forum?”
“No, lasciamo perdere, quella è una caserma”.
“Ok, lo posto io”.
E quando lo posta, Rindindin, non si limita solo a dire: “vedi che bell'amico, guarda che ha scritto per me”. Ma continua: “leggetevelo anche voi, e non v'inventate che è lungo perché vi siete letti certi pipponi di Sensi che manco Dio lo sa. Quindi non mi deludete, ancora una volta”.
Ce lo chiede un'amica, anche se un po' malamente. Non possiamo che leggerlo. L'attacco, da una semplice analisi del testo che non richiede nemmeno le note a piè pagina, sembra spostarsi. Il mirino s'allarga e non comprende più Mr Darcy, ma tutti noi. La colpa non è ben chiara. Sembra che siamo colpevoli di esser stati a guardare e di non aver preso lo stesso Darcy, insieme con K - colpevole di aver dato l'imprimatur alla pubblicazione –, e di averli cacciati su due piedi. Magari con ignominia. “Ma che vi dice la capoccia”. Scrivo una risposta - “mo basta” - per ricordare a Rindindin la promessa fatta. Un consiglio, diciamo. Da amico di entrambi.
Poi arriva Urbano.
BRANCO A TU' SORELLA
Come nei migliori parti, bisogna aspettare un po' di tempo prima che la creatura prenda forza, forma e contenuto. Da quel primo “è una caserma”, Urbano arriva alla definizione “branco”. Il soggetto siamo sempre noi, Anonima Scrittori. Non so in base a quale motivo arrivi l'accusa, non l'ha mai specificato e in genere i suoi post non sono il massimo di chiarezza. Ho dovuto fare da solo. L'offesa è grossa, significa qualcosa e scopre qualche carta.
La prima immagine che m'è venuta in mente è stata un film, che vidi molti anni fa. Volevo far colpo su una ragazza. La invitai al cinema ma quella sera non proiettavano niente di particolarmente attraente. C'era solo un film demenziale americano e un film italiano in cui recitavano, tra gli altri, Ricky Memphis, Giorgio Tirabassi e Luca Zingaretti. Si chiamava proprio <<Il Branco>>. Tratto da un romanzo di Andrea Carraro. Regia di Marco Risi. Comprammo i biglietti e ci fiondammo in sala.
Ovviamente il tentativo di far colpo sulla ragazza fallì miseramente – non fu né il primo né l'ultimo e, per fortuna mia, ho imparato a fare di meglio – ma quel film mi colpì profondamente solo per un aspetto: la violenza irrazionale che solo un branco sa scatenare. Le definizioni del vocabolario sono abbastanza chiare. Ci sarebbe da offendersi a sfogliarne uno qualunque. Ma non rendono l'idea. Urbano avrebbe potuto usare gregge, ad esempio, o mandria. Non sarebbe stato il primo e neppure l'ultimo.
Perché non l'ha fatto?
Sia nella caserma che nel branco, c'è un significato sottinteso che, in gregge o in mandria, non c'è: l'aggressività. Se nella caserma comunque ci sono delle regole a cui tutti debbono ubbedire (come scrive mickey mauts), nel branco la violenza è irrazionale. Anzi, la violenza chiama violenza. L'atteggiamento aggressivo del gruppo aumenta a dismisura. Esiste solo il buio della ragione.
In genere, se rivolto alle persone e non alle bestie, il termine branco nasconde anche un po' di vigliaccheria: da soli pecore, insieme lupi.
Ci viene addebitato il silenzio e questo avrebbe potuto configurarci come gregge. C'è qualcosa che non va, però. Se fosse così, del gregge farebbe parte lo stesso Urbano. Anche lui è rimasto in silenzio. Se fosse dipeso da lui, cioè se Rindindin non avesse postato il suo scritto, in silenzio sarebbe rimasto vita natural durante, almeno pubblicamente.
Nessuno conosce i motivi reconditi che spingono una pecora a rimanere nel gregge. Che ne possiamo sapere? Potrebbe non voler mostrare un comportamento diverso dagli altri perché pensa che il gregge sia come una caserma. Ogni comportamento deviante prevede una punizione, bastone o morsi che sia. “Fammi stare buona, tanto gli altri non capiscono”. Un pensiero che magari va a dire alla sua amica pecora, che se la continua a prendere con il cane che l'ha aggredita, ma mai con quello che è convinta sia il suo padrone (suo è riferito sia alla pecora che al cane).
