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Sondaggio: pedonalizzazione sì o no?

(111 articoli)
  • Avviato 14 anni fa da FernandoBassoli
  • Ultima replica da parte di rindindin
  1. zaphod

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    Fondatore

    x A. : vaffanculo.

    x Bassoli: vaffanculo.

    (per motivi diversi, ovviamente)

    x sensi: non ho capito perché se lei a trento adesso cià paura di passare col rosso debba venire a rompere i coglioni a chi col rosso passa dove lei l'ha sempre fatto prima di emigrare. E poi: io sto a Latina dalla nascita, col rosso non ci passo, do le precedenze e sono sicuro che se vado a trento e dico a uno "smetti di rompermi i coglioni" quello mi lascia steso per terra o mi denuncia per turpiloquio o mi fa pestare da qualche ronda antiterroni...

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. sensi da trento

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    quello del rosso è una metafora; un termine di paragone.
    ci sono comportamenti che a latina consideravo normali perchè li facevano tutti e che quando sono venuto qui a tn mi sono sembrati fuori luogo e che ho evitato di fare.

    latina negli ultimi 5 anni è cambiata: la popolazione ha avuto un turn over, parecchie persone sono venute da fuori perchè farsi una casa a latina era più economico che farsela a roma o napoli.
    sono venuti qui e hanno fatto i pendolari.
    però, venendo a latina hanno importato comportamenti che per loro erano normali.
    il DNA del latinese è cambiato: è impossibile che non se ne sia accorto nessuno

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. A

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    Ma guarda tu!

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. sensi da trento

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    si, il moderatore è zaphod, mi dispiace per te.
    credo che l'offesa però sia dovuta a un fraintendimento. tu hai scritto (testualmente)
    ABBASSA STO CAZZO DIO STEREO.
    invece di
    ABBASSA STO CAZZO DI STEREO.

    insomma, hanno pensato che volessi bestemmiare

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. A

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    è evidentemente un refuso, figuriamoci.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. sensi da trento

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    ..

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. A

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    Rispedisco il messaggio di prima corretto, visto che quello non si può più correggere. Potreste anche rimettere la modalità modifica, come era prima nel forum, comunque:
    E cercate di argomentare, senza offendere personalmente, se è possibile, grazie.

    K, sono d'acccordo con lei che mettere lo stereo a palla è un modo per dire " Ci sono anche io!". Io discutevo solo dell'inopportunità e della cafonaggine di farlo durante un concerto organizzato, credo con contributo volontario, da parte dell'associazione per la ricerca delle leucemie...
    Comunque se voi che ancora vivete a Latina non avete notato, da dieci anni a questa parte, un cambio nel modo in cui è frequentato il centro, allora c'avete ragione voi.
    Ma io non me lo ricordo così.
    Dice: ma allora, perchè parla di "campanizzazione"... Beh, non mi riferivo tanto ai ragazzi (anche se poi il discorso è caduto là, me ne scuso) quanto dell'amministrazione che non aveva previsto nemmeno una guardia, un cazzo di carabiniere o anche di municipale, a sorvegliare a quel dannato concerto dell'associazione per la ricerca sulle leucemie, ad andare a dire: ABBASSA STO CAZZO DI STEREO. Hanno tagliato sulle guardie, sugli spazzini, su tutto, evidentemente. Hannpo tagliato perchè, evidentemente non ci sono i soldi, perchè sono in crisi o che so io.
    Poi, mi creda, a Latina, non c'è un modo per dire : "ci sono anche io", senza mettere o stereo a palla, e se hai fatto lettere e filosofia, senza scappare. E non creda che non apprezzi tanto quello che fate voi, che cercate almeno di cantarne l'epos, di ravvivarne le tradizioni, e di averla cara. Se per quello ce l'ho cara anche io, e qui a cles mi sento uno straniero morale, ma tant'è: per lavorare ho dovuto andare in esilio.
    E con me Lorenzo, e tanti altri. Ma in fondo invidio quelli che sono restati, potendo godere di una relativa autonomia economica....

