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LA BELLEZZA E L'INFERNO di Roberto Saviano

(138 articoli)

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  1. Per Tataka

    Non puoi mettere sullo stesso piano la condotta del governo italiano e quella di un singolo cittadino, pur intellettualmente impegnato. Sono situazioni molto distanti.

    Ma visto che citi Fondi, una domanda: ma il sano istituto delle dimissioni in Italia è stato abrogato?

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. tataka

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    Guarda che hai capito male: il cittadino non credibile non è Saviano, sei tu.

    Non ci credo neanche se mi pagano che ha plagiato qualcosa a questo Simone Di Minchia. La diffamazione è la migliore arma della camorra.
    Insinua il sospetto, sbriciola la solidarietà, demoralizza la gente. Per questo NON diffamare Saviano, sopratutto con accuse campate in aria, è la prima e più semplice forma di resistenza contro la camorra. Per questo chi diffama a vanvera chi combatte in prima fila la criminalità organizzata fa il gioco della camorra (anche in buona fede).

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. C'è un gioco paraculo dietro all'atteggiamento del Fer. La diffamazione velata, educata, a modo è quella più pericolosa. Parte da ipotesi assolutamente campate in aria per costruire tesi diffamanti. E' un gioco a cui l'Anonima Scrittori non partecipa e non vuole partecipare in futuro.

    Per questo chiedo a Fer di esimersi, in futuro, di instillare il seme del dubbio se non in presenza di prove certe. I parassiti dei martiri vivi - finché non muoiono oggi - non li sopportiamo più di tanto.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. rindindin

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    non so...avrei i miei dubbi su questa dichiarazione.Secondo me il Fer non fa il paraculo ma è portavoce di molti anarco-reazional-radical-chic che si servono della contraddizione, insita sottopelle, per destare sospetti...

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. Per K: ha ragione, parlare di vittimismo è errato.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. tataka

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    Non dovresti rispondere a Torqemada?

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. Quelle di Torq sono fantasie: io ho solo fatto riferimento a notizie uscite sui giornali condizionando il mio giudizio all'esito dei processi.
    Se i processi condanneranno Saviano dirò x
    se condanneranno Di Meo dirò y.

    Spero di essere stato chiaro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. Ricevuto. Chiaro e paraculo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. La segnalazione del Fer - quella relativa alla denuncia di Di Meo contro Roberto Saviano - meritava d'essere approfondita. Dopo un'oretta e mezza di ricerca mi sono fermato, altrimenti non avrei finito più. Troppi i rivoli che si aprono. Vista l'ora tarda, metto il punto. Anche se una certa idea me la sono fatta, ma la dirò solo alla fine.

    Partiamo dal principio.

    QUALI SONO LE ACCUSE?

    Simone Di Meo non ha preso e denunciato Saviano alla magistratura di getto. Ci deve aver pensato e ripensato. Dice che ha letto il libro solo dopo numerose segnalazioni che, sopra a Gomorra, c'erano proprio passi interi dei suoi articoli. L'ha acquistato e qualcosa gli deve essere balenato per la testa. Prima ha avvisato l'ufficio legale della MOndadori della questione. L'ha fatto, almeno a detta sua, in maniera certosina e più di una volta. Solo verso la fine, dall'undicesima ristampa, ha ottenuto che il suo nome venisse inserito tra le fonti del libro. Non voglio immaginare come siano andate le cose, pur lavorando in un'azienda che dispone di un ufficio legale e sapendo che gli avvocati tendono ad aggiustare le cose per non andare a processo e dover affrontare tutto l'iter. Lui dice che questa è la sua prima vittoria. Ha ragione ma, giuridicamente, non dimostra che il libro di Saviano sia un plagio dei suoi scritti. Il fatto rimane uno: il nome di Di Meo è stato inserito nel libro. A Bologna avrebbero pensato: "ben, giustiSia è fatta, morta lì". E invece a Napoli non devono pensarla alla stessa maniera. Quello, il Di Meo intendo, si sarà rigirato nel letto mille e mille volte, avrà fissato il soffitto per ore e acceso e spento la lampadina per cercare il bicchiere d'acqua sul comodino. "M'hanno dato il contentino. Cornuto e felice" deve aver pensato una notte, non trovando l'acqua. E così s'è deciso: "vaffanculo, mo' ci scrivo un pamphlet e gliela faccio vedere io a sto scrittore da quattro soldi. Mi inviterà Mentana e poi vedremo chi è il più sveglio". L'ha annunciato - il pamphlet non l'incontro da Mentana - sul sito ilvelino.it con tanto di accuse a Saviano che esulano dall'accusa di plagio. Su Caserta Sette, qualche tempo dopo, ha scomodato Sciascia e i 'professionisti dell'Antimafia'. Probabilmente non è bastato nemmeno questo. Qualcuno gli deve aver detto: "Simò, ma che cazz'è stu pamplhet?". Alcuni giornalisti, così come conferma lui stesso, lo definiscono il Saviano dei poveri. E così Di Meo si sarà continuato a rigirare nel letto, si sarà ritrovato a fissare il soffitto e poi ad accendere e spegnere la luce. "Cornuto e mazziato". Fino a che, un giorno, stufo di non chiudere occhio, s'è voluto levare definitivamente il peso dallo stomaco. Tenendo sotto braccio, da una parte la cartellina con i suoi articoli e dall'altra il libro del collega, si è presentato in Procura per denunciare il plagio del più famoso giornalista e scrittore. "Quantifichi il danno" gli ha chiesto qualcuno in Procura. Lui, fomentato com'era, ha chiesto 500 mila euro. Adesso io non so quanto ha guadagnato Saviano dal suo libro, sta di fatto che 500 mila euro sono una bella sommetta. La notizia si è diffusa, alcuni giornali si sono interessati e lui deve essersi galvanizzato. Così tanto da chiedere "un incontro pubblico, a Napoli. Lui porta la gente, noi gli argomenti". Sembrava il Cassius Clay dei bei tempi, devono aver pensato i colleghi del giornale.

