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COSA HO SCRITTO OGGI

(768 articoli)
  1. zanoni

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    Ma t'ha minacciato di querela qualcuno citato nell'articolo? No, perchè se è così magari non è saggio metterlo qua sopra, così la querela arriva pure ai gestori del forum!

    e che c'entrano i gestori del forum??? a parte il fatto che dubito fortemente che il personaggio in questione, ovviamente quello citato nell'articolo, legga proprio questo forum... l'articolo e' pubblicato, non si tratta di un post...

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. A

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    Membro

    No, guarda che ti sbagli. I gestori del forum è come se fossero direttori responsabili di un giornale. ci stanno decine di sentenze a questo riguardo. C'è un giornalista che ha querelato non so quanti blogger perchè avevano ripreso un articolo, a suo dire diffamatorio, pubblicato su un giornale. E la cosa strana è che a livello penale ha perso, ma a livello civile no, e ha mandato sul lastrico un sacco di poveri ragazzi. Quindi occhio con sti scherzetti.

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. zanoni

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    Membro

    No, guarda che ti sbagli. I gestori del forum è come se fossero direttori responsabili di un giornale. ci stanno decine di sentenze a questo riguardo.

    mah, la cosa mi sembra molto strana. in ogni caso, la voglio proprio vedere 'sta querela per aver scritto che X, dati alla mano, ha fallito un obiettivo. se l'ha fallito, l'ha fallito: stai a vedere che la colpa e' mia...

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. zanoni

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    Membro

    che poi, pensavo: ma le biblioteche che magari digitalizzano e mettono online un articolo di giornale oggetto di querela... possono essere anch'esse ritenute responsabili? la cosa mi sembra davvero poco sensata...

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. A

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    Membro

    E, ma tu sai che c'è in ballo una legge ancora più dura? Comunque per ora le cose stanno così.
    solo due link
    http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=6316
    http://www.giorgiotave.it/forum/consulenza-legale/116015-querela-per-diffamazione-via-blog.html

    e se passa questa legge sono cazzi
    piuttosto firmate contro

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. zaphod

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    Fondatore

    Non lo so... la discussione sulle responsabilità oggettive dei titolari di un sito in cui esiste un forum a cui gli utenti accedono liberamente e postano affermazioni dopo aver prima sottoscritto un regolamento in cui si assumono la piena responsabilità dei loro atti è da approfondire. E sarei grato al nostro ufficio legale di delucidazioni in merito.
    Un'altra cosa è se io - amministratore di questo sito - prendo l'articolo di Zanoni e lo pubblico in home-page. Allora in quel caso lo "faccio mio" e me ne assumo la responsabilità. (E credo sia questo il caso dei blog condannati cui si riferisce A).

    Nel merito dell'articolo di Zanoni, io - da profano di burocrazie, soprintendenze, archeologie e giochi politici in genere - non leggo tutto sto fallimento della gestione presa in considerazione. Cose ne ha fatte parecchie, mi pare, però a Zanna non piace come le ha fatte. Ha messo i pannelloni invece di quelli piccoli con gli opuscoli da dare gratis. Magari stampare gli opuscoli era più costoso e i tagli alla cultura non permettono sto tipo di sprechi. Non si leggono bene. Ok. E' stta fatta una cazzata nella scelta dei materiali, ma tante cose si verificano sul campo. Ci fanno gli spettacoli teatrali? Va bene, ma non ti piace la programmazione? Boh... a me pare un po' poco per parlare di "fallimento".
    Ma vieni qua a Latina (anzi tornaci) altro che pompei, che allora l'unica speranza è che da sotto il castello Caetani di Sermoneta erompa la lava e (dopo essersi portata via il maniero) riduca in cenere Latina, dallo Scalo fino alla Q5, così fra qualche migliaio di anni qualche milione di euro ce lo danno pure a noi...

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. big one

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    Membro

    possiamo far fermare la lava al Green Garden?

