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la fine del Berlusconismo

(593 articoli)

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  1. A.

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    Il questionario di MicroMega e la risposta di Roberto Saviano

    MICROMEGA - Da tutte le parti si invoca “unità” per liberare l’Italia dal regime antidemocratico di Berlusconi. Spesso, tuttavia, le varie componenti dell’Italia che ancora si riconosce nella Costituzione repubblicana non accettano neppure di dialogare, di discutere insieme. Per contrastare questa tendenza, MicroMega si rivolge a personalità di diverso orientamento, nella speranza che almeno la premessa dell’azione comune, la comune discussione, possa avviarsi subito. L’intervento che sollecitiamo parte proprio da questa urgenza: le elezioni sono sempre più probabili, e di fatto costituiranno un referendum sulla pretesa di Berlusconi di avere tutti i poteri, facendo strame della Costituzione.

    Per difendere/realizzare la Costituzione nata dalla Resistenza, quale ipotesi di alleanza elettorale ritieni la più auspicabile, nell’ambito di quelle che giudichi praticabili con un voto che avverrà con il sistema “Porcata”, che assegna al primo schieramento, anche se minoritario, il 55% dei seggi? Con quale sistema pensi dovrebbe essere scelto il candidato premier, il cui nome è obbligatorio per ciascun schieramento? Le primarie di coalizione (e con quali modalità) oppure un diverso tipo di consultazione? E quale personalità giudichi la più adatta per una coalizione repubblicana vincente?

    Tutti i sondaggi rilevano che una quota tra il 40% e il 50% del corpo elettorale è talmente disgustato da tutti i partiti che prevede di non recarsi alle urne o di decidere all’ultimo minuto (turandosi il naso, si presume, e scegliendo un “meno peggio”). D’altro canto nel 2008 il Pd alla Camera otteneva circa 12 milioni di voti, alle europee dell’anno successivo 8 (e i voti del 2008 erano quelli di una sconfitta!), e la disaffezione ha continuato a crescere. Non è esagerato ipotizzare che rispetto ai consensi che garantirono due vittorie elettorali, e tenuto conto dell’incremento degli aventi diritto, manchino oggi cinque o sei milioni di voti. Sono i milioni di voti che probabilmente faranno la differenza e decideranno dell’esito elettorale, a seconda di quanti ne saranno recuperati (o di altri che saranno ulteriormente perduti).

    Quale pensi sia la strada migliore per recuperarli? Sollecitare nell’alleanza la presenza di una o più liste civiche, di “società civile”, con candidati tutti non di partito (la “Porcata” ha il vantaggio che dentro un’alleanza nessun voto va disperso, se una lista non raggiunge il quorum per avere parlamentari i suoi voti si distribuiscono su quelle che ne eleggono), limitarsi ad aprire le liste di partito a qualche indipendente, o puntare unicamente su leader e candidati di partito?

    ROBERTO SAVIANO - Rispondere a queste domande non è cosa semplice per una serie di ragioni. La prima è che forse bisognerebbe partire analizzando il sistema elettorale italiano e cercare di capire se davvero risponda alle nostre esigenze. Se il nostro voto, che si trasforma in seggio, rispetta le istanze di rappresentatività che l’Italia ha nel suo complesso e nelle diverse realtà territoriali. Evidentemente no. Per come sembra stiano andando le cose, gli italiani non si sentono rappresentati in maniera adeguata, non conoscono i propri politici di riferimento e di fatto non hanno scelto loro di mandarli in Parlamento.

    A questo aggiungo alcune considerazioni di natura diversa. Davvero un sistema elettorale, come è il nostro, proporzionale con premio di maggioranza e sbarramento, può portare con tutti i suoi limiti alla drammatica situazione che stiamo vivendo? Io credo di no. Mi spiego meglio. Ad ogni elezione, soprattutto nelle comunali e nelle regionali, e soprattutto nelle regioni del sud Italia, la pratica della compravendita dei voti è ormai prassi diffusa. Sono anni che se ne parla. Sono anni che ne scrivo, arrivando addirittura, in occasione delle amministrative in Campania a chiedere l’intervento dell’Osce, di osservatori esterni in grado di garantire il corretto svolgimento delle elezioni. E in quell’occasione l’Osce mi rispose che dei suoi rappresentati sarebbero intervenuti a patto che fosse stata ufficialmente fatta richiesta dalle istituzioni italiane. L’invito non arrivò mai, né il Pdl, né il Pd ritennero necessario far monitorare quelle elezioni che erano fortemente a rischio.

    Tempo dopo ho scritto (non solo, ne ho anche parlato durante la trasmissione “Vieni via con me”) di come, in Campania e in Calabria si potessero acquistare voti e quindi seggi e quindi rappresentanza politica con pochi euro. Non nascondo che sono rimasto stupito da come le mie parole, che poi erano state le parole e le denunce di molti altri prima di me, non abbiano sconvolto l’opinione pubblica. Mi ha stupito che non sia iniziato un movimento di indignazione collettiva su come il nostro voto, la nostra partecipazione alla vita politica venga costantemente tradita. La politica poi ha assunto, per sua stessa natura, un carattere sempre più mediatico, di conseguenza le forze politiche che non sono ospitate nei talk show, che non vanno in televisione, che non vengono citate sui quotidiani, praticamente non esistono. Possono formare liste, possono proporre candidati, ma non potranno ottenere seggi se non raggiungono lo sbarramento in atto nel nostro sistema elettorale.

    Le elezioni sono alle porte, si dice, e a me sembra una minaccia più che una liberazione, ma prima di votare, questa volta, mi piacerebbe che il sistema elettorale venisse modificato, dal momento che il premio di maggioranza che doveva servire per garantire la governabilità a scapito della rappresentatività è stato comunque tradito dalla mancanza di armonia e di scelte condivise all’interno delle coalizioni che sono costantemente paralizzate dal fuoco amico che non permette di fare le riforme che servono. Poi, tenere conto dei condizionamenti esterni che il voto subisce – voti acquistati per 50 euro, per la spesa di una settimana, per una ricarica al cellulare, e il conflitto di interessi che riguarda il presidente del consiglio e su cui sembra che l’opposizione abbia da tempo deposto le armi – aiuterebbe a capire in che senso dovrebbe andare la rimodulazione del sistema elettorale e la sua effettiva utilità, se tutto il contorno non viene modificato.