    Questa la consecutio temporum dei fatti, secondo la ricostruzione effettuata tramite internet. Un po' romanzata ma senza troppi giudizi. Anche perché ho cercato di capire le ragioni di questo Simone Di Meo. A cui, è innegabile, deve essere roduto il culo per quella storia degli articoli, del Saviano dei poveri ecc. ecc.
    Il processo pare stia nelle fasi iniziali, un'udienza ci doveva essere il 7 Luglio ma non so com'è finita.

    Mentre navigavo e mi informavo, però, qualche domanda me la sono posta. Perché qualcosa, leggendo qua e là e andando oltre la prima pagina di Google, non quadrava.

    prima domanda: MA CHI E' STO DI MEO?

    Nel 2005 fa praticantato presso Cronache di Napoli, così come attestato dai certificati presentati all'ordine dei giornalisti. Per questo giornale, Cronache di Napoli appunto, scriverà la maggior parte degli pezzi, ma collabora anche con Caserta Sette, Cronache d Caserta e, come giornalista professionista, per Teleregione e Quarto Canale. E' lo stesso periodo in cui Saviano scrive per la Voce della Campania e per altre testate come free lance. I due, a detta dello stesso Di Meo, si vedono, si parlano, si confrontano. Sempre lui dice che non solo gran parte degli articoli hanno trovato il loro spazio su Gomorra, ma anche tanti particolari delle loro chiacchierate sono finite sopra il libro che ha venduto milioni di copie. Dicevamo della carriera giornalistica: non per colpa sua, si avviano indagini su quasi tutte le testate per cui lavora e che, pare, siano diretta da Giovanni Lucianelli e facciano capo a Maurizio Clemente, il giornale, e Giuseppe Giordano, le televisioni. Lucianelli si salva dall'accusa di truffa ai danni della Regione - costituitasi parte civile durante la presidenza Rastrelli - perché il reato cade in prescrizione. Clemente, invece, viene messo sotto accusa dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Nel 2003 viene arrestato con l'accusa di estorsione a mezzo stampa. Giordano pure passa i guai per una storia di contributi finti per un milione e mezzo di euro ai praticanti che, così pare, erano assunti in massa. TeleRegione e Quarto Canale avevano lo stesso numero di praticanti della locale sede della Rai. Di Meo continua a scrivere e lo fa anche bene, visto che fa carriera. Appena prima delle polemiche con Saviano si ritrova a fare l'addetto stampa del senatore De Gregorio, quello che ha fondato il movimento Italiani nel Mondo, è stato eletto con Di Pietro e poi, appena eletto presidente della commissione Difesa, è passato armi e bagagli al centrodestra, venendo confermato anche nell'ultima legislatura nelle fila del PDL. Lo nomina, insieme allo stesso senatore, sempre il Giovanni Lucianelli, che diventa portavoce di De Gregorio. A latere: durante le polemiche con Saviano ha pubblicato anche due libri, di cui uno, su Di Lauro, pubblicato con la Newton e Compton.

    seconda domanda più riflessioni: E' GIUSTO CHE ABBIA COPIATO?

