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LA MASCHERA DELLA MORTE

(267 articoli)
  • Avviato 14 anni fa da maw
  • Ultima replica da parte di FernandoBassoli
  1. maw

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    L’arte attinge da un’Anima, la quale è, crocianamente parlando, soprattutto ente morale. Per questo essa partecipa del bene relativo in cui consistono l’imbroglio dei sensi e la follia del soggetto.
    Purtroppo, l’estetica del grande scienziato italiano, essa prevede l’umano, non l’uomo particolare; non Benedetto Croce stesso, cioè, con i suoi gusti particolari, ad esempio.
    Fu così che questo grande filosofo venne a contraddirsi in campo critico.
    Infatti, se la prima forma dello spirito è la bellezza, allora l’intuizione/espressione dell’Anima, essa non può che ancora soltanto aspirare alla condivisione, pur essendo già universale.
    Insomma, la tecnica può imbrogliare ed essere folle come altri pazzi poeti sono stati bravi a sedurre, oppure può pre-tendere originalità.
    [Io comunque prediligo Baudelaire a Mallarmé.]

    Pubblicato 14 anni fa #
  2. A

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    Toquemada, hai ragione, ad un laziale non deve essere più concesso parlare in un bar. Dopo lo schifo che hanno fatto i tifosi. Mi sono dissociato.

    Sull'estetica: ho fatto due esami con Garroni, ho letto l'estetica di Croce. Interessante, sì. Ma Foucault, Deleuze, Derrida hanno detto qualcosa in più di Croce. In ogni caso, io non studio estetica.

    Per Maw: "I poeti che strane creature, ogni volta che parlano è una truffa".

    Pubblicato 14 anni fa #
  3. zanoni

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    Toquemada, hai ragione, ad un laziale non deve essere più concesso parlare in un bar. Dopo lo schifo che hanno fatto i tifosi. Mi sono dissociato.

    Di quale schifo parli? Un po' di sana goliardia la chiami... schifo?

    A proposito, non c'e' piu' il topico sul bar dello sport? Se ne puo' aprire un altro? Avrei una simpatica storia da raccontare su quanto accaduto dmenica sera in Turchia, all'ultima giornata, in una situazione identica a quella tra Inter e Roma, in cui pero' l'inseguitore (il Bursaspor, prima squadra non di Istanbul a vincere il campionato) ha scavalcato il provvisorio leader (il Fenerbhace, in testa dal giorno di Roma-Sampdoria). Il Bursaspor ha vinto 2-1, il Fenerbhace ha pareggiato 1-1 in casa. Io vedevo su Internet la partita, ma col turco non ci capisco ancora un katzo. Pero' i giocatori del Fenerbhace all'ultimo minuto di recupero, invece di mandare anche il portiere in area avversaria, si son messi a far passare il tempo giochicchiando a centrocampo. Pensavo: questi so' matti. Ancor piu' sorprendente e' stata l'invasione di campo dei tifosi festanti. Il collegamento si e' interrotto, solo il giorno dopo ho letto quello che era successo. Insomma, il Bursaspor vinceva 2-0: non contro una squadra qualsiasi, ma contro il Besiktas, acerrima rivale del Fenerbhace (una sorta di Lazio-Inter: ed era mai possibile che avrebbero consegnato lo scudetto turco ai loro rivali?). All'ultimo minuto, questi hanno fatto 2-1: solo che lo speaker dello stadio del Fenerbhace, travolto dall'emozione e dalla confusione, ha annunciato il pareggio che dava il titolo alla squadra di casa. Insomma, i giocatori e i tifosi erano convinti del miracolo!!!

    Lo speker e' stato arrestato (ma poi rilasciato, hanno creduto all'errore), i tifosi non l'hanno presa molto bene e hanno dato fuoco allo stadio. Penso solo, con raccapriccio, a quello che sarebbe potuto succedere da noi...

    fine OT

    Pubblicato 14 anni fa #
  4. k

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    Scusa Zano', ma non s'è capito un cazzo.

    Maw:

    Fu così che questo grande filosofo venne a contraddirsi in campo critico.

    Questo è verissimo: sul piano degli specifici giudizi critici prese pure più di qualche cantonata. Ma era stato lui stesso ad avvertire che una cosa sono i sistemi o le sistemazioni teoriche, altra cosa le loro applicazioni pratiche che - nello specifico dei giudizi estetici - non possono a volte non restare condizionati anche dallo spirito dei tempi e dalle mode a cui è, per forza di cose, soggetto anche il migliore dei critici. E' qui che si creano quelli che lui stesso chiama cortocircuiti tra Kunst o Literaturgheschichte e Kulturgheschichte.

    Foucault, Deleuze, Derrida hanno detto un mare di cazzate. Uno, poi, può anche essersi letto en passant l'Estetica di Benedetto Croce, ma può avere benissimo non averci capito un cazzo, specie se non s'è letto "Teoria e Storia della Storiografia", "La logica" e soprattutto "La filosofia della pratica". Si legga Einstein, non Derrida, perché questo non è il bar del pensiero debole: E=Mc2, le dimensioni sono almeno 26, ma ciò non toglie che l'uomo ha il dovere di cercare di capire il tutto, poiché l'universo è curvo e "la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un'ostinata illusione".
    Rivada a fare in culo un'altra volta, A, non sono io che l'ho chiamata qui dentro, io c'ero già. Ma quando uno entra in un bar e fa lo stronzo una prima volta,... e poi lo rifà la seconda, la terza, la quarta, la quinta etc., poi non si può lamentare se - appena entra - qualcuno dice: "E' arrivato lo stronzo". Non se lo vuole far più dire? Cambi bar, come aveva promesso o minacciato. Oppure taccia e non rompa più i coglioni.
    Questo è il mio bar, non il suo. Come cazzo si permette di alzare la voce? Maleducato. Sono anni che va rompendo i coglioni con questa sua strana margherita: "Mo' ce sto, mo' non ce sto, mo' so' il mejo, mo' per piacere ripigliatemi con voi". Ma vaffanculo per davvero va', ma vatti a far vedere da uno bravo, altro che pillole, a te ti ci vogliono i morsetti dall'elettrauto. Uno che dice che gli piacciono i miei romanzi e poi se ne esce con Derrida, Mallarmé, le privazioni del senso e le autonomie dei significanti. Ma allora sei davvero dissociato. Che cazzo c'entra la roba mia con questi qua? La butti subito via, prima che le vengano le convulsioni o le crisi di panico. O quanto meno si faccia fare l'elettrochoc dal Sensi, se proprio vuole risparmiare qualcosa. E non mi faccia più perdere tempo, che io ciavrei da lavorare.