    Fatta questa lunga premessa, un metodo in teoria valido per poter individuare il leader politico sarebbero le primarie, quando siano svolte in osservanza delle regole, quando la direzione centrale di un partito abbia la forza di imporre la linea anche in aree più problematiche. Quando ci si domanda e si danno risposte credibili, ad esempio, su come sia stato possibile che in un solo pomeriggio a Napoli abbiano aderito al Pd in seimila. Chi erano tutti quei nuovi iscritti, chi li aveva raccolti, chi li aveva mandati a fare incetta di tessere? Da chi è formata la base di un partito che a Napoli e provincia conta più di 60.000 tesserati e 10.000 in provincia di Caserta? Perché non ci si domanda se è normale che il solo Casertano abbia più iscritti dell’intera Lombardia, se non sia curioso che in alcuni comuni, alle ultime elezioni provinciali, i voti effettivamente espressi in favore del partito erano inferiori al numero delle tessere? Se non si è in grado di gestire in maniera regolare le primarie allora bisogna serenamente rendersi conto che esse rappresentano solo un rischio di infiltrazione esterna. E quindi dismetterle.

    Credo infine che la politica la debbano fare i politici. Mi spiego. È importante che chi abbia il compito di rappresentare i cittadini, nella loro possibilità di sentirsi parte di un meccanismo che non gli deve essere estraneo, si sia formato nella militanza e nella pratica democratica. Agli intellettuali e ai giornalisti, il dovere di osservare, controllare e analizzare. Un’osmosi tra tali ruoli potrebbe essere rischiosa, anche se è accaduto che intellettuali come Vaclav Havel o André Malraux abbiano dimostrato che in alcune circostanze la presenza di intellettuali in politica può dare ottimi frutti.

    Corrado Guzzanti in uno dei suoi esilaranti monologhi faceva ironia sul fatto che Berlusconi fosse entrato in politica a destra perché, decimato la Democrazia Cristiana da Mani Pulite era lì che c’era un segmento libero, un posto da occupare. A sinistra, invece, si sarebbe dovuto mettere in fila. Io aggiungo, senza alcuna ironia, che in Italia un segmento libero in questo momento c’è, ed è quello che abbia come punto di partenza la legalità, che dia ai cittadini non solo la sensazione, ma la consapevolezza che un partito, una coalizione, prima di puntare il dito ed essere intransigente verso il proprio avversario politico lo sia con se stesso e che proprio quella intransigenza verso se stesso lo legittima a pretendere correttezza e trasparenza dagli altri.

    Gli elettori non chiedono altro che potersi fidare, non chiedono altro che assistere finalmente ad assunzioni di responsabilità. Gli elettori sarebbero pronti a perdonare e a siglare nuovi patti di fiducia a condizione però che li si tratti con onestà, che gli si chieda scusa. La sensazione è che i cittadini continuano a scendere in piazza senza che i politici prestino davvero attenzione a quello che in quelle piazze viene detto. Dietro i “dimettiti” e i “se non ora quando”, c’è l’urlo disperato di chi sa che dopo questa fase non c’è luce, non si vede speranza.

    Prima degli scandali, prima ancora di dare per concluso un processo che si sta per celebrare, di argomenti con cui coinvolgere l’opinione pubblica la sinistra ne avrebbe tantissimi, ma le divisioni interne non devono distrarre da premesse e obiettivi comuni che sono la base per riacquistare la fiducia di quegli elettori che, al confronto elettorale, faranno la differenza.

    (Micromega 25 febbraio 2011)

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. zanoni

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    dal bollettino quotidiano delle intercettazioni

    Tedesco: "Quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare!".
    Vendola: "O Madonna santa, porca miseria la legge non la possiamo modificare? Non possiamo modificare la legge in una delle prossime... ".

    com'era la storiella che bisogna rispettare le leggi bla bla bla? e quell'altra degli onesti bla bla bla?

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. A.

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    ah, qui sfondi una porta aperta, sono tutti antivendoliani a prescindere.

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. la lavandaia

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    il più pulito ha la rogna

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. Il problema, infatti, non è più la destra o la sinistra, ma le mele marce e le mele sane (e anche quelle mezze marce). Scavando scavando ci si rende conto che si salvano in pochi. Troppo pochi. E' per questo che non si capisce proprio come ne verremo fuori.

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. A.

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    La politica è il regno della possibile mediazione tra valori e realtà.
    Se uno ha dei valori, poi vede la realtà e si orienta sul meno lontano da quei valori. La perfezione non esiste. Nè in noi stessi nè negli altri.
    Il problema è: Bassoli, Lavandara, voi che valori avete? Li avete persi?
    O , solo perchè li avete persi (per disillusione, magari), o non li avete , nè li credete (più) possibili, pensate che anche là fuori non siano possibili. Fuori dal guscio delle vostre menti, dico.

    Pubblicato 14 anni fa #
  7. k

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    Bella, A. (Solo che s'è scordato Darcy.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  8. la lavandaia

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    quando si parla senza attivare il cervello, ma affidandosi solo alla mera percezione, spesso si dicono cazzate.
    ( questo è il proemio)

    Il valore, appunto, quando lo si ha produce la delusione che per alcuni può sembrare disillusione.

    L'ammetto sono fortemente delusa e non per questo mi sento in colpa dinnanzi a quelli che dicono di credere in qualcuno o in qualcosa e, magari, si limitano solo a scrivere consonanti e vocali!
    ribadisco, casomai ancora non si fosse inteso, che credo nel cambiamento ma ad oggi non vedo uomini, ominidi o pur semplici quaquaraquà in grado di poterlo attuare...'sto benedetto cambiamento. Vedo, molto più semplicemente, il nulla!
    Siete in grado di farmi cambiare idea?
    ...bhè, provateci.
    Io sono qua!

    Pubblicato 14 anni fa #
  9. A.

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    Grazie M°. Su Darcy non so, non lo conosco abbastanza per capirlo.