    No, sempre "nel caso in cui", come direbbe l'Azzeccagarbugli. Sono il primo a schierarmi al fianco di Saviano e l'ho sempre fatto, insieme a tutta l'Anonima Scrittori. Ritengo e riteniamo che Gomorra sia uno dei più bei libri scritti negli ultimi dieci anni, insieme a quelli del nostro Antonio Pennacchi e a pochi altri. Una cosa, per amor della verità, voglio dirla, e fuori dalle polemiche. Se Saviano ha plagiato - copiato non è un termine corretto - gli articoli e i fatti narrati da Di Meo, non ha fatto cosa buona e giusta. L'avrebbe dovuto fare anche solo per levarsi dagli impicci. Se ce l'avessi davanti, da amico, gli direi: "a Robbè, ma chi te l'ha fatto fa' a non citarlo?". A noi piace farlo sempre, anche quando potrebbe risultare superfluo. Nel caso in cui sia capitato l'errore o la svista, in passato, abbiamo chiesto venia e abbiamo posto immediatamente rimedio (a me è capitato con Almodovar ed una foto di Antonio, anche se forse Aldomovar è convinto che l'abbia fatto apposta). Ci piace il copyleft ma che sia dato a Cesare quel che è di Cesare. Se mi aiuti, anche solo a livello di suggestioni, un ringraziamento lo meriti. Anche grazie a questo spirito siamo finiti, un po' tutti, sull'edizione economica del FascioComunista e su gli altri libri di Antonio Pennacchi. Ci teniamo e se Saviano dovesse essere incappato nell'errore ha sbagliato. Dice: "morta qui?". No, manco per il cazzo. Primo: il processo ancora deve concludersi e nessuno è stato condannato per aver copiato da qualche altro. Secondo: pretendere 500 mila euro significa non rendersi conto di una semplicissima cosa. Il valore aggiunto che, pur plagiando, ci avrebbe messo Saviano. Non posso pensare che abbia lo stesso valore il mio aneddoto sotto i portici con un'opera, di più di 300 pagine, che tenga il lettore inchiodato dalla prima all'ultima. Parliamoci chiaro: una cosa è fare un'articolo, o tanti articoli, giorno dopo giorno, che raccontino la realtà agli abitanti di quella stessa realtà e un'altra è mettere in piedi un docu-romanzo o UNO (unidentified narrative object), come piace dire ai Wu Ming, che faccia interessare un intero Paese alla vicenda dei Casalesi. Saviano non si sarà inventato la Camorra, non si sarà inventato Sandokan, non si sarà inventato Casal di Principe. L'ha fatti conoscere a me e a milioni di altre persone, l'ha calati nella vita di tutto noi, ha avuto la grandissima capacità di accendere i riflettori sulla merda del nostro Paese. Lo sappiamo tutti che Pennacchi Latina non l'ha costruita. Nessuno può levargli il merito, però, di averla fatta conoscere ai tanti che ne ignoravano l'esistenza, la storia, il vissuto. L'ha resa luogo letterario, così come Saviano ha fatto per il casertano.

    Tanto dovevo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. leon8oo3

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    Tanto dovevi e tanto ci facciamo bastare. Un bellissimo articolo Torquemada.
    Spero che questa vicenda di Saviano si chiarisca presto ma intanto complimenti per questo bel chiarimenti. Mi ha tenuto compagnia e informato. Per questo adoro l'anonima scrittori

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. tataka

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    Complimenti davvero.

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. k

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    Complimenti un cazzo, Tata'. Mica è per grazia divina che quello scriva così, approcci le questioni e sappia ragionare in quel modo, ma perché fa Lettere. Se faceva scienze politiche o stronzologia non gli usciva così. Ti è chiaro adesso?

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. k

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    (Io non vorrei che prima o poi mi tocchi andare a chiedere scusa a BdM)

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. cameriere

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    caro Torque,
    e però, e però…
    sottoscrivo certamente l'ultima parte del post, da <<Il valore aggiunto che, pur plagiando, ci avrebbe messo Saviano...>> fino alla fine.

    tutto quello c'è prima non lo posso sottoscrivere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. tataka

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    Complimenti un cazzo, Tata'. Mica è per grazia divina che quello scriva così, approcci le questioni e sappia ragionare in quel modo, ma perché fa Lettere. Se faceva scienze politiche o stronzologia non gli usciva così. Ti è chiaro adesso?

