Non solo camorra. Ho appena finito di leggere 'La bellezza e l'inferno. Scritti 2004-2009' di Roberto Saviano e non c'era solo camorra, ma anche letteratura e teoria della letteratura. Chiunque frequenta questo forum se lo dovrebbe leggere. A che serve la letteratura? Perchè scrivere? Di che cosa scrivere? Per Saviano è giusta e vera solo la scrittura che scava dietro le apparenze del reale per estrarne la nuda verità e, con questa, aggredirlo e poi modificarlo. Lui direbbe: "No, io ho detto solo di raccontarla, e di raccontarla bene". Ma è la stessa cosa, è questa la potenza del verbum.
Bellissimi, inoltre, i racconti su Michel Petrucciani, il grande pianista deforme, su Lionel Messi, sul pugile Clemente Russo, sull'uomo che era Donnie Brasco, sull'epos dei 300 alle Termopili (fumetto e film), su Isaac Singer e su Anna Politkovskaja. Certo Saviano quando parla di loro parla anche di sé, ma è proprio per questo che è tanto più vero e autentico quando parla di loro, e per questo va letto. Poi ti chiama in causa, e anche su questo non si discute - vorrebbe che le sue battaglie fossero le battaglie di tutti - e tu finisci per sentirti pure in colpa, per il fatto di scrivere solo storie di fabbrica o di palude. Ma queste sono le storie mie - mi piacerebbe dirgli in un assai ipotetico incontro (visto che vive sotto scorta) - e ognuno scrive le sue, fermo però restando, come dice giustamente lui, che anche "Primo Levi in polemica con Giorgio Manganelli, che rivendicava la possibilità di scrivere oscuro, affermò che scrivere oscuro è immorale".
Questo libro inoltre affronta e risolve tutta una serie di domande, quesiti, dubbi ed eccezioni che su questo forum (o meglio, in quello vecchio) un nostro amico aveva posto. Tutti noi gli avevamo già risposto, ma è proprio bene che lui per primo se le vada a leggere. Ne stralcio brevemente qualcuna a caso:
"La letteratura mette paura al crimine quando ne svela il meccanismo, ma non come accade nella cronaca. Fa paura quando lo svela al cuore, allo stomaco, alla testa dei lettori (...) Nessuno sceglie il suo destino. Però può sempre scegliere la maniera in cui starci dentro (...) Ho visto che nella mia terra sono comparse scritte contro di me. "Saviano merda". "Saviano verme". E un'enorme bara con il mio nome. E poi insulti, continue denigrazioni a partire dalla più ricorrente e banale: "Quello s'è fatto i soldi" (...) Oggi, qui in questa stanza dove sono, ospite di chi mi protegge, è il mio compleanno. Penso a tutti i compleanni passati così, da quando ho la scorta (...) Penso che non potrò mai più passarne uno normale nella mia terra, che non potrò mai più metterci piede (...) Penso ad altri amici sotto scorta, Raffele, Rosaria, Lirio, Tano, penso a Carmelina, la maestra di Mondragone che aveva denunciato il killer di un camorrista e che da allora vive sotto protezione, lontana, sola. Lasciata dal fidanzato che doveva sposare, giudicata dagli amici che si sentono schiacciati dal suo coraggio e dalla loro mediocrità (...) Tutte le giornate passate in una stanza, le nocche sbattute contro le pareti, la diffidenza verso tutti, la sensazione che tutti mentano e tradiscano. Gli insulti, le accuse: troppo esposto, poco esposto, è tutto falso, è tutto costruito, quelli che senza vergogna dicono dovevi stare zitto, te la sei cercata, sei un furbetto, molti vivono come te non ti lamentare, è colpa tua, sei un divo, sei una merda, sei un cialtrone, sei un copione (...) Bisogna dire che la maggior parte delle accuse non le ricevi dalle organizzazioni criminali: quelle emettono una condanna e basta. Molte accuse spesso le ricevi dalla cosiddetta società civile. Ti accusano di essere un pagliaccio, una persona che si è messa in mostra, una persona che se l'è andata a cercare per avere successo, una persona che ha speculato su tutto questo". E infine: "Può sembrare paradossale, ma in fondo se io avessi scritto un saggio, o se avessi scritto un romanzo, e non avessi deciso di far confluire (in Gomorra) in un unico letto questi due fiumi, sicuramente sarei stato ignorato dal loro potere (dei clan), dalla loro voglia vendicativa. Perchè del saggio nel mio libro ci sono i dati, le informazioni, le intercettazioni, le inchieste; del romanzo c'è la leggibilità, il fatto di voler parlare al cuore del mio lettore, di non volerlo fare evadere, ma invaderlo". Adesso, Fer, vada avanti da solo.