    Lavandara: secondo me tu ci credi ancora comunque. è un'impressione mia.

    Pubblicato 14 anni fa #
  10. la lavandaia

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    A volte mi sorge il dubbio che non riesco a farmi capire... ma che non si capisce quando scrivo??

    |Grazie M°. Su Darcy non so, non lo conosco abbastanza per capirlo. ( ma scusa, giusto pe capì, non ricordo quando io e te se semo conosciuti...su darcy non ti esprimi e su di me, invece, sì. Non mi pare che ci conosciamo).

    Nel precedente post ho scritto che CREDO e tu che fai, nel post successivo? me scrivi - |Lavandara: secondo me tu ci credi ancora comunque. è un'impressione mia.

    ... ma che per caso mi stai prendendo per il culo?

    Impressione tua...stoka è impressione tua, l'ho scritto chiaramente!!!

    Pubblicato 14 anni fa #
  11. zanoni

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    La politica è il regno della possibile mediazione tra valori e realtà.

    i 'valori' di chi, degli eletti o anche degli elettori? perche' se il parametro fondamentale che spinge gli elettori a eleggere X piuttosto che Y e' il tornaconto personale, perche' gli eletti non dovrebbero tenerne conto?

    la critica pero' era un'altra: la constatazione che i buoni e i cattivi non ci sono, che ognuno agisce in base ai propri interessi, compresi quelli legati alla possibilita' di essere effettivamente eletti.

    questo e' il vizio d'origine della democrazia: e non tenerne conto e' da stolti...

