Anonima scrittori

Forum Anonimascrittori » Anonima Scrittori

Mi presento

(99 articoli)
  1. Mamma78

    offline
    Membro

    Benvenuto Puta!

    e... concordo con Roberta: il più bello è Pericle!

    Pubblicato 13 anni fa #
  2. A

    offline
    Membro

    @Puta
    C'è un mio amico gesuita, titolare tra l'altro di un laboratorio di scrittura collettiva chiamato bombacarta, che legge il romanzo di Tondelli, e in genere la parabola del grande scrittore, come virante al sacro. Io non so, se l'operazione di Antonio sia legittima, e non leggo in quest'ottica Tondelli (anche perchè del fatto se si sia avvicinato al cattolicesimo mentre stava per morire non mi interessa nulla). Pur non essendo gay, ritengo che Camere separate sia un bellissimo romanzo d'amore, in senso universale, uno dei pochi che rimarranno classici nelle antologie scolastiche e non, (...vabbè, lo so che Laura/Yaura dirà che questo non è un criterio, ma non sono un critico letterario, sono solo un lettore anonimo). Discorso leggermente diverso per Altri libertini, che pure ho letto, e che mi sembra più un bildungsroman.
    Comunque mi pare che in Camere Separate ci sia uno studio lessicale e linguistico che in parte oltrepassa il linguaggio "volgare" del primo Tondelli. Che ne pensi?

    Pubblicato 13 anni fa #
  3. puta

    offline
    Membro

    @A

    il sacro non era estraneo alla riflessione di tondelli. sacro non cristianamente inteso, bensì come sforzo morale all'autopoiesi, alla creazione di sé come individuo autonomo e autodeterminato. farsi uomo fra gli uomini e fra le donne, attraverso il piacere e il dolore, credo sia questo il senso della ricerca e dell'esperienza tondelliana.

    la lettura di spadaro (si chiama così?) la giudico dunque illegittima e limitata, perché identifica il sacro con la religione. nel suo ultimo scritto, "biglietti agli amici", troviamo una riflessione laica sull'esistenza, che smentisce platealmente la tesi del tuo amico gesuita.

    sulla questione: che tipologia di narrazione troviamo in "altri libertini" e "camere separate". li catalogo entrambi sotto la definizione di bildungsroman, romanzi (o racconti) di formazione.

    con qualche significativa differenza: "altri libertini" è una raccolta giovanile, dove ancora tondelli non ha sviluppato appieno né la sua cifra stilistica né il nucleo centrale della sua ricerca; infatti alcune pagine potevano essere tranquillamente eliminate dal prodotto finale. (bellissima, però, l'immagine che tondelli usa per descrivere i due protagonisti. era, più o meno, questa: "un uomo alto preso in solitudine appare goffo e maldestro; due uomini alti e abbracciati sembrano semidei") (sarà per questo che preferisco gli uomini alti?).

    "altri libertini", pur coi suoi mille problemi letterari irrisolti, per il momento storico in cui è uscito, ha rappresentato un momento di rottura nella letteratura italiana: l'irrompere sulla scena non più dell'"uomo sociale", frutto della letteratura impegnata di derivazione marxista, ma dell'"individuo" che pone il problema della sua esistenza, finora negata, alla società tutta. non più il generale che si fa particolare, ma il particolare che interroga (senza risposte convincenti) il generale.

    qui, credo, troviamo il grande contributo di tondelli alla letteratura italiana.

    "camere separate" è il momento della maturità di tondelli, maturità affettiva, politica, letteraria. il tema del romanzo è a ben vedere lo stesso dei racconti di "altri libertini": come divento uomo, come mi relaziono al mondo.

    pur senza esplicitarlo, per non farla sembrare una tesi astratta e priva di vita, tondelli considera l'amore il sentimento più politico, attraverso il quale è possibile leggere una società e le sue contraddizioni, le sue paure, i suoi rifiuti, le sue violenze. in questo senso, tondelli assume in letteratura la concezione biopolitica del potere (vedi foucault). il potere come strumento di repressione interiorizzato, che produce autocensura, autocastrazione. (la letteratura, va da sé, per tondelli, ha invece una funzione opposta: dispiegare l'esistenza, farla esplodere, deflagrare, esprimere il tuo potenziale).

