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Canale Mussolini

(382 articoli)
  1. GabSan

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    Mo sono bravi tutti a dire..."che bel saggetto, K graziediquà, K graziedilà...! Ma GabSan che l'ha tirato fuori? niente? che ne so, "se passi da ste parti ti offriamo un caffè...". Niente. E allora io me ne sto a Velletri mia, a fare la gara a chi le spara più grosse.

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. SCa

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    Hai ragione GabSan, dimenticanza imperdonabile, il caffé lo vale tutto.
    Ma co' chi fai a gara a Velletri?

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. GabSan

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    Non lo sai che i velletrani sono famosi per le balle che raccontano? una volta mio zio m'ha detto che è andato a caccia, ha sparato a una beccaccia, che cadendo col becco ha infilzato una lepre. E la lepre in agonia con le zampe posteriori ha pure scavato un chilo di patate...pensa tu!

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. zaphod

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    ...è successo pure a mio padre... e quando, a casa, mia madre ha iniziato a sbucciarle per farle al forno come contorno si è accorta che una era una pepita d'oro...

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. zaphod

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    Fondatore

    In attesa dell'uscita di Canale Mussolini (domani), Giovanni Di Martino parla di Antonio Pennacchi su Il Fondo Magazine di Miro Renzaglia.

    Aspettando Canale Mussolini di Giovanni Di Martino

    “Non ancora in libreria, ma in corsa per lo Strega”, così titolava La Stampa di domenica 21 febbraio, facendo riferimento alle prossime uscite dei romanzi di Antonio Pennacchi, Paolo Sorrentino ed Emanuele Trevi. L’autrice del breve articolo (che sembra veramente scritto in funzione di un buco da riempire al fondo di pagina 33) si chiama Mirella Serri e, tra il serio ed il faceto, spiega un possibile criterio di assegnazione del famoso premio: «anche se la regola dell’alternanza vorrebbe che la Mondadori, dopo anni di vittorie, si facesse da parte lasciando il passo alla Rizzoli o alla Feltrinelli o alla Gems». Bel criterio: da suggerire agli stati maggiori del PD, chi sa che al prossimo giro elettorale non serva tirare fuori l’alternanza per chiedere a Berlusconi di farsi da parte dopo aver governato per così tanti anni. Sicuramente sarebbe una strategia migliore di quelle impiegate fin’ora.

    Ma torniamo allo Strega: Pennacchi vincitore sulla fiducia, tipo il premio Nobel ad Obama (con tutto il rispetto… per il primo ovviamente). Anzi no, perché c’è la regola dell’alternanza e quindi Mondadori ceda il passo. Tanto vale premiare la copertina migliore, o anche solo la grafica. Ho scoperto Pennacchi in un’intervista televisiva, nella quale concludeva che gli italiani sono un branco di somari: i giornalisti (in generale e con le dovute eccezioni), vero nuovo clero secolare del capitalismo assoluto odierno, non fanno certo eccezione.

    Noi (intendo io, lo staff e l’utenza de Il Fondo, forse per una volta riesco ad essere organico e non in dissidio con tutti), comunque, Canale Mussolini lo aspettiamo veramente e con ansia. Senza porci il problema dello Strega e dell’alternanza, e convinti che il Pennacchi narratore, giocando in casa, risulterà sempre un vincente. Perché, a parte l’estratto pubblicato sul sito dell’Anonima Scrittori, il titolo dell’opera, trasudando fasciopontismo, è indicativo dello sfondo in cui la storia è ambientata.