    Pubblicato 14 anni fa #
  12. Mr Darcy

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    L’articolo 314 (“Della Censura”) della Costituzione della Repubblica napoletana del 1799 così recitava: “Se taluno viverà poco democraticamente, cioè da dissoluto e voluttuoso, darà cattiva educazione alla sua Famiglia, userà modi superbi e indolenti e contro l’eguaglianza, sarà da Censori privato del diritto attivo o passivo di cittadinanza, secondo la sua colpa. In qualunque caso non potrà la pena eccedere il triennio: ma per nuove colpe potrà essere notato e castigato di nuovo”. Per avere una ulteriore conferma della bontà delle proprie idee, i giacobini napoletani aveva dato in lettura il testo della Costituzione al liberale Vincenzo Cuoco sollecitandone il giudizio. Mentre Cuoco leggeva, il silenzio era calato fitto sull’Assemblea. Nessuno fiatava. Infine, Cuoco aveva sollevato gli occhi dal manoscritto, aveva guardato quei nobili volti in trepidante attesa e aveva detto. “Cose ‘e pazzi”. Cose da pazzi è anche un articolo di Roberta de Monticelli su “la Repubblica” di venerdì scorso: “Al signor liberale vorrei chiedere se incoraggerebbe sua figlia o sua nipote a far partecipare qualche utilizzatore finale di quella bella grazia su cui siede. Perché immagino che sua figlia e sua nipote, esattamente come lui, vorrebbero essere riconosciute portatrici anche di altri valori”.
    Gentile signora de Monticelli, io non ho incitato nessuno, tanto meno incito mia figlia e mia nipote, a condividere “quella bella grazia” su cui siede. Ho solo rivendicato la libertà delle donne di farlo, se credono, e di risponderne solo a se stesse, o al proprio confessore; non a lei, signora, né a un Comitato di Censori come quello della Repubblica napoletana. E a chi, come lei, se ne scandalizza rispondo come Cuoco: “Cose ‘e pazzi”. Il corpo della donna – che piaccia o no, ma è un fatto – ha, in sé, un potere anche sociale e alcune donne, nella Storia, l’hanno persino usato, quel potere, per fini politici assai nobili. Secondo i parametri della signora de Monticelli, la contessa di Castiglione – che ha condiviso il letto con Napoleone III per facilitare il compito risorgimentale di Cavour – era una puttana, così come lo sarebbero le giovani donne che sposano un uomo ricco e più anziano. Ebbene, gentile signora, per me non lo sono.
    A chi gli chiedeva quale fosse la politica del Cremlino verso gli omosessuali, un ministro sovietico aveva replicato: “Noi siamo contrari all’omosessualità”. Era uno strampalato tentativo di esorcizzare l’omosessualità, giustificandone la persecuzione, così come la signora de Monticelli e i neo-puritani dell’ultima ora cercano di esorcizzare una certa realtà femminile coprendola con un velo di ipocrisia che chiamano Etica collettiva. Io mi ero limitato a descrivere una certa realtà “come è”; loro hanno replicato prescrivendo una realtà “come vorrebbero che fosse”. E’ non solo un salto logico – dall’Essere al Dover essere – ma la sindrome di un latente totalitarismo morale e politico inaccettabile per un liberale.
    Domani, ci sarà una manifestazione in difesa della dignità delle donne. In realtà, si dice “delle donne”, ma si pensa a un modello – come fosse un’automobile da produrre in serie – di donna virtuosa, cioè di donne, tutte ugualmente e esemplarmente virtuose, come sono le donne sotto ogni totalitarismo. Confesso che la prospettiva di una donna che vada dal capo ufficio non a concedersi per far carriera – come fanno alcune, a volte, non sempre, e non tutte – ma a chiedere un aumento di stipendio perché lei non si concede, mi pare francamente surreale. Presumo siano la stragrande maggioranza quelle che non si concedono, e che fanno carriera per merito, ma non la trasformerei in una bandiera da sventolare in Piazza per non diventare ridicolo. La ritengo una cosa normale. Con Max Weber, penso non ci sia “la” donna al singolare, ma ci siano tante donne al plurale, così non c’è “la Collettività”, ma ci sono tanti Individui, uomini e donne al plurale, ciascuno dei quali ha la propria idea di felicità e il diritto di perseguirla come meglio crede alla sola condizione di non fare danno a altri. Questi sono i miei principi. Pare che della stessa opinione fosse anche Immanuel Kant.
    Poiché la madre dei cretini è sempre incinta, preciso che non sto parlando della libertà del cavaliere Silvio Berlusconi di passare le sue serate in compagnia di minorenni eventualmente disposte a condividere con lui la “bella grazia” sulla quale sono sedute come recita l’accusa della magistratura. Ritengo persino superfluo precisare che, se – dopo un libero dibattimento fra Accusa e Difesa – egli risultasse colpevole, sarebbe nell’ovvio rispetto dello Stato di diritto, e dell’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, che fosse condannato. Aggiungo, infine, che anche se ne uscisse sotto il profilo giudiziario, ma risultasse che, come capo del governo, ha tenuto un comportamento non consono alla sua carica, dovrebbero essere, per primi, i suoi stessi elettori a giudicarlo severamente sotto il profilo morale e politico. Questi sono ancora i miei principi. Pare che anche Benedetto Croce, con la sua “teoria dei distinti” fra Etica, Politica, Diritto, la pensasse così.
    Perché, allora, il salto logico dall’Essere al Dover essere è la sindrome del totalitarismo ? Innanzi tutto, perché è una truffa sociologica l’immagine di un Paese dove sono perennemente in lotta una minoranza portatrice di virtù civiche e una massa di imbroglioni, di parcheggiatori in seconda fila (gli elettori del centrodestra). Barbara Spinelli, Adriano Prosperi e altri neo-azionisti non dicono “come stanno le cose”, ma vogliono redimere i parcheggiatori abusivi (che ci sono anche fra gli elettori del centrosinistra); danno giudizi di valore che spacciano per giudizi di fatto. Io, che ne denuncio l’intima avversione al liberalismo non lo faccio per essere invitato a cena ad Arcore; mi limito a registrare il loro modo di concepire la democrazia. Non è obbligatorio essere liberali ma, se non lo si è, almeno non ci si professi tali per, poi, pensare, scrivere, comportarsi in modo apertamente opposto al pensiero e alla prassi liberali.
    Credo anch’io che ogni comunità sia fondata su una serie di principi morali condivisi, indipendentemente dal colore del governo che, poi, la governerà. Ma l’eticizzazione della politica è la divisione del mondo in buoni e cattivi, con i buoni tutti da una parte e i cattivi tutti dall’altra. E questa non è la realtà, che è sempre caratterizzata da una zona grigia, bensì è una rappresentazione artefatta della realtà ad uso di un senso della propria missione – la remissione dei peccati e la redenzione del prossimo - che assomiglia più a quella di Savonarola che al senso comune (empirico) di un intellettuale contemporaneo e laico. Spetta al processo politico, nella “società aperta”, mettere a confronto interessi e valori diversi, e persino opposti, e decretare un vincitore attraverso la sola procedura legittima in una democrazia liberale: la conta delle teste. Se interessi e valori fossero “virtuosi in sé”, più nobili e buoni di altri, che senso avrebbe ancora contare le teste, votare ? Per il pensiero azionista la “partecipazione” è la più alta espressione della dignità del cittadino. Era l’idea di “libertà degli antichi” che si concretava nel ruolo pubblico del cittadino nella Polis. La “libertà dei moderni” riconosce, invece, al cittadino anche il diritto di non partecipare, di rifugiarsi nel proprio particolare, senza, con ciò, essere accusato di non collaborare allo “Spirito del progresso”. Anche farsi i fatti propri e non votare è una manifestazione di libertà.
    Dunque, se si dice che “ogni mezzo è lecito per cacciare Berlusconi”, per me, non è più in ballo la sorte del governo; è in gioco la democrazia, il sistema nel quale non si cacciano i governi “con ogni mezzo”, ma attraverso procedure costituzionali. Io non sono berlusconiano, e neppure anti; non ho votato centrodestra, come non ho votato altri schieramenti, semplicemente perché non voto da trent’anni. Non sono qui per difendere questo governo né per proporne altri. Se il governo di centrodestra cadesse – nel rispetto delle procedure previste dalla Costituzione – mi accingerei a giudicare quello che venisse con gli stessi criteri di sempre: quanto accresce, o quanto riduce, i nostri diritti individuali, le nostre libertà e il nostro benessere quello che fa il governo ?
    E qui vengo al punto e concludo. La mia bussola sono i diritti, le libertà dei singoli Individui, di ciascuno di noi. E’ perciò che ho giudicato una violazione dei suoi diritti individuali il sequestro dei gioielli di una delle ragazze che andava alle cene di Berlusconi, quale ne fosse stato il comportamento. Immagino che molti di voi non vadano alle cene del cavaliere, e tanto meno a quelle del bunga bunga, ma potrebbe capitare anche a voi di subire gli “effetti collaterali” di un’inchiesta della magistratura che pur non vi riguardasse che indirettamente. Come la prendereste ? Ecco, io sono venuto a chiedervi come la prendereste.

    Pubblicato 14 anni fa #
  13. Mr Darcy

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    eravamo, ostellino e io, al teatro dal verme in milano ( che lei disse io non conobbi fin nei suoi più intimi anfratti, allorché ivi mi recai ) ... per gli smutandati di ferrara: e lui mi rubò il discorso.

    Pubblicato 14 anni fa #
  14. rindindin

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    allora hai visto mio padre...:)

    Pubblicato 14 anni fa #
  15. k

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    Sul Secolo d'Italia di ieri, giovedì 3 marzo 2011, c'è un'intervistina che mi pare abbastanza carina. Ve la riporto:

    PENNACCHI: IL DUCE COME SILVIO?
    SONO TUTTE FREGNACCE, MUSSOLINI UNO COSI' LO AVREBBE ARRESTATO

    (di Giovanni Tarantino)

    Torna la litania del tradimento, questa volta di scena alla conferenza stampa di presentazione della fondazione Rivolta Ideale presieduta dal senatore Pdl Domenico Gramazio. Nel corso del convegno è stata letta una lettera del presidente del Consiglio Berlusconi che si è detto contento della nascita di un soggetto "della destra sociale che non rinnega la propria storia e i propri valori a differenza di pochi transfughi passati all'opposizione che continuano a contrapporsi con onore alla sinistra erede del comunismo". Si tratta dell'ormai immancabile attacco a Fli e a Fini da parte di nostalgici, per loro stessa ammissione, del "fronte articolato anticomunista". Tutto come da copione fino a quando qualcuno non cita Antonio Pennacchi, che ha una storia alle spalle tutt'altro che anticomunista o conservatrice. Il nome del "fasciocomunista" per eccellenza, in quell'ambiente, è sembrato fuori contesto. "Sono molto affezionato - afferma il vincitore del premio Strega - a persone che hanno a che fare con Rivolta Ideale, come Ajmone Finestra e Alberto Rossi. Ma forse loro e altri amici non hanno capito quello che sostengo io e, più in generale, il senso della storia e del fascismo".