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. k

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    Membro

    No, se deve porta' via come minimo tutta sermoneta.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. Per A e non solo: io so di gente, padri di famiglia, che per evitare ogni problema ha deciso di eliminare completamente i propri blog dal web a scanso di equivoci su cose scritte in passato... praticamente si torna al medioevo.

    La legge bavaglio, mettetevelo in testa, è la morte della libertà.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. A

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    Membro

    Guarda che non lo devi dire a me, Fernà. Lo so, lo so. Lo devi dire a Sensi e Zanoni, che ancora pensano che siamo "completamente liberi" (e Zanoni poi che parla male di Viroli, e nessuno je dice niente)

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. zanoni

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    Membro

    preciso: nessuno m'ha mai querelato, hanno solo minacciato di farlo per farmi stare zitto. cioe', qui la questione non e' relativa alle leggi: ma a un sistema di conoscenza e intrallazzi che spinge chi e' al potere, a qualunque schieramente o fazione appartenga, a tentare di zittire chi canta fuori dal coro.

    seconda precisazione: ho sottoposto il mio articolo a due tra i maggiori archeologi italiani, specialisti di Pompei... che hanno pienamente condiviso le critiche che ho mosso nell'articolo (ma c'e' poi il discorso di quanti soldi sono stati spesi, di come sono stati affidati gli incarichi etc etc: tutto materiale per la Corte dei Conti). non si tratta di iniziative che soggettivamente non mi piacciono: ho espresso dei giudizi informati basandomi sui criteri universalmente accettato dalle organizzazioni internazionali di esperti del settore... mentre le iniziative in questione sono state realizzate da persone che non hanno particolari qualifiche.

    terza precisazione: il fallimento riguarda un punto preciso, un obiettivo dichiarato e non centrato. se io dichiaro che mi voglio partare a letto X e non ci riesco, non posso mica giustificarmi dicendo che e' lei che non ha voluto, no?

    quarta precisazione: io i meriti della gestione li ho comunque ampiamente riconosciuti, mica ho scritto che hanno combinato un disastro!

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. A

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    Membro

    La minaccia di querela è spesso più dolorosa della querela stessa, perchè crea ansia, e terrorizza, e crea l'effetto di far recedere colui al quale è indirizzata. (Tanto che pensa un po, potresti anche fare querelea tu per danni morali da ansia procurata.) Se nel tuo caso non è così, veramente ti faccio i complimenti. Hai le cosiddette palle.
    Più in generale credo che in quel territorio, spartito tra malavita e malapolitica, dove addirittura sorgono coacervi abitativi fuori legge ed esposti a pericolo di catastrofe nel caso che il vulcano - come aimè farà, speriamo il più tardi possibile - riprendesse l'attività .

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. zanoni

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    Hai le cosiddette palle

    no, sono stronzo e un po' tdc. e quando uno minaccia, io rilancio. ovviamente dopo essermi cautelato: perche' se le persone che ho interpellato mi avessero detto che ho torto, allora me ne sarei scappato con la coda tra le gambe. invece, per settembre mi hannogia' promesso informazioni riservate per poter fare, se ce ne sara' bisogno, un immenso casino anzi, giovedi' vado al ministero per una conferenza stampa con Bondi: se aprono il discorso, li fulmino...

    ah, in ogni caso ho a che fare non con un camorrista ma con un funzionario dello Stato: nel primo caso non credo che avrei insistito. stronzo e tdc, si'; suicida, proprio no... o almeno non prima di essere andato a Troia (magari col Sensi, se vuole venire)... a Canakkale hanno pure rifatto il cavallo di legno...

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. zanoni

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    ah, mi e' stato riferito che ieri qualche denuncia e' partita sul serio (informazione attendibile, la fonte e' il denunciante in persona). alle procure di Napoli e Torre Annunziata, alla Corte dei conti. non contro di me, contro quell'altro. e chi di denuncia ferisce...