    Ben venga dunque. In fin dei conti, se non ce la spiegava lui, la bonifica potevamo continuare ad immaginarcela, o a conoscerla in modo incompleto. Io stesso ho scoperto Pennacchi dalla prima edizione di Viaggio per le città del Duce (i romanzi pubblicati da Donzelli li ho letti dopo). E da Il fasciocomunista, che è stato, non solo per me immagino, un pugno nello stomaco di emozioni, il racconto di una realtà che a distanza di tempo e di spazio abbiamo vissuto uguale, perché è la realtà di chi fa militanza politica, nel contempo cresce, ragiona e sbatte il naso sempre più forte. Questo è quello che non ha capito chi ha fatto quel film con l’inutile finale salvifico ed una seconda parte del tutto traviata e in mala fede (al cospetto di una prima parte curata nel dettaglio, il che fa capire che c’era proprio la mala fede, perché tu non puoi avere capito ed essere riuscito a portare sullo schermo addirittura il disagio del protagonista nel trovarsi in un MSI imbrigliato dalla “marcatura a uomo” sui comunisti, e poi sbarellare da Valle Giulia in poi, se hai capito e trasposto il primo concetto devi fare altrettanto con il resto). E per quanto non tutti siano obbligati ad avere vissuto con passione la lettura di Il fasciocomunista, la comprensione del testo era la configurazione minima per farci un film. Io comunque mi ci sono rivisto in pieno, soprattutto quando aspetta la ragazza milanese ad un’ora e questa non viene, passa una, due tre ore e questa non viene e lui continua ad aspettarla e spiega il perché: sono stato fascio e se non mi dai il contrordine non mi muovo. Perfetto! Anche io sono stato fascio e una delle cose che mi sono portato dietro anche dopo sono proprio i paraocchi. Alla fine i giapponesi che restano sugli atolli del pacifico fino agli anni sessanta sono degli sconfitti sì, ma non necessariamente dei perdenti.

    E poi credo di capire cosa intende quando parla di quella specie di tara che la famiglia di Accio Benassi si porta dietro e che finisce per contagiare pure i prossimi affini (il fidanzato della sorella che chiede al commissario già incazzato se sul cartellone “Johnson = Hitler” il capo di stato vilipeso fosse Lyndon Johnson o Adolf Hitler). Io per esempio ho creduto per mesi che Pennacchi fosse uno scrittore appartenente alla corrente del “finalismo”. E che cos’è il “finalismo”? E che ne so. L’unica volta che ho incontrato Pennacchi di persona è stato nell’estate del 2003, la più calda in assoluto che io ricordi aver vissuto. Sarà un discorso da vecchi rincoglioniti, ma nel 2003 faceva un caldo terrificante ed io, a fondo sala, avevo tutta la camicia appiccicata alla schiena dal sudore. Lo stesso Pennacchi, appena arrivato in sala ha chiesto al pubblico il permesso di togliersi la giacca. Io che Pennacchi era ad Alassio e avrebbe presentato il libro nella sala conferenze della biblioteca comunale l’ho saputo dai manifestini che erano affissi sul retro delle cabine, in spiaggia. E sul manifestino c’era scritto: “interverrà Antonio Pennacchi, scrittore finalista”. E chi se lo perde! In effetti ne valeva la pena, c’ho anche il libro con la dedica. E poi io conoscevo solo Viaggio per le città del Duce, come ho detto gli altri libri sono andato a cercarli dopo. Quindi per me Pennacchi poteva essere un finalista come Verga era un verista, Hegel un idealista e Diderot un illuminista. Roba da Totò e Peppino davanti al Duomo di Milano, ma io che ne sapevo. Io avevo compreso per filo e per segno il romanzo, ma che finalista significasse che probabilmente era arrivato in finale di qualche premio ci sono arrivato almeno sei mesi dopo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. sensi da trento

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    sul giornale Libero di oggi 2 marzo c'è il paginone della cultura dedicato ai nuovi libri di Pavolini e Pennacchi. Al momento non sono in gradi di trovare su internet l'articolo relativo (credo che verrà messo on line domani).
    se siete interessati potete ancora trovare il giornale in edicola: domani provvederò a fare una nuova ricerca con google e a postarlo on line.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. GabSan

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    Non me ne vorrà il caro K se evito anche in questo caso di comprare Libero! E' più forte di me, che ci posso fare!

    Comunque ho comprato il Romanzo. La prima copia venduta a Velletri.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. rindindin

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    se c'è una presentazione a latina, anche tra amici, avvertite?

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. k

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    Non è che avrei tanta voglia di fare una presentazione a Latina, Rindi. Sto un po' incazzato sto periodo con la città. Ma anche con il mondo intero, va'. Farò quelle che dovrò fare per forza secondo Mondadori e poi basta.
    Noi però - se i cugini si danno una mossa - dovremmo ricominciare a lavorare in Colonia e qualche riunione di As si dovrà pure farla. Tu intanto leggiti il libro e fatti trovare preparata. Ciao.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. urbano

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    Chissà se sulla copia che comprerò dal libraio
    ci sarà un bel vaffanculo
    a forma di dedica.