    Mo' vada a reclama' dal padrone, e vediamo un po' cos'ha il coraggio di dire, dopo mesi e mesi di ripetute provocazioni sopportate - mannaggia a Sensi - con una pazienza che nemmeno un monaco zen.

    (Ma tu guarda sto stronzo... Cià pure la pretesa di restare e dettare lui le condizioni! Ma questo manco Ammaniti padre lo salva. Sensi, li metta al massimo gli ampère. Si attacchi proprio alla 220. O alla trifase.)

    Pubblicato 14 anni fa #
  5. maw

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    Membro

    Per me "Literaturgheschichte e Kulturgheschichte" è una parola divertentissima, uno scioglilingua delizioso: fa molto ridere.
    Io sono un vampiro della letteratura, ne bevo il sangue; credevate di avere a che fare con un ventilatore d’aria rifritta? Con uno storiologo del cazzo forse?
    Io sono un poeta. Per me il tempo non esiste per davvero. La notte ho bisogno di sussurrare alle Luna – e guai se Luna non mi risponde…!
    Altro che capire quello che ho già capito, come l’estetica di Croce, magari inverandola attraverso un ricorso infinito a citazioni di altre opere dello stesso autore – e leggere l’ennesimo chissacchì di qualcun altro.
    Il cortocircuito di cui qui si parla è proprio il giudizio estetico, il quale è automatico, mosso cioè da ragioni che un uomo può coltivare nel corso degli anni, con l’esperienza.
    Se l’uomo fosse gestito civilmente da una società razionale, allora la mia equazione einsteniana di risposta sarebbe “il mondo fa moralmente schifo al quadrato uguale giudichiamo un bello diverso meno quello stronzo”.
    Però ho l’avventura di non credere ai congegni psicotipici di tipo planetario.
    L’arte è un traguardo umano, non debba perdersi al di là dell’orizzonte della riproducibilità, ma nemmeno diventi pappagallo di una realtà che dicono le bocche vili dei cuori vili.
    Un poeta ci prova a far suonare i cuori dalla bocca più vera, più intima, benché traditrice. La magia del suo suonare, infatti, genera l’alternativa all’io costituito in ogni cranio, affinché un uomo sogni un uomo nuovo. È questo imbroglio l’arte: molto una questione di politica atomica.
    K, nel frattempo, mi avverte del fatto che ha molto a cuore la metafora del manicomio, io gli ripeto che vorrei ben vedere dove vedono i pazzi!, tanto la mia brama di spirito vorrebbe addentrarsi nei ripostigli più anonimi della mente; però, quelli che avrei a fare, sarebbero viaggi letterari dai quali assai difficilmente si torna – i quali, ahimé, pur mi tentano molto [più di quanto non mi aggradi la lettura infinita di Croce, dopo che ho goduto di aver capita l’identità di intuizione ed espressione].

    Pubblicato 14 anni fa #
  6. A

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    Membro

    K, questo è il bar dell'anonima scrittori, non il suo. Certo lei qui è la persona più autorevole, e nessuno glielo contesta. A lei è concesso tutto, perchè è lo scrittore laureato. Ma se mi si deve intimare di stare zitto , credo proprio che abbia sbagliato indirizzo, credo che sia compito dei moderatori. Continuerò a parlare , a entrare e uscire, esattamente come voglio. Non so quanti <stronzo e vaffanculo> ho accumulato. Tra il silenzio (= l'approvazione? le risatine? il compiacimento?) di tutti. A me questo suo modo di scrivere dopo un po' diventa stucchevole. Si cresce, non si rimane sempre adolescenti, da dover dipendere, per la propria autostima, dall'autorità del gruppo. Se mi conoscesse un minimo, saprebbe che se c'è una cosa che veremante non sopporto, è chi impone il silenzio delle opinioni. O chi dice: <vada altrove a parlare>, il che è lo stesso.
    Spero di non dover intervenire più su questo tema, che credo abbia stuccato tutti. Ma qualora fossi ancora chiamato in causa, interverrò sempre a difesa della mia persona.
    Non entro nel merito delle sue considerazionidi estetica, perchè evidentemente ne saprà più di me, ma soprattutto perchè prima dovrebbe toglier tutto il capello relativo all'argumentum ad personam.

    Pubblicato 13 anni fa #
  7. k non ti sta mettendo alla porta. Quello, è vero, lo possono fare solo i moderatori e di prassi nemmeno lo fanno. Però, essendo uno dei membri che il bar lo frequentano spesso e che nella comunità sviluppatasi nel bar occuopa una posizione importante per scelta dei baristi e degli avventori stessi, beh, può permettersi di dire "hai rotto i coglioni e, guarda, per conto mio puoi pure imboccare la porta".

    Certo, queste parole non hanno valore legale, ma k ha come tutti facoltà di pronunciarle e, in più, viene ascoltato.

    Sei tu che ti stai impuntando sulle piccolezze, e cose del genere in un bar rompono i coglioni. Non è solo k che te lo dice.

