Ecco la risposta alla lettera di Claudio Fava da parte di Francesco Piccolo, sempre sull'Unità.
Saviano politico? Più utile come scrittore
È difficile parlare di Roberto Saviano, perché suo malgrado non è più soltanto uno scrittore, per quello che gli è successo e per quello che di conseguenza rappresenta. Ma poiché tutto quello che incombe su di lui nasce dal libro che ha scritto; e poiché lui stesso, non ho dubbi, continua a sentirsi soltanto uno scrittore, si può provare a superare il pudore di parlare di una persona che ogni giorno rischia la vita.
Claudio Fava, con parole pronunciate a Napoli e ripetute con una lettera su questo giornale, chiede all’autore di Gomorra di candidarsi alla presidenza della Regione Campania. È come se dicesse con tono disperato: c’è bisogno di politici seri. Ma c’è una risposta da contrapporre alla richiesta di Fava: c’è altrettanto bisogno di scrittori seri. In un Paese come il nostro, non so quanto ci sia più bisogno degli uni o degli altri, quello che so è che Saviano ha dimostrato con un libro di smuovere molte coscienze. Un Paese in emergenza, per tornare a dirsi e sentirsi civile, non può affidare l’intera posta della sua scommessa alla politica, per quanto importante sia. Un Paese civile è fatto di svariate competenze, intelligenze, vitalità. Forse la politica ha già sottratto al mestiere giusto, alle competenze giuste, troppe persone: se ne è prima appropriata, e poi le ha lentamente neutralizzate, loro malgrado. Per la politica ci vuole un talento specifico, altrettanto necessario. Chi sa raccontare i fatti che distruggono questo Paese, è meglio che continui a raccontarceli.
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