    "camere separate" è tutto questo magnificamente narrato.

    Pubblicato 13 anni fa #
  4. A

    offline
    Membro

    Certo, infatti sono d'accordo con te che l'operazione spadariana è faziosa (mi ricorda un po' quella fatta con Simone Weil). Su quello che dici circa "biglietti agli amici" concordo. Se non sbaglio là l'autore virava verso un'angelologia, venata di echi spirituali ebraici. Certo, è vero, il sacro non è esente dall'estetica tondelliana, ma non necessariamente deve essere cattolico.
    Ma io chiedevo dello stile: mi pare che in Camere separate lo stile paratattico sia leggermente superato. Ma non ce l'ho presente, l'ho regalato a molte persone, e la mia copia temo sia andata perduta. Tu studi letteratura?

    * Rileggendo quanto dici del sacro come "autopoiesi di sè come individuo autonomo", mi ricordi il processo di guarigione tipico della psicologia analitica junghiana: l'individuazione come metà terapeutica, ma anche come telos esistenziale. Siamo chiamati a vivere per realizzare un compito, cercando di svincolarci dai capestri e dalle pastoie dell'inautenticità delle convezioni, dei condizionamenti sociali, che vorrebbero limitare il nostro vero sè e condannarci ad un'alienazione destinale.... ma il discorso darebbe lungo...

    Pubblicato 13 anni fa #
  5. puta

    offline
    Membro

    non studio letteratura. leggo molto.

    (sulla scrittura di tondelli non grandi idee da condividere: non passerà alla storia per aver inventato un linguaggio o delle forme inedite, come invece ha saputo costruire christa wolf. la scrittura di tondelli è tradizionalista. e mi va bene così. la differenza stilistica più forte tra "altri libertini" e "camere separate" mi sembra sia l'uso del flashback nel secondo).

    Pubblicato 13 anni fa #
  6. Roberta Lepri

    offline
    Membro

    @Puta: già avevo veduto Corpo 12 (compreso il commento demente del demente).
    Non è facile scrivere storie gay in Italia (se la parola gay viene bloccata nei pc delle biblioteche!...), meno che mai pubblicarle. A nessuno viene in mente che ci possa essere un bel valore letterario - se lo si sa fare - nel raccontare questa parte di realtà. E questo a mio avviso dovrebbe interessare molto di più chi non è gay. Certo, i nostri scrittori non sono Tondelli! Ma servono a far circolare idee, e la cosa bella è che quando avviciniamo di persona la gente, facciamo reading e spieghiamo di cosa si tratta, i gaytags, che quasi nessuna libreria vuole ospitare, vendono più degli altri titoli.

    "Non studio letteratura, leggo molto": mi piace!
    Io non studio più letteratura da un pezzo e non leggo quanto vorrei

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. A

    offline
    Membro

    A proposito di Tondelli , ho trovato questa intervista

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. Roberta Lepri

    offline
    Membro

    @ puta anche io ho letto Luis e mi è piaciuto, specie nella parte finale. Trovo ci sia una grande verità del mondo gay, per come i miei amici da sempre me lo raccontano. Ho fame? Mangio. Senza ipocrisia. Tutti hanno fame, poi però si tirano indietro: mangiare sì ma con regole certe. In famiglia, all'interno di un rapporto se pure omosex consolidato, Invece qui senza rimpianti, giusto un filo di malinconia. E in fondo con complicità e anche tenerezza (scopata sì, sveltina no). Bravo. Mi hai ricordato White, ma non gasarti

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. k

    offline
    Membro

    Boh!? Ci debbo pensare.

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. puta

    offline
    Membro

    @Roberta: c'è anche un po' di edmund white, del suo "stati del desiderio". qui puoi leggere una bella intervista a white.

    (non ho scritto che non studio letteratura per snobismo. è una constatazione, che faccio anche con una punta di rammarico, perché se la studiassi, avrei sicuramente meno lacune).

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. puta

    offline
    Membro

    k: a cosa devi pensare?