Branco è un parolone, Urbano. Capisco che poi, davanti ad un bicchiere di vino, tutti si complimenteranno con te. “Gliene hai cantate quattro”, “Bravo”, “Ad avere il coraggio tuo...”. Ti prende la foga e magari diventa difficile controllarsi. Sei riuscito a trasformare un gioco letterario in qualcos'altro. Cosa? Non lo so. Sicuramente un'offesa pesante nei confronti di persone che da branco non si sono mai comportate. Non solo nel fatto specifico, ma nella vita. Ripeto, il branco è la moltiplicazione della violenza, il buio della ragione, lanciare il sasso e nascondere la propria mano tra le altre. Ecco, il sasso. Siamo ritornati ad Antoine e Gian Pieretti.
“Tu sei buono e ti tirano le pietre.
Tu sei cattivo e ti tirano le pietre
Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
sempre pietre in faccia prenderai”
La Crusca dice che branco è moltitudine d'animali adunati insieme. Dice che corrisponte al grex, all'armentum dei Latini.
Cita il pascerà la sua gregge ed i suoi agnelli raduneranno il suo branco nel suo seno del Vangelo, il come s'un branco di pecore andasse dell'Orlando e con un branco di bestie e di persone delle Rime.
Tutte le definizioni sono di questo tenore, in sostanza dicesi branco una grande moltitudine di animali della stessa specie che si riuniscono e operano in modo omogeneo, oh mica lo dico io.
Non dico nulla sui diversi sinonimi usati per le diverse specie o addirittura per le diverse attitudini tipo la stanzialità perchè sennò poi ridici che ho offeso.
Io attingo a questo quando digito branco non certo a quello del cinema ma penso anche che non è che perchè siamo così ammodino da non stuprare allo possiamo star sicuri di non essere parte di un branco.
Spiega Treccani che tra gli scouts ciascun gruppo di lupetti si dice branco, corrisponde al cerchio femminile precisa e chiude il lemma.
Spiega Treccani che tra gli scouts ciascun gruppo di lupetti si dice branco, corrisponde al cerchio femminile precisa e chiude il lemma.
Questo mi offende, da capo scout brevettato, perchè non si può assolutamente usare il termine Branco in senso dispregiativo, nel caso degli scout.
"Branco", nei lupetti è un terminus technicus, designa l' Unità relativa alla fascia d'età infantile (8-11), antecendete al "Reparto"; Branco trae il suo nome dall'essere messo in connessione con "l'ambientazione fantastica" de Il libro della Giungla,l'ambientazione - tratta dall'omonimo libro di Kipling - in cui avviene il processo educativo. Dei lupi adottano un bambino (Mowgli), e lui impara, attraverso la loro frequentazione, le leggi per diventare una persona responsabile, rispettosa e leale. Si sintetizzza infatti nel motto : Del Nostro Meglio.
Nei lupetti ci sono anche le ragazzine, che si chiamano lupette.
Il Cerchio delle Coccinelle invece ha come ambientazione il Bosco, e ci sono anche i maschi. Benchè originariamente fosse esclusivamente femminile.
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Ma , fuori da questo contesto, "branco" ha, come già ripetuto da Torque, una connotazione spregiativa. Ricorda l'orda dei cacciatori-raccoglitori, sostanzialmente La "muta". Per cui si rimanda al noto libro di Elias Canetti "Massa e potere".
Sarebbe quello dove si spiega la struttura del cristallo di massa?
La spiegazione del perchè uno stadio è circolare: per consentire alla massa di vedersi e crescere ne lo specchiamento. Forse sbaglio libro, però hai ragione Canetti è un grande, anche se non vedo cosa c'entri qui. O forse si, Lui apre potere e soprivvivenza così: schivare il concreto è uno dei fenomeni più inquietanti della storia dello spirito umano. C'è una netta tendenza a buttarsi lontano, subito, eccetera eccetera.
Non prevedevo questa labilità sentimentale del sopportare, caspita tutti offesi dai lupetti alle coccinelle. Mi dispiace, veramente, non volevo.
Volevo solo dire la mia su un raccontino.
Volevo solo dire la mia su un raccontino.
Lo disse pure Giordano Bruno riferendosi alla Bibbia
Urbà, non ciurlare nel manico. Vatti a rileggere la definizione in un qualsiasi vocabolario e non ti fermare alla prima. Vai avanti. Perché il senso della tua espressione, riferito ad un gruppo di persone, è figurato. O altrimenti ci stai dando degli animali, nella migliore dell ipotesi.