    Saluti, vi voglio bene (tranne quando offendete senza motivo), come voglio bene a quelli che stando a Latina cercano di fare ancora cultura, volontariato, assistenza, e anche politica.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. tataka

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    E cercate di argomentare, senza offendere personalmente, se è possibile, grazie.

    siamo noi quelli che offendiamo?

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. urbano

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    Sono sempre i migliori
    quelli che se ne vanno.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. Bisogna comunque riconoscere che il tema della progressiva campanizzazione della città è un tema importante. Già anni fa, se ricordate, su Ciaolatina.it evidenziavo questo dato quando immaginavo la nascita di una nuova città: Napolatina...

    ... e mi sa che ci avevo preso...

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. tataka

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    Riporto qui un articolo di un lombardo doc. Attenti, che mesà che ve state a campanizza pure fra le caprette che fanno ciao.

    L’orgoglio di Milano e la doppia fila

    "Milano vuol essere il laboratorio delle idee, delle regole e dell'operatività". Belle parole, sindaco Moratti: mettono letizia. E generosi i propositi di tanti che hanno scritto e risposto al "Corriere" (la cultura è l'antidoto della crisi! Tradizione e futuro! Ritrovare l'orgoglio! Rinunciare a qualcosa di noi per il bene di tutti!). Uno legge, ci pensa, ci crede. Poi esce, e si scopre bloccato da un idiota che ha messo la doppia freccia in seconda fila ed è sparito chissà dove.
    Esempio banale? Allora non conoscete l'animo degli italiani, né il traffico di Milano. C'è protervia, in quei parcheggi che riducono le strade a vicoli. C'è arroganza in chi guida reggendo il cellulare, e sbraita se lo guardi male. C'è menefreghismo negli slalom degli scooter condotti da esordienti incoscienti. Cara Moratti, se Milano non sa impedire certe pessime abitudini, non s'illuda d'introdurre splendidi cambiamenti. Perché avete alzato bandiera bianca sul traffico? Viaggio molto: in nessuna città d'Europa ho visto tanta rassegnazione pubblica e arroganza privata. Neppure a Roma, che è tutto dire.
    Perché la circolazione è importante? Perché porta il sangue di una città. Non c'è Expo che tenga. Grandi progetti andranno a schiantarsi contro piccoli furbi convinti che bloccare corso Lodi per andare al bar sia un diritto costituzionale. Milano, ai forestieri, si presenta fascinosa e sciatta. Ma il fascino alla lunga perde, contro la sciatteria.
    Le città sono come i bambini: crescono e cambiano a strappi, sfruttando esperienze e occasioni. Barcellona e Torino l'hanno fatto, grazie alle Olimpiadi. I milanesi che si spostano sotto la Mole sono ammirati. Una città grigia ha saputo diventare una città a colori. E la rinascita torinese è cominciata per strada: una strada più luminosa e più rispettosa.
    Milano deve trovare uno scarto d'umore, subito, se vuole che l'Expo 2015 serva a qualcosa. E' un peccato - e uno scandalo - che la Darsena sia una cloaca a cielo aperto, quando ogni città ne avrebbe fatto un fiore all'occhiello. Ma certe faccende richiedono anni. Pochi mesi bastano, invece, per introdurre cose semplici, in grado di trasformare l'irritazione in soddisfazione.
    Una città per le biciclette, per esempio. L'entusiasmo con cui i milanesi - residenti e frequentatori - hanno accolto BikeMi (bike sharing) è commovente. Confesso: ero scettico, ho dovuto ricredermi. Per lasciare il segno, però, non bastano poche piste ciclabili: occorre vincere resistenze, stabilire priorità, sbaraccare parcheggi. Via le auto dai marciapiedi, anche se sono una tradizione locale. Milano - città piatta e circolare - ha una pianta radiale: cerchi e raggi che portano al centro.
    Magari è un segno del destino. I grandi viaggi cominciano con un passo, non un salto accompagnato dalla fanfara.