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. puta

    offline
    Membro

    @A: lui stesso nell'intervista che hai linkato afferma che ha lavorato più sulle storie e sul "respiro internazionale" delle stesse che sullo stile della scrittura. con molta umiltà, non pretende di passare alla storia per le sue invenzioni letterarie. ah! il nostro buon tondelli. mi manca.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. Roberta Lepri

    offline
    Membro

    Poi mi spiegate come si fa ad allegare link, pdf ecc. per piacere? Questo è il primo forum a cui partecipo...Si vede, eh? Infatti sono l'unica bischera a essersi iscritta a un'anonima scrittori con il proprio nome e cognome.
    @puta: mi piacciono tanto i racconti di White, pubblicati da Derive e approdi nella raccolta Scorticato vivo. Mi riferivo soprattutto a quelli.
    Adesso cosa state leggendo?
    Apriamo una discussione sull'argomento?
    (intanto mi piace pensare a K che pensa)
    Ora vedo l'intervista a White.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. zaphod

    offline
    Fondatore

    C'è un post intitolato "Cosa hai letto ieri" in cui segnalare le proprie letture in corso...

    ... e, a proposito, benvenuti ai nuovi arrivati del forum...

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. Roberta Lepri

    offline
    Membro

    @ zaphod, grazie.

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. k

    offline
    Membro

    k: a cosa devi pensare?

    A Tondelli e alle cose che avete detto voi.

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. k

    offline
    Membro

    sono l'unica bischera a essersi iscritta a un'anonima scrittori con il proprio nome e cognome

    No, no, non sei l'unica, stai in buonissima compagnia. Ci sono pure difatti Fernando Bassoli e quel mio grande estimatore che t'ha arpionato e portato fino qua.

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. rindindin

    offline
    Membro

    ciao puta e lepri:)

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. puta

    offline
    Membro

    ciao rindindin!

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. Pure io devo pensare alle cose da voi scritte su Tondelli, ma qualsiasi cosa abbiate sostenuto, l'avete fatto molto bene. Di sicuro se ne è andato troppo presto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. zaphod

    offline
    Fondatore

    ...qualche riflessione sul racconto "luis" prima di immergermi nella lettura di un paio di cosette che mi sono arrivate or ora via mail...

    E' molto ben scritto. Non so se regge come inizio di un progetto più lungo , ma può andare come racconto breve. Nel caso toglierei l'ultimo paragrafo e lo chiuderei con "...fuggo all'aria aperta." Il pezzo di Mina mi pare didascalico rispetto al racconto e l'accenno a Johhnny Rotten una strizzata d'occhio in cerca di complicità con un lettore ipotetico appartenente a una generica "sottocultura pop". Per quello che mi ricordo della mia lettura di Altri libertini forse sono anche i due appunti che si possono muovere all'opera di Tondelli, ma non mi sbilancio ché troppo poco ne so dell'argomento.

    Luis accende però i riflettori su un paio di questioni su cui riflettevamo con Torquemada per telefono. La prima riguarda l'ambientazione. Barcellona. Pare un voler mettere in mostra un animo cosmopolita e un po' sopra le righe. Forse - si diceva - è la Spagna che viene vista come una Terra Promessa dalla comunità omosessuale. Però la sensazione è quella che si provava leggendo il romanzo di un amico mio che a un certo punto spostava l'azione da Latina a New York. New York è troppo grossa. Sparisce tutto di fronte a lei, e la storia si perde. Così Barcellona. Una storia di sesso tra due appena conosciuti? Sì, vabbè, ma a Barcellona, lì può succedere di tutto. Come nei libri di Zafon. Rimane la curiosità di leggere la stessa storia ambientata a Rimini, o Rio Martino.
    La seconda perplessità è riguardo alle scene di sesso. Scritte benissimo. E - personalmente - non disturbano affatto. Però qui sopra spesso si dibatte sul confine tra letteratura erotica e pornografia. E non è questione di termini, ma - azzarderei - di etica della narrazione. E' necessario scendere nei particolari?
    Tempo fa, discutendo di argomenti di questo genere, k propose una distinzione che mi trovò d'accordo. In sostanza - si diceva - tutti sappiamo cosa succede in una camera da letto e non c'è bisogno di stare a scendere in particolari a meno che quello che succede non sia essenziale per la storia o di natura particolare. Penso all'amplesso nella camera mortuaria in Cronache da un pianeta abbandonato, ai bruscolini sulla schiena in Le quattro strade o ai "non star grafiàrme" di Pericle Peruzzi.
    Quindi la lettura di Luis per me - eterosessuale - rientrava in questa casistica. Mi ha raccontato cose da un punto di vista diverso.
    Ma non è questo un ripetere e confermare il pregiudizio per cui l'omosessuale è lo "strano", il "diverso", il freak, il fenomeno da baraccone? Non è che forse anche qui ci troviamo a dare una strizzatina d'occhio a "quelli della mia comunità" che capiscono quello che voglio dire (ma a cui non dovrei aver bisogno di dirlo visto che per loro è la normalità)?