    Pubblicato 13 anni fa #
  8. k

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    Maw, io spero che lei alluda solo all'acca di troppo (lapsus di cui chiedo venia), perché se davvero - come si dice - lei ha frequentato un pochino qualche corridoio di facoltà letteraria, non può non sapere che la differenza tra Kultur e Literaturgeschichte conta, in quegli ambiti, pure qualcosa.
    In ogni caso nessuno è poeta perchè lo decide o crede lui. Uno è poeta solo e quando riesce a fare poesia. E fare poesia non è strillare e basta - o parlare da soli - ma riuscire a provocare negli altri lo stesso sentimento delle cose che il 'poeta' ha inteso esprimere nel 'fare poesia'. Solo questo. Nient'altro. E' in questo senso che la poesia è una tèkne e prescinde completamente dalla sua stesura cosiddetta 'in prosa' o in 'versificazione'. Lei può trovare carmina e carmina interi privi di poesia e saggi o romanzi che ne sono invece interamente pieni (e non a caso, per me, il massimo capolavoro della poesia italiana, dopo l'Inferno di Dante, è Il Principe di Machiavelli, o La storia del paesaggio agrario italiano di Emilio Sereni, piuttosto che le poesie di Luzi o Sanguineti). La statuto di questa tèkne chiamata poesia inoltre - al di là dei contributi che pure possono venire in questioni di dettaglio da tutti i Welleck e Warren e i Benjamin e Tdorov di questo 'nuovo' mondo - il suo statuto sta tutto depositato già duemila anni fa nella Epistula ad Pisones (Ep., Lib. III) di Orazio, volgarmente più conosciuta come Ars Poetica e, cinquecento anni prima, proprio nella Poetica di Aristotele. Lei crede sul serio, per esempio, che il romanzo moderno sia nato solo con Cervantes, o con Joyce, Proust o chi cazzo vi pare a voi, o che non fosse già tutto vivo e là non solo nel Satyricon, ma soprattutto nell'Eneide, nell'Iliade, nella Bibbia? Il romanzo è chanson de geste e basta, e la poesia pure: la poesia è racconto, racconto che muove le emozioni e che evoca negli astanti o fruitori - come voluto dall'artista - lo stesso sentimento delle cose. (Il resto è soggettivismo o, al più, enigmistica.)

    Mo' basta. Per un bel pezzo non mi avrete più, almeno aggratis. Ciò da lavorà. Divertiteve co' A (sì, sì, Faust, io l'ho messo alla porta. Ve lo volete tene'? Tenetevelo. Quanto ci scommetti che non passano due mesi e ricomincia a sputa' bucce di bruscolini in testa a tutti?)

    Pubblicato 13 anni fa #
  9. A

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    Ora metto questa cosa che mi ha mandato Maw, così gli altri interessati ad un dialogo costruttivo magari avranno su che riflettere.

    Ciao A.
    Premesso un ringraziamento per la tua pazienza nei miei confronti, e per il tuo interessamento alla mia opera, e soprattutto per il farmi vivere questa esperienza di anonima-scrittori, la quale per me è molto divertente; ti ricordo che adesso voglio assumere un atteggiamento un po’ attendista con quelli del forum [magari fra un po’ di tempo inserisco un raccontino scritto di recente, molto bello].
    Soltanto sono un poeta, forse oggi un po’ annoiato, il quale vuole meglio spiegarsi ad un lettore il quale ha mostrato apprezzamento, nonché un po’ di incomprensione…
    Mi riferisco al fatto che tu reputi le mie poesie più libere da un punto di vista formale, di quello che invece esse siano in realtà.
    Voglio dirti che io sono molto formale, non ho in odio la retorica, ed in molti casi sono scettico nei confronti di tanta poesia contemporanea, la quale, come tu ben dici, si è vista debordare spesso nell’astruso – a mio avviso colpevolmente!
    Ti faccio subito un esempio, spero che l’immediatezza dell’immagine pittorica sia utile a chiarirti inizialmente le idee su quello che le mie poesie vogliono essere: bene: io dico che esse sono assimilabili a quadri di Magritte, di Dalì, a limite ad un certo Picasso – giammai ai quadri di un Pollock; non c’è in esse astrattismo.
    Forse i miei cieli sono verdi come in una piazza di De Chirico, ma sono riconoscibili come cieli, come dato espressivo oggettivo...
    Altro discorso è il gestualismo: in effetti le mie poesie sono gestuali, automatiche, ma in virtù di un ideale, che via via ha sempre più raffinato le mie esecuzioni, sino a giungere, come ti dicevo, a far loro esplicare una vera e propria retorica.
    Ogni creazione artistica, proprio se è arte vera, possiede in sé una definizione del procedere artistico, secondo me, un dato di riproducibilità insomma, che ne fa traguardo umano – non può e non deve essere astrusa occasione, assoluta libertà di un io irrelato, meno che mai destrutturante [in poesia, aggiungerei, soprattutto da un punto di vista sintattico: è vero cioè che la poesia fonda il linguaggio, ne è la stessa possibilità, ma ciò, a mio avviso, la impone proprio come fenomenno comunicativo].
    Dove allora trovare una esperienza, un dato comune al percepire umano, il quale possa fondare tanta poesia contemporanea – la quale nelle sue espressioni migliori è negatrice del cosiddetto principio di realtà?
    Nel sogno!
    Come spiegavo nel forum, io ho formalizzato, attraverso le mie poesie, la inconcepibile libertà di un certo versificare moderno, regolando l’idea surreale per mezzo del prototipo dei meccanismi onirici, i quali sono appunto oggettivi ad una umanità che in prima istanza reputi l’individuo come perno rivoluzionario.
    Le mie poesie, insomma, sono approcciabili da diversi tipi di lettura, esse sono destrutturato soliloquio [ad esempio attraverso l’artificio di eliminare la punteggiatura alla fine dei versi...]. Le mie poesie inoltre possono essere lette come pura enfasi, per il loro lato ritmico e musicale – a prescindere cioè dal senso [anche per questo la libera punteggiatura...]. Senso che però, pur soggetto a meccanismi di rimozione, condensazione, drammatizzazione, opposizione e simbolizzazione... esprime umanamente una condizione [di solito quella privata dell’Io].
    Insomma le mie poesie sono tutte parafrasabili! – in maniera obiettiva.
    Io però – e non solo perché, umilmente, non voglia pormi nella condizione di pretendere che un'altra persona debba sforzarsi per capirmi – soprattutto perché credo in un certo disimpegno civile: dico al lettore, se non capisci, non pretendere da te l’universale, ma sappi che allora è MAW! …sia tu cioè a credere cosa significa [tutto questo discorso può essere anche il portato di una operazione di tipo maieutico che spinga ogni lettore a conoscere un po’ meglio se stesso…].
    Ti ripeto però, la stessa possibilità di tutto questo mio mondo onirico, o della mia voce, è un orizzonte pienamente significativo.
    Ovviamente, nella mia opera ci sono molti veri e propri esperimenti – certo!, hai ragione... -: ci sono esempi di poesie in cui è eccessivo l’elemento enfatico ed altre nelle quali eccedo soprattuto coi fenomeni di spostamento del significato o di simbolizzazione [ad esempio il caso dei neologismi]; come ci sono però anche esempi di vero naturalismo – vedi “La divina commedia di Maurizio” tomo II, “Il bimbo dell’amore”, pag. 197.
    Insomma ti invio la parafrasi di “la spiaggia del tè”, accortomi però del fatto che per te è Maw soprattutto l’elemento liberatorio delle mie poesie, insomma ti piacciono così [non ti sarebbe stato difficile, altrimenti, con un po’ di impegno, parafrasare da te stesso la poesia...]:

    LA SPIAGGIA DEL TE’
    oggi soledora in fangomare/ in vivi spruzzi di perle finili/ vento mi porta sconciuffo nel vedo/ non piango non rido non muoio ledo/ dolce tristezza di essere qui/ in pero sconforto vorti vicina/ Mako e Lumina consolano i baffi/ molti dolcetti finiscono il piatto/ vecchi serviti ad atroci vendette/ pii nemici a Michele, prudenti/ vedono gli anni passarmi sui guanci/ Mako mi ride per forza, mi sprona/ Lumina piange al canuto si desta.../ poi che mi poggia li diti a foresta/ sovra i bei dorsi di palmi di mani/ ricorda in frumento tace di più/ pena a mi’ figli porta oh devota/ ogne mattina il copre dal gelo.../ sbuffa i corrucci di Selele, ama/ la timidezza di Brondo confonde
    per gioco. Quei vecchi curano stanchi/ questa Teiera voglioso di colpa/ il figlio li grazia da terre lontane/ essi mi sazrian di occhi per bene/ te non volgessi possibile sguardo/ mai! come di sassi condanno a pressare/ nero nel petto di brume scagliate
    ogni disguardo mollissimo in pena/ ecco ti dico/ <<forse mi piango...>>

    [PARAFRASI:] Oggi, sul mare insozzato dalle correnti, il sole sparge bagliori dorati. Il vento, il quale soffia tra i miei capelli, nel frattemmpo mi spruzza negli occhi una miriade di vivaci perline d’acqua, impedendo a tratti la mia chiara visione. Io non provo nessun sentimento riconoscibile, nemmeno posso dire di sentirmi angosciato, piuttosto mi duole una sorta di nostalgia di questo stesso posto, dove vorrei saperti vicino a me – è come un vortice, nel mio petto, questo mio desiderio sconsolato.
    Mako e Lumina consolano la mia bonarietà, intanto che mangio tanti dolcetti da vedere sempre più il fondo del piatto: sono vecchi che hanno sperato tutta la vita di poter consumare una forte vendetta, sono molto devoti nemici di Michele, sono persone prudenti, e mi seguono da sempre. Mako sorride faticosamente, mi sprona; Lumina piange della mia vecchiaia, però questa cosa le infonde un sentimento di forza, di orgoglio, che le consente ancora di reagire alle avversità. Quando posa la sua mano sul dorso della mia, bella, pelosa, si quieta come ammirando nella sua mente silenziosi antichi campi di grano; ama molto i miei figli, si prende cura di loro; ad esempio, ogni mattina, rimboccando le coperte o vestendoli, li protegge dalle intemperie – e grazie al suo carattere premuroso li prepara alle avversità della vita...
    Lumina, altro esempio, reprime il corrucciarsi di Selele, lo fa sbuffando dissenso e imcomprensione allo stesso cospetto di lei. Lumina inoltre ama la timidezza di Brondo, però, proprio grazie a questa sua simpatia per il carattere del giovane, lo incalza a reagire, attirandolo in scherzosi tranelli.
    Insomma, Mako e Lumina, vecchi, ancora curano me, il mio nome è Teiera, nonostante sia un peccatore [“curano stanchi questa Teiera voglioso di colpa”: FENOMENO DI CONDENSAZIONE MOLTO DECISO ANCHE TRADUCIBILE IN: “mi versano il te, oggi, qui, dove mi sento rapito da un sentimento tanto puro, da non distinguere più il mio essere da quello della teiera, in un senso di colpa che si fa panico e che impregna di sé tutta la mia percezione del mondo”]: eppure, soltanto a poca distanza da me, esistono anche loro, non ci sono soltanto io con il mio egoismo, quei vecchi lì hanno una loro vita, hanno un figlio ad esempio, il quale manda notizie di sé da molte terre lontane; proprio per questo il loro sguardo su me, il loro conoscermi e prendersi cura di me, stemperano il mio senso di colpa in una volontà di benessere... Tanto che il mio pensiero si volge a te, a cui però maledettamente dico “non voglio il tuo amore!”.
    In realtà, nel mio petto illividito come da coltri di sensazioni fumose, come di scaglie interiori, poste a filiere, le quali sono minacciose; nel petto, insomma, io presso tanto la pur rammollente indifferenza del mio sguardo, da farne dunque una pena dura come una sassaiola di emozioni improvvise, a prescidere dal mio definirle concettualmente in qualche modo. Allora mi rivolgo a te, a cui dico sinceramente, e con realistica semplicità, mi trovo soltanto nella condizione di dover reprimere un pianto; nulla più.

    Capito, Ale, cosa voglio dirti della mia personale retorica?
    Poi della mia poesia, spero che si possano dare molte altre spiegazioni, quella epica ad esempio, per cui, nel contesto dell’opera da cui è tratta si capisse che il soggetto è un Lucifero-poeta che si rivolge ad una donna, amata musa. Michele sarebbe dunque l’angelo che lo ha scacciato dal paradiso.
    Ma c’è senz’altro una spiegazione psicanalitica anche... – e molte altre spero.
    Io dico però: che tutte si prescindano da una idea letteraria compiuta!; da un punto di vista sintattico soprattutto.
    E un po’ quello che succede in prosa, i periodare di Aldo Busi o di Celine, sono complicati da una idea di bellezza, di monumentale o sontuoso, ma non sono astrusi se paragonati al semplice periodare di un Ammaniti: sono complessi.
    Io però non voglio erigere un monumento, intanto perchè oggi come oggi non saprei a chi dedicarlo – e poi, forse, non sono abbastanza colto da poterlo sostenere: dico perciò ai lettori, costruiamolo assieme!, ditemi voi cosa è MAW!
    Ho appreso ad esempio che per te MAW è il neologismo, l’irrelato di quel peccato originale in cui consiste una nuova fantasia... insomma questa forma retorica di derivazione rimbaudiana.
    Ho appreso anche che, per gli amici del forum, se non fossero prevenuti, allora risiederebbe in una sintassi più razionale, meno impulsiva, che nelle mie opere non c’è.
    Io ti ricordo soltanto che preferisco Baudelaire a Mallarmè.
    A presto.