    Beppe Severgnini - Corriere della Sera del 16 luglio 2009

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. A

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    Sarà, bassoli, ma qui nessuno voleva mettere in ballo concetti razzistici, come ci è stato contestato.
    Del resto eravamo molto interessati a sapere, io e sensi, come motivare questa resistenza (in senso psicoanalitico) ad accettare il mutamento della propria città-patria.
    Ma può benissimo darsi che mi sia sbagliato io. E che Latina non sia cambiata, affatto.
    Per Urbano: io non mi ritengo migliore di nessuno, nè volevo offendere. Cercavo solo di esprimere una mia, personalissima ed evidentemente distorta, impressione.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. A

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    Membro

    .

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. 'Spetta, che prima di mettere il punto vorrei dire la mia. Purtroppo non sono potuto intervenire perché dovevo studiare - i due esami di letteratura italiana sono andati bene, due 30 - e non avevo tempo di intervenire.

    DEPUTATI LEGHISTI A TRENTO, DA LATINA.
    "Perché non intoniamo tutti un bel coro da stadio?"
    Razzismo esportato da Latina.

    1) A Latina, come nel resto d'Italia, passano con il rosso solo quelli che si vogliono sentire più paraculi degli altri. E' una metafora, hai ragione. Ma vale anche per te quando stavi a Latina e facevi un po' come cazzo ti apre. Anche qui, caro Sensi, è vissuta come non rispetto delle regole della comunità, non ti credere.

    2) Campanizzazione della città. Al di là dello sfondo razzistico che leggo tra le righe, a Latina di comunità nutrite ce ne sono parecchie, senza andare a scomodare i veneti. Abruzzesi, per esempio. Nessuno mai ha parlato di abruzzesizzazione della città. Oppure di lepinizzazione: basta fare un giro all'Ospedale, pare di stare tra Sezze e Roccagorga. Dice: "si, ma lì c'è la criminalità". Al di là del fatto che non serve scendere in Campania, perché già a Fondi stanno messi bene - guarda le ultime notizie di cronaca - e senza contare che a Latina ci sono più calabresi in consiglio comunale che campani. Con questo non voglio dire nulla - non ho le prove, antipasolinianamente -, voglio solo mostrare che sta campanizzazione a Latina, quantomeno, non è così palese.

    3) Lo stereo alto durante il concerto per la raccolta fondi della lotta alle leucemie. Certo, è sbagliato. Ma sai quante cappelle si fanno a 18-20 anni? Quante ne hai fatte te, caro A? Io tante, comprese quelle di buttare i rauti dentro il giardino della gente oppure di buttare giù i cassonetti dell'immondizia. Era sensato? No, per niente. Dice: "Si, ma loro so napoletani". Io mi ricordo che a Latina, quando ero ragazzetto, se passava una macchina con il volume a palla non si diceva: "guarda, sta passando un napoletano". Pensavamo tutti, anche ad alta voce: "guarda quant'è coatto sto sezzese". Senza contare che centri di 'tuning' stanno ovunque: da Borgo Podgora a Latina e non sono gestiti dai napoletani, ve lo posso assicurare. A Cisterna, per esempio, vengono presi per il culo, alla stessa maniera, gli abitanti della frazione 'Le Castella', tra Cisterna e Velletri - dove c'è il Totem Village -.

    4) So che a Trento si sta bene. Immagino ci sia una classe dirigente - di destra, centro o sinistra che sia - migliore enne volte della nostra. Lamentarsi da 700 chilometri di distanza di una realtà che si è persa di vista, almeno nel contatto quotidiano, credo che comunque non sia proprio un atteggiamento corretto. Avete scelto di andare a lavorare altrove - scappare mi sembra eccessivo - e avete fatto bene, primum lavorare deinde philosophari, consentitemi la parafrasi.