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. Roberta Lepri

    offline
    Membro

    Ciao rindindin!
    Mi limito a questo, avevo scritto una risposta a zaphod, poi si è scassato tutto, non mi faceva più entrare, avevo salvato e non me l'ha fatta incollare. Domani cerco di riordinare le idee.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. cameriere

    offline
    Membro

    E' molto ben scritto. Non so se regge come inizio di un progetto più lungo , ma può andare come racconto breve

    ma guarda che tipo,
    è sceso dalla montagna del sapone.
    siccome io ciò detto che il racconto è ben scritto,
    lui,
    rapito dall'estro critico,
    scrive:
    è MOLTO ben scritto.
    per darsi un tono.
    vabbe'.

    io invece insisto che come racconto autonomo non regge,
    perché in quelle poche righe non viene tratteggiato
    alcun personaggio, ne la città,
    che a questo punto potrebbe essere anche terracina
    o gaeta, con tutti quei marinai.
    il racconto non è autonomo,
    è infatti l'autore a dirlo.

    ora il punto è uno,
    zaph è di borgo,
    è pur vero che non lo freghi
    con le mille luci di NY o
    con il new deal catalano,
    ma due froci che si baciano
    lo lasciano abbagliato,
    che che ne dica.
    e per lui, quindi,
    l'episodio genera un interesse
    tale da farne per sé stesso racconto.
    io, invece,
    che so' stato a NY e barcellona,
    e non trasalisco per nulla,
    perché omo di mondo,
    non credo che un frugale amplesso
    sia sufficiente a diventare racconto.

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. tcd

    offline
    Membro

    E' mattina presto, devo ancora finire di tirarmi su a botte di caffeina ma credo che possa essere utile una divagazione sul concetto di "normalità".

    La normalità, questa sconosciuta

    Quando si parla di "normalità" o di "anormalità" se ne parla sempre in senso "assolutistico" e/o "dualistico" (in quanto contrapposizione del "noi versus gli altri"). Ma difficilmente ci soffermiamo a pensare al fatto che esistano anche altri tipi di "normalità"...

    Quella che sentiamo dentro di noi.

    Quella che diamo per scontata.

    Quella che sentiamo alla fine di un percorso passato a confrontare il nostro "io" con quello di chi ci sta intorno.

    Per poi magari arrivare alla conclusione che gli "altri" (in relazione a noi stessi) sono troppi e che mandarli affanculo non risolve niente, ma che comunque dà una grandissima soddisfazione.

    Secondo me è infinitamente meglio sentirci noi normali, qualunque sia la normalità dettata dalla cosiddetta "maggioranza".

    Il problema nasce quando cercano di farci sentire "anormali" fin da piccoli. Magari senza volerlo, magari con tutte le buone intenzioni di questo mondo. Ma rimane il fatto che nel farlo ti fanno un male boia nell'anima.

    Ti spingono a cercare di conformarti ad un modello di essere umano che potrebbe essere irraggiungibile.

    E qui sono cazzi.

    Se non trovi qualcuno che ti dica "ma mandali affanculo", se non hai un caratteracciodemmerda di tuo, ti annienti. Ti neghi a te stesso. Sperando di far felici i tuoi cari.