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. Baruch

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    Membro

    Ho scritto questo, o meglio perfezionato. Sulla base di un sogno, e di una relativa traccia mnestica (assente? no!)
    ciao
    A/Baruch
    ----------------------------------------------------------------------
    Molti di noi non sanno, o non vogliono credere, che ogni notte entriamo in zone del reale nelle quali scordiamo la vita di veglia con la stessa regolarità con la quale, svegliandoci, dimentichiamo i nostri sogni.

    Lo misero al centro della stanza, dopo averlo picchiato. Poi iniziarono a sparare con il mitra, fino a che il sangue non schizzò tutto il pavimento e i muri circostanti. Si svegliò. Si riaddormentò. Questa volta era su un albero e non riusciva a scendere. Vi era salito quando il gradino, su cui stava, aveva iniziato a diventare sempre più alto. Si risvegliò. Uno scarafaggio gigante aveva attaccato la sua collezione di soldatini di piombo da raccolta Misura disposti debitamente a presidio del suo letto. Ora veniva Giulia che lo chiamava a volare nella sua casa.

    Driiin: le sette: barba, colazione, metropolitana, libro:

    La persona “normalmente” alienata, per il fatto di agire, più o meno come gli altri, è presa per sana. Le altre forme di alienazione che non stanno al passo con lo stato di alienazione dominante sono quelle che vengono etichettate dalla maggioranza “normale” come nocive e folli.

    Il quinto anno di specializzazione in psichiatria lo aveva familiarizzato con questa idea: la condizione di alienazione, quella di essere un dormiente, fuori di sé, è la condizione dell’uomo normale.

    Frequentava un istituto per malati di mente, e ogni giorno era costretto dal suo tirocinio a stendere un rapporto dettagliato dei suoi pazienti. Emilio mangiava gli stucchi delle porte, e grattava le suole delle scarpe, mettendosi le mani nel naso. Autismo. Geremia era anedonico, era incapace di godere dei normali piaceri, mentre si svegliava solo davanti ad un gran premio di formula uno trasmesso in tv. Alberto guardava tutto il tempo fuori della finestra, e poi, una volta al giorno, si girava e citava poesie del Trecento.

    Margherita lo considerava perfetto, gonfiandosi nell’identificazione con lui, salvo poi, ciclicamente, buttarlo giù dal piedistallo appena compariva un’imperfezione. Narcisismo maligno.

    Durante la pausa, la macchinetta, col suo rumore ipnotico, lo riconduceva al motivo per cui aveva intrapreso quegli studi. Dopo le otto ore tornava a casa, si faceva un toast, e dedicava parte della notte a studiare il Talmud.

    Poi si riaddormentava.

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. Gelo Artico

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    Mi chiamavo Alberto da Trento ma ho smarrito la password e ho dovuto rifare tutto. Sono amico di A e di Sensi da Trento ... ecco cosa ho scritto oggi:

    IL PROFESSORE DI FILOSOFIA

    La prima volta che lo vedemmo entrare in classe fu una decina di giorni dopo l’inizio delle lezioni, si presentò sorridente e disponibile verso di noi, troppo disponibile forse e subito ne approfittammo senza concedergli neanche un minuto di vero silenzio, come se lui avesse stampato in fronte “sono buono come il pane, con me potete fare casino”. Lui era un grande.

    Entrò timidamente in classe, indossava un completo grigiastro a righe un po’ datato e una camicia azzurra leggermente scolorita. Non appena si accomodò in cattedra si sfilò la giacca e la sistemò alla meglio sulla sedia, poggiò inoltre sul tavolo la tessera dell’autobus “Intera Rete” e una borsa di pelle marrone un po’ sgualcita e aspettò pazientemente che noi smettessimo di chiacchierare e ridacchiare. Gli concedemmo una parvenza di silenzio, quanto bastava per fargli prendere la parola ma già ci eravamo resi conto che probabilmente valevano molto di più la sua preparazione e la sua comicità che non la sua autorevolezza intrinseca che poteva essere paragonata ad una temperatura di -273,15° C . Ma lui era ugualmente un grande.