    A quale senso del fascismo si riferisce, non è anacronistico?
    "Intendiamoci, ognuno è padrone di fare ciò che vuole e di trovarsi i riferimenti che vuole. Ma per cominciare a fare chiarezza occorre intanto dire che le matrici del fascismo sono storicamente e teoricamente ben precise. E anch'io credo di esprimere dei concetti in maniera inequivocabile".

    Ovvero?
    "Il fascismo, come fenomeno storico, ha prodotto sia cose negative sia positive. Negative sono state certamente le leggi razziali, le guerre, soprattutto quelle perse, gli atteggiamenti arroganti e gli "staracismi", tipici del fascismo regime. Positive sono il senso dello Stato e della nazione unita, le case cantoniere uguali da Nord a Sud, la consapevolezza assoluta che l'individuo dovesse essere subordinato alla collettività, la scuola pubblica e non privata, e un'idea di proprietà del tutto contrapposta a quella capitalistica. Tant'è che furono fatti gli espropri e il fine era quello dello Stato sociale, che interveniva anche nell'economia: il capitale, quindi, era sottomesso ai superiori interessi dello Stato. Le terre, infine, venivano date ai poveri".

    Ma quest'immagine di un fascismo alla Robin Hood che legami ha con l'anticomunismo fuori moda di Berlusconi e di Rivolta Ideale?
    "Le cose positive del fascismo e della sua stessa eredità postbellica, che ho sommariamente elencato e raccontato, hanno un assetto strutturale che arriva a San Sepolcro il 23 marzo 1919, ma che fa senz'altro parte della grande storia del movimento operaio e della sinistra. E' un legame inscindibile e inequivocabile. Altro che anticomunismo".

    Ma a quale titolo, dunque, esponenti del Popolo delle libertà rivendicano certe eredità?
    "Sicura è una cosa: chi crede nel primato dello Stato oggi non può che stare con Gianfranco Fini. Chi pensa allo Stato sociale come un modello, alla scuola pubblica, alla nazione unita deve stare nel filone tracciato da Fini e da Futuro e libertà. Con Berlusconi possono stare solo gli eredi delle cose peggiori che ho elencato: del razzismo e dello "staracismo". Non capisco come fanno alcuni a dirsi fascisti e a stare con Berlusconi. Del resto il fascismo era "prima lo Stato". Il berlusconismo invece è "prima vengo io". Secondo me uno come Berlusconi, forse, Benito Mussolini lo avrebbe messo in carcere".

    Sicuri non ci sia alcun nesso tra il Duce e il Cavaliere?
    "Siamo seri: il fascismo faceva le bonifiche. Ma vogliamo credere veramente che Mussolini gli avrebbe concesso tre televisioni? Senza dimenticare un'altra cosa: la seduzione di minori, durante il fascismo, era reato grave. Berluconi con Mussolini e i suoi al potere sarebbe stato in galera già da un pezzo. E forse senza neanche il processo".

    (G. Tarantino, Il Secolo d'Italia, 3/3/2011)

    Pubblicato 14 anni fa #
  16. Lizardo

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    Io però una cosa non la capisco. Chiedo venia.
    Questa:
    "Sicura è una cosa: chi crede nel primato dello Stato oggi non può che stare con Gianfranco Fini. Chi pensa allo Stato sociale come un modello, alla scuola pubblica, alla nazione unita deve stare nel filone tracciato da Fini e da Futuro e libertà."
    In linea teorica potrei anche essere d'accordo.
    Se dovessimo basare il giudizio su Fini solamente guardando agli ultimi 6-8 mesi, quando ha iniziato a dissociarsi da Berlusconi, saremmo d'accordo.
    Sarebbe la destra migliore, quella più europea e moderna ed evoluta. Una destra così la si potrebbe anche votare.
    Però c'è anche tutto il prima. Eh.
    Fini si è alleato con Berlusconi 17 anni fa. Diciassette. Cazzo in pratica è un ventennio. Io ero bambino quando ci si è alleato.
    Poi ad un certo punto si è svegliato e Berlusconi è diventato il demonio. Buongiorno principessa.

    Allora bisogna capirsi, se domani, per dire, La Russa passa con FLI (dopo aver difeso Berlusconi fino al giorno prima) pure La Russa diventa uno di destra serio?
    E tutti gli altri, pure loro?

    Ora, è ovvio che non si possa ragionare sulle ipotesi. Se. Se un cazzo mi dirà lei. Intanto Fini si è staccato.
    Anche questo è vero.
    Però si è staccato perché prima si era attaccato.
    E quando si è attaccato di Berlusconi si sapeva già tutto da un bel po'.
    Chi fosse stato, chi era, chi sarebbe stato, cosa aveva fatto, cosa stava facendo, cosa avrebbe fatto. Tutto. Anche i peli del culo si conoscevano.
    E però ci hai fatto un partito insieme e hai convinto, ripetutamente, il tuo popolo a votarlo.
    E allora sei stronzo.

    P.S.
    La mia, fondamentalmente è una domanda, perchè nel tempo ho imparato ad apprezzare il suo punto di vista.
    Però questo giudizio su Fini io non lo capisco.
    E allora colgo l'occasione.

    Pubblicato 14 anni fa #
  17. In tutta franchezza non credo che, in parlamento, si faccia alcunchè che non sia strettamente legato al calcolo e all'interesse.

    Vedo quella di Fini come una mossa politica, principalmente di auto tutela.

    Voglio dire, lui e altri che politicamente possono avere un senso anche senza Berlusconi hanno preso le distanze al momento giusto, quando B. ha cominciato a perdere consensi ma non abbastanza da far sì che detta presa di distanze fosse sospetta.