    5) Faccio sfoggio della preparazione universitaria. Quando Faldella, scrittore piemontese, venne a Roma, ne rimase talmente colpito che ne scrisse due raccolte di bozzetti giornalistici: "Viaggio a Roma senza vedere il Papa" e "Roma Borghese". Nonostante la differenza tra il suo Piemonte, soprattutto la provincia, e Roma fosse evidente, il Faldella mette in questi bozzetti due episodi molto simpatici. Nel primo c'è uno - il segretario comunale del fantomatico sindaco venuto in visita a Roma - che dice che San Pietro è uguale e identico al Duomo di Vercelli, forse un po' più grande. In Roma Borghese, invece, è Roberto Sacchetti, altro scrittore scapigliato, che, dopo una mangiata in un'osteria dietro il Gianicolo, riconosce nel paesaggio delle mura antiche e delle case, la sua Montichiari d'Asti. La mia professoressa dice che si tratta di un processo che gli antropologi conoscono bene: cerchi di rivedere, nell'ignoto, quello che già conosci. Dice: "vabbè, ma con questo che cazzo vuoi dire?". Non è possibile che voi giudicate ormai la realtà latinense con una matrice prettamente trentina? Non è possibile forse che questa napoletanizzazione c'è a Trento - ed è vissuta male - forse anche più di quanta ce ne sia a Latina?

    Però non potete stare a rompere i coglioni a chi vive e lotta senza di voi, no?

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. A

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    Ma guarda, volevo precisare che, per quanto mi attiene l'aver espresso un giudizio sul latina non vuol dire magnificare trento. A differenza di Sensi, non credo che qui ci sia più civiltà. E' solo una diversità storica, semmai. E lunghi privilegi, dal medioevo in qua.
    Se vogliamo parlare delle tante pecche che ha questa provincia, se vuoi, apriamo un altro 3d.
    E comunque, circa l'ultima riga: hai perfettamente ragione.
    E chiedo scusa.
    Mi pare di averlo detto nel mio post di ieri. Malgrado il refuso o lapsus calami, su cui sto riflettendo molto, psicoanaliticamente.

    ps. Circa la campanizzazione della città , voi vi siete fissati sullo stereo a palla, che non ha nulla di specifico. Io penso che , molto più importante, sia la musica neomelodica napoletana in pieno centro. Quella, dieci anni fa, a noi ci avrebbe fatto molto pensare : a coatti!
    Ma, al di là della polemica sterile, credo che su questo tema voi anonimi dobbiate pensare un concorso letterario: come è cambiato il vissuto urbano a Latina?
    saluti

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. A

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    "come cazzo ti apre" è stupendo come lapsus. bellissimo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. urbano

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    Che bon ton,
    a offendere non c'è mica da offendersi
    ad esempio io credo che chi pensa che nella propria
    patria?,
    nazione?
    no ecco: Stato: chi pensa che nel proprio Stato
    è "costretto a emigrare" in fondo in fondo se lo merita
    non foss'altro perchè è rimasto all'epoca del vassallaggio, al più in quella dei comuni
    e allora pensa
    .... alla marca campana
    .... allo stato vaticano
    .....alla signoria di chissachè
    e poi s'incazza contro il cattivo di turno,
    il visconte, il duca, il padrone,il potere
    e magari lo urla pure così almeno si sente un po'.
    E infine pretende pure che gli si dica quasi come attribuzione di colpa
    ehssì son sempre i peggio quelli che se ne vanno.
    Ma li a Cles fa caldo?