    Maw

    Pubblicato 13 anni fa #
  10. Genesis

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    Il sor Fer, momentaneamente impossibilitato a scrivere, mi prega di inserire questo commento:
    "Non solo te sei inventato la lavatrice con le ali, mo' ce la vuoi pure vendere".

    Pubblicato 13 anni fa #
  11. maw

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    Membro

    Stavolta Ale ha fatto incazzare pure me!
    Amico mio, io non t'ho dato il permesso di publicare la mia mail.
    Che mi combini...!
    A K dico che il romanzo vive in un eterno presente, non ha passato nemmeno futuro. La lingua italiana è una faccenda gotica, è molto franca ad esempio, e lei non avrebbe dimenticato soltanto la maledizione di Faust, ma anche certe favole.
    Per il resto io sono un poeta, e parlo attraverso le mie poesie:

    I BUBBONI DEL FRATE PECORANERA
    di g.b.bonafede

    Forse dovrebbe franarmi sul cuore
    questo tremendo tritricio di Bea
    invece vi frana la casa, la pia...
    Aquila, Messina, Vesuvi, Sole
    tutto quel male che poi non mi duole,
    oh Peccatore, franal sul reo
    me peccatore. Risparmia soltanto
    i cuscini alle fie. <<Oh Terremoto!>>
    Giudica i mei formichi cattivi,
    prendermi colpe mi voglio sul sento,
    grida di questo mio gran sentopénto,
    oggi che tento un mistero tradire
    e in lesta bestemmia sputo a colpire,
    attiri soltanto su me il cataclisma:
    culo ti dico è il peccato di risma!
    Dante era frocio! <<Oh Terremoto!>>
    Oggi io debba per voi peccare,
    dir che necessita pria a vulgare
    saper de la mela che Plato predisse
    disconoscendo divieto del Padre
    e fare dell’uomo scimmia di ladre
    volle. <<Necessita specchio...>> ti disse
    Eva ad adamo volle azzerare
    oh la potenza. <<Oh Terremoto!>>
    Oh la potenza del quattro per uno
    che avrebbe dovuta ignorar Inghilterra,
    Cartesio che a Italia disse più culo
    in p di piculli fece la Terra;
    e il figlio alla madre lo stesso piglio
    fece. E come per caso si avrebbe giglio
    specchiar senza colpa pure potuta,
    l’uomo Nargisso: <<O Terremoto!>>
    Nel mondo piange a Matuta.
    Tutt’ i circensi lo dicono liso...
    e Dio che face ai preghi del figlio?
    Dio si tace. Tace anco la Matuta.
    Di come godrebbe quel paradiso
    l’uomo; se Luce smettesse, sparrebbe
    Morte! Oggi bestemmio come vorrebbe
    l’Angel che al cielo si vide bandire,
    per me al Signore reclami le ire...
    <<Oh Terremoto...>>: Beatrice all’inferno! dico
    “...fu oco poeta...” mi fa “oh!
    brutto verme!” <<Oh Terremoto!>>
    dico chè brucio davvero, e tu frani...
    Italia mia bella ti strappan la pelle
    Berlusca e quell’altro Di Pietro fantoccio
    di Toga: <<Oh Terremoto!>>
    ...mi strizza nell’occio, e scopa quell’altri,
    <<Oh Terremoto!>>, si gode con quello...
    <<Oh Terremoto!>>, falci di scortichi brami di corpo
    beve. E lui che la scopa ed io che la sello
    di sacro geloso assai del suo culo,
    ho sceso passioni, torrenti d’Inferno
    ho visti dugento ummani apparigli,
    <<Oh Terremoto!>> Italia mia bella
    che orgasmo ti pigli! Para Buffon!
    O restiti fermo... <<Oh terremoto!>>
    si dicon demòni, amanti più fini...
    da bocche mozzate in guglie pizzini
    di elettrici raschi alle viskere grati;
    dopo da sposi da schiavi vestiti,
    tutti in cravatta, agiati, leccati,
    tutti a lavoro! Sì! ...rrrrrincretiniti
    in dolce sospetto nascosto tra leni
    ogne furtiva visione li guara
    oh italiani a segare: <<Tutti cornuti!>>
    <<Oh Terremoto!>> ...di Bea che fa zrunzru per sfregio a Dio!
    E sì qui la morte si fa benedenta...
    E dunque Vulcano si trema da sotto
    Italia mia bella, sono vampiro.
    Ficcami un palo!, scovri in la bara...
    dico al cristiano, dico all’amico,
    forse rapisci lucertola a guisa
    di zanna di bene, mafiosa ti voglio:
    <<Oh Terremoto!>>, mangiate rettìli!,
    le quali si vibrano assiemi nel mondo,
    voi ’gurgitate di guizzi e piselli
    tutti sbragati a mangiarvi belli
    nazione dell’oste: <<Oh Terremoto!>>
    Non vale la pena morire per te...
    E più che a gettarsi in un bel bel
    stemmione: <<Oh Terremoto!>>
    Zebù io vi voglio Italia tra i fraschi
    ove beltezze proclami lo svisto
    luce si vuolve a conati laringi...
    come di matthre che prugni n’ii labri
    avvolte si godano spasmi di fesso
    a molte tagliute acidissim pene
    scolpi a quel mento di gratta pietà,
    s’affi del moto che stassi sovrerchi
    come sotterra un cazzone nell’ano
    voltici rompi di scaglie si stanno
    tutte legate in lingue al malanno,
    le quali sirenano molti piaciuti
    umìli sorgenti di gravi polvi.
    Qualsi son giunti da grotti di vita,
    V tello grasso si piangano i molti...
    tutti coverti che sembrano ricci
    tutti a nascondere cosce, curvuti
    quando di volo una Zampa li strappa
    molti si provano orgasmi nel sterno...
    <<Oh Terremoto, cozza me!>>
    libidini al stomaco unghia mi pose,
    processi, ricorsi, puttane, spose,
    giustizia che mangio assieme alle cose!
    e Italia tu canti ancora di rose,
    rosine, rosuzze, rosoni rosanti,
    oggi il poeta è andato un po’ avanti,
    spaghetti alle spine si mangian piccanti.