    Se come forza di governo o no sinceramente non saprei, ma quando Berlusconi non sarà più dov'è (vuoi per via giudiziaria o per sopraggiunti limiti di salute, al limite prima o poi muore pure lui), FLI avrà il suo posto in parlamento e non soffrirà, o al peggio ne soffrirà in parte, del tiro al piccione mediatico che si scatenerà.

    Ecco perchè fini si "sveglia" adesso, perchè è conveniente farlo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  18. Conveniente? A me non sembra. Anzi, credo che Fini stesso sappia di aver fatto il passo troppo tardi. E ne sta pagando le conseguenze.

    Anche perche', dalla sinistra, al di la' di attestazioni di stima finte e interessate, non mi sembra che arrivi sostegno concreto. Il sostegno che, invece, viene garantito sempre al permier dai veltroniani.

    Pubblicato 14 anni fa #
  19. Su questo si può discutere, e il tuo ragionamento pure fila, fatto sta che l'intenzione del calcolo resta.

    Pubblicato 14 anni fa #
  20. zanoni

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    Membro

    essendo parte in causa (nel senso di Futuro e Liberta', aderente e partecipante), mi permetto di inserirmi nel dibattito.

    Lizardo ha scritto:

    Fini si è alleato con Berlusconi 17 anni fa

    E Faust:

    Ecco perchè fini si "sveglia" adesso, perchè è conveniente farlo

    la mia considerazione e': ma non avete mai sentito parlare di quelle coppie fidanzate per 10 anni che finalmente si sposano e dopo un 1 si lasciano?

    per lunghissimo tempo, Fini e AN sono stati alleati di Berlusconi. componenti di un progetto che prevedeva la costruzione della 'casa dei moderati', di un raggruppamento di centro-destra moderno, liberale, europeo. e all'epoca doveva farne parte a pieno titolo anche la Lega (non ancora convertitasi in forza reazionaria e xenofoba). un progetto serio e condiviso.

    pero' c'e' una profonda differenza tra un'alleanza, ancorche' strettissima, tra un coordinamento e un partito unito, un grande partito unito. perche' le idee asu come organizzare e gestire il partito si sono rivelate inconciliabili (diciamo che magari avremmo dovuto rendercene conto prima, o comunque pretendere delle solide garanzie): anche perche', politicamente, il PdL tutto e' tranne che un partito moderno, liberale, europeo - per non parlare della gentaglia impresentabile che vi ha trovato collocazione, degli incapaci matricolati, degli xenofobi, dei cristianisti, dei leccaculo. un partito che esiste solo ed esclusivamente in funzione di Berlusconi.

    mi permetto pero' di aggiungere che tra gli obiettivi di Fli non c'e' lo 'stato sociale', non c'e' la subordinazione del capitale allo Stato. lo Stato DEVE regolare il mercato e il capitale (il mercato, in quanto istituzione, prevede delle regole) e fare tante altre belle e indispensabili cose: ma al centro del progetto politico di Fli c'e' l'INDIVIDUO, non la collettivita' che impone all'individuo come deve pensare e agire...

    Pubblicato 14 anni fa #
  21. [quote]la mia considerazione e': ma non avete mai sentito parlare di quelle coppie fidanzate per 10 anni che finalmente si sposano e dopo un 1 si lasciano?[quote]

    Zanoni, tu una puoi pure mollarla per i tuoi motivi dopo 10 anni, ma se ti accorgi solo in quel momento che è una zoccola quando tutto il mondo lo sapeva o lo sapevi e ti faceva comodo o non sei un'aquila...

    Pubblicato 14 anni fa #
  22. Lizardo

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    anche perche', politicamente, il PdL tutto e' tranne che un partito moderno, liberale, europeo - per non parlare della gentaglia impresentabile che vi ha trovato collocazione, degli incapaci matricolati, degli xenofobi, dei cristianisti, dei leccaculo. un partito che esiste solo ed esclusivamente in funzione di Berlusconi

    No dico, ma sta manica di filibustieri sono arrivati tutti ad Agosto scorso?
    Prima non ve ne eravate accorti?
    E come si spiega che buona parte di politici di AN siano rimasti in questa nuova coalizione?

    e all'epoca doveva farne parte a pieno titolo anche la Lega (non ancora convertitasi in forza reazionaria e xenofoba).

    Magari mi sbaglio, ma io ricordo Borghezio disinfettare i vagoni che avevano trasportato negri già una decina di anni fa...quello era un buon indizio che una tale forza politica non andasse sdoganata.
    Invece no, salta fuori adesso che sono diventati xenofobi e reazionari. Nel '94 erano per l'unione dei popoli.

    Ti dico la verità, a me piacerebbe dare fiducia a Fini (votarlo no) però bisogna che mi dica: sono stato uno stronzo. E si batta il petto. E cosparga il capo di cenere. E venga inseguito a natiche scoperte da un addestratore di leoni che lo frusta.

    Pubblicato 14 anni fa #
  23. zanoni

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    Zanoni, tu una puoi pure mollarla per i tuoi motivi dopo 10 anni, ma se ti accorgi solo in quel momento che è una zoccola quando tutto il mondo lo sapeva o lo sapevi e ti faceva comodo o non sei un'aquila...

    mi sembrava di esser stato chiaro: cio' che puo' anche andar bene in un'alleanza, puo' non andar bene (e nel caso specifico NON e' andato bene) nell'ambito di un partito creato tra l'altro insieme...

    Pubblicato 14 anni fa #
  24. Sei stato chiarissimo, il punto è che in una forma o nell'altra prima Fini difendeva Berlusconi e non gli remava contro nemmeno nelle leggi ad personam, qualche critica al massimo e nulla più. Ora pre lui a dargli al figlio di satana.

    Non è solo un discorso di separazione a livello politico, è cambiato il modo in cui l'uno parla dell'altro.

    Pubblicato 14 anni fa #
  25. k

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    Luzza'!