    Aveva pressappoco una cinquantina d’anni, era di costituzione piuttosto minuta ma la sua testa ci sembrava grande rispetto al corpo per effetto forse di una capigliatura grigia piuttosto voluminosa e delle lunghe basette che gli allargavano il viso ma il particolare più importante della sua faccia erano gli occhiali con la tipica montatura plastificata che si usava negli anni settanta e due grosse lenti rettangolari dalle quali traspariva il suo sguardo riflessivo e mansueto. Gli occhiali era la prima cosa che noi disegnavamo nelle nostre caricature. Due aloni di sudore gli macchiavano la camicia in corrispondenza delle ascelle, ai primi di ottobre faceva ancora piuttosto caldo. Lui iniziò a parlare e probabilmente disse qualcosa come – buongiorno a tutti sono il vostro professore di filosofia e storia – la sua voce era un po’ strana, poteva ricordare il ronzio di un insetto e la sua cadenza era sicuramente meridionale, ci disse infatti a metà anno che era originario della provincia di Siracusa. Il nostro professore di filosofia era un grande.

    Non appena pronunciò la prima frase a molti di noi venne da ridere ma riuscimmo con discreta abilità a nasconderlo. Per noi che avevamo appena finito il ginnasio la filosofia era una novità, una delle nuove materie del triennio, una materia importante e ci sembrava un po’ strano assimilare il pensiero filosofico dei Presocratici, di Socrate o di Platone ascoltando quel curioso ronzio talora lamentoso di vespa o di calabrone che lui emetteva durante le sue singolari lezioni. Di quel lontano autunno del 1976 ho nitidissimo il ricordo di quando ci spiegava Anassimandro o Anassimene agitando nervosamente l’indice e il medio di entrambe le mani mentre emetteva sempre il medesimo ronzio lamentoso di vespa. Chi aveva più fantasia lo aveva già paragonato ad un misterioso insetto gigantesco che tentava invano di spiccare il volo. Non si capiva molto delle sue spiegazioni anzi non si capiva niente però ci dava ugualmente l’impressione di conoscere bene la materia, le sue lezioni occupavano tutta l’ora e il chiacchierio di sottofondo lo disturbava solo al di sopra di una certa soglia mostruosamente più alta rispetto ai massimi livelli di tolleranza di qualsiasi altro nostro insegnante. Potevamo fare tutto quello che volevamo durante le sue ore, chiacchierare, copiare i compiti di latino, ripassare greco o fare fumetti, lui al massimo, quando le chiacchiere erano veramente eccessive diceva – non mi sembra di vedere concentrazione, guardate che io poi mi arrabbio – ma in realtà lui si arrabbiò veramente una sola volta, quando sferrò un calcio al cestino e purtroppo quell’unica volta io ero assente. Lui era un grande.

    Durante l’intervallo lo vedevamo passeggiare avanti e indietro per i corridoi reggendo con un braccio la borsa di pelle piuttosto sgualcita e coprendosi la bocca con la mano dell’altro braccio teneva alzata la testa e rifletteva nessuna sa su che cosa. A volte entravi in un’aula delle sue classi e ti sembrava di entrare in un alveare, molti studenti lo imitavano e si poteva ammirare l’agitarsi di decine di dita, a volte gli venivano attribuite frasi che non aveva mai detto e quando lo si nominava bastava dire semplicemente bzzzzzzzz – abbiamo avuto due ore di bzzzzzzzz, che palle – meno male che adesso abbiamo un’ora di bzzzzzz così possiamo copiare la versione di greco e studiarcela – lui era veramente un grande.

    Le interrogazioni erano ovviamente programmate e consistevano, per gli studenti meno volenterosi, in un’arida lettura del riassunto scritto del sommario di un capitolo a scelta, si andava in cattedra con la sedia, ci si accomodava e si leggevano le poche righe di quel riassuntino scritto in fretta e furia e all’ultimo momento, magari durante l’ora precedente, lui ascoltava di solito con il gomito poggiato sulla cattedra, la mano davanti la bocca e lo sguardo perso nel vuoto e non guardava mai negli occhi lo studente interrogato, a volte la voce dello studente che esponeva il miserrimo sunto del sommario del capitolo più corto veniva interrotta da una risata causata forse da eccessivo senso dell’umorismo o dalla cattiveria di qualcuno che dal suo posto agitava le dita per provocare la risata. Era un grande.