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. tataka

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    Segnalo un'altra recensione. Niente di speciale se non per il paragone a Verga e al Verismo italiano.

    http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/canale_mussolini_mondadori_di_antonio_pennacchi280210.html

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. Beh, a tutto lo potevano avvicinare, almeno nello stile, tranne che a Verga. Anche se il podere potrebbe avere la funzione - ma solo alla lontana - dell'ossessione dei lupini per Ntoni nipote.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. Il recensore ha preso un bel granchio. Ed avendo evocato un nome come Verga, sappiamo tutti come andrà a finire... o, meglio, dove.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. k

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    Ah, sì? E mo' "Verga" è un insulto? Ma andate un po' affanculo, va', io vorrei vede' se ve lo dicessero a voi (ma poi perchè non leggete bene le cose, prima di parlare? Quello ha scritto "Verga" in relazione esclusiva con il raccontare la storia "dalla parte degli ultimi". L'autore del libro non può che sentirsi onorato. Pensate solo a quanto rosica Urbano, mo'. Altro che MVM).

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. Beh, Antò, non c'è soltanto Verga che scrive dalla parte degli ultimi. So che fa piacere un paragone così. Anche se poi sai che Verga, dalla parte degli ultimi, ci stava in maniera differente dalla tua. La sua era una descrizione scientifica, quasi asettica, di una realtà. S'è inventato 'Il ciclo dei vinti'. Ma vinti ormai senza speranza e senza carattere. Quella gente non aveva scampo ed era penalizzata dall'ambizione di andare 'oltre'. A me sembra che nei tuoi scritti, e in Canale Mussolini, ci sia anche altro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. cameriere

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    tie',
    così ti impari.
    falli studiare e poi ecco che ti ritrovi,
    il professore.
    e vediamo come va finire con quell'altro,
    a costantinopoli,
    bene che va diventa del galatasaray.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. Preso ieri sera. Quasi quasi una puntata della striscia Verga vs. Pennacchi la faccio ehheheheehe

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. urbano

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    e perchè?

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. k

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    Camerie', tu ci scherzi? Quello ha davvero preso casa in una viuzza vicino allo stadio del Galatasaray ed è andato a vedere il derby col Fenerbace mettendosi in curva proprio con gli ultras del Galatasaray: "A papà", m'ha detto, "ma tu lo sai di che colore so' le maglie del Galatasaray? So' giallorosse, so'!". Altro che erasmus e arte bizantina.

    Per Faust

    Preso ieri sera. Quasi quasi una puntata della striscia [me] la faccio ehheheheehe

    O Faust, ma si può sapere che tipo di striscia ti sei preso ieri sera? Non è che stava nel forno a micro-onde?

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. zaphod

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    Ho inserito Canale Mussolini su Anobii, preso dall'euforia mi sono lasciato andare a considerazioni che non oso rileggere, ma che per correttezza riporto qua sotto:

    "Ho avuto la fortuna di essere ammesso nella bottega dello scrittore durante la stesura di questo libro, di toccare gli strumenti del mestiere e di assistere ad alcune fasi di lavorazione. Per questo il mio giudizio è facilmente tacciabile di partigianeria. Peggio ancora, credo che - leggendo i commenti miei e degli altri dell'Anonima Scrittori - qualcuno penserà: "Ecco Pennacchi che sguinzaglia i suoi scherani." Come se l'autore in questione avesse bisogno di portavoce.
    Per me Canale Mussolini è un libro "nero". Come la notte in cui viene ucciso il povero prete di Comacchio, come il manto che appare in sogno alla nonna, come le coscienze dei protagonisti che portano colpe da espiare fino alla fine del volume.
    Ed è un romanzo pieno di suoni, e non mi riferisco al dialetto veneto che fa da contrappunto alla narrazione, ma proprio ai rumori del libro, alle onomatopee che utilizza Pennacchi a far sentire il suono del mondo che racconta. La voce delle api dell'Armida, il cigolio della bicicletta del Lanzidei, il rombo del Canale Mussolini in piena. Nessun altro scrittore è capace di farti sentire anche il suono oltre che a raccontarti le immagini che gli scorrono dentro la testa.
    E poi c'è la storia d'Italia, la guerra, le morti, gli amori.
    Vincerà il premio Strega? Non lo so. Fosse solo una questione di qualità non avrei dubbi. Ma lì entrano in gioco questioni politiche e di immagine e di marketing. Vai a sapere. E comunque. Sti cazzi. Io l'ho letto. Lo consiglio a chiunque. Chi non lo legge lo fa a suo rischio."