    Mi è sempre stato chiaro. Non vado a Lettere per altri motivi.

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. Sono pienamente d'accordo con Torq. Nessun plagio o pseudotale può minimamente scalfire la ricchezza e la forza rivoluzionaria di un'esperienza antiestetica come Gomorra.
    Il problema è che le accuse di Di Meo vanno ben oltre il plagio.
    Sono, sembrano, accuse contro l'uomo, il collega, l'amico e il metodo.
    Saranno cazzi loro.

    Tataka dammi retta, vai a lavorare in un supermercato, guadagna e goditi la vita. L'università italiana non è più una cosa seria.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. Beh, l'ultima affermazione è off topic. Perché non sarebbe seria l'università italiana? Almeno ora? Rispondimi altrove, plis.

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. Ecco, io volevo arrivare esattamente qui:

    Saviano: capo mobile di Napoli, "Parere negativo sulla scorta"

    13 Ottobre 2009 16:37 CRONACHE da Corriere.it

    NAPOLI - Vittorio Pisani, 42 anni, da cinque capo della Squadra Mobile di Napoli, ha dichiarato in un'intervista al Corriere Magazine in uscita il 15 ottobre: "Resto perplesso quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni". E ha poi proseguito: "A noi della Mobile fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli accertamenti demmo parere negativo sull'assegnazione della scorta". (RCD)

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. k

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    Io invece - facendo il narratore e dovendomi in quanto tale calare in tutte le pieghe più basse dell'animo umano - non resto per niente perplesso quando ricevo ogni giorno la mia nuova quotidiana riconferma che il senso di frustrazione e di invidia può obnubilare anche gli animi migliori (ammesso che il Suo e quello del Capo della mobile lo siano), quando qualcuno che si considera inferiore o in qualche modo extraneus al nostro lavoro, raggiunge proprio in quello risultati che noi sappiamo non raggiungeremo mai.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. Cioè secondo lei Saviano ha raggiunto risultati migiori del capo della Mobile di Napoli? Gomorra secondo lei è un'operazione più importante di combattere ogni giorno sul territorio rischiando la vita in concreto ogni minuto?

    E' sicuro? Non le sembra, invece, che qualcosa non quadra?
    Perché hanno chiesto un parere sulla necessità della scorta se tanto avevano già deciso di dargliela?

    A me pare che Saviano abbia fatto nulla rispetto a quello che fa un poliziotto ogni santo giorno.

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. k

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    La sua è retorica populista. Vuota, demagogica e banale.
    Nessuno difatti mette qui in discussione l'etica e l'utilità sociale di un poliziotto che faccia ogni giorno - come peraltro dovrebbe fare qualunque altro essere umano - fino in fondo il suo mestiere e il suo dovere. Lo ha scelto e lo deve fare, esattamente come un carpentiere che s'arrampica su una impalcatura. Questo è quello che l'etica chiede a ogni essere umano.
    Ora però si dà il caso che - a prescindere da tutti gli sforzi e risultati e anche dal sangue profuso dagli onesti servitori dello Stato come alcuni carabinieri, poliziotti, magistrati etc, ma non tutti comunque - fino a che Saviano non ha pubblicato "Gomorra", la questione "camorra" era una questione relegata assolutamente all'ambito locale e non nazionale o addirittura internazionale come è divenuta dopo, con l'attenzione di tutti e gli sforzi dello Stato amplificati al massimo, mettendo quindi in serio rischio e pericolo gli interessi economico-malavitosi molto più di tutti i pur stimabili sforzi di tutti i commissari della mobile non solo di Napoli ma di tutta la Campania e di tutta Italia, Ministro degli interni compreso. Ma lei davvero non ha mai sentito dire di un certo Silvio Pellico: "Ne uccide più la penna che la spada"? E' per questo per esempio che pure a Maroni gli roda il culo e pensi esattamente di Saviano le stesse cose che pensa Lei. Ma non ho finito.