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. A

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    Qui c'è il clima che c'è a Bassiano. Cles è come Bassiano. Stessa mentalità, tra l'altro. Ma meno cultura.
    E ci lavora tanta gente di latina, anche il notaio, uno dei due , è di latina. Oddio, latina come provincia. E' di Formia. Isoglossa campana

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. A

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    Circa il tuo ultimo punto, torquemada, credo sia verissimo. C'è sempre unaproiezione delle proprie paure nel modo di vedere le cose. Quindi può essere benissimo.
    Ma non c'è anche una difficoltà, abitando sotto una cascata, a sentire il fracasso dell'acqua che cade? Se uno viene da fuori dice: aò,ma che casino de rumore è questo!
    E se insiste, gli dicono : ritorna tra le capre nu rompe li cojoni.
    E c'avete raggione, comunque. Voi il rumore della cascata non lo sentite? o non volete dirlo qui, magari "per non darci ragione", ma lo sentite pure voi?
    E comunque, per parlare di cose molto più serie: la campanizzazione, intesa non in senso ovviamente etnico-culturale ma economico-camorristico, c'è a latina da almeno 15 anni, e tutti questi pub, queste gioiellerei, queste casone e questi grattacieli , fatti riciclando denaro sporco, non ce li siamo inventati nè io nè sensi, o no?
    Quindi il discorso è molto più serio.

    [ dico questo ben sapendo che infiltrazioni camorristiche ci sono anche nella provincia di Trento, quindi nessuno è immune da questo cancro.]

    Ps. Se me trovi un posto a scuola a latina, ritorno volentieri, però. La corsetta mattutina Capoportiere - Rio martino qua me la posso proprio che sognare!

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. Woltaired

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    Domani regalo un bel fine settimana tutto compreso a Gianenrico Cassali, diciassettenne della Val Seriana, precisamente di Parre, dove risiedo.
    Lo invio a Latina.
    Compresa la moto da trial, lo stereo modello sismico e centosettantatre lattine di birra.
    Ogni lattina equivale a tre rutti, durante la festa del paese gli danno del potassio da masticare e lo usano a scopi pirotecnici.
    Il suo papà è uno straniero,nacque a Mezzoldo, nella lontana Valle Brembana da immigrati di Sondrio e la sua mamma è un'indigena da generazioni.
    Ora hanno acquistato due bufale, cinque lama e tre struzzi che pascolano allegramente con lama, pecore, muli e cavalli.
    A volte parla, ma non si sa cosa dica.
    Io, almeno, distinguo solo dei pòta qua e là.
    Vi prego: tenetelo e inviateci tutti i campani che volete.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. urbano

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    Ma li a Cles o li a Parre
    ce l'hanno una targa, una scritta, in cima alla porta del Comune?
    Ci sta scritto "Lo Stato - La Legge"?
    Qui, dovreste ricordarlo, c'è una frase del Duce che parla di palude e campanili alti.
    Ma anche qui non ci sta scritto " Lo Stato - La Legge".
    Invece per esempio a Digione c'è.

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Guarda, A... per farti toccare con mano cos'è diventata la gente di Latina... ti basta guardare questa foto qui, nel mio blog... dice più di mille parole

    Riconoscerai, forse, persone che stavano al liceo con noi...

    Vai qui: www.fernandobassoli.splinder.com

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. Woltaired

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    domani guardo

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. Dici:"Dite così per non darci ragione". Insinuando il dubbio che qui in palude facciamo finta di non sentire quella che tu definisci: "la cascata". Beh, c'è gente che lo fa. Non noi. Lo diciamo sempre che Latina ha dei problemi. Abbiamo organizzato due invettive. Abbiamo fatto, proprio come Anonima Scrittori, delle battaglie di cui paghiamo le conseguenze. Personalmente ho ricevuto insulti a mamma e sorella e minacce fisiche - per l'esattezza in quel di Sabaudia, qualche annetto fa - condivise insieme al Cameriere. E, bada bene, non si trattava di delinquenza micro o macro. A fare queste cose indegne sono state persone che, almeno teoricamente, dovrebbero far parte della Latina, se non illuminata, quantomeno bene. Forse non ne eri a conoscenza, ma adesso sai tutto. Per cui, ti prego, non venire a fare la lezione a noi. Gente che insegna a Trento e in zone limitrofe arriva da tutta Italia. Va lì perché posti a disposizione ce ne sono a bizzeffe. Pensa, doveva fare la domanda anche mia sorella. E' un comportamento comune e vecchio come il cucco: si chiama 'emigrazione'. Ed è il sintomo di una crisi economica che non può più nascondere, pur volendo, nessuno.