    Pubblicato 13 anni fa #
  12. zaphod

    offline
    Fondatore

    Senta A, mettiamo in chiaro una cosa: se lei non si rivolge alle persone con rispetto ed educazione, da questo bar la sbatto fuori io, personalmente.
    E non perché k - come insinua lei - è poeta laureato, ma perché k in questo bar ci lavora. E lei a chi lavora qua dentro - come pure Faust, il cameriere e bigone - deve assoluto rispetto.
    Forse può trattare con arroganza la cassiera del supermercato sotto casa sua, se lei non reagisce e se il proprietario decide che i suoi 50 euro di spesa settimanale fanno comunque comodo. Qua le cose funzionano diversamente.
    Se ancora non l'ha capito sa dove si trova la porta. Ci lasci Maw (se lui vuole), che le regole ha mostrato di comprenderle (ma rimane un pallone insopportabilmente gonfiato), e la prenda.

    P.S.
    e non stia a chiedere cancellazioni ed estromissioni formali. il giorno che la sua presenza qui non sarà più gradita si troverà fuori senza possibilità di appello e senza neanche accorgersene.

    Pubblicato 13 anni fa #
  13. A

    offline
    Membro

    Mah, avevo scritti una risposta, ma non servirebbe a niente.

    Pubblicato 13 anni fa #
  14. Genesis

    offline
    Membro

    Il sor Fer, di nuovo impossibilitato a scrivere, mi prega di postare questo messaggio:
    " Gentile sor Maw,
    lei cerca troppo di stupire con effetti speciali ".

    Pubblicato 13 anni fa #
  15. Scusa Genesis, ma perché il Fer è impossibilitato a scrivere? Non ha più la connessione ad Internet?

    Pubblicato 13 anni fa #
  16. Dedicato a Maw.

    Vita di Vittorio Alfieri da Asti
    Scritta da esso.

    Parte Prima
    Introduzione

    Plerique suam ipsi vitam narrare, fiduciam
    potius morum, quam arrogantiam, arbitrati sunt.
    (Tacito, Vita di Agricola)

    Il parlare, e molto più lo scrivere di sé stesso, nasce senza alcun dubbio dal molto amor di sé stesso. Io dunque non voglio a questa mia Vita far precedere né deboli scuse, né false o illusorie ragioni, le quali non mi verrebbero a ogni modo punto credute da altri; e della mia futura veracità in questo mio scritto assai mal saggio darebbero. Io perciò ingenuamente confesso, che allo stendere la mia propria vita inducevamo, misto forse ad alcune altre ragioni, ma vie più gagliarda d'ogni altra, l'amore di me medesimo; quel dono cioè, che la natura in maggiore o minor dose concede agli uomini tutti; ed in soverchia dose agli scrittori, principalissimamente poi ai poeti, od a quelli che tali si tengono. Ed è questo dono una preziosissima cosa; poiché da esso ogni altro operare dell'uomo proviene, allor quando all'amor di sé stesso congiunge una ragionata cognizione dei proprj suoi mezzi, ed un illuminato trasporto pel vero ed il bello, che non son se non uno.

    Pubblicato 13 anni fa #
  17. maw

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    Membro

    Per prima cosa voglio dire del vostro accanimento nei confronti di Ale, il quale a me sembra ingiustificato.
    Da buon amico non ha fatto che difendere con passione la mia poesia.
    Del resto, sin dall'inizio, il vostro giudizio nei confronti dei miei scritti è stato frettoloso, ed Ale credo abbia sofferto con me la vostra supponenza.
    Io sono grato per questa opportunità del forum, e sono contento del vostro sostanziale accogliermi nel gruppo.
    Continuo però a pretendere dei contributi più convinti sul mio operare letterario, e delle critiche più contestuali.
    Insomma, nelle mie poesie c'è tanta di quella carne al fuoco sacro...!
    Lo facciamo o no 'sto TERREMOTO?

    Pubblicato 13 anni fa #
  18. maw

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    Membro

    A Genesis, o al sor-Fer, ricordo che l'arte è un effetto speciale: quale loro hanno trovato di cattivo gusto?
    Torquemada invece non ho capito bene cosa volesse sottolineare con la sua citazione dell'Alfieri, se il mio essere autobiografico oppure il mio dover essere più autobiografico ancora...

    Pubblicato 13 anni fa #
  19. k

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    Membro

    No, nelle tue "poesie" non c'è tanta carne, c'è tanta confusione e velleitarismo. Sono piene le bancarelle di tutta Italia di libri autopubblicati da centinaia di migliaia di giovani "poeti" come te che credono, con questo loro vagito, d'aver per la prima volta rivelato al mondo il mondo stesso. Velleitarismo appunto, autoreferenzialità che crede di trovare nelle parole magiche "avanguardia" o "sperimentalismo" i propri alibi. Compa', nelle tue "poesie" non c'è poesia, questa è la triste verità, c'è solo sborramento. Riparti dai classici, se proprio la vuoi fare, e dalla lingua italiana soprattutto, non dal tuo esperanto personale.
    Ma anche questo - che è un altro degli infiniti contributi che pure t'abbiamo dato - per te sarà parole al vento, che da un orecchio t'entrano e dall'altro t'escono, disgraziato d'un egotista parossistico: "Continuo però a pretendere dei contributi più convinti sul mio operare letterario, e delle critiche più contestuali". Disgraziato d'un pazzo folle e solitario: e cos'altro avremmo fatto fino adesso? Per colpa tua abbiamo litigato pure con un amico nostro. E tu - che non ti sei inculato nessuna delle cose scritte da noi, nessuno di tutti gli autori che pure intervengono su questo stesso forum e parecchi, credimi (a partire da Fumotoscani), molto più bravi di te - ancora continui a insistere che non ci siamo occupati abbastanza della tua pupù? Ma vaffanculovà, a te e l'amico tuo che te cià portato.