    Vede Fer, se lei domani mattina va in banca e mentre fa la fila arriva un rapinatore con la pistola in mano, lei non è normalmente tenuto a reagire. Se alza le mani e aspetta buono buono che quello abbia finito, nessuno le può dire niente a questo mondo.
    Ma se Lei fa per caso l'agente di PS o il carabiniere, o addirittura il vigilante lì davanti, Lei non può - onestamente - alzare le mani e aspettare che quello abbia finito. Lei si deve giocare la pelle amico mio, è il suo mestiere, la collettività la paga da anni perché Lei s'è impegnato, in un simile frangente, che se la sarebbe giocata. E' il suo dovere e basta.
    Ma se Lei invece è un semplice cittadino che sta lì a fare la fila e - pur potendo più che legittimamente alzare le mani e basta in segno di resa - le alza invece sul rapinatore e reagisce giocandosi lei la pelle pur non essendovi tenuto, lei effettua una di quelle che Benedetto Croce chiama "prestazioni ipererogatorie". Ed è per questo che lei verrebbe classificato come "eroe".
    Ha capito adesso la differenza tra il capo della mobile - non parliamo del ministro dell'interno - e Roberto Saviano? Ha capito adesso perché - qualunque cazzata possa magari pure fare Saviano - noi staremo sempre dalla parte di Saviano?
    Fer, chi non sta con Saviano sta con la mafia. E' un fatto oggettivo. Mi spiace per lei.

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Pongo la questione in un altro modo, estremamente semplice:

    perché, secondo lei, per la Mobile di Napoli, non c'era bisogno di dare una scorta a Saviano?

    La risposta a me pare questa: non c'erano tutti i pericoli che si andava raccontando in giro. E allora perché gliel'hanno data?

    Se gliela volevano proprio dare - cosa legittima - che minchia hanno chiesto a fare un parere alla Mobile di Napoli?

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. k

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    Gliel'ho già data nell'altro post, "Io invece - facendo il narratore...", ma - come si dice - non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Non gliela volevano far dare - e probabilmente dopo che qualcun altro invece gliela voleva dare - per gli stessi e identici motivi Suoi e del ministro. Motivi che, ripeto, trova in quel post, esattamente cinque post fa, compreso questo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. zanoni

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    ma non potremmo forse pensare che la percezione che delle minacce ha una 'persona normale' puo' essere molto diversa da quella di un 'addetto ai lavori'? e che spesso sono le 'persone normali' (vedi il caso Biagi) ad avere ragione (al di la' di invidie e frustrazioni)?

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. tataka

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    Daje K...fagli un culo così

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. k

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    Zitto tu, Tata', che ho sentito quella manica di delinquenti amici tuoi di dipietro in piazza della prefettura a latina st'estate, che era solo davvero da dargli una fraccata di botte, per gli insulti al Presidente della Repubblica che lanciavano e per l'evidentissimo uso strumentale che facevano dell'antimafia. A quelli non gliene frega un cazzo davvero di affrontare e risolvere le questioni concrete - tra cui appunto la lotta alle mafie o la crisi del Paese - a quelli interessa solo sputare quanto più fango possibile sul Partito Democratico per poter poi lucrare loro qualche voto in più. Poi se Berlusconi rimane altri cent'anni, che cazzo vuoi che gliene freghi a loro?

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. Caro Fer, ma a te la storia, anche dell'altro ieri, non insegna proprio nulla?

    Ricordi che a Marco Biagi successe, più o meno, la stessa cosa? Per il Ministero dell'Interno - chi era Scajola? o sempre Maroni? -, e per il capo di una squadra mobile chissà-di-dove, non c'era pericolo imminente. Biagi a insistere, a telefonare, a dire che era minacciato - "questi m'ammazzano" - e quelli a pensare che era un cagasotto, che non correva pericoli e che poi, tutto sommato, sarà pure stato bravo con il diritto del lavoro ma era proprio un gran «rompicoglioni» - definizione dello stesso Scajola -.

    Ricordi che fine ha fatto? Le Brigate Rosse hanno ringraziato commosse.

    E fammi capire anche un altra cosa: te che sei di solito diffidente verso tutto e tutti, con quali criteri hai deciso di eleggere chiunque parli male - tanto o poco - di Saviano a diffusore della verità assoluta?

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. Leggi Fer, leggi:

    Le dichiarazioni di Manganelli, il Capo della Polizia

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. zanoni

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    Membro

    Come contributo al dibattito, un intervento di Tano Grasso sui rischi del 'gomorrismo' (che va molto al di là delle idiozie sulla scorta si', scorta no):
    «Caro Saviano, dico no agli eroi solitari»

    http://www.napolionline.org/new/tano-grasso-caro-saviano-dico-no-agli-eroi-solitari

    Z

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. SCa

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    Allora forse è interessante leggere anche questo:
    Se il poliziotto saluta i boss in cella la lotta ai clan torna indietro di anni

    Pubblicato 14 anni fa #

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