    Primo: io non t'ho detto che Fini è Sant'Antonio Abate. Io t'ho detto solo che tra i fasci che stanno con Fini e i fasci che stanno con Berlusconi, i traditori veri del fascismo sono questi ultimi, quelli di Berlusconi, e non quelli di Fini.

    Secondo: le ragioni storiche che hanno portato a un certo punto, negli anni Novanta, i fasci e i postfasci italiani ad allearsi con Berlusconi e non con te (atteso che anche tu sia di sinistra), non è una responsabilità solo dei fasci ma anche tua. Tu per primo non li avresti voluti alleati vent'anni fa. La storia è storia - è "processo" - mica è colpa mia se è andata così e se tu eri preda di un antifascismo che era divenuto mito invalidante. A Casa Pound ancora gli meni adesso. Con chi si dovevano alleare? Gli alleati non è che uno se li possa sempre scegliere, a volte gli toccano. A te Fini, mo', t'è diventato simpatico solo perché s'è messo contro Berlusconi. Tu non è, voglio dire (è un tu impersonale, che non è rivolto solo a te, ma all'intero popolo della sinistra), che nel tuo animo, hardware e software, sia molto dioverso dal popolo della destra. Tu pensa alla Carfagna. Fino al giorno prima era una zoccola bocchinara, e il giorno dopo che ha litigato con il Pdl e sembrava che stesse a venire dalla parte di qua, con Fini e Bocchino e insieme a noi, subito era diventata per tutti noi Maria Goretti. E questo introduce al punto:

    Terzo: "Chi fosse stato (Berlusconi), chi era, chi sarebbe stato, cosa aveva fatto, cosa stava facendo, cosa avrebbe fatto. Tutto. Anche i peli del culo si conoscevano". Verissimo. Li conoscevano anche gli altri, però, e non hanno fatto nulla, niente di nulla per costruire un'alternativa credibile. Sempre a litigare ognuno per i cazzetti suoi, per il partitino suo: "Qua si può far tutto e dobbiamo essere tutti uniti solo se a capo ci sto io però, sennò non si fa niente e beccatevi pure Berlusconi" come Vendola ancora adesso (l'ultimo governo Prodi lo hai fatto durare due anni soli, poi hai detto agli italiani: "Metteteci chi cazzo vi pare, ma noi di sinistra non siamo capaci". Io mi sento male, tocco ferro, prego la Madonna e bestemmio tutti i santi, ogni volta che leggo sul giornale che a qualcuno gli sta venendo in mente di andare a richiamare Prodi. VADE RETRO, TE POSSIN'AMMAZZA'!). Con tutto questo, io non ti vorrei dare una brutta notizia ma - fermo restando che Berlusconi è un fiodenamignotta - io ho la strana sensazione che sul piano etico-morale i nostri non è che siano poi tanto meglio. Una volta, quando ero giovane io, si diceva che "i forchettoni magnavano", che era cioè la Dc a rubare e noi invece eravamo onesti. Oggi io ho la sensazione che qua rubi chiunque può. Non so se mi spiego. E' per questo che ci vorrebbe uno Stato forte ed efficiente, con l'Esecutivo assolutamente disgiunto sia dal Legislativo che dal Giudiziario, e Stato forte centrale, non federalista, ed elezioni maggioritarie a collegi uninominali - voto il nome secco - così finisce (forse) lo strapotere dei partiti. Così, forse, qualcuno che ruba potrebbe, ogni tanto, finire pure in galera.

    Quarto (ma questa è per Zanoni): "tra gli obiettivi di Fli non c'e' lo 'stato sociale', non c'e' la subordinazione del capitale allo Stato. lo Stato DEVE regolare il mercato e il capitale (il mercato, in quanto istituzione, prevede delle regole) e fare tante altre belle e indispensabili cose: ma al centro del progetto politico di Fli c'e' l'INDIVIDUO, non la collettivita' che impone all'individuo come deve pensare e agire". Zano', questo è quello che t'hanno detto a te. Ma dammi retta a me, Zano', che li conosco meglio: quelli sono fasci per davvero, non sono diventati liberali o liberisti come dicono a te. Quelli sono per lo Stato, giustamente (quelli di Fini). Gli frega stocazzo dell'Individuo che dici tu.

    (Di dove sei, Luzza'?)

    Pubblicato 14 anni fa #
  26. Lizardo

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    Sono di Forlì, 28 anni, voto a sinistra, adesso.
    La prima volta che ho votato, dieci anni fa, ho votato AN.
    Perchè diciottenne mi sentivo fascista, anche se c'era già stata la svolta di Fiuggi e i miei amici più vecchi dicevano "Fini è un traditore, a Forza Nuova ci stanno i veri fascisti" e io dicevo "sarà, ma quelli più che veri fascisti mi sembrano dei veri cattolici e io coi dogmi religiosi ho già dato, grazie".
    E poi mi sembrava che Fini fosse l'incarnazione perfetta di quello che sarebbe diventato il fascismo se gli avessero dato tempo e non avessimo perso la guerra.
    Dell'alleanza con Berlusconi, dieci anni fa, non mi intressava molto.
    Col tempo però, leggi e pensa e angosciati, mi sono reso conto che ogni volta che votavo Fini e ogni volta che parlavo bene di Fini e ogni volta che lo sostenenvo io in realtà facevo il gioco di Berlusconi, e ho pensato anche che alla fine io non è che mi sentissi fascista, io mi sentivo più che altro anti-stronzista.
    E allora mi sono sentito un po' preso per i fondelli, e mi sono detto che io questo non lo potevo più votare, perchè così avvallavo quell'altro.

    Quello che dice lei è giusto, ovvero "Con chi si dovevano alleare? Gli alleati non è che uno se li possa sempre scegliere, a volte gli toccano."
    Però è pure vero che forse, se AN faceva il percorso suo, per conto suo, senza allearsi con Berlusconi forse adesso avevamo un'alternativa di destra credibile. Votabile.
    Dice "Forse sarebbe bella che scomparsa", è vero, ma perchè adesso non è comunque scomparsa?
    FLI conta qualcosa?
    Almeno prima scompariva con onore.