    Se inizi a mandarli affanculo, se cerchi di trovare da solo la tua strada, il tuo concetto di normalità, ti rompono comunque le palle. Non ti lasciano in pace. E finisce che ti tocca di aspettare che si stanchino e ti dicano "vaffanculo, fa mpo' come ti pare a te".

    In pratica, stringi stringi, non esiste affatto una "normalità" in senso assoluto. Esistono solo tre tipi di normalità: quella statistica che serve solo a far contente le testedicazzo e gli statistici, quella "relativa" data dal confronto tra noi e chi ci sta intorno e quella "individuale" (ovvero il "Io mi sento normale, vai sereno!")

    (Poi voglio vede' le facce degli insegnanti di mia figlia quando andro' ai colloqui... bwahahahahah)

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. puta

    offline
    Membro

    @cameriere: nego recisamente che si possa scrivere di "frugale amplesso". che cazzo è un frugale amplesso? 'na roba per stitici?

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. la lavandaia

    offline
    Membro

    ciao puta, ancora non ti ho salutato. Benvenuto anche da parte mia.

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. puta

    offline
    Membro

    un saluto a te lavandaia

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. Secondo me "Luis" funziona come racconto breve, ben scritto e ben ritmato, è vero, ma credo che funzionerebbe meglio in un contesto di più ampio respiro. Abbozza senza approfondire troppo ma ha già un'atmosfera propria.
    Secondo me, poi, funziona l'ambientazione. Ambientato a Latina o a Cantù sarebbe un'altra storia.
    Sul porno : la differenza fra porno ed erotico non è nella dovizia di particolari o meno ma nella funzione. Parlando fuori dai denti, il porno è direttamente funzionale all'eccitazione sessuale, puro stimolo fisiologico per quanta patina artistica si voglia usare per ricoprirlo, l'erotico è meno immediato, parla di sesso ma ha intenti più estetici e meno "meccanici". In questo caso, secondo me, la sequenza di sesso è funzionale alla narrazione. Concordo con zaphod sulla parte musicale, in definitiva superflua, e forse qua e là si potrebbe limare qualcosina, ma funziona e, volendo, si può sviluppare.

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. tcd

    offline
    Membro

    @Puta: letto finalmente il "Luis". Scorre bene. Ma sono d'accordo con zaphod sulla ridondanza dell'ultimo paragrafo con Mina e Johnny Rotten. Annacqua la fine del racconto.

    Non sono d'accordo con chi criticava l'uso di Barcelona come ambientazione.

    A me Barcelona, nel racconto, dà un'idea di "Erasmus", di fuga, di auto-esilio. Che ben si concilia con il desiderio negato di Michele per qualcosa di piu' impegnativo.

    E non credo che colpisca per il suo essere "gay". Anzi mi pare che colpisca di più per la sua "normalità", per la serenità tra le righe.

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. puta

    offline
    Membro

    come ho scritto aprendo questo topic, "luis" nasce come capitolo di un romanzo incompiuto o da compiersi. ho riadattato quel capitolo perché era quello, a mio avviso, che meglio si prestava a vivere autonomamente (se poi avrete pazienza, potrei farvi leggere qualche altro capitolo, partendo dal primo).

    ho bisogno di verificare gli effetti del testo sulle persone, per vedere se funziona. l'ho spedito a un concorso di racconti gay, è arrivato terzo (perché il sesso anche tra i froci non è ben visto quando si tratta di presentarsi al mondo) e l'hanno pubblicato nell'antologia del concorso. venerdì farò un altro esperimento: vado a leggerlo in un paesino di campagna dove allestiscono un reading.

    @tcd: hai compreso il senso dell'ambientazione: lo scritto intero, non solo "luis", è storia di pellegrinaggi, è ambientato in varie città di vari paesi. è, come hai scritto, la storia di un autoesilio.

    @faust e cameriere e zaphod: la questione del sesso in letteratura è calzante. di più, è urgente. vogliamo discuterne qui o apriamo (o già esiste) un topic apposito? è un tema su cui ho molto riflettuto e tuttora mi coinvolge. mi farebbe piacere discuterne approfonditamente assieme.

    Pubblicato 13 anni fa #

Feed RSS per questa discussione

Replica »

Devi aver fatto il login per poter pubblicare articoli.