    Stai lì a Cles, lavori e rifletti e noi siamo contenti per te. Non sei scappato da una città di trogloditi, sei andato a lavorare perché abitavi in una zona che di posti di lavoro non ne offre tantissimi, almeno di un certo livello. Se vuoi lavorare da ste parti, te ne vai in qualche magazzino a sgobbare per 15 ore al giorno. Puoi solo sperare che il tuo capo ti paghi il giusto, ti riconosca le ferie e ti assuma regolarmente. A Latina, già questa è una fortuna. Sennò fai come me, te ne vai a lavorare a Pomezia o anche a Roma, così come fanno tanti alti. Te sei andato a Cles, dove la gente almeno in apparenza sembra più civile ed educata. Magari un po' più che a Bassiano, mi lasciate immaginare. Buon per te. Però parliamo di due cose diverse.

    Che la camorra o comunque qualche grande organizzazione criminale abbia messo mani e piedi su questo territorio lo sanno anche i bambini, da anni. La prima volta che le mie orecchie hanno sentito una cosa del genere, frequentavo le scuole medie - la Giovanni Cena, in particolare -. A conferma di ciò che dici, ci sono le recenti prime pagine di giornale. Parlano di 33 arresti a Fondi, l'accusa è di organizzazione a delinquere di stampo mafioso. Quindi, dico io, non bisogna andare lontano, fino a Caserta o ancora più giù, per vedere quel che già esiste. Prendi la macchina, fai la Pontina e poi la Flacca, e sei arrivato. Tre quarti d'ora di viaggio e vai in una città che sembra essere il cuore di questo tipo d'attività. Più che di Napoletanizzazione, parlerei di Fondizzazione. Latina è una provincia che, anche politicamente, è in mano al Sud: Fazzone, Cusani, Forte sono i capi supremi. Nessuno di loro è nato più a nord di Fondi.

    "Siamo d'accordo?". Insomma. Non accetto l'approssimazione di fondo. Canzone melodica napoletana ergo camorra. Non è così automatico, neanche a Napoli. Considerando che è un tipo di musica che va molto di moda - l'esponente più alto è Gigi D'Alessio - anche in molti altri posti d'Italia. Non è un fenomeno che si denota a occhio nudo, tra l'altro, almeno non a Latina. Perché te stesso hai sentito il tunz tunz e lo sento anche io tante volte quando passeggio per la città, di giorno o di notte. E quello, caro mio, è targato Sezze, o le Castella. [ovviamente scherzo, su quest'ultimo punto]

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. A

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    Vabbene torque, grazie della spiegazione. adesso scusate, ma c'ho da fare sul serio.

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Alessà, ma lì a Cles lo sport più praticato è la 'ricerca del vaffanculo con il lanternino'?

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. A

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    basta

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. A

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    Senza noi immigrati, il Trentino si ferma