    Una volta a metà anno si arrabbiò perché tutti noi chiacchieravamo. Dopo aver tentato invano di richiamare l’attenzione -oooooh, oooooh …. ooooh!!!! - sbattè forte le mani all’ultimo ooooh!!!! - gli scoppiai a ridere in faccia e lui se ne accorse e mi gridò – tu perché ridi? – Mi scusi ma mi è scappato, non ce l’ho fatta! – fu la mia pronta risposta, ma lui era un grande.

    Lo avevamo soprannominato “Platone il Calabrone”. Una volta, s’era verso la fine dell’anno, appena terminato l’intervallo una vespa vera si posò sul suo collo e iniziò ad arrampicarsi sulla parte destra del suo viso, lui non si accorse di niente ed io ed un mio compagno rischiammo quasi un infarto per una crisi isterica di risate. Il mio compagno, il più alto della classe non appena vide la vespa poggiata sul collo del povero professore trasalì, indicò l'ignaro professore, scoppiò a ridere e si buttò per terra per non essere visto, iniziò a divincolarsi, la sua risata sembrava essersi trasformata in un attacco epilettico. La mia vista nel frattempo si era appannata per l’abbondantissima lacrimazione e avvertii un discreto dolore alla pancia per la contrazione dei muscoli dovuta alla risata. Alla fine un altro ragazzo un po’ più serio disse – professore – all’epoca non si usava dire “prof” – ha una vespa sul collo! – Era un grande il nostro professore di filosofia.

    Grazie professor XXXXXX, ci hai fatto morire dalle risate!

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. k

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    Su D - la Repubblica delle Donne di sabato scorso, 4 settembre 2010, è uscito un pezzettino di commento di ognuno dei cinque finalisti del Campiello, al servizio di una fotografa americana che documentava la sua gravidanza dall'inizio fino alla nascita del bambino (che poi in effetti era una bambina). Ci erano state chieste 1500 battute, cinque consigli dicevano loro, un vademecum per chi sta per nascere. Quello che segue è il mio.

    HAI VOLUTO LA BICICLETTA?
    (Vademecum per chi sta per nascere)

    Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala. Non cominciare a dire: “Io non volevo nascere, siete voi che m’avete messo al mondo”, perché è facile pure che quei due coglioni – tuoi strumenti inconsapevoli – ti credano. Sei tu che hai voluto nascere e adesso te la pigli in quel posto. Stavi nella luce – il tuo sé, il tuo spirito, la tua anima, stavano nella luce dell’Uno – ma hai voluto provare il gioco della vita, scendere nel reale, mescolarti alla materia e non c’è stato verso di farti intendere ragioni. Hai superato ogni ostacolo, battuto sul filo di lana gli altri spermatozoi, ignorato ogni contrazione o malattia di tua madre. E se poi sei nato per inseminazione artificiale, non ne parliamo proprio: pensa solo a quello che gli hai fatto passare a quei due, per arrivare in questo cazzo di mondo. Adesso ci stai? Benvenuto, figlio. Ma scendi in campo e fai la tua partita.
    Non tirare mai indietro la gamba, non ti lamentare se l’erba è bagnata, se hai i crampi o se piove e se fa vento. Scendi e gioca con tutte le tue forze. Non importa che tu vinca o che perda. L’importante è che giochi fino all’ultimo con impegno e nel rispetto delle regole, leale e generoso sia con i compagni che con gli avversari. Ne rispondi all’intero arco delle generazioni che si sono prodotte – vivendo e soffrendo su questa terra – per arrivare fino a te; e ne rispondi anche a quelle che verranno. Gioca fino a che l’arbitro fischia e solo così – tornando alla Luce col fiato ansimante, dopo quest’ultimo fischio – saprai di non essere vissuto invano. E finalmente sarai felice.