    Pubblicato 13 anni fa #
  20. cameriere

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    Del resto, sin dall'inizio, il vostro giudizio nei confronti dei miei scritti è stato frettoloso, ed Ale credo abbia sofferto con me la vostra supponenza.

    e no, non ci siamo.
    tu sei scemo.
    dall'inizio tu hai solo sproloquiato della tua magnificenza,
    anzi della magnificenza dei tuoi scritti,
    senza averci fatto leggere niente.
    quando poi ti sei deciso a postare qualcosa,
    questo qualcosa era un vecchio scritto
    mal scritto velocemente qualche anno fa,
    come tu stesso hai candidamente confessato.

    poi hai cominciato a postare colonne di versi,
    lunghe, sì musicali, ma incomprensibili.

    e tutti, dico tutti,
    pure mia nonna m'ha telefonato e detto
    <<machedicequesto?>>,
    hanno commentato.

    ma che vai cercando ancora?
    una critica tecnica?
    mi pare che sia stata fatta.
    e mica penserai che tutti stanno a pensare ai cazzi tuoi.
    questo è un forum-bar.
    se vuoi qualcosa di più articolato paga.

    su tutto il resto che hai scritto qui sopra non dico.
    ti piace provocare,
    e a noi piace un cacacazzi ogni tanto.
    per questo, e non per le tue poesie,
    ci stiamo intrattenendo in queste settimane.
    nel gruppo sei stato accolto,
    ciai due topic tutti per te,
    ma quest'ultimo post manca di spirito,
    è un bel po' sbrodolato.

    Pubblicato 13 anni fa #
  21. sensi da trento

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    Membro

    Del resto, sin dall'inizio, il vostro giudizio nei confronti dei miei scritti è stato frettoloso, ed Ale credo abbia sofferto con me la vostra supponenza.

    azz, adesso i supponenti saremmo noi lettori e non l'autoproclamato genio della poesia !!

    Continuo però a pretendere dei contributi più convinti sul mio operare letterario, e delle critiche più contestuali.

    ah! allora è presto fatto!
    in due parole: fanno schifo, senza possibilità di appello!
    a proposito della punteggiatura ti ho fatto delle domande precise su joyce: risposta non pervenuta.
    sulla tua velleità di scrivere una sorta di oper a più piani di lettura ti ho chiesto di umberto eco: anche qui risposta non pervenuta.
    ci sarebbe ancora da discutere su T.S Eliot ma a questo punto taccio per carità di patria.
    di fatto dimostri di ignorare le teorie e i risultati di maestri che si sono incamminati prima di te in questi tentativi di avanguardia.
    da un punto di vista metodologico quindi parli di argomenti che ignori totalmente; chi cazzo vuoi prendere in giro, allora?

    Insomma, nelle mie poesie c'è tanta di quella carne al fuoco sacro...!

    e che vuoi farci?? noi siamo persone limitate e non riusciamo a starti dietro!
    prova a chiedere lumi al tuo illuminato editore; però non scordarti i soldi per le spese di pubblicazione altrimenti potresti avere un amaro risveglio.

    Pubblicato 13 anni fa #
  22. SCa

    offline
    Membro

    Maw io credo che A, da buon amico, quelle cose che ti hanno detto un po' tutti qui te le avrebbe dovute dire lui prima degli altri invece di soffiare un po' sul fuoco. Perché a parte qualche reazione alla tua boria qui ci sono stati quasi esclusivamente critiche contestuali. Poi se tu non vuoi ascoltare i pareri altrui, che già ti sono stati dati, non continuare a chiederne.

    Pubblicato 13 anni fa #
  23. Woltaired

    offline
    Membro

    Dice il saggio:
    L'uomo che sa ben parlare non vale quello che sa ascoltare con attenzione.

    Pubblicato 13 anni fa #
  24. maw

    offline
    Membro

    Secondo Freud il sogno è il meccanismo psichico attraverso il quale ogni persona ricompensa se stessa dei desideri. Questa eccitazione insomma è il prodotto dello spirito divertente per eccellenza.
    Egli, uomo di lettere, interpretando i sogni, e dunque in un certo senso firmandoli, l’ha messa nel culo a tutti voi pappagalli del contratto dialettico sociale, il quale è repressione stessa dell’intimo, della bellezza, del paradiso terrestre, del luogo del desiderio.
    Freud sarebbe il più grande poeta contemporaneo, avrebbe fatto qualcosa di simile a Gesù Cristo, o a Socrate prima di lui, i quali, pur non avendo scritta nessuna opera [o, nel caso dello spicanalista austriaco, nessuna opera di genere specifici], hanno firmata la storia del pensiero.
    E’ palese che la potenza della letteratura risieda nel non manifestarsi del suo significato, non attraverso il mezzo significante stesso, lo scritto.
    Bisogna essere uomini straordinari, idealisti, folli; oppure si debba sognare ad occhi aperti, magari ricucendo il tessuto onirico, tutto fottuto dal chiacchiericcio sterile di voi dialoganti.
    La suddetta operazione poetica è una tecnica molto difficile, soprattutto se si vieti al prodotto letterario di essere infinito, e cioè di essere assurdo, astruso – come troppa avanguardia che ha rotto i coglioni non smette di volersi.
    Lo scopo della mia poesia è agire sui meccanismi censori, sulle loro immagini viventi, in modo da esemplare un uomo più libero e potente.
    Questa è la Commedia, vero classico nazionale.

    Forse dovrebbe franarmi sul cuore
    questo tremendo tritricio di Bea
    invece vi frana la casa, la pia...
    Aquila, Messina, Vesuvi, Sole
    tutto quel male che poi non mi duole,
    oh Peccatore, franal sul reo
    me peccatore. Risparmia soltanto
    i cuscini alle fie. <<Oh Terremoto!>>
    Giudica i mei formichi cattivi,
    prendermi colpe mi voglio sul sento,
    grida di questo mio gran sentopénto,
    oggi che tento un mistero tradire
    e in lesta bestemmia sputo a colpire,
    attiri soltanto su me il cataclisma:
    culo ti dico è il peccato di risma!
    Dante era frocio! <<Oh Terremoto!>>

    Pubblicato 13 anni fa #
  25. sensi da trento

    offline
    Membro

    freud, prima di mettermela in culo, ha reso intelligibili e razionali cose apparentemente senza senso, come ad esempio la paura di Hans per il cavallo del padre.
    adesso quindi veniamo ai casi nostri:


    Forse dovrebbe franarmi sul cuore
    questo tremendo tritricio di Bea
    invece vi frana la casa, la pia...
    Aquila, Messina, Vesuvi, Sole
    tutto quel male che poi non mi duole,
    oh Peccatore, franal sul reo
    me peccatore.

    riesci a fare una perifrasi di questo tuo vero classico nazionale?
    riesci a tradurci i simboli e le immagini?
    riesci, in pratica, a fare quello che ha fatto freud con i sogni e che tu dici di aver fatto con la poesia?

    non ti dispiacere, caro maw, se io ti sto così col fiato sul collo: il fatto è che quando sento uno che dice tante fregnacce, vengo preso da irrefrenabile invidia e mi viene voglia di dirne di ancora più grosse

    Pubblicato 13 anni fa #
  26. zanoni

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    Membro

    riesci a fare una perifrasi di questo tuo vero classico nazionale?