    04/11/2008 07:48
    Caro direttore, della mia colazione obbligatoriamente fa parte l'ascolto dell'edicola televisiva, che ultimamente mi lascia con l'amaro in bocca. Faccio parte della generazione «dei nuovi trentini» e non posso essere indifferente a tutto quello che succede. Il problema dolente, come un dilemma, è: cosa fare? Come digerire gli ultimi progetti sull'immigrazione? Leggo sui giornali: far pagare 200 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno, permesso a punti, classe separate, esami Dna, l'assicurazione sanitaria a pagamento per i familiari da ricongiungere (tutto a carico dello straniero). Un vero saccheggio e una grande discriminazione nei nostri confronti. Arrivi alla conclusione che ci vogliono come schiavi, bestie da lavoro e niente di più. Senza la famiglia, senza figli, senza anima, senza sentimenti. Ma dove siamo, che tempi viviamo? Davvero si pensa che siamo cresciuti in mezzo alle foreste, senza una storia, una cultura, un'istruzione, una vita...? Si sbagliano di grosso, ma solo perché non vogliono e non accettano di conoscerci. Ai tempi dell'Unione Sovietica, facevo parte del Gruppo della Gioventù, ma io vorrei dire che siamo stati educati e cresciuti nello spirito della famiglia, che costituiva il nucleo della società. Perciò, continuo a ribadire, che l'attenzione principale bisogna puntarla su questo, anche dell'immigrato, che ha bisogno, l'obbligo ed il dovere sia dei figli che dei genitori. Qui faccio una parentesi: penso che certi politici hanno trovato una scusa, facendo dello straniero il capro espiatorio di tutto il male, cercando di abbagliare la cittadinanza, distogliendo l'attenzione dai veri problemi. Problemi, che tra l'altro, stanno distruggendo la famiglia, sia italiana, che straniera. Inviterei i politici, ma anche i semplici cittadini, a vedere il film «L'altro mondo» di Emanuele Crialese sull'emigrazione italiana in America, dove il protagonista porta con sé la madre anziana ed il figlio sordomuto. La commissione americana fa tornare indietro sia la madre, che il figlio, perché non in grado di lavorare. Allora, l'anziana si gira e gli dice: «Ma chi siete voi per decidere il destino degli altri? Non ha diritto nessuno, nemmeno Dio. Questa Terra è di tutti noi e anche di nessuno, perché noi tutti siamo di passaggio». Questa è la storia! Vorrei citare due parole dell'ultimo giornalino del Punto d'Incontro: «È un fenomeno italiano quello che succede? È un fenomeno ciclico nella storia dell'Uomo. Chi ha diritto di negare all'altro di tentare di vivere una vita dove non c'è morte, violenza , guerra e fame? Chi??? Ormai, sono otto anni che vivo in Italia, imparando l'italiano al volo, lavorando in mezzo alle persone e il tempo mi ha aiutato a crescere, osservando giorno per giorno l'andamento della mia integrazione, ma anche degli altri immigrati. Non è stato facile. Ero e sono consapevole, che venire in Italia, non è stato il richiamo di nessuno. Purtroppo, il mondo si è ribaltato, i nostri sistemi politici, economici e sociali sono andati distrutti, e, seguendo la lotta per la sopravvivenza, che è la più che naturale, siamo «atterrati» qui, da voi, come voi 50/100 anni fa in America, America Latina, Canada, Australia, Belgio, Germania, ecc. Vi chiedo di non fare di tutta l'erba un fascio. Certi stranieri diventano, non nascono, delinquenti. Tutti partono da casa con la volontà di migliorare la propria vita, cercando di lavorare onestamente. E cosa trovano se sono irregolari? Un muro d'indifferenza ed illegalità. In questo caso, succede a volte, che gli unici che danno una mano agli stranieri, soprattutto clandestini, è proprio la delinquenza. Li sfruttano, facendoli lavorare in nero, li costringono a prostituirsi, senza avere alternative e quanti indirettamente sono partecipi al funzionamento della malavita? La percentuale della criminalità è più alta tra gli italiani, che stranieri regolari. E vi chiedo di essere un po' più indulgenti quando si parla di extracomunitari. Umilmente abbiamo coperto tutti i buchi della società, accettando qualsiasi lavoro, facendo della necessità virtù, cercando di addolcire le nostre lacrime nel ricongiungimento dei familiari, partorendo dei figli, aiutando la crescita demografica del paese, matrimoni e varie feste. È giusto diventare invisibili, non esserci? Sì, diamo fastidio, ma può essere che senza la nostra manodopera, la vostra terra rimarrebbe non coltivata, i supermercati con gli scaffali vuoti, i panifici senza pane, i tabacchini senza il giornale mattutino, i camion fermi per le strade, le vostre case, banche, uffici, ospedali, case di riposo, senza pulizie, gli anziani e bambini non accuditi. Siamo o non siamo più necessari? Nel Trentino sono intorno a 10 mila famiglie straniere che pagano un affitto di 400/1000 euro al mese. Se un giorno decidessimo tutti di andar via, a chi affittereste? Si parlava nell'ultimo numero di «Famiglia Cristiana» del risveglio della coscienza politica degli immigrati: vorrei dire che forse è il momento di far risvegliare la coscienza politica di tutta la società, non solo degli stranieri, specialmente il ceto medio ed operaio che non sa più cosa fare per sopravvivere. Invito tutti alla convivenza civile, pacifica, al rispetto reciproco, rispetto della legge, delle proprie culture e abitudini, invito al dialogo, italiani e «nuovi italiani», mettersi allo stesso tavolo e discutere, cercare insieme di «separare il grano della gramigna» per arrivare ad un buon pane quotidiano. Lo sciopero generale degli immigrati, che è garantito dalla costituzione, sarebbe l'ultima spiaggia e potrebbe paralizzare e mettere in ginocchio l'intero sistema del paese.