    (Il filosofo di riferimento è naturalmente Vujadin Boskov)

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. Bel pezzo, condivido tutta la seconda parte ma non i presupposti metafisici.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. zaphod

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    Fondatore

    Eppure credo sia stato dedicato proprio a te, caro Faust...

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. Ma infatti partendo da altri presupposti la parte post metafisica la condivido e, il pezzo, lo apprezzo nella sua interezza, è davvero bello.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. A

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    Membro

    Faust, spiegaci quello che non condividi, e che tu chiami "presupposti metafisici". Mi interessa sapere come la pensi sulle cose su cui hai studiato.
    Con viva e vibrante curiosità.
    A. Napolitano

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Non sono mai stato uno studente diligente, quindi spero di non deludervi se il mio pensiero vi risulterà semplicistico e, magari, poco "accademico"

    Non cominciare a dire: “Io non volevo nascere, siete voi che m’avete messo al mondo”, perché è facile pure che quei due coglioni – tuoi strumenti inconsapevoli – ti credano. Sei tu che hai voluto nascere e adesso te la pigli in quel posto. Stavi nella luce – il tuo sé, il tuo spirito, la tua anima, stavano nella luce dell’Uno – ma hai voluto provare il gioco della vita, scendere nel reale, mescolarti alla materia e non c’è stato verso di farti intendere ragioni.

    Bene, questa parte è materia di fede. Non conosco strumenti che possano dimostrarmi l'inconfutabile verità di quanto sopra. O ci credi o non ci credi, e io non ci credo. A mio modesto avviso la vita non ha senso per come noi vorremmo ne avesse, io credo che essa tenda a perpetuarsi con soluzioni molto diverse fra loro, alcune più evolute alcune meno. Sono le nostre scelte, più o meno consapevoli, a costruire un senso della vita che si possa identificare in una progettualità, nell'espressione di una volontà, in una storia. Una storia che si va a intrecciare con molte altre creando quell'ambiente complessissimo che è il vivere umano fatto di vite, passioni, interessi, dolore, gioia e quant'altro. La partita, per recuperare la metafora, va giocata sino in fondo ma è una scelta. Una scelta che anche io ritengo la migliore e che rinnovo tutte le mattine davanti allo specchio, una scelta ancor più significativa per il fatto che non la considero l'unica possibile. Deprecabile, e molto, la decisione di non avere la minima cura del mondo intorno a noi, ma pur sempre una decisione possibile. Condivido la scelta di K, ma perchè credo sia giusto.

    Possiamo scegliere e, di conseguenza, possiamo anche sbagliare.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. k

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    Membro

    O Faust, ma non ti sarai casualmente scordato anche la piccola frase che veniva subito appresso a quelle da te citate?

    "Hai superato ogni ostacolo, battuto sul filo di lana gli altri spermatozoi, etc."

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. Più che altro non considero uno spermatozoo dotato di maggior arbitrio di un autovelox.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. zaphod

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    Fondatore

    Non ciavrà l'arbitrio, ma sicuro - quello che è riuscito ad arrivare - si è fatto un culo così...

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Ha certamente menato il flagello come un ossesso, ma non poteva fare altro...

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. zaphod

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    Fondatore

    Uhm... se la vedi dal punto di vista di quelli che non sono arrivati magari ti accorgi che altro da fare c'era, perdere tempo a guardare il panorama, sbagliare strada, mettersi a litigare per le precedenze, se poi avrai l'occasione di fare uno spermiogramma ti accorgerai che il mondo è più vario di quello che sembra e che già in partenza ci sono differenze mica da poco...

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. rindindin

    offline
    Membro

    Gioca fino a che l’arbitro fischia

    letto su repubblica. grande.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. k

    offline
    Membro

    Faust, vai a fare in culo, vai, che è parecchio che non ti ci mando.

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. @ k : incasso passando dal Via

    @Zaph : ahahha divertenti gli spermini che guardano il panorama, molto Woody Allen.

    Pubblicato 14 anni fa #

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