Non prevedevo questa labilità sentimentale del sopportare, caspita tutti offesi dai lupetti alle coccinelle. Mi dispiace, veramente, non volevo.
per quanto mi riguarda
nessuna 'labilità sentimentale',
(se mai qualcuno mi avesse voluto muovere qualche genere di accusa).
molti si sono succeduti su questo forum e nei direttivi di anonima
discorrendo di caserme, branchi, fagioli e fagiolini.
e non sono mai intervenuto a cercare di smentirli,
né lo farò con te,
però non mi si dica:
"Mi dispiace, veramente, non volevo"
perché mi prendi per il culo,
e mi fai girare le palle.
vabbeh! non mi collegavo da giorni e mi dispiace leggere questi post. nel postare il raccontino di Urbano non credevo di scatenare ulteriori discussioni sgradevoli. come io non avrei dovuto vedere nel racconto di Darcy attacchi personali e offese, avreste dovuto fare voi nella nuova versione di Urbano. Perchè Torque e Cameriere se la sono presa tanto? comunque peace and love
io non me la sono presa affatto.
la mia parodia dello scritto di urbano
trasuda ironia e buon umore.
non mi si dica, però,
mi dispiace, non volevo.
Rindi, non sei assolutamente tu che scateni "ulteriori discussioni sgradevoli". Qui si è semplicemente passati ad un altro capitolo - altro capitolo, altra storia - perchè un imbecille voleva fare il Lancillotto sulle spalle degli altri, insultandoli e riempiendoli di merda gratuitamente (tanto che ci vuoi fa'? a lui la nostra città lo fa 'aare, e visto che per città, come ognun architetto sa, si intende proprio civitas, e cioè non solo i mattoni ma pure tutta la gente che ci sta, a lui evidentemente siamo proprio tutti noi, a sto scemo che chissà chi cazzo si crede di essere, che lo facciamo 'aare).
In ogni caso non ci deve provare, adesso, con il gioco delle tre carte, poiché dopo l'uscita nel 1994 del film Il branco di Marco Risi, tratto dall'omonimo libro di Andrea Carraro, quella parola ha assunto un precisissimo significato non solo nella sociologia, ma in tutta la società italiana. Non c'è un insegnante di scuola media superiore od inferiore che non la usi in quella accezione - quella che intendeva proprio lui, violenta, maschilista, stupratoria ed antifemminile, nei riguardi di tutto il forum - almeno due o tre volte al giorno. E non solo lo ha detto una volta:
sgomentato dalla mia percezione della volgarità da branco del gioco inferto
Il branco c'è tutte le volte che gli individui si esprimono a mucchio. Accade anche alle meglio anime imboccare reazioni del cervelletto spinale, impulsi. La questione l'ha posta Mr Darcy, guarda lo rimetto
(Torque, tu falla finita però con questa storia del dolore. Quelli sono cazzi privati di Darcy. Perchè glieli devi dare in pasto a questo qua?)
(Senza tenere conto a quello che lo aspetta, mo', a Darcy, quando viene a sapere che sono in corso trattative di pace con hezbollah)
Senza tenere conto a quello che lo aspetta, mo', a Darcy
un calcio alle palle?
Quante parole buttate via e solo per negare una evidenza, come si fa con le cose peccaminose smascherate.
Poi dice che a ciurlare son io.
Visto lo stile apocalittico vedi se potrebbe andare così, stile Matteo,: scrisse .. noi eravamo le teste di cazzo che si figurava lui, e cioè un "branco" violento, maschilista, stupratorio ed antiffeminile .. poi chiese: “Urbà, sono forse io?”. Quegli rispose: “Tu l’hai detto”. E pensò " ma mi sa che c'hai ragione".
Massì, Urbano. Pensala come vuoi. D'altronde uno come te, è un esperto di parole buttate. Per me la questione è chiusa qui.
Un dubbio, Urbano : quale guadagno trae la communitas AS dal continuo accentuare conflitti che si risolvevano da se´? Se si mette il ditino in un buco, esso non fa che allargarsi...
ci sono svariate prospettive
http://vids.myspace.com/index.cfm?fuseaction=vids.individual&videoid=56487265
non trovi?
Visto lo stile apocalittico vedi se potrebbe andare così, stile Matteo,: scrisse .. noi eravamo le teste di cazzo che si figurava lui, e cioè un "branco" violento, maschilista, stupratorio ed antiffeminile .. poi chiese: “Urbà, sono forse io?”. Quegli rispose: “Tu l’hai detto”. E pensò " ma mi sa che c'hai ragione".
Le sue solite risposte a cazzo, Cam, il suo solito giocare a carte mezze coperte che, dalle mie parti, non e´ classificabile come giocare pulito.
io ciò un paio di domande che da qualche giorno mi frullano per la testa:
cosa spinge una persona a prendere il racconto di un altro che ha fatto incazzare un’amica, analizzarlo, criticarlo, riscriverlo ed infine “donarlo” all’amica che nel frattempo è già un po’ meno incazzata e in via di perdono?
a chi giova?
A chi lo fa e, forse, all'amica.
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