    Diana Rachiteanu (moldava, 36 anni, lavora a Trento. Dopo aver fatto la badante, ora opera come impiegata in una azienda commerciale)

    La riflessione di Diana Rachiteanu, una delle migliaia di donne immigrate che vivono oggi in Trentino e che, con il loro lavoro, permettono il nostro benessere, deve far meditare. È vero che questa piccola regione fra le montagne non può (r)accogliere tutti i senza-lavoro del mondo, e che regole chiare e certe devono esserci anche nell'immigrazione, e devono essere rispettate. Ma è altrettanto vero che «i nuovi trentini» come Diana, non possono essere soltanto una forza lavoro da «tirar fuori» otto ore (a volte anche dieci, o dodici), e poi rimettere nel cassetto. Se degli immigrati il Trentino ha bisogno per far funzionare gli ospedali, gli alberghi, le cave, le famiglie con anziani e malati, non si può «usarli» per quanto serve e poi far finta di non vederli. Se gli immigrati sono tra le leve del benessere di questa terra e della sua economia, occorre anche riconoscerne la dignità di persone, di essere umani, e anche di cittadini. Questo vuol dire impegnarsi, noi e loro, perché siano integrati nella nostra lingua, nel nostro territorio, nella nostra cultura. Ma anche nella nostra società, come lo siamo stati noi quando dovevamo emigrare, e come lo sono oggi i nostri cugini d'America, d'Australia, del Belgio e della Svizzera, che sono diventati parte della terra che li ha accolti, e ne contribuiscono alla crescita e allo sviluppo, non solo economico, ma politico, sociale e culturale. Speriamo che Diana, e le migliaia e migliaia che come lei danno una mano fondamentale alle nostre imprese e alle nostre famiglie, non incrocino mai le braccia. Forse capiremmo immediatamente quanto sono importanti, ma sarebbe una sconfitta esserci arrivati solo perché l'intero Paese ne risulterebbe paralizzato.

    p.giovanetti@ladige.it

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. A

    offline
    Membro

    A toque, volevo dirti che hai capito esattamente il contrario: io non volevo dare lezione a voi, perchè lo so quanto vi date da fare.
    per il resto, a parte l'offesa ad personam, sono d'accordo con tutto quanto dici.
    Ho postato il post sopra per fare vedere come anche in Trentino, non siano tutte rose e fiori.
    un cordiale saluto, e chiedo ancora scusa se qualcuno si è sentito offeso. Sul serio.
    Cordialità

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. Basta

    Pubblicato 14 anni fa #

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