    Beh, la parafrasi della spiaggia del te' non era tanto male (il problema e' che non c'e' nessuna prova che la parafrasi sia proprio di QUELLA poesia)...

    Pubblicato 13 anni fa #
  27. zanoni

    offline
    Membro

    Scusa Zano', ma non s'è capito un cazzo.

    Parlavo dell'ultima giornata del campionato turco. Il Fenerbhace, in testa alla classifica, giocava l'ultima in casa contro la quinta (che piu' del quinto posto non poteva andare). Ovviamente, la vittoria sarebbe stata garanzia di successo, come anche una non vittoria dell'immediata inseguitrice Bursaspor, a 1 punto (quasi come Inter e Roma, insomma).

    Negli ultimi minuti, il Fenerbhace, fermo sull'1-1 (mentre il Bursaspor era in vantaggio 2-0 sul Besiktas, acerrimi nemici del fenerbhace... che diciamo si sono 'scansati'), ci provava in tutti i modo a buttarla dentro. Pero' negli ultimi 2 minuti di recupero, invece di mandare anche il portiiere in area avversaria, si sono praticamente fermati: e anche il pubblico, a fine gara, invadeva festante.

    Cos'era successo? Che il tabellone aveva annunciato il pareggio del Besiktas sul campo del Bursaspor: risultato che avrebbe dato la vittoria finale al Fenerbhace. Solo che, purtroppo per i tifosi del Fenerbhace (tra i quali il sottoscritto), e' stato commesso un errore: perche' il risultato di Bursa (poi finale) era 2.1 per i padroni di casa, che hanno pertanto vinto a sopresa il titolo. Sono seguiti incidenti, i tifosi hanno chiesto la testa dell'allenatore (non del tutto metaforicamente). L'autore della segnalazione errata e' stato arrestato, ma poi rilasciato per aver provato la sua buonafede.

    E pensavo: cosa sarebbe accaduto in un'analoga situazione in Italia? Quanti morti? Quanti feriti?

    Spero che cosi' sia piu' comprensibile, mi scuso per l'OT in attesa (se i moderatori lo riterranno opportuno) che venga (ri)aperto il bar sport...

    Pubblicato 13 anni fa #
  28. maw

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    Membro

    Vi avevo già ringraziato per l'opportunità del forum, e dunque implicitamente per il vostro interessamento - cosa che adesso ribadisco esplicitamente.
    Speravo che la potenza dei miei scritti suscitasse in voi curiosità più specifiche e dibattiti più particolareggiati.
    Prendo atto del fatto che voi non appreziate il linguaggio surreale, e ne deduco che non amiate Rimbaud o Apollinaire, come un certo De Gregori, o un certo Paolo Conte.
    Bene, vi dico, vi perdete una grande possibilità di godimento letterario!
    A sensi-da-trento ricordo che la poesia stessa "I bubboni del frate pecoranera" è una possibile parafrasi della precedente "Il signor Tremoto", ed anche che, tanto per fare un esempio, a voler analizzare i versi che lui ripropone, c'è quel "Sole" che potrebbe essere il "Peccatore", il "Terremoto", il quale il frate maledetto invoca... Questo artificio significherebbe molte cose, a voler dar credito ad un cuore sinceramente poetante.
    Comunque, prendo atto del fatto che a lui non piace la mia poesia, e che non ha interesse a intendere la mia visione dell'umanità, la quale è molto emancipata da tanti fraintendimenti, tanto che, essendo molto chiara a se stessa, potrebbe fornire a tutti voi molta saggezza.
    Ad esempio la mia poesia riflette molto efficacemente la condizione della donna/madonna, condizione stilnovistica, dantesca, la quale ha molti effetti materiali sul mondo attuale in cui le donne, pur eguagliando gli uomini nei diritti, godono ancora di tanti privilegi sessuali, i quali fanno di loro una classe politica molto potente.
    A zanoni dico che di nessuna poesia è possibile fare una parafrasi oggettiva; la poesia tenta infatti di esprimere l'universale nel particolare: questo stesso suo dovere la costituisce come oggetto incomprensibile.
    Bene, il poeta surreale cerca di esprimere gli universali [plurale] nel particolare: tutto qui.
    Il mio poema, "La Divina Commedia Di Maw", è scaturigine di molti viaggi alternativi, molti dei quali possono essere vissuti dallo stesso lettore contemporaneamente, o a più riprese.
    La mia invenzione è un oggetto letterario il quale prescinda dalle macchinazioni sociologiche e ripristini la convivenza tra esseri umani liberi di intendersi ad un livello concettuale che essi stessi volessero accordare, muovendo cioè, per così dire, dal basso, da una vera intuizione/espressione scevra da impostazioni mediatiche, le quali sono posteriori, spiritualmente parlando, però, di fatto, precostituenti un mondo ingiusto e guerrafondaio.
    La tecnica artistica cammina sorreggendosi su due gambe; un piede lo poggia sul corso del bello, nell'incertezza dell'originale, un altro invece sul ricorso del modello storico, più facilmente apprezzabile, però relativamente brutto, vieto.
    Le publicità di biscottini o schiume da barba possono essere molto efficaci da un punto di vista della riscossione sentimentale, ma non sono esteticamente memorabili.
    Io credo che la forma della mia poesia invece abbia molto futuro da guadagnare.
    Spero, col cuore semplice, che la lettura delle vostre critiche appaia ridicola agli occhi di chi vede bene già oggi, come a quelli di chi avrà saputo domani di un genio inizialmente incompreso.
    Parola di Maw.

    Pubblicato 13 anni fa #
  29. k

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    Membro

    Ma può essere che i tuoi non si siano ancora accorti di niente? Compa', tu hai bisogno di cure. E urgenti. E dillo a papà e mamma, no?

    Pubblicato 13 anni fa #
  30. zanoni

    offline
    Membro

    un genio inizialmente incompreso

    dai, pero' almeno e' simpatico...

    Pubblicato 13 anni fa #

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