Dice: “Vabbe’, però se la tira un po’ troppo, sembra ossessivo, un Ego forte”. Ora, a parte che io le ho messe tutte assieme e paiono per forza quindi un po’ forzate - mentre nel testo è più diluita – dietro la figura dell’eroe, che storicamente coincide sempre anche con quella del capro espiatorio, c’è sempre un Ego forte; tu non è che puoi avere un eroe quacquaraquà. E gli eroi ti servono come il pane - come corpo sociale - per spostare certe situazioni che di tanto in tanto, storicamente, si pongono. Prima ti servono come eroi e poi li liquidi come capri espiatori. Ritornano eroi solo dopo morti, come Falcone per esempio. In ogni caso fallo prima tu, tutto quello che ha fatto lui, senza darti le arie, e solo allora gli puoi dire: “Ti dai le arie”. Fino a quel momento – fino cioè a che non lo fai tu, quello che fa lui – ti devi solo stare zitto, perché solo ogni piccola ombra o parola contro di lui non solo è invidia, ma è soprattutto una cannonata a favore dei suoi nemici.
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LA BELLEZZA E L'INFERNO di Roberto Saviano
(138 articoli)-
Pubblicato 15 anni fa #
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Ma quale tirarsela.
Chi lo pensa si prende dello stronzo personalmente dal sottoscritto.
Saviano ha statura intellettuale e, soprattutto, volente o nolente, ci ha sotto un paio di coglioni così.
Ce ne vorrebbero sessanta milioni, di Saviano, da 'ste parti.
Pubblicato 15 anni fa # -
http://www.loggione.org/2009/06/14/biagi-intervista-saviano-prima-parte/
http://www.loggione.org/2009/06/14/biagi-intervista-saviano-seconda-parte/Saviano è un eroe moderno. Non se la tira.
Ha ragione Faust quando dice che ce ne vorrebbero sessanta milioni come lui...e invece è solo, perchè noi tutti non abbiamo neanche un quarto del coraggio che ha lui. Ma almeno molti di noi lo stimano e... seppur con il pensiero, gli stanno vicino.Pubblicato 15 anni fa # -
Biagi e Saviano. Due eroi del giornalismo.
Pubblicato 15 anni fa # -
Come vedete:
non avevo tutti i torti quando scrivevo di un libro andato oltre le intenzioni del suo autore...
Pubblicato 15 anni fa # -
Quindi era meglio se non lo scriveva?
Pubblicato 15 anni fa # -
Saviano è un essere umano. I crolli sono normali e lo rendono ancora più grande nella sua fragilità e nella sua umanità. E' un eroe novecentesco, si muove fra dubbi e paure, come è giusto che sia. Ora dovremmo fare il possibile per non farlo sentire solo in questa sua battaglia, ma temo -come dice l'articolo- che preferiremo rientrare come lumache nei gusci, fino a quando la camorra non lo farà saltare in aria. Allora tutti a piangere e strillare e a titotargli premi, scuole, vie, giardini.
Pubblicato 15 anni fa # -
Come vedete:
non avevo tutti i torti quando scrivevo di un libro andato oltre le intenzioni del suo autore...
neanche io quando ho sostenuto
che sei scemo.Pubblicato 15 anni fa # -
Grande Cam.
(Saluti a Ursula)
Pubblicato 15 anni fa # -
Davanti ad una commissione parlamentare, Tommaso Buscetta descrisse Falcone meglio di come abbiano fatto i molti film e documentari legati alla sua storia. Disse: era deluso da molte vicende ma rideva sempre. Voi non avete idea di cosa è veramente successo il giorno che è morto perché l'opinione pubblica, lo Stato, ha sempre denigrato Falcone e Borsellino ma specialmente Falcone.
Lo hanno accusato di essere una prima donna. Ma quella era una prima donna che lavorava, che faceva il suo dovere. Era una prima donna che faceva una vita da carcerato. Non come quelli che vanno a fare i grandi al bar o nei night. Era un uomo seriamente intenzionato a combattere la Mafia”.
Se ripenso a tutti gli insulti, i velati disappunti, gli editoriali forbiti di una certa stampa mi viene una grande rabbia. Se penso che Saviano non ha ancora trent'anni e non può godersi nulla della sua vita sono molto triste.Pubblicato 15 anni fa # -
L'intervista del NY Times in lingua originale
Mi sembra che, prima di arrivare a dire che odia Gomorra - Gomorrah in english - dica tante e tante altre cose. E le continui a dire anche dopo.