    Ma esageriamo, fidiamoci.
    L'alleanza con Berlusconi è necessaria, è vitale, imprescindibile allo sdoganamento definitivo di AN e al percorso che la deve portare ad essere un serio partito di destra europea.
    Va bene, io elettore porto pazienza, voto in imbarazzo, non dico con nessuno che sostengo il governo Berlusconi, aspetto con calma che tiri le cuoia o si levi dai maroni per prendere il suo posto (anche perchè non è che ci volesse chissà quale lungimiranza politica per capire che finito Berlusconi FI/PDL sarebbe crollata in due settimane).
    E invece no.
    Mandi a puttane un partito storico ed entri nel partito dell'Innominato.
    Dico, che bisogno c'era? Non bastava esserci alleato, no, dovevi proprio fotterti la fedina a vita.
    Eccheccazzo.
    Che io quando hanno sfasciato AN per entrare nel PDL sono anche stato contento "vedi, avevo visto giusto, era proprio uno stronzo".

    Che poi adesso si sia staccato siamo d'accordo. Ha fatto bene. Ma ormai è indifferente.
    Dico, cosa è cambiato di così fondamentale non dal '94 e manco dal 2001, ma dall'entrata nel PDL (tutti insieme a metterla appassionatamente nel culo al paese) nel 2009 all'estate di un anno dopo?
    Dice "E' calcolo politico. Il fine è tale da giustificare il calcolo politico."
    D'acordo, ma fallo bene sto cazzo di calcolo politico!
    Perchè così mi sembra un calcolo politico fatto parecchio alla cazzo di cane.
    Così tutti i dubbi che tu (Fini) fossi solamente un innamorato della poltrona mi rimangono, che invece gran parte del tuo partito lo fosse è una certezza (tutti quelli rimasti col Caro Leader).

    S'è scavato la fossa da solo e, secondo me, alla prossima tornata scompare e con lui l'ultima speranza di avere una destra vera nel paese. Magari mi sbaglio.

    Sui dirigenti di sinistra è inutile darle ragione.
    Sul bisogno di uno Stato forte ed efficiente anche.
    Più che altro sul bisogno di uno Stato, punto.
    Sul bisogno che lo Stato abbia un'identità, che si senta, che la gente magari non sappia dire cos'è ma dentro lo sappia alla perfezione.
    Una cosa che non c'entra un cazzo ma spiega bene come mi sento (e come me credo parecchia gente) m'è succesa l'anno scorso.
    Sono stato un paio di settimane a New York.
    Pur con tutti i miei giudizi negativi sugli americani sentivo dentro che c'era qualcosa di diverso lì.
    Grazie al cazzo, stavi dall'altra parte dell'oceano.
    No, non qualcosa di geografico, qualcosa di mostruosamente differente e positivo, di gigantesco, talmente grande e inconcepibile da formare quasi una seconda anima. Un anima colettiva.
    C'era il senso dello Stato.
    Ed era una cosa bella, che non la so spiegare, però era una cosa bella.

    Pubblicato 14 anni fa #
  27. zanoni

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    Zano', questo è quello che t'hanno detto a te. Ma dammi retta a me, Zano', che li conosco meglio: quelli sono fasci per davvero, non sono diventati liberali o liberisti come dicono a te.

    quindi posso fare a meno di leggermi 'Il fascista libertario', che tanto sono tutte cazzate?

    Pubblicato 14 anni fa #
  28. zanoni

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    Mandi a puttane un partito storico ed entri nel partito dell'Innominato.

    l'idea era di costruire insieme un nuovo partito (per il quale si era lavorato da un decennio buono), non di entrare in un partito gia' esiste. l'equivoco e' stato questo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  29. k

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    quindi posso fare a meno di leggermi 'Il fascista libertario', che tanto sono tutte cazzate?

    Zanoni! Ti sei scordato per caso quali sono le regole qua? Qui i colpi bassi li posso tirare solo io.

    PER LUZARDO
    Luzza', ma allora se è per questo l'errore lo avevano già fatto subito dopo la guerra, quando si sono messi tutti quanti - sia i fasci di destra, cattolici reazionari tradizionalisti dalla parte dei padroni, sia i fasci di sinistra delle bonifiche e della socializzazione - tutti quanti insieme a destra dentro il Msi. Era allora che ognuno se ne sarebbe dovuto andare per la sua strada: chi era di destra a destra, e chi era di sinistra a sinistra, insieme al Pci e al Psi. Ma c'erano anche quest'ultimi che non ce li volevano, o meglio, ce li avrebbero anche voluti ma bisognava che facessero prima l'autocritica. Non gli bastava che dicessero: "Siamo fasci ma stiamo a sinistra". No, quelli volevano che dicessero proprio: "Non siamo più fasci. Anzi, e fin quando lo siamo stati, siamo stati pure stronzi". Che ti ci posso fare io, Luzza'? Questa è la Storia, mica la posso riformare io. Adesso tu dici: "E mo' però sono morti tutti!". E amen, che ti ci posso fare? Forse l'aspetto positivo di tutta questa storia - il grande lascito che Berlusconi lascerà davvero al Paese - è che alla fine dei giochi, pure in mezzo a tutte le rovine, almeno la questione fascismo/antifascismo è definitivamente derubricata dall'agenda del Paese. Cassata - non esiste più! - perché non esisteranno oramai neanche più né i fascisti di destra, oramai banditi berlusconiani a tutti gli effetti, né i fascisti di sinistra, estinti dalla mattina alla sera da un'Opa di Mediaset. Altro che sdoganati, è lui che li ha definitivamente ammazzati tutti quanti - Gengis Khan - e il fascismo è oramai divenuto una pura e semplice questioncella di teoria della storiografia. Fra poco lo troveremo attaccato con lo spillo dentro una bacheca appeso in un corridoio di entomologia insieme a tutti gli insetti scomparsi del Quaternario.
    Animo però Luzza', non t'abbattere troppo! C'è pure la fica a questo mondo.

    Pubblicato 14 anni fa #
  30. quindi posso fare a meno di leggermi 'Il fascista libertario', che tanto sono tutte cazzate?

    L'ho preso pure io, dimmi se merita quando l'hai letto.

    Pubblicato 14 anni fa #

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