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. cameriere

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    Membro

    tanto per cominciare
    beato a te che te l'hai letto.
    io l'ho solo visto.
    l'odore m'hanno fatto sentire.
    come co' le donne:
    <<sì, sì poi te la do>>.

    e poi andiamoci piano col dileggiare disprezzare
    e snobbare 'sto premio strega.
    vuoi mette' se lo vinciamo.
    feste e festini.
    facciamo venire le meglio fighe, pure i trans e un corista gay
    per gerardo rizzo.

    se poi perde amen,
    ci vediamo da piermario,
    prima o poi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. O Faust, ma si può sapere che tipo di striscia ti sei preso ieri sera? Non è che stava nel forno a micro-onde?

    Peggio, kappa, è la striscia che ti fa credere che un uomo possa volare (e ti fa diventare autoreferenziale, cfr. puntata n°4)

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. zaphod

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    @cameriere.
    passaci da piermario, che se non ci ha ripensato ci dovrebbe essere una copia per i conti cerisano-caratelli...

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. cameriere

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    ah,
    non me lo portate?

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. rindindin

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    io lo cerco oggi ad Aprilia...

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. k

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    O conte, tu devi d'annàffanculo. Ma non avevi appuntamento pure tu martedì sera? E non t'ha chiamato peraltro pure Darcy? Mandò stavi, a fatte le strisce co' Faust?

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. rindindin

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    io ho fatto da me. trovato e comprato, adesso il minimo è leggerlo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. cameriere

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    ciai ragione.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. rindindin

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    iniziato, sono con Pericle e fratello a Roma

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. zaphod

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    Fondatore

    Intervista uscita su Il Tempo del 4 marzo a cura di Sarina Biraghi.

    Nel frattempo arriva notizia che il Canale più amato dall'Anonima Scrittori sarà pubblicato in Germania, Francia e Olanda. Inoltre pare che Mondadori presenterà il libro a Roma - presente ovviamente l'autore - il 28 marzo all'Auditorium. Tutti gli aggiornamenti, come al solito, su questo sito.

    "Quella epopea
    nell'agro pontino specchio
    dell'orgoglio fascista"

    Le terre dei ricchi date ai poveri: trentamila tra veneti, friulani e romagnoli. Lo scrittore Antonio Pennacchi racconta in "Canale Mussolini" la saga generazionale sui braccianti di Littoria. Un libro candidato al Premio Strega.

    Lungo gli argini del Canale Mussolini, anche se oggi non ci sono i nidi degli aironi bianchi, né fanno il bagno i ragazzini, ci si inebria del profumo intenso degli eucalipti mentre il ronzio delle idrovore ti ricorda che al di là di quelle Acque Alte c'era la palude dove si rotolavano le bufale e le colonie di zanzare che assalivano le lestre. Poi la melma divenne una terra nuova, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce che lì volle la sua città di fondazione per le migliaia di persone arrivate dal Nord. «Canale Mussolini» è l'ultimo libro del fasciocomunista Antonio Pennacchi, pontino doc, che ha fatto della storia di questa terra il suo must.

    «Bello o brutto che sia, questo è il libro per cui sono venuto al mondo». Addirittura Pennacchi?
    «E perché? Ognuno ha una mission. Steinbeck diceva che un uomo deve piantare un albero, avere una casa e fare un figlio. Ecco, io da bambino, non avevo chiaro come, ma sapevo che volevo raccontare la storia della mia famiglia, degli zii, del podere...».

    E gli altri libri?
    «Tutti in funzione di questo».