C'è una parte interessante: "But the fact remains that I did write Gomorrah and I pay the price for it every day of my life". Non mi sembra la frase di uno che si arrende.
E indovina, caro Fernando, qual'è la sua paura più grande?
"...the worst terror, which attacks me all the time, is the fear that they [the Camorra] will manage to defame me, to destroy my credibility, to blacken my name and besmirch all that I’ve lived for and for which I’m paying the price."
Pubblicato 15 anni fa # -
Ora si dà il caso che il sottoscritto abbia aperto questo post e scritto il pezzo che invitava alla lettura del libro di Saviano, proprio perché questo ineffabile gentil giovin-signore ci si potesse finalmente andare a trovare tutte le risposte alle infinite ed ineffabili stronzate-insinuazioni che gli potessero pure venire in mente. Niente da fare, però. Il libro non se lo legge. Nel libro, Fer, già ci stanno le risposte. Non ci faccia perdere tempo. Ma le ci vuole tanto a capire che, prima di parlare di Saviano, uno si deve solo sciacquare bene bene la bocca?
Pubblicato 15 anni fa # -
Io infatti me la sciacquo ogni volta. E poi continuo a dire ciò che penso, vale a dire che il vittimismo non mi piace.
Pubblicato 15 anni fa # -
Eh già... a lei Bassoli, e a quelli come lei, il vittimismo non piace, a voi piacciono solo le vittime. Aspettiamo che lo facciano fuori e poi allora sì che la sua buona fede sarà dimostrata.
L'Anonima Scrittori - le ricordo - su questo argomento si è schierata quando ci è stato affidato l'onere/onore organizzativo di LatinaconSaviano. Un'iniziativa per cui c'è gente che ancora ci ringrazia quando ci incontra per strada. Una piccola cosa, senza dubbio. Infinitesima rispetto al dramma che si legge nei libri di Saviano. Ma anche le cose piccole a volte contano. E spesso le malignità - anche se piccole - fanno male.
Ci mediti sopra prima di mettere mano alla tastiera.Pubblicato 15 anni fa # -
Purtroppo anche la verità spesso fa male.
Saviano è un grande che non ha saputo restare tale. Ma in fondo è comprensibile. E' troppo giovane.Pubblicato 15 anni fa # -
ma non c'è modo di bannare costui
dal genere umanoPubblicato 15 anni fa # -
E' troppo giovane? Se fossimo in area un po' più limitrofa al casertano e se non sapessi come so che Lei proviene da famiglia emiliano-romagnola e non campana, direi che è Lei che è un po' troppo limitrofo alla camorra. Non essendo probabilmente così, l'unica e inderogabile possibilità che rimane è che sia Lei ad essere assolutamente troppo testa di cazzo per andarsi quanto meno a leggere i libri della gente che diffama. Testa di cazzo invidiosa.
Pubblicato 15 anni fa # -
A me della vicenda Saviano colpisce una cosa. La considero superiore, di gran lunga, a tutte le altre: a noi italiani piacciono i martiri. In una maniera quasi sadica siamo attirati dai famigerati 'santi laici'. Rifletteteci. Basta scorrere i nomi di Falcone, Borsellino, Fava, Mattarella, don Diana per capire che, al di là di tutte le differenze di stato, condizione, violenza della denuncia e appartenenza politica, hanno una caratteristica in comune: sono tutti morti ammazzati.
E fate caso anche ad un altro fatto: finché erano in vita venivano ritenuti degli esaltati, delle persone che erano andate 'oltre' le loro stesse intenzioni. Critiche, ovviamente, finite il giorno stesso dell'attentato. Lì, proprio nell'istante in cui la vita spira via dal corpo, la memoria collettiva li ha beatificati. In Vaticano se lo sognano un processo di santificazione così veloce. Noi decidiamo di testa nostra, in maniera fulminea. Dal momento della loro morte anche chi, fino a un secondo prima, sparava merda con il ventilatore nei loro confronti ha fatto marcia indietro e ha ripetuto fino alla nausea una parola "Eroe". . Altrimenti uno, qualsiasi esso sia, rimane un esaltato, uno stronzo che mette a rischio non solo la propria vita ma quella di tutti noi.La parola santo non l'ho usata a caso. Perché lo stesso meccanismo avveniva proprio per quelli di cui oggi conserviamo i santini dentro il portafogli. Uno su tutti, San Francesco. Quando era in vita, erano più le persone che pensavano fosse scemo che quelle, invece, che credevano fosse, appunto, un santo. Lui e il giullarismo, la gioia del cantare la parola del Signore, la danza e la povertà assoluta, l'eucarestia e il misticismo. Solo dopo molti studi, osservando anche le conseguenze delle sue azioni, qualcuno si accorse che tanto scemo, sto San Francesco, non doveva essere. Che ogni mossa, anche se involontaria, aveva avuto inciso sulla realtà in maniera indelebile. Basti pensare al fatto che all'epoca i giullari laici, rispetto ai chierici vagantes che andavano casa per casa a promettere fiamme dolore e pena eterna, riscuotevano molto più successo e, facile immaginare, per la Chiesa erano tempi un tantinello bui, anche dal punto di vista economico. Fu proprio lui a sbaragliare le carte in tavola. "E che siamo più fessi noi? Non sappiamo intonare qualche canzoncina?". E iniziò quel fenomeno dei frati che, casa per casa, contrada per contrada, città per città, andavano in giro cantando, agitandosi, ballando. Sembravano posseduti sì, ma dal Signore. Dando così lustro ad una predicazione che, fino ad allora, aveva annoiato, impaurito, stufato.
Dice: "si, ma che cazzo c'entra San Francesco con Saviano?". Il ragazzo - perché mi sa che è pure più giovane di me - della provincia di Caserta, per la gente come te, per i San Tommaso dei miei coglioni, ha un solo difetto: è ancora vivo. Di opportunità per fare un discorso più paraculo ne avrebbe avute, non pensare. Basta guardare cosa fa Travaglio, Gomez, Grillo. Che ci vuole? Con l'abilità che si ritrova poteva fare un discorso - sembra un paradosso ma è così - più commerciale ancora. Avrebbe potuto fare un libro più oscuro, più dettagliato ancora, più 'giornalistico'. Scritto peggio, sicuramente, ma un po' caciarone, buttandola in caciara, facendo supposizioni che magari non stanno nè in cielo nè in terra. Probabilmente avrebbe avuto lo stesso successo, l'avrebbero chiamato nelle varie trasmissioni dedicate alla criminalità organizzata. A Porta a Porta forse gli avrebbero dato pure una poltrona fissa vicino alla valletta di turno. E, da non trascurare, avrebbe evitato la fatwa della Camorra.
Invece ha scelto, e non puoi pensare il contrario, di fare un romanzo. Giornalisticamente valido ma con tanto di intreccio, di storie, di 'vissuto'. Il suo vissuto e quello di tutta la gente che abita da quelle parti. Non ci prendiamo per il culo: Gomorra è scritto benissimo, efficace, ponderato, con tante trame e sottotrame che ti inchiodano alle pagine. Saviano, come San Francesco, è uscito dagli schemi. Ci ha scioccato, ci ha preso nelle nostre comode vite e ci ha inchiodato alle pagine, ci ha fatto vedere una realtà che avevamo fatto finta di non vedere per anni e anni.
Dice: "si, ma adesso si lamenta della vita che fa". Si, perché vivere sotto scorta è una vita di merda, Fernà, ce lo vogliamo nascondere? E solo per questo tu dici che è andato sotto le sue intenzioni? Pensi che quando San Francesco andava in giro scalzo, d'inverno e sulla neve, con solo un saio di iuta addoso, non si pisciasse sotto dal freddo? Che qualche volta che s'incontrava con Iacopone, non gli scappava mai un "ma chi cazzo ce lo fa fare?". Non conta questo. Conta il fatto che uno continua. Stringe i denti ma va avanti.
Così fa Saviano, Fernà. Questo conta e tutto il resto sono chiacchiere. Legittime, per carità, ma chiacchiere.
Pubblicato 15 anni fa # -
A me invece sta storia di Saviano m'ha stufato.
Fa il suo lavoro, fa il suo mestiere, non lo so se lo fa bene, lo fa in quel modo li.
Vai in libreria, compri per i più diversi motivi un suo libro, te lo leggi e magari ne parli con qualche caro amico.
Stop. Basta.
Mica è una setta.
E che non sia una moda o peggio un genere, per carità.
Poi la storia mica è una storia, e mentre tutti pensiamo sul giusto e lo sbagliato di Saviano chissà chi si sta comprando il prossimo vestito, o dove riempiranno la prossima buca o a chi spareranno stasera.