    Però ha iniziato tardi a scrivere?
    «Vero, mi sono sottratto al mio compito e mi sono dato alle lotte, ai casini...Il mio diletto era leggere, studiare, la scrittura invece è una condanna, un demone, un dovere e questa storia dovevo proprio scriverla. Sentivo che se mi fossi sottratto all'impegno, questa epopea sarebbe andata persa e ciò non doveva accadere».

    Quindi ora il ribelle Pennacchi si sente pacificato?
    «La storia l'ho raccontata, adesso facesse quel c... che le pare...certo spero vada bene...»

    Premio Strega compreso?
    «Lasciamo perdere lo Strega, spero vada bene perché ho 60 anni e non c'è stato giorno che non ho avuto il pensiero di arrivare a fine mese. Comunque dopo questo libro, posso morire tranquillo... altrimenti dovevo rinascere».

    Per essere un rompiballe come ora o cosa?
    «Essere un monaco. Questa vita se n'è andata facendo il guerriero, in un'altra vorrei essere monaco e tacere».

    Lo faccia
    «No, perché il dolore ti dà uno sguardo lucido, surreale, io ho avuto due infarti, ho tre bypass, un piede di qua e uno di là nella fossa e ho tanta rabbia dentro anche se so che incazzarmi non mi fa bene».

    Ma perché è arrabbiato?
    «Ma lei li legge i giornali?».

    Veramente ci scrivo...
    «Quindi sa che quello che scrivete sono tutte fregnacce, e quando mi prendono in giro io divento una bestia».

    Torniamo a Littoria, qualcuno dice che lei ha un'ossessione agro-pontina.
    «Cambiamo domanda se no dico parolacce. Non dico quello che penso di chi mi fa questa accusa.... Comunque sto in buona compagnia, anche Dante era ossessionato da Firenze e Steinbeck ha concentrato i suoi romanzi tra Salinas e Monterey. Gli scrittori veri scrivono di pancia, raccontano quello che conoscono. Io le storie non le invento, le raccolgo per terra, anzi, mi vengono addosso».

    Fascismo compreso diventato per lei quasi una questione di "educazione sentimentale"?
    «Ma andassero affan....Io non sono fascio, io sono comunista, ma non mi si può dire che il fascismo era tutto cattivo o tutto buono, quando l'intero popolo italiano era fascista. Non erano tutti cattivi, il male sono stati la dittatura, le leggi razziali e perdere le guerre...»

    Il buono è stato il progetto del Duce, la bonifica fatta dai cispadani, gli extracomunitari d'antan a cui lei rende quasi omaggio?
    «Il fascismo ha levato le terre e le paludi ai ricchi e le ha date ai poveri, a quei 30 mila tra veneti, friulani, romagnoli che per fame hanno trasformato in terra fertile la melma, una palude piena di zanzare, diventando nemici dei "marocchini", gli abitanti dei monti Lepini che guardavano storto noi polentoni, contadini che puzzavamo di fame, e le nostre donne, forti e decise alla guida dei carri, allegre e spavalde nei balli davanti al podere».

    Crede che questo "giardino terrestre", famoso per la sua architettura razionalista, non sia stato mai tanto considerato per pura ideologia?
    «Intanto in Italia non si sono mai fatti i conti con il fascismo e molte cose sono state rimosse. L'ideologia? - urla Pennacchi - Basta etichettare la gente, io non sono fascio, resto un materialista storico, sono per l'egualitarismo assoluto, sono un marxista eppure ho amici fascisti, persone per bene, e conosco compagni che andrebbero messi al muro.... E poi chi vietava ai fascisti o agli scrittori nati qua di scrivere la storia dell'Agro pontino? Credo ci siano molto conformismo mentale e tanta pigrizia intellettuale: la gente cammina al centro della strada, ai lati vanno in pochi. Scoprire la poetica della quotidianità non è da tutti, invece vanno raccontate le storie, la vita di ognuno perché è sempre unica... E io ringrazio Dio perché riesco a farlo».

    «Canale Mussolini» è dedicato a Gianni: quanto le manca suo fratello?
    «A Birà.....» Non aggiunge altro l'arrabbiato scrittore ex operaio Antonio. Piange.

    Pubblicato 14 anni fa #

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