Mo mi leggo il libro così mi catartizo
(si dice così?)Pubblicato 15 anni fa # -
Nel rinnovare il mio entusiasmo di fronte ad un libro come Gomorra, capace di scioccarci davvero, come scrive giustamente Torq, nel rinnovare l'umana simpatia per il giornalista-scrittore Roberto Saviano, devo pure dire che io leggo i giornali tutti i giorni e noto molte cose. Se cercate: Simone Di Meo Roberto Saviano su Google vedrete che non tutti i conti tornano e qualche perplessità nasce. Ma prima di poter dire qualcosa di più bisogna aspettare il responso della Magistratura circa determinate questioni.
Spero di essere stato chiaro e corretto.
Tutto ciò premesso, non condivido il vittimismo in generale, soprattutto in epoche come questa in cui c'è davvero gente che muore ogni giorno di stenti.
Pubblicato 15 anni fa # -
Ma tutto questo non scalfisce minimamente l'importanza storica del Gomorra libro, del Gomorra reading, del Gomorra film e del Gomorra dibattito.
Pubblicato 15 anni fa # -
è così facile insultarti
che ho deciso di smettere.
vaffanculo!Pubblicato 15 anni fa # -
La faccia finita, Fer, con questa campagna di delegittimazione che da mesi sta portando avanti ai danni di Saviano. Lei è una vipera sciocca se crede sul serio che basti dire alla fine "Viva però Gomorra e viva pure Saviano", perchè gli altri non si rendano conto di tutto il veleno contenuto nei precedenti morsi e insinuazioni.
Ma chi la paga a lei, la camorra?(Il "vittimismo" poi è una cosa - controlli un vocabolario - e l'eventuale "lamento della vittima" invece un'altra. Questo è un fatto oggettivo, che ha dei riscontri, delle motivazioni e delle cause più che concrete. Lei mi consente che una "vittima sacrificale" ha pure il diritto - che so? - di piangere? O lei vuole toglierle anche quello? Lei certo poi non mi dirà che uno che è stato condannato a morte dalla malavita organizzata e che è costretto a vivere sotto scorta, non sia una "vittima" concreta ed oggettiva, e non immaginaria. Il "vittimismo" invece è il pianto o il lamento di chi vuol farsi passare appunto per vittima senza esserlo e - mi perdoni - questo invece sì, è ravvisabile molto più nei suoi scritti, Fer, che negli scritti o comportamenti di Roberto Saviano.)
Pubblicato 15 anni fa # -
Ciao Cam. Che fine hai fatto? Ma può essere che per vederti, uno ormai debba solo seguire Bassoli?
Pubblicato 15 anni fa # -
Una cosa posso dirla: se la Magistratura accerterà che Saviano ha copiato parti degli articoli dell'(ex) amico e collega Simone Di Meo senza citarlo sicuramente non ci farà una bella figura. Per uno che si propone di mettere all'indice il malaffare non sarebbe certo il massimo. Ma aspettiamo le sentenze. Per ora si presume la non colpevolezza.
Pubblicato 15 anni fa # -
Non è colpa mia se le notizie e le interviste escono sui giornali.
Pubblicato 15 anni fa # -
E poi voi dite che io voglio un santino laico, un morto per chiamarlo eroe. Ma non è vero, Saviano è già un'icona, anzi: se mi stampate la faccia di Saviano su una maglietta sarà il primo a indossarla! Ma questo non deve scalfire il nostro spirito critico e la completezza della nostra informazione deve tenere conto di tutto. Io ad esempio lo vedrei bene pure in parlamento, purché se ne assuma tutte le responsabilità.
Pubblicato 15 anni fa # -
ciao k,
ciai ragione,
sto lavorando molto,
e non sono neanche di compagnia.
più del solito.
un salutoPubblicato 15 anni fa # -
"Complottismo significa mettere in dubbio ogni cosa, passare sopra qualsiasi persona, rinnegare qualsiasi ideale, calpestare ogni valore.
Il mondo non può andare bene per il complottista e non può esserci nulla di buono: c'è sempre un secondo fine, c'è sempre un complotto di qualche tipo."
(da http://complottismo.blogspot.com/2008/08/wikipedia-e-madre-teresa-di-calcutta.html)
Ma come si può pretendere di essere credibili quando si strilla contro lo scandalo di Fondi e poi si scrivono certe cose?
Pubblicato 15 anni fa # -
Saviano è il Virgilio della nuova Divina Commedia...
Pubblicato 